RISEDRONATO AUR 2CPR RIV 75MG
12,00 €
Prezzo indicativo
Data ultimo aggiornamento: 04/08/2016
Trattamento dell’osteoporosi postmenopausa per ridurre il rischio aumentato di fratture (vedere paragrafo 5.1).
Ogni compressa rivestita con film contiene 75 mg di risedronato sodico (equivalenti a 69,6 mg di acido risedronico). Eccipiente con effetti noti: ogni compressa rivestita con film contiene 350,55 mg di lattosio (come lattosio monoidrato).Per l’elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1.
Controindicazioni
- Ipersensibilità al principio attivo o a uno qualsiasi degli eccipienti elencati al paragrafo 6.1; Ipocalcemia (vedere paragrafo 4.4); Gravidanza e allattamento; Grave compromissione renale (clearance della creatinina <30 ml/min).
Posologia
- Posologia La dose raccomandata negli adulti è una compressa da 75 mg per via orale per due giorni consecutivi al mese.
La prima compressa deve essere assunta lo stesso giorno di ogni mese, seguita dalla seconda compressa il giorno successivo.
Popolazioni speciali Anziani Non è richiesto alcun aggiustamento della dose in quanto la biodisponibilità, la distribuzione e l’eliminazione sono simili negli anziani (>60 anni) e nei soggetti più giovani.
Questo è stato dimostrato anche nella popolazione in postmenopausa molto anziana, ovvero di età uguale o superiore ai 75 anni.
Compromissione renale Non è richiesto alcun aggiustamento della dose nei pazienti con compromissione renale da lieve a moderata.
L’uso del risedronato sodico è controindicato nei pazienti con grave compromissione renale (clearance della creatinina inferiore a 30 ml/min) (vedere paragrafi 4.3 e 5.2).
Popolazione pediatrica L’uso di risedronato non è raccomandato nei bambini al di sotto dei 18 anni poiché i dati relativi alla sicurezza ed efficacia sono insufficienti (vedere anche paragrafo 5.1).
Modo di somministrazione Per uso orale.
• L’assorbimento di risedronato sodico è influenzato dall’assunzione del cibo e dai cationi polivalenti (vedere paragrafo 4.5) quindi, per garantirne un assorbimento adeguato, i pazienti devono assumere Risedronato Aurobindo 75 mg prima di colazione: almeno 30 minuti prima del primo cibo, di un altro medicinale o bevanda (ad eccezione dell’acqua liscia) della giornata.
L’acqua liscia è l’unica bevanda che deve essere assunta con Risedronato Aurobindo 75 mg compresse.
Si noti che alcune acque minerali possono avere un’elevata concentrazione di calcio e pertanto non deve essere usate (vedere paragrafo 5.2).
• I pazienti devono essere informati che, nel caso dimentichino di prendere una dose di Risedronato Aurobindo 75 mg, devono assumere una compressa di Risedronato Aurobindo 75 mg nel giorno stesso in cui se ne ricordano, a meno che la dose del mese successivo sia prevista entro 7 giorni.
I pazienti devono poi riprendere l’assunzione di Risedronato Aurobindo 75 mg per due giorni consecutivi al mese nel giorno in cui la compressa viene normalmente presa.
• Non si devono assumere tre compresse nella stessa settimana.
La compressa deve essere deglutita intera e non deve essere né sciolta in bocca né masticata.
Per favorire il transito della compressa verso lo stomaco, Risedronato Aurobindo 75 mg deve essere assunto in posizione eretta con un bicchiere di semplice acqua (≥120 ml).
I pazienti non devono coricarsi per 30 minuti dopo aver assunto la compressa (vedere paragrafo 4.4).In caso di apporto dietetico inadeguato si deve prendere in considerazione l’integrazione di calcio e vitamina D.
La durata ottimale del trattamento con bifosfonati per l’osteoporosi non è stata stabilita.
La necessità del trattamento continuato deve essere rivalutata periodicamente sulla base dei benefici e dei potenziali rischi di risedronato sodico per singolo paziente, in particolare dopo un periodo di utilizzo pari o superiore ai 5 anni. Avvertenze e precauzioni
- Alimenti, bevande (ad eccezione dell’acqua liscia) e medicinali che contengono cationi polivalenti (quali calcio, magnesio, ferro e alluminio) interferiscono con l’assorbimento dei bifosfonati e non devono essere assunti contemporaneamente a Risedronato Aurobindo 75 mg (vedere paragrafo 4.5).
Per ottenere l’efficacia desiderata, è necessario attenersi scrupolosamente alla posologia raccomandata (vedere paragrafo 4.2).
L’efficacia dei bifosfonati nel trattamento dell’osteoporosi è correlata alla presenza di una bassa densità minerale ossea e/o fratture prevalenti.
L’età avanzata o fattori clinici di rischio di fratture da soli non costituiscono motivo sufficiente per l’inizio del trattamento dell’osteoporosi con un bifosfonato.
L’evidenza a supporto dell’efficacia dei bifosfonati, incluso il risedronato, nei pazienti molto anziani (>80 anni), è limitata (vedere paragrafo 5.1).
I bifosfonati sono stati associati ad esofagite, gastrite, ulcere esofagee e gastroduodenali.
Deve essere pertanto usata cautela: • nei pazienti con anamnesi positiva per disturbi all’esofago che ritardano il transito o lo svuotamento esofageo, quali restringimento o acalasia; • nei pazienti impossibilitati a restare in posizione eretta per almeno 30 minuti dall’assunzione della compressa; • se il risedronato viene somministrato a pazienti con problemi in atto o recenti del tratto gastrointestinale superiore o esofago (incluso l’esofago di Barrett diagnosticato).
I medici prescrittori devono far notare ai pazienti l’importanza di prestare attenzione alle istruzioni di somministrazione e ad eventuali segni e sintomi di una possibile reazione a carico dell’esofago.
Si deve raccomandare ai pazienti di rivolgersi prontamente al medico se si dovessero manifestare sintomi di irritazione esofagea quali disfagia, dolore nella deglutizione, dolore retrosternale o comparsa/peggioramento di bruciore di stomaco.
L’ipocalcemia deve essere corretta prima di iniziare la terapia con Risedronato Aurobindo 75 mg.
Altri disturbi del metabolismo osseo e minerale (ad es.
disfunzione paratiroidea, ipovitaminosi D) devono essere trattati quando si inizia la terapia con Risedronato Aurobindo 75 mg.
In pazienti con cancro in terapia con regimi che comprendevano bifosfonati somministrati principalmente per via endovenosa è stata riportata osteonecrosi della mandibola/mascella, generalmente associata ad estrazione dentaria e/o infezione locale (inclusa l’osteomielite).
Molti di questi pazienti erano anche in trattamento con chemioterapia e corticosteroidi.
L’osteonecrosi della mandibola/mascella è stata inoltre segnalata nei pazienti che assumevano bifosfonati orali.
Prima di iniziare un trattamento con i bifosfonati nei pazienti con fattori di rischio concomitanti (ad es.
cancro, chemioterapia, radioterapia, corticosteroidi, scarsa igiene orale) si deve prendere in considerazione di effettuare un esame odontoiatrico con le appropriate procedure dentistiche preventive.
Durante il trattamento, se possibile, questi pazienti devono evitare di sottoporsi a procedure dentistiche invasive.
Nei pazienti che sviluppano osteonecrosi della mandibola/mascella nel corso della terapia con i bifosfonati, la chirurgia odontoiatrica può esacerbare questa condizione.
Per i pazienti che necessitano di procedure odontoiatriche non ci sono dati disponibili per suggerire che l’interruzione della terapia con i bifosfonati riduca il rischio di osteonecrosi della mandibola/mascella.
Il giudizio clinico del medico curante deve guidare il programma di gestione di ciascun paziente in base alla valutazione individuale del rapporto beneficio/rischio.
Fratture atipiche del femore Con la terapia con bifosfonati sono state riferite fratture femorali atipiche sottotrocanteriche e diafisarie, principalmente in pazienti trattati a lungo termine per l’osteoporosi.
Queste fratture trasversali o oblique corte possono verificarsi in qualsiasi punto lungo il femore da appena sotto il piccolo trocantere appena fino a sopra la linea l’area sopracondiloidea.
Queste fratture si verificano spontaneamente o in seguito a trauma minimo o alcuni pazienti manifestano dolore alla coscia o all’inguine, spesso associato con reperti di diagnostica per immagini di fratture da stress, alcune settimane o mesi prima di presentare una frattura femorale completa.
Le fratture sono spesso bilaterali; pertanto, il femore controlaterale deve essere esaminato nei pazienti trattati con bifosfonati che hanno subito una frattura della diafisi femorale.
È stata riferita anche scarsa guarigione di queste fratture.
Nei pazienti con sospetta frattura femorale atipica deve essere presa in considerazione l’interruzione della terapia con bifosfonati in attesa di una valutazione del paziente basata sulla valutazione del rapporto beneficio/rischio.
Durante il trattamento con bifosfonati i pazienti devono essere istruiti a riferire qualsiasi dolore alla coscia, all’anca o all’inguine e qualsiasi paziente che presenti questi sintomi deve essere esaminato per una frattura femorale incompleta.
Con la terapia con bifosfonati, è stata segnalata osteonecrosi del canale uditivo esterno, principalmente in associazione con la terapia a lungo termine.
I possibili fattori di rischio per l’osteonecrosi del canale uditivo esterno includono uso di steroidi e chemioterapia e/o fattori di rischio locali quali infezione o trauma.
La possibilità di osteonecrosi del canale uditivo esterno deve essere presa in considerazione in pazienti che presentano sintomo oculari incluse infezioni oculari croniche.
Eccipienti Lattosio Questo medicinale contiene lattosio.
I pazienti affetti da rari problemi ereditari di intolleranza al galattosio, da deficit totale di lattasi e da malassorbimento di glucosio-galattosio, non devono assumere questo medicinale.
Sodio Questo medicinale contiene meno di 1 mmol (23 mg) di sodio per compressa rivestita con film, cioè è essenzialmente ‘senza sodio’. Interazioni
- Non sono stati condotti studi di interazione, comunque negli studi clinici non sono state trovate interazioni clinicamente rilevanti con altri medicinali.
L’assunzione contemporanea di medicinali contenenti cationi polivalenti (ad es.
calcio, magnesio, ferro ed alluminio) interferisce con l’assorbimento del risedronato sodico (vedere paragrafo 4.4).
Il risedronato sodico non viene metabolizzato a livello sistemico, non induce gli enzimi del citocromo P450 e ha un basso legame con le proteine.
Negli studi di fase III nell’osteoporosi con dose giornaliera di risedronato sodico è stato riportato l’uso di acido acetilsalicilico o di farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS) rispettivamente nel 33% e nel 45% dei pazienti.
Nello studio di fase III di confronto 75 mg per 2 giorni consecutivi al mese e 5 mg al giorno in donne in postmenopausa, l’uso di acido acetilsalicilico o di FANS è stato riportato nel 54,8% delle pazienti.
Una percentuale simile di pazienti ha manifestato eventi avversi a carico del tratto gastrointestinale superiore indipendentemente dall’uso di FANS o aspirina.
Se ritenuto opportuno il risedronato sodico può essere usato in concomitanza ad un supplemento di estrogeni. Effetti indesiderati
- Il risedronato sodico è stato studiato in studi clinici di fase III che hanno coinvolto più di 15.000 pazienti.
La maggioranza degli effetti indesiderati osservati negli studi clinici erano di grado da lieve a moderato e nella gran parte dei casi non hanno richiesto l’interruzione della terapia.
Gli eventi avversi riportati durante gli studi clinici di fase III in donne in postmenopausa con osteoporosi trattate per un periodo fino a 36 mesi con il risedronato sodico 5 mg/die (n=5020) o con placebo (n=5048) e considerati possibilmente o probabilmente collegati al risedronato sodico sono elencati di seguito, usando la seguente convenzione (l’incidenza rispetto al placebo è indicata tra parentesi): Molto comune (≥1/10); Comune (da ≥1/100 a <1/10); Non comune (da ≥1/1.000 a <1/100); Raro (da ≥1/10.000 a <1/1.000); Molto raro (<1/10.000).
Patologie del sistema nervoso Comune: Cefalea (1,8% vs.
1,4%).
Patologie dell’occhio Non comune: Irite*.
Patologie dell’orecchio e del labirinto Molto raro: Osteonecrosi del canale uditivo esterno (reazione avversa di classe dei bifosfonati).
Patologie gastrointestinali Comune: Stipsi (5,0% vs.
4,8%), dispepsia (4,5% vs.
4,1%), nausea (4,3% vs.
4,0%), dolore addominale (3,5% vs.
3,3%), diarrea (3,0% vs.
2,7%); Non comune: Gastrite (0,9% vs.
0,7%), esofagite (0,9% vs.
0,9%), disfagia (0,4% vs.
0,2%), duodenite (0,2% vs.
0,1%), ulcera esofagea (0,2% vs.
0,2%); Raro: Glossite (<0,1% vs.
0,1%), stenosi esofagea (<0,1% vs.
0,0%).
Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo Comune: Dolore muscoloscheletrico (2,1% vs.
1,9%).
Esami diagnostici: Raro: Valori anormali delle prove di funzionalità epatica*.
* Nessuna incidenza rilevante da studi di fase III nell’osteoporosi; frequenza basata su evidenze di evento/laboratorio/rechallenge proveniente da studi clinici precedenti.
In uno studio multicentrico in doppio cieco della durata di 2 anni, che confrontava risedronato sodico 5 mg al giorno (n= 613) e risedronato sodico 75 mg per 2 giorni consecutivi al mese (n=616) in donne in postmenopausa con osteoporosi, i profili globali di sicurezza sono risultati simili.
Sono stati riportati i seguenti ulteriori eventi avversi ritenuti dagli sperimentatori possibilmente o probabilmente correlati all’uso del farmaco (incidenza maggiore nel gruppo con risedronato sodico 75 mg rispetto al gruppo con risedronato sodico 5 mg): Patologie gastrointestinali Comune: gastrite erosiva (1,5% vs.
0,8%), vomito (1,3% vs.
1,1%).
Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo Comune: artralgia (1,5% vs.
1,0%), dolore osseo (1,1% vs 0,5%) e dolore alle estremità (1,1% vs 0,5%).
Patologie sistemiche Non comune: reazioni di fase acuta, come febbre e/o malattia simil-influenzale (entro 5 giorni dalla prima dose) (0,6% vs.
0,0%).
Esami diagnostici È stata osservata in alcuni pazienti un’iniziale diminuzione di carattere transitorio, asintomatico e lieve dei livelli sierici di calcio e di fosfato.
Durante l’uso post-marketing sono stati segnalati i seguenti ulteriori effetti indesiderati (frequenza non nota): Disturbi del sistema immunitario Reazione anafilattica.
Patologie dell’occhio Irite, uveite.
Patologie epatobiliari Gravi disturbi epatici.
Nella gran parte dei casi segnalati, i pazienti erano anche in trattamento con altri medicinali noti per provocare disturbi epatici.
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo Ipersensibilità e reazioni cutanee, compresi angioedema, eruzione generalizzata, orticaria e reazioni cutanee bollose, alcune severe, inclusi casi isolati di sindrome di Stevens-Johnson, necrolisi epidermica tossica e vasculite leucocitoclastica; perdita di capelli.
Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo Osteonecrosi della mandibola.
Durante l’esperienza post-marketing sono state segnalate le seguenti reazioni (frequenza rara): Fratture femorali atipiche subtrocanteriche e diafisarie (reazione avversa di classe dei bifosfonati).
Segnalazione delle reazioni avverse sospette La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale.
Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione all’indirizzo www.aifa.gov.it/content/segnalazioni-reazioni-avverse. Gravidanza e allattamento
- Non ci sono dati adeguati relativi all’uso del risedronato sodico nelle donne in gravidanza.
Studi sugli animali hanno mostrato tossicità riproduttiva (vedere paragrafo 5.3).
Il rischio potenziale nell’uomo non è noto.
Studi su animali indicano che una piccola quantità di risedronato sodico passa nel latte materno.
Il risedronato sodico non deve essere usato durante la gravidanza o nelle donne che allattano al seno. Conservazione
- Questo medicinale non richiede particolari condizioni di conservazione.
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Segnalazione degli effetti indesiderati
Se dovesse manifestarsi un qualsiasi effetto indesiderato, compresi quelli non elencati in questo foglio, è doveroso rivolgersi al proprio medico, ad uno specialista e/o al farmacista. La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Gli effetti indesiderati possono essere segnalati direttamente tramite il sistema nazionale di segnalazione all'indirizzo www.agenziafarmaco.it/it/responsabili. Segnalando gli effetti indesiderati si può contribuire a fornire maggiori informazioni sulla sicurezza di questo medicinale.