TARCEVA 30CPR RIV 100MG
2.466,59 €
Prezzo indicativo
Data ultimo aggiornamento: 01/12/2015
Carcinoma Polmonare Non a Piccole Cellule (Non-Small Cell Lung Cancer, NSCLC) Tarceva è indicato nel trattamento di prima linea dei pazienti con carcinoma polmonare non a piccole cellule (NSCLC) localmente avanzato o metastatico con mutazioni attivanti del recettore del fattore di crescita dell'epidermide (Epidermal Growth Factor Receptor, EGFR). Tarceva è indicato anche come trattamento di mantenimento sequenziale (switch maintenance) in pazienti con NSCLC localmente avanzato o metastatico con mutazioni attivanti dell’EGFR e malattia stabile dopo una prima linea di chemioterapia. Tarceva è indicato anche nel trattamento di pazienti affetti da NSCLC localmente avanzato o metastatico, dopo fallimento di almeno un precedente regime chemioterapico. Nei pazienti con tumori senza mutazioni attivanti dell’EGFR, Tarceva è indicato quando altre opzioni di trattamento non sono considerate idonee. Nel prescrivere Tarceva, devono essere tenuti in considerazione i fattori associati ad un aumento della sopravvivenza. Il trattamento non ha dimostrato vantaggi in termini di sopravvivenza o altri effetti clinicamente rilevanti in pazienti con tumori EGFR-negativi all'analisi immunoistochimica (vedere paragrafo 5.1). Carcinoma pancreatico Tarceva in associazione con gemcitabina è indicato nel trattamento di pazienti affetti da carcinoma pancreatico metastatico. Nel prescrivere Tarceva, devono essere tenuti in considerazione i fattori associati ad un aumento della sopravvivenza (vedere paragrafi 4.2 e 5.1). Non è stato dimostrato alcun vantaggio in termini di sopravvivenza per i pazienti con malattia localmente avanzata.
Tarceva 25 mg compresse rivestite con film Ogni compressa rivestita con film contiene 25 mg di erlotinib (come erlotinib cloridrato). Tarceva 100 mg compresse rivestite con film Ogni compressa rivestita con film contiene 100 mg di erlotinib (come erlotinib cloridrato). Tarceva 150 mg compresse rivestite con film Ogni compressa rivestita con film contiene 150 mg di erlotinib (come erlotinib cloridrato). Eccipienti con effetti noti Tarceva 25 mg compresse rivestite con film Ogni compressa rivestita con film da 25 mg contiene 27,43 mg di lattosio monoidrato. Tarceva 100 mg compresse rivestite con film Ogni compressa rivestita con film da 100 mg contiene 69,21 mg di lattosio monoidrato. Tarceva 150 mg compresse rivestite con film Ogni compressa rivestita con film da 150 mg contiene 103,82 mg di lattosio monoidrato. Per l’elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1.
Controindicazioni
- Ipersensibilità a erlotinib o ad uno qualsiasi degli eccipienti elencati nel paragrafo 6.1.
Posologia
- Il trattamento con Tarceva deve essere effettuato sotto la supervisione di un medico esperto nell’impiego di terapie antineoplastiche.
Pazienti con NSCLC Il test della mutazione dell’EGFR deve essere effettuato in conformità con le indicazioni approvate (vedere paragrafo 4.1).
La dose giornaliera raccomandata di Tarceva è di 150 mg da assumere almeno un’ora prima o due ore dopo l’assunzione di cibo.
Pazienti con carcinoma pancreatico La dose giornaliera raccomandata di Tarceva è di 100 mg da assumere almeno un’ora prima o due ore dopo l’assunzione di cibo, in associazione con gemcitabina (vedere il Riassunto delle Caratteristiche del Prodotto di gemcitabina nell'indicazione del carcinoma pancreatico).
In pazienti in cui non si sviluppa un’eruzione cutanea nelle prime 4-8 settimane di terapia deve essere rivalutato se continuare il trattamento con Tarceva (vedere paragrafo 5.1).
Qualora fosse necessario modificare la dose, deve essere ridotta di 50 mg per volta (vedere paragrafo 4.4).
Tarceva è disponibile nei dosaggi da 25 mg, 100 mg e 150 mg.
L’uso concomitante di substrati e modulatori del CYP3A4 può rendere necessaria una modifica della posologia (vedere paragrafo 4.5).
Compromissione epatica L’eliminazione di erlotinib avviene attraverso il metabolismo epatico e l’escrezione biliare.
Sebbene l’esposizione a erlotinib sia risultata simile in pazienti con funzione epatica moderatamente compromessa (punteggio di Child-Pugh di 7-9) e in pazienti con funzione epatica adeguata, si deve procedere con cautela nel somministrare Tarceva a pazienti con compromissione epatica.
Se si verificano reazioni avverse severe, si deve considerare una riduzione del dosaggio o l’interruzione del trattamento con Tarceva.
La sicurezza e l’efficacia di erlotinib non sono state studiate in pazienti con disfunzione epatica severa (AST/SGOT e ALT/SGPT > 5 volte il limite superiore del valore normale).
Non è raccomandato l’impiego di Tarceva in pazienti affetti da disfunzione epatica severa (vedere paragrafo 5.2).
Compromissione renale La sicurezza e l’efficacia di erlotinib non sono state studiate in pazienti con compromissione renale (creatininemia >1,5 volte il limite superiore del valore normale).
Sulla base dei dati di farmacocinetica, nei pazienti con compromissione renale lieve o moderata non è necessario modificare la posologia (vedere paragrafo 5.2).
Non è raccomandato l’impiego di Tarceva in pazienti affetti da compromissione renale severa.
Popolazione pediatrica La sicurezza e l’efficacia di erlotinib nelle indicazioni approvate non sono state stabilite in pazienti di età inferiore a 18 anni.
Non è raccomandato l’impiego di Tarceva in pazienti pediatrici.
Fumatori È stato dimostrato che il fumo di sigaretta riduce l’esposizione a erlotinib del 50-60%.
La dose massima tollerata di Tarceva nei pazienti con NSCLC che attualmente fumano sigarette è risultata pari a 300 mg.
Nei pazienti che continuano a fumare sigarette, la dose da 300 mg non ha evidenziato alcun miglioramento dell’efficacia nel trattamento di seconda linea dopo fallimento della chemioterapia rispetto alla dose raccomandata da 150 mg.
I dati sulla sicurezza sono risultati comparabili tra le dosi da 300 mg e 150 mg; tuttavia, vi è stato un aumento numerico dell'incidenza di eruzione cutanea, malattia polmonare interstiziale e diarrea, nei pazienti che hanno ricevuto la dose più alta di erlotinib.
Ai fumatori attuali deve essere raccomandato di smettere di fumare (vedere paragrafi 4.4, 4.5, 5.1 e 5.2). Avvertenze e precauzioni
- Valutazione dello stato di mutazione dell’EGFR Quando si considera l’utilizzo di Tarceva come trattamento di prima linea o di mantenimento per il NSCLC localmente avanzato o metastatico, è importante stabilire lo stato di mutazione dell’EGFR del paziente.
In accordo alla pratica clinica locale, occorre eseguire un test convalidato, solido, affidabile e sensibile con una soglia di positività prespecificata e con utilità dimostrata per la determinazione dello stato di mutazione dell’EGFR, da effettuare sul DNA tumorale ricavato da un campione di tessuto oppure sul DNA libero circolante (cfDNA) ottenuto da un campione di sangue (plasma).
Se viene utilizzato un test del cfDNA basato sul plasma e l’esito risulta negativo per mutazioni attivanti, è necessario svolgere il prima possibile un’analisi sul campione di tessuto, in quanto con i test basati sul plasma sussiste la possibilità di ottenere risultati falsi negativi.
Fumatori Ai fumatori deve essere raccomandato di smettere di fumare, perchè le concentrazioni plasmatiche di erlotinib sono ridotte nei fumatori rispetto a quelle dei non fumatori.
Il grado di riduzione può essere clinicamente significativo (vedere paragrafi 4.2, 4.5, 5.1 e 5.2).
Malattia polmonare interstiziale (Interstitial Lung Disease, ILD) Non comunemente, sono stati segnalati casi di eventi ILD- simili, anche fatali, nei pazienti che assumevano Tarceva per il trattamento del NSCLC, del carcinoma pancreatico o di altri tumori solidi in fase avanzata.
Nello studio registrativo BR.21 nel NSCLC, l’incidenza di ILD (0,8%) è risultata identica nel gruppo placebo e nel gruppo Tarceva.
In una meta-analisi di studi clinici controllati randomizzati per il trattamento del NSCLC (esclusi gli studi di fase I e di fase II a singolo braccio per mancanza di gruppi di controllo), l’incidenza degli eventi ILD-simili è stata dello 0,9% con Tarceva rispetto allo 0,4% nei pazienti nei bracci di controllo.
Nello studio sul carcinoma pancreatico in associazione con gemcitabina, l'incidenza degli eventi ILD-simili è stata del 2,5% nel gruppo trattato con Tarceva e gemcitabina rispetto allo 0,4% nel gruppo trattato con placebo e gemcitabina.
Tra le diagnosi riportate nei pazienti sospettati di avere eventi ILD-simili sono comparse la polmonite, la polmonite da radiazioni, la polmonite da ipersensibilità, la polmonite interstiziale, la malattia polmonare interstiziale, la bronchiolite obliterante, la fibrosi polmonare, la sindrome da distress respiratorio acuto, l’alveolite e l’infiltrazione polmonare.
I sintomi sono comparsi da pochi giorni a diversi mesi dopo l'inizio della terapia con Tarceva.
Frequente è risultata la presenza di fattori di confondimento o concorrenti, quali la chemioterapia concomitante o precedente, la precedente radioterapia, la preesistente pneumopatia parenchimale, le metastasi o le infezioni polmonari.
Una più alta incidenza di ILD (il 5% circa con un tasso di mortalità dell’1,5%) è stata osservata tra i pazienti arruolati negli studi condotti in Giappone.
Nei pazienti che sviluppano insorgenza acuta di sintomi polmonari inspiegati nuovi e/o progressivi, quali dispnea, tosse e febbre, la somministrazione di Tarceva deve essere interrotta in attesa della valutazione diagnostica.
Pazienti trattati contemporaneamente con erlotinib e gemcitabina devono essere monitorati attentamente per la possibilità di sviluppare tossicità ILD-simile.
In caso di diagnosi di ILD, occorre sospendere Tarceva e intraprendere un trattamento adeguato secondo necessità (vedere paragrafo 4.8).
Diarrea, disidratazione, sbilanciamento degli elettroliti ed insufficienza renale Nel 50% circa dei pazienti trattati con Tarceva si è manifestata diarrea (inclusi casi molto rari ad esito fatale); la diarrea di intensità moderata o severa deve essere trattata, ad esempio con loperamide.
In alcuni casi può essere necessario ridurre la dose.
Negli studi clinici le dosi sono state ridotte di 50 mg per volta.
Le riduzioni di dose di 25 mg per volta non sono state studiate.
In caso di diarrea severa o persistente, nausea, anoressia o vomito associato a disidratazione, la somministrazione di Tarceva deve essere interrotta e devono essere adottate misure adeguate per il trattamento della disidratazione (vedere paragrafo 4.8).
Sono stati riportati rari casi di ipopotassemia ed insufficienza renale (inclusi casi ad esito fatale).
Alcuni casi erano secondari a disidratazione severa causata da diarrea, vomito e/o anoressia, mentre altri erano dovuti alla chemioterapia concomitante.
Nei casi di diarrea più severa o persistente, o che porti a disidratazione, particolarmente nei gruppi di pazienti con fattori di rischio aggravanti (in particolare in concomitanza con un trattamento chemioterapico e altri farmaci, sintomi o patologie o altre condizioni predisponenti, inclusa l’età avanzata) la somministrazione di Tarceva deve essere interrotta e devono essere adottate misure adeguate per la reidratazione intensiva del paziente per via endovenosa.
Inoltre, la funzione renale e gli elettroliti sierici, incluso il potassio, devono essere monitorati nei pazienti a rischio di disidratazione.
Epatotossicità Sono stati riportati gravi casi di danno epatico indotto da farmaci (Drug Induced Liver Injury - DILI) tra cui epatite, epatite acuta ed insufficienza epatica (inclusi casi fatali) in corso di trattamento con Tarceva.
Una patologia epatica pre-esistente o la co-somministrazione di farmaci epatotossici possono esser considerati fattori di rischio.
Durante il trattamento con Tarceva si raccomanda di effettuare test periodici della funzionalità epatica.
La frequenza di monitoraggio della funzionalità epatica deve essere aumentata nei pazienti con compromissione epatica preesistente od ostruzione biliare.
Devono essere eseguiti una valutazione clinica immediata e l’esecuzione dei test di funzionalità epatica in pazienti che riferiscono sintomi che possono indicare danno epatico.
La somministrazione di Tarceva deve essere interrotta se le alterazioni della funzionalità epatica sono severe (vedere paragrafo 4.8).
L’uso di Tarceva non è raccomandato in pazienti con disfunzione epatica severa.
Perforazione gastrointestinale Nei pazienti che assumono Tarceva aumenta il rischio di sviluppare una perforazione gastrointestinale, evento osservato con frequenza non comune (inclusi alcuni casi ad esito fatale).
Il rischio è più elevato nei pazienti che assumono in concomitanza agenti antiangiogenici, corticosteroidi, FANS, e/o chemioterapia a base di taxani, o con precedenti anamnestici di ulcera peptica o malattia diverticolare.
Il trattamento con Tarceva deve essere definitivamente interrotto nei pazienti che sviluppano una perforazione gastrointestinale (vedere paragrafo 4.8).
Disturbi cutanei di tipo bolloso, esfoliativo Sono stati riportati disturbi cutanei di tipo bolloso, vescicolare ed esfoliativo, compresi casi molto rari indicativi della sindrome di Stevens-Johnson/necrolisi epidermica tossica, che in alcuni casi sono stati fatali (vedere paragrafo 4.8).
Il trattamento con Tarceva deve essere interrotto o sospeso se il paziente sviluppa disturbi severi di tipo bolloso, vescicolare o esfoliativo.
I pazienti con alterazioni cutanee di tipo bolloso ed esfoliativo devono essere valutati per la presenza di infezioni cutanee e trattati in accordo alle linee guida locali.
Patologie oculari I pazienti che presentano segni o sintomi suggestivi di cheratite come un’infiammazione acuta degli occhi o un peggioramento della stessa, lacrimazione, fotofobia, vista offuscata, dolore all’occhio e/o occhio rosso, devono essere riferiti prontamente ad uno specialista in oftalmologia.
Se viene confermata una diagnosi di cheratite ulcerativa, il trattamento con Tarceva deve essere interrotto o sospeso.
Se viene diagnosticata una cheratite, dovranno essere considerati attentamente i benefici ed i rischi di continuare il trattamento.
Tarceva deve essere utilizzato con cautela in pazienti con una storia di cheratite, cheratite ulcerativa o occhio secco severo.
L’utilizzo di lenti a contatto è anch’esso un fattore di rischio per cheratite ed ulcerazione.
Sono stati riportati casi molto rari di perforazione o ulcerazione della cornea durante l'uso di Tarceva.
(vedere paragrafo 4.8).
Interazioni con altri medicinali Gli induttori potenti del CYP3A4 possono ridurre l’efficacia di erlotinib mentre gli inibitori potenti del CYP3A4 possono portare ad un aumento della tossicità.
Il trattamento concomitante con questo tipo di sostanze deve essere evitato (vedere paragrafo 4.5).
Altre forme d’interazione Erlotinib è caratterizzato da una diminuzione di solubilità a valori di pH superiori a 5.
Medicinali che alterano il pH del tratto gastro-intestinale superiore, come gli inibitori della pompa protonica, gli antagonisti H2 e gli antiacidi, possono alterare la solubilità di erlotinib e quindi la sua biodisponibilità.
Aumentare la dose di Tarceva, quando somministrato in concomitanza con questi medicinali, può non compensare la riduzione di esposizione.
L’associazione di erlotinib con inibitori della pompa protonica deve essere evitata.
Gli effetti della somministrazione concomitante di erlotinib con antagonisti H2 ed antiacidi non sono noti, tuttavia, è probabile che vi sia una ridotta biodisponibilità.
Pertanto deve essere evitata la somministrazione concomitante di queste associazioni (vedere paragrafo 4.5).
Se si considera necessario l’uso di antiacidi in corso di terapia con Tarceva, questi devono essere assunti almeno 4 ore prima o 2 ore dopo la somministrazione giornaliera della dose di Tarceva.
Eccipienti con effetto noto Le compresse contengono lattosio.
I pazienti affetti da rari problemi ereditari di intolleranza al galattosio, da deficit totale di lattasi, o da malassorbimento di glucosiogalattosio, non devono assumere questo medicinale.
Questo medicinale contiene meno di 1 mmol (meno di 23 mg) di sodio per compressa, cioè Tarceva è essenzialmente ‘senza sodio’. Interazioni
- Sono stati effettuati studi di interazione solo negli adulti.
Erlotinib ed altri substrati del CYP Erlotinib è un inibitore potente del CYP1A1 e un inibitore moderato del CYP3A4 e del CYP2C8, nonché un forte inibitore della glucuronazione in vitro da parte dell’UGT1A1.
A causa dell’espressione molto ridotta del CYP1A1 nei tessuti umani, non è nota la rilevanza fisiologica della forte inibizione del CYP1A1.
Quando erlotinib è stato somministrato in associazione con ciprofloxacina, un inbitore moderato del CYP1A2, l’esposizione a erlotinib [AUC] è aumentata significativamente del 39%, mentre non è stata osservata alcuna variazione statisticamente significativa a livello della Cmax. In modo analogo l’esposizione al metabolita attivo è aumentata del 60% e del 48% circa per l’AUC e la Cmax, rispettivamente.
La rilevanza clinica di questo incremento non è stata determinata.
Si deve procedere con cautela nel somministrare ciprofloxacina o potenti inibitori del CYP1A2 (ad es.
fluvoxamina) in associazione con erlotinib.
In caso si osservino reazioni avverse correlate ad erlotinib, il dosaggio di erlotinib può essere ridotto.
Il pre-trattamento o la co-somministrazione di Tarceva non hanno modificato la clearance dei substrati prototipici del CYP3A4, quali midazolam ed eritromicina, ma sembravano ridurre la biodisponibilità orale di midazolam fino al 24%.
In un altro studio clinico, erlotinib non ha modificato la farmacocinetica del substrato del CYP3A4/2C8 paclitaxel somministrato in concomitanza.
Pertanto sono improbabili interazioni significative con la clearance di altri substrati del CYP3A4.
L’inibizione della glucuronazione può provocare interazioni con i medicinali che sono substrati dell’UGT1A1 e la cui clearance avviene esclusivamente attraverso questa via.
I pazienti con ridotti livelli di espressione dell’UGT1A1 o con alterazioni genetiche della glucuronazione (ad esempio la malattia di Gilbert) possono presentare un aumento delle concentrazioni sieriche di bilirubina e devono essere trattati con cautela.
Nell’uomo erlotinib viene metabolizzato nel fegato dai citocromi epatici, soprattutto dal CYP3A4 e in misura minore dal CYP1A2.
Anche il metabolismo extraepatico, mediato dal CYP3A4 nell’intestino, dal CYP1A1 nel polmone e dal CYP1B1 nel tessuto tumorale, fornisce un potenziale contributo alla clearance metabolica di erlotinib.
Sono possibili interazioni con i principi attivi che vengono metabolizzati da questi enzimi o che sono inibitori o induttori di tali enzimi.
Gli inibitori potenti dell’attività del CYP3A4 riducono il metabolismo di erlotinib e fanno aumentare le concentrazioni plasmatiche di erlotinib.
In uno studio clinico, l’uso concomitante di erlotinib e ketoconazolo (200 mg orali due volte al giorno per 5 giorni), un inibitore potente del CYP3A4, ha determinato un aumento dell’esposizione a erlotinib (86% dell’AUC e 69% della Cmax).
Pertanto si deve procedere con cautela nel somministrare erlotinib in associazione a un potente inibitore del CYP3A4, come gli antifungini azolici (ad esempio ketoconazolo, itraconazolo, voriconazolo), gli inibitori della proteasi, eritromicina o claritromicina.
Se necessario, occorre ridurre la dose di erlotinib, soprattutto in presenza di tossicità.
Gli induttori potenti dell’attività del CYP3A4 aumentano il metabolismo di erlotinib e riducono significativamente le concentrazioni plasmatiche di erlotinib.
In uno studio clinico, l’uso concomitante di erlotinib e rifampicina (600 mg/die orali per 7 giorni), un induttore potente del CYP3A4, ha determinato una riduzione del 69% della mediana dell’AUC di erlotinib.
La co-somministrazione di rifampicina e di una singola dose di Tarceva da 450 mg ha determinato un’esposizione media di erlotinib (AUC) pari al 57,5% rispetto a quella ottenuta dopo somministrazione di una dose singola di 150 mg di Tarceva, in assenza del trattamento con rifampicina.
Deve essere pertanto evitata la cosomministrazione di Tarceva con induttori del CYP3A4.
Per i pazienti che necessitano un trattamento concomitante con Tarceva ed un induttore potente del CYP3A4, come rifampicina, deve essere considerato un aumento della dose a 300 mg, con monitoraggio rigoroso della sicurezza (che includa la funzionalità renale ed epatica e gli elettroliti sierici) e, se ben tollerato per più di 2 settimane, può essere preso in considerazione un ulteriore aumento della dose a 450 mg con un monitoraggio rigoroso della sicurezza.
Una riduzione dell’esposizione può verificarsi anche con altri induttori come fenitoina, carbamazepina, i barbiturici o l’erba di San Giovanni (Hypericum perforatum).
Si deve procedere con cautela quando questi principi attivi sono associati a erlotinib.
Quando possibile, devono essere presi in considerazione trattamenti alternativi privi di una potente attività induttiva sul CYP3A4.
Erlotinib ed anticoagulanti derivati cumarinici In pazienti che hanno ricevuto Tarceva sono stati riportati casi di interazione con anticoagulanti derivati cumarinici, incluso warfarin, che hanno determinato un incremento dell’INR (Rapporto Normalizzato Internazionale) e di eventi emorragici, che in alcuni casi sono stati fatali.
I pazienti che assumono anticoagulanti derivati cumarinici devono essere monitorati regolarmente in termini di qualsiasi modificazione del tempo di protrombina o dell’INR.
Erlotinib e statine La associazione di Tarceva e di una statina può aumentare il rischio di una miopatia indotta da statina, inclusa la rabdomiolisi, che è stata osservata raramente.
Erlotinib e fumatori I risultati di uno studio di interazione farmacocinetica hanno evidenziato, dopo somministrazione di Tarceva, una riduzione significativa di 2,8 volte, di 1,5 volte e di 9 volte rispettivamente dell’AUCinf, della Cmax e della concentrazione plasmatica a 24 ore nei fumatori, rispetto ai non fumatori.
Pertanto, i pazienti che ancora fumano devono essere incoraggiati a smettere di fumare il prima possibile, prima dell’inizio della terapia con Tarceva, altrimenti le concentrazioni plasmatiche di erlotinib vengono ridotte.
Sulla base dei dati dello studio CURRENTS, non è stata osservata alcuna evidenza a dimostrazione del beneficio di una dose maggiore di erlotinib di 300 mg rispetto alla dose raccomandata di 150 mg nei fumatori attivi.
I dati sulla sicurezza sono risultati comparabili tra le dosi da 300 mg e 150 mg; tuttavia, vi è stato un aumento numerico dell'incidenza di eruzione cutanea, malattia polmonare interstiziale e diarrea, nei pazienti che hanno ricevuto la dose più elevata di erlotinib.
(vedere paragrafi 4.2, 4.4, 5.1 e 5.2).
Erlotinib ed inibitori della glicoproteina P Erlotinib è un substrato della glicoproteina P, trasportatore del principio attivo.
La co-somministrazione di inibitori della glicoproteina P, ad esempio ciclosporina e verapamil, può portare a una alterata distribuzione e/o alterata eliminazione di erlotinib.
Le conseguenze di tale interazione, ad esempio la tossicità a carico del sistema nervoso centrale, non sono state accertate.
Si deve procedere con cautela in tali situazioni.
Erlotinib ed i medicinali che alterano il pH Erlotinib è caratterizzato da una diminuzione di solubilità a valori di pH superiori a 5.
I medicinali che alterano il pH del tratto gastro-intestinale superiore possono alterare la solubilità di erlotinib e di conseguenza la sua biodisponibilità.
La co-somministrazione di erlotinib con omeprazolo, un inibitore di pompa protonica (PPI), ha diminuito l’esposizione a erlotinib (AUC) e la Cmax rispettivamente del 46% e del 61%.
Non è stato rilevato alcun cambiamento del Tmax o dell’emivita.
La somministrazione concomitante di Tarceva con 300 mg di ranitidina, un antagonista del recettore H2, ha ridotto l’esposizione a erlotinib (AUC) e la Cmax rispettivamente del 33% e del 54%.
Aumentare la dose di Tarceva, quando somministrato in concomitanza con questi farmaci, può non compensare la riduzione di esposizione.
Tuttavia, somministrando Tarceva in modo sfalsato, 2 ore prima o 10 ore dopo 150 mg di ranitidina bis in die, l’esposizione a erlotinib (AUC) e la Cmax si sono ridotte solo del 15% e del 17%, rispettivamente.
L’effetto degli antiacidi sull’assorbimento di erlotinib non è stato indagato ma l’assorbimento può essere alterato, determinando livelli plasmatici inferiori.
Riassumendo, l’associazione di erlotinib con inibitori della pompa protonica deve essere evitata.
Se si considera necessario l’uso di antiacidi in corso di terapia con Tarceva, questi devono essere assunti almeno 4 ore prima o 2 ore dopo la somministrazione giornaliera della dose di Tarceva.
Se si prende in considerazione l’impiego della ranitidina, i due farmaci devono essere somministrati in modo sfalsato: Tarceva deve essere assunto almeno 2 ore prima o 10 ore dopo la somministrazione di ranitidina.
Erlotinib e Gemcitabina In uno studio di fase Ib, non sono stati osservati effetti significativi di gemcitabina sulla farmacocinetica di erlotinib, né effetti significativi di erlotinib sulla farmacocinetica di gemcitabina.
Erlotinib e Carboplatino/Paclitaxel Erlotinib aumenta le concentrazioni del platino.
In uno studio clinico l’uso concomitante di erlotinib con carboplatino e paclitaxel ha determinato un aumento dell’AUC0-48 del platino totale del 10,6%.
Anche se questo incremento è statisticamente significativo, l’entità di questa differenza non è considerata clinicamente rilevante.
Nella pratica clinica possono esserci altri co-fattori che determinano un aumento dell’esposizione a carboplatino, come la compromissione renale.
Non sono stati osservati effetti significativi di carboplatino o paclitaxel sulla farmacocinetica di erlotinib.
Erlotinib e Capecitabina La capecitabina può aumentare le concentrazioni di erlotinib.
Quando erlotinib è stato somministrato in associazione a capecitabina è stato rilevato un aumento statisticamente significativo dell’AUC di erlotinib ed un aumento poco rilevante della Cmax se confrontati con i valori osservati in un altro studio nel quale erlotinib era stato somministrato da solo.
Non vi sono stati effetti significativi di erlotinib sulla farmacocinetica di capecitabina.
Erlotinib e gli inibitori del proteasoma In relazione al meccanismo d’azione, gli inibitori del proteasoma incluso bortezomib possono influenzare l’attività di inibitori di EGFR incluso erlotinib.
Quest’influenza è supportata da una limitata disponibilità di dati clinici e preclinici che evidenziano la degradazione di EGFR attraverso il proteasoma. Effetti indesiderati
- Riassunto del profilo di sicurezza La valutazione della sicurezza di Tarceva si basa sui dati relativi a oltre 1 500 pazienti trattati con almeno una dose di Tarceva da 150 mg in monoterapia e a più di 300 pazienti trattati con Tarceva 100 o 150 mg in associazione a gemcitabina.
Carcinoma polmonare non a piccole cellule (NSCLC)(Tarceva somministrato in monoterapia) Trattamento di prima linea di pazienti con mutazioni dell’EGFR In uno studio di fase III randomizzato e in aperto (ML20650), condotto su 154 pazienti, la sicurezza di Tarceva per il trattamento di prima linea di pazienti affetti da NSCLC con mutazioni attivanti dell’EGFR è stata valutata in 75 pazienti.
Le reazioni avverse (ADR) più frequenti osservate nei pazienti trattati con Tarceva nello studio ML20650 sono state eruzione cutanea e diarrea, perlopiù di intensità di grado 1/2 e gestibili senza interventi.
Il grado completo e le informazioni sull’incidenza di eruzione e diarrea per tutti gli studi clinici sono disponibili nella sezione 'Descrizione delle reazioni avverse selezionate' in basso.
Trattamento di mantenimento In altri due studi di fase III randomizzati, in doppio cieco e controllati con placebo (BO18192 [SATURN] e BO25460 [IUNO]), Tarceva è stato somministrato come trattamento di mantenimento dopo una prima linea chemioterapica.
Questi studi sono stati condotti su un totale di 1 532 pazienti affetti da NSCLC avanzato, recidivante o metastatico dopo chemioterapia standard di prima linea a base di platino.
Le ADR più frequenti osservate nei pazienti trattati con Tarceva negli studi BO18192 e BO25460 sono state eruzione cutanea e diarrea.
Trattamento di seconda linea e linee successive In uno studio randomizzato in doppio cieco (BR.21; Tarceva somministrato come terapia di seconda linea), le reazioni avverse al farmaco segnalate più comunemente sono state eruzione cutanea e diarrea, nella maggior parte dei casi di intensità pari al grado 1/2 e gestibili senza alcun intervento.
Il tempo mediano di comparsa dell’eruzione cutanea è stato di 8 giorni e quello di comparsa della diarrea di 12 giorni.
Carcinoma pancreatico (Tarceva somministrato in concomitanza con gemcitabina) Le reazioni avverse più comuni nello studio registrativo PA.3 nei pazienti affetti da carcinoma pancreatico trattati con Tarceva 100 mg più gemcitabina sono state stanchezza, eruzione cutanea e diarrea.
Il tempo mediano alla comparsa di eruzione cutanea e diarrea è stato rispettivamente di 10 e 15 giorni.
Tabella delle reazioni avverse L'incidenza delle reazioni avverse da farmaco(ADR) di Tarceva da solo o in associazione a chemioterapia riportata in sperimentazioni cliniche e nei setting post commercializzazione è riassunta in Tabella 1.
Le reazioni averse sono elencate secondo la classificazione per organi e sistemi MedDRA.
La corrispondente categoria di frequenza per ciascuna reazione avversa si basa sulla seguente convenzione: molto comune (≥1/10), comune (≥1/100 a <1/10), non comune (≥1/1 000 a <1/100), raro (≥1/10 000 a <1/1 000), molto raro (<1/10 000), non noto (la frequenza non può essere stimata in base ai dati disponibili).
All'interno di ciascun raggruppamento di frequenza, le reazioni avverse sono presentate in ordine decrescente di gravità.Tabella 1: Riassunto di ADR osservate in sperimentazioni cliniche e nei setting post commercializzazione per categoria di frequenza
*Per maggiori dettagli, vedere la sezione sotto “Descrizione delle reazioni avverse selezionate” Descrizione delle reazioni avverse selezionate Eruzione cutanea L’eruzione cutanea include la dermatite acneiforme.Infezioni ed infestazioni Molto comune infezione * Disturbi del metabolismo e della nutrizione Molto comune anoressia, diminuzione di peso Disturbi psichiatrici Molto comune depressione Patologie del sistema nervoso Molto comune neuropatia, cefalea Patologie dell’occhio Molto comune cheratocongiuntivite secca Comune cheratite, congiuntivite Non Comune alterazioni delle ciglia * Molto raro perforazioni della cornea, ulcerazioni corneali, uveite Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche Molto comune dispnea, tosse Comune epistassi Non Comune Malattia polmonare interstiziale * Patologie gastrointestinali Molto comune diarrea*, nausea, vomito, stomatite, dolore addominale, dispepsia, flatulenza Comune sanguinamento gastrointestinale Non Comune perforazioni gastrointestinali * Raro pneumatosi intestinale Patologie epatobiliari Molto comune alterazioni del test di funzionalità epatica * Raro insufficienza epatica*, epatite Non noti (la frequenza non può essere stimata in base ai dati disponibili) epatite acuta Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo Molto comune Eruzione cutanea*, prurito Comune alopecia, pelle secca, paronichia, follicolite, acne/dermatite acneiforme, screpolature della pelle Non Comune irsutismo, alterazione delle sopracciglia, unghie fragili e che si staccano, reazioni cutanee lievi come iperpigmentazione Raro sindrome da eritrodisestesia palmo- plantare Molto raro Syndrome Stevens-Johnson / Necrolisi epidermica tossica * Patologie renali ed urinarie Comune Insufficienza renale Non Comune nefrite, proteinuria Patologie generali e condizioni relative alle sede di somministrazione Molto comune affaticamento, piressia, brividi febbrili
In generale, l’eruzione cutanea si manifesta come una lieve o moderata eruzione eritematosa e papulosa, che può verificarsi o peggiorare nelle aree esposte al sole.
Per i pazienti esposti al sole, possono essere consigliati indumenti protettivi e/o l'uso di creme solari (ad es.
contenenti minerali).
Diarrea La diarrea può portare alla disidratazione, all'ipokaliemia e all'insufficienza renale.
Sono compresi i decessi (vedere paragrafo 4.4).
Tabella 2: Sintesi dell'incidenza e del grado di eruzione cutanea e diarrea osservati in ogni studio clinico
1 Interruzione ² Modifica della dose Infezione Possono essere gravi infezioni con o senza neutropenia, tra cui polmonite, sepsi, cellulite.Studio Indicazione Eruzione cutanea (%) Diarrea (%) Grado Misura adottata Grado Misura adottata Qualsiasi 3 4 Interr.
1Mod.
dose ²Qualsiasi 3 4 Interr.¹ Mod.
dose²ML20650 NSCLC 80 9 0 1 11 57 4 0 1 7 BO18192 NSCLC 49,2 6,0 0 1 8,3 20,3 1,8 0 <1 3 BO25460 NSCLC 39,4 5,0 0 0 5,6 24,2 2,5 0 0 2,8 BR.21 NSCLC 75 9 1 6 54 6 1 1 PA.3 Cancro del pancreas - 5 1 2 - 5 1 2
Alterazioni delle ciglia Alterazioni tra cui ciglia in crescita, crescita eccessiva ed ispessimento delle ciglia.
Malattia polmonare interstiziale, (ILD) Sono stati riportate ILD ad esito fatale in pazienti che ricevono Tarceva per il trattamento di NSCLC o altri tumori solidi avanzati (vedere paragrafo 4.4).
Una maggiore incidenza è stata osservata nei pazienti in Giappone (vedere paragrafo 4.4).
Sanguinamento gastrointestinale Sono stati riferiti casi di sanguinamento gastrointestinale ad esito fatale (vedere paragrafo 4.4).
Negli studi clinici, alcuni casi sono stati associati alla somministrazione concomitante di warfarin ed alcuni alla somministrazione concomitante di FANS (vedere paragrafo 4.5).
Le perforazioni gastrointestinali includono anche quelle ad esito fatale (vedere paragrafo 4.4).
Alterazioni dei test di funzionalità epatica Le alterazioni includono aumento dell'alanina aminotransferasi [ALT], aspartato aminotransferasi [AST] e bilirubina.
I casi erano principalmente lievi o moderati in gravità, di natura transitoria o associati a metastasi epatiche.
Insufficienza epatica Comprende decessi.
I fattori di rischio possono includere malattie epatiche preesistenti o farmaci epatotossici concomitanti (vedere paragrafo 4.4) Syndrome Stevens-Johnson / Necrolisi epidermica tossica Comprende decessi (vedere paragrafo 4.4).
Segnalazione delle reazioni avverse sospette La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale.
Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite https://www.aifa.gov.it/content/segnalazioni-reazioni-avverse . Gravidanza e allattamento
- Gravidanza Non ci sono dati adeguati riguardo all’uso di erlotinib nelle donne in gravidanza.
Gli studi effettuati su animali non hanno evidenziato teratogenicità o parti anormali.
Tuttavia, un effetto negativo sulla gravidanza non può essere escluso in quanto studi su ratti e conigli hanno mostrato una letalità embrio/fetale aumentata (vedere paragrafo 5.3).
Il rischio potenziale per gli esseri umani non è noto.
Donne in età fertile Si deve raccomandare alle donne in età fertile di evitare la gravidanza durante il trattamento con Tarceva.
Durante il trattamento e per almeno 2 settimane dopo la fine del trattamento devono essere usati metodi contraccettivi adeguati.
Nelle donne in gravidanza il trattamento va proseguito solo nei casi in cui il potenziale beneficio per la madre superi il rischio per il feto.
Allattamento Non è noto se erlotinib venga escreto nel latte umano.
Non è stato condotto alcuno studio volto a valutare l’impatto di Tarceva sulla produzione di latte o sulla presenza del medicinale nel latte materno.
Poiché il danno potenziale per il neonato in allattamento non è noto, si deve raccomandare alle madri di non allattare al seno durante il trattamento con Tarceva e per almeno 2 settimane dopo l’ultima dose.
Fertilità Gli studi effettuati su animali non hanno evidenziato una ridotta fertilità.
Tuttavia, un effetto negativo sulla fertilità non può essere escluso in quanto studi su animali hanno mostrato effetti sui parametri riproduttivi (vedere paragrafo 5.3).
Il rischio potenziale per gli esseri umani non è noto. Conservazione
- Questo medicinale non richiede alcuna condizione particolare di conservazione.
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Segnalazione degli effetti indesiderati
Se dovesse manifestarsi un qualsiasi effetto indesiderato, compresi quelli non elencati in questo foglio, è doveroso rivolgersi al proprio medico, ad uno specialista e/o al farmacista. La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Gli effetti indesiderati possono essere segnalati direttamente tramite il sistema nazionale di segnalazione all'indirizzo www.agenziafarmaco.it/it/responsabili. Segnalando gli effetti indesiderati si può contribuire a fornire maggiori informazioni sulla sicurezza di questo medicinale.