RAMIPRIL ID AUR 28CPR 2,5+12,5
2,60 €
Prezzo indicativo
Data ultimo aggiornamento: 18/12/2020
Trattamento dell’ipertensione. Questa associazione a dose fissa è indicata in pazienti la cui pressione arteriosa non è adeguatamente controllata con ramipril da solo o idroclorotiazide da sola.
Ramipril e Idroclorotiazide Aurobindo 2,5 mg/12,5 mg Ciascuna compressa contiene 2,5 mg di ramipril e 12,5 mg di idroclorotiazide. Ramipril e Idroclorotiazide Aurobindo 5 mg/25 mg Ciascuna compressa contiene 5 mg di ramipril e 25 mg di idroclorotiazide. Eccipienti con effetti noti: Ciascuna compressa di Ramipril e Idroclorotiazide Aurobindo 2,5 mg/12,5 mg contiene 64,5 mg di lattosio monoidrato. Ciascuna compressa di Ramipril e Idroclorotiazide Aurobindo 5 mg/25 mg contiene 129 mg di lattosio monoidrato. Per l’elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1.
Controindicazioni
- - Ipersensibilità ai principi attivi o ad altri ACE-inibitori (inibitori dell’enzima di conversione dell’angiotensina), ad altri diuretici tiazidici, alle sulfonamidi o ad uno qualsiasi degli eccipienti di Ramipril e Idroclorotiazide Aurobindo elencati al paragrafo 6.1.
- Riscontro anamnestico di angioedema (ereditario, idiopatico o pregresso angioedema con ACE-inibitori o un antagonista del recettore dell’angiotensina II, AIIRA).
- Trattamenti extracorporei che portano il sangue a contatto con superfici a carica negativa (vedere paragrafo 4.5).
- Stenosi renale bilaterale significativa o stenosi unilaterale dell’arteria renale in pazienti con singolo rene funzionante.
- Secondo e terzo trimestre di gravidanza (vedere paragrafi 4.4 e 4.6).
- Allattamento (vedere paragrafo 4.6).
- Grave compromissione della funzionalità renale, con clearance della creatinina inferiore a 30 ml/min in pazienti non dializzati.
- Alterazioni degli elettroliti clinicamente rilevanti che potrebbero peggiorare in seguito al trattamento con Ramipril e Idroclorotiazide Aurobindo (vedere paragrafo 4.4).
- Grave compromissione della funzionalità epatica, encefalopatia epatica.
- L’uso concomitante di Ramipril e Idroclorotiazide Aurobindo con medicinali contenenti aliskiren è controindicato nei pazienti affetti da diabete mellito o compromissione renale (velocità di filtrazione glomerulare GFR < 60 ml/min/1.73 m²) (vedere paragrafi 4.5 e 5.1).
- Uso concomitante con terapia a base di sacubitril/valsartan.
Ramipril non deve essere iniziato prima che siano trascorse almeno 36 ore dall’ultima dose di sacubitril/valsartan (vedere anche paragrafi 4.4 e 4.5). Posologia
- Posologia Adulti La dose deve essere personalizzata in accordo con il profilo del paziente (vedere paragrafo 4.4) e del controllo della pressione arteriosa.
La somministrazione dell’associazione fissa di ramipril e idroclorotiazide è generalmente raccomandata dopo titolazione del dosaggio con uno dei componenti singoli.
Ramipril e Idroclorotiazide Aurobindo deve essere iniziato al più basso dosaggio disponibile.
Se necessario, la dose può essere aumentata progressivamente per raggiungere il valore di pressione arteriosa richiesto; le dosi massime consentite sono 10 mg di ramipril e 25 mg di idroclorotiazide al giorno.
Popolazioni speciali Pazienti trattati con diuretici Si raccomanda cautela nei pazienti già in trattamento con diuretici, poiché si può manifestare ipotensione dopo l’inizio del trattamento.
Si deve prendere in considerazione la riduzione della dose del diuretico o la sospensione del diuretico prima di iniziare il trattamento con Ramipril e Idroclorotiazide Aurobindo.
Nel caso in cui non sia possibile interrompere la terapia, si raccomanda di iniziare il trattamento con il dosaggio più basso possibile di ramipril (1,25 mg al giorno) in associazione libera.
Si raccomanda di fare successivamente il passaggio a una dose iniziale di non più di 2,5 mg di ramipril/12,5 mg di idroclorotiazide.
Pazienti con compromissione renale Ramipril e Idroclorotiazide Aurobindo è controindicato in pazienti con grave compromissione renale a causa della presenza di idroclorotiazide (clearance della creatinina < 30 ml/min) (vedere paragrafo 4.3).
I pazienti con compromissione della funzione renale possono richiedere dosi ridotte di Ramipril e Idroclorotiazide Aurobindo.
I pazienti con clearance della creatinina tra 30 e 60 ml/min devono essere trattati solo con la dose più bassa dell’associazione fissa di ramipril e idroclorotiazide, dopo somministrazione di ramipril da solo.
Le dosi massime consentite sono 5 mg di ramipril e 25 mg di idroclorotiazide al giorno.
Pazienti con compromissione epatica Nei pazienti con compromissione epatica da lieve a moderata il trattamento con Ramipril e Idroclorotiazide Aurobindo deve essere iniziato solo sotto stretto controllo medico e le dosi giornaliere massime consentite sono 2,5 mg di ramipril e 12,5 mg di idroclorotiazide.
Ramipril e Idroclorotiazide Aurobindo è controindicato nella compromissione epatica grave (vedere paragrafo 4.3).
Pazienti anziani La dose iniziale deve essere la più bassa e la successiva titolazione deve essere più graduale a causa della maggior probabilità di effetti indesiderati in particolare nei pazienti molto anziani e deboli.
Popolazione pediatrica Non è raccomandato l’uso di Ramipril e Idroclorotiazide Aurobindo in bambini e adolescenti sotto i 18 anni di età in mancanza di dati sufficienti di sicurezza ed efficacia.Modo di somministrazione Uso orale.
Si raccomanda che Ramipril e Idroclorotiazide Aurobindo venga assunto una volta al giorno alla stessa ora, solitamente al mattino.
Ramipril e Idroclorotiazide Aurobindo può essere assunto prima, durante o dopo i pasti, poiché l’assunzione di cibo non modifica la sua biodisponibilità (vedere paragrafo 5.2).
Ramipril e Idroclorotiazide Aurobindo deve essere deglutito con un liquido e non deve essere masticato o sbriciolato. Avvertenze e precauzioni
- Speciali popolazioni Gravidanza La terapia con ACE inibitori, come ramipril o con gli antagonisti del recettore dell’angiotensina II (AIIRA) non deve essere iniziata durante la gravidanza.
Per le pazienti che stanno pianificando una gravidanza si deve ricorrere a trattamenti antiipertensivi alternativi, con comprovato profilo di sicurezza per l’uso in gravidanza, a meno che non sia considerato essenziale il proseguimento della terapia con un ACE inibitore/antagonista del recettore dell’angiotensina II.
Quando viene diagnosticata una gravidanza, il trattamento con ACE inibitori/antagonisti del recettore dell’angiotensina II deve essere interrotto immediatamente e, se appropriato, deve essere iniziata una terapia alternativa (vedere paragrafi 4.3 e 4.6).
Pazienti a particolare rischio di ipotensione Pazienti con iperattivazione del sistema renina-angiotensina-aldosterone I pazienti con iperattivazione del sistema renina-angiotensina-aldosterone possono incorrere in un notevole calo acuto della pressione arteriosa e nel peggioramento della funzione renale dovuto all’ACE inibizione, specialmente quando l’ACE inibitore o un diuretico in associazione sono somministrati per la prima volta o al primo incremento della dose.
Deve essere prevista un’attivazione rilevante del sistema renina-angiotensina-aldosterone, ed è necessaria una supervisione medica che includa il monitoraggio della pressione per esempio in: • pazienti con grave ipertensione • pazienti con insufficienza cardiaca congestizia non compensata • pazienti con ostacolo emodinamicamente rilevante all’afflusso o al deflusso ventricolare sinistro (ad es.
stenosi della valvola aortica o mitrale) • pazienti con stenosi unilaterale dell’arteria renale con secondo rene funzionante • pazienti con presenza o a rischio di possibile sviluppo di deplezione idrica o salina (inclusi i pazienti in terapia con diuretici) • pazienti con cirrosi epatica e/o ascite • pazienti sottoposti a chirurgia maggiore o in corso di anestesia con agenti che determinano ipotensione.
In genere, si raccomanda di correggere la disidratazione, l’ipovolemia o la deplezione di sali prima di iniziare il trattamento (tuttavia nei pazienti con insufficienza cardiaca, tale azione correttiva deve essere attentamente valutata contro il rischio di un sovraccarico).
Chirurgia Se possibile, si raccomanda di interrompere il trattamento con inibitori dell’enzima di conversione dell’angiotensina, come ramipril, un giorno prima dell’intervento chirurgico.
Pazienti a rischio di ischemia cardiaca o cerebrale in caso di ipotensione acuta La fase iniziale del trattamento richiede una attenta supervisione medica.
Iperaldosteronismo primario L’associazione ramipril e idroclorotiazide non rappresenta un trattamento di scelta per l’iperaldosteronismo primario.
Se l’associazione ramipril e idroclorotiazide viene utilizzata in un paziente con iperaldosteronismo primario, è necessario il monitoraggio attento dei livelli plasmatici di potassio.
Pazienti anziani Vedere paragrafo 4.2.
Pazienti con patologia epatica Le alterazioni degli elettroliti dovuti alla terapia con diuretici, inclusa idroclorotiazide, possono causare encefalopatia epatica in pazienti con epatopatia.
Monitoraggio della funzione renale La funzione renale deve essere monitorata prima e durante il trattamento e la dose deve essere aggiustata, in particolare nelle prime settimane di trattamento.
In pazienti con funzione renale compromessa è richiesto un monitoraggio particolarmente attento (vedere paragrafo 4.2).
C’è il rischio di un danneggiamento della funzione renale, soprattutto nei pazienti con insufficienza cardiaca congestizia o dopo trapianto di rene o con patologia renovascolare inclusi i pazienti con stenosi dell’arteria afferente al singolo rene rilevante dal punto vista emodinamico.
Compromissione renale In pazienti con nefropatie, i diuretici tiazidici possono precipitare l’uremia.
In pazienti con funzionalità renale compromessa si possono sviluppare effetti cumulativi del principio attivo.
Se si evidenzia una progressiva compromissione della funzionalità renale, come indicato da un aumento dell’azotemia, è necessaria un’attenta rivalutazione della terapia, e si deve prendere in considerazione la sospensione della terapia diuretica (vedere paragrafo 4.3).
Squilibrio elettrolitico Come per qualsiasi paziente in terapia con diuretici, si deve effettuare un monitoraggio periodico degli elettroliti sierici a intervalli appropriati.
I diuretici tiazidici, inclusa l’idroclorotiazide, possono causare sbilanciamento dei fluidi o degli elettroliti (ipokaliemia, iponatriemia e alcalosi ipocloremica).
Anche se con l’uso di diuretici tiazidici si può sviluppare ipokaliemia, la terapia concomitante con ramipril può ridurne l’ipokaliemia indotta da diuretici.
Il rischio di ipokaliemia è più elevato nei pazienti con cirrosi epatica, nei pazienti con diuresi rapida, in pazienti che ricevono un inadeguato supplemento di elettroliti e in pazienti in terapia concomitante con corticosteroidi o ACTH (vedere paragrafo 4.5).
La prima valutazione dei livelli plasmatici di potassio deve essere effettuata nella prima settimana dopo l’inizio del trattamento.
Se vengono evidenziati bassi livelli di potassio è necessaria una correzione.
Può verificarsi iponatriemia da diluizione.
La riduzione dei livelli di sodio può essere asintomatica nella fase iniziale; è pertanto essenziale un monitoraggio regolare.
Il monitoraggio deve essere più frequente in pazienti anziani e cirrotici.
È stato visto che i diuretici tiazidici aumentano l’escrezione urinaria di magnesio, che può determinare ipomagnesiemia.
Potassio sierico Iperkaliemia è stata osservata in alcuni pazienti trattati con ACE-inibitori, incluso Ramipril e Idroclorotiazide Aurobindo.
Gli ACE-inibitori possono provocare iperkaliemia poiché inibiscono il rilascio di aldosterone.
Tale effetto non è solitamente significativo nei pazienti con una funzione renale nella norma.
Tuttavia, nei pazienti con una funzione renale compromessa, di età > 70 anni, con diabete mellito non controllato, e/o nei pazienti che assumono integratori di potassio (inclusi sostituti del sale), diuretici risparmiatori del potassio, trimetoprim o cotrimoxazolo, noto anche come trimetoprim/sulfametoxazolo, e soprattutto antagonisti dell’aldosterone o bloccanti del recettore dell’angiotensina e altri principi attivi che aumentano il livello plasmatico del potassio (es.
eparina) oppure i pazienti che presentano condizioni quali disidratazione, scompenso cardiaco acuto, acidosi metabolica, si può verificare iperkaliemia.
I diuretici risparmiatori del potassio e i bloccanti del recettore dell’angiotensina devono essere usati con cautela nei pazienti in terapia con ACE-inibitori e si devono contestualmente monitorare il potassio sierico e la funzione renale (vedere paragrafo 4.5).
Encefalopatia epatica In pazienti con patologie epatiche, alterazioni degli elettroliti dovuti alla terapia con diuretici, inclusa idroclorotiazide, possono causare encefalopatia epatica.
Il trattamento deve essere interrotto immediatamente in caso di encefalopatia epatica.
Ipercalcemia Idroclorotiazide stimola il riassorbimento di calcio a livello renale e può causare ipercalcemia.
Può interferire con i risultati dei test della funzione paratiroidea.
Ipersensibilità/Angioedema Sono stati segnalati casi di angioedema in pazienti trattati con ACE-inibitori, incluso ramipril (vedere paragrafo 4.8).
In caso di angioedema, Ramipril e Idroclorotiazide Aurobindo deve essere interrotto.
Deve essere prontamente istituito un trattamento d’emergenza.
I pazienti devono essere tenuti in osservazione per almeno 12-24 ore e dimessi dopo la completa risoluzione dei sintomi.
In pazienti trattati con ACE-inibitori, incluso Ramipril e Idroclorotiazide Aurobindo, è stato riferito angioedema intestinale (vedere paragrafo 4.8).
Questi pazienti hanno presentato dolore addominale (associato o meno a nausea e vomito).
I sintomi di angioedema intestinale si sono risolti dopo l’interruzione dell’ACE inibitore.
L’uso concomitante degli ACE-inibitori e di sacubitril/valsartan è controindicato in considerazione dell’aumento del rischio di angioedema.
Il trattamento con sacubitril/valsartan non deve essere iniziato prima che siano trascorse almeno 36 ore dall’ultima dose di ramipril.
Il trattamento con ramipril non deve essere iniziato prima che siano trascorse almeno 36 ore dall’ultima dose di sacubitril/valsartan (vedere paragrafi 4.3 e 4.5).
L’uso concomitante di ACE-inibitori con racecadotril, inibitori di mTOR (come sirolimus, everolimus, temsirolimus) e vildagliptin può determinare un aumento del rischio di angioedema (rigonfiamento delle vie aeree o della lingua, associato o meno a difficoltà respiratorie (vedere paragrafo 4.5).
Occorre cautela nell’iniziare la terapia con racecadotril, inibitori di mTOR (come sirolimus, everolimus, temsirolimus) e vildagliptin in un paziente che sta già assumendo un ACE-inibitore.
Reazioni anafilattiche in corso di desensibilizzazione La probabilità e la gravità di reazioni anafilattiche o anafilattoidi in seguito a contatto con veleno di insetti o altri allergeni sono aumentate durante terapia con ACE inibitori.
Prima della desensibilizzazione deve essere presa in considerazione una temporanea sospensione di Ramipril e Idroclorotiazide Aurobindo.
Neutropenia/agranulocitosi Sono state osservate raramente neutropenia/agranulocitosi, ed è stata inoltre riportata anche depressione del midollo osseo.
Si raccomanda di monitorare il numero dei globuli bianchi per rilevare una possibile leucopenia.
Si consiglia un monitoraggio più frequente nella fase iniziale del trattamento e nei pazienti con funzione renale compromessa, nei pazienti con concomitanti patologie del collagene (ad es.
lupus eritematoso o sclerodermia) e nei pazienti trattati con altri medicinali che possono causare alterazioni del quadro ematico (vedere paragrafi 4.5 e 4.8).
Effusione coroidale, miopia acuta e glaucoma ad angolo chiuso secondario I farmaci sulfamidici o derivati da sulfamidici possono causare una reazione idiosincratica che determina effusione coroidale con difetti del campo visivo, miopia transitoria e glaucoma acuto ad angolo chiuso.
I sintomi includono insorgenza acuta di acuità visiva ridotta o dolore oculare e si verifica tipicamente entro poche ore fino a diverse settimane dall’inizio del trattamento.
Il glaucoma ad angolo chiuso acuto non trattato può portare a perdita permanente della visione.
Il trattamento primario consiste nel sospendere la somministrazione di farmaco il più rapidamente possibile.
Se la pressione resta non controllata può essere necessario considerare un tempestivo intervento medico o trattamenti chirurgici.
I fattori di rischio per lo sviluppo di glaucoma ad angolo chiuso acuto possono includere anamnesi di allergia alla sulfonamide o alla penicillina.
Differenze etniche Gli ACE-inibitori causano una maggiore incidenza di angioedema nei pazienti di razza nera rispetto ai pazienti di altre razze.
Come altri ACE inibitori, il ramipril può essere meno efficace nel ridurre la pressione arteriosa in pazienti di razza nera rispetto ai pazienti di altre razze, probabilmente a causa di una maggiore prevalenza di ridotte concentrazioni di renina nella popolazione ipertesa di razza nera.
Atleti Idroclorotiazide può determinare positività ai test anti-doping.
Effetti metabolici ed endocrini La terapia con tiazidici può compromettere la tolleranza al glucosio.
Nei pazienti diabetici può essere necessario correggere il dosaggio dell’insulina o dei farmaci ipoglicemizzanti orali.
Un diabete mellito latente può rendersi manifesto durante la terapia con tiazidici.
Aumenti dei livelli di colesterolo e trigliceridi sono stati associati alla terapia con diuretici tiazidici.
In alcuni pazienti in terapia con tiazidi si può manifestare iperuricemia o una gotta conclamata.
Tosse In seguito alla somministrazione di ACE inibitori è stata riportata la comparsa di tosse.
Caratteristicamente questa tosse è non produttiva, persistente e si risolve con la sospensione del trattamento.
La tosse indotta dagli ACE inibitori deve essere tenuta in considerazione nella diagnosi differenziale di tosse.
Altro Si possono verificare reazioni di sensibilizzazione nei pazienti con o senza anamnesi di allergie o asma bronchiale.
È stata segnalata la possibilità di esacerbazione o attivazione del lupus eritematoso sistemico.
Duplice blocco del sistema renina-angiotensina-aldosterone (RAAS): Esiste l’evidenza che l’uso concomitante di ACE-inibitori, antagonisti del recettore dell’angiotensina II o aliskiren aumenta il rischio di ipotensione, iperpotassiemia e riduzione della funzionalità renale (inclusa l’insufficienza renale acuta).
Il duplice blocco del RAAS attraverso l’uso combinato di ACE-inibitori, antagonisti del recettore dell’angiotensina II o aliskiren non è pertanto raccomandato (vedere paragrafi 4.5 e 5.1).
Se la terapia del duplice blocco è considerata assolutamente necessaria, ciò deve avvenire solo sotto la supervisione di uno specialista e con uno stretto e frequente monitoraggio della funzionalità renale, degli elettroliti e della pressione sanguigna.
Gli ACE-inibitori e gli antagonisti del recettore dell’angiotensina II non devono essere usati contemporaneamente in pazienti con nefropatia diabetica.
Cancro della pelle non melanoma In due studi epidemiologici basati sui dati del Registro nazionale dei tumori danese è stato osservato un aumento del rischio di cancro della pelle non-melanoma (NMSC) [carcinoma basocellulare (BCC) e carcinoma a cellule squamose (SCC)] associato all’aumento cumulativo della dose di idroclorotiazide (HCTZ) assunta.
L’effetto fotosensibilizzante dell’HCTZ potrebbe rappresentare un possibile meccanismo dell’NMSC.
I pazienti che assumono HCTZ devono essere informati del rischio di NMSC e consigliati di sottoporre a controllo regolare la cute per verificare la presenza di nuove lesioni e segnalare immediatamente eventuali lesioni cutanee sospette.
Al fine di minimizzare il rischio di cancro cutaneo, occorre consigliare ai pazienti l’adozione di possibili misure preventive quali l’esposizione limitata alla luce solare e ai raggi UV e, in caso di esposizione, una protezione adeguata.
Eventuali lesioni cutanee sospette devono essere esaminate immediatamente, possibilmente con l’ausilio di esami istologici su biopsie.
Può essere inoltre necessario riconsiderare l’utilizzo di HCTZ nei pazienti che hanno manifestato NMSC in precedenza (vedere anche paragrafo 4.8).
Tossicità respiratoria acuta Dopo l’assunzione di idroclorotiazide sono stati segnalati casi severi molto rari di tossicità respiratoria acuta, compresa la sindrome da distress respiratorio acuto (acute distress respiratory syndrome, ARDS).
L’edema polmonare si sviluppa generalmente entro pochi minuti od ore dall’assunzione di idroclorotiazide.
All’esordio i sintomi comprendono dispnea, febbre, deterioramento polmonare e ipotensione.
Se si sospetta la diagnosi di ARDS, Ramipril e Idroclorotiazide Aurobindo deve essere interrotto e deve essere somministrato un trattamento appropriato.
Non deve essere somministrato idroclorotiazide a pazienti che in precedenza hanno manifestato ARDS in seguito all’assunzione di idroclorotiazide.
Eccipienti Lattosio Contiene lattosio.
I pazienti affetti da rari problemi ereditari di intolleranza al galattosio, da deficit totale di lattasi o da malassorbimento di glucosio-galattosio, non devono assumere questo medicinale.
Sodio Questo medicinale contiene meno di 1 mmol (23 mg) di sodio per compressa, cioè è essenzialmente ‘senza sodio’. Interazioni
- Associazioni controindicate Trattamenti extracorporei che implichino il contatto tra sangue e superfici con carica negativa, quali dialisi o emofiltrazione con membrane ad alto flusso (ad esempio membrane poliacrilonitriliche) e aferesi delle lipoproteine a bassa densità mediante destrano solfato, per il rischio di gravi reazioni anafilattoidi (vedere paragrafo 4.3).
Se è necessario effettuare trattamenti di questo tipo, si deve valutare la possibilità di utilizzare un diverso tipo di membrana da dialisi o una classe diversa di antipertensivo.
Precauzioni per l’uso I dati degli studi clinici hanno dimostrato che il duplice blocco del sistema renina-angiotensina-aldosterone (RAAS) attraverso l’uso combinato di ACE-inibitori, antagonisti del recettore dell’angiotensina II o aliskiren, è associato ad una maggiore frequenza di eventi avversi quali ipotensione, iperpotassiemia e riduzione della funzionalità renale (inclusa l’insufficienza renale acuta) rispetto all’uso di un singolo agente attivo sul sistema RAAS (vedere paragrafi 4.3, 4.4 e 5.1).
Diuretici risparmiatori del potassio, integratori di potassio o sostituti del sale contenenti potassio Sebbene il potassio sierico si mantenga generalmente nei limiti della norma, in alcuni pazienti trattati con ramipril si può sviluppare iperkaliemia.
I diuretici risparmiatori del potassio (come spironolattone, triamterene o amiloride), gli integratori di potassio o i sostituti del sale contenenti potassio possono determinare aumenti significativi del potassio sierico.
Occorre esercitare la debita cautela anche nel somministrare ramipril in concomitanza con altri agenti che aumentano il potassio sierico, come trimetoprim e cotrimoxazolo (trimetoprim/sulfametoxazolo), in quanto è noto che trimetoprim agisce da diuretico risparmiatore del potassio come l’amiloride.
L’associazione di ramipril con i farmaci sopra citati non è pertanto raccomandata.
Se è indicato l’uso concomitante, occorre esercitare la debita cautela e monitorare frequentemente il potassio sierico.
Ciclosporina Durante l’uso concomitante di ACE-inibitori e ciclosporina si può manifestare iperkaliemia.
Si raccomanda il monitoraggio del potassio sierico.
Eparina Durante l’uso concomitante di ACE-inibitori ed eparina si può manifestare iperkaliemia.
Si raccomanda il monitoraggio del potassio sierico.
Medicinali che aumentano il rischio di angioedema L’uso concomitante di ACE-inibitori di ACE-inibitori e sacubitril/valsartan è controindicato poiché aumenta il rischio di angioedema (vedere paragrafi 4.3 e 4.4).
L’uso concomitante di ACE-inibitori e racecadotril, inibitori di mTOR (come sirolimus, everolimus, temsirolimus) e vildagliptin può determinare un aumento del rischio di angioedema (vedere paragrafo 4.4).
Farmaci antipertensivi (ad es.
diuretici) e altre sostanze che potrebbero ridurre la pressione arteriosa (ad.
es.
nitrati, antipertensivi triciclici, anestetici, assunzione acuta di alcol, baclofene, alfuzosina, doxazosina, prazosina, tamsulosina, terazosina): si deve attendere un incremento del rischio di ipotensione (per i diuretici vedere paragrafo 4.2).
Simpaticomimetici vasopressori e altre sostanze (adrenalina) che possono ridurre l’effetto antipertensivo di ramipril: è raccomandato il monitoraggio della pressione arteriosa.
Inoltre, l’effetto dei simpaticomimetici vasopressori può essere attenuato dall’idroclorotiazide.
Allopurinolo, immunosoppressori, corticosteroidi, procainamide, citostatici e altre sostanze che potrebbero alterare la conta delle cellule ematiche: aumentato rischio di reazioni ematologiche (vedere paragrafo 4.4).
Sali di litio: l’escrezione di litio può essere ridotta dagli ACE-inibitori e pertanto la tossicità da litio può risultare aumentata.
I livelli sierici di litio devono essere monitorati.
L’uso concomitante di diuretici tiazidici può aumentare il rischio di tossicità da litio e potenziare il rischio già elevato di tossicità da litio associato agli ACE-inibitori.
L’associazione ramipril e idroclorotiazide con il litio non è pertanto raccomandata.
Antidiabetici, inclusa insulina: possono verificarsi reazioni ipoglicemiche.
L’idroclorotiazide può attenuare l’effetto dei farmaci antidiabetici.
Nella fase iniziale della co-somministrazione è pertanto raccomandato un monitoraggio della glicemia particolarmente attento.
Farmaci antinfiammatori non steroidei e acido acetilsalicilico: si deve attendere una possibile riduzione dell’effetto antipertensivo di Ramipril e Idroclorotiazide Aurobindo.
Inoltre, il trattamento concomitante con ACE-inibitori e FANS può determinare un aumento del rischio di peggioramento della funzione renale e un aumento della kaliemia.
Anticoagulanti orali: l’effetto anticoagulante può essere diminuito dall’uso concomitante di idroclorotiazide.
Corticosteroidi, ACTH, amfotericina B, carbenoxolone, elevate quantità di liquirizia, lassativi (in caso di uso prolungato), e altre sostanze con effetto kaliuretico o che diminuiscono il potassio plasmatico: rischio aumentato di ipopotassiemia.
Preparati a base di digitale, principi attivi che causano il prolungamento dell’intervallo QT e antiaritmici: la loro tossicità proaritmica può risultare aumentata o il loro effetto antiaritmico ridotto in presenza di disordini degli elettroliti (p.
es.
ipopotassiemia, ipomagnesiemia).
Metildopa: possibile emolisi.
Colestiramina o altri scambiatori di ioni somministrati per via enterica: riduzione dell’assorbimento di idroclorotiazide.
I diuretici sulfonamidici devono essere assunti almeno un’ora prima oppure dalle quattro alle sei ore dopo l’assunzione di questi medicinali.
Miorilassanti simili al curaro: possibile intensificazione e prolungamento dell’effetto miorilassante.
Sali di calcio e medicinali che aumentano i livelli di calcio plasmatico: si deve attendere un rialzo dei livelli di calcio sierico in caso di somministrazione concomitante di idroclorotiazide; pertanto, si richiede uno stretto monitoraggio del calcio sierico.
Carbamazepina: rischio di iponatremia per l’effetto additivo di idroclorotiazide.
Mezzi di contrasto contenenti iodio: in caso di disidratazione indotta da diuretici, inclusa idroclorotiazide, esiste un rischio aumentato di insufficienza renale acuta, soprattutto con l’utilizzo di alte dosi di mezzi di contrasto iodati.
Penicillina: idroclorotiazide è escreta nei tubuli distali e riduce l’escrezione di penicillina.
Chinina: l’idroclorotiazide riduce l’escrezione di chinina.
Eparina: possibile aumento delle concentrazioni sieriche di potassio.
Vildagliptin: nei pazienti che assumono ACE-inibitori e vildagliptin è stata rilevata un’incidenza aumentata di angioedema. Effetti indesiderati
- Il profilo di sicurezza dell’associazione ramipril e idroclorotiazide include reazioni avverse che si manifestano in un quadro di ipotensione e/o deplezione idrica dovuta all’aumentata diuresi.
Il principio attivo ramipril può indurre tosse secca persistente, mentre il principio attivo idroclorotiazide può determinare un peggioramento del metabolismo di glucosio, lipidi e acido urico.
I due principi attivi hanno effetti opposti sul potassio plasmatico.
Reazioni avverse gravi comprendono angioedema o reazione anafilattica, compromissione della funzione renale o epatica, pancreatite, gravi reazioni cutanee e neutropenia/agranulocitosi.
La frequenza degli effetti indesiderati è definita secondo la seguente convenzione: molto comune (≥ 1/10), comune (≥ 1/100, < 1/10), non comune (≥ 1/1.000, < 1/100), rara (≥ 1/10.000, < 1/1.000), molto rara (< 1/10.000), non nota (la frequenza non può essere definita sulla base dei dati disponibili).
All’interno di ciascuna classe di frequenza, gli effetti indesiderati sono riportati in ordine decrescente di gravità.
Descrizione di reazioni avverse selezionate Cancro cutaneo non melanoma: sulla base dei dati disponibili provenienti da studi epidemiologici, è stata osservata un’associazione tra HCTZ e NMSC, correlata alla dose cumulativa assunta (vedere anche i paragrafi 4.4 e 5.1).Comune Non comune Molto rara Non nota Tumori benigni, maligni e non specificati (cisti e polipi compresi) Cancro cutaneo non melanoma (carcinoma basocellulare e carcinoma a cellule squamose) Patologie del sistema emolinfopoietico Riduzione del numero dei leucociti, riduzione del numero degli eritrociti, riduzione della concentrazione dell’emoglobina, anemia emolitica, riduzione del numero delle piastrine Insufficienza midollare Neutropenia, con agranulocitosi, pancitopenia, eosinofilia Emoconcentrazione in un quadro di deplezione dei fluidi Disturbi del sistema immunitario Reazioni anafilattiche o anafilattoidi al ramipril o reazione anafilattica all’idroclorotiazide, aumento degli anticorpi anti-nucleo Patologie endocrine Sindrome della secrezione inappropriata di ormone antidiuretico (SIADH) Disturbi del metabolismo e della nutrizione Inadeguato controllo del diabete mellito, riduzione della tolleranza al glucosio, aumento della glicemia, aumento dell’acido urico ematico, peggioramento della gotta, aumento di colesterolo e/o trigliceridi ematici dovuto all’idroclorotiazide Anoressia, riduzione dell’appetito Riduzione del potassio ematico, sete dovuta all’idroclorotiazide Aumento del potassio ematico dovuto al ramipril Sodio ematico diminuito Glicosuria, alcalosi metabolica, ipocloremia, ipomagnesiemia, ipercalcemia, disidratazione dovuta all’idroclorotiazide Disturbi psichiatrici Umore depresso, apatia, ansia, nervosismo, disturbi del sonno, inclusa sonnolenza Stato confusionale, irrequietezza, disturbo dell’attenzione Patologie del sistema nervoso Cefalea, capogiri Vertigini, parestesia, tremori, disturbi dell’equilibrio, sensazione di bruciore, disgeusia, ageusia Ischemia cerebrale, inclusi ictus ischemico e attacco ischemico transitorio, compromissione delle capacità psicomotorie, parosmia Patologie dell’occhio Disturbi visivi, inclusa visione sfocata, congiuntivite Xantopsia, riduzione della lacrimazione dovuta all’idroclorotiazide; effusione coroidale, glaucoma acuto ad angolo chiuso dovuto all’idroclorotiazide Patologie dell’orecchio e del labirinto Tinnito Compromissione dell’udito Patologie cardiache Ischemia miocardica, inclusa angina pectoris, tachicardia, aritmia, palpitazioni, edema periferico Infarto del miocardio Patologie vascolari Ipotensione, ipotensione ortostatica, sincope, rossore Trombosi in un quadro di grave deplezione idrica, stenosi vascolare, ipoperfusione, fenomeno di Raynaud, vasculite Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche Tosse secca non produttiva, bronchite Sinusite, dispnea, congestione nasale Sindrome da distress respiratorio acuto (ARDS) (vedere paragrafo 4.4) Broncospasmo, con peggioramento dell’asma Alveolite allergica, edema polmonare non cardiogeno dovuto all’idroclorotiazide Patologie gastrointestinali Infiammazione gastrointestinale, disturbi della digestione, fastidio addominale, dispepsia, gastrite, nausea, stipsi Gengivite dovuta all’idroclorotiazide Vomito, stomatite aftosa, glossite, diarrea, dolore nella parte alta dell’addome, bocca secca Pancreatite (casi con esiti letali sono stati eccezionalmente riportati con gli ACE-inibitori), aumento degli enzimi pancreatici, angioedema dell’intestino tenue Sialoadenite dovuta all’idroclorotiazide Patologie epatobiliari Epatite colestatica o citolitica (con esito fatale in casi del tutto eccezionali), aumento degli enzimi epatici e/o della bilirubina coniugata Colecisti calcolosa dovuta all’idroclorotiazide Insufficienza epatica acuta, ittero colestatico, lesione epatocellulare Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo Angioedema: in casi del tutto eccezionali l’ostruzione delle vie aeree dovuta ad angioedema può avere un esito fatale; dermatite psoriasiforme, iperidrosi, eruzione cutanea, in particolare maculopapulare, prurito, alopecia Necrolisi epidermica tossica, sindrome di Stevens-Johnson, eritema multiforme, pemfigo, peggioramento della psoriasi, dermatite esfoliativa, reazione di fotosensibilità, onicolisi, esantema o enantema pemfigoide o lichenoide, orticaria Lupus eritematoso sistemico dovuto all’idroclorotiazide Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo Mialgia Artralgia, spasmi muscolari Debolezza muscolare, rigidità muscoloscheletrica, tetania dovuto all’idroclorotiazide Patologie renali e urinarie Compromissione della funzione renale, inclusi insufficienza renale acuta, aumento della produzione di urina, aumento dell’urea ematica, aumento della creatinina ematica Peggioramento di una proteinuria esistente Nefrite interstiziale dovuta all’idroclorotiazide Patologie dell’apparato riproduttivo e della mammella Impotenza erettile transitoria Riduzione della libido, ginecomastia Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione Stanchezza, astenia Dolore toracico, piressia
Segnalazione delle reazioni avverse sospette La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale.
Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione all’indirizzo www.aifa.gov.it/content/segnalazioni-reazioni-avverse. Gravidanza e allattamento
- Gravidanza L’uso di Ramipril e Idroclorotiazide Aurobindo non è raccomandato nel primo trimestre di gravidanza (vedere paragrafo 4.4) ed è controindicato durante il secondo e il terzo trimestre di gravidanza (vedere paragrafo 4.3).
L’evidenza epidemiologica relativa al rischio di teratogenicità a seguito dell’esposizione ad ACE-inibitori durante il primo trimestre di gravidanza non ha dato risultati conclusivi; tuttavia, non può essere escluso un piccolo aumento del rischio.
Per le pazienti che stanno pianificando una gravidanza si deve ricorrere a trattamenti antipertensivi alternativi, con comprovato profilo di sicurezza per l’uso in gravidanza, a meno che non sia considerato essenziale il proseguimento della terapia con un ACE-inibitore.
Quando viene diagnosticata una gravidanza, il trattamento con ACE-inibitori deve essere immediatamente interrotto e, se appropriato, si deve iniziare una terapia alternativa.
È noto che nella donna l’esposizione ad ACE inibitori/antagonista del recettore dell’angiotensina II durante il secondo ed il terzo trimestre induce tossicità fetale (ridotta funzionalità renale, oligoidramnios, ritardo nell’ossificazione del cranio) e tossicità neonatale (insufficienza renale, ipotensione, iperkaliemia) (vedere anche il paragrafo 5.3 “Dati preclinici di sicurezza”).
Se dovesse verificarsi un’esposizione ad un ACE inibitore dal secondo trimestre di gravidanza, si raccomanda un controllo ecografico della funzionalità renale e del cranio.
I neonati le cui madri abbiano assunto ACE inibitori devono essere attentamente osservati per quanto riguarda ipotensione, oliguria e iperkaliemia (vedere anche i paragrafi 4.3 e 4.4).
L’esposizione prolungata all’idroclorotiazide, durante il terzo trimestre di gravidanza, può causare un’ischemia feto-placentare e rischio di ritardo nella crescita.
Inoltre, sono stati segnalati rari casi di ipoglicemia e trombocitopenia nei neonati in caso di esposizione vicino al termine della gravidanza.
Idroclorotiazide può ridurre il volume plasmatico e il flusso sanguigno utero placentare.
Allattamento Ramipril e Idroclorotiazide Aurobindo è controindicato durante l’allattamento al seno.
Ramipril e idroclorotiazide sono escreti nel latte materno ed è probabile che dosi terapeutiche somministrate a donne che allattano possano produrre effetti sul bambino.
Non sono disponibili informazioni sufficienti riguardo l’uso di ramipril durante l’allattamento al seno per cui sono preferibili trattamenti alternativi con comprovato profilo di sicurezza, specialmente quando si allattano neonati o prematuri.
Idroclorotiazide viene escreta nel latte materno.
I diuretici tiazidici durante l’allattamento al seno possono diminuire o inibire completamente la produzione di latte.
Si potrebbero verificare ipersensibilità ai derivati della sulfonamide, ipokaliemia e ittero nucleare.
A causa delle possibili gravi reazioni nei neonati dovute a ramipril e idroclorotiazide, tenuto conto dell’importanza della terapia per la madre, è necessario valutare se continuare l’allattamento o interrompere la terapia. Conservazione
- Conservare a temperatura inferiore a 25°C.
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Segnalazione degli effetti indesiderati
Se dovesse manifestarsi un qualsiasi effetto indesiderato, compresi quelli non elencati in questo foglio, è doveroso rivolgersi al proprio medico, ad uno specialista e/o al farmacista. La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Gli effetti indesiderati possono essere segnalati direttamente tramite il sistema nazionale di segnalazione all'indirizzo www.agenziafarmaco.it/it/responsabili. Segnalando gli effetti indesiderati si può contribuire a fornire maggiori informazioni sulla sicurezza di questo medicinale.