STINRED INFUS 1FL 180MG/4ML
497,71 €
Prezzo indicativo
Data ultimo aggiornamento: 23/02/2018
Trattamento di prima linea della leucemia linfatica cronica (stadio Binet B o C) in quei pazienti per i quali non è appropriata una chemioterapia contenente fludabarina. Linfoma non-Hodgkin indolente come monoterapia in pazienti che hanno avuto una progressione di malattia durante o entro 6 mesi dal trattamento con rituximab o con un regime terapeutico contenente rituximab. Trattamento di prima linea del mieloma multiplo (stadio Durie-Salmon II con progressione o stadio III) in associazione con prednisone in pazienti di età superiore ai 65 anni che non sono eleggibili a trapianto autologo di cellule staminali e che presentano neuropatia clinica al momento della diagnosi che precluda l’uso di un trattamento contenente talidomide o bortezomib.
Un flaconcino contiene 180 mg di bendamustina cloridrato (come monoidrato). 1 ml di concentrato contiene 45 mg bendamustina cloridrato (come monoidrato). Per l’elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1.
Controindicazioni
- • Ipersensibilità al principio attivo o ad uno qualsiasi degli eccipienti elencati al paragrafo 6.1 • Durante l’allattamento • Grave compromissione epatica (bilirubina sierica > 3,0 mg/dl) • Ittero • Severa soppressione midollare e severe alterazioni della conta ematica (valori di leucociti e piastrine scesi rispettivamente a < 3.000/mcl o < 75.000/mcl) • Interventi di chirurgia maggiore entro 30 giorni dall’inizio del trattamento • Infezioni, soprattutto quando comportano leucopenia • Vaccinazione contro la febbre gialla.
Posologia
- Posologia Monoterapia per leucemia linfatica cronica 100 mg/m² di superficie corporea di bendamustina cloridrato nei giorni 1 e 2, ogni 4 settimane.
Monoterapia per Linfoma non-Hodgkin indolente refrattario al rituximab 120 mg/m² di superficie corporea di bendamustina cloridrato nei giorni 1 e 2, ogni 3 settimane.
Mieloma multiplo 120 - 150 mg/m² di superficie corporea di bendamustina cloridrato nei giorni 1 e 2 e 60 mg/m²per superficie corporea di prednisone i.v.
o per os nei giorni da 1 a 4, ogni 4 settimane.
La riduzione della funzionalità midollare è correlata all’aumento della tossicità ematologica indotta dai chemioterapici.
Il trattamento non deve essere iniziato se i valori dei leucociti e/o delle piastrine scendono rispettivamente a < 3.000/mcl o < 75.000/mcl (vedere paragrafo 4.3).
Il trattamento deve essere interrotto o ritardato se i valori dei leucociti e/o delle piastrine scendono rispettivamente a < 3.000/mcl o < 75.000/mcl.
Il trattamento può essere continuato dopo che i valori dei leucociti sono aumentati a > 4.000/mcl e quelli delle piastrine a > 100.000/mcl.
Il valore minimo (Nadir) di leucociti e piastrine è raggiunto dopo 14-20 giorni, con rigenerazione dopo 3-5 settimane.
Si raccomanda un rigoroso monitoraggio della conta ematica durante gli intervalli liberi dalla terapia (vedere paragrafo 4.4).
In caso di tossicità non ematologica le riduzioni di dose devono essere basate sul grado peggiore secondo i Criteri Comuni di Tossicità (CTC) osservato nel ciclo precedente.
Una riduzione del 50% della dose è raccomandata in caso di CTC di grado 3.
Si raccomanda l’interruzione del trattamento in caso di CTC di grado 4.
Se il paziente richiede una variazione della dose, la dose ridotta calcolata individualmente deve essere somministrata nei giorni 1 e 2 del rispettivo ciclo di trattamento.
Compromissione epatica Sulla base dei dati di farmacocinetica, non è necessario un aggiustamento della dose nei pazienti con compromissione epatica lieve (bilirubina sierica < 1,2 mg/dl).
Si raccomanda una riduzione della dose del 30% nei pazienti con compromissione epatica moderata (bilirubina sierica 1,2-3,0 mg/dl).
Non sono disponibili dati in pazienti con compromissione epatica severa (bilirubina sierica >3,0 mg/dl) (vedere paragrafo 4.3).
Compromissione renale Sulla base dei dati di farmacocinetica, non è necessario un aggiustamento della dose nei pazienti con clearance della creatinina >10 ml/min.
L’esperienza relativa a pazienti con compromissione renale severa è limitata.
Popolazione pediatrica La sicurezza e l’efficacia di bendamustina cloridrato nei bambini non è stata ancora determinata.
I dati attualmente disponibili non sono sufficienti per raccomandare una posologia.
Pazienti anziani Non ci sono evidenze che aggiustamenti di dose siano necessari nei pazienti anziani (vedere paragrafo 5.2).
Modo di somministrazione Per infusione endovenosa della durata di 30-60 minuti (vedere paragrafo 6.6).
L’infusione deve essere somministrata sotto la supervisione di un medico qualificato ed esperto nell’uso di agenti chemioterapici.
Precauzioni che devono essere prese prima della manipolazione o della somministrazione del medicinale Per le istruzioni sulla ricostituzione e diluizione del medicinale prima della somministrazione, vedere paragrafo 6.6. Avvertenze e precauzioni
- Mielosoppressione I pazienti trattati con bendamustina cloridrato possono manifestare mielosoppressione.
In caso di mielosoppressione dovuta al trattamento, leucociti, piastrine, emoglobina e neutrofili devono essere controllati almeno settimanalmente.
Prima di iniziare il ciclo di terapia, sono raccomandati i seguenti parametri: valori di leucociti e/o di piastrine rispettivamente > 4.000/mcl o > 100.000/mcl.
Infezioni Con bendamustina cloridrato si sono verificate infezioni gravi e fatali, incluse infezioni batteriche (sepsi e polmonite) e infezioni opportunistiche come la polmonite da Pneumocystis jirovecii (PJP), il virus varicella zoster (VZV) e il citomegalovirus (CMV).
I trattamenti con bendamustina cloridrato possono causare prolungata linfocitopenia (<600/mcl) e basse conte (<200 mcl) di CD4-positive T-cell (T-helper cell) fino a 7-9 mesi dopo la fine del trattamento.
Linfocitopenia e diminuzione di CD4-positive T-cell sono più marcate quando bendamustina è in combinazione con rituximab.
Pazienti con linfopenia e basse conte di T CD4-positive dopo trattamento con bendamustina cloridrato sono più suscettibili alle infezioni (opportunistiche).
In caso di basse conte (<200 mcl) di CD4-positive T-cell deve esser considerata la profilassi per la polmonite da Pneumocystis jirovecii (PJP).
Tutti i pazienti devono essere monitorati per segni e sintomi respiratori durante il trattamento.
I pazienti devono essere avvisati di segnalare prontamente nuovi segni di infezione, inclusi febbre o sintomi respiratori.
L’interruzione del trattamento con bendamustina cloridrato deve essere tenuta in considerazione se ci dovessero essere segni di infezioni (opportunistiche).
Riattivazione della epatite B La riattivazione della epatite B nei pazienti che sono portatori cronici di questo virus si è verificata dopo che questi pazienti hanno ricevuto bendamustina cloridrato.
Alcuni casi hanno portato a insufficienza epatica acuta o epatite fulminante portando al trapianto del fegato o a un esito fatale.
I pazienti devono essere testati per l’infezione da HBV prima di cominciare il trattamento con bendamustina cloridrato.
Gli esperti delle malattie epatiche e del trattamento della epatite B devono essere consultati prima che il trattamento venga iniziato in pazienti con sierologia positiva all’epatite B (inclusi quelli con malattia attiva) e per pazienti che risultano positivi all’infezione da HBV durante il trattamento.
I portatori di HBV che richiedono il trattamento con bendamustina cloridrato devono essere monitorati attentamente per segni e sintomi dell’infezione attiva da HBV per tutto il corso della terapia e per alcuni mesi dopo la fine della terapia (vedere paragrafo 4.8).
Reazioni cutanee È stato riportato un certo numero di reazioni cutanee.
Questi eventi hanno incluso eruzione cutanea, gravi reazioni cutanee ed esantema bolloso.
Con l’uso di bendamustina cloridrato sono stati riportati casi di sindrome di Stevens-Johnson (SJS) e necrolisi epidermica tossica (TEN) e reazioni da farmaco con eosinofilia e sintomi sistemici (DRESS), alcuni fatali.
I pazienti devono essere informati dal loro medico riguardo i segni e i sintomi di queste reazioni e devono ricercare immediamente assistenza medica se sviluppano questi sintomi.
Alcuni eventi si sono manifestati quando bendamustina cloridrato è stata somministrata in associazione con altri agenti anticancerogeni, e per questo motivo è incerta la precisa correlazione.
Quando insorgono reazioni cutanee, queste possono progredire e aumentare di gravità con ulteriori trattamenti.
Se le reazioni cutanee peggiorano, la somministrazione di bendamustina va interrotta o sospesa.
Per reazioni cutanee gravi con una sospetta relazione con bendamustina cloridrato, il trattamento deve essere sospeso.
Disturbi cardiaci Durante il trattamento con bendamustina cloridrato, deve essere strettamente monitorata la concentrazione di potassio nel sangue dei pazienti con disturbi cardiaci e devono essere somministrati supplementi di potassio in presenza di valori di K+< 3,5 mEq/l, e vanno eseguite registrazioni ECG.
Durante il trattamento con bendamustina cloridrato si sono verificati eventi di infarto del miocardio e insufficienza cardiaca con esito fatale.
I pazienti con storia pregressa o concomitante di malattie cardiache devono essere strettamente monitorati.
Nausea, vomito Può essere somministrato un antiemetico per il trattamento sintomatico di nausea e vomito.
Sindrome da lisi tumorale Nel corso delle sperimentazioni cliniche è stata riportata sindrome da lisi tumorale associata al trattamento con bendamustina.
La sindrome da lisi tumorale insorge generalmente entro le 48 ore dalla prima dose di bendamustina e, senza interventi, può condurre ad insufficienza renale acuta e morte.
Misure preventive come una adeguata idratazione e lo stretto monitoraggio degli esami ematochimici, in particolare potassiemia ed uricemia e l’uso di agenti ipouricemizzanti (allopurinolo e rasburicase) possono essere prese in considerazione prima della terapia.
Quando bendamustina e allopurinolo sono stati somministrati in concomitanza, sono stati segnalati sporadici casi di sindrome di Stevens - Johnson e di Necrolisi Epidermica Tossica.
Anafilassi Negli studi clinici si sono verificate comunemente reazioni infusionali alla bendamustina cloridrato.
I sintomi sono generalmente lievi e includono febbre, brividi, prurito ed eruzione cutanea.
Severe reazioni anafilattiche e anafilattoidi si sono verificate in rari casi.
I pazienti devono essere interrogati in merito a sintomi indicativi di reazioni infusionali dopo il primo ciclo di terapia.
Si devono prendere in considerazione misure per prevenire reazioni severe, inclusi gli antistaminici, gli antipiretici e i corticosteroidi nei cicli successivi nei pazienti che hanno in precedenza manifestato reazioni infusionali.
Pazienti che hanno manifestato reazioni di tipo allergico di grado 3 o maggiore, tipicamente non sono stati ritrattati Contraccezione Bendamustina cloridrato è teratogena e mutagena.
Durante il trattamento le donne non dovrebbero iniziare una gravidanza.
I pazienti maschi non devono concepire un figlio durante e nei 6 mesi successivi al trattamento.
Devono essere informati in merito alla conservazione dello sperma prima del trattamento con bendamustina cloridrato, a causa di possibile infertilità irreversibile.
Stravaso Una iniezione extravasale deve essere interrotta immediatamente.
L’ago deve essere rimosso dopo una breve aspirazione.
Dopo ciò, l’area tissutale coinvolta dallo stravaso deve essere raffreddata.
Il braccio deve essere sollevato.
Trattamenti supplementari, come l’uso di corticosteroidi, non sono di chiaro beneficio.
Diluizione Stinred richiede appropriata diluizione prima dell’uso.
La concentrazione di bendamustina in Stinred differisce dagli altri prodotti contenenti bendamustina (vedere paragrafo 6.6 per ulteriori istruzioni sulla diluizione). Interazioni
- Non sono stati condotti studi d’interazione in vivo.
Quando bendamustina è somministrata in associazione con agenti mielosoppressivi, l’effetto sul midollo osseo di bendamustina e/o dei co-medicamenti può venire potenziato.
Qualunque trattamento che riduca lo stato funzionale del paziente o che comprometta la funzione midollare può aumentare la tossicità di bendamustina.
L’associazione di bendamustina con ciclosporina o tacrolimus può produrre una eccessiva immunosoppressione, con rischio di linfoproliferazione.
I citostatici possono ridurre la formazione di anticorpi dopo vaccinazione con virus vivo, ed aumentare il rischio di infezioni ad esito fatale.
Il rischio è aumentato nei soggetti che sono già immunodepressi a causa della loro malattia di base.
Il metabolismo di bendamustina coinvolge il citocromo P450 (CYP) isoenzima 1A2 (vedere paragrafo 5.2).
Pertanto esiste la possibilità di interazione con gli inibitori CYP1A2, quali fluvoxamina, ciprofloxacina, aciclovir, cimetidina.
Popolazione pediatrica Studi di interazione sono stati condotti solo negli adulti. Effetti indesiderati
- Sintesi del profilo di sicurezza Le più comuni reazioni avverse con bendamustina cloridrato sono reazioni avverse ematologiche (leucopenia, trombopenia), tossicità dermatologica (reazioni allergiche), sintomi costituzionali (febbre), sintomi gastrointestinali (nausea, vomito).
Tabella delle reazioni avverse La tabella seguente riflette i dati ottenuti negli studi clinici con bendamustina cloridrato.
*NOS = non altrimenti specificato Descrizione di reazioni avverse selezionate Ci sono stati casi isolati di necrosi in seguito a somministrazione accidentale extra-vascolare, sindrome da lisi tumorale, e anafilassi.Classificazione per sistemi e organi secondo MeDRA Molto comune ≥ 1/10 Comune ≥ 1/100 a < 1/10 Non comune ≥ 1/1.000 a < 1/100 Raro ≥ 1/10.000 a < 1/1.000 Molto raro < 1/10.000 Non nota (la frequenza non può essere definita sulla base dei dati disponibili) Infezioni ed infestazioni Infezioni NOS*, incluse infezioni opportunistiche (per esempio Herpes Zoster, citomegalovirus ed epatite B) Polmonite da Pneumocystis jirovecii Sepsi Polmonite primaria atipica Tumori benigni, maligni e non specificati (cisti e polipi compresi) Sindrome da lisi tumorale Sindrome mielodisplastica, leucemia mieloide acuta Patologie del sistema emolinfopoietico Leucopenia NOS*, Trombocitopenia, Linfopenia Emorragia, Anemia, Neutropenia Pancitopenia Insufficienza midollare Emolisi Disturbi del sistema immunitario Ipersensibilità NOS* Reazione anafilattica Reazione anafilattoide Shock anafilattico Disturbi del sistema nervoso Cefalea Capogiri, Insonnia Sonnolenza, Afonia Disgeusia, Parestesia, Neuropatia sensoriale periferica, Sindrome anticolinergica Patologie neurologiche, Atassia, Encefalite Patologie cardiache Disfunzione cardiaca come palpitazioni, angina pectoris, aritmia Versamento pericardico, Infarto del miocardio, Insufficienza cardiaca Tachicardia Fibrillazione atriale Patologie vascolari Ipotensione, Ipertensione Insufficienza circolatoria acuta Flebite Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche Disfunzione polmonare Fibrosi polmonare Polmonite, Emorragia alveolare Patologie gastrointestinali Nausea, Vomito Diarrea, Stipsi, Stomatite Esofagite emorragica, Emorragia gastrointestinale Patologie epatobiliari Insufficienza epatica Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo Alopecia, Patologie della cute NOS*, Orticaria Eritema, Dermatite, Prurito, Esantema maculo-papulare, Iperidrosi Sindrome di Stevens-Johnson, Necrolisi epidermica tossica (TEN), Reazione da farmaco con eosinofilia e sintomi sistemici (DRESS) Patologie renali e urinarie Insufficienza renale Patologie dell’apparato riproduttivo e della mammella Amenorrea Infertilità Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di iniezione Infiammazione delle mucose, Affatticamento, Piressia Dolore, Brividi, Disidratazione, Anoressia Insufficienza multi-organo Esami diagnostici Calo di emoglobina, Aumento di creatinina Aumento di urea Aumento di AST, Aumento di ALT, Aumento di fosfatasi alacalina, Aumento di bilirubina, Ipokaliemia
Il rischio di sindrome mielodisplatica e leucemia mieloide acuta è aumentato in pazienti trattati con agenti alchilanti (compresa bendamustina).
Il tumore maligno secondario può svilupparsi diversi anni dopo l’interruzione della chemioterapia.
Segnalazione delle reazioni avverse sospette La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette il monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale.
Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione all’indirizzo www.agenziafarmaco.gov.it/content/come-segnalare-una-sospetta-reazione-avversa. Gravidanza e allattamento
- Gravidanza I dati sull’uso di bendamustina nelle donne in gravidanza sono insufficienti.
In studi non clinici, bendamustina cloridrato è risultata embrio-/fetoletale, teratogena e genotossica (vedere paragrafo 5.3).
Durante la gravidanza bendamustina non deve essere usata, se non strettamente necessario.
La madre deve essere informata sui rischi per il feto.
Se il trattamento con bendamustina è assolutamente necessario durante la gravidanza o se la gravidanza si verifica durante il trattamento, la paziente deve essere informata sui rischi per il nascituro, e deve essere attentamente monitorata.
Si deve considerare la possibilità di una consulenza genetica Fertilità Donne potenzialmente fertili devono usare metodi di contraccezione, sia prima che durante la terapia con bendamustina.
Agli uomini in trattamento con bendamustina si raccomanda di non concepire figli durante e sino a sei mesi dopo la fine del trattamento.
Devono essere informati in merito alla conservazione dello sperma prima del trattamento, a causa della possibilità di infertilità irreversibile dovuta alla terapia con bendamustina.
Allattamento Non è noto se bendamustina passi nel latte materno, perciò bendamustina è controindicata durante il periodo di allattamento (vedere paragrafo 4.3).
L’allattamento deve essere interrotto durante il trattamento con bendamustina. Conservazione
- Trasportare e conservare in frigorifero (2-8°C).
Non congelare.
Tenere il flaconcino nell’imballaggio esterno per proteggere il medicinale dalla luce.
Per le condizioni di conservazione dopo diluizione del prodotto, vedere paragrafo 6.3.
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Segnalazione degli effetti indesiderati
Se dovesse manifestarsi un qualsiasi effetto indesiderato, compresi quelli non elencati in questo foglio, è doveroso rivolgersi al proprio medico, ad uno specialista e/o al farmacista. La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Gli effetti indesiderati possono essere segnalati direttamente tramite il sistema nazionale di segnalazione all'indirizzo www.agenziafarmaco.it/it/responsabili. Segnalando gli effetti indesiderati si può contribuire a fornire maggiori informazioni sulla sicurezza di questo medicinale.