SERTRALINA TEVA 15CPR RIV 50MG
4,63 €
Prezzo indicativo
Data ultimo aggiornamento: 22/08/2012
La sertralina è indicata nel trattamento di: - Episodi depressivi maggiori. Prevenzione delle recidive di episodi depressivi maggiori. - Disturbo da attacchi di panico, con o senza agorafobia. - Disturbo ossessivo-compulsivo (OCD) in pazienti adulti e nei pazienti pediatrici di età compresa tra 6 e 17 anni. - Disturbo da ansia sociale. - Disturbo Post-Traumatico da Stress (PTSD).
50 mg Ogni compressa rivestita con film contiene 50 mg di sertralina (come cloridrato). 100 mg Ogni compressa rivestita con film contiene 100 mg di sertralina (come cloridrato). Per l’elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1.
Controindicazioni
- Ipersensibilità al principio attivo o ad uno qualsiasi degli eccipienti elencati al paragrafo 6.1.
L’uso concomitante degli inibitori irreversibili delle monoaminoossidasi (IMAO) è controindicato a causa del rischio di sindrome serotoninergica con sintomi come agitazione, tremori e ipertermia.
Il trattamento con sertralina non deve essere iniziato per almeno 14 giorni dopo l’interruzione del trattamento con un IMAO irreversibile.
Il trattamento con sertralina deve essere interrotto almeno 7 giorni prima di iniziare il trattamento con un IMAO irreversibile (vedere paragrafo 4.5).
L’uso concomitante di pimozide è controindicato (vedere paragrafo 4.5). Posologia
- Posologia Trattamento iniziale Depressione e OCD Il trattamento con sertralina deve essere iniziato alla dose di 50 mg/die.
Disturbo da attacchi di panico, PTSD e Disturbo da Ansia Sociale La terapia deve essere iniziata alla dose di 25 mg/die.
Dopo una settimana, la dose deve essere aumentata a 50 mg una volta al giorno.
È stato dimostrato che questo regime posologico riduce la frequenza degli effetti indesiderati che caratterizzano il disturbo da attacchi di panico nella fase iniziale del trattamento.
Titolazione Depressione, OCD, Disturbo da Attacchi di Panico, Disturbo da Ansia Sociale e PTSD I pazienti che non rispondono alla dose di 50 mg possono ottenere un beneficio con incrementi della dose.
Le modificazioni posologiche devono essere effettuate con incrementi da 50 mg ad intervalli di almeno una settimana, fino ad un massimo di 200 mg/die.
Tenuto conto che la sertralina ha un’emivita di eliminazione di 24 ore, non si devono effettuare modificazioni posologiche con una frequenza superiore ad una volta alla settimana.
La comparsa dell’effetto terapeutico si può osservare entro 7 giorni.
Tuttavia l’effetto terapeutico può manifestarsi dopo periodi di tempo superiori, in particolare nel trattamento dell’OCD.
Mantenimento Durante un trattamento prolungato, il dosaggio deve essere mantenuto al livello terapeutico più basso, con successivo aggiustamento posologico a seconda della risposta clinica.
Depressione Un trattamento più lungo può essere appropriato anche per prevenire le recidive degli episodi depressivi maggiori (MDE).
Nella maggior parte dei casi, la dose raccomandata nella prevenzione delle recidive degli episodi depressivi maggiori è la stessa utilizzata nel corso degli episodi stessi.
I pazienti affetti da depressione devono essere trattati per un periodo di tempo sufficiente, di almeno 6 mesi, in modo da garantire che siano liberi dai sintomi.
Disturbo da attacchi di panico e OCD Il proseguimento del trattamento nel disturbo da attacchi di panico e nell’OCD deve essere valutato regolarmente, perché l’efficacia nella prevenzione delle ricadute non è stata dimostrata per questi disturbi.
Pazienti anziani Il dosaggio va stabilito con cautela negli anziani, perché questi pazienti possono essere a maggior rischio di iponatremia (vedere paragrafo 4.4).
Pazienti con compromissione epatica L’impiego della sertralina in pazienti con disturbi epatici deve essere effettuato con cautela.
Nei pazienti con compromissione epatica devono essere adottati dosaggi più bassi o meno frequenti (vedere paragrafo 4.4).
La sertralina non deve essere utilizzata in casi di grave compromissione epatica perché non sono disponibili dati clinici in questi pazienti (vedere paragrafo 4.4).
Pazienti con danno renale Non è necessario alcun aggiustamento posologico nei pazienti con danno renale (vedere anche paragrafo 4.4).
Popolazione pediatrica Bambini ed adolescenti con Disturbo Ossessivo-Compulsivo Età 13-17 anni: Iniziare il trattamento alla dose di 50 mg una volta al giorno.
Età 6-12 anni: Iniziare il trattamento alla dose di 25 mg una volta al giorno.
La dose può essere aumentata a 50 mg una volta al giorno dopo una settimana.
In caso di risposta minore rispetto a quella attesa, le dosi successive possono essere aumentate di 50 mg in 50 mg nell’arco di tempo di alcune settimane, al bisogno.
La dose massima giornaliera è 200 mg al giorno.
Tuttavia, il peso corporeo dei bambini, generalmente inferiore a quello degli adulti, deve essere tenuto in considerazione quando si aumenta la dose oltre i 50 mg.
Non si devono effettuare modificazioni posologiche ad intervalli inferiori ad una settimana.Non è stata dimostrata l’efficacia in pazienti pediatrici con disturbi depressivi maggiori.
Non sono disponibili dati nei bambini di età inferiore ai 6 anni (vedere anche paragrafo 4.4).
Sintomi da sospensione osservati in seguito all’interruzione del trattamento con sertralina Si deve evitare un’interruzione brusca del trattamento.
Quando si interrompe il trattamento con la sertralina, la dose deve essere ridotta gradualmente in un periodo di almeno 1-2 settimane per ridurre il rischio di reazioni da sospensione (vedere paragrafi 4.4 e 4.8).
Se si dovessero manifestare sintomi non tollerabili a seguito della riduzione della dose o al momento dell’interruzione del trattamento, si potrà prendere in considerazione il ripristino della dose prescritta in precedenza.
Successivamente il medico potrà continuare a ridurre la dose, ma in modo più graduale.
Modo di somministrazione La sertralina deve essere assunta in un’unica somministrazione giornaliera, al mattino o alla sera.
La compressa rivestita con film può essere somministrata con o senza cibo. Avvertenze e precauzioni
- Sindrome Serotoninergica (SS) o Sindrome Maligna da Neurolettici (SNM) Lo sviluppo di sindromi che possano mettere a rischio la vita del paziente, come la Sindrome Serotoninergica (SS) o la Sindrome Maligna da Neurolettici (SMN), è stato riportato con l’uso di SSRI, incluso il trattamento con sertralina.
Il rischio di SS o SMN con gli SSRI aumenta con l’uso concomitante di altri farmaci serotoninergici (inclusi altri antidepressivi serotoninergici, anfetamine, triptani), con i farmaci che compromettono il metabolismo della serotonina (inclusi gli IMAO, ad es.
blu di metilene), con gli antipsicotici e con altri farmaci antagonisti dopaminergici e con oppioidi.
I pazienti devono essere monitorati per l’eventuale comparsa di segni e sintomi da SS o SNM (vedere paragrafo 4.3).
Passaggio da una terapia con Inibitori Selettivi del Reuptake della Serotonina (SSRI), antidepressivi o farmaci per i disturbi ossessivo-compulsivi L’esperienza clinica finora acquisita non consente di stabilire quale sia il momento più opportuno per passare da una terapia con altri SSRI, antidepressivi o farmaci indicati nel trattamento dei disturbi ossessivo-compulsivi ad una con sertralina.
In questa fase, viene richiesta particolare cautela e vigilanza da parte del medico, soprattutto se si sostituisce un farmaco a lunga durata d’azione come la fluoxetina.
Altri farmaci serotoninergici (ad es.
triptofano, fenfluramina e agonisti 5-HT) La somministrazione concomitante di sertralina e altri farmaci che potenziano gli effetti della neurotrasmissione serotoninergica come anfetamine, triptofano o fenfluramina o gli agonisti 5-HT, o l’Erba di S.
Giovanni (hypericum perforatum), medicinale a base di erbe, deve essere effettuata con cautela ed evitata quando possibile a causa della potenziale interazione farmacodinamica.
Prolungamento dell’intervallo QTc/Torsione di Punta (TdP) Durante la fase post-marketing di sertralina sono stati segnalati casi di prolungamento dell’intervallo QTc e TdP.
La maggior parte delle segnalazioni si sono verificate in pazienti con altri fattori di rischio per prolungamento dell’intervallo QTc e TdP.
L’effetto sul prolungamento dell’intervallo QTc è stato confermato in uno studio approfondito sul QTc in volontari sani, con una relazione esposizione-risposta positiva e statisticamente significativa.
Pertanto la sertralina deve essere usata con cautela nei pazienti con fattori di rischio addizionali per prolungamento dell’intervallo QTc come cardiopatia, ipokaliemia o ipomagnesiemia, storia familiare di prolungamento dell’intervallo QTc, bradicardia e uso concomitante di farmaci che prolungano l’intervallo QTc (vedere paragrafi 4.5 e 5.1).
Attivazione di ipomania o mania L’insorgenza di sintomi di mania/ipomania è stata segnalata in un piccolo numero di pazienti trattati con antidepressivi e farmaci per i disturbi ossessivo-compulsivi disponibili in commercio, inclusa la sertralina.
Pertanto, la sertralina deve essere utilizzata con cautela in pazienti con storia di mania/ipomania.
È necessaria un’attenta supervisione da parte del medico.
Il trattamento con sertralina deve essere interrotto nei pazienti che entrano in una fase maniacale.
Schizofrenia I sintomi psicotici possono aggravarsi nei pazienti schizofrenici.
Convulsioni In corso di trattamento con sertralina possono verificarsi convulsioni; l’uso di sertralina deve essere evitato in pazienti con epilessia instabile, e i pazienti con epilessia controllata devono essere attentamente monitorati.
La somministrazione di sertralina deve essere interrotta nei pazienti che manifestano convulsioni.
Suicidio/ideazioni/suicidarie/tentativi di suicidio o peggioramento clinico La depressione è associata ad un aumentato rischio di pensieri suicidari, autolesionismo e suicidio (comportamento o pensieri suicidari).
Tale rischio persiste fino a quando non si verifica una remissione significativa.
Poiché possono non verificarsi miglioramenti durante le prime settimane di trattamento o in quelle immediatamente successive, i pazienti devono essere attentamente controllati fino ad avvenuto miglioramento.
L’esperienza clinica generale dimostra che il rischio di suicidio può aumentare nelle prime fasi del miglioramento.
Altre condizioni psichiatriche per le quali la sertralina viene prescritta possono anche essere associate ad un aumentato rischio di comportamento o pensieri suicidari.
Inoltre, queste condizioni possono essere associate al disturbo depressivo maggiore.
Quando si trattano pazienti con altri disturbi depressivi maggiori, si devono quindi osservare le stesse precauzioni seguite durante il trattamento di pazienti con altre patologie psichiatriche.I pazienti con anamnesi positiva per comportamento o pensieri suicidari, o quelli che manifestano un grado significativo di ideazione suicidaria prima dell’inizio del trattamento, sono noti essere a rischio maggiore di ideazione suicidaria o di tentativi di suicidio, e devono essere attentamente monitorati durante il trattamento.
Una metanalisi degli studi clinici, controllati con placebo, condotti con farmaci antidepressivi nella terapia di pazienti adulti con disturbi psichiatrici, ha mostrato un aumento del rischio di comportamento suicidario nella fascia di età inferiore ai 25 anni per i pazienti trattati con antidepressivi rispetto a quelli in trattamento con placebo.
Una stretta sorveglianza dei pazienti, in particolare di quelli ad alto rischio, deve essere sempre associata alla terapia farmacologica specialmente nelle fasi iniziali del trattamento e dopo cambiamenti della dose.
I pazienti (o chi si prende cura di loro) devono essere avvertiti della necessità di monitorare e di riportare immediatamente al proprio medico curante qualsiasi peggioramento del quadro clinico, insorgenza di comportamenti o pensieri suicidari, o cambiamenti comportamentali.
Disfunzione sessuale Gli inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina (SSRI) possono causare sintomi di disfunzione sessuale (vedere paragrafo 4.8).
Sono stati segnalati casi di disfunzione sessuale a lungo termine con persistenza dei sintomi dopo l’interruzione dell’uso di SSRI.
Popolazione pediatrica La sertralina non deve essere utilizzata per il trattamento di bambini e adolescenti al di sotto dei 18 anni di età, ad eccezione dei pazienti affetti da disturbi ossessivo-compulsivi di età compresa tra 6 e 17 anni.
Comportamenti suicidari (tentativi di suicidio e ideazione suicidaria) e ostilità (essenzialmente aggressività, comportamento di opposizione e collera) sono stati osservati con maggiore frequenza negli studi clinici effettuati su bambini e adolescenti trattati con antidepressivi rispetto a quelli trattati con placebo.
Se, in base ad esigenze cliniche, dovesse essere presa la decisione di effettuare il trattamento, il paziente deve essere monitorato attentamente per la comparsa di sintomi suicidari, soprattutto nella fase iniziale del trattamento.
La sicurezza a lungo termine sulla maturazione cognitiva, emotiva, fisica e puberale in bambini e adolescenti di età compresa tra 6 e 16 anni è stata valutata in uno studio osservazionale a lungo termine per un periodo fino a 3 anni (vedere paragrafo 5.1).
Nelle segnalazioni post-marketing sono stati riportati pochi casi di ritardo nella crescita e ritardo nella pubertà.
La rilevanza clinica e la causalità non sono ancora chiari (vedere paragrafo 5.3 per i corrispondenti dati di sicurezza preclinica).
I medici devono tenere sotto osservazione i pazienti pediatrici sottoposti a trattamento a lungo termine per il possibile sviluppo di anomalie relative alla crescita e allo sviluppo.
Sanguinamento anomalo/emorragia Con l’uso degli SSRI sono stati riportati casi di disturbi emorragici, inclusi sanguinamenti a livello cutaneo (ecchimosi e porpora), ed altri eventi emorragici come sanguinamento gastrointestinale o ginecologico, incluse emorragie letali.
Gli inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina (SSRI)/inibitori della ricaptazione della serotonina-norepinefrina (SNRI) possono aumentare il rischio di emorragia postpartum (vedere paragrafi 4.6 e 4.8).
Si consiglia cautela nei pazienti che assumono SSRI, in particolare in caso di uso concomitante con i farmaci che notoriamente influiscono sulla funzione piastrinica (ad es.
anticoagulanti, antipsicotici atipici e fenotiazine, la maggior parte degli antidepressivi triciclici, acido acetilsalicilico e farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS)), come anche in pazienti con precedenti disturbi emorragici (vedere paragrafo 4.5).
Iponatremia L’iponatremia può verificarsi a seguito di trattamento con SSRI o SNRI, inclusa la sertralina.
In molti casi, l’iponatremia sembra essere il risultato di una sindrome da inappropriata secrezione dell’ormone antidiuretico (SIADH).
Sono stati segnalati casi di livelli di sodio sierico inferiori a 110 mmol/l.
I pazienti anziani possono essere maggiormente a rischio di sviluppo di iponatremia quando sono in trattamento con SSRI e SNRI.
Anche i pazienti che assumono diuretici o che presentano comunque una deplezione di volume possono presentare un rischio maggiore (vedere anche “Uso nei pazienti anziani”).
L’interruzione del trattamento con sertralina deve essere presa in considerazione in pazienti con iponatremia sintomatica, e dovrà essere istituita un’appropriata terapia medica.
I segni e i sintomi dell’iponatremia includono cefalea, difficoltà di concentrazione, compromissione della memoria, confusione, debolezza ed instabilità fisica che può causare cadute.
I segni ed i sintomi associati ai casi più gravi e/o acuti hanno incluso allucinazioni, sincope, attacchi epilettici, coma, arresto respiratorio e morte.
Sintomi da sospensione osservati in seguito ad interruzione del trattamento con sertralina I sintomi da sospensione osservati quando il trattamento viene interrotto sono comuni, in particolare in caso di brusca interruzione (vedere paragrafo 4.8).
Negli studi clinici, tra i pazienti trattati con sertralina, l’incidenza delle reazioni da sospensione è stata del 23% nei pazienti che interrompevano la sertralina rispetto al 12% in quelli che proseguivano il trattamento con sertralina.
Il rischio di comparsa dei sintomi da sospensione può dipendere da diversi fattori, compresi la durata e la dose della terapia ed il tasso di riduzione della dose.
Le reazioni più comunemente segnalate sono state capogiri, disturbi sensoriali (inclusa parestesia), disturbi del sonno (inclusi insonnia e sogni vividi), agitazione o ansia, nausea e/o vomito, tremore e cefalea.
Generalmente l’intensità di tali sintomi va da lieve a moderata, tuttavia in alcuni pazienti può essere grave.
In genere compaiono entro i primi giorni di sospensione del trattamento ma, in casi molto rari, questi sintomi sono comparsi in pazienti che avevano inavvertitamente saltato una dose.
Generalmente questi sintomi sono auto-limitanti e, di solito, si risolvono entro 2 settimane, sebbene in alcuni individui possano durare più a lungo (2-3 mesi o più).
Pertanto, quando si sospende il trattamento, è consigliabile ridurre gradualmente la dose di sertralina in un arco di tempo di diverse settimane o mesi, in base alle necessità del paziente (vedere paragrafo 4.2).
Acatisia/irrequietezza psicomotoria L’uso di sertralina è stato associato allo sviluppo di acatisia, caratterizzata da un malessere soggettivo o agitazione psicomotoria e dalla necessità di stare in movimento, spesso associata all’impossibilità di sedersi o stare immobile.
Ciò è più probabile che accada entro le prime settimane di trattamento.
Nei pazienti che presentano questi sintomi, l’aumento del dosaggio può essere dannoso.
Compromissione epatica La sertralina è ampiamente metabolizzata dal fegato.
Uno studio di farmacocinetica con somministrazione di dosi multiple, condotto in soggetti con cirrosi epatica lieve e non progressiva, ha dimostrato un prolungamento dell’emivita plasmatica del farmaco ed AUC e Cmax corrispondenti a circa tre volte i valori riscontrati nei soggetti normali.
Non sono state osservate differenze significative tra i due gruppi relativamente al legame con le proteine plasmatiche.
La sertralina deve essere pertanto usata con cautela in soggetti con disturbi epatici.
Se la sertralina viene somministrata a pazienti con compromissione epatica, devono essere adottati dosaggi più bassi o meno frequenti.
La sertralina non deve essere utilizzata in pazienti con compromissione epatica grave (vedere paragrafo 4.2).
Danno renale La sertralina è ampiamente metabolizzata e la quantità di farmaco escreta nelle urine sotto forma immodificata risulta trascurabile.
Negli studi condotti su pazienti con danno renale da lieve a moderato (clearance della creatinina 30-60 ml/min), o da moderato a grave (clearance della creatinina 10-29 ml/min), i parametri farmacocinetici (AUC0-24 o Cmax) dopo somministrazione di dosi multiple non si sono rivelati significativamente dissimili dai controlli.
Il dosaggio di sertralina non deve essere modificato in relazione al grado di danno renale.Uso negli anziani Oltre 700 pazienti anziani (età > 65 anni) hanno partecipato agli studi clinici.
Il tipo e l’incidenza delle reazioni avverse nei pazienti anziani sono risultati simili a quelli riscontrati nei pazienti più giovani.
L’uso di SSRI ed SRNI, inclusa la sertralina, è stato comunque associato a casi di iponatremia clinicamente significativa nei pazienti anziani che possono essere maggiormente a rischio di questo evento avverso (vedere “Iponatremia” al paragrafo 4.4).
Diabete In pazienti con diabete, il trattamento con un SSRI può alterare il controllo glicemico.
Potrebbe essere necessario un aggiustamento della dose di insulina e/o degli ipoglicemizzanti orali.
Terapia elettroconvulsivante Non sono disponibili studi clinici che abbiano stabilito i rischi o i benefici dell’uso combinato di ECT e sertralina.
Succo di pompelmo La somministrazione con succo di pompelmo non è raccomandata (vedere paragrafo 4.5).
Interferenza con il test di screening delle urine Sono stati riportati falsi-positivi per le benzodiazepine negli esami immunologici delle urine di pazienti in trattamento con sertralina.
Questo è dovuto alla mancanza di specificità dei test.
Risultati falsi-positivi possono protrarsi per diversi giorni dopo la sospensione del trattamento con sertralina.
Test di conferma quali gas cromatografia/spettrometria di massa, distingueranno la sertralina dalle benzodiazepine Glaucoma ad angolo chiuso Gli SSRI, inclusa la sertralina, possono influenzare la dimensione della pupilla provocando midriasi.
Questo effetto midriatico ha la capacità di restringere l’angolo dell’occhio determinando aumento della pressione endo-oculare e glaucoma ad angolo chiuso, specialmente nei pazienti predisposti.
La sertralina deve perciò essere usata con cautela in pazienti con glaucoma ad angolo chiuso o con storia di glaucoma.
Eccipienti Sodio Questo medicinale contiene meno di 1 mmol di sodio (23 mg) per compressa rivestita con film, vale a dire essenzialmente "privo di sodio". Interazioni
- Controindicato Inibitori delle monoaminoossidasi - Inibitori irreversibili degli IMAO (selegilina) La sertralina non deve essere utilizzata in combinazione con gli IMAO irreversibili come la selegilina.
Il trattamento con sertralina non deve essere iniziato finchè non siano trascorsi almeno 14 giorni dall’interruzione del trattamento con un IMAO irreversibile.
Il trattamento con sertralina deve essere interrotto almeno 7 giorni prima dell’inizio del trattamento con un IMAO irreversibile (vedere paragrafo 4.3).
- Inibitore reversibile e selettivo delle MAO-A (moclobemide) A causa del rischio di sindrome serotoninergica, la combinazione di sertralina con un inibitore reversibile e selettivo degli IMAO, come la moclobemide, non deve essere somministrata.
A seguito di trattamento con un inibitore reversibile e selettivo degli IMAO, è possibile un periodo di interruzione inferiore ai 14 giorni prima di iniziare il trattamento con sertralina.
Si raccomanda di interrompere il trattamento con sertralina almeno 7 giorni prima dell’inizio del trattamento con un IMAO reversibile (vedere paragrafo 4.3).
- IMAO reversibile non selettivo (linezolid) L’antibiotico linezolid è un IMAO debole, reversibile e non selettivo, e non deve essere somministrato ai pazienti in trattamento con sertralina (vedere paragrafo 4.3).
Reazioni avverse gravi sono state riportate in pazienti che hanno recentemente interrotto il trattamento con un IMAO (ad es.
blu di metilene) ed iniziato quello con sertralina, o che hanno interrotto di recente la terapia con sertralina prima di iniziare il trattamento con un IMAO.
Queste reazioni hanno incluso tremore, mioclono, diaforesi, nausea, vomito, vampate di calore, capogiri, ipertermia con caratteristiche sovrapponibili a quelle della sindrome maligna da neurolettici, convulsioni e morte.
Pimozide Un aumento dei livelli di pimozide di circa il 35% è stato osservato in uno studio condotto con pimozide in singola dose (2 mg).
Questo aumento dei livelli non è stato associato a nessuna alterazione dell’ECG.
Mentre non si conosce il meccanismo di questa interazione, a causa del ristretto indice terapeutico della pimozide, la somministrazione concomitante di sertralina e pimozide è controindicata (vedere paragrafo 4.3).
La somministrazione concomitante di sertralina non è raccomandata Farmaci deprimenti il SNC e alcool La somministrazione concomitante di sertralina 200 mg/die non ha potenziato gli effetti di alcool, carbamazepina, aloperidolo o fenitoina sulla performance cognitiva e psicotomoria nei soggetti sani; tuttavia, l’uso concomitante di sertralina e alcool non è raccomandato.
Altri farmaci serotoninergici Vedere paragrafo 4.4.
Si consiglia cautela anche con gli oppioidi [ad es.
fentanil (utilizzato nell’anestesia generale o nel trattamento del dolore cronico)] e altri farmaci serotoninergici (compresi altri antidepressivi serotoninergici, anfetamine, triptani).
Precauzioni particolari Medicinali che prolungano l’intervallo QT Il rischio di prolungamento dell’intervallo QTc e/o aritmie ventricolari (ad es.
TdP) può essere aumentato con l’uso concomitante di altri medicinali che prolungano l’intervallo QTc (ad es.
alcuni antipsicotici e antibiotici) (vedere paragrafi 4.4 e 5.1).
Litio Nel corso di uno studio controllato verso placebo, effettuato su volontari sani, la co-somministrazione di sertralina e litio non ha comportato alterazioni significative della farmacocinetica del litio, ma ha determinato un incremento degli episodi di tremore rispetto al gruppo in terapia con placebo, evidenziando una possibile interazione farmacodinamica.
Quando la sertralina viene somministrata con il litio, i pazienti devono essere opportunamente monitorati.
Fenitoina Da uno studio clinico controllato verso placebo, condotto su volontari sani, è emerso che la somministrazione cronica di sertralina alla dose di 200 mg/die non causa un’inibizione clinicamente significativa del metabolismo della fenitoina.
Poiché, in alcuni casi, in pazienti in trattamento con sertralina è stata riportata esposizione elevata alla fenitoina, si consiglia comunque di monitorare le concentrazioni plasmatiche di fenitoina dopo l’inizio della terapia con sertralina, effettuando gli opportuni aggiustamenti posologici della fenitoina.
Inoltre, la somministrazione concomitante di fenitoina un noto induttore del CYP3A4, può causare una riduzione dei livelli plasmatici di sertralina.
Metamizolo La somministrazione concomitante di sertralina con metamizolo, un induttore degli enzimi metabolizzanti che includono CYP2B6 e CYP3A4, può causare una riduzione delle concentrazioni plasmatiche della sertralina con una potenziale diminuzione dell’efficacia clinica.
Pertanto, si consiglia cautela quando il metamizolo e la sertralina vengono somministrati in concomitanza; la risposta clinica e/o i livelli di farmaco devono essere monitorati in modo appropriato.
Triptani Nella fase di commercializzazione del medicinale sono stati segnalati rari casi di pazienti con debolezza, iperreflessia, incoordinazione, confusione, ansia e agitazione in seguito all’uso di sertralina e sumatriptan.
I sintomi della sindrome serotoninergica possono verificarsi anche con altri farmaci della stessa classe (triptani).
Se l’uso concomitante di sertralina e triptani è clinicamente giustificato, si consiglia un’appropriata osservazione del paziente (vedere paragrafo 4.4).
Warfarin La somministrazione concomitante di sertralina 200 mg/die e warfarin ha comportato un piccolo ma statisticamente significativo aumento del tempo di protrombina, che in alcuni casi rari può alterare il valore INR.
Pertanto, il tempo di protrombina deve essere attentamente monitorato quando si inizia o si interrompe il trattamento con sertralina.
Interazioni con altri medicinali, digossina, atenololo, cimetidina La somministrazione concomitante di cimetidina ha causato una riduzione sostanziale della clearance della sertralina.
Il significato clinico di queste variazioni non è noto.
La sertralina non ha avuto effetti sulla capacità di blocco beta-adrenergico dell’atenololo.
Non sono state osservate interazioni tra sertralina 200 mg/die e digossina.
Farmaci che agiscono sulla funzione piastrinica Il rischio di sanguinamento può aumentare quando i medicinali che agiscono sulla funzione piastrinica (ad es.
FANS, acido acetilsalicilico e ticlopidina) o altri medicinali che possono aumentare il rischio di sanguinamento vengono somministrati insieme con gli SSRI, inclusa la sertralina (vedere paragrafo 4.4).
Bloccanti neuromuscolari Gli SSRI possono ridurre l’attività della colinesterasi plasmatica, risultando in un prolungamento dell’azione bloccante neuromuscolare del mivacurio e di altri bloccanti neuromuscolari.
Farmaci metabolizzati dal Citocromo P450 La sertralina può agire come inibitore lieve-moderato dell’attività del CYP2D6.
La somministrazione cronica di sertralina 50 mg/die ha evidenziato un incremento moderato (media 23%-37%) dei livelli plasmatici allo steady-state di desipramina (un marker dell’attività dell’isozima CYP2D6).
Interazioni clinicamente rilevanti possono verificarsi con altri substrati del CYP2D6 con un indice terapeutico ristretto tra cui gli antiaritmici di classe 1C come il propafenone e la flecainide, gli antidepressivi triciclici e gli antipsicotici tipici, specialmente se la sertralina viene somministrata ad alti dosaggi.
La sertralina non agisce come inibitore di CYP3A4, CYP2C9, CYP2C19 e CYP1A2 in misura clinicamente rilevante.
Ciò è stato confermato dagli studi di interazione in-vivo condotti con substrati del CYP3A4 (cortisolo endogeno, carbamazepina, terfenadina, alprazolam), il substrato del CYP2C19 diazepam e i substrati del CYP2C9 (tolbutamide, glibenclamide e fenitoina).
Gli studi in vitro indicano che la sertralina ha un potenziale di inibizione trascurabile o del tutto inesistente per il CYP1A2.
In uno studio cross-over, condotto su otto soggetti sani giapponesi, l’assunzione di tre bicchieri di succo di pompelmo al giorno ha aumentato di circa il 100% i livelli plasmatici di sertralina.
Pertanto, l’assunzione di succo di pompelmo deve essere evitata durante il trattamento con sertralina (vedere paragrafo 4.4.).
Sulla base degli studi sull’interazione con il succo di pompelmo, non può essere escluso che la somministrazione contemporanea di sertralina con potenti inibitori del CYP3A4, come inibitori della proteasi, ketoconazolo, itraconazolo, posaconazolo, voriconazolo, claritromicina, telitromicina e nefazodone, possa provocare aumenti ancora più elevati nell’esposizione alla sertralina.
Questo ha impatto anche sugli altri inibitori moderati del CYP3A4 come aprepitant, eritromicina, fluconazolo, verapamil e diltiazem.
L’assunzione di potenti inibitori del CYP3A4 deve essere evitata durante il trattamento con sertralina.
Non si può escludere che altri induttori del CYP3A4, come fenobarbital, carbamazepima, erba di S.Giovanni e rifampicina, possano causare una riduzione dei livelli plasmatici di sertralina.I livelli plasmatici di sertralina sono aumentati di circa il 50% nei metabolizzatori lenti del CYP2C19, se paragonati ai metabolizzatori veloci (vedere paragrafo 5.2).
Non si possono escludere interazioni con forti inibitori del CYP2C19 come omeprazolo, lansoprazolo, pantoprazolo, rabeprazolo, fluoxetina, fluvoxamina. Effetti indesiderati
- La nausea è l’effetto indesiderato più comune.
Nel trattamento del disturbo da ansia sociale si è verificata disfunzione sessuale (mancata eiaculazione) nell’uomo nel 14% dei soggetti in trattamento con sertralina rispetto allo 0% con placebo.
Questi effetti indesiderati sono dose-dipendenti e sono spesso di natura transitoria con il proseguimento del trattamento.
Il profilo degli effetti indesiderati comunemente osservati negli studi in doppio cieco, controllati verso placebo, in pazienti con OCD, disturbo da attacchi di panico, PTSD e disturbo da ansia sociale è stato simile a quello osservato negli studi clinici condotti in pazienti affetti da depressione.
La tabella 1 riporta le reazioni avverse osservate nella fase di commercializzazione del medicinale (frequenza non nota) e nel corso degli studi clinici controllati verso placebo (comprendenti un totale di 2542 pazienti in trattamento con sertralina e 2145 con placebo) su depressione, OCD, disturbo da attacchi di panico, PTSD e disturbo da ansia sociale.
Alcune delle reazioni avverse da farmaco elencate nella tabella 1 possono diminuire per intensità e frequenza con il proseguimento del trattamento e generalmente non comportano l’interruzione della terapia.
Tabella 1: reazioni avverse Frequenza delle reazioni avverse osservate nel corso degli studi clinici controllati verso placebo su depressione, OCD, disturbo da attacchi di panico, PTSD e disturbo da ansia sociale.Analisi aggregata ed esperienza relativa alla fase di commercializzazione del farmaco.
Sintomi da sospensione osservati in seguito all’interruzione del trattamento con sertralina L’interruzione del trattamento con sertralina (soprattutto se brusca) porta in genere a sintomi da sospensione.Classificazione per sistemi e organi Molto comune (≥ 1/10) Comune (≥ 1/100, <1/10) Non comune (≥1/1.000, <1/100) Raro (≥1/10.000, <1/1.000) Frequenza non nota (non può essere definita sulla base dei dati disponibili) Infezioni ed infestazioni infezione delle vie respiratorie superiori, faringite, rinite gastroenterite, otite media diverticolite§ Tumori benigni, maligni e non specificati (cisti e polipi compresi) tumore Patologie del sistema emolinfopoietico linfoadenopatia, trombocitopenia*§, leucopenia*§ Disturbi del sistema immunitario ipersensibilità*, allergia stagionale* reazione anafilattoide Patologie endocrine ipotiroidismo* iperprolattinemia*§, secrezione inappropriata di ormone antidiuretico*§ Disturbi del metabolismo e della nutrizione appetito ridotto, appetito aumentato* ipercolesterolemia, diabete mellito*, ipoglicemia*, iperglicemia*§, iponatremia*§ Disturbi psichiatrici insonnia ansia*, depressione*, agitazione*, libido diminuita*, nervosismo, disturbo di depersonalizzazione, incubo, bruxismo* idea/ comportamento suicida, disturbo psicotico*, pensiero anormale, apatia, allucinazione*, aggressione*, umore euforico*, paranoia disturbo di conversione*§, paroniria*§, dipendenza da sostanze d’abuso, sonnambulismo, eiaculazione precoce Patologie del sistema nervoso capogiro, cefalea*, sonnolenza tremore, disturbi del movimento (inclusi sintomi extrapiramidali come ipercinesia, ipertonia, distonia, digrignamento dei denti o alterazioni dell’andatura), parestesia*, ipertonia*, alterazione dell’attenzione, disgeusia amnesia, ipoestesia*, contrazioni muscolari involontarie*, sincope*, ipercinesia*, emicrania*, crisi convulsiva*, capogiro posturale, coordinazione anormale, disturbi dell’eloquio coma*, acatisia (vedere paragrafo 4.4), discinesia, iperestesia, vasocostrizione cerebrale (incluse sindrome da vasocostrizione cerebrale reversibile e sindrome di Call-Fleming) *§, iperattività psicomotoria*§ (vedere paragrafo 4.4), disturbo sensoriale, coreoatetosi§, sono stati inoltre segnalati segni e sintomi associati alla sindrome serotoninergica* o alla sindrome maligna da neurolettici: in alcuni casi associati all’uso concomitante di farmaci serotoninergici, che includono agitazione, confusione, diaforesi, diarrea, febbre, ipertensione, rigidità e tachicardia§ Patologie dell’occhio compromissione della visione* midriasi* difetto del campo visivo, glaucoma, diplopia, fotofobia, ifema*§, pupille diseguali*§, visione anormale§, affezione lacrimale maculopatia Patologie dell’orecchio e del labirinto tinnito* dolore all’orecchio Patologie cardiache palpitazioni* tachicardia*, disturbo cardiaco infarto miocardico*§, Torsione di Punta*§ (vedere paragrafi 4.4, 4.5 e 5.1), bradicardia, prolungamento dell’intervallo QTc* (vedere paragrafi 4.4., 4.5 e 5.1) Patologie vascolari vampata di calore* sanguinamento anormale (come emorragia gastrointestinale)*, ipertensione*, rossore, ematuria* ischemia periferica Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche sbadigli* dispnea, epistassi*, broncospasmo* iperventilazione, malattia polmonare interstiziale*§, pneumonia eosinofílica*§, laringospasmo, disfonia, stridore*§, ipoventilazione, singhiozzo Patologie gastrointestinali nausea, diarrea, bocca secca dispepsia, stipsi*, dolore addominale*, vomito*, flatulenza melena, patologia dei denti, esofagite, glossite, emorroidi, ipersecrezione salivare, disfagia, eruttazione, disturbo della lingua ulcerazione della bocca, pancreatite*§, ematochezia, ulcerazione della lingua, stomatite colite microscopica* Patologie epatobiliari funzione epatica anormale, gravi eventi epatici (inclusi epatite, itterizia e insufficienza epatica) Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo iperidrosi*, eruzione cutanea* edema periorbitale*, orticaria*, alopecia*, prurito*, porpora*, dermatite, cute secca, edema della faccia, sudore freddo segnalazioni rare di reazioni avverse cutanee gravi (SCAR), ad es.
sindrome di Stevens-Johnson* e necrolisi epidermica tossica*§, reazione cutanea*§, reazione di fotosensibilità§, angioedema, consistenza anormale dei peli o dei capelli, odore cutaneo anormale, dermatite bollosa, eruzione cutanea follicolarePatologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo dolore dorsale, artralgia*, mialgia osteoartrite, contrazione muscolare, spasmi muscolari*, debolezza muscolare rabdomiolisi*§, patologia ossea trisma* Patologie renali e urinarie pollachiuria, disturbo della minzione, ritenzione di urina, incontinenza urinaria*, poliuria, nicturia esitazione minzionale*, oliguria Patologie dell’apparato riproduttivo e della mammella mancanza di eiaculazione mestruazioni irregolari *, disfunzione erettile disfunzione sessuale (vedere paragrafo 4.4), menorragia, emorragia vaginale, disfunzione sessuale femminile (vedere paragrafo 4.4). galattorrea*, vulvovaginite atrofica, secrezione genitale, balanopostite*§, ginecomastia*, priapismo* emorragia postpartum*† Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione stanchezza* malessere*, dolore toracico *, astenia*, piressia edema periferico*, brividi, alterazione dell’andatura*, sete ernia, tolleranza al farmaco diminuita Esami diagnostici peso aumentato alanina aminotransferasi aumentata*, aspartato aminotransferasi aumentata*, peso diminuito* colesterolo ematico aumentato*, risultati di laboratorio clinici anormali, analisi del liquido seminale anormale, alterazione della funzione piastrinica*§ Traumatismo, avvelenamento e complicazioni da procedura lesione Procedure mediche e chirurgiche procedura di vasodilatazione * ADR identificate nel post-marketing § Frequenza delle ADR rappresentata dal limite superiore stimato dell’intervallo di confidenza al 95% utilizzando “La regola del 3” † L’evento è stato riferito per la classe terapeutica di SSRI/SNRI (vedere paragrafi 4.4 e 4.6).
Gli eventi più comunemente segnalati sono stati capogiri, disturbi sensoriali (inclusa parestesia), disturbi del sonno (inclusi insonnia e sogni vividi), agitazione o ansia, nausea e/o vomito, tremore e cefalea.
Generalmente questi eventi sono di intensità da lieve a moderata e sono auto-limitanti; tuttavia, in alcuni pazienti possono essere gravi e/o prolungati.
Pertanto, quando il trattamento con sertralina non è più necessario, si consiglia una graduale interruzione del trattamento tramite un decremento graduale della dose (vedere paragrafi 4.2 e 4.4).
Persone anziane L’uso di SSRI o SRNI, inclusa la sertralina, è stato associato a casi di iponatremia clinicamente significativi nei pazienti anziani che possono essere maggiormente a rischio per questo evento avverso (vedere paragrafo 4.4).
Popolazione pediatrica Negli oltre 600 pazienti pediatrici trattati con sertralina, il profilo complessivo delle reazioni avverse è stato generalmente sovrapponibile a quello osservato negli studi condotti sugli adulti.
Le seguenti reazioni avverse sono state segnalate nel corso degli studi clinici controllati (n=281 pazienti trattati con sertralina): Molto comune (≥1/10): Cefalea (22%), insonnia (21%), diarrea (11%), e nausea (15%).
Comune (≥ 1/100, <1/10): Dolore al torace, mania, piressia, vomito, anoressia, instabilità affettiva, aggressione, agitazione, nervosismo, disturbi dell’attenzione, capogiri, ipercinesia, emicrania, sonnolenza, tremori, disturbi della vista, bocca secca, dispepsia, incubi, affaticamento, incontinenza urinaria, eruzione cutanea, acne, epistassi, flatulenza.
Non comune (≥1/1000, <1/100): Prolungamento dell’intervallo QT all’ECG (vedere paragrafi 4.4, 4.5 e 5.1), tentativo di suicidio, crisi convulsiva, disturbi extrapiramidali, parestesia, depressione, allucinazioni, porpora, iperventilazione, anemia, alterazioni della funzionalità epatica, incremento della alanina aminotransferasi, cistite, herpes simplex, otite esterna, dolore all’orecchio, dolore agli occhi, midriasi, malessere, ematuria, esantema pustoloso, rinite, lesione, riduzione di peso, spasmi muscolari, sogni anomali, apatia, albuminuria, pollachiuria, poliuria, dolore al seno, disturbi mestruali, alopecia, dermatite, disturbi della cute, alterazione dell’odore della pelle, orticaria, bruxismo, rossore.
Frequenza non nota: enuresi Effetti di classe Gli studi epidemiologici, condotti principalmente su pazienti di età pari e superiore a 50 anni, mostrano un maggiore rischio di fratture ossee nei pazienti trattati con SSRI e antidepressivi triciclici (TCA).
Il meccanismo responsabile di tale rischio non è noto.
Segnalazione delle reazioni avverse sospette La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale.
Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione all’indirizzo https://www.aifa.gov.it/content/segnalazioni-reazioni-avverse. Gravidanza e allattamento
- Gravidanza Non sono disponibili studi adeguati sulle donne in gravidanza.
Tuttavia, i numerosi dati disponibili non hanno rivelato che sertralina induca malformazioni congenite.
Negli studi condotti sugli animali sono stati osservati effetti sulla riproduzione, probabilmente causati dalla tossicità conseguente all’azione farmacodinamica del composto nei confronti della madre e/o dall’azione farmacodinamica diretta del composto nei confronti del feto (vedere paragrafo 5.3).
In alcuni neonati, le cui madri erano state sottoposte a terapia con sertralina, è stata riportata una sintomatologia compatibile con la sindrome da privazione da farmaco.
La stessa sintomatologia è stata riportata anche con altri antidepressivi SSRI.
L’uso di sertralina non è raccomandato in gravidanza, a meno che le condizioni cliniche della donna siano tali che i benefici del trattamento superino i potenziali rischi.
I dati osservazionali individuano un rischio aumentato (inferiore a 2 volte) di emorragia postpartum in seguito a esposizione a SSRI/SNRI nel mese precedente il parto (vedere paragrafi 4.4 e 4.8).
I neonati devono essere tenuti sotto osservazione se l’utilizzo della sertralina da parte della madre continua durante le ultime fasi della gravidanza, in particolare nel terzo trimestre.
In seguito all’uso materno di sertralina durante gli ultimi mesi di gravidanza, possono presentarsi nel neonato i seguenti sintomi: difficoltà respiratoria, cianosi, apnea, episodi convulsivi, alterazioni della temperatura, difficoltà nell’alimentazione, vomito, ipoglicemia, ipertonia, ipotonia, iperreflessia, tremori, nervosismo, irritabilità, letargia, pianto continuo, sonnolenza e difficoltà del sonno.
Questi sintomi possono essere conseguenti agli effetti serotoninergici o ai sintomi da sospensione.
Nella maggior parte dei casi le complicanze si manifestano immediatamente o in tempi brevi (<24 ore) dopo il parto.
Dati epidemiologici hanno suggerito che l’uso degli SSRI in gravidanza, in particolare durante le ultime fasi, può aumentare il rischio di ipertensione polmonare persistente nel neonato (PPHN).
Il rischio osservato è stato di circa 5 casi su 1000 gravidanze.
Nella popolazione generale possono verificarsi da 1 a 2 casi di ipertensione polmonare persistente nel neonato (PPHN) su 1000 gravidanze.
Allattamento I dati pubblicati relativi ai livelli di sertralina rilevabile nel latte materno evidenziano che la sertralina ed il suo metabolita N-desmetilsertralina sono escreti nel latte materno.
Generalmente i livelli sierici di sertralina nei neonati sono risultati trascurabili o non rilevabili, con l’eccezione di un neonato con livelli sierici corrispondenti a circa il 50% del livello riscontrato nella madre (ma senza evidenti effetti clinici sul neonato).
Non sono stati riportati ad oggi eventi avversi sulla salute dei piccoli allattati da madri in trattamento con sertralina, ma non è possibile escludere eventuali rischi.
L’uso di sertralina nelle donne che allattano non è raccomandato a meno che, a giudizio del medico, i benefici siano superiori ai rischi.
Fertilità I dati sugli animali non hanno dimostrato che la sertralina abbia un effetto sui parametri della fertilità (vedere paragrafo 5.3).
Risultati su casi umani con alcuni SSRI hanno dimostrato che un effetto sulla qualità dello sperma è reversibile.
L’impatto sulla fertilità umana non è ancora stato studiato. Conservazione
- Questo medicinale non richiede alcuna condizione particolare di conservazione.
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Segnalazione degli effetti indesiderati
Se dovesse manifestarsi un qualsiasi effetto indesiderato, compresi quelli non elencati in questo foglio, è doveroso rivolgersi al proprio medico, ad uno specialista e/o al farmacista. La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Gli effetti indesiderati possono essere segnalati direttamente tramite il sistema nazionale di segnalazione all'indirizzo www.agenziafarmaco.it/it/responsabili. Segnalando gli effetti indesiderati si può contribuire a fornire maggiori informazioni sulla sicurezza di questo medicinale.