TENSOGARD 14CPR 20MG
5,33 €
Prezzo indicativo
Data ultimo aggiornamento: 02/08/2009
Tensogard è indicato per il trattamento dell’ipertensione arteriosa e dell’insufficienza cardiaca.
Ogni compressa contiene 20 mg di fosinopril sale sodico. Eccipiente con effetti noti: lattosio. Per l’elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1.
Controindicazioni
- • Ipersensibilità al principio attivo, ad altri ACE-inibitori o ad uno qualsiasi degli eccipienti elencati al paragrafo 6.1.
• Angioedema ereditario, idiopatico o associato a precedenti somministrazioni di ACE-inibitori.
• Anuria.
• Secondo e terzo trimestre di gravidanza (vedere paragrafi 4.4 e 4.6).
• Età pediatrica (vedere paragrafo 4.2).
• L’uso concomitante di Tensogard con medicinali contenenti aliskiren è controindicato nei pazienti affetti da diabete mellito o compromissione renale (velocità di filtrazione glomerulare GFR < 60 ml/min/1,73 m²) (vedere paragrafi 4.5 e 5.1).
• Uso concomitante con terapia a base di sacubitril/valsartan.
Tensogard non deve essere iniziato prima che siano trascorse almeno 36 ore dall’ultima dose di sacubitril/valsartan (vedere anche paragrafi 4.4 e 4.5). Posologia
- Ipertensione La posologia giornaliera necessaria per mantenere un controllo stabile della pressione è compresa tra 10-40 mg.
La maggior parte dei pazienti ottiene un adeguato controllo della pressione arteriosa con un’unica dose giornaliera di 20 mg.
La dose iniziale raccomandata di Tensogard (fosinopril sale sodico) è di 10 mg una volta al dì.
Il dosaggio giornaliero può essere in seguito modificato valutando la risposta pressoria del paziente.
In alcuni pazienti trattati con unica dose giornaliera, può verificarsi una riduzione dell’effetto antipertensivo alla fine dell’intervallo della dose.
In tal caso, si deve considerare una duplice dose giornaliera.
Se la pressione non è soddisfacentemente controllata con questo medicinale in monoterapia, si può aggiungere un diuretico.
La concomitante somministrazione di questo medicinale con supplementi di potassio, sostituti dei sali di potassio o diuretici risparmiatori di potassio può portare ad aumenti della potassiemia.
Insufficienza cardiaca La dose iniziale di Tensogard per il trattamento di insufficienza cardiaca è di 10 mg una volta al giorno.
L’inizio della terapia, deve avvenire sotto controllo medico.
Se la dose iniziale è ben tollerata, si può procedere, in accordo con la risposta clinica, ad un incremento posologico sino a 40 mg una volta al giorno.
L’eventuale comparsa di ipotensione dopo la dose iniziale, non deve comunque precludere un incremento posologico.
Ovviamente, l’ipotensione dovrà essere attentamente valutata e trattata.
Fosinopril possiede una via di eliminazione duplice (epatica e renale) e pertanto, non sono di solito necessarie riduzioni della dose nei pazienti con alterata funzione epatica o renale.
Pazienti ad alto rischio Nei pazienti ad alto rischio la prima somministrazione di un ACE-inibitore come fosinopril può indurre ipotensione marcata (vedere 4.4).
L’inizio della terapia richiede, se possibile, la correzione di un’eventuale deplezione salina e/o idrica, la sospensione del trattamento diuretico per 2-3 giorni e l’impiego della dose minima.
Ove ciò non sia possibile, nei pazienti ad alto rischio la dose normale dovrebbe essere dimezzata.
Nei pazienti affetti da ipertensione maligna o da insufficienza cardiaca grave l’inizio della terapia o l’aggiustamento posologico dovrebbero essere condotti in ambiente ospedaliero.
In occasione della prima somministrazione di Tensogard e dei successivi incrementi del dosaggio dell’ACE-inibitore e/o del diuretico i pazienti ad alto rischio di ipotensione acuta grave (vedere 4.4) dovrebbero essere monitorizzati, preferibilmente, in ambiente ospedaliero per un periodo sufficiente a coprire almeno il picco di effetto antipertensivo di fosinopril (3-6 ore).
Ciò vale anche per i pazienti affetti da malattia ischemica cardiaca o cerebrale in cui l’ipotensione grave può causare un infarto miocardico o un accidente cerebrovascolare.
Popolazione pediatrica L’uso nella popolazione pediatrica non è raccomandato.
L’esperienza clinica è limitata ad uno studio sull’uso di fosinopril in bambini ipertesi con più di 6 anni (vedere 5.1, 5.2 e 4.8).
Nei bambini di qualsiasi età, il dosaggio ottimale non è stato determinato.
Non è disponibile un dosaggio adatto a bambini di peso inferiore ai 50 kg.
Pazienti anziani Nessun aggiustamento posologico è necessario nei soggetti anziani poiché né i parametri farmacocinetici, né la risposta antipertensiva, né la sicurezza d’impiego sono diversi da quelli riscontrati nei soggetti giovani.
Comunque, non risulta possibile escludere una maggiore risposta in alcuni tra i pazienti più anziani.
Pazienti con insufficienza renale ed epatica Per la sua peculiare eliminazione duplice e compensatoria, questo medicinale non richiede aggiustamenti posologici.
Solo nei pazienti con insufficienza epatica o renale di grado severo, è consigliabile iniziare la terapia con il dosaggio di 10 mg, adattando successivamente la dose in funzione della risposta pressoria del paziente. Avvertenze e precauzioni
- Angioedema del collo e della testa Con l’impiego degli ACE-inibitori, incluso fosinopril sono stati riportati casi di angioedema, specialmente dopo le prime somministrazioni.
Raramente, sono stati osservati casi di angioedema dopo un prolungato periodo di trattamento.
Tale evenienza richiede l’interruzione della terapia e la sostituzione dell’ACE-inibitore con un diverso antipertensivo.
Tale fenomeno interessa le estremità, la faccia, le labbra, le mucose, la lingua, la glottide o la laringe.
L’angioedema con interessamento della lingua, della glottide e/o della laringe può dar luogo all’ostruzione delle vie aeree e talora essere fatale; richiede pertanto la pronta adozione di idonee misure d’emergenza compresa, tra l’altro, l’iniezione sottocutanea di una soluzione 1:1000 di adrenalina (0,3-0,5 ml).
Nel caso di angioedema localizzato ai rimanenti distretti, la terapia con ACE-inibitori deve essere immediatamente sospesa ed il paziente deve essere trattato appropriatamente e tenuto sotto stretto controllo fino alla completa risoluzione del quadro clinico.
Angioedema intestinale Nei pazienti in trattamento con ACE-inibitori come fosinopril è stato riportato raramente angioedema intestinale.
Questi pazienti si presentavano con dolore addominale (con o senza nausea o vomito).
In alcuni casi non c’era storia pregressa di angioedema del viso e i livelli di esterasi C-1 erano normali.
L’angioedema è stato diagnosticato tramite TAC addominale o ultrasuoni, o con la chirurgia, e i sintomi si sono risolti dopo la sospensione dell’ACE-inibitore.
L’angioedema intestinale deve essere incluso nella diagnosi differenziale di pazienti in trattamento con ACE-inibitori che presentino dolore addominale.
Ipersensibilità/Angioedema L’uso concomitante degli ACE-inibitori e di sacubitril/valsartan è controindicato in considerazione dell’aumento del rischio di angioedema.
Il trattamento con sacubitril/valsartan non deve essere iniziato prima che siano trascorse almeno 36 ore dall’ultima dose di Tensogard.
Il trattamento con Tensogard non deve essere iniziato prima che siano trascorse almeno 36 ore dall’ultima dose di sacubitril/valsartan (vedere paragrafi 4.3 e 4.5).
L’uso concomitante di ACE-inibitori e racecadotril, inibitori di mTOR (come sirolimus, everolimus, temsirolimus) e vildagliptin può determinare un aumento del rischio di angioedema (rigonfiamento delle vie aeree o della lingua, associato o meno a difficoltà respiratorie) (vedere paragrafo 4.5).
Occorre cautela nell’iniziare la terapia con racecadotril, inibitori di mTOR (come sirolimus, everolimus, temsirolimus) e vildagliptin in un paziente che sta già assumendo un ACE-inibitore.
Reazioni anafilattoidi In pazienti in terapia con ACE-inibitori come fosinopril sono state osservate reazioni anafilattoidi durante emodialisi con membrane per dialisi high-flux e durante aferesi delle lipoproteine a bassa densità (LDL) eseguita con colonne al destran-solfato.
Questi pazienti dovranno essere trattati con particolare attenzione, soprattutto nel caso di reazioni analoghe pregresse.
Si raccomanda l’uso di membrane alternative o di altri medicinali antipertensivi.
In due pazienti in trattamento desensibilizzante al veleno di imenotteri (per esempio insetti come api, vespe, ecc.), la contemporanea somministrazione di un altro ACE-inibitore, l’enalapril, ha provocato reazioni anafilattoidi gravi e sostenute.
Pertanto, in questo caso è necessario usare un antipertensivo di diversa classe.
Ipotensione Tensogard (come gli altri ACE-inibitori) può dare luogo ad una risposta ipotensiva marcata, specialmente in occasione della prima dose.
L’ipotensione sintomatica è rara nell’ipertensione non complicata.
L’ipotensione è più probabile in alcune categorie di pazienti a rischio, quali quelli con deplezione salina e/o idrica di qualsiasi eziologia (per esempio intensa terapia diuretica) e in soggetti sottoposti a dialisi renale.
In tali casi è necessario ripristinare l’equilibrio idro-elettrolitico prima di instaurare il trattamento.
In questi pazienti si può manifestare tachicardia.
L’ipotensione da ACE-inibitori è stata riportata, principalmente, nei pazienti affetti da insufficienza cardiaca grave o insufficienza renale.
Pazienti con scompenso cardiaco congestizio In soggetti con scompenso cardiaco congestizio, sia in presenza che in assenza di disfunzione renale, gli ACE-inibitori, incluso Tensogard, possono causare ipotensione eccessiva, talora associata ad iperazotemia od oliguria, sino ad un quadro di insufficienza renale acuta, potenzialmente letale.
In questi soggetti la terapia va instaurata sotto attenta sorveglianza medica, preferibilmente in ambiente ospedaliero.
I pazienti andranno seguiti soprattutto nel corso delle prime 2 settimane di trattamento ed in occasione degli incrementi della posologia.
Inoltre, va presa in considerazione la possibilità di sospendere il trattamento diuretico o ridurre il dosaggio del diuretico in soggetti con pressione arteriosa normale o bassa che siano in trattamento intensivo con diuretici o che evidenzino un quadro di iposodiemia.
Queste cautele si applicano anche ai pazienti affetti da cardiopatia ischemica o disordini cerebrovascolari nei quali un’ipotensione eccessiva può causare infarto del miocardio o un accidente cerebrovascolare.
Nel caso si sviluppi ipotensione porre il paziente in posizione supina e, se necessario, somministrare soluzione fisiologica.
Pazienti con insufficienza cardiaca In pazienti con insufficienza cardiaca, una riduzione della pressione arteriosa non è una condizione di per sé sufficiente ad indurre l’interruzione del trattamento.
Tale riduzione, spesso desiderabile nello scompenso cardiaco, è solitamente maggiore all’inizio del trattamento.
L’effetto tende a stabilizzarsi nelle prime due settimane e a scomparire in seguito con il ritorno ai valori pressori pre-trattamento senza che si riscontri una riduzione dell’efficacia terapeutica.
Duplice blocco del Sistema Renina-Angiotensina-Aldosterone (RAAS) Esiste l’evidenza che l’uso concomitante di ACE-inibitori, antagonisti del recettore dell’angiotensina II o aliskiren aumenta il rischio di ipotensione, iperpotassiemia (iperkaliemia) e riduzione della funzionalità renale (inclusa l’insufficienza renale acuta).
Il duplice blocco del RAAS attraverso l’uso combinato di ACE-inibitori, antagonisti del recettore dell’angiotensina II o aliskiren non è pertanto raccomandato (vedere paragrafi 4.5 e 5.1).
Se la terapia del duplice blocco è considerata assolutamente necessaria, ciò deve avvenire solo sotto la supervisione di uno specialista e con uno stretto e frequente monitoraggio della funzionalità renale, degli elettroliti e della pressione sanguigna.
Pazienti con nefropatia diabetica Gli ACE-inibitori e gli antagonisti del recettore dell’angiotensina II non devono essere usati contemporaneamente in pazienti con nefropatia diabetica.
Gravidanza La terapia con Tensogard e con gli ACE-inibitori in generale non deve essere iniziata durante la gravidanza.
Per le pazienti che stanno pianificando una gravidanza si deve ricorrere a trattamenti antiipertensivi alternativi, con comprovato profilo di sicurezza per l’uso in gravidanza, a meno che non sia considerato essenziale il proseguimento della terapia con un ACE-inibitore.
Quando viene diagnosticata una gravidanza, il trattamento con ACE-inibitori deve essere interrotto immediatamente e, se appropriato, deve essere iniziata una terapia alternativa (vedere paragrafi 4.3 e 4.6).
Morbidità e mortalità fetale/neonatale La somministrazione di ACE-inibitori durante la gravidanza è stata associata a danno o morte del feto.
Pertanto, in caso di gravidanza, Tensogard deve essere immediatamente interrotto.
Ipertensione nefrovascolare Nei pazienti con ipertensione nefrovascolare il rischio di ipotensione grave e di insufficienza renale è aumentato dalla somministrazione degli ACE-inibitori.
Il contemporaneo trattamento con medicinali diuretici può rappresentare un fattore di rischio aggiuntivo.
In questi pazienti l’inizio della terapia con ACE-inibitori e l’incremento posologico dovrebbero essere condotti sotto stretto controllo medico, preferibilmente in ambiente ospedaliero.
I diuretici dovrebbero essere sospesi e la funzione renale monitorizzata durante le prime settimane di terapia.
Alterata funzione renale Nel trattamento con ACE-inibitori, pazienti con preesistente scompenso cardiaco congestizio, ipertensione nefrovascolare (stenosi dell’arteria renale a carico di uno o di entrambi i reni) e intensa deplezione idrica o salina, hanno un rischio aumentato di sviluppare segni di disfunzione renale (aumento di creatinina, azotemia e potassio sierico; proteinuria; alterazioni del volume urinario) che regrediscono tuttavia alla sospensione della terapia.
Aumenti lievi e transitori dell’azotemia e della creatininemia sono possibili occasionalmente anche in pazienti con funzionalità renovascolare apparentemente integra, in particolare se in trattamento contemporaneo con diuretici.
Questa evenienza si verifica più frequentemente in soggetti con pregressa alterazione della funzione renale.
Scompenso cardiaco severo In pazienti con scompenso cardiaco di grado severo, la funzione renale può dipendere dal sistema renina-angiotensina-aldosterone.
In questi pazienti il trattamento con ACE-inibitore può indurre iperazotemia ed oliguria che raramente progrediscono verso un quadro di insufficienza renale acuta, talora fatale.
Pur non essendo descritta tale evenienza con Tensogard, se tali casi dovessero verificarsi è consigliabile la sospensione della eventuale terapia diuretica oppure la riduzione di dosaggio o la sospensione di Tensogard.
Insufficienza epatica Poiché in parte Tensogard viene trasformato nella forma attiva a livello epatico, nei pazienti con insufficienza epatica severa tale conversione può essere rallentata, generando livelli plasmatici di fosinopril elevati.
In tali occasioni è consigliabile osservare la risposta del paziente in funzione della dose adottata.
In uno studio in pazienti con cirrosi alcolica o biliare la clearance totale del fosinopril è risultata diminuita con un’AUC approssimativamente raddoppiata.
In rari casi, gli ACE-inibitori sono stati associati ad una sindrome che esordiva con ittero colestatico e progrediva verso una necrosi epatica fulminante, talora con esito letale.
Il meccanismo di tale quadro clinico non è conosciuto.
Pazienti in trattamento con ACE-inibitori che evidenzino un marcato incremento degli enzimi epatici o ittero devono interrompere il trattamento ed essere opportunamente seguiti dal medico.
Potassio sierico Gli ACE-inibitori possono provocare iperkaliemia poiché inibiscono il rilascio di aldosterone.
Tale effetto non è solitamente significativo nei pazienti con una funzione renale nella norma.
Tuttavia, nei pazienti con una funzione renale compromessa, con insufficienza cardiaca, diabete mellito e/o nei pazienti che assumono integratori di potassio (inclusi sostituti del sale), diuretici risparmiatori del potassio, eparina, trimetoprim o cotrimoxazolo, noto anche come trimetoprim/sulfametoxazolo, e soprattutto antagonisti dell’aldosterone o bloccanti del recettore dell’angiotensina, si può verificare iperkaliemia.
I diuretici risparmiatori del potassio e i bloccanti del recettore dell’angiotensina devono essere usati con cautela nei pazienti in terapia con ACE-inibitori e si devono contestualmente monitorare il potassio sierico e la funzione renale (vedere paragrafo 4.5).
Anestesia/Chirurgia Durante intervento chirurgico o nel corso di anestesia con agenti ipotensivizzanti Tensogard può incrementare la risposta ipotensiva.
Se non è possibile sospendere l’ACE-inibitore è necessario controllare attentamente il volume circolatorio.
Neutropenia/Agranulocitosi Il trattamento con altri ACE-inibitori è stato, in rari casi, associato ad agranulocitosi e depressione midollare, in particolare in pazienti con associata insufficienza renale e/o collagenopatia (per esempio Lupus Sistemico Eritematoso, sclerodermia) o trattamento con medicinali immunosoppressori.
I dati disponibili non sono sufficienti ad escludere che fosinopril provochi agranulocitosi.
È consigliabile eseguire controlli periodici dei globuli bianchi in pazienti con insufficienza renale e/o collagenopatie e questi pazienti devono essere avvertiti di segnalare immediatamente qualsiasi indicazione di infezione (come ad esempio mal di gola, febbre) che può essere segno di neutropenia.
Stenosi aortica/cardiomiopatia ipertrofica Gli ACE-inibitori devono essere usati con cautela nei pazienti con ostruzione del tratto di efflusso del ventricolo sinistro.
Tosse È stata riportata durante il trattamento con ACE-inibitori, incluso Tensogard.
Si tratta tipicamente di tosse non produttiva, persistente, che si risolve in seguito ad interruzione della terapia.
Gli ACE-inibitori vanno considerati nella diagnosi differenziale della tosse.
Pazienti anziani Negli studi clinici, non è stata notata alcuna differenza tra l’efficacia o la sicurezza d’impiego del fosinopril nei pazienti anziani rispetto a quella osservata in quelli più giovani.
Tuttavia, non è possibile escludere una maggiore risposta antipertensiva in alcuni tra i pazienti più anziani.
La valutazione della funzione renale e un attento controllo medico sono raccomandati all’inizio del trattamento.
Popolazione pediatrica Il prodotto non va usato in età pediatrica, poiché finora non vi sono sufficienti esperienze in merito.
Lattosio I pazienti affetti da rari problemi ereditari di intolleranza al galattosio, da deficit totale di lattasi, o da malassorbimento di glucosio-galattosio, non devono assumere questo medicinale.
Sodio Questo medicinale contiene meno di 1 mmol (23 mg) di sodio per compressa, cioè essenzialmente “senza sodio”. Interazioni
- Medicinali che aumentano il rischio di angioedema L’uso concomitante di ACE-inibitori e sacubitril/valsartan è controindicato poiché aumenta il rischio di angioedema (vedere paragrafi 4.3 e 4.4).
L’uso concomitante di ACE-inibitori e racecadotril, inibitori di mTOR (come sirolimus, everolimus, temsirolimus) e vildagliptin può determinare un aumento del rischio di angioedema (vedere paragrafo 4.4).
Diuretici Come con altri ACE-inibitori, una marcata risposta ipotensiva, più frequente nelle prime ore successive alla somministrazione, potrebbe verificarsi con Tensogard, quando il paziente è stato pre-trattato con alte dosi di diuretici o in caso di dieta iposodica o dialisi.
Antiacidi La somministrazione contemporanea di antiacidi (es.
idrossido di alluminio, idrossido di magnesio, simeticone) può ridurre leggermente l’assorbimento intestinale di Tensogard.
Pertanto, se associati, questi andranno somministrati a distanza di 2 ore.
Diuretici risparmiatori di potassio, integratori di potassio o sostituti del sale contenenti potassio Sebbene il potassio sierico si mantenga generalmente nei limiti della norma, in alcuni pazienti trattati con Tensogard si può sviluppare iperkaliemia.
I diuretici risparmiatori del potassio (come spironolattone, triamterene o amiloride), gli integratori di potassio o i sostituti del sale contenenti potassio possono determinare aumenti significativi del potassio sierico.
Occorre esercitare la debita cautela anche nel somministrare Tensogard in concomitanza con altri agenti che aumentano il potassio sierico, come trimetoprim e cotrimoxazolo (trimetoprim/sulfametoxazolo), in quanto è noto che trimetoprim agisce da diuretico risparmiatore del potassio come l’amiloride.
L’associazione di Tensogard con i farmaci sopra citati non è pertanto raccomandata.
Se è indicato l’uso concomitante, occorre esercitare la debita cautela e monitorare frequentemente il potassio sierico.
Ciclosporina Durante l’uso concomitante di ACE-inibitori e ciclosporina si può manifestare iperkaliemia.
Si raccomanda il monitoraggio del potassio sierico.
Eparina Durante l’uso concomitante di ACE-inibitori ed eparina si può manifestare iperkaliemia.
Si raccomanda il monitoraggio del potassio sierico.
Litio Nei pazienti in trattamento contemporaneo con ACE-inibitori e litio sono stati descritti aumenti dei livelli ematici di litio e sintomi di intossicazione da litio.
Pertanto, la contemporanea somministrazione dei due medicinali dovrebbe essere fatta con cautela e i livelli ematici di litio controllati frequentemente.
La contemporanea somministrazione di un diuretico può accrescere la tossicità del litio.
Anestetici Gli ACE-inibitori possono potenziare l’effetto ipotensivo di alcuni anestetici.
Narcotici/antipsicotici La somministrazione concomitante di ACE-inibitori e narcotici/antipsicotici può causare ipotensione ortostatica.
Ipoglicemizzanti La somministrazione contemporanea di ACE-inibitori e medicinali antidiabetici (ipoglicemizzanti orali o insulina) può causare un aumento dell’effetto ipoglicemizzante di questi ultimi, con maggiore rischio di ipoglicemia, soprattutto durante le prime settimane di trattamento combinato ed in pazienti con funzionalità renale compromessa.
Inibitori delle prostaglandine È stato riportato che l’indometacina riduce l’efficacia antipertensiva degli ACE-inibitori, soprattutto in soggetti con ipertensione a bassa renina.
Co-somministrazione con medicinali anti-infiammatori non steroidei (FANS) Quando gli ACE-inibitori sono somministrati simultaneamente con medicinali anti-infiammatori non steroidei (per esempio inibitori selettivi della Cox 2, acido acetil salicilico a partire da 325 mg/die e FANS non selettivi), si può verificare un’attenuazione dell’effetto antipertensivo.
L’uso concomitante di ACE-inibitori e FANS può aumentare il rischio di peggioramento della funzione renale che comprende possibile insufficienza renale acuta ed aumento dei livelli del potassio sierico specialmente in pazienti con pre-esistente compromessa funzione renale.
La combinazione deve essere somministrata con cautela specialmente negli anziani.
I pazienti devono essere adeguatamente idratati e deve esser preso in considerazione il monitoraggio della funzione renale all’inizio della terapia concomitante.
Simpaticomimetici Possono ridurre l’effetto antipertensivo degli ACE-inibitori.
Allopurinolo, agenti citostatici o immunodepressori, corticosteroidi sistemici o procainamide La somministrazione concomitante agli ACE-inibitori può aumentare il rischio di leucopenia.
Inibitori di mTOR (ad es., sirolimus, everolimus, temsirolimus) I pazienti che assumono una terapia con inibitori di mTOR possono essere esposti a un maggiore rischio di angioedema (vedere paragrafo 4.4).
Cotrimossazolo (trimetropim/sulfametossazolo) I pazienti che assumono cotrimossazolo concomitante (trimetropim/sulfametossazolo) possono essere esposti a un maggiore rischio di iperkaliemia (vedere paragrafo 4.4).
Alcool L'assunzione contemporanea di alcool aumenta l’effetto ipotensivo.
Interazione con i test di laboratorio Il fosinopril può interferire con la determinazione dei valori plasmatici di digossina facendo risultare valori inferiori a quelli reali quando determinati con metodiche di assorbimento su carbone attivo come il Digi-Tab.
In alternativa può essere usato il metodo Coat-A-Count, che si basa su anticorpi “COATED-TUBE”.
Inoltre, la terapia con Tensogard va interrotta alcuni giorni prima della valutazione di laboratorio della funzione paratiroidea.
Cibo Questo medicinale e i suoi metaboliti non provocano interazioni con il cibo.
Interazioni con altri medicinali Gli studi d’interazione farmacocinetica in dose singola o multipla con acido acetilsalicilico, clortalidone, nifedipina, propranololo, idroclorotiazide, cimetidina, metoclopramide, propantelina, digossina, warfarin non hanno mostrato modificazioni della biodisponibilità del fosinopril non legato.
Warfarin La biodisponibilità, il legame proteico e l’effetto anticoagulante del warfarin (valutato con il tempo di protrombina) non sono risultati alterati dalla contemporanea somministrazione di Tensogard.
Medicinali che agiscono sul Sistema Renina-Angiotensina-Aldosterone (RAAS) I dati degli studi clinici hanno dimostrato che il duplice blocco del sistema renina-angiotensina-aldosterone (RAAS) attraverso l’uso combinato di ACE-inibitori, antagonisti del recettore dell’angiotensina II o aliskiren, è associato ad una maggiore frequenza di eventi avversi quali ipotensione, iperpotassiemia e riduzione della funzionalità renale (inclusa l’insufficienza renale acuta) rispetto all’uso di un singolo agente attivo sul sistema RAAS (vedere paragrafi 4.3, 4.4 e 5.1). Effetti indesiderati
- L’incidenza di effetti indesiderati è risultata uguale in pazienti giovani e anziani (≥ 65 anni).
Gli effetti indesiderati segnalati più di frequente nel corso di studi clinici controllati con Tensogard nell’ipertensione (durata del trattamento da 2 a 3 mesi) sono di seguito riportati: Effetti indesiderati riportati durante studi clinici su ipertensione.
L’interruzione del trattamento per evento avverso o alterazione di parametri di laboratorio è stata del 3% nel gruppo fosinopril e 1,2% nel gruppo placebo.Infezioni ed infestazioni Infezione virale, infezioni delle vie respiratorie superiori, sinusite, rinite, faringite Patologie del sistema emolinfopoietico Osservate in corso di trattamento con fosinopril: leucopenia, neutropenia, eosinofilia Disturbi del metabolismo e della nutrizione Osservata in corso di trattamento con fosinopril: iperkaliemia Disturbi psichiatrici Umore alterato Patologie del sistema nervoso Cefalea, vertigine, parestesia, disturbo del sonno, disturbo del gusto Patologie dell’occhio Patologia dell’occhio, compromissione della visione Patologie cardiache Palpitazioni, aritmia Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche Tosse Patologie gastrointestinali Nausea e vomito, diarrea, dolore addominale, dispepsia Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo Eruzione cutanea Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo Mialgia, dolore muscoloscheletrico Patologie renali e urinarie Disturbo della minzione Patologie dell’apparato riproduttivo e della mammella Disfunzione sessuale Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione Astenia, dolore toracico, edema periferico, dolore Esami diagnostici Osservate in corso di trattamento con fosinopril: enzima epatico aumentato (transaminasi, latticodeidrogenasi ematica, fosfatasi alcalina ematica, bilirubina ematica)
Altri effetti indesiderati riportati con fosinopril e altri ACE-inibitori sono elencati di seguito:
Eventi indesiderati possibilmente o probabilmente correlati, o con correlazione incerta, alla terapia intervenuti in almeno l’1% dei pazienti trattati con fosinopril in studi clinici controllati verso placebo nell’insufficienza cardiaca sono: - vertigine, - tosse, - ipotensione, - nausea/vomito, - diarrea, - dolore toracico non cardiaco, - ipotensione ortostatica, - palpitazioni, - eruzione cutanea, - astenia, - angina pectoris.Patologie del sistema emolinfopoietico Linfoadenopatia, leucopenia, neutropenia, eosinofilia Disturbi del metabolismo e della nutrizione Gotta, disturbo dell’appetito, fluttuazione del peso, iperkaliemia Disturbi psichiatrici Stato confusionale Patologie del sistema nervoso Disturbo dell’equilibrio, compromissione della memoria, sonnolenza, accidente cerebrovascolare Patologie dell’orecchio e del labirinto Tinnito, dolore all’orecchio Patologie cardiache Arresto cardiaco, angina pectoris, tachicardia Patologie vascolari Infarto, crisi ipertensiva, rossore, vasculopatia periferica, ipotensione (0,1%), ipotensione ortostatica (1,5%) e sincope (0,2%) sono talora state osservate in corso di trattamento con fosinopril.
Nello 0,3% dei casi l’insorgenza di ipotensione e/o sincope hanno determinato l’interruzione del trattamentoPatologie respiratorie, toraciche e mediastiniche Dispnea, broncospasmo, polmonite, congestione del polmone, laringite/disfonia, epistassi In due pazienti è stato osservato un complesso sintomatologico caratterizzato da tosse, broncospasmo ed eosinofilia Patologie gastrointestinali Emorragia gastrointestinale, pancreatite, lingua tumefatta, disfagia, disturbo orale, distensione dell’addome, stipsi, flatulenza, bocca secca Patologie epatobiliari Epatite Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo Prurito, dermatite, orticaria, iperidrosi, ecchimosi Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo Artrite Patologie renali e urinarie Insufficienza renale, prostatismo Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione Astenia, piressia Esami diagnostici transaminasi aumentate, latticodeidrogenasi ematica aumentata, fosfatasi alcalina ematica aumentata e bilirubina ematica aumentata
Altri eventi avversi possibilmente o probabilmente correlati, o con correlazione incerta, alla terapia intervenuti nello 0,4-1,0% dei pazienti trattati (eccezioni in parentesi) con fosinopril in studi clinici controllati verso placebo nell’insufficienza cardiaca sono: Effetti indesiderati riportati durante studi clinici su insufficienza cardiaca.
I seguenti effetti indesiderati sono stati associati alla terapia con ACE-inibitori: - reazione anafilattoide (vedere 4.4), - agranulocitosi, pancitopenia, - ittero colestatico o epatocellulare, - eritema multiforme, sindrome di Stevens-Johnson, necrolisi epidermica tossica, - alopecia, - ileo paralitico e una sindrome che include artralgia/artrite, vasculite, sierosite, mialgia, piressia, eruzione cutanea, o altre manifestazioni dermatologiche, - anticorpi antinucleo positivi, - velocità di sedimentazione degli eritrociti aumentata, - eosinofilia e leucocitosi.Infezioni ed infestazioni Rinite, sinusite, tracheobronchite Disturbi del metabolismo e della nutrizione Gotta, appetito ridotto Disturbi psichiatrici Depressione, umore alterato Patologie del sistema nervoso Infarto cerebrale, attacco ischemico transitorio, parestesia, tremore, disturbo del gusto Patologie dell’occhio Compromissione della visione Patologie dell’orecchio e del labirinto Vertigine Patologie cardiache Arresto cardio-respiratorio, aritmia, disturbo della conduzione Patologie vascolari Shock (0,2%), ipertensione, sincope Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche Dolore pleuritico Patologie gastrointestinali Bocca secca, stipsi, flatulenza Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo Prurito, angioedema (0,2%), iperidrosi Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo Mialgia, debolezza muscolare Patologie renali e urinarie Disturbo delle vie urinarie Patologie dell’apparato riproduttivo e della mammella Disfunzione sessuale Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione Piressia, morte improvvisa, edema periferico Esami diagnostici Peso aumentato
Popolazione pediatrica I dati sulla sicurezza nella popolazione pediatrica trattata con fosinopril sono ancora limitati ed è stata valutata solo un’esposizione a breve termine.
In uno studio clinico randomizzato su 253 bambini e adolescenti, età compresa fra 6 e 16 anni, durante la fase in doppio cieco della durata di 4 settimane, si sono verificati i seguenti eventi avversi: - cefalea (13,9%), - ipotensione (4,8%), - tosse (3,6%), - iperkaliemia (3,6%), - creatinina ematica aumentata (9,2%), - creatinfosfochinasi ematica aumentata (2,9%).
Questi livelli elevati di CK riportati in questo studio sono differenti da quelli riscontrati negli adulti (anche se transitori e senza sintomi clinici).
Gli effetti a lungo termine di fosinopril sulla crescita, sulla pubertà e sullo sviluppo in generale, non sono stati studiati.
Segnalazione delle reazioni avverse sospette La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale.
Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione all’indirizzo https://www.aifa.gov.it/content/segnalazioni-reazioni-avverse. Gravidanza e allattamento
- Gravidanza L’uso degli ACE-inibitori non è raccomandato durante il primo trimestre di gravidanza (vedere paragrafo 4.4).
L’uso degli ACE-inibitori è controindicato durante il secondo e il terzo trimestre di gravidanza (vedere paragrafi 4.3 e 4.4).
L’evidenza epidemiologica sul rischio di teratogenicità a seguito dell’esposizione ad ACE-inibitori durante il primo trimestre di gravidanza non ha dato risultati conclusivi.
Tuttavia, non può essere escluso un piccolo aumento del rischio.
Per le pazienti che stanno pianificando una gravidanza si deve ricorrere a trattamenti anti-ipertensivi alternativi, con comprovato profilo di sicurezza per l’uso in gravidanza, a meno che non sia considerato essenziale il proseguimento della terapia con un ACE-inibitore.
Quando viene diagnosticata una gravidanza, il trattamento con ACE-inibitori deve essere immediatamente interrotto e, se appropriato, si deve iniziare una terapia alternativa.
È noto che nella donna l’esposizione ad ACE-inibitori durante il secondo ed il terzo trimestre induce tossicità fetale (ridotta funzionalità renale, oligoidramnios, ritardo nell’ossificazione del cranio) e tossicità neonatale (insufficienza renale, ipotensione, iperkaliemia) (vedere paragrafo 5.3).
Se dovesse verificarsi un’esposizione ad un ACE-inibitore dal secondo trimestre di gravidanza, si raccomanda un controllo ecografico della funzionalità renale e del cranio.
I neonati le cui madri abbiano assunto ACE-inibitori devono essere attentamente seguiti per quanto riguarda l’ipotensione (vedere paragrafi 4.3 e 4.4).
Morbidità e mortalità fetale/neonatale La somministrazione di ACE-inibitori durante la gravidanza è stata associata a danno o morte del feto.
Pertanto, in caso di gravidanza, Tensogard deve essere immediatamente interrotto.
L’uso degli ACE-inibitori è controindicato nel secondo e terzo trimestre di gravidanza.
L’esposizione fetale agli ACE-inibitori durante il secondo e terzo trimestre è stata associata a danno fetale e neonatale, incluse ipotensione, ipoplasia neonatale del cranio, anuria, insufficienza renale reversibile o irreversibile e morte.
Come risultato di ipofunzione renale del feto sono stati descritti casi di oligoidramnios e, in associazione a questa condizione contratture degli arti, deformità craniofacciali, sviluppo polmonare ipoplastico, ritardato sviluppo intrauterino e pervietà del dotto arterioso.
Più recentemente, sono state riportate, a seguito di esposizione limitata al primo trimestre di gravidanza, prematurità, pervietà del dotto arterioso ed altre malformazioni cardiache strutturali, come pure malformazioni neurologiche.
In caso di gravidanza accertata, il medico deve, appena possibile, far interrompere la terapia con Tensogard.
Raramente si presentano casi in cui non è possibile trovare alternative alla terapia con ACE-inibitori.
In questi rari casi le madri devono essere informate dei rischi potenziali per il feto e devono essere effettuate ripetute ecografie per valutare le condizioni del liquido amniotico.
In caso di oligoidramnios, il trattamento con Tensogard deve essere interrotto salvo che non sia considerato salva-vita per la madre.
A seconda della settimana di gestazione, possono essere utili le seguenti prove: test di stimolazione con l’ossitocina (CST: contraction stress testing), monitoraggio cardio-tocografico in condizioni normali (NST: non-stress test) e profilo biofisico (BPP: biophysical profiling).
Tuttavia, pazienti e medici devono essere consapevoli che l’oligoidramnios può non essere evidente fino a quando il feto ha ormai subito danni irreversibili.
Ipotensione, oliguria e iperpotassiemia devono essere attentamente osservati nei bambini esposti ad ACE-inibitori durante la gestazione.
In caso di oliguria, è necessario osservare attentamente la pressione arteriosa e la perfusione renale.
Ex-sanguinotrasfusione (trasfusione sostitutiva) o dialisi potrebbero essere necessarie come mezzi per contrastare l’ipotensione e/o come sostituti per i disordini della funzionalità renale.
Negli adulti fosinopril è scarsamente dializzabile attraverso emodialisi e dialisi peritoneale.
Non ci sono esperienze con procedure atte a rimuovere fosinopril dalla circolazione neonatale.
Allattamento Gli ACE-inibitori possono essere escreti nel latte materno e il loro effetto sul lattante non è stato determinato.
Poiché non sono disponibili dati riguardanti l’uso di Tensogard durante l’allattamento, questo medicinale non è raccomandato e sono da preferire trattamenti alternativi con comprovato profilo di sicurezza per l’uso durante l’allattamento, specialmente in caso di allattamento di neonati o prematuri. Conservazione
- Non conservare a temperatura superiore a 25°C.
Conservare nella confezione originale per proteggere il medicinale dall’umidità.
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Segnalazione degli effetti indesiderati
Se dovesse manifestarsi un qualsiasi effetto indesiderato, compresi quelli non elencati in questo foglio, è doveroso rivolgersi al proprio medico, ad uno specialista e/o al farmacista. La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Gli effetti indesiderati possono essere segnalati direttamente tramite il sistema nazionale di segnalazione all'indirizzo www.agenziafarmaco.it/it/responsabili. Segnalando gli effetti indesiderati si può contribuire a fornire maggiori informazioni sulla sicurezza di questo medicinale.