SODIO VALPROATO AU 30CPR 300RP

5,04 €

Prezzo indicativo

Principio attivo: ACIDO VALPROICO/SODIO VALPROATO
  • ATC: N03AG01
  • Descrizione tipo ricetta: RR - RIPETIBILE 10V IN 6MESI
  • Presenza Glutine:
  • Presenza Lattosio:

Data ultimo aggiornamento: 21/05/2020

Trattamento dell’epilessia generalizzata o parziale: - Epilessia generalizzata primaria: attacchi convulsivi (di tipo clonico, tonico, tonico-clonico, mioclonico) e non convulsivi o assenze; - Epilessia parziale: convulsioni semplici o complesse; - Convulsioni generalizzate secondarie. Trattamento di attacchi convulsivi di tipo misto ed epilessia generalizzata idiopatica e/o sintomatica (West e Lennox-Gastaut). Trattamento di episodi maniacali correlati al disturbo bipolare quando il litio è controindicato o non tollerato. La continuazione della terapia dopo l’episodio maniacale può essere presa in considerazione nei pazienti che hanno risposto al valproato per la mania acuta.
Sodio Valproato Aurobindo 300 mg: Ogni compressa a rilascio prolungato contiene 199,80 mg di sodio valproato e 87 mg di acido valproico (equivalenti a 300 mg di sodio valproato). Ogni compressa da 300 mg contiene 27,8 mg di sodio. Sodio Valproato Aurobindo 500 mg: Ogni compressa a rilascio prolungato contiene 333 mg di sodio valproato e 145 mg di acido valproico (equivalenti a 500 mg di sodio valproato). Ogni compressa da 500 mg contiene 46,2 mg di sodio. Per l’elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1.

Controindicazioni

Sodio Valproato Aurobindo è controindicato nelle seguenti situazioni: • ipersensibilità al principio attivo o ad uno qualsiasi degli eccipienti elencati al paragrafo 6.1; • epatite acuta o cronica; • anamnesi personale o familiare di grave epatite, soprattutto indotta da farmaci; • porfiria epatica; • pazienti con disturbi del ciclo dell’urea (vedere paragrafo 4.4); • valproato è controindicato nei pazienti in cui si osservano disturbi mitocondriali causati da mutazioni del gene nucleare codificante l’enzima mitocondriale polimerasi γ (POLG), per esempio la sindrome di Alpers-Huttenlocher, oltre che nei bambini di età inferiore ai due anni con sospetto disturbo associato a POLG (vedere paragrafo 4.4).
Trattamento dell’epilessia: • in gravidanza, eccetto il caso in cui non vi siano trattamenti alternativi adeguati (vedere paragrafi 4.4 e 4.6); • in donne in età fertile, eccetto in presenza dei requisiti previsti dal programma di prevenzioe delle gravidanze (vedere paragrafi 4.4 e 4.6).
Trattamento del disturbo bipolare: • in gravidanza (vedere paragrafi 4.4 e 4.6); • in donne in età fertile, eccetto in presenza dei requisiti previsti dal programma di prevenzioe delle gravidanze (vedere paragrafi 4.4 e 4.6).

Posologia

Posologia: Sodio Valproato Aurobindo deve essere somministrato a discrezione del medico.
La posologia giornaliera deve essere stabilita in base all’età ed al peso corporeo; tuttavia, deve anche essere presa in considerazione la sensibilità individuale al valproato.
Non è stata stabilita una buona correlazione tra la dose giornaliera, la concentrazione sierica e l’effetto terapeutico.
La posologia ottimale deve essere determinata essenzialmente in base alla risposta clinica.
La determinazione dei livelli plasmatici di acido valproico può essere presa in considerazione a complemento del monitoraggio clinico, quando non si arrivi ad ottenere un adeguato controllo degli attacchi o quando vi sia il sospetto di effetti indesiderati.
Le concentrazioni sieriche generalmente ritenute terapeutiche sono comprese tra 40 e 100 mg/L (300-700 micromoli/litro) di acido valproico.
Considerando il processo di rilascio e la natura degli eccipienti della formulazione, la matrice inerte non viene assorbita nel tratto intestinale; viene eliminata con le feci dopo che il principio attivo viene rilasciato.
Trattamento dell’epilessia: Inizio del trattamento con Sodio Valproato Aurobindo (uso orale): - In pazienti non trattati con altri farmaci antiepilettici, la posologia va preferibilmente aumentata per stadi successivi di 2-3 giorni, per raggiungere quella ottimale nel giro di una settimana circa.
- In pazienti già in trattamento con altri farmaci antiepilettici, Sodio Valproato Aurobindo deve essere aumentato gradualmente fino a raggiungere la posologia ottimale in circa 2 settimane, e gli altri trattamenti devono essere progressivamente ridotti fino alla loro completa interruzione.
Quando il paziente necessita dell’associazione con altri anticonvulsivanti, questi devono essere ridotti lentamente (vedere paragrafo 4.5).
La posologia giornaliera iniziale è di 10-15 mg/kg, quindi le dosi vanno progressivamente aumentate fino a raggiungere la posologia ottimale (vedere paragrafo 4.2 “Inizio del trattamento con Sodio Valproato Aurobindo (uso orale)”).
Questa è generalmente compresa tra 20 e 30 mg/kg.
Tuttavia, quando non si ottiene un adeguato controllo degli attacchi con questa posologia, le dosi possono essere aumentate ancora; i pazienti devono essere tenuti sotto stretto controllo quando sono trattati con dosi giornaliere maggiori di 50 mg/kg (vedere paragrafo 4.4).
- Negli adulti, la posologia usuale va dai 20 ai 30 mg/kg al giorno.
- Negli anziani, sebbene i parametri farmacocinetici siano modificati, tali modifiche non sono considerate significanti; la posologia deve essere determinata in funzione della risposta clinica (controllo delle crisi epilettiche).
Popolazione pediatrica: Nei bambini, la posologia usuale è di circa 30 mg/kg al giorno.
Nel trattamento dell’epilessia: tra tutte le forme farmaceutiche orali disponibili, quelle più appropriate per la somministrazione nei bambini sotto gli 11 anni sono lo sciroppo, la soluzione orale e il granulato.
Negli anziani, sebbene i parametri farmacocinetici siano modificati, tali modifiche non sono considerate significanti; la posologia deve essere determinata in funzione della risposta clinica (controllo delle crisi epilettiche).
Trattamento degli episodi maniacali correlati al disturbo bipolare: Adulti: Il dosaggio giornaliero deve essere stabilito e controllato individualmente dal medico.
La dose giornaliera iniziale raccomandata è di 750 mg.
Inoltre, negli sudi clinici, una dose iniziale di 20 mg di valproato/kg di peso corporeo ha mostrato anch’essa un profilo di sicurezza accettabile.
Le formulazioni a rilascio prolungato possono essere somministrate uno o due volte al giorno.
La dose deve essere aumentata il più rapidamente possibile in modo da raggiungere la dose terapeutica più bassa con cui si ottiene l’effetto clinico desiderato.
La dose giornaliera deve essere adattata alla risposta clinica per stabilire la dose minima efficace per il singolo paziente.
La dose giornaliera media solitamente varia tra 1.000 e 2.000 mg di valproato.
I pazienti che ricevono una dose giornaliera superiore a 45 mg/kg di peso corporeo devono essere attentamente monitorati.
La continuazione del trattamento negli episodi di mania correlati al disturbo bipolare deve essere stabilita su base individuale, alla dose minima efficace.
Bambini e adolescenti: La sicurezza e l’efficacia di Sodio Valproato Aurobindo nel trattamento degli episodi di mania correlati al disturbo bipolare non sono state valutate nei pazienti di età inferiore ai 18 anni.
Bambine e donne in età fertile: Il trattamento con valproato deve essere iniziato e supervisionato da uno specialista esperto nella gestione dell’epilessia o del disturbo bipolare.
Il valproato non deve essere utilizzato nelle bambine e nelle donne in età fertile, eccetto il caso in cui gli altri trattamenti siano inefficaci o non tollerati.
Valproato viene prescritto e dispensato in base al Programma di prevenzione delle gravidanze con valproato (paragrafi 4.3 e 4.4).
Il valproato deve essere prescritto preferibilmente in monoterapia e alla dose minima efficace, se possibile nella formulazione a rilascio prolungato.
La dose giornaliera deve essere suddivisa in almeno due dosi singole (vedere paragrafo 4.6).
Modo di somministrazione: Uso orale.

Avvertenze e precauzioni

- Grave danno epatico: Condizioni di insorgenza: Molto raramente sono stati riportati casi di danno epatico, inclusa insufficienza epatica che talvolta si è rivelata fatale.
I pazienti più a rischio, soprattutto in casi di terapia anticonvulsiva multipla, sono i neonati ed i bambini sotto i 3 anni con gravi forme di epilessia, in particolare quelli con danno cerebrale, ritardo psichico e/o malattia metabolica o degenerativa congenita.
Dopo il compimento dei 3 anni, l’incidenza si riduce significativamente e diminuisce progressivamente con l’età.
Nella maggior parte dei casi, il danno epatico si è verificato durante i primi 6 mesi di terapia.
Sintomatologia: La diagnosi precoce si basa, prima di tutto, sui sintomi clinici.
In particolare, soprattutto nei pazienti a rischio (vedere paragrafo 4.4), devono essere prese in considerazione le seguenti manifestazioni, che possono precedere l’ittero: - da un lato, sintomi non specifici e generalmente a rapida insorgenza, quali astenia, anoressia, letargia, sonnolenza, a volte associati a vomito ripetuto e dolore addominale; - dall’altro, la ricomparsa degli attacchi epilettici.
I pazienti (o i loro genitori, se si tratta di bambini) devono essere avvertiti di informare immediatamente il medico qualora si verifichi uno qualsiasi dei segni sopracitati.
Le investigazioni, incluso l’esame clinico e la valutazione biologica della funzionalità epatica, devono essere intraprese immediatamente.
Rilevazione: La funzionalità epatica deve essere controllata prima di iniziare la terapia e periodicamente durante i primi 6 mesi di terapia.
Tra le analisi abituali, le più rilevanti sono quelle che riflettono la sintesi proteica, soprattutto il tempo di protrombina.
La conferma di un tempo di protrombina particolarmente basso, soprattutto se associato ad altri rilievi biologici anormali (significativa diminuzione del fibrinogeno e dei fattori della coagulazione, aumento dei livelli di bilirubina e aumento delle transaminasi), richiede l’interruzione della terapia con valproato.
Come precauzione e in caso siano assunti contemporaneamente, devono essere interrotti anche i salicilati, poiché metabolizzati per la stessa via.
- Pancreatite: Sono state segnalate molto raramente pancreatiti gravi, che possono avere esito fatale.
I bambini più piccoli sono particolarmente a rischio; questo rischio diminuisce con l’aumentare dell’età.
Attacchi epilettici gravi, disturbi neurologici e terapia anticonvulsivante possono essere fattori di rischio.
La presenza di insufficienza epatica concomitante alla pancreatite aumenta il rischio di esito fatale.
I pazienti che manifestano dolori addominali acuti devono essere immediatamente visitati da un medico.
In caso di pancreatite, sodio valproato va sospeso.
- Ideazione e comportamento suicidario: Casi di ideazione e comportamento suicidari sono stati riportati nei pazienti in trattamento con farmaci antiepilettici nelle loro diverse indicazioni.
Una meta-analisi di studi clinici randomizzati verso placebo ha, inoltre, evidenziato un modesto aumento del rischio di ideazione e comportamento suicidario.
Il meccanismo di tale rischio non è noto e i dati disponibili non escludonola possibilità di un aumentato rischio con sodio valproato/acido valproico.
Pertanto, i pazienti devono essere monitorati per eventuali segni di ideazione e comportamento suicidario, ed in tal caso deve essere preso in considerazione un appropriato trattamento.
I pazienti (e gli operatori sanitari che li assistono) devono essere avvisati di informare subito il medico qualora emergano segni di ideazione o comportamento suicidario.- Carbapenemi: L’uso concomitante di acido valproico/sodio valproato e medicinali contenenti carbapenemi non è consigliato (vedere paragrafo 4.5).
- Pazienti con patologia mitocondriale nota o sospetta: Valproato può scatenare o peggiorare i segni clinici di concomitanti malattie mitocondriali causate da mutazioni del DNA mitocondriale oltre che del gene nucleare codificante POLG.
In particolare, nei pazienti con sindromi neurometaboliche ereditarie causate da mutazioni del gene per l’enzima mitocondriale polimerasi γ (POLG), per esempio la sindrome di Alpers-Huttenlocher, sono state segnalate con maggior frequenza insufficienza epatica acuta e decessi per epatopatie indotti da valproato.
Si devono sospettare disturbi associati al gene POLG in pazienti con una storia familiare o sintomi suggestivi di un disturbo di questo genere, compresi a titolo meramente esemplificativo encefalopatia inspiegata, epilessia refrattaria (focale, mioclonica), stato epilettico alla presentazione, ritardi dello sviluppo, regressione psicomotoria, neuropatia assonale sensitivo-motoria, miopatia, atassia cerebellare, oftalmoplegia o emicrania complicata con aura occipitale.
Il test della mutazione POLG va effettuato in conformità con la pratica clinica attuale per la valutazione diagnostica di tali disturbi (vedere paragrafo 4.3).
- Peggioramento delle convulsioni: Come con altri farmaci antiepilettici, assumendo valproato alcuni pazienti, invece di un miglioramento, possono avere un peggioramento, reversibile, nella frequenza e nella gravità delle convulsioni (compreso lo stato epilettico) o manifestare l’insorgenza di nuovi tipi di convulsioni.
I pazienti devono essere avvertiti che, in caso di aggravamento delle convulsioni, devono consultare immediatamente il proprio medico (vedere paragrafo 4.8).
- Prima dell’inizio della terapia devono essere eseguiti test di funzionalità epatica (vedere paragrafo 4.3), che periodicamente devono essere ripetuti durante i primi 6 mesi, soprattutto nei pazienti a rischio (vedere paragrafo 4.4).
- Come per la maggior parte dei farmaci antiepilettici, si possono notare aumenti isolati e transitori delle transaminasi epatiche, in particolare all’inizio del trattamento.
- In questo caso, si raccomandano indagini di laboratorio più approfondite (compreso il tempo di protrombina); si può inoltre prendere in considerazione un aggiustamento della posologia e, se necessario, si devono ripetere le analisi.
- Si raccomanda di eseguire le analisi del sangue (emocromo completo con conta delle piastrine, tempo di sanguinamento e prove di coagulazione) prima dell’inizio della terapia o prima di un intervento chirurgico, e nel caso di ematomi o sanguinamenti spontanei (vedere paragrafo 4.8).
- Sebbene siano state solo eccezionalmente riscontrate malattie immunitarie durante l’uso di sodio valproato, il suo potenziale beneficio deve essere valutato rispetto al potenziale rischio nei pazienti con lupus eritematoso sistemico.
- Qualora si sospetti un ciclo dell’urea alterato, prima del trattamento devono essere eseguite indagini metaboliche a causa del rischio di iperammoniemia con valproato (vedere paragrafo 4.3).
- I pazienti devono essere avvisati del rischio di aumento di peso all’inizio della terapia; devono essere adottate strategie appropriate per minimizzare questo rischio (vedere paragrafo 4.8).
- I pazienti con un deficit sottostante di carnitina palmitoiltransferasi (CPT) di tipo II devono essere avvertiti del maggiore rischio di rabdomiolisi quando assumono valproato.
- L’assunzione di alcol non è raccomandata durante il trattamento con valproato.
Popolazione pediatrica Si raccomanda la monoterapia quando si prescrive sodio valproato a bambini di età inferiore ai 3 anni.
Prima dell’inizio del trattamento, il beneficio potenziale di sodio valproato deve essere valutato in confronto al rischio di danno epatico o di pancreatite in questi pazienti (vedere paragrafo 4.4).
L’uso concomitante di salicilati deve essere evitato nei bambini al di sotto dei 3 anni, per il rischio di epatotossicità.
Insufficienza renale: - Nei pazienti con insufficienza renale, può essere necessario diminuire la posologia.
Poiché il monitoraggio delle concentrazioni plasmatiche può dare risultati non attendibili, la posologia deve essere adeguata in base ad un monitoraggio clinico (vedere paragrafo 5.2).
- Si raccomanda di effettuare delle analisi del sangue prima di iniziare la terapia o prima di un intervento chirurgico (conta delle cellule ematiche, inclusa la conta delle piastrine, e in caso di comparsa di lividi o di sanguinamento (vedere paragrafo 4.8).
- Poiché sono stati riportati dei casi eccezionali di pancreatite, i pazienti con dolore addominale acuto devono sottoporsi ad adeguata valutazione medica.
In caso di pancreatite, si deve interrompere la terapia con valproato.
- Quando si considera l’interruzione della terapia, questa deve essere fatta gradualmente e non bruscamente, dal momento che il trattamento è a lungo termine.
Programma di prevenzione delle gravidanze: Il valproato ha un elevato potenziale teratogeno e i bambini esposti in utero al valproato presentano un alto rischio di malformazioni congenite e di disturbi del neurosviluppo (vedere paragrafo 4.6).
Sodio Valproato Aurobindo è controindicato nelle seguenti situazioni: Trattamento dell’epilessia: • in gravidanza, eccetto il caso in cui non vi siano trattamenti alternativi adeguati (vedere paragrafi 4.3 e 4.6); • in donne in età fertile, eccetto in presenza dei requisiti previsti dal programma di prevenzione delle gravidanze (vedere paragrafi 4.3 e 4.6).
Trattamento del disturbo bipolare: • in gravidanza (vedere paragrafi 4.3 e 4.6); • in donne in età fertile, eccetto in presenza dei requisiti previsti dal programma di prevenzione delle gravidanze (vedere paragrafi 4.3 e 4.6).
Condizioni del Programma di prevenzione delle gravidanze:Il medico prescrittore deve accertarsi che: • Vengano valutate in ciascun caso le circostanze individuali, coinvolgendo la paziente nel colloquio, per garantire che partecipi attivamente, per discutere le opzioni terapeutiche e assicurarsi che comprenda i rischi e le misure necessarie per minimizzare i rischi; • La potenziale fertilità sia valutata in tutte le pazienti di sesso femminile; • La paziente abbia compreso e preso atto dei rischi relativi alle malformazioni congenite e ai disturbi del neurosviluppo, inclusa la portata di tali rischi per i bambini esposti in utero al valproato; • La paziente comprenda la necessità di sottoporsi ad un test di gravidanza prima di iniziare il trattamento e durante il trattamento, se necessario; • La paziente riceva una consulenza sulla contraccezione e sia in grado di rispettare la necessità di utilizzare metodi contraccettivi efficaci, senza interruzione, per tutta la durata del trattamento con valproato (per ulteriori dettagli, consultare il sottoparagrafo sulla contraccezione in questo riquadro sulle precauzioni); • La paziente comprenda la necessità di una rivalutazione periodica del trattamento (almeno una volta l’anno) da parte di uno specialista esperto nella gestione dell’epilessia o dei disturbi bipolari; • La paziente comprenda la necessità di consultare il proprio medico non appena stia programmando una gravidanza, in modo da garantire un colloquio per tempo e passare ad opzioni terapeutiche alternative prima del concepimento e prima di interrompere la contraccezione; • La paziente comprenda la necessità di consultare urgentemente il proprio medico in caso di gravidanza; • La paziente abbia ricevuto la guida per la paziente; • La paziente abbia ammesso di comprendere i rischi e le necessarie precauzioni associate all’utilizzo del valproato (Modulo Annuale di Accettazione del Rischio).
Queste condizioni valgono anche per le donne non sessualmente attive al momento, salvo il caso in cui il medico prescrittore individui ragioni convincenti che escludano il rischio di gravidanza.
Bambine: • Il medico prescrittore deve accertarsi che i genitori/coloro i quali si prendono cura delle bambine comprendano la necessità di contattare lo specialista non appena la bambina che utilizza valproato abbia il menarca.
• Il medico prescrittore deve accertarsi che i genitori/coloro i quali si prendono cura delle bambine che abbiano avuto il menarca ricevano informazioni esaustive sui rischi di malformazioni congenite e di disturbi del neurosviluppo, inclusa la portata di tali rischi, per i bambini esposti in utero al valproato.
• Nelle pazienti che abbiano avuto il menarca, lo specialista prescrittore deve rivalutare ogni anno la necessità della terapia con valproato e considerare opzioni terapeutiche alternative.
Se il valproato è l’unico trattamento adeguato, è necessario discutere della necessità di una contraccezione efficace e di tutte le altre condizioni previste dal programma di prevenzione delle gravidanze.
Lo specialista deve compiere ogni sforzo per garantire il passaggio ad un trattamento alternativo prima che la bambina raggiunga l’età adulta.
Test di gravidanza: Prima di iniziare il trattamento con valproato si deve escludere una gravidanza.
Il trattamento con valproato non deve essere iniziato in donne in età fertile senza un test di gravidanza con esito negativo (test di gravidanza plasmatico), confermato da un operatore sanitario, in modo da escludere un utilizzo non intenzionale in gravidanza.
Contraccezione: Le donne in età fertile cui è stato prescritto il valproato devono utilizzare metodi contraccettivi efficaci, senza interruzione, per l’intera durata del trattamento con valproato.
Queste pazienti devono ricevere informazioni esaustive sulla prevenzione della gravidanza, nonché una consulenza sulla contraccezione qualora non stiano utilizzando metodi contraccettivi efficaci.
Si deve utilizzare almeno un metodo contraccettivo efficace (preferibilmente un tipo independente dalla paziente, come un dispositivo intrauterino o un impianto), oppure due metodi contraccettivi complementari, incluso un metodo barriera.
Nella scelta del metodo contraccettivo devono essere valutate in ciascun caso le circostanze individuali, coinvolgendo la paziente nella discussione, per assicurare la sua partecipazione e aderenza ai metodi scelti.
Anche in caso di amenorrea deve attenersi a tutte le indicazioni relative ad una contraccezione efficace.
Revisioni annuali del trattamento da parte di uno specialista: Lo specialista deve rivalutare almeno una volta l’anno se il valproato sia il trattamento più adeguato per la paziente.
Lo specialista deve discutere il Modulo Annuale di Accettazione del Rischio, sia all’inizio sia durante ogni rivalutazione annuale, e accertarsi che la paziente ne abbia compreso il contenuto.
Pianificazione di una gravidanza: Per l’indicazione epilessia, se una donna pianifica una gravidanza uno specialista esperto nella gestione dell’epilessia deve valutare nuovamente la terapia con valproato e considerare le opzioni terapeutiche alternative.
Si deve compiere ogni sforzo per passare ad un trattamento alternativo adeguato prima del concepimento e prima di interrompere la contraccezione (vedere paragrafo 4.6).
Se il passaggio non è possibile, la donna deve ricevere un’ulteriore consulenza sui rischi del valproato per il feto, in modo da garantire una decisione consapevole sulla pianificazione familiare.
Per l’indicazione del disturbo bipolare, se una donna pianifica una gravidanza, deve consultare uno specialista esperto nella gestione del disturbo bipolare; il trattamento con valproato deve essere interrotto e, se necessario, sostituito con un trattamento alternativo prima del concepimento e prima di interrompere la contraccezione.
In caso di gravidanza: Se una donna che assume valproato rimane incinta, deve essere immediatamente indirizzata ad uno specialista, per rivalutare il trattamento con valproato e prendere in considerazione opzioni alternative.
Le pazienti con gravidanza esposta al valproato e i loro compagni devono essere indirizzati ad uno specialista prenatale per una valutazione e una consulenza in merito alla gravidanza esposta (vedere paragrafo 4.6).
Il farmacista deve assicurarsi che: • Insieme a ciascuna dispensazione di valproato venga consegnata la Carta per la paziente e che la paziente ne comprenda il contenuto; • Le pazienti vengano istruite a non interrompere l’assunzione di valproato e a contattare immediatamente uno specialista in caso di gravidanza pianificata o sospetta.
Materiale informativo: Al fine di assistere gli operatori sanitari e le pazienti nell’evitare l’esposizione al valproato in gravidanza, il titolare dell’autorizzazione all’immissione in commercio ha fornito il materiale educazionale per rimarcare le avvertenze e fornire indicazioni sull’uso del valproato da parte di donne in età fertile, nonché dettagli sul programma di prevenzione delle gravidanze.
A tutte le donne in età fertile che utilizzano il valproato devono essere consegnate la guida per la paziente e la carta per la paziente.
All’inizio del trattamento e ad ogni revisione annuale del trattamento con valproato da parte dello specialista, deve essere compilato il Modulo Annuale di Accettazione del rischio.
Il paziente deve continuare la terapia solo dopo una rivalutazione dei benefici e dei rischi del trattamento con valproato da parte di un medico esperto nella gestione dell’epilessia o della malattia bipolare.
Sodio Valproato Aurobindo 300 mg: Questo medicinale contiene 27,8 mg di sodio per compressa, equivalente all’1,39% dell’assunzione massima giornaliera raccomandata dall’OMS che corrisponde a 2 g di sodio per un adulto.
Sodio Valproato Aurobindo 500 mg: Questo medicinale contiene 46,2 mg di sodio per compressa, equivalente al 2,31% dell’assunzione massima giornaliera raccomandata dall’OMS che corrisponde a 2 g di sodio per un adulto.

Interazioni

Effetti del valproato su altri farmaci.
- Antipsicotici, MAO-inibitori, antidepressivi e benzodiazepine:Il sodio valproato può potenziare l’effetto di altri farmaci psicotropi come gli antipsicotici, i MAO-inibitori, gli antidepressivi e le benzodiazepine; quindi, si consiglia di eseguire un monitoraggio clinico e, quando necessario, un aggiustamento del dosaggio.
- Litio: Il sodio valproato non ha alcun effetto sui livelli sierici di litio.
- Fenobarbital: Il sodio valproato aumenta le concentrazioni plasmatiche di fenobarbital (per inibizione del catabolismo epatico) e può verificarsi sedazione, soprattutto nei bambini.
Si raccomanda quindi un monitoraggio clinico per i primi 15 giorni del trattamento combinato, con immediata riduzione delle dosi di fenobarbital in caso di primi segni di sedazione ed eventuale controllo dei livelli plasmatici di fenobarbital, ove appropriato.
- Primidone: Il valproato aumenta i livelli plasmatici di primidone con potenziamento dei suoi effetti indesiderati (sedazione).
Questa interazione cessa con il trattamento a lungo termine.
Si raccomanda il monitoraggio clinico, specialmente all’inizio della terapia combinata, con un aggiustamento del dosaggio del primidone quando necessario.
- Fenitoina: Il sodio valproato diminuisce la concentrazione plasmatica totale della fenitoina, aumentandone però la frazione libera, con possibili sintomi di sovradosaggio (l’acido valproico sposta la fenitoina dai suoi siti di legame proteico e rallenta il suo catabolismo epatico).
Si raccomanda pertanto il monitoraggio clinico; in caso di dosaggio plasmatico della fenitoina si deve tenere in considerazione soprattutto la frazione libera.
- Carbamazepina: È stata riportata tossicità a livello clinico in caso di somministrazione contemporanea di valproato e carbamazepina, poiché il valproato può potenziare la tossicità della carbamazepina.
È quindi raccomandato un monitoraggio clinico, soprattutto all’inizio della tearpia combinata, con un aggiustamento della posologia quando appropriato.
- Lamotrigina: Il sodio valproato riduce il metabolismo della lamotrigina e ne aumenta l’emivita media di quasi 2 volte.
Questa interazione può portare ad un aumento della tossicità della lamotrigina, in particolare gravi eruzioni cutanee.
Quindi si raccomanda un monitoraggio clinico e, quando necessario, è opportuno diminuire il dosaggio di lamotrigina.
- Zidovudina: Il valproato può aumentare la concentrazione plasmatica di zidovudina con conseguente aumento della tossicità di quest’ultima.
- Felbamato: L’acido valproico può diminuire la clearance media del felbamato fino al 16%.
- Olanzapina: L’acido valproico può diminuire la concentrazione plasmatica dell’olanzapina.
- Rufinamide: L’acido valproico può indurre un aumento del livello plasmatico della rufinamide.
Quest’ aumento è correlato alla concentrazione dell’acido valproico.
Si raccomanda attenzione, in particolare nei bambini, poiché in questa popolazione l’effetto è maggiore.
- Propofol: L’acido valproico può indurre un aumento del livello ematico del propofol.
Si deve prendere in considerazione una riduzione della dose del propofol quando somministrato in concomitanza a valproato.
Effetti di altri farmaci sul valproato: Gli antiepilettici con effetto di induzione enzimatica (in particolare fenitoina, fenobarbital e carbamazepina) diminuiscono le concentrazioni sieriche di acido valproico.
Nel caso di terapia combinata, i dosaggi vanno aggiustati in base ai livelli ematici e alla risposta clinica.
D’altra parte, l’associazione di felbamato e valproato diminuisce la clearance dell’acido valproico dal 22% al 50% e di conseguenza aumenta la concentrazione plasmatica di acido valproico.
È necessario un monitoraggio dei livelli plasmatici del valproato.
I livelli dei metaboliti dell’acido valproico possono aumentare in caso di utilizzo concomitante con fenitoina o fenobarbital.
Quindi, segni e sintomi di iperammoniemia devono essere attentamente monitorati nei pazienti trattati con questi due farmaci.
La meflochina aumenta il metabolismo dell’acido valproico e, in aggiunta, ha un effetto proconvulsivante; quindi, nei casi di terapia combinata possono verificarsi attacchi epilettici.
L’uso concomitante di valproato e di sostanze che si legano altamente alle proteine (acido acetilsalicilico) può portare ad un aumento dei livelli plasmatici di acido valproico libero.
Un attento monitoraggio del tempo di protrombina deve essere effettuato in caso di uso concomitante di fattori anticoagulanti vitamina K-dipendenti.
I livelli sierici di acido valproico possono aumentare (per effetto di un metabolismo epatico ridotto) in caso di uso concomitante di cimetidina o eritromicina.
Carbapenemi (panipenem, meropenem, imipenem): In caso di somministrazione concomitante con medicinali contenenti carbapenemi, è stata segnalata una diminuzione dei livelli ematici di acido valproico, che si è evidenziata con una riduzione del 60-100% di tali livelli ematici in circa due giorni.
Per la rapida insorgenza e per la notevole diminuzione, non si considera fattibile la somministrazione concomitante di medicinali contenenti carbapenemi in pazienti stabilizzati con acido valproico e pertanto deve essere evitata (vedere paragrafo 4.4).
Se il trattamento con questi antibiotici non può essere evitato, deve essere eseguito un attento monitoraggio dei livelli ematici di sodio valproato.
La rifampicina può diminuire i livelli plasmatici di acido valproico portando all’interruzione dell’effetto terapeutico.
Quindi, in caso di co-somministrazione con rifampicina, può essere necessario un aggiustamento del dosaggio del valproato.
Inibitori della proteasi: In caso di co-somministrazione, gli inibitori della proteasi come il lopinavir e il ritonavir diminuiscono il livello plasmatico del valproato.
Colestiramina: In caso di co-somministrazione, la colestiramina può portare ad una diminuzione del livello plasmatico del valproato.
Altre interazioni: La somministrazione concomitante di valproato e topiramato o acetazolamide è stata associata all’insorgenza di encefalopatia e/o iperammoniemia.
I pazienti trattati con questi due farmaci devono essere monitorati con particolare attenzione per segni e sintomi di encefalopatia iperammoniemica.
Quetiapina: La somministrazione concomitante di valproato e quetiapina può aumentare il rischio di neutropenia/leucopenia.
In genere il valproato non ha un effetto di induzione enzimatica; di conseguenza, non riduce l’efficacia degli estroprogestinici nelle donne in trattamento con contraccezione ormonale.

Effetti indesiderati

Viene utilizzata la convenzione MedDRA relativa alla frequenza: Molto comune (≥ 1/10); Comune (≥ 1/100, < 1/10); Non comune (≥ 1/1.000, < 1/100); Raro (≥ 1/10.000, < 1/1.000); Molto raro (< 1/10.000); Non nota (la frequenza non può essere stimata sulla base dei dati disponibili).
Tumori benigni, maligni e non specificati (cisti e polipi compresi).
Raro: sindrome mielodisplastica.
Patologie del sistema emolinfopoietico.
Comune: anemia, trombocitopenia (vedere paragrafo 4.4); Non comune: pancitopenia, leucopenia; Raro: insufficienza midollare, inclusa aplasia midollare pura a carico dei globuli rossi, agranulocitosi, anemia macrocitica, macrocitosi.
Patologie endocrine.
Non comune: sindrome da inappropriata secrezione di ADH (SIADH), iperandrogenismo (irsutismo, virilismo, acne, alopecia maschile e/o aumento degli ormoni androgeni); Raro: ipotiroidismo (vedere paragrafo 4.6).
Disturbi del metabolismo e della nutrizione.
Comune: iponatriemia, aumento di peso*.
* L’aumento di peso deve essere attentamente monitorato poiché è un fattore di rischio per la sindrome dell’ovaio policistico (vedere paragrafo 4.4 e 4.6).
Raro: iperammoniemia* (vedere paragrafo 4.4), obesità.
* Casi di iperammoniemia isolata e moderata, senza alterazione dei test di funzionalità epatica, non devono essere causa di interruzione del trattamento.
È stata inoltre segnalata iperammoniemia associata a sintomi neurologici.
In tali casi, ulteriori indagini dovrebbero essere prese in considerazione.
Disturbi psichiatrici.
Comune: stato confusionale, allucinazioni, aggressitività*, agitazione*, disturbi dell’attenzione*; Raro: comportamento anomalo*, iperattività psicomotoria*, disturbi nell’apprendimento*.
* Questi effetti indesiderati sono stati osservati principalmente nella popolazione pediatrica.
Patologie del sistema nervoso.
Molto comune: tremore; Comune: disturbi extrapiramidali, stupore, sonnolenza, convulsioni*, compromissione della memoria, mal di testa, nistagmo, capogiri dopo iniezione endovenosa (possono presentarsi capogiri entro pochi minuti dall’iniezione, che generalmente si risolvono spontaneamente entro pochi minuti); Non comune: coma*, encefalopatia*, letargia* (vedere più avanti), parkinsonismo reversibile, atassia, parestesia; Non comune: peggioramento delle convulsioni (vedere paragrafo 4.4); Raro: demenza reversibile associata ad atrofia cerebrale reversibile, disturbi cognitivi, diplopia; Non nota: sedazione.
* Stupore e letargia, che qualche volta hanno portato a coma transitorio/encefalopatia, riportati con il trattamento con sodio valproato; erano casi isolati o associati ad un aumento dell’incidenza di attacchi epilettici durante la terapia e sono regrediti con l’interruzione del trattamento o con la diminuzione del dosaggio.
Questi casi sono stati riportati principalmente durante la terapia combinata (in particolare con fenobarbital o topiramato) o dopo un brusco aumento delle dosi di valproato.Patologie dell’orecchio e del labirinto.
Comune: perdita dell’udito.
Patologie vascolari.
Comune: emorragia (vedere paragrafi 4.4 e 4.6); Non comune: vasculite.
Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche.
Non comune: versamento pleurico.
Patologie gastrointestinali.
Molto comune: nausea*; Comune: vomito, disturbi gengivali (principalmente iperplasia gengivale), dolore allo stomaco, dolore alla parte superiore dell’addome, diarrea che si verifica frequentemente all’inizio del trattamento, ma generalmente scompare dopo qualche giorno dopo l’interruzione del trattamento.
* Osservata anche entro pochi minuti dall’iniezione endovenosa, ma generalmente risolta spontaneamente entro pochi minuti.Non comune: pancreatite, talvolta fatale (vedere paragrafo 4.4).Patologie epatobiliari.
Comune: disfunzione epatica (vedere paragrafo 4.4).
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo.
Comune: ipersensibilità, alopecia transitoria e/o dose-correlata, disturbi alle unghie e al letto ungueale; Non comune: angioedema, eruzione cutanea, alterazione dei capelli (come struttura anomala dei capelli, cambi nel colore dei capelli, crescita anormale dei capelli); Raro: necrolisi epidermica tossica, sindrome di Stevens-Johnsono, eritema multiforme, sindrome da eruzione cutanea da farmaci con eosinofilia e sintomi sistemici (DRESS).
Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo.
Non comune: diminuzione della densità minerale ossea, osteopenia, osteoporosi e fratture in pazienti in terapia a lungo termine con sodio valproato.
Il meccanismo con cui il sodio valproato influenza il metabolismo delle ossa non è noto; Raro: lupus eritematoso sistemico (vedere paragrafo 4.4), rabdomiolisi (vedere paragrafo 4.4).
Patologie renali e urinarie.
Raro: enuresi, nefrite tubulointerstiziale, sindrome di Falconi reversibile, sebbene il meccanismo d’azione non sia ancora chiaro; Non comune: insufficienza renale.
Patologie dell’apparato riproduttivo e della mammella.
Comune: dismenorrea; Non comune: amenorrea; Raro: infertilità maschile, ovaio policistico.
Patologie congenite, familiari e genetiche (vedere paragrafi 4.4 e 4.6).
Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione.
Non comune: ipotermia, edema periferico non grave.
Esami diagnostici.
Raro: diminuzione dei fattori della coagulazione (almeno uno), test della coagulazione anormali (come prolungamento del tempo di protrombina, prolungamento del tempo di tromboplastina parziale attivato, prolungamento del tempo di trombina, INR prolungato) (vedere paragrafi 4.4 e 4.6), carenza di biotina/biotinidasi.
Poiché il valproato è escreto principalmente per via renale come corpi chetonici, il test dell’escrezione dei corpi chetonici può dare risultati falsi positivi nei pazienti diabetici.
Segnalazione delle reazioni avverse sospette.
La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale.
Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione all’indirizzo www.aifa.gov.it/content/segnalazioni-reazioni-avverse.

Gravidanza e allattamento

Gravidanza: Il valproato è controindicato in gravidanza come trattamento per il disturbo bipolare.
Il valproato è controindicato in gravidanza come trattamento per l’epilessia, eccetto il caso in cui non vi sia un’alternativa adeguata per trattare l’epilessia.
Il valproato è controindicato nelle donne in età fertile, eccetto in presenza dei requisiti previsti dal programma di prevenzione delle gravidanze (vedere paragrafi 4.3 e 4.4).
Teratogenicità ed effetti sullo sviluppo: Sia il valproato in monoterapia che il valproato in politerapia sono associati ad esiti anomali della gravidanza.
I dati disponibili suggeriscono che la politerapia antiepilettica che include il valproato è associata a un rischio accresciuto di malformazioni congenite rispetto al valproato in monoterapia.
Malformazioni congenite: I dati derivati da una meta-analisi (che includeva registri e studi di coorte) hanno dimostrato che il 10,73% dei figli di donne epilettiche esposte a valproato in monoterapia in gravidanza soffrono di malformazioni congenenite (IC al 95%: 8,16 -13,29).
Esiste un rischio maggiore di malformazioni importanti rispetto alla popolazione generale, per la quale il rischio è pari a circa il 2-3%.
Il rischio dipende dalla dose ma non può essere stabilita una dose soglia al di sotto della quale non esiste alcun rischio.
I dati disponibili dimostrano un’accresciuta incidenza di malformazioni maggiori e minori.
I tipi di malformazioni più comuni includono difetti del tubo neurale, dismorfismo facciale, labiopalatoschisi, craniostenosi, difetti cardiaci, renali e urogenitali, difetti a carico degli arti (inclusa l’aplasia bilaterale del radio) e anomalie multiple a carico dei vari sistemi dell’organismo.
Disturbi dello sviluppo: I dati hanno dimostrato che l’esposizione a valproato in utero può avere effetti avversi sullo sviluppo mentale e fisico dei bambini esposti.
Il rischio sembra dipendere dalla dose ma, in base ai dati disponibili, non può essere stabilita una dose soglia al di sotto della quale non esiste alcun rischio.
Il preciso periodo di gestazione a rischio per tali effetti non è certo e la possibilità di rischio nell’intero corso della gravidanza non può essere esclusa.
Gli studi su bambini in età prescolare esposti in utero a valproato dimostrano che fino al 30-40% manifesta ritardi nella fase iniziale dello sviluppo, ad esempio parlare e camminare in ritardo, minori capacità intellettive, scarse capacità di linguaggio (parlare e comprendere) e problemi di memoria.
Il quoziente intellettivo (QI) misurato nei bambini in età scolare (6 anni) con anamnesi di esposizione a valproato in utero era in media inferiore di 7-10 punti rispetto a quello dei bambini esposti ad altri antiepilettici.
Sebbene non possa essere escluso il ruolo dei fattori confondenti, vi sono evidenze nei bambini esposti al valproato che il rischio di compromissione intellettiva possa essere indipendente dal QI materno.
Esistono dati limitati sugli esiti a lungo termine.
I dati disponibili dimostrano che i bambini esposti al valproato in utero sono a maggior rischio di disturbi dello spettro autistico (tre volte circa) e di autismo infantile (cinque volte circa) rispetto alla popolazione generale di studio.
Dati limitati suggeriscono che i bambini esposti al valproato in utero potrebbero avere una maggiore probabilità di sviluppare sintomi del disturbo da deficit di attenzione e iperattività (attention deficit/hyperactivity disorder, ADHD).
Se una donna pianifica una gravidanza: Per l’indicazione epilessia, se una donna pianifica una gravidanza, uno specialista esperto nella gestione dell’epilessia deve rivalutare la terapia con valproato e prendere in considerazione opzioni terapeutiche alternative.
Deve essere messo in atto ogni sforzo per passare ad un trattamento alternativo adeguato prima del concepimento e prima di interrompere la contraccezione (vedere paragrafo 4.4).
Se il passaggio non è possibile, la donna deve ricevere un’ulteriore consulenza sui rischi del valproato per il feto, in modo da garantire una decisione consapevole sulla pianificazione familiare.
Per l’indicazione disturbo bipolare, se una donna pianifica una gravidanza, si deve consultare uno specialista esperto nella gestione del disturbo bipolare; il trattamento con valproato deve essere interrotto e, se necessario, sostituito con un trattamento alternativo prima del concepimento e prima e di interrompere la contraccezione.
Donne in gravidanza: Il valproato è controindicato in gravidanza come trattamento per il disturbo bipolare.
Il valproato è controindicato in gravidanza come trattamento per l’epilessia, eccetto il caso in cui non vi sia un trattamento alternativo adeguato (vedere paragrafi 4.3 e 4.4).
Se una donna che assume valproato rimane incinta, deve essere immediatamente indirizzata ad uno specialista, per prendere in considerazione opzioni di trattamento alternative.
Durante la gravidanza, attacchi tonico-clonici e stato epilettico con ipossia della madre possono comportare un particolare rischio di decesso per la madre e per il feto.
Qualora in circostanze eccezionali, nonostante i rischi noti del valproato in gravidanza e dopo un’attenta valutazione dei trattamenti alternativi, una donna incinta debba assumere il valproato per l’epilessia, si raccomanda di: • Utilizzare la dose efficace minima e suddividere la dose giornaliera di valproato in diverse piccole dosi, da assumere nel corso della giornata.
L’uso di una formulazione a rilascio prolungato può essere preferibile rispetto ad altre formulazioni, per evitare alti picchi di concentrazioni plasmatiche (vedere paragrafo 4.2).
Tutte le pazienti con una gravidanza esposta al valproato, ed i loro compagni, devono essere indirizzati ad uno specialista per una valutazione e consulenza in merito alla gravidanza esposta.
Per individuare la possibile presenza di difetti del tubo neurale o di altre malformazioni, si deve effettuare un monitoraggio prenatale specialistico.
L’integrazione di folati prima della gravidanza può ridurre il rischio di difetti del tubo neurale, che possono verificarsi in tutte le gravidanze.
Tuttavia, i dati disponibili non suggeriscono che prevenga difetti alla nascita o malformazioni dovute all’esposizione al valproato.
Rischi per il neonato: • Molto raramente, sono stati segnalati casi di sindrome emorragica in neonati le cui madri hanno assunto valproato in gravidanza.
Tale sindrome emorragica è correlata a trombocitopenia, ipofibrinogenemia e/o ad una riduzione di altri fattori della coagulazione.
• È stata segnalata anche afibrinogenemia che potrebbe essere fatale.
Tuttavia, questa sindrome deve essere distinta dalla diminuzione dei fattori della vitamina K indotta da fenobarbital e induttori enzimatici.
Di conseguenza, occorre esaminare nei neonati la conta piastrinica, il livello di fibrinogeno plasmatico, i test di coagulazione e i fattori della coagulazione.• Sono stati segnalati casi di ipoglicemia in neonati le cui madri hanno assunto valproato nel terzo trimestre di gravidanza.
• Sono stati segnalati casi di ipotiroidismo in neonati le cui madri hanno assunto valproato durante la gravidanza.
• Può insorgere sindrome da astinenza (ad es.
in particolare agitazione, irritabilità, iper-eccitabilità, nervosismo, ipercinesia, disturbi della tonicità, tremore, convulsioni e disturbi alimentari) in neonati le cui madri hanno assunto valproato nell’ultimo trimestre di gravidanza.
Allattamento: Il valproato viene escreto nel latte umano con una concentrazione che va dall’1% al 10% dei livelli sierici materni.
Nei neonati allattati al seno di donne trattate sono stati osservati disturbi ematologici (vedere paragrafo 4.8).
Occorre decidere se interrompere l’allattamento al seno o interrompere la terapia/astenersi dalla terapia con Sodio Valproato Aurobindo tenendo in considerazione il beneficio dell’allattamento per il bambino e il beneficio della terapia per la donna.
Fertilità: Sono stati segnalati amenorrea, ovaio policistico e livelli aumentati di testosterone nelle donne che utilizzano valproato (vedere paragrafo 4.8).
La somministrazione di valproato può inoltre compromettere la fertilità negli uomini (vedere paragrafo 4.8).
Casi clinici indicano che le disfunzioni della fertilità sono reversibili dopo l’interruzione del trattamento.

Conservazione

Questo medicinale non richiede alcuna condizione particolare per la conservazione.

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Segnalazione degli effetti indesiderati
Se dovesse manifestarsi un qualsiasi effetto indesiderato, compresi quelli non elencati in questo foglio, è doveroso rivolgersi al proprio medico, ad uno specialista e/o al farmacista. La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Gli effetti indesiderati possono essere segnalati direttamente tramite il sistema nazionale di segnalazione all'indirizzo www.agenziafarmaco.it/it/responsabili. Segnalando gli effetti indesiderati si può contribuire a fornire maggiori informazioni sulla sicurezza di questo medicinale.