SARCLISA EV FL 100MG/5ML

1.039,93 €

Prezzo indicativo

Principio attivo: ISATUXIMAB
  • ATC: L01FC02
  • Descrizione tipo ricetta: OSP - USO OSPEDALIERO
  • Presenza Glutine:
  • Presenza Lattosio:

Data ultimo aggiornamento: 01/07/2022

SARCLISA è indicato: - in associazione a pomalidomide e desametasone, per il trattamento di pazienti adulti con mieloma multiplo recidivato e refrattario che hanno ricevuto almeno due terapie precedenti, tra cui lenalidomide e un inibitore del proteasoma, e con progressione della malattia durante l’ultima terapia; - in combinazione con carfilzomib e desametasone, per il trattamento di pazienti adulti con mieloma multiplo che hanno ricevuto almeno una terapia precedente (vedere paragrafo 5.1).
Un mL di concentrato per soluzione per infusione contiene 20 mg di isatuximab. Ogni flaconcino contiene 100 mg di isatuximab in 5 mL di concentrato (100 mg/5 mL). Ogni flaconcino contiene 500 mg di isatuximab in 25 mL di concentrato (500 mg/25 mL). Isatuximab è un anticorpo monoclonale (mAb) appartenente alla classe delle immunoglobuline G1 (IgG1), prodotto da una linea cellulare di mammifero (ovaio di criceto cinese [Chinese Hamster Ovary, CHO]). Per l’elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1.

Controindicazioni

Ipersensibilità al principio attivo o a uno qualsiasi degli eccipienti elencati al paragrafo 6.1.

Posologia

SARCLISA deve essere somministrato da personale sanitario in un contesto in cui sono disponibili servizi di rianimazione.
Premedicazione Prima dell’infusione di SARCLISA, deve essere somministrata la seguente premedicazione per ridurre il rischio e la severità delle reazioni correlate all’infusione: • desametasone 40 mg per via orale o endovenosa (o 20 mg per via orale o endovenosa per pazienti di età ≥75 anni): quando somministrato in combinazione con isatuximab e pomalidomide; • desametasone 20 mg (per via endovenosa nei giorni delle infusioni di isatuximab e/o carfilzomib e per via orale negli altri giorni): quando somministrato in combinazione con isatuximab e carfilzomib; • paracetamolo da 650 mg a 1000 mg per via orale (o equivalente); • difenidramina da 25 mg a 50 mg per via endovenosa o orale (o equivalente [per esempio, cetirizina, prometazina, desclorfeniramina]).
La via endovenosa è preferibile almeno per le prime 4 infusioni.
La dose raccomandata di desametasone (per via orale o endovenosa) sopra indicata corrisponde alla dose totale da somministrarsi solo una volta prima dell’infusione, nell’ambito della premedicazione e della terapia di base, prima della somministrazione di isatuximab e pomalidomide e prima di isatuximab e carfilzomib.
I farmaci raccomandati come premedicazione devono essere somministrati 15-60 minuti prima di iniziare l’infusione di SARCLISA.
Nei pazienti che non manifestano una reazione correlata all’infusione nel corso delle prime 4 somministrazioni di SARCLISA può essere riconsiderata la necessità di premedicazioni successive.
Gestione della neutropenia L’uso di fattori di stimolazione delle colonie (per esempio, G-CSF) deve essere preso in considerazione per attenuare il rischio di neutropenia.
In caso di neutropenia di grado 4, la somministrazione di SARCLISA deve essere rimandata finché la conta dei neutrofili non migliora fino ad almeno 1,0 x 109/L (vedere paragrafo 4.4).
Prevenzione di infezione Durante il trattamento può essere presa in considerazione la profilassi antibatterica e antivirale (come la profilassi dell'herpes zoster) (vedere paragrafo 4.4).
Posologia La dose raccomandata di SARCLISA è di 10 mg/kg di peso corporeo somministrati come infusione endovenosa in associazione a pomalidomide e desametasone (Isa-Pd) o in combinazione con carfilzomib e desametasone (Isa-Kd), secondo lo schema descritto nella Tabella 1.
Tabella 1.
Schema di somministrazione di SARCLISA in associazione a pomalidomide e desametasone o in associazione a carfilzomib e desametasone (Isa-Kd)
Cicli Schema di somministrazione
Ciclo 1 Giorni 1, 8, 15 e 22 (settimanale)
Ciclo 2 e oltre Giorni 1, 15 (ogni 2 settimane)
Ogni ciclo di trattamento è costituito da un periodo di 28 giorni.
Il trattamento viene ripetuto fino a progressione di malattia o tossicità inaccettabile.
Per gli altri medicinali somministrati insieme a SARCLISA, vedere paragrafo 5.1 e il rispettivo Riassunto delle caratteristiche del prodotto aggiornato.
Attenersi scrupolosamente allo schema di somministrazione.
Se una dose pianificata di SARCLISA viene saltata, somministrare la dose il prima possibile e regolare lo schema di somministrazione di conseguenza, mantenendo l’intervallo di trattamento.
Aggiustamenti della dose Non è raccomandata alcuna riduzione della dose di SARCLISA.
Devono essere effettuati aggiustamenti della dose se i pazienti manifestano reazioni correlate all’infusione (vedere “Modo di somministrazione” di seguito).
Per gli altri medicinali somministrati insieme a SARCLISA, fare riferimento al rispettivo Riassunto delle caratteristiche del prodotto aggiornato.
Popolazioni speciali Anziani Sulla base di un’analisi di farmacocinetica di popolazione, non è raccomandato alcun aggiustamento della dose nei pazienti anziani.
Pazienti con compromissione renale Sulla base di un’analisi di farmacocinetica di popolazione e della sicurezza clinica, non è raccomandato alcun aggiustamento della dose nei pazienti con compromissione renale da lieve a severa (vedere paragrafo 5.2).
Pazienti con compromissione epatica Sulla base di un’analisi di farmacocinetica di popolazione, non è raccomandato alcun aggiustamento della dose nei pazienti con compromissione epatica lieve.
I dati sui pazienti con compromissione epatica moderata e severa sono limitati (vedere paragrafo 5.2), ma non esistono evidenze che suggeriscano la necessità di un aggiustamento della dose in questi pazienti.
Popolazione pediatrica La sicurezza e l’efficacia di SARCLISA nei bambini di età inferiore a 18 anni non sono state stabilite.
Non ci sono dati clinici disponibili.
Modo di somministrazione SARCLISA è per uso endovenoso.
Per le istruzioni sulla diluizione del medicinale prima della somministrazione, vedere paragrafo 6.6.
Velocità di infusione Dopo la diluizione, SARCLISA deve essere somministrato per via endovenosa alla velocità di infusione riportata nella Tabella 2 sottostante (vedere paragrafo 5.1).
L’aumento incrementale della velocità di infusione deve essere considerato solo in assenza di reazioni correlate all’infusione (vedere paragrafo 4.8).
Tabella 2.
Velocità di infusione della somministrazione di SARCLISA
  Volume di diluizione Velocità iniziale Assenza di reazione correlata all’ infusione Incremento della velocità Velocità massima
Prima infusione 250 mL 25 mL/ora Per 60 minuti 25 mL/ora ogni 30 minuti 150 mL/ora
Seconda infusione 250 mL 50 mL/ora Per 30 minuti 50 mL/ora per 30 minuti, poi aumentare di 100 mL/ora 200 mL/ora
Infusioni successive 250 mL 200 mL/ora --- --- 200 mL/ora
Devono essere effettuati aggiustamenti della somministrazione se i pazienti manifestano reazioni da infusione (vedere paragrafo 4.4).
• Nei pazienti che necessitano di un intervento (reazioni correlate all’infusione di Grado 2, moderate), è necessario prendere in considerazione un’interruzione temporanea dell’infusione ed è possibile somministrare altri prodotti medicinali per la gestione dei sintomi.
Dopo il miglioramento della sintomatologia al grado ≤ 1 (lieve), l’infusione di SARCLISA può essere ripresa a metà della velocità di infusione iniziale, sotto stretto monitoraggio e con terapia di supporto, secondo necessità.
Se i sintomi non si ripresentano dopo 30 minuti, la velocità di infusione può essere aumentata alla velocità iniziale e poi aumentata in modo incrementale, come indicato nella Tabella 2.
• Se i sintomi non si risolvono rapidamente o non migliorano fino al grado ≤ 1 dopo l’interruzione dell’infusione di SARCLISA, persistono o peggiorano nonostante una terapia adeguata o richiedono il ricovero ospedaliero o sono potenzialmente letali, il trattamento con SARCLISA deve essere interrotto definitivamente e deve essere somministrata una terapia di supporto aggiuntiva, secondo necessità.

Avvertenze e precauzioni

Tracciabilità Al fine di migliorare la tracciabilità dei medicinali biologici, il nome e il numero di lotto del medicinale somministrato devono essere chiaramente registrati.
Reazioni correlate all’infusione Sono state osservate reazioni correlate all'infusione, per lo più lievi o moderate, nel 38,2% dei pazienti trattati con SARCLISA in ICARIA-MM e nel 45,8% dei pazienti trattati con Isa-Kd in IKEMA (vedere paragrafo 4.8).
In ICARIA-MM, tutte le reazioni correlate all’infusione sono iniziate durante la prima infusione di SARCLISA e si sono risolte lo stesso giorno nel 98% delle infusioni.
I sintomi più comuni di una reazione correlate all’infusione includevano dispnea, tosse, brividi e nausea.
I segni e sintomi gravi più comuni includevano ipertensione, dispnea e broncospasmo.
In IKEMA, il 99,2% degli episodi di reazione all’infusione si è verificato nel giorno dell’infusione.
Nel 94,4% dei pazienti trattati con Isa-Kd che hanno manifestato una reazione all’infusione, questa si è verificata durante il primo ciclo di trattamento.
Tutte le reazioni all’infusione si sono risolte.
I sintomi più comuni di una reazione da infusione includevano tosse, dispnea, congestione nasale, vomito e nausea.
I segni e sintomi gravi più comuni includevano ipertensione e dispnea (vedere paragrafo 4.8).
Tuttavia, dopo la somministrazione di SARCLISA sono state osservate anche gravi reazioni all'infusione, comprese severe reazioni anafilattiche.
Per ridurre il rischio e la severità delle reazioni correlate all’infusione, i pazienti devono essere premedicati, prima dell’infusione di SARCLISA, con paracetamolo, difenidramina o equivalente; il desametasone deve essere utilizzato sia come premedicazione sia come trattamento anti-mieloma (vedere paragrafo 4.2).
I segni vitali devono essere monitorati frequentemente per tutta la durata dell’infusione di SARCLISA.
Quando è necessario, interrompere l’infusione di SARCLISA e istituire la terapia medica e di supporto adeguata (vedere paragrafo 4.2).
Se i sintomi non migliorano al grado ≤ 1 dopo l’interruzione dell’infusione di SARCLISA, persistono o peggiorano nonostante una terapia adeguata o richiedono il ricovero ospedaliero o sono potenzialmente letali, interrompere definitivamente il trattamento con SARCLISA e istituire una gestione adeguata.
Neutropenia Nei pazienti trattati con Isa-Pd, la neutropenia si è manifestata come anomalia di laboratorio nel 96,1% dei pazienti e come reazione avversa(1) nel 46,7% dei pazienti, con una neutropenia di grado 3-4 segnalata come anomalia di laboratorio nell’84,9% dei pazienti e come reazione avversa nel 45,4% dei pazienti.
Sono state osservate complicanze neutropeniche nel 30,3% dei pazienti, tra cui neutropenia febbrile nell’11,8% dei casi e infezioni neutropeniche nel 25,0%.
Nei pazienti trattati con Isa-Kd, la neutropenia si è verificata come anomalia di laboratorio nel 54,8% dei pazienti e come reazione avversa(1) nel 4,5% dei pazienti, con una neutropenia di grado 3-4 segnalata come anomalia di laboratorio nel 19,2% dei pazienti (il 17,5% di grado 3 e l’1,7% di grado 4) e come reazione avversa nel 4,0% dei pazienti.
Sono state osservate complicanze neutropeniche nel 2,8% dei pazienti, tra cui neutropenia febbrile nell’1,1% dei casi e infezioni neutropeniche nell’1,7% (vedere paragrafo 4.8).
È necessario monitorare periodicamente l’emocromo durante il trattamento.
I pazienti con neutropenia devono essere monitorati per rilevare eventuali segni di infezione.
Non è raccomandata alcuna riduzione della dose di SARCLISA.
Per ridurre il rischio di neutropenia si deve considerare di ritardare la dose di SARCLISA e utilizzare fattori di stimolazione delle colonie (per esempio, G-CSF) (vedere paragrafo 4.2).
(1) I valori ematologici di laboratorio sono stati registrati come reazioni avverse solo quando hanno determinato l’interruzione del trattamento e/o la modifica della dose, e/o hanno soddisfatto un criterio di gravità.
Infezione Con SARCLISA si è verificata un’incidenza più alta di infezioni, incluse quelle di grado ≥3, principalmente infezione polmonare, infezioni del tratto respiratorio superiore e bronchiti (vedere paragrafo 4.8).
I pazienti ai quali viene somministrato SARCLISA devono essere monitorati attentamente per rilevare eventuali segni di infezione, e deve essere istituita una terapia standard appropriata.
Nel corso del trattamento è possibile prendere in considerazione una profilassi antibatterica e antivirale (come la profilassi dell'herpes zoster) (vedere paragrafi 4.2 e 4.8).
Seconde neoplasie primitive In ICARIA-MM, sono state segnalate seconde neoplasie primitive (second primary malignancy, SPM) a un tempo mediano di follow-up di 52,44 mesi in 10 pazienti (6,6%) trattati con Isa-Pd e in 3 pazienti (2%) trattati con Pd.
Tali tumori includevano tumori cutanei in 6 pazienti trattati con Isa-Pd e in 3 pazienti trattati con Pd, tumori solidi diversi da tumori cutanei in 3 pazienti trattati con Isa-Pd (un paziente aveva anche un tumore cutaneo) e neoplasia ematologica (sindrome mielodisplastica) in 1 paziente trattato con Isa-Pd (vedere paragrafo 4.8).
I pazienti hanno proseguito il trattamento dopo la resezione della nuova neoplasia, ad eccezione di due pazienti trattati con Isa-Pd.
Un paziente ha sviluppato un melanoma metastatico e l'altro ha sviluppato una sindrome mielodisplastica.
Il beneficio complessivo di Isa-Pd rimane favorevole (vedere paragrafo 5.1).
Nello studio IKEMA in corso, a un tempo mediano di follow-up di 20,73 mesi, sono state segnalate SPM in 13 pazienti (7,3%) trattati con Isa-Kd e in 6 pazienti (4,9%) trattati con Kd.
Le SPM erano tumori cutanei in 9 pazienti (5,1%) trattati con Isa-Kd e in 3 pazienti (2,5%) trattati con Kd e tumori solidi diversi da quelli cutanei in 5 pazienti (2,8%) trattati con Isa-Kd e in 4 pazienti (3,3%) trattati con Kd.
Un paziente (0,6%) nel gruppo Isa-Kd e un paziente (0,8%) nel gruppo Kd presentavano sia un tumore cutaneo sia un tumore solido diverso da quelli cutanei (vedere paragrafo 4.8).
I pazienti hanno proseguito il trattamento dopo la resezione del tumore cutaneo.
Tumori solidi diversi da quelli cutanei sono stati diagnosticati entro 3 mesi dall’avvio del trattamento in 3 pazienti (1,7%) trattati con Isa-Kd e in 2 pazienti (1,6%) trattati con Kd.
L’incidenza generale delle SPM in tutti i pazienti esposti a SARCLISA è del 4,1%.
I medici devono valutare attentamente i pazienti prima e durante il trattamento, secondo le linee guida dell’International Myeloma Working Group (IMWG) per verificare l’eventuale sviluppo di seconde neoplasie primitive ed iniziare il trattamento come indicato.
Sindrome da lisi tumorale Sono stati segnalati casi di sindrome da lisi tumorale (TLS) in pazienti che hanno ricevuto isatuximab.
I pazienti devono essere attentamente monitorati e devono essere prese le precauzioni appropriate.
Interferenza con i test sierologici (test dell’antiglobulina indiretto) Isatuximab si lega a CD38 sui globuli rossi (GR) e può determinare un falso positivo nel test dell’antiglobulina indiretto (test di Coombs indiretto).
Per evitare potenziali problemi legati alla trasfusione eritrocitaria, nei pazienti trattati con SARCLISA la determinazione del gruppo sanguigno e i test di screening devono essere eseguiti prima della prima infusione.
Si può prendere in considerazione la fenotipizzazione prima di iniziare il trattamento con SARCLISA, come da pratica locale.
Se il trattamento con SARCLISA è già iniziato, è necessario informare la banca del sangue.
I pazienti devono essere monitorati per verificare il rischio ipotetico di emolisi.
Se è necessaria una trasfusione di emergenza, è possibile somministrare GR AB0/Rh-compatibili non cross-matched secondo la prassi della banca del sangue locale (vedere paragrafo 4.5).
Non sono attualmente disponibili informazioni rispetto alla persistenza dell’interferenza con il test di Coombs indiretto dopo l’ultima infusione di SARCLISA.
Sulla base dell’emivita di isatuximab si prevede che la positività mediata da isatuximab al test di Coombs indiretto possa persistere per circa 6 mesi dopo l’ultima infusione.
Interferenza con la determinazione della risposta completa Isatuximab è un anticorpo monoclonale IgG kappa che potrebbe essere rilevato sia dall’analisi elettroforetica delle proteine sieriche (SPE) che dall’immunofissazione (IFE), utilizzate per il monitoraggio clinico della proteina M endogena (vedere paragrafo 4.5).
Questa interferenza può influire sull’accuratezza della determinazione della risposta completa in alcuni pazienti con mieloma da proteine IgG kappa.
Ventidue pazienti trattati nel braccio Isa-Pd che soddisfacevano i criteri di risposta parziale molto buona (Very Good Partial Response - VGPR) con positività solo residua all’immunofissazione sono stati testati per l’interferenza.
I campioni di siero di questi pazienti sono stati analizzati mediante spettrometria di massa per distinguere il segnale di isatuximab dal segnale della proteina M del mieloma.
Nel braccio Isa-Kd, dei 27 pazienti identificati con potenziale interferenza ed esaminati mediante spettrometria di massa al livello di sensibilità del test di immunofissazione (25 mg/dL), 15 pazienti con risposta incompleta (non-Complete Response, non-CR) secondo il Comitato di Risposta Indipendente (Independent Response Committee, IRC) non presentavano alcuna proteina M residua di mieloma rilevabile.
Tra questi 15 pazienti, 11 presentavano plasmacellule < 5% nel midollo osseo.
Ciò indica che 11 ulteriori pazienti dei 179 Isa-Kd (6,1%) potrebbero avere come migliore risposta una risposta completa (RC), determinando un tasso di RC potenziale del 45,8% (vedere paragrafo 4.5).
Anziani I dati sulla popolazione anziana di età ≥85 anni sono limitati (vedere paragrafo 4.2).

Interazioni

Isatuximab non ha alcun impatto sulla farmacocinetica di pomalidomide o carfilzomib, o viceversa.
Interferenza con i test sierologici Poiché la proteina CD38 è espressa sulla superficie dei globuli rossi, isatuximab, anticorpo anti-CD38, può interferire con i test sierologici della banca del sangue con potenziali reazioni false positive nei test dell’antiglobulina indiretti (test di Coombs indiretti), nei test di rilevamento degli anticorpi (screening), nei pannelli di identificazione anticorpale e nei crossmatch della globulina anti-umana (AHG) nei pazienti trattati con isatuximab (vedere paragrafo 4.4).
I metodi per attenuare l’interferenza includono il trattamento dei GR reagenti con ditiotreitolo (DTT) per rompere il legame di isatuximab o altri metodi convalidati localmente.
Poiché anche il sistema Kell dei gruppi sanguigni è sensibile al trattamento con DTT, dovranno essere fornite unità Kell-negative dopo aver escluso o identificato alloanticorpi qualora si utilizzino GR trattati con DTT.
Interferenza con i test di elettroforesi delle proteine sieriche e di immunofissazione Isatuximab può essere rilevato dall’elettroforesi proteica sierica (SPE) e dai saggi di immunofissazione (IFE) utilizzati per il monitoraggio delle immunoglobuline monoclonali della malattia (proteina M) e potrebbe interferire con una classificazione accurata della risposta basata sui criteri dell’International Myeloma Working Group (IMWG) (vedere paragrafo 4.4).
Nei pazienti con risposta parziale molto buona persistente, in cui si sospetta un'interferenza di isatuximab, prendere in considerazione l'utilizzo di un test IFE convalidato specifico per isatuximab, per distinguere isatuximab dall'eventuale rimanente proteina M endogena nel siero del paziente, per facilitare la determinazione della risposta completa.

Effetti indesiderati

Riassunto del profilo di sicurezza In ICARIA-MM, le reazioni avverse più frequenti (≥ 20%) sono neutropenia (46,7%), reazioni correlate all’infusione (38,2%), infezione polmonare (30,9%), infezione delle vie respiratorie superiori (28,3%), diarrea (25,7%) e bronchite (23,7%).
Nel 61,8% dei pazienti trattati con Isa-Pd si sono verificate reazioni avverse gravi.
Le reazioni avverse gravi più frequenti sono l’infezione polmonare (25,7%) e la neutropenia febbrile (6,6%).
L’interruzione permanente del trattamento a causa di reazioni avverse è stata segnalata nel 7,2% dei pazienti trattati con Isa-Pd.
Reazioni avverse con esito letale durante il trattamento sono state segnalate nel 7,9% dei pazienti trattati con Isa-Pd (quelle che si sono manifestate in oltre l’1% dei pazienti sono state l’infezione polmonare nell’1,3% dei pazienti, e altre infezioni nel 2,0% dei pazienti).
In IKEMA, le reazioni avverse più frequenti (≥ 20%) sono reazioni correlate all’infusione (45,8%), ipertensione (36,7%), diarrea (36,2%), infezione delle vie respiratorie superiori (36,2%), infezione polmonare (28,8%), stanchezza (28,2%), dispnea (27,7%), insonnia (23,7%), bronchite (22,6%) e dolore dorsale (22,0%).
Nel 59,3% dei pazienti trattati con Isa-Kd si sono verificate reazioni avverse gravi.
La reazione avversa grave più frequente è l’infezione polmonare (21,5%).
L’interruzione permanente del trattamento a causa di reazioni avverse è stata segnalata nell’8,5% dei pazienti trattati con Isa-Kd.
Reazioni avverse con esito letale durante il trattamento sono state segnalate nel 3,4% dei pazienti trattati con Isa-Kd (quelle che si sono manifestate in oltre l’1% dei pazienti sono state l’infezione polmonare e l’insufficienza cardiaca, che si sono presentate entrambe nell’1,1% dei pazienti).
Tabella delle reazioni avverse Le reazioni avverse sono descritte utilizzando i criteri terminologici comuni di tossicità del National Cancer Institute (NCI), nonché i termini COSTART e MedDRA.
Le frequenze sono definite come: molto comune (≥1/10); comune (≥1/100, <1/10); non comune (≥1/1.000, <1/100); raro (≥1/10.000, <1/1.000); molto raro (<1/10.000); frequenza non nota (la frequenza non può essere definita sulla base dei dati disponibili).
All’interno di ciascun raggruppamento di frequenza, le reazioni avverse sono presentate in ordine di gravità decrescente.
Le reazioni avverse sono state segnalate nei 152 pazienti che hanno ricevuto Isa-Pd nello studio ICARIA-MM, con una durata mediana dell’esposizione di 41 settimane (vedere paragrafo 5.1).
Tabella 3a.
Reazioni avverse segnalate in pazienti con mieloma multiplo trattati con isatuximab in associazione a pomalidomide e desametasone (ICARIA-MM)
Classificazione per sistemi e organiTermine preferito Reazione avversa Frequenza Incidenza (%)(N= 152)
Qualsiasi grado Grado ≥3
Infezioni ed infestazioni Infezione polmonare c d Molto comune 47 (30,9) 40 (26,3)
Infezione delle vie respiratorie superiori* Molto comune 43 (28,3) 5 (3,3)
Bronchite* Molto comune 36 (23,7) 5 (3,3)
Herpes zoster Comune 7 (4,6) 1 (0,7)
Tumori benigni, maligni e non specificati (cisti e polipi compresi)e Carcinoma cutaneo Comune 6 (3,9) 4 (2,6)
Tumore solido (tumore non cutaneo) Comune 3 (2,0) 2 (1,3)
Neoplasia ematologica Non comune 1 (0,7) 1 (0,7)
Patologie del sistema emolinfopoietico Neutropeniaf Molto comune 71 (46,7) 70 (46,1)
Neutropenia febbrile Molto comune 18 (11,8) 18 (11,8)
Disturbi del sistema immunitario Reazione anafilatticag Non comune 5 (0,3%) 5 (0,3%)
Disturbi del metabolismo e della nutrizione Appetito ridotto* Comune 15 (9,9) 2 (1,3)
Patologie cardiache Fibrillazione atriale Comune 7 (4,6) 3 (2,0)
Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche Dispnea* Molto comune 23 (15,1) 6 (3,9)
Patologie gastrointestinali Diarrea* Molto comune 39 (25,7) 3 (2,0)
Nausea* Molto comune 23 (15,1) 0
Vomito* Molto comune 18 (11,8) 2 (1,3)
Esami diagnostici Peso diminuito* Comune 10 (6,6) 0
Traumatismo, avvelenamento e complicazioni da procedura Reazioni correlate all’infusioned Molto comune 58 (38,2) 4 (2,6)
a Nella Tabella 3 sono riportati solo i TEAE (Treatment Emergent Adverse Event).
I valori ematologici di laboratorio sono riportati nella Tabella 4.
b Data limite di raccolta dei dati 11 ottobre 2018.
Tempo medio di follow-up=11,60 mesi.
c Il termine infezione polmonare è un raggruppamento dei seguenti termini: polmonite atipica, aspergillosi broncopolmonare, polmonite, polmonite da Haemophilus, polmonite influenzale, polmonite pneumococcica, polmonite streptococcica, polmonite virale, polmonite batterica, infezione da Haemophilus, infezione ai polmoni, polmonite micotica e polmonite da Pneumocystis jirovecii.
d Vedere “Descrizione di reazioni avverse selezionate”.
e Data limite di raccolta dei dati 14 marzo 2022.
Tempo medio di follow-up=52,44 mesi.
Basato sulle seconde neoplasie primitive segnalate durante il periodo di trattamento dello studio e durante il periodo post-trattamento.
f I valori ematologici di laboratorio sono stati registrati come TEAE solo se hanno portato all'interruzione del trattamento e/o alla modifica della dose o hanno soddisfatto un criterio di gravità.
g Basato su studi clinici sul mieloma multiplo.
*Nessun Grado 4.
Le reazioni avverse sono state segnalate nei 177 pazienti che hanno ricevuto Isa-Kd nello studio IKEMA, con una durata mediana dell’esposizione di 80,0 settimane (vedere paragrafo 5.1).
Tabella 4a: Reazioni avverse segnalate in pazienti con mieloma multiplo trattati con isatuximab in combinazione con carfilzomib e desametasone (studio IKEMA)
Classificazione per sistemi e organiTermine preferito Reazione avversa Frequenza Incidenza (%)(N = 177)
Qualsiasi grado Grado ≥3
Infezioni ed infestazioni Infezione polmonareb c Molto comune 28,8% 20,9
Infezione delle vie respiratorie superiori* Molto comune 36,2% 3,4%
Bronchite* Molto comune 22,6% 2,3%
Herpes zoster Comune 2,3% 0,6%
Patologie vascolari Ipertensione* Molto comune 36,7% 20,3%
Tumori benigni, maligni e nonspecificati (cisti e polipi compresi) Tumori cutanei* Comune 5,1% 0,6%
Tumori solidi diversi dai quelli cutanei Comune 3,4% 1,7%
Patologie del sistema emolinfopoietico Neutropeniad Comune 4,5% 4,0%
Disturbi del sistema immunitario Reazione anafilatticae Non comune 5 (0,3%) 5 (0,3%)
Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche Dispnea* Molto comune 27,7% 5,1%
Tosse* Molto comune 19,8% 0%
Patologie gastrointestinali Diarrea* Molto comune 36,2% 2,8%
Vomito* Molto comune 15,3% 1,1%
Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione Stanchezza* Molto comune 28,2% 3,4%
Traumatismo, avvelenamento e complicazioni da procedura Reazioni correlate all’infusionec* Molto comune 45,8% 0,6%
a Nella Tabella 4 sono riportati solo i TEAE.
I valori ematologici di laboratorio sono riportati nella Tabella 6.
b Il termine infezione polmonare è un raggruppamento dei seguenti termini: polmonite atipica, polmonite da pneumocystis jirovecii, polmonite, polmonite influenzale, polmonite da Legionella, polmonite streptococcica, polmonite virale e sepsi di origine polmonare.
c Vedere “Descrizione di reazioni avverse selezionate”.
dI valori ematologici di laboratorio sono stati registrati come TEAE solo se hanno portato all'interruzione del trattamento e/o alla modifica della dose o hanno soddisfatto un criterio di gravità.
e Basato su studi clinici sul mieloma multiplo.
*Nessun Grado 4 o 5.
Descrizione di reazioni avverse selezionate Reazioni correlate all’infusione Nello studio ICARIA-MM, sono state segnalate reazioni correlate all’infusione in 58 pazienti (38,2%) trattati con SARCLISA.
Tutti i pazienti che hanno manifestato reazioni correlate all’infusione le hanno manifestate durante la prima infusione di SARCLISA; 3 pazienti (2,0%) hanno avuto reazioni correlate all’infusione anche alla loro seconda infusione e 2 pazienti (1,3%) alla quarta.
Sono state segnalate reazioni correlate all’infusione di grado 1 nel 3,9% dei pazienti, di grado 2 nel 31,6%, di grado 3 nell’1,3% e di grado 4 nell’1,3%.
Tutte le reazioni correlate all’infusione sono state reversibili e si sono risolte il giorno stesso nel 98% delle infusioni.
I segni e i sintomi delle reazioni correlate all’infusione di grado 3 o 4 includevano dispnea, ipertensione e broncospasmo.
L’incidenza delle interruzioni dell’infusione dovute alle reazioni correlate all’infusione è stata del 28,9%.
Il tempo mediano all’interruzione dell’infusione è stato di 55 minuti.
Sono state segnalate interruzioni del trattamento dovute a reazione correlate all’infusione nel 2,6% dei pazienti nel gruppo di trattamento con Isa-Pd.
Nello studio IKEMA sono state segnalate reazioni da infusione in 81 pazienti (45,8%) trattati con IsaKd.
Sono state segnalate reazioni da infusione di grado 1 nel 13,6% dei pazienti trattati con Isa-Kd, di grado 2 nel 31,6% e di grado 3 nello 0,6%.
Tutti i casi di reazione all’infusione nei pazienti Isa-Kd sono regrediti e si sono risolti nello stesso giorno nel 73,8% dei casi e in oltre 2 giorni nel 2,5% dei casi.
I segni e i sintomi delle reazioni da infusione di grado 3 includevano dispnea e ipertensione.
La percentuale di pazienti con interruzioni di infusione di isatuximab dovute reazioni da infusione è stata del 29,9%.
Il tempo mediano all’interruzione dell’infusione è stato di 63 minuti.
A causa di reazioni da infusione, isatuximab è stato interrotto nello 0,6% dei pazienti (vedere paragrafi 4.2 e 4.4).
Infezioni Nello studio ICARIA-MM, l’incidenza delle infezioni di grado 3 o superiore è stata del 42,8%.
L’infezione polmonare è stata l’infezione severa più comunemente segnalata; il grado 3 è stato segnalato nel 21,7% dei pazienti del gruppo di trattamento con Isa-Pd rispetto al 16,1% del gruppo di trattamento con Pd, mentre il grado 4 è stato segnalato nel 3,3% dei pazienti nel gruppo di trattamento con Isa-Pd rispetto al 2,7% del gruppo di trattamento con Pd.
Sono state segnalate interruzioni del trattamento dovute a infezione nel 2,6% dei pazienti nel gruppo di trattamento con Isa-Pd rispetto al 5,4% del gruppo di trattamento con Pd.
Sono state segnalate infezioni fatali nel 3,3% dei pazienti nel gruppo di trattamento con Isa-Pd e nel 4,0% di quelli nel gruppo di trattamento con Pd.
In IKEMA, l’incidenza delle infezioni di grado 3 o superiore è stata del 38,4%.
L’infezione polmonare è stata l’infezione grave più comunemente segnalata, di Grado 3 nel 15,8% dei pazienti del gruppo Isa-Kd rispetto al 10,7% di pazienti del gruppo Kd e di Grado 4 nel 3,4% dei pazienti del gruppo Isa-Kd rispetto al 2,5% di pazienti del gruppo Kd.
Il trattamento è stato interrotto a causa di infezione, nel 2,8% dei pazienti del gruppo Isa-Kd rispetto al 4,9% di pazienti del gruppo Kd.
Sono state segnalate infezioni fatali nel 2,3% dei pazienti del gruppo Isa-Kd e nello 0,8% di pazienti del gruppo Kd (vedere paragrafo 4.4).
Negli studi clinici sul mieloma multiplo recidivato e refrattario, herpes zoster è stato riportato nel 2,0% dei pazienti.
In ICARIA-MM, l'incidenza di herpes zoster era del 4,6% nel gruppo Isa-Pd rispetto allo 0,7% nel gruppo Pd e in IKEMA l'incidenza era del 2,3% nel gruppo Isa-Kd rispetto all'1,6% nel gruppo Kd.
Insufficienza cardiaca In IKEMA, l’insufficienza cardiaca (tra cui insufficienza cardiaca, insufficienza cardiaca congestizia, insufficienza cardiaca acuta, insufficienza cardiaca cronica, insufficienza ventricolare sinistra ed edema polmonare) è stata segnalata nel 7,3% dei pazienti del gruppo Isa-Kd (4,0% di grado ≥ 3) e nel 6,6% di pazienti del gruppo Kd (4,1% di grado ≥ 3).
È stata osservata un’insufficienza cardiaca grave nel 4,0% dei pazienti del gruppo Isa-Kd e nel 3,3% di pazienti del gruppo Kd.
L’insufficienza cardiaca con esito letale durante il trattamento è stata segnalata nell’1,1% dei pazienti del gruppo Isa-Kd e non è stata segnalata nel gruppo Kd (vedere le attuali informazioni prescrittive di carfilzomib).
Valori ematologici di laboratorio Tabella 5: Anomalie ematologiche di laboratorio in pazienti che assumono isatuximab in associazione a pomalidomide e desametasone rispetto a pomalidomide e desametasone (ICARIAMM)
Parametro di laboratorio SARCLISA + pomalidomide + desametasone n (%)(N=152) Pomalidomide + desametasone n (%)(N=147)
Tutti i gradi Grado 3 Grado 4 Tutti i gradi Grado 3 Grado 4
Anemia 151 (99,3) 48 (31,6) 0 145 (98,6) 41 (27,9) 0
Neutropenia 146 (96,1) 37 (24,3) 92 (60,5) 137 (93,2) 57 (38,8) 46 (31,3)
Linfopenia 140 (92,1) 64 (42,1) 19 (12,5) 137 (93,2) 52 (35,4) 12 (8,2)
Trombocitopenia 127 (83,6) 22 (14,5) 25 (16,4) 118 (80,3) 14 (9,5) 22 (15,0)
Il denominatore utilizzato per il calcolo percentuale è il numero di pazienti con almeno 1 valutazione delle analisi di laboratorio durante il periodo di osservazione considerato.
Tabella 6: Anomalie ematologiche di laboratorio in pazienti che ricevono isatuximab in combinazione con carfilzomib e desametasone rispetto a carfilzomib e desametasone (studio IKEMA)
Parametro di laboratorio SARCLISA + Carfilzomib +Desametasone(N = 177) Carfilzomib + Desametasone(N = 122)
  Tutti i gradi Grado 3 Grado 4 Tutti i gradi Grado 3 Grado 4
Anemia 99,4% 22,0% 0% 99,2% 19,7% 0%
Neutropenia 54,8% 17,5% 1,7% 43,4% 6,6% 0,8%
Linfopenia 94,4% 52,0% 16,9% 95,1% 43,4% 13,9%
Trombocitopenia 94,4% 18,6% 11,3% 87,7% 15,6% 8,2%
Il denominatore utilizzato per il calcolo percentuale è il numero di pazienti con almeno 1 valutazione delle analisi di laboratorio durante il periodo di osservazione considerato.
Immunogenicità In 9 studi clinici sul mieloma multiplo (MM) con isatuximab in monoterapia e terapie di associazione, compreso ICARIA-MM e IKEMA (N=1018), l’incidenza di ADA emergenti dal trattamento è stata del 1,9%.
Non è stato osservato alcun effetto degli ADA sulla farmacocinetica, sulla sicurezza o sull’efficacia di isatuximab.
Segnalazione delle reazioni avverse sospette La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale.
Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione riportato nell’allegato V.

Gravidanza e allattamento

Donne in età fertile/contraccezione Le donne in età fertile trattate con isatuximab devono usare misure contraccettive efficaci durante il trattamento e per 5 mesi dopo la cessazione del trattamento.
Gravidanza Non esistono dati sull’uso di isatuximab in donne in gravidanza.
Non sono stati condotti studi sulla tossicità riproduttiva negli animali con isatuximab.
È noto che gli anticorpi monoclonali immunoglobulina G1 attraversano la placenta dopo il primo trimestre di gravidanza.
L’uso di isatuximab nelle donne in gravidanza non è raccomandato.
Allattamento Non è noto se isatuximab sia escreto nel latte umano.
È noto che le IgG umane sono escrete nel latte materno nei primi giorni dopo la nascita, riducendosi a basse concentrazioni subito dopo; tuttavia, il rischio per il bambino allattato con latte materno non può essere escluso durante questo breve periodo subito dopo la nascita.
Per tale specifico periodo deve essere presa la decisione se interrompere l’allattamento con latte materno o interrompere la terapia/astenersi dalla terapia con isatuximab, tenendo in considerazione il beneficio dell’allattamento per il bambino e il beneficio della terapia per la donna.
Successivamente, isatuximab può essere impiegato durante l’allattamento, se clinicamente necessario.
Fertilità Non sono disponibili dati su esseri umani e animali per determinare gli effetti potenziali di isatuximab sulla fertilità in uomini e donne (vedere paragrafo 5.3).
Per gli altri medicinali somministrati insieme a isatuximab, fare riferimento al rispettivo riassunto delle caratteristiche del prodotto aggiornato.

Conservazione

Conservare in frigorifero (2 °C - 8 °C).
Non congelare.
Conservare nella confezione originale per proteggere il medicinale dalla luce.
Per le condizioni di conservazione dopo la diluizione del medicinale, vedere paragrafo 6.3.

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Segnalazione degli effetti indesiderati
Se dovesse manifestarsi un qualsiasi effetto indesiderato, compresi quelli non elencati in questo foglio, è doveroso rivolgersi al proprio medico, ad uno specialista e/o al farmacista. La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Gli effetti indesiderati possono essere segnalati direttamente tramite il sistema nazionale di segnalazione all'indirizzo www.agenziafarmaco.it/it/responsabili. Segnalando gli effetti indesiderati si può contribuire a fornire maggiori informazioni sulla sicurezza di questo medicinale.