TERAZOSINA TEVA 30CPR 2MG

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TERAZOSINA TEVA 30CPR 2MG

Principio attivo: TERAZOSINA CLORIDRATO
  • ATC: G04CA03
  • Descrizione tipo ricetta: RR - RIPETIBILE 10V IN 6MESI
  • Presenza Glutine: No Il farmaco non contiene glutine
  • Presenza Lattosio: Il farmaco contiene lattosio

Data ultimo aggiornamento: 15/04/2018

Le compresse di Terazosina Teva sono indicate per: Il trattamento dell’ipertensione da lieve a moderata. Il trattamento sintomatico dell’ostruzione delle vie urinarie provocata da iperplasia prostatica benigna (IPB).
Ogni compressa contiene 2,374 mg di terazosina cloridrato diidrato equivalenti a 2 mg di terazosina. Eccipienti con effetti noti: Ogni compressa da 2 mg contiene 118,00 mg di lattosio monoidrato. Per l’elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1.

Controindicazioni

Terazosina è controindicata: - In pazienti con ipersensibilità nota al principio attivo, ad altri chinazolinici (ad es.
prazosina, doxazosina) o ad uno qualsiasi degli eccipienti elencati al paragrafo 6.1.
- Anamnesi positiva per sincope alla minzione.

Posologia

Uso orale.
Per i diversi regimi posologici sono disponibili differenti dosaggi.
La dose di terazosina dovrà essere regolata sulla base della risposta del paziente.
Di seguito vengono riportate le istruzioni per la somministrazione: Dose iniziale In tutti i pazienti, non deve essere superata la dose singola di 1 mg, quella più bassa, da assumere prima di coricarsi.
Tale raccomandazione dovrà essere strettamente osservata al fine di ridurre potenziali episodi ipotensivi acuti da prima dose.
Dosi successive Trattamento dell’ipertensione da lieve a moderata Il singolo dosaggio giornaliero può essere aumentato raddoppiando approssimativamente il dosaggio ad intervalli settimanali al fine di raggiungere la risposta pressoria desiderata.
La dose di mantenimento deve essere adattata alla risposta del paziente.
2 mg/die possono essere sufficienti con aumenti fino a 10 mg se necessario (studi clinici sostengono l’uso da 2 a 10 mg come dose di mantenimento).
La dose massima è pari a 20 mg/die di terazosina e non deve essere superata.
Uso con diuretici tiazidici e altri agenti antiipertensivi nel corso del trattamento dell’ipertensione Quando viene aggiunto un diuretico tiazidico o un altro agente antiipertensivo al regime di trattamento del paziente, la dose di terazosina dovrà essere ridotta o sospesa e, se necessario, si deve ripetere l’aggiustamento della dose.
Si deve prestare attenzione in caso di somministrazione di terazosina contemporaneamente a tiazidi o altri agenti antiipertensivi, poiché si può sviluppare ipotensione.
Trattamento dell’iperplasia prostatica benigna La dose può essere aumentata raddoppiando approssimativamente il dosaggio ad intervalli settimanali o bisettimanali al fine di raggiungere la riduzione dei sintomi desiderata.
La dose di mantenimento usuale è compresa tra 5 mg e 10 mg, somministrati una volta al giorno.
Il miglioramento dei sintomi si rileva dopo circa due settimane dall’inizio del trattamento con terazosina.
I dati attualmente disponibili sono insufficienti per suggerire un ulteriore miglioramento sintomatico con dosi superiori a 10 mg/die.
Il trattamento deve essere iniziato usando le compresse da 1 mg per una durata di sette giorni, le compresse da 2 mg per una durata di 14 giorni e le compresse da 5 mg per una durata di 7 giorni.
La risposta al trattamento dovrà essere riesaminata ogni quattro settimane.
Durante ciascuna fase dell’aggiustamento della dose possono verificarsi effetti collaterali transitori.
Se gli effetti collaterali dovessero persistere, si dovrà prendere in considerazione una riduzione del dosaggio.
Insufficienza renale Studi di farmacocinetica indicano che pazienti con funzionalità renale ridotta non richiedono alcuna modifica nel dosaggio raccomandato.
Bambini Non sono state determinate sicurezza ed efficacia nei bambini.
Anziani Studi di farmacocinetica effettuati negli anziani indicano che non sono necessarie modifiche importanti del dosaggio raccomandato.
Comunque è richiesta particolare cautela per l’aggiustamento della dose di terazosina.
Se la somministrazione è interrotta per diversi giorni, la terapia deve essere nuovamente istituita al regime posologico iniziale.
Uso in pazienti con insufficienza epatica La dose di terazosina deve essere aggiustata con particolare attenzione in pazienti con funzionalità epatica compromessa poiché la terazosina è sottoposta a metabolismo epatico ed è principalmente escreta dal tratto biliare.
Non è disponibile esperienza clinica in pazienti con disfunzione epatica grave.
Modo di somministrazione La prima compressa, di ciascun dosaggio, dovrà essere assunta la sera prima di coricarsi.
Le successive compresse dello stesso dosaggio possono essere assunte al mattino.
Le compresse devono essere ingerite con una sufficiente quantità di liquido (ad esempio un bicchiere d’acqua).
La terapia con terazosina per l’ipertensione è un trattamento a lungo termine che può essere interrotto solo a giudizio del medico.
Nel caso in cui sia necessario interrompere il trattamento con terazosina, alla successiva ripresa, dovrà essere riutilizzata la dose da 1 mg da assumere al momento di coricarsi.

Avvertenze e precauzioni

Negli studi clinici, l’incidenza di ipotensione ortostatica è stata maggiore nei pazienti trattati con terazosina per iperplasia prostatica benigna, rispetto ai pazienti trattati con terazosina per ipertensione.
Nel trattamento dell’ipertrofia prostatica benigna (IPB), l’incidenza di episodi di ipotensione ortostatica è stata maggiore nei pazienti con età superiore ai 65 anni (5,6%), rispetto a quelli con età inferiore ai 65 anni (2,6%).
I pazienti devono essere informati circa i sintomi di ipotensione ortostatica e deve essere consigliato loro di sedersi o coricarsi nel caso si verifichino questi sintomi (vedere anche i paragrafi 4.7 Effetti sulla capacità di guidare veicoli e sull’uso di macchinari e 4.8 Effetti indesiderati).
Prima di trattare i sintomi di IPB con gli alfa-bloccanti, è necessario escludere altre cause dell’alterazione del flusso urinario o di sintomi correlati alla minzione.
Inoltre, laddove sia stata stabilita la diagnosi di IPB, deve essere confermata l’assenza di ostruzione concomitante del tratto urinario superiore o di eventuali segni di infezione prima di iniziare il trattamento con terazosina.
La terapia con terazosina richiede un regolare monitoraggio clinico.
Nella fase iniziale della terapia (in particolare dopo la prima dose o quando si aumenta il dosaggio) i pazienti possono manifestare una grave caduta dei valori pressori.
Possono comparire capogiri, stordimento, debolezza, sonnolenza e, in rari casi, sincope.
È probabile che questo accada anche in caso di mancata assunzione di alcune dosi e successiva ripresa della terapia con terazosina.
I pazienti devono essere allertati su questi possibili eventi avversi e sulle circostanze in cui possono verificarsi.Per minimizzare il rischio di ipotensione ortostatica i pazienti devono essere monitorati all'inizio della terapia.
Dato che l’incidenza di tale risposta è più alta se vengono utilizzate dosi iniziali maggiori di quella raccomandata, il regime di somministrazione consigliato deve essere seguito con attenzione.
Il paziente deve assumere la prima dose di terazosina al momento di coricarsi e dovrà evitare cambiamenti bruschi di posizione o attività che possano essere influenzate da capogiri o stanchezza.
Questi eventi si possono manifestare particolarmente nei pazienti anziani.
L’uso concomitante di inibitori della fosfodiesterasi di tipo 5 (ad es.
sildenafil, tadalafil, vardenafil) e terazosina può determinare l’insorgenza di ipotensione sintomatica in alcuni pazienti.
Allo scopo di minimizzare il rischio di sviluppare ipotensione ortostatica, il paziente deve essere stabilizzato con il trattamento a base di alfa-bloccanti prima di iniziare la terapia con gli inibitori della fosfodiesterasi di tipo 5.
La sindrome dell’iride a bandiera (IFIS “Intraoperative Floppy Iris Syndrome”, una variante della sindrome della piccola pupilla) è stata osservata durante interventi di chirurgia della cataratta in alcuni pazienti precedentemente trattati o in trattamento con tamsulosina.
Casi isolati sono stati segnalati anche con altri bloccanti alfa-1 e non si può escludere la possibilità di un effetto di classe.
Dal momento che l’IFIS può aumentare le complicazioni procedurali durante l’intervento di cataratta, occorre informare il chirurgo oftalmico, prima dell’intervento, circa l’uso corrente o passato di bloccanti alfa-1. A causa della sua azione vasodilatatoria la terazosina deve essere usata con attenzione in pazienti che manifestino una delle seguenti patologie cardiache: - edema polmonare dovuto a stenosi aortica o mitralica; - insufficienza cardiaca ad alta portata; - insufficienza ventricolare destra causata da embolia polmonare o versamento pericardico; - insufficienza ventricolare sinistra con bassa pressione.
Si raccomanda attenzione quando terazosina è somministrata in associazione con farmaci che possono influenzare il metabolismo epatico.
Uso in pazienti con insufficienza epatica: Come per tutti i farmaci metabolizzati a livello epatico, la terazosina deve essere usata con particolare attenzione in pazienti con funzionalità epatica compromessa.
Poiché non esistono dati dell’utilizzo del farmaco in pazienti con disfunzione epatica grave, l’uso in questi pazienti non è raccomandato.
Questo medicinale contiene lattosio; pazienti affetti da rari problemi ereditari di intolleranza al galattosio, da deficit di Lapp-lattasi o da malassorbimento glucosio-galattosio, non devono assumere questo medicinale.
Se la somministrazione è interrotta per diversi giorni, la terapia deve essere nuovamente istituita al regime posologico iniziale.

Interazioni

Nei pazienti trattati con terazosina in associazione ad ACE-inibitori o diuretici, l’incidenza di capogiri o altri effetti correlati è risultata maggiore, rispetto all’intera popolazione dei pazienti trattati con terazosina durante gli studi clinici.
Si dovrà osservare particolare cautela nel caso in cui la terazosina sia somministrata con altri agenti antiipertensivi al fine di evitare l’insorgenza di ipotensione grave.
Nel caso in cui terazosina sia associata a un diuretico o ad altro agente antiipertensivo, potrebbe risultare necessaria una riduzione del dosaggio e un nuovo aggiustamento della dose.
L’uso concomitante di inibitori della fosfodiesterasi di tipo 5 (ad es.
sildenafil, tadalafil, vardenafil) e terazosina può determinare in alcuni pazienti l’insorgenza di sintomi ipotensivi (vedere paragrafo 4.4).

Effetti indesiderati

La terazosina, così come altri antagonisti dell’alfa-adrenorecettore, può causare sincope.
Gli episodi di sincope possono insorgere entro 30-90 minuti dall’assunzione della dose iniziale del medicinale.
Occasionalmente tali episodi possono essere preceduti da tachicardia con frequenze di 120-160 battiti al minuto.
L’ipotensione che può verificarsi in correlazione con l’assunzione della prima dose può portare a vertigini e, in casi gravi, sincope.
Per evitare l’ipotensione, il trattamento con terazosina deve essere iniziato con una dose da 1 mg assunta la sera, prima di coricarsi.
L’incidenza di effetti indesiderati si basa sulle frequenze indicate di seguito: Comune: da ≥ 1% a < 10%; Non comune: da ≥ 0,1% a < 1%; Raro: da ≥ 0,01% a < 0,1%; Molto raro: ≤ 0,01% inclusi casi isolati.
Patologie del sistema emolinfopoietico. Molto raro: trombocitopenia.
Disturbi del sistema immunitario.
Molto raro: reazioni anafilattiche.
Patologie del sistema nervoso. Comune: nervosismo, sonnolenza, parestesia; Non comune: depressione.
Patologie dell’orecchio e del labirinto. Comune: vertigini.
Patologie dell’occhio. Comune: visione offuscata/ambliopia, disturbi della percezione dei colori.
Patologie cardiache. Comune: palpitazioni, tachicardia, dolore toracico; Molto raro: fibrillazione atriale.
Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche. Comune: dispnea, congestione nasale, sinusite, epistassi.
Patologie gastrointestinali. Comune: nausea, costipazione, diarrea, vomito.
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo. Comune: prurito, eruzione cutanea; Non comune: orticaria.
Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo. Comune: dolore dorsale.
Patologie renali e urinarie. Raro: infezione del tratto urinario e incontinenza urinaria (segnalata principalmente nelle donne in post-menopausa).
Patologie dell’apparato riproduttivo e della mammella. Comune: impotenza; Non comune: diminuzione della libido; Raro: priapismo.
Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione. Comune: capogiri, confusione della mente, svenimento (in particolare come conseguenza del passaggio rapido da una posizione seduta o sdraiata a una posizione eretta - ipotensione posturale), astenia, edema, cefalea, dolore alle estremità; Non comune: aumento di peso, sincope.
Ulteriori reazioni avverse segnalate negli studi clinici o durante l’esperienza post-marketing ma non associate chiaramente all’uso di terazosina includono quanto segue: edema facciale, febbre, dolore addominale, al collo e alle spalle, vasodilatazione, aritmia, secchezza delle fauci, dispepsia, flatulenza, gotta, artralgia, artrite, disturbi alle articolazioni, mialgia, ansia, insonnia, bronchite, sintomi influenzali, faringite, rinite, sintomi da raffreddamento, aumento della tosse, sudorazione, anomalie visive, congiuntivite, tinnito, frequenza urinaria (aumento della minzione).
Esami diagnostici: esiti di laboratorio suggeriscono la possibilità di emodiluizione (ossia diminuzione dei livelli di ematocrito, emoglobina, leucociti, proteine totali e albumina) osservata in studi clinici controllati.
Il trattamento con terazosina fino a 24 mesi non ha evidenziato effetti significativi sui livelli dell’antigene prostata specifico (PSA).
Segnalazione delle reazioni avverse sospette La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale.
Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione all’indirizzo https://www.aifa.gov.it/content/segnalazioni-reazioni-avverse.

Gravidanza e allattamento

Gravidanza Non è ancora stata stabilita la sicurezza durante la gravidanza e l’allattamento, anche se non sono stati rilevati effetti teratogeni nei modelli animali.
Tuttavia dati nell’animale hanno evidenziato che terazosina può aumentare la durata della gravidanza o inibire il parto.
Terazosina non deve pertanto essere usata durante la gravidanza a meno che il beneficio potenziale non sia superiore all’eventuale rischio.
Allattamento L’allattamento al seno deve essere evitato.

Conservazione

Non conservare a temperatura superiore a 25°C.
Conservare nella confezione originale.

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Segnalazione degli effetti indesiderati
Se dovesse manifestarsi un qualsiasi effetto indesiderato, compresi quelli non elencati in questo foglio, è doveroso rivolgersi al proprio medico, ad uno specialista e/o al farmacista. La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Gli effetti indesiderati possono essere segnalati direttamente tramite il sistema nazionale di segnalazione all'indirizzo www.agenziafarmaco.it/it/responsabili. Segnalando gli effetti indesiderati si può contribuire a fornire maggiori informazioni sulla sicurezza di questo medicinale.