SERTRALINA ZEN 30CPR RIV 50MG

6,00 €

Prezzo indicativo

Principio attivo: SERTRALINA CLORIDRATO
  • ATC: N06AB06
  • Descrizione tipo ricetta: RR - RIPETIBILE 10V IN 6MESI
  • Presenza Glutine: No Il farmaco non contiene glutine
  • Presenza Lattosio: Il farmaco contiene lattosio

Data ultimo aggiornamento: 21/04/2011

Sertralina Zentiva è indicata nel trattamento di: • Episodi depressivi maggiori. Prevenzione della ricorrenza di episodi depressivi maggiori; • Disturbo da attacchi di panico, associato o meno ad agorafobia; • Disturbo ossessivo-compulsivo (OCD) in pazienti adulti e nei pazienti pediatrici di età compresa tra 6 e 17 anni; • Disturbo da ansia sociale; • Disturbo post-traumatico da stress (PTSD).
Sertralina Zentiva 50 mg compresse rivestite con film: Ogni compressa rivestita con film contiene sertralina cloridrato, equivalente a 50 mg di sertralina. Eccipiente con effetto noto: Ogni compressa rivestita con film contiene 79,65 mg di lattosio monoidrato. Sertralina Zentiva 100 mg compresse rivestite con film: Ogni compressa rivestita con film contiene sertralina cloridrato, equivalente a 100 mg di sertralina. Eccipiente con effetto noto: Ogni compressa rivestita con film contiene 159,3 mg di lattosio monoidrato. Per l’elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1.

Controindicazioni

- Ipersensibilità al principio attivo o ad uno qualsiasi degli eccipienti elencati nel paragrafo 6.1; - L’uso concomitante degli inibitori irreversibili delle monoaminoossidasi (IMAO) è controindicato a causa del rischio di sindrome serotoninergica con sintomi come agitazione, tremori ed ipertermia.
Il trattamento con Sertralina Zentiva non deve essere avviato per almeno 14 giorni dopo l’interruzione del trattamento con un IMAO irreversibile.
Il trattamento con Sertralina Zentiva deve essere interrotto almeno 7 giorni prima di iniziare il trattamento con un IMAO irreversibile (vedere paragrafo 4.5); - L’uso concomitante di pimozide è controindicato (vedere paragrafo 4.5).

Posologia

Posologia Trattamento iniziale Depressione e OCD Il trattamento con sertralina deve essere iniziato alla dose di 50 mg/die.
Disturbo da attacchi di panico, PTSD e Disturbo da Ansia Sociale La terapia deve essere iniziata alla dose di 25 mg/die.
Dopo 1 settimana, la dose deve essere aumentata a 50 mg una volta al giorno.
È stato dimostrato che questo regime posologico riduce la frequenza degli effetti indesiderati che caratterizzano il disturbo da attacchi di panico nella fase iniziale del trattamento.
Titolazione Depressione, OCD, Disturbo da Attacchi di Panico, Disturbo da Ansia Sociale e PTSD I pazienti che non rispondono alla dose di 50 mg possono ottenere un beneficio con incrementi della dose.
Le modificazioni posologiche devono essere effettuate con incrementi da 50 mg ad intervalli di almeno 1 settimana, fino ad un massimo di 200 mg/die.
Tenuto conto che la sertralina ha un’emivita di eliminazione di 24 ore, non si devono effettuare modificazioni posologiche con una frequenza superiore ad una volta alla settimana.
La comparsa dell’effetto terapeutico si può osservare entro 7 giorni.
Tuttavia l’effetto terapeutico può manifestarsi dopo periodi di tempo superiori, in particolare nel trattamento dell’OCD.
Mantenimento Durante un trattamento prolungato, il dosaggio deve essere mantenuto al livello terapeutico più basso, con successivo aggiustamento posologico sulla base della risposta terapeutica.
Depressione Un trattamento prolungato può essere appropriato anche nel prevenire le ricorrenze degli episodi depressivi maggiori (MDE).
Nella maggior parte dei casi, la dose raccomandata nella prevenzione delle recidive degli episodi depressivi maggiori è la stessa utilizzata nel corso degli episodi stessi.
I pazienti affetti da depressione devono essere trattati per un periodo sufficiente di almeno 6 mesi in modo da garantire che siano liberi dai sintomi.
Disturbo da attacchi di panico e OCD Il proseguimento del trattamento nel disturbo da attacchi di panico e nell’OCD deve essere valutato regolarmente, perché l’efficacia nella prevenzione delle ricadute non è stata dimostrata per questi disturbi.
Anziani La somministrazione negli anziani deve essere effettuata con cautela perché possono essere a maggior rischio di iponatriemia (vedere paragrafo 4.4).
Compromissione epatica L’uso di sertralina nei pazienti con patologie epatiche deve essere effettuato con cautela.
In pazienti con compromissione epatica deve essere usata una dose più bassa o una frequenza di somministrazione minore (vedere paragrafo 4.4).
La sertralina non deve essere usata in casi di grave compromissione epatica poiché non sono disponibili dati clinici (vedere paragrafo 4.4).
Danno renale In pazienti con danno renale non sono necessari aggiustamenti posologici (vedere paragrafo 4.4).
Popolazione pediatrica Bambini ed adolescenti con OCD Età 13-17 anni: iniziare il trattamento alla dose di 50 mg una volta al giorno.
Età 6-12 anni: iniziare il trattamento alla dose di 25 mg una volta al giorno.
Il dosaggio può essere aumentato a 50 mg una volta al giorno dopo 1 settimana.
In caso di una risposta inferiore a quella desiderata, le dosi successive possono essere aumentate di 50 mg in 50 mg nell’arco di tempo di alcune settimane, al bisogno.
Il dosaggio massimo giornaliero è 200 mg al giorno.
Tuttavia, il peso corporeo dei bambini generalmente inferiore a quello degli adulti deve essere tenuto in considerazione quando si aumenta la dose oltre i 50 mg.
Non si devono effettuare modificazioni posologiche ad intervalli inferiori ad 1 settimana.
Non è stata dimostrata l’efficacia in pazienti pediatrici con disturbi depressivi maggiori.
Non sono disponibili dati nei bambini di età inferiore ai 6 anni (vedere anche paragrafo 4.4).
Modo di somministrazione Sertralina Zentiva deve essere assunta in un’unica somministrazione giornaliera alla mattina o alla sera.
Le compresse di Sertralina Zentiva possono essere assunte con o senza cibo.
Sintomi da sospensione osservati in seguito all’interruzione del trattamento con sertralina Si deve evitare un’interruzione brusca del trattamento.
Quando si interrompe il trattamento con la sertralina la dose deve essere ridotta gradualmente in un periodo di almeno 1 o 2 settimane per ridurre il rischio di reazioni da sospensione (vedere paragrafi 4.4 e 4.8).
Se si dovessero manifestare sintomi non tollerabili a seguito della riduzione della dose o al momento dell’interruzione del trattamento, si potrà prendere in considerazione il ripristino della dose prescritta in precedenza.
Successivamente il medico potrà continuare a ridurre la dose ma in modo più graduale.

Avvertenze e precauzioni

Sindrome Serotoninergica (SS) o Sindrome Neurolettica Maligna (SNM) Lo sviluppo di sindromi potenzialmente pericolose per la vita come SS o SNM è stata segnalata con l’uso di SSRI, incluso il trattamento con la sertralina.
Il rischio di SS o SNM con SSRI è aumentato con l’uso concomitante di altri farmaci serotoninergici (inclusi altri antidepressivi serotoninergici, anfetamine, i triptani), con medicinali che compromettono il metabolismo della serotonina (inclusi gli IMAO, come blu di metilene), con gli antipsicotici e altri antagonisti della dopamina, e con medicinali oppiacei (ad es.
buprenorfina (con o senza naloxone)).
I pazienti devono essere monitorati per l’eventuale comparsa di segni e sintomi da SS o SNM (vedere paragrafo 4.3).
Nel caso in cui sia clinicamente giustificato un trattamento concomitante con buprenorfina, si consiglia un'attenta osservazione del paziente, in particolare all'inizio del trattamento e agli aumenti di dose.
I sintomi della sindrome serotoninergica comprendono alterazioni dello stato mentale, instabilità autonomica, anomalie neuromuscolari e / o sintomi gastrointestinali.
Se si sospetta la sindrome serotoninergica, è necessario considerare una riduzione della dose o una sospensione della terapia, a seconda della severità dei sintomi.
Passaggio da una terapia con Inibitori Selettivi del Reuptake della Serotonina (SSRI), antidepressivi o farmaci per il disturbo ossessivo-compulsivo L'esperienza clinica finora acquisita è limitata e non consente di stabilire quale sia il momento più opportuno per passare da una terapia con altri SSRI, antidepressivi o farmaci indicati nel trattamento del disturbo ossessivo-compulsivo ad una con sertralina.
In questa fase, viene richiesta particolare cautela e vigilanza da parte del medico, soprattutto se si sostituisce un farmaco a lunga durata d’azione come la fluoxetina.
Altri farmaci serotoninergici (ad es.
triptofano, fenfluramina e agonisti 5-HT)
La somministrazione concomitante di sertralina e altri farmaci che potenziano gli effetti della neurotrasmissione serotoninergica come anfetamine, triptofano, fenfluramina o gli agonisti 5-HT o l’Erba di S.
Giovanni (Hypericum perforatum), un medicinale a base di piante, deve essere effettuata con cautela ed evitata quando possibile a causa della potenziale interazione farmacodinamica.
Prolungamento dell’intervallo QTc/Torsione di punta (TdP) Durante l’uso post marketing di sertralina sono stati segnalati casi di prolungamento dell’intervallo Tc e TdP.
La maggioranza dei casi segnalati si sono verificati in pazienti con altri fattori di rischio per prolungamento dell’intervallo QTc e torsione di punta (TdP).
L’effetto sul prolungamento del tratto QTc è stato confermato in un approfondito studio in volontari sani, con una correlazione esposizione-risposta positiva staticamente significativa.
Quindi la sertralina deve essere usata con cautela in pazienti con fattori di rischio addizionali per il prolungamento dell’intervallo QTc quali malattie cardiache, ipokaliemia o ipomagnesiemia, storia familiare di prolungamento dell’intervallo QTc, bradicardia e uso concomitante di medicinali che prolungano l’intervallo QTc (vedere paragrafi 4.5 e 5.1).
Attivazione di ipomania o mania L’insorgenza di sintomi di mania/ipomania è stata segnalata in un piccolo numero di pazienti trattati con antidepressivi e farmaci per il disturbo ossessivo-compulsivo disponibili in commercio, inclusa la sertralina.
Pertanto, la sertralina deve essere utilizzata con cautela in pazienti con storia di mania/ipomania.
È necessaria un’attenta supervisione da parte del medico.
Il trattamento con sertralina deve essere interrotto nei pazienti che entrano in una fase maniacale.
Schizofrenia I sintomi psicotici possono aggravarsi nei pazienti schizofrenici.
Convulsioni In corso di trattamento con sertralina possono verificarsi convulsioni; l’uso di sertralina deve essere evitato in pazienti con epilessia instabile e i pazienti con epilessia controllata devono essere attentamente monitorati.
La somministrazione di sertralina deve essere interrotta nei pazienti che manifestano convulsioni.
Suicidio/pensieri suicidi/tentativi di suicidio o peggioramento clinico La depressione è associata ad un aumentato rischio di pensieri suicidi, autolesionismo e suicidio (eventi correlati al suicidio).
Tale rischio persiste fino a quando non avvenga una remissione significativa.
Poiché possono non verificarsi miglioramenti durante le prime settimane di trattamento o in quelle immediatamente successive, i pazienti devono essere attentamente controllati fino ad avvenuto miglioramento.
È esperienza clinica generale che il rischio di suicidio può aumentare nelle prime fasi del miglioramento.
Altre condizioni psichiatriche per le quali la sertralina viene prescritta possono anche essere associate ad un aumentato rischio di eventi correlati al suicidio.
Inoltre, queste condizioni possono essere associate in comorbidità al disturbo depressivo maggiore.
Quando si trattano pazienti con altre patologie psichiatriche, si devono quindi osservare le stesse precauzioni seguite durante il trattamento di pazienti con disturbo depressivo maggiore.
I pazienti con una storia di eventi correlati al suicidio o quelli che manifestano un grado significativo di ideazione suicidaria prima dell’inizio del trattamento, sono a rischio maggiore di sviluppare pensieri suicidi o tentativi di suicidio, e devono essere attentamente monitorati durante il trattamento.
Una metanalisi degli studi clinici condotti con farmaci antidepressivi in confronto al placebo nella terapia di pazienti adulti con disturbi psichiatrici, ha mostrato un aumento del rischio di comportamento suicida nella fascia di età inferiore ai 25 anni per i pazienti trattati con antidepressivi rispetto a quelli in trattamento con placebo.
Una stretta sorveglianza dei pazienti, in particolare di quelli ad alto rischio, deve essere sempre associata alla terapia farmacologica con antidepressivi, specialmente nelle fasi iniziali del trattamento e dopo cambiamenti della dose.
I pazienti (o chi si prende cura di loro) devono essere avvertiti della necessità di monitorare e di riportare immediatamente al proprio medico curante qualsiasi peggioramento del quadro clinico, l’insorgenza di comportamenti o pensieri suicidi o di cambiamenti comportamentali.
Popolazione pediatrica La sertralina non deve essere utilizzata per il trattamento di bambini e adolescenti al di sotto dei 18 anni di età, ad eccezione dei pazienti affetti da disturbo ossessivo-compulsivo di età compresa tra 6 e 17 anni.
Comportamenti suicidari (tentativi di suicidio e ideazione suicidaria) e ostilità (essenzialmente aggressività, comportamento di opposizione e collera) sono stati osservati con maggiore frequenza negli studi clinici effettuati su bambini e adolescenti trattati con antidepressivi rispetto a quelli trattati con placebo.
Se, in base ad esigenze cliniche, dovesse essere comunque presa la decisione di effettuare il trattamento, il paziente deve essere monitorato attentamente per la comparsa di sintomi suicidi, soprattutto nel trattamento precoce.
La sicurezza a lungo termine sulla maturazione cognitiva, emotiva, fisica e puberale in bambini e adolescenti di età compresa tra 6 e 16 anni è stata valutata in uno studio osservazionale a lungo termine fino a 3 anni (vedere paragrafo 5.1).
Nelle segnalazioni post-marketing sono stati riportati pochi casi di crescita ritardata e ritardo nella pubertà.
La rilevanza clinica e la causalità non sono ancora chiare (vedere paragrafo 5.3 per i corrispondenti dati di sicurezza preclinica).
I medici devono tenere sotto osservazione i pazienti pediatrici sottoposti a trattamento a lungo termine per il possibile sviluppo di anomalie relative alla crescita e allo sviluppo.
Sanguinamento anomalo/emorragia Con l’uso degli SSRI sono stati riportati casi di anomalie emorragiche incluso sanguinamento cutaneo (ecchimosi e porpora), ed altri eventi emorragici come sanguinamento gastrointestinale o ginecologico, incluse emorragie fatali.
Gli inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina (SSRI)/ inibitori della ricaptazione della serotonina-norepinefrina (SNRI) possono aumentare il rischio di emorragia post-partum (vedere paragrafi 4.6 e 4.8).
Si consiglia cautela nei pazienti che assumono SSRI, in particolare in caso di uso concomitante con i farmaci che notoriamente influiscono sulla funzione piastrinica (ad es.
anticoagulanti, antipsicotici atipici e fenotiazine, la maggior parte degli antidepressivi triciclici, acido acetilsalicilico e farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS)), come anche in pazienti con precedenti disturbi emorragici (vedere paragrafo 4.5).
Iponatremia A seguito di trattamento con SSRI o SNRI, inclusa la sertralina può verificarsi iponatriemia.
In molti casi, l’iponatremia sembra essere il risultato di una sindrome da inappropriata secrezione dell’ormone antidiuretico (SIADH).
Sono stati segnalati casi di livelli di sodio sierico inferiori a 110 mmol/l.
I pazienti anziani possono essere maggiormente a rischio di iponatremia quando sono in trattamento con SSRI e SNRI.
Anche i pazienti che assumono diuretici o che presentano comunque una deplezione di volume possono presentare un rischio maggiore (vedere Anziani).
L’interruzione del trattamento con sertralina deve essere presa in considerazione in pazienti con iponatremia sintomatica e deve essere istituita un’appropriata terapia medica.
I segni e i sintomi dell’iponatremia includono cefalea, difficoltà di concentrazione, compromissione della memoria, confusione, debolezza ed instabilità fisica che può causare cadute.
I segni ed i sintomi associati ai casi più gravi e/o acuti includevano allucinazioni, sincope, attacchi epilettici, coma, arresto respiratorio e morte.
Sintomi da sospensione osservati in seguito ad interruzione del trattamento con sertralina I sintomi da sospensione osservati quando il trattamento viene interrotto sono comuni, in particolare in caso di brusca interruzione (vedere paragrafo 4.8).
Negli studi clinici, tra i pazienti trattati con sertralina, l’incidenza delle reazioni da sospensione è stata del 23% nei pazienti che interrompevano la sertralina rispetto al 12% dei pazienti che proseguivano il trattamento con sertralina.
Il rischio di comparsa dei sintomi da sospensione può dipendere da diversi fattori, compresi la durata e la dose della terapia e la frequenza della riduzione della dose.
Le reazioni più comunemente segnalate sono state capogiri, disturbi del sensorio (inclusa parestesia), disturbi del sonno (inclusi insonnia e sogni vividi), agitazione o ansia, nausea e/o vomito, tremore e cefalea.
Generalmente, l’intensità di tali sintomi è da lieve a moderata, tuttavia in alcuni pazienti può essere grave.
In genere compaiono entro i primi giorni di sospensione del trattamento, ma in casi molto rari questi sintomi sono comparsi in pazienti che avevano inavvertitamente saltato una dose.
Generalmente questi sintomi sono auto-limitanti, e di solito si risolvono entro 2 settimane, sebbene in alcuni individui possano durare più a lungo (2-3 mesi o più).
Si consiglia pertanto di ridurre gradualmente la dose di sertralina quando si sospende il trattamento, in un arco di tempo di diverse settimane o mesi, in base alle necessità del paziente (vedere paragrafo 4.2).
Acatisia/irrequietezza psicomotoria: L’uso di sertralina è stato associato allo sviluppo di acatisia, caratterizzata da una sensazione soggettiva di irrequietezza spiacevole e angosciante e dalla necessità di stare in movimento, spesso associata all’impossibilità di sedere o stare immobile.
Ciò è più probabile che accada entro le prime settimane di trattamento.
Nei pazienti che presentano questi sintomi, l’aumento della dose può essere dannoso.
Compromissione epatica La sertralina è ampiamente metabolizzata nel fegato.
Uno studio di farmacocinetica con somministrazione di dosi multiple condotto in soggetti con cirrosi epatica lieve e stabile ha dimostrato un aumento dell’emivita plasmatica del farmaco e una AUC e Cmax corrispondenti a circa 3 volte i valori riscontrati nei soggetti normali.
Non sono state osservate differenze significative tra i 2 gruppi relativamente al legame con le proteine plasmatiche.
La sertralina deve essere pertanto usata con cautela in soggetti con malattie epatiche.
Se la sertralina viene somministrata a pazienti con compromissione epatica devono essere adottate dosi più basse e meno frequenti.
La sertralina non deve essere utilizzata in pazienti con compromissione epatica grave (vedere paragrafo 4.2).
Danno renale La sertralina è ampiamente metabolizzata e la quantità di farmaco escreta nelle urine sotto forma immodificata risulta trascurabile.
Negli studi condotti su pazienti con danno renale lieve-moderato (clearance della creatinina 30-60 ml/min) o moderato-grave (clearance della creatinina 10-29 ml/min) i parametri farmacocinetici (AUC0-24 o Cmax) dopo somministrazione di dosi multiple non si sono rivelati significativamente dissimili dai controlli.
Il dosaggio di sertralina non deve essere modificato in relazione al grado di danno renale.
Anziani Più di 700 pazienti anziani (età > 65 anni) hanno partecipato agli studi clinici.
Il tipo e l’incidenza delle reazioni avverse nei pazienti anziani sono risultati simili a quelli riscontrati nei pazienti più giovani.
L’uso di SSRI ed SRNI, inclusa la sertralina, è stato comunque associato a casi di iponatremia clinicamente significativa nei pazienti anziani che possono essere maggiormente a rischio di questo evento avverso (vedere Iponatremia al paragrafo 4.4).
Diabete In pazienti con diabete il trattamento con un SSRI può alterare il controllo glicemico.
Può essere necessario un aggiustamento del dosaggio di insulina e/o degli ipoglicemizzanti orali.
Terapia elettroconvulsivante (TEC) Non sono disponibili studi clinici che abbiano stabilito i rischi o i benefici dell’uso combinato di TEC e sertralina.
Succo di pompelmo Non è raccomandata la somministrazione di sertralina con succo di pompelmo (vedere paragrafo 4.5).
Interferenza con gli esami delle urine In pazienti che assumevano sertralina sono stai segnalati falsi positivi nei test immunologici delle urine per lo screening delle benzodiazepine.
Questo è dovuto ad una mancanza di specificità dei test di screening.
Si possono prevedere falsi positivi nei risultati dei test per diversi giorni dopo l’interruzione della terapia con sertralina.
Test di conferma come gascromatografia/spettrometria di massa distingueranno la sertralina dalle benzodiazepine.
Glaucoma ad angolo chiuso Gli SSRI, inclusa la sertralina, possono influenzare la dimensione della pupilla provocando midriasi.
Questo effetto midriatico ha il potenziale di restringere l’angolo dell’occhio con conseguente aumento della pressione intraoculare e glaucoma ad angolo chiuso, soprattutto nei pazienti predisposti.
La sertralina deve pertanto essere usata con cautela nei pazienti con glaucoma ad angolo chiuso o con storia di glaucoma.
Disfunzione sessuale Gli inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina SSRI e gli inibitori della serotonina-noradrenalina (SNRI) possono causare sintomi di disfunzione sessuale (vedere paragrafo 4.8).
Sono stati segnalati casi di disfunzione sessuale a lungo termine con persistenza dei sintomi dopo l’interruzione dell’uso di SSRI/SNRI.
Eccipienti Il medicinale contiene lattosio.
I pazienti affetti da rari problemi ereditari di intolleranza al galattosio, da deficit totale di lattasi o da malassorbimento di glucosio-galattosio non devono assumere questo medicinale.
Questo medicinale contiene meno di 1 mmol di sodio (23 mg) per compressa, cioè essenzialmente “senza sodio”.

Interazioni

Controindicato MAOI Inibitori irreversibili delle MAO (ad esempio selegilina) La sertralina non deve essere utilizzata in combinazione con gli IMAO irreversibili come la selegilina.
Il trattamento con sertralina non deve essere avviato per almeno 14 giorni dopo l’interruzione del trattamento con un IMAO irreversibile.
Il trattamento con sertralina deve essere interrotto almeno 7 giorni prima dell’inizio del trattamento con un IMAO irreversibile (vedere paragrafo 4.3).
Inibitore reversibile e selettivo delle MAO (moclobemide)A causa del rischio di sindrome serotoninergica, la combinazione di sertralina ed un inibitore reversibile e selettivo degli IMAO, come la moclobemide, non deve essere somministrata.
A seguito di trattamento con un inibitore reversibile e selettivo degli IMAO è possibile un periodo di interruzione inferiore ai 14 giorni prima di iniziare il trattamento con sertralina.
Si raccomanda di interrompere il trattamento con sertralina almeno 7 giorni prima dell’inizio del trattamento con un IMAO reversibile (vedere paragrafo 4.3).
IMAO Reversibile non selettivo (linezolid) L’antibiotico linezolid è un IMAO debole reversibile e non selettivo e non deve essere somministrato ai pazienti in trattamento con sertralina (vedere paragrafo 4.3).
Reazioni avverse gravi sono state riportate in pazienti che hanno recentemente interrotto il trattamento con un IMAO (ad esempio blu di metilene) ed iniziato quello con sertralina, o che hanno interrotto di recente la terapia con sertralina prima di iniziare il trattamento con un IMAO.
Queste reazioni hanno incluso tremore, mioclono, diaforesi, nausea, vomito, vampate di calore, capogiri ed ipertermia con caratteristiche sovrapponibili a quelle della sindrome maligna da neurolettici, convulsioni e morte.
Pimozide Un aumento dei livelli di pimozide di circa il 35% è stato osservato in uno studio condotto con pimozide in singola dose (2 mg).
Questo aumento dei livelli non è stato associato ad alterazioni dell’ECG.
Mentre non si conosce il meccanismo di questa interazione, a causa del ristretto indice terapeutico della pimozide, la somministrazione concomitante di sertralina e pimozide è controindicata (vedere paragrafo 4.3).
La somministrazione concomitante con sertralina non è raccomandata con: Farmaci deprimenti il SNC e alcool La somministrazione concomitante di sertralina 200 mg/die non ha potenziato gli effetti di alcool, carbamazepina, aloperidolo o fenitoina sulla performance cognitiva e psicomotoria nei soggetti sani; tuttavia, l’uso concomitante di sertralina e alcool non è raccomandato.
Altri farmaci serotoninergici Vedere paragrafo 4.4.
Si consiglia cautela con il fentanil (usato in anestesia generale o nel trattamento del dolore cronico), altri medicinali serotoninergici (inclusi altri antidepressivi serotoninergici, anfetamine, triptani) e altri medicinali oppiacei (ad es.
buprenorfina (con o senza naloxone)).
Precauzioni particolari Medicinali che prolungano l’intervallo QT Il rischio di prolungamento dell’intervallo QTc e/o di aritmie ventricolari (ad esempio TdP) può aumentare con l’uso concomitante di altri medicinali che prolungano l’intervallo QTc (ad esempio alcuni antipsicotici e antibiotici) (vedere paragrafi 4.4 e 5.1).
Litio Nel corso di uno studio controllato verso placebo effettuato su volontari sani, la co-somministrazione di sertralina e litio non ha comportato alterazioni significative della farmacocinetica del litio, ma ha determinato un incremento degli episodi di tremore rispetto al gruppo in terapia con placebo, evidenziando una possibile interazione farmacodinamica.
Quando la sertralina viene somministrata con il litio i pazienti devono essere opportunamente monitorati.
Fenitoina Da uno studio clinico controllato verso placebo condotto su volontari sani è emerso che la somministrazione cronica di sertralina alla dose di 200 mg/die non causa una inibizione clinicamente significativa del metabolismo della fenitoina.
Poiché in alcuni casi in pazienti in trattamento con sertralina è stata riportata l’esposizione ad alti livelli di fenitoina si consiglia comunque di monitorare le concentrazioni plasmatiche di fenitoina dopo l’inizio della terapia con sertralina, effettuando gli opportuni aggiustamenti posologici della fenitoina.
Inoltre, la somministrazione concomitante di fenitoina può causare una riduzione dei livelli plasmatici di sertralina.
Non può essere escluso che altri induttori del CYP3A4 come ad esempio fenobarbital, carbamazepina, erba di San Giovanni, rifampicina possano causare una riduzione dei livelli plasmatici di sertralina.
Triptani Nella fase di commercializzazione del prodotto sono stati raramente segnalati casi di pazienti con debolezza, iperreflessia, incoordinazione, confusione, ansia e agitazione a seguito dell’uso di sertralina e sumatriptan.
I sintomi della sindrome serotoninergica possono verificarsi anche con altri farmaci della stessa classe (triptani).
Se l’uso concomitante di sertralina e triptani è clinicamente giustificato, si consiglia un’appropriata osservazione del paziente (vedere paragrafo 4.4).
Warfarin La somministrazione concomitante di sertralina 200 mg/die e warfarin ha comportato un piccolo ma statisticamente significativo aumento del tempo di protrombina, che in alcuni casi rari può alterare il valore di INR.
Pertanto, il tempo di protrombina deve essere attentamente monitorato quando si inizia o si interrompe il trattamento con sertralina.
Interazioni con altri farmaci, digossina, atenololo, cimetidina La somministrazione concomitante di cimetidina ha causato una riduzione sostanziale della clearance della sertralina.
Il significato clinico di queste variazioni non è noto.
La sertralina non ha avuto effetti sulla capacità di blocco beta-adrenergico dell’atenololo.
Non sono state osservate interazioni tra sertralina 200 mg/die e digossina.
Farmaci che agiscono sulla funzione piastrinica Il rischio di sanguinamento può aumentare quando i medicinali che agiscono sulla funzione piastrinica (ad es.
FANS, acido acetilsalicilico e ticlopidina) o altri medicinali che possono aumentare il rischio di sanguinamento vengono somministrati insieme agli SSRI, inclusa la sertralina (vedere paragrafo 4.4).
Bloccanti neuromuscolari Gli SSRI possono ridurre l’attività della colinesterasi plasmatica risultante in un prolungamento dell’azione bloccante neuromuscolare del mivacurio e di altri bloccanti neuromuscolari.
Farmaci metabolizzati dal Citocromo P450 La sertralina può esercitare un’azione inibitoria lieve-moderata dell’attività del CYP 2D6.
La somministrazione cronica di sertralina 50 mg/die ha evidenziato un incremento moderato (media 23-37%) dei livelli plasmatici steady-state di desipramina (un marker dell’attività dell’isozima CYP 2D6).
Interazioni clinicamente rilevanti possono verificarsi con altri substrati del CYP 2D6 con un indice terapeutico ristretto tra cui gli antiaritmici di classe 1C come il propafenone e la flecainide, gli antidepressivi triciclici e gli antipsicotici tipici, specialmente se la sertralina viene somministrata ad alte dosi.
La sertralina non agisce come inibitore di CYP 3A4, CYP 2C9, CYP 2C19 e CYP 1A2 in misura clinicamente rilevante.
Ciò è stato confermato dagli studi di interazione in-vivo condotti con substrati del CYP 3A4 (cortisolo endogeno, carbamazepina, terfenadina, alprazolam), il substrato del CYP 2C19 (diazepam) e i substrati del CYP 2C9 (tolbutamide, glibenclamide e fenitoina).
Gli studi in vitro indicano che la sertralina ha un potenziale di inibizione trascurabile o del tutto inesistente per il CYP 1A2.
L’assunzione di 3 bicchieri di succo di pompelmo al giorno ha aumentato i livelli plasmatici di sertralina di circa il 100% in uno studio cross-over in 8 soggetti sani giapponesi.
Quindi l’assunzione di succo di pompelmo deve essere evitata durante il trattamento con sertralina (vedere paragrafo 4.4).
In base a studi di interazione con succo di pompelmo, non può essere escluso che la somministrazione concomitante di sertralina e potenti inibitori del CYP 3A4 come ad esempio inibitori delle proteasi, ketoconazolo, itraconazolo, posaconazolo, voriconazolo, claritromicina, telitromicina e nefazodone possa portare ad un aumento ancora maggiore dell’esposizione alla sertralina.
Questo riguarda anche gli inibitori moderati del CYP 3A4 come ad esempio aprepitant, eritromicina, fluconazolo, verapamil e diltiazem.
L’assunzione di potenti inibitori del CYP 3A4 deve essere evitata durante il trattamento con sertralina.
La somministrazione concomitante di sertralina con metamizolo, che è un induttore di enzimi metabolizzanti compresi CYP2B6 e CYP3A4, può causare una riduzione delle concentrazioni plasmatiche di sertralina con una potenziale diminuzione dell'efficacia clinica.
Pertanto, si consiglia cautela quando il metamizolo e la sertralina vengono somministrati contemporaneamente; la risposta clinica e / o i livelli di farmaco devono essere monitorati in modo appropriato.
I livelli plasmatici di sertralina sono aumentati di circa il 50% nei metabolizzatori deboli del CYP 2C19 se confrontati con i metabolizzatori rapidi (vedere paragrafo 5.2).
Non può essere esclusa l’interazione con forti inibitori del CYP 2C19 come ad esempio omeprazolo, lansoprazolo, pantoprazolo, rabeprazolo, fluoxetina, fluvoxamina.

Effetti indesiderati

La nausea è l’effetto indesiderato più comune.
Nel trattamento del disturbo da ansia sociale si è verificata disfunzione sessuale (mancata eiaculazione) nell’uomo nel 14% dei soggetti in trattamento con sertralina rispetto allo 0% con placebo.
Questi effetti indesiderati sono dose-dipendenti e sono spesso di natura transitoria con il proseguimento del trattamento.
Il profilo degli effetti indesiderati comunemente osservati negli studi in doppio cieco controllati verso placebo in pazienti con OCD, disturbo da attacchi di panico, PTSD e disturbo da ansia sociale è stato simile a quello osservato negli studi clinici condotti in pazienti affetti da depressione.
Nella Tabella 1 sono riportate le reazioni avverse osservate nella fase di commercializzazione del medicinale (frequenza non nota) e nel corso degli studi clinici controllati verso placebo (comprendenti un totale di 2542 pazienti in trattamento con sertralina e 2145 con placebo) sulla depressione, OCD, disturbo da attacchi di panico, PTSD e disturbo da ansia sociale.
Alcune delle reazioni avverse da farmaco elencate nella Tabella 1 possono diminuire per intensità e frequenza con il proseguimento del trattamento e generalmente non comportano l’interruzione della terapia.
Tabella 1: Reazioni avverse Frequenza delle reazioni avverse osservate nel corso degli studi clinici controllati verso placebo sulla depressione, OCD, disturbo da attacchi di panico, PTSD e disturbo da ansia sociale.
Analisi aggregata ed esperienza relativa alla fase di commercializzazione del farmaco (frequenza non nota).
Molto comune (≥1/10) Comune (≥1/100, <1/10) Non comune (≥1/1.000,<1/100) Raro (≥1/10.000, <1/1.000) Frequenza non nota (non può essere definita sulla base dei dati disponibili)
Infezioni ed infestazioni
  Infezioni delle vie respiratorie superiori, faringite, rinite gastroenterite, otite media Diverticolite², 
Tumori benigni, maligni e non specificati (cisti e polipi compresi)
   Tumori  
Patologie del Sistema emolinfopoietico
    linfoadenopatia,leucopenia1,2, trombocitopenia1,2 
Disturbi del Sistema immunitario
   ipersensibilità¹, allergia stagionale¹ reazione anafilattoide¹ 
Patologie endocrine
   Ipotiroidismo¹ iperprolattinemia1,2, sindrome da inappropriata secrezione dell’ormone antidiuretico1,2 
Disturbi del metabolismo e della nutrizione
  aumento dell’appetito*¹, diminuzione dell’appetito  diabete mellito¹, ipercolesterolemia, ipoglicemia¹, iponatriemia1,2, iperglicemia1,2 
Disturbi psichiatrici
Insonnia depressione¹, depersonalizzazione, incubi, ansia¹, agitazione¹, nervosismo, riduzione della libido¹, bruxismo¹ ideazione/comportamento suicidario, disturbi psicotici¹, allucinazioni¹, aggressione¹, stato d’animo euforico¹, apatia, pensieri anomali, paranoia disturbo di conversione1,2, dipendenza da farmaco, sonnambulismo, eiaculazione precoce, paroniria1,2 
Patologie del sistema nervoso
capogiri, sonnolenza, cefalea*,¹ Tremori, disturbi del movimento (inclusi sintomi extrapiramidali come ipercinesia, ipertonia, distonia, digrignamento dei denti o alterazioni dell’andatura), parestesia¹, ipertonia¹, disgeusia, disturbi dell’attenzione convulsioni¹, contrazioni muscolari involontarie¹, coordinazione alterata, ipercinesia¹, amnesia, ipoestesia¹, disturbi del linguaggio, capogiri posturali, sincope¹, emicrania¹ Coma¹, acatisia (vedere paragrafo 4.4.), discinesia, iperestesia, spasmo cerebrovascolare (inclusa sindrome da vasocostrizione cerebrale reversibile e sindrome di Call-Fleming)1,2, irrequietezza psicomotoria, (vedere paragrafo 4.4), coreoatetosi², disturbi del sensorio, Sono stati inoltre segnalati segni e sintomi associati a SS¹ o NMS: in alcuni casi associati all’uso concomitante di farmaci serotoninergici che hanno incluso agitazione, confusione, diaforesi, diarrea, febbre, ipertensione, rigidità e tachicardia. 
Patologie dell’occhio
  disturbi della vista¹ midriasi¹ glaucoma, disturbi della lacrimazione, scotoma, diplopia, fotofobia, ifema1,2, pupille diseguali1,2, alterazione della vista² maculopatia
Patologie dell’orecchio e del labirinto
  tinnito¹ dolore all’orecchio  
Patologie cardiache
  palpitazioni¹ tachicardia, disturbi cardiaci infarto del miocardio1,2, TdP1,2 (vedere paragrafi 4.4, 4.5 e 5.1), bradicardia, Prolungamento del QT ¹ (vedere paragrafi 4.4, 4.5 e 5.1) 
Patologie vascolari
  vampate di calore¹ anomalie del sanguinamento (come sanguinamento gastrointestinale)¹, ipertensione¹, rossore al viso, ematuria¹ ischemia periferica, 
Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche
  Sbadigli¹ Broncospasmo¹, dispnea, epistassi¹ Laringospasmo, iperventilazione, Malattia polmonare interstiziale1,2, ipoventilazione, stridore1,2, disfonia, singhiozzi 
Patologie gastrointestinali
diarrea, nausea, secchezza della bocca dolore addominale¹, vomito¹, stipsi¹ dispepsia, flatulenza melena, disturbi ai denti, esofagite, disfagia, emorroidi, ipersecrezione salivare, disturbi alla lingua, eruttazione ematochezia, stomatite, ulcerazione della lingua, glossite, ulcerazione della bocca, pancreatite1,2 colite microscopica
Patologie epatobiliari
    alterazione della funzionalità epatica, Gravi eventi epatici (inclusi epatite, ittero e insufficienza epatica) 
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo
  eruzione cutanea¹, Iperidrosi edema periorbitale¹, edema del viso porpora¹, alopecia¹, sudori freddi, secchezza della cute, orticaria¹, prurito, dermatite dermatite bollosa, eruzione cutanea follicolare, alterazione della struttura dei capelli, alterazione dell’odore della pelle, Segnalazioni rare di reazione avverse cutanee gravi (SCAR), ad es.
Sindrome di Stevens Johnson¹ e necrolisi epidermica1,2, reazioni cutanee1,2, fotosensibilità², angioedema
 
Patologie del sistema muscolo scheletrico e del tessuto connettivo
  Artralgia¹, mialgia, dolore alla schiena osteoartrite, debolezza muscolare, contrazioni muscolari, crampi muscolari¹ disturbi alle ossa, rabdomiolisi1,2 trisma¹
Patologie renali e urinarie
   nicturia, ritenzione urinaria, poliuria, pollachiuria, disturbi della minzione, incontinenza urinaria¹ oliguria, esitazione urinaria¹ 
Patologie dell’apparato riproduttivo e della mammella
mancata eiaculazione disfunzione erettile, irregolarità mestruali¹ emorragia vaginale, disfunzione sessuale, disfunzione sessuale femminile, menorragia vulvovaginite atrofica, balanopostite1,2, secrezione genitale, priapismo¹, galattorrea¹, ginecomastia emorragia post-partum³
Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione
affaticamento¹ dolore al torace¹, malessere¹, astenia¹, piressia¹ edema periferico¹, brividi, sete, disturbi dell’andatura¹ ernia, ridotta tolleranza ai farmaci 
Esami diagnostici
  aumento di peso¹ incremento della alaninoaminotransferasi¹, incremento della aspartatoaminotransferasi¹, riduzione di peso¹ alterazioni del liquido seminale, aumento del colesterolo sierico¹, alterazione dei risultati di laboratorio, alterazione della funzione piastrinica1,2 
Traumatismo, avvelenamento e complicazioni da procedura
  ferite   
Procedure mediche e chirurgiche
    procedura di vasodilatazione 
¹ reazione avversa identificata dopo la commercializzazione.
² frequenza della reazione avversa rappresentata dal limite superiore stimato dell’intervallo di confidenza al 95% usando “La regola del 3”.
³ l’ evento è stato riferito per la classe terapeutica di SSRI/SNRI (vedere paragrafi 4.4 e 4.6).
Sintomi da sospensione osservati in seguito all’interruzione del trattamento con sertralina L’interruzione del trattamento con sertralina (soprattutto se brusca) porta in genere a sintomi da sospensione.
Gli eventi più comunemente segnalati sono stati capogiri, disturbi del sensorio (inclusa parestesia), disturbi del sonno (inclusi insonnia e sogni vividi), agitazione o ansia, nausea e/o vomito, tremore e cefalea.
Generalmente questi eventi sono di intensità lieve-moderata e sono auto-limitanti; tuttavia, in alcuni pazienti possono essere gravi e/o prolungati.
Pertanto, qualora il trattamento con sertralina non è più necessario, si consiglia una graduale interruzione del trattamento tramite un decremento graduale della dose (vedere paragrafi 4.2 e 4.4).
Anziani L’uso di SSRI o SRNI, inclusa la sertralina, è stato associato a casi di iponatremia clinicamente significativi nei pazienti anziani che possono essere maggiormente a rischio di questo evento avverso (vedere paragrafo 4.4).
Popolazione pediatrica Negli oltre 600 pazienti pediatrici trattati con sertralina, il profilo complessivo delle reazioni avverse è stato generalmente sovrapponibile a quello osservato negli studi condotti sugli adulti.
Le seguenti reazioni avverse sono state segnalate nel corso degli studi clinici controllati (n=281 pazienti trattati con sertralina): Molto comune (≥1/10): Cefalea (22%), insonnia (21%), diarrea (11%), e nausea (15%).
Comune (≥ 1/100, <1/10): Dolore al torace, mania, piressia, vomito, anoressia, instabilità affettiva, aggressione, agitazione, nervosismo, disturbi dell’attenzione, capogiri, ipercinesia, emicrania, sonnolenza, tremori, disturbi della vista, secchezza della bocca, dispepsia, incubi, affaticamento, incontinenza urinaria, rash, acne, epistassi, flatulenza.
Non comune (≥1/1000, <1/100): Prolungamento dell’intervallo QT all’ECG (vedere paragrafi 4.4, 4.5 e 5.1), tentativo di suicidio, convulsioni, disturbi extrapiramidali, parestesia, depressione, allucinazioni, porpora, iperventilazione, anemia, alterazioni della funzionalità epatica, incremento della alanino-aminotransferasi, cistite, herpes simplex, otite esterna, dolore all’orecchio, dolore agli occhi, midriasi, malessere, ematuria, rash pustulare, rinite, ferite, riduzione di peso, contrazioni muscolari, sogni anomali, apatia, albuminuria, pollachiuria, poliuria, dolore al seno, disturbi mestruali, alopecia, dermatite, disturbi della cute, alterazione dell’odore della pelle, orticaria, brussismo, rossore al viso.
Frequenza non nota: enuresi.
Effetti di classe Gli studi epidemiologici, condotti principalmente in pazienti di 50 anni di età e oltre, mostrano un aumento del rischio di fratture ossee nei pazienti trattati con SSRI e TCA.
Il meccanismo che porta a questo rischio è sconosciuto.
Segnalazione delle reazioni avverse sospette La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale.
Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione all’indirizzo https://www.aifa.gov.it/content/segnalazioni-reazioni-avverse.

Gravidanza e allattamento

Gravidanza Non sono disponibili studi controllati adeguati sulle donne in gravidanza.
Tuttavia, una sostanziale quantità di dati disponibili non ha rivelato che sertralina induca malformazioni congenite.
Negli studi condotti sugli animali sono stati osservati effetti sulla riproduzione, probabilmente causati dalla tossicità conseguente all’azione farmacodinamica del composto nei confronti della madre e/o dall’azione farmacodinamica diretta del composto nei confronti del feto (vedere paragrafo 5.3).
In alcuni neonati, le cui madri erano state sottoposte a terapia con sertralina, è stato riportato che l’uso di sertralina durante la gravidanza ha causato una sintomatologia compatibile con la sindrome da privazione da farmaco.
La stessa sintomatologia è stata riportata anche con altri antidepressivi SSRI.
L’uso di sertralina non è raccomandato in gravidanza, a meno che le condizioni cliniche della donna siano tali che i benefici del trattamento superino i potenziali rischi.
I neonati devono essere tenuti sotto osservazione se l’utilizzo della sertralina da parte della madre continua durante le ultime fasi della gravidanza, in particolare nel terzo trimestre.
In seguito all’uso materno di sertralina durante gli ultimi mesi di gravidanza possono presentarsi nel neonato i seguenti sintomi: difficoltà respiratoria, cianosi, apnea, episodi convulsivi, alterazioni della temperatura, difficoltà nell’alimentazione, vomito, ipoglicemia, ipertonia, ipotonia, iperreflessia, tremori, nervosismo, irritabilità, letargia, pianto continuo, sonnolenza e difficoltà del sonno.
Questi sintomi possono essere conseguenti agli effetti serotoninergici o ai sintomi da sospensione.
Nella maggior parte dei casi le complicanze si manifestano immediatamente o in tempi brevi (<24 ore) dopo il parto.
I dati epidemiologici hanno suggerito che l'uso di SSRI in gravidanza, soprattutto verso la fine gravidanza, può aumentare il rischio di ipertensione polmonare persistente nel neonato (PPHN).
Il rischio osservato è stato di circa 5 casi ogni 1000 gravidanze.
Nella popolazione generale si verificano 1-2 casi di PPHN su 1000 gravidanze.
I dati osservazionali individuano un rischio aumentato (inferiore a 2 volte) di emorragia post-partum in seguito a esposizione a SSRI / SNRI nel mese precedente il parto (vedere paragrafi 4.4 e 4.8).
Allattamento I dati pubblicati sui livelli di sertralina rilevabile nel latte materno evidenziano che la sertralina ed il suo metabolita N-desmetil-sertralina sono escreti nel latte materno.
Generalmente i livelli sierici di sertralina nei neonati sono risultati trascurabili o non rilevabili, con l’eccezione di 1 neonato con livelli sierici corrispondenti a circa il 50% del livello riscontrato nella madre (ma senza evidenti effetti clinici sul neonato).
Non sono stati riportati ad oggi eventi avversi sulla salute dei piccoli allattati da madri in trattamento con sertralina, ma non è possibile escludere eventuali rischi.
L’uso di sertralina nelle donne che allattano non è consigliato a meno che, a giudizio del medico, i benefici siano superiori ai rischi.
Fertilità I dati sugli animali non hanno mostrato un effetto della sertralina sui parametri della fertilità (vedere paragrafo 5.3).
Nell’uomo, segnalazioni provenienti da pazienti trattati con SSRI hanno dimostrato che l’effetto sulla qualità dello sperma è reversibile.
Finora non è stato osservato impatto sulla fertilità.

Conservazione

Questo medicinale non richiede alcuna speciale condizione di conservazione.

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Segnalazione degli effetti indesiderati
Se dovesse manifestarsi un qualsiasi effetto indesiderato, compresi quelli non elencati in questo foglio, è doveroso rivolgersi al proprio medico, ad uno specialista e/o al farmacista. La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Gli effetti indesiderati possono essere segnalati direttamente tramite il sistema nazionale di segnalazione all'indirizzo www.agenziafarmaco.it/it/responsabili. Segnalando gli effetti indesiderati si può contribuire a fornire maggiori informazioni sulla sicurezza di questo medicinale.