RIFACOL AD 12CPR RIV 200MG
8,32 €
Prezzo indicativo
Data ultimo aggiornamento: 18/01/2011
- Infezioni intestinali acute e croniche sostenute da batteri gram-positivi e gram-negativi; sindromi diarroiche. - Diarrea da alterato equilibrio della flora microbica intestinale (diarree estive, diarrea del viaggiatore, enterocoliti). - Profilassi pre e post-operatoria delle complicanze infettive negli interventi di chirurgia del tratto gastroenterico. - Coadiuvante nella terapia delle iperammoniemie.
Ogni compressa rivestita con film contiene: 200 mg di rifaximina. Per l’elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1
Controindicazioni
- Ipersensibilità al principio attivo, alle rifamicine o ad uno qualsiasi degli eccipienti elencati al paragrafo 6.1.
Casi di ostruzione intestinale anche parziale o di gravi lesioni ulcerative dell'intestino.
Rifaximina non deve essere utilizzata in pazienti con diarrea complicata da febbre o sangue nelle feci. Posologia
- Trattamento antidiarroico Posologia consigliata: - Adulti e ragazzi oltre i 12 anni: 1 compressa da 200 mg ogni 6 ore; Trattamento pre e post-operatorio Posologia consigliata: - Adulti e ragazzi oltre i 12 anni: 2 compresse da 200 mg ogni 12 ore; Trattamento coadiuvante dell'iperammoniemia Posologia consigliata: - Adulti e ragazzi oltre i 12 anni: 2 compresse da 200 mg ogni 8 ore; Il medicinale può essere somministrato con o senza cibo.
A giudizio del medico, la posologia può essere variata in quantità e frequenza. Salvo diversa prescrizione medica, il trattamento non dovrà superare i 7 giorni.
Popolazione anziana La farmacocinetica della rifaximina non è stata studiata in soggetti anziani, tuttavia non sono necessari aggiustamenti della dose perché i dati di sicurezza e di efficacia di Rifacol non hanno evidenziato differenze tra la popolazione anziana e i pazienti più giovani.
Compromissione epatica Non sono necessari aggiustamenti della dose nei pazienti con compromissione epatica, usare con cautela nei pazienti con grave compromissione epatica (vedere paragrafo 5.2).
Compromissione renale Sebbene non siano previste modifiche della dose, occorre cautela nei pazienti con compromissione della funzionalità renale (vedere paragrafo 5.2).
Popolazione pediatrica La sicurezza ed efficacia di rifaximina nei bambini di età inferiore a 12 anni non sono state stabilite.
I dati attualmente disponibili sono riportati nel paragrafo 5.1, ma non può essere fatta alcuna raccomandazione riguardante la posologia.
Modo di somministrazione Via orale, assumere la compressa con un bicchiere d’acqua Avvertenze e precauzioni
- Reazioni cutanee gravi In associazione al trattamento con rifaximina, sono state segnalate reazioni avverse cutanee gravi (SCAR), incluse la sindrome di Stevens-Johnson (Stevens-Johnson syndrome, SJS) e la necrolisi epidermica tossica (Toxic Epidermal Necrolysis, TEN), che possono essere mortali o rappresentare un rischio per la vita (vedere paragrafo 4.8).
Al momento della prescrizione i pazienti devono essere informati in merito ai segni e ai sintomi e monitorati attentamente per rilevare eventuali reazioni cutanee.
Se si manifestano segni e sintomi riconducibili a queste reazioni cutanee, la somministrazione di rifaximina deve essere immediatamente sospesa e si deve prendere in considerazione un trattamento alternativo (a seconda dei casi).
Se il paziente ha sviluppato una reazione avversa cutanea grave come la SJS o la TEN con l’uso di rifaximina, il trattamento con rifaximina non deve essere ricominciato in nessun caso.
Dati clinici hanno dimostrato che rifaximina non è efficace nel trattamento di infezioni intestinali causate da patogeni intestinali invasivi come Campylobacter jejuni spp, Salmonella spp e Shigella spp che normalmente causano diarrea, febbre, sangue nelle feci ed elevata frequenza di evacuazione.
Il trattamento dovrebbe essere sospeso se i sintomi peggiorano o persistono per più di 48 ore e dovrebbe essere considerata una terapia antibiotica alternativa.
Con l'uso di gran parte degli antibiotici, tra cui rifaximina, sono stati riportati casi di diarrea associata a Clostridium difficile (CDAD).
Non può essere esclusa una possibile associazione del trattamento di rifaximina con CDAD o colite pseudomembranosa.
Si consiglia cautela nel caso in cui sia richiesto l’uso contemporaneo di rifaximina ed un inibitore della glicoproteina P, come la ciclosporina (vedere paragrafo 4.5).
I pazienti devono essere informati che, malgrado il trascurabile assorbimento del farmaco (inferiore all’1%), la rifaximina, come tutti i derivati della rifamicina, può provocare una colorazione rossastra delle urine.
In pazienti in trattamento con warfarin che assumevano rifaximina sono stati segnalati sia aumenti sia riduzioni dei valori del rapporto internazionale normalizzato -INR (in alcuni casi associati a sanguinamento).
Nel caso in cui fosse necessaria la co-somministrazione, l’INR deve essere attentamente monitorato nel momento in cui il trattamento con rifaximina viene iniziato o sospeso.
Possono essere necessari aggiustamenti della dose degli anticoagulanti orali per mantenere il livello di anticoagulazione desiderato (vedere paragrafo 4.5).
Rifacol 200 mg compresse rivestite con film contiene meno di 1 mmol (23 mg) di sodio per compressa, cioè è essenzialmente “senza sodio”. Interazioni
- Non vi è esperienza di somministrazione di rifaximina a soggetti in terapia con un altro agente antibatterico a base di rifamicina per il trattamento di un’infezione batterica sistemica.
I dati in vitro dimostrano che la rifaximina non inibisce gli isoenzimi del principale citocromo P-450 (CYP) responsabili del metabolismo dei farmaci (CYPs1A2, 2A6, 2B6, 2C8, 2C9, 2C19, 2D6, 2E1 e 3A4).
Negli studi di induzione in vitro, la rifaximina non è risultata essere un induttore del CYP1A2 e del CYP2B6 ma un debole induttore del CYP3A4.
In soggetti sani, gli studi clinici di interazione farmaco-farmaco hanno dimostrato che la rifaximina non altera in misura significativa la farmacocinetica dei substrati del CYP3A4.
Tuttavia, in pazienti con funzionalità epatica compromessa non è possibile escludere che rifaximina, a causa della maggiore esposizione sistemica rispetto ai soggetti sani, possa ridurre l’esposizione ai substrati del CYP3A4 (per es.
warfarin, antiepilettici, antiaritmici, contraccettivi orali) qualora somministrati contemporaneamente.
In pazienti in trattamento con warfarin che assumevano rifaximina sono stati segnalati sia aumenti sia riduzioni dei valori del rapporto internazionale normalizzato (INR).
Nel caso in cui fosse necessaria la co-somministrazione, l’INR deve essere attentamente monitorato nel momento in cui il trattamento con rifaximina viene iniziato o sospeso.
Possono essere necessari aggiustamenti della dose degli anticoagulanti orali.
Uno studio in vitro ha evidenziato che la rifaximina è un substrato moderato della glicoproteina P (P-gp) ed è metabolizzato dal CYP3A4.
Non è noto se l’assunzione concomitante di farmaci inibitori del CYP3A4 possa aumentare l’esposizione sistemica alla rifaximina.
In soggetti sani, la somministrazione concomitante di una singola dose di ciclosporina (600 mg), un potente inibitore della glicoproteina P, con una singola dose di rifaximina (550 mg) ha determinato incrementi di 83 e 124 volte il valore medio di Cmax di rifaximina e AUC∞.
Il significato clinico di questo incremento di esposizione sistemica non è noto.
La possibilità che si verifichino interazioni con altri farmaci a livello dei sistemi trasportatori è stata valutata in vitro.
Questi studi suggeriscono che è improbabile un’interazione clinica tra la rifaximina e altri composti soggetti a efflusso tramite la P-gp e altre proteine di trasporto (MRP2, MRP4, BCRP e BSEP).
I pazienti devono assumere rifaximina almeno 2 ore dopo la somministrazione di carbone attivo. Effetti indesiderati
- Riassunto del profilo di sicurezza In associazione al trattamento con rifaximina, sono state segnalate reazioni avverse cutanee gravi (SCAR), incluse la sindrome di Stevens-Johnson (Stevens-Johnson syndrome, SJS) e la necrolisi epidermica tossica (Toxic epidermal necrolysis, TEN) (vedere paragrafo 4.4) Studi clinici Nell’ambito di sperimentazioni cliniche controllate in doppio cieco o di studi di farmacologia clinica sono stati confrontati gli effetti di rifaximina con placebo o altri antibiotici, per cui sono disponibili dati quantitativi di sicurezza.
Nota: molte delle reazioni elencate (in particolare quelle gastrointestinali) possono essere gli stessi sintomi ascrivibili alla patologia di base trattata e, durante gli studi clinici, sono state segnalate con una frequenza simile nei pazienti trattati con placebo. Esperienza post-marketing Dopo l’introduzione in commercio del prodotto sono state segnalate ulteriori reazioni avverse, la cui frequenza non è nota (non può essere definita in base ai dati disponibili).
Le categorie di frequenza sono definite in base alla convenzione seguente: Molto comune (≥1/10); Comune (≥ 1/100; < 1/10); Non comune (≥ 1/1 000; < 1/100); Raro (≥ 1/10 000; < 1/1 000); Molto raro (< 1/10 000); Non nota (la frequenza non può essere definita sulla base dei dati disponibili).
(1) Poiché il medico ha riportato scottatura solare, viene riferita come tale e non come segnalazione di reazione di fotosensibilità.Classificazione per sistemi e organi MedDRA Comune Non comune Raro Non nota Infezioni e infestazioni candidiasi, herpes simplex, nasofaringite, faringite, infezioni delle vie respiratorie superiori infezione clostridiale Patologie del sistema emolinfopoietico linfocitosi, monocitosi, neutropenia trombocitopenia Disordini del sistema immunitario reazioni anafilattiche, ipersensibilità Disturbi del metabolismo e della nutrizione diminuzione dell’appetito, disidratazione Disturbi psichiatrici insonnia, sogni anormali, depressione dell’umore, nervosismo Patologie del sistema nervoso capogiri, cefalea emicrania, ipoestesia, parestesia, cefalea sinusale, sonnolenza presincope Patologie dell’occhio diplopia Patologie dell’orecchio e del labirinto vertigine, otalgia Patologie cardiache palpitazioni Patologie vascolari aumento della pressione arteriosa, vampate di calore Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche dispnea, congestione nasale, gola secca, dolore orofaringeo, tosse, rinorrea Patologie gastrointestinali costipazione, dolore addominale, distensione addominale, diarrea, flatulenza, nausea, tenesmo rettale, urgenza di evacuazione, vomito ascite, dispepsia, disordini della motilità gastrointestinale, dolore addominale superiore, ematochezia, feci mucose, feci dure, labbra secche, patologie del gusto Patologie epatobiliari aumento dell’aspartato aminotransferasi alterazioni dei testi di funzio-nalità epatica Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo eruzione cutanea, eruzioni ed esantemi, ustione solare (1) Edema angioneurotico, dermatite, dermatite esfoliativa, eczema, eritemi, porpora, prurito, orticaria, sindrome di Stevens-Johnson, necrolisi epidermica tossica Patologie del sistema muscolo-scheletrico e del tessuto connettivo dolore dorsale, debolezza muscolare, spasmi muscolari, dolore al collo, mialgia Patologie renali e urinarie Ematuria, glicosuria, pollachiuria, poliuria, proteinuria Patologie dell’apparato riproduttivo polimenorrea Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione piressia condizioni asteniche, brividi, sudore freddo, dolore e fastidio, edema periferico, sintomatologia simil influenzale, iperidrosi Esami diagnostici anomalie del rapporto interna-zionale normalizzato
Segnalazione delle reazioni avverse sospette La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale.
Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione all’indirizzo https://www.aifa.gov.it/content/segnalazioni-reazioni-avverse. Gravidanza e allattamento
- Gravidanza Non sono disponibili o sono limitati i dati relativi all'uso di rifaximina in donne in stato di gravidanza.
Gli studi sugli animali evidenziano effetti transitori sull’ossificazione e variazioni scheletriche nel feto (vedere paragrafo 5.3).
La rilevanza clinica di queste evidenze non è nota.
A scopo precauzionale, l'uso della rifaximina non è raccomandato durante la gravidanza.
Allattamento Non è noto se la rifaximina e i suoi metaboliti vengano escreti nel latte materno.
Non è possibile escludere un rischio per i neonati allattati al seno.
Occorre decidere se interrompere l'allattamento o interrompere / astenersi dalla terapia con rifaximina tenendo in considerazione il beneficio dell'allattamento al seno per il bambino e il beneficio della terapia per la donna.
Fertilità Gli studi sugli animali non indicano effetti dannosi diretti o indiretti sulla fertilità maschile e femminile. Conservazione
- Il medicinale non richiede alcuna particolare condizione di conservazione.
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Segnalazione degli effetti indesiderati
Se dovesse manifestarsi un qualsiasi effetto indesiderato, compresi quelli non elencati in questo foglio, è doveroso rivolgersi al proprio medico, ad uno specialista e/o al farmacista. La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Gli effetti indesiderati possono essere segnalati direttamente tramite il sistema nazionale di segnalazione all'indirizzo www.agenziafarmaco.it/it/responsabili. Segnalando gli effetti indesiderati si può contribuire a fornire maggiori informazioni sulla sicurezza di questo medicinale.