QUINAPRIL ID AUR 14CPR 20+12,5
2,22 €
Prezzo indicativo
Data ultimo aggiornamento: 23/10/2015
Quinapril Idroclorotiazide Aurobindo è indicato come terapia sostitutiva in pazienti adulti con ipertensione essenziale già adeguatamente controllata con quinapril e idroclorotiazide somministrati in concomitanza.
10/12,5 mg: Ogni compressa rivestita con film contiene 10 mg di quinapril pari a 10,83 mg di quinapril cloridrato e 12,5 mg di idroclorotiazide. Eccipienti con effetto noto: ogni compressa rivestita con film contiene 19,42 mg di lattosio (come lattosio monoidrato). 20/12,5 mg: Ogni compressa rivestita con film contiene 20 mg di quinapril pari a 21,66 mg di quinapril cloridrato e 12,5 mg di idroclorotiazide. Eccipienti con effetto noto: ogni compressa rivestita con film contiene 37,43 mg di lattosio (come lattosio monoidrato). 20/25 mg: Ogni compressa rivestita con film contiene 20 mg di quinapril pari a 21,66 mg di quinapril cloridrato e 25 mg di idroclorotiazide. Eccipienti con effetto noto: ogni compressa rivestita con film contiene 38,84 mg di lattosio (come lattosio monoidrato). Per l’elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1.
Controindicazioni
- • Quinapril Idroclorotiazide è controindicato nel secondo e nel terzo trimestre di gravidanza (vedere paragrafi 4.4 e 4.6); • Quinapril Idroclorotiazide è controindicato in pazienti con ipersensibilità ad uno qualunque dei componenti inclusi i pazienti con anamnesi di angioedema associato con precedente terapia con ACE-inibitori o ad uno qualunque degli eccipienti elencati nel paragrafo 6.1; • Quinapril Idroclorotiazide è controindicato in pazienti con edema angioneurotico ereditario/idiopatico; • Quinapril Idroclorotiazide è controindicato in pazienti con ostruzione dinamica dell’efflusso ventricolare sinistro; • Quinapril Idroclorotiazide è controindicato in pazienti con anuria o grave disfunzione renale; • Quinapril Idroclorotiazide è controindicato in pazienti con ipersensibilità ad altri farmaci sulfonamidi-derivati; • L’uso concomitante di Quinapril Idroclorotiazide Aurobindo con medicinali contenenti aliskiren è controindicato nei pazienti affetti da diabete mellito o compromissione renale (velocità di filtrazione glomerulare GFR <60 ml/min/1.73 m²) (vedere paragrafi 4.5 e 5.1); • Uso concomitante con terapia a base di sacubitril/valsartan.
Quinapril non deve essere iniziato prima che siano trascorse almeno 36 ore dall’ultima dose di sacubitril/valsartan (vedere anche paragrafi 4.4 e 4.5). Posologia
- Posologia I pazienti che assumono quinapril e idroclorotiazide in monoterapia possono passare all’associazione a dosi fisse di Quinapril Idroclorotiazide Aurobindo.
Adulti La dose raccomandata di Quinapril Idroclorotiazide Aurobindo è 1 compressa al giorno.
Compromissione renale A causa della presenza di idroclorotiazide, Quinapril Idroclorotiazide Aurobindo è controindicato nei pazienti con grave compromissione renale (clearance della creatinina < 30 ml/min) (vedere paragrafi 4.3, 4.4 e 5.2).
Pazienti anziani (> 65 anni) La dose deve essere mantenuta più bassa possibile in proporzione ad un adeguato controllo della pressione sanguigna.
Bambini e adolescenti (al di sotto dei 18 anni di età) L’uso di Quinapril Idroclorotiazide Aurobindo è sconsigliato in bambini e adolescenti a causa della mancanza di dati di sicurezza ed efficacia.
Modo di somministrazione Per uso orale.
Da prendere con o senza cibo.
La dose deve essere sempre presa circa alla stessa ora del giorno per favorire l’aderenza alla terapia. Avvertenze e precauzioni
- Quinapril Idroclorotiazide deve essere usato con cautela in pazienti selezionati con stenosi aortica.
Reazioni di ipersensibilità: Possono verificarsi reazioni di ipersensibilità in pazienti con o senza anamnesi di allergia o asma bronchiale, quali porpora, fotosensibilità, orticaria, angioite necrotizzante, stress respiratorio inclusa polmonite e edema polmonare, reazioni anafilattiche.
Ipotensione: Quinapril Idroclorotiazide può causare ipotensione sintomatica, di solito non più frequentemente di entrambi i farmaci in monoterapia.
L’ipotensione sintomatica si osserva raramente nei pazienti con ipertensione non complicata.
Nei pazienti ipertesi trattati con quinapril, l’ipotensione compare con maggior probabilità nel paziente con una deplezione del volume ematico, ad esempio a causa di terapia diuretica, restrizioni dietetiche del sale, dialisi, diarrea o vomito o con grave ipertensione renina-dipendente (vedere paragrafo 4.5).
Quinapril Idroclorotiazide deve essere usato con cautela in pazienti che assumono una terapia concomitante con altri agenti antipertensivi.
Il componente tiazidico di quinapril/idroclorotiazide può potenziare l’azione di altri farmaci antipertensivi, in particolare i farmaci che causano il blocco adrenergico periferico o ganglionico.
Gli effetti antipertensivi del componente tiazidico possono essere accresciuti anche in pazienti post-simpaticectomia.
Se compare ipotensione, il paziente deve essere posto in posizione supina e, se necessario, deve essere trattato con infusione endovenosa di soluzione fisiologica.
Una risposta ipotensiva transitoria non è una controindicazione alla somministrazione di ulteriori dosi; tuttavia, se si verifica questo evento, devono essere prese in considerazione dosi più basse di quinapril o di qualsiasi terapia diuretica concomitante.
In pazienti con insufficienza cardiaca congestizia, associata o meno a insufficienza renale, la terapia con ACE inibitori per l’ipertensione può causare un eccessivo calo della pressione sanguigna, che può essere associato a oliguria, azotemia, e in rari casi, a insufficienza renale acuta e morte in questi pazienti.
La terapia con Quinapril/Idroclorotiazide deve essere iniziata sotto stretta sorveglianza medica.
I pazienti devono essere seguiti da vicino per le prime due settimane di trattamento e ad ogni aumento di dose.
Disfunzione cardiaca/malattia cardiaca: In conseguenza dell’inibizione del sistema renina-angiotensina-aldosterone, negli individui sensibili possono prevedersi alterazioni della funzione renale.
In pazienti con grave disfunzione cardiaca la cui funzione renale può dipendere dall’attività del sistema renina-angiotensina-aldosterone, il trattamento con quinapril può essere associato a oliguria e/o azotemia progressiva e raramente insufficienza renale acuta e/o morte.
Tosse: Con l’uso degli ACE-inibitori è stata riportata tosse caratteristicamente non produttiva, persistente e che si risolve con l’interruzione della terapia.
La tosse indotta da ACE-inibitori deve essere considerata come parte della diagnosi differenziale della tosse.
Malattia renale: Quinapril Idroclorotiazide deve essere usato con cautela in pazienti con malattia renale.
In caso di malattia renale grave i tiazidici possono precipitare l’azotemia e in caso di disfunzione renale moderata (clearance della creatinina 10-20 ml/min) i tiazidici sono generalmente inefficaci in questi pazienti e gli effetti di dosi ripetute possono essere cumulativi.
L’esperienza nei pazienti con grave compromissione renale (clearance della creatinina < 10 ml/min) è insufficiente.
Prima del trattamento con ACE-inibitori, deve essere esclusa la stenosi dell’arteria renale in pazienti con trapianto renale.
L’emivita di quinaprilato è prolungata quando la clearance della creatinina precipita.
I pazienti con clearance della creatinina <60 ml/min necessitano di una dose iniziale più bassa di quinapril (vedere paragrafo 4.2).
La dose per questi pazienti deve essere titolata verso l’alto sulla base della risposta terapeutica e la funzione renale deve essere strettamente monitorata anche se gli studi iniziali non indicano che quinapril produca ulteriori deterioramenti della funzione renale.
Negli studi clinici in pazienti ipertesi con stenosi unilaterale o bilaterale dell’arteria renale sono stati osservati aumenti dell’azoto ureico nel sangue e della creatinina sierica in alcuni pazienti che seguivano una terapia con ACE inibitori.
Questi aumenti erano quasi sempre reversibili con l’interruzione della terapia con l’ACE inibitore e/o della terapia diuretica.
In alcuni pazienti la funzionalità renale deve essere monitorata durante le prime settimane di terapia.
Alcuni pazienti ipertesi o con insufficienza cardiaca senza apparenti malattie renali vascolari preesistenti, hanno sviluppato aumenti (>1,25 volte il limite superiore di normalità) dell’azoto ureico e della creatinina sierica, di solito modesti e transitori, specialmente quando il quinapril viene somministrato in associazione con un diuretico.
Sono stati osservati aumenti dell’azoto ureico nel sangue e della creatinina sierica rispettivamente del 2% e 2% nei pazienti ipertesi in monoterapia con quinapril e del 4% e 3% rispettivamente nei pazienti ipertesi in terapia con quinapril/idroclorotiazide.
Questi aumenti sono più probabili in pazienti con preesistente compromissione renale.
Può essere necessaria una riduzione della dose e/o la sospensione del diuretico e/o del quinapril.
Funzione epatica compromessa: Quinapril/Idroclorotiazide deve essere usato con cautela in pazienti con compromissione della funzione epatica o malattia epatica pregressa, poiché dal trattamento con tiazidici possono derivare alterazioni minori dell’equilibrio idro-elettrolitico che possono precipitare in coma epatico.
Quinapril è rapidamente deesterificato in quinaprilato (quinapril diacido, il suo principale metabolita) che, negli studi sull’uomo e sugli animali, è un potente inibitore dell’enzima di conversione dell’angiotensina.
Il metabolismo del quinapril in genere dipende dall’esterasi epatica.
Le concentrazioni di quinaprilato sono ridotte in pazienti con cirrosi alcolica a causa della deesterificazione compromessa di quinapril.
Raramente gli ACE-inibitori sono stati associati con una sindrome che inizia con ittero colestatico e progredisce in necrosi epatica fulminante (in alcuni casi fatale).
I pazienti che durante la terapia con ACE-inibitori sviluppano itterizia o enzimi epatici chiaramente elevati devono interrompere il quinapril/idroclorotiazide e ricevere un adeguato follow-up medico.
Reazioni al farmaco immuno-mediate e reazioni anafilattoidi: Desensibilizzazione: I pazienti che ricevono ACE-inibitori durante trattamenti di desensibilizzazione al veleno di imenotteri hanno presentato prolungate reazioni anafilattoidi pericolose per la vita.
In questi pazienti, tali reazioni sono state evitate sospendendo temporaneamente gli ACE-inibitori ma sono ricomparse dopo aver usato inavvertitamente l’ACE-inibitore.
Con l’uso di tiazidici sono state osservate sindrome di Stevens-Johnson e esacerbazione o attivazione di lupus eritematoso sistemico.
Ipersensibilità/Angioedema: Nei pazienti trattati con ACE-inibitori è stato riferito angioedema.
Se si verifica stridore laringeo o angioedema della faccia, della lingua o della glottide, il trattamento deve essere immediatamente interrotto, il paziente deve essere trattato in maniera adeguata in accordo con le cure mediche consolidate e tenuto sotto attenta osservazione fino alla scomparsa del gonfiore.
Nei casi in cui il gonfiore è limitato al volto e alle labbra, la condizione si risolve generalmente senza trattamento; gli antistaminici possono essere utili nel dare sollievo ai sintomi.
L’angioedema associato al coinvolgimento laringeo può essere fatale.
Laddove c’è il coinvolgimento della lingua, della glottide o della laringe che possono provocare l’ostruzione delle vie aeree, deve essere prontamente somministrata la terapia adeguata, ad es.
adrenalina sottocutanea in soluzione 1:1000 (da 0,3 a 0,5 ml).
I pazienti con anamnesi di angioedema non correlato alla terapia con ACE-inibitori possono presentare un aumentato rischio di angioedema quando vengono trattati con ACE-inibitori (vedere paragrafo 4.3).
L’uso concomitante degli ACE-inibitori e di sacubitril/valsartan è controindicato in considerazione dell’aumento del rischio di angioedema.
Il trattamento con sacubitril/valsartan non deve essere iniziato prima che siano trascorse almeno 36 ore dall’ultima dose di quinapril.
Il trattamento con quinapril non deve essere iniziato prima che siano trascorse almeno 36 ore dall’ultima dose di sacubitril/valsartan (vedere paragrafi 4.3 e 4.5).
L’uso concomitante di ACE-inibitori con racecadotril, inibitori di mTOR (come sirolimus, everolimus, temsirolimus) e vildagliptin può determinare un aumento del rischio di angioedema (rigonfiamento delle vie aeree o della lingua, associato o meno a difficoltà respiratorie (vedere paragrafo 4.5).
Occorre cautela nell’iniziare la terapia con racecadotril, inibitori di mTOR (come sirolimus, everolimus, temsirolimus) e vildagliptin in un paziente che sta già assumendo un ACE-inibitore.
Angioedema intestinale: In pazienti trattati con ACE-inibitori è stato riferito angioedema intestinale.
Questi pazienti presentavano dolore addominale (con o senza nausea o vomito); in alcuni casi non c’è stata precedente anamnesi di angioedema facciale e i livelli di C-1 esterasi erano nella norma.
L’angioedema veniva diagnosticato attraverso procedure che includevano l’ecografia addominale o gli ultrasuoni, e in chirurgia, e i sintomi si risolvevano dopo l’interruzione della terapia con l’ACE-inibitore.
L’angioedema intestinale deve essere incluso nella diagnosi differenziale dei pazienti in trattamento con ACE-inibitori che presentino dolore addominale.
Differenze etniche: È stato riferito che i pazienti di razza nera che ricevono ACE-inibitori hanno una maggiore incidenza di angioedema rispetto ai pazienti di razza non-nera.
Deve inoltre essere notato che negli studi clinici controllati gli ACE-inibitori hanno avuto un effetto minore sulla pressione sanguigna dei pazienti di razza nera rispetto ai pazienti non di razza nera.
Emodialisi e aferesi delle lipoproteine a bassa densità: I pazienti in emodialisi che utilizzano membrane in poliacrilonitrile ad alto flusso (“AN69”) hanno maggiore probabilità di sviluppare reazioni anafilattoidi se trattati con un ACE-inibitore.
Questa combinazione deve pertanto essere evitata, con l’uso di agenti antiipertensivi alternativi o di un diverso tipo di membrana per dialisi.
Simili reazioni sono state osservate durante l’aferesi delle lipoproteine a bassa densità (LDL) con destrano solfato.
Pertanto questo metodo non deve essere usato in pazienti trattati con ACE-inibitori.Alterazione degli elettroliti sierici: I pazienti trattati con quinapril/idroclorotiazide devono essere tenuti sotto osservazione per segni di squilibrio idroelettrolitico indotto dai tiazidici.
In questi pazienti deve essere eseguita una misurazione periodica degli elettroliti sierici (in particolare sodio e potassio).
Poiché il quinapril riduce la produzione di aldosterone, la sua combinazione con l’idroclorotiazide può minimizzare l’ipopotassiemia indotta dal diuretico.
Gli effetti opposti di quinapril e idroclorotiazide sul potassio sierico si bilanceranno l’uno con l’altro in maniera approssimativa in molti pazienti cosicché non si osserverà nessun effetto sul potassio sierico.
In altri pazienti, l’uno o l’altro effetto può essere dominante e alcuni pazienti possono comunque necessitare di integratori di potassio.
All’inizio del trattamento e periodicamente ad intervalli appropriati devono essere eseguite misurazioni degli elettroliti sierici per rilevare il possibile squilibrio degli elettroliti.
L’escrezione del calcio viene ridotta dai tiazidici.
In alcuni pazienti in terapia prolungata con tiazidici, sono state osservate alterazioni patologiche della ghiandola paratiroide, con ipercalcemia e ipofosfatemia.
Non sono state osservate complicanze più gravi di iperparatiroidismo (litiasi renale, riassorbimento osseo, e ulcera peptica).
I tiazidici devono essere sospesi prima di effettuare i test di funzionalità paratiroidea.
I tiazidici aumentano l’escrezione urinaria di magnesio e possono provocare ipomagnesemia (vedere paragrafo 4.5).
Altri disturbi metabolici: I diuretici tiazidici tendono a ridurre la tolleranza al glucosio e ad aumentare i livelli sierici di colesterolo, trigliceridi e acido urico.
Questi effetti sono di solito minori, ma in pazienti suscettibili, la gotta o il diabete manifesto possono venire accelerati.
Ipopotassiemia: Al contrario, il trattamento con i diuretici tiazidici è stato associato a ipopotassiemia, iponatriemia e alcalosi ipocloremica.
Questi disturbi si sono a volte manifestati come uno o più dei seguenti sintomi: secchezza della bocca, sete, debolezza, letargia, sonnolenza, irrequietezza, dolori o crampi muscolari, affaticamento muscolare, ipotensione, oliguria, tachicardia, nausea, confusione, attacchi epilettici e vomito.
L’ipopotassiemia può anche sensibilizzare o esagerare la risposta del cuore agli effetti tossici della digitale.
Il rischio di ipopotassiemia è maggiore in pazienti con cirrosi epatica, in pazienti sottoposti a forti diuresi, in pazienti che assumono quantità inadeguate di elettroliti per via orale, e in pazienti che assumono terapia concomitante con corticosteroidi o con l’ormone adrenocorticotropo (ACTH) (vedere paragrafo 4.5).
Iponatremia e sindrome da inappropriata secrezione di ormone antidiuretico (SIADH) In alcuni pazienti trattati con quinapril e altri ACE-inibitori è stata osservata sindrome da inappropriata secrezione di ormone antidiuretico (SIADH) con conseguente iponatremia.
Si raccomanda di monitorare regolarmente i livelli sierici di sodio negli anziani e in altri pazienti a rischio di iponatremia.
Potassio sierico: Gli ACE-inibitori possono provocare iperkaliemia poiché inibiscono il rilascio di aldosterone.
Tale effetto non è solitamente significativo nei pazienti con una funzione renale nella norma.
Tuttavia, nei pazienti con una funzione renale compromessa e/o nei pazienti che assumono integratori di potassio (inclusi sostituti del sale), diuretici risparmiatori del potassio, trimetoprim o cotrimoxazolo, noto anche come trimetoprim/sulfametoxazolo, e soprattutto antagonisti dell’aldosterone o bloccanti del recettore dell’angiotensina, si può verificare iperkaliemia.
I diuretici risparmiatori del potassio e i bloccanti del recettore dell’angiotensina devono essere usati con cautela nei pazienti in terapia con ACE-inibitori e si devono contestualmente monitorare il potassio sierico e la funzione renale (vedere paragrafo 4.5).
Ipoglicemia e diabete: Nei pazienti diabetici gli ACE-inibitori possono aumentare la sensibilità all’insulina ed è stata associata ad ipoglicemia in pazienti trattati con agenti antidiabetici orali o con insulina.
Deve essere strettamente monitorato il controllo glicemico, in particolare durante il primo mese di trattamento con un ACE-inibitore (vedere paragrafo 4.5).
Neutropenia/Agranulocitosi: Gli ACE-inibitori sono stati raramente associati con agranulocitosi e depressione midollare in pazienti con ipertensione non complicata, ma più frequentemente in pazienti con compromissione renale, in particolare se hanno anche una malattia connettiva con uso concomitante di immunosoppressori o altri agenti che possono essere associati a neutropenia/agranulocitosi.
I pazienti devono essere avvertiti di riferire prontamente qualsiasi indicazione di infezione (ad es.
mal di gola, febbre) poiché questo potrebbe essere un segno di neutropenia.
Raramente è stata riferita agranulocitosi durante il trattamento con quinapril.
Come per altri ACE-inibitori, si deve considerare il monitoraggio dei globuli bianchi nei pazienti con malattia vascolare del collagene e/o malattia renale.
Chirurgia/anestesia: Nei pazienti sottoposti a chirurgia maggiore o durante l’anestesia con agenti che producono ipotensione, quinapril può bloccare la formazione di angiotensina II secondaria al rilascio compensatorio di renina.
Se si verifica ipotensione e si considera questo meccanismo, si può correggere tramite espansione del volume.
Effusione coroidale, miopia acuta e glaucoma ad angolo chiuso secondario: I farmaci sulfamidici o derivati da sulfamidici possono causare una reazione idiosincratica che determina effusione coroidale con difetti del campo visivo, miopia transitoria e glaucoma acuto ad angolo chiuso.
I sintomi includono l’insorgenza acuta di diminuzione dell’acuità visiva o dolore oculare e si verificano in genere da entro poche ore a settimane dall’inizio della terapia.
Un glaucoma acuto ad angolo chiuso, non trattato può portare alla perdita permanente della vista.
Il trattamento primario è quello di interrompere la somministrazione del farmaco il più rapidamente possibile.
Può essere necessario considerare tempestivi trattamenti medici o chirurgici se la pressione intraoculare rimane fuori controllo.
I fattori di rischio per lo sviluppo di glaucoma acuto ad angolo chiuso possono includere una storia di allergia alla penicillina o sulfonamide.
Gravidanza: La terapia con ACE-inibitori non deve essere iniziata durante la gravidanza.
Per le pazienti che stanno pianificando una gravidanza si deve ricorrere a trattamenti antipertensivi alternativi, con comprovato profilo di sicurezza per l’uso in gravidanza, a meno che non sia considerato essenziale il proseguimento della terapia con un ACE-inibitore.
Quando viene diagnosticata una gravidanza, il trattamento con ACE-inibitori deve essere interrotto immediatamente e, se appropriato, deve essere iniziata una terapia alternativa (vedere paragrafi 4.3 e 4.6).
Duplice blocco del sistema renina-angiotensina-aldosterone (RAAS): Esiste l’evidenza che l’uso concomitante di ACE-inibitori, antagonisti del recettore dell’angiotensina II o aliskiren aumenta il rischio di ipotensione, iperpotassiemia e riduzione della funzionalità renale (inclusa l’insufficienza renale acuta).
Il duplice blocco del RAAS attraverso l’uso combinato di ACE-inibitori, antagonisti del recettore dell’angiotensina II o aliskiren non è pertanto raccomandato (vedere paragrafi 4.5 e 5.1).
Se la terapia del duplice blocco è considerata assolutamente necessaria, ciò deve avvenire solo sotto la supervisione di uno specialista e con uno stretto e frequente monitoraggio della funzionalità renale, degli elettroliti e della pressione sanguigna.
Gli ACE-inibitori e gli antagonisti del recettore dell’angiotensina II non devono essere usati contemporaneamente in pazienti con nefropatia diabetica.
Cancro della pelle non melanoma: In due studi epidemiologici basati sui dati del Registro nazionale dei tumori danese è stato osservato un aumento del rischio di cancro della pelle non-melanoma (NMSC) [carcinoma basocellulare (BCC) e carcinoma delle cellule squamose (SCC)] associato all’aumento cumulativo della dose di idroclorotiazide (HCTZ) assunta.
L’effetto fotosensibilizzante dell’HCTZ potrebbe rappresentare un possibile meccanismo dell’NMSC.
I pazienti che assumono HCTZ devono essere informati del rischio di NMSC e consigliati di sottoporre a controllo regolare la cute per verificare la presenza di nuove lesioni e segnalare immediatamente eventuali lesioni cutanee sospette.
Al fine di minimizzare il rischio di cancro cutaneo, occorre consigliare ai pazienti l’adozione di possibili misure preventive quali l’esposizione limitata alla luce solare e ai raggi UV e, in caso di esposizione, una protezione adeguata.
Eventuali lesioni cutanee sospette devono essere esaminate immediatamente, possibilmente con l’ausilio di esami istologici su biopsie.
Può essere inoltre necessario riconsiderare l’utilizzo di HCTZ nei pazienti che hanno manifestato NMSC in precedenza (vedere anche paragrafo 4.8).
Tossicità respiratoria acuta Dopo l’assunzione di idroclorotiazide sono stati segnalati casi severi molto rari di tossicità respiratoria acuta, compresa la sindrome da distress respiratorio acuto (acute distress respiratory syndrome, ARDS).
L’edema polmonare si sviluppa generalmente entro pochi minuti od ore dall’assunzione di idroclorotiazide.
All’esordio i sintomi comprendono dispnea, febbre, deterioramento polmonare e ipotensione.
Se si sospetta la diagnosi di ARDS, Quinapril Idroclorotiazide Aurobindo deve essere interrotto e deve essere somministrato un trattamento appropriato.
Non deve essere somministrato idroclorotiazide a pazienti che in precedenza hanno manifestato ARDS in seguito all’assunzione di idroclorotiazide.
Lattosio: I pazienti con rari problemi ereditari di intolleranza al galattosio, carenza di Lapp-lattasi o malassorbimento di glucosio-galattosio non devono usare questo medicinale.
Litio: Generalmente il litio non deve essere somministrato con diuretici.
I diuretici riducono la clearance renale del litio e aggiungono un alto rischio di tossicità da litio (vedere paragrafo 4.5). Interazioni
- Tetraciclina e altri farmaci che interagiscono con il magnesio: A causa della presenza di magnesio carbonato nella formulazione, è stato dimostrato che nella somministrazione concomitante nei volontari sani quinapril riduce l’assorbimento delle tetracicline del 28-37%.
Si raccomanda pertanto di evitare la somministrazione concomitante con tetracicline.
Questa interazione deve essere considerata in caso di concomitante prescrizione di quinapril e tetraciclina.
Diuretici risparmiatori del potassio, integratori di potassio o sostituti del sale contenenti potassio: Sebbene il potassio sierico si mantenga generalmente nei limiti della norma, in alcuni pazienti trattati con quinapril si può sviluppare iperkaliemia.
I diuretici risparmiatori del potassio (come spironolattone, triamterene o amiloride), gli integratori di potassio o i sostituti del sale contenenti potassio possono determinare aumenti significativi del potassio sierico.
Occorre esercitare la debita cautela anche nel somministrare quinapril in concomitanza con altri agenti che aumentano il potassio sierico, come trimetoprim e cotrimoxazolo (trimetoprim/sulfametoxazolo), in quanto è noto che trimetoprim agisce da diuretico risparmiatore del potassio come l’amiloride.
L’associazione di quinapril con i farmaci sopra citati non è pertanto raccomandata.
Se è indicato l’uso concomitante, occorre esercitare la debita cautela e monitorare frequentemente il potassio sierico.
Ciclosporina: Durante l’uso concomitante di ACE-inibitori e ciclosporina si può manifestare iperkaliemia.
Si raccomanda il monitoraggio del potassio sierico.
Eparina: Durante l’uso concomitante di ACE-inibitori ed eparina si può manifestare iperkaliemia.
Si raccomanda il monitoraggio del potassio sierico.
Altri diuretici: Quinapril/idroclorotiazide contiene un diuretico.
L’uso concomitante di un altro diuretico può avere un effetto additivo.
Inoltre i pazienti trattati con diuretici, in particolare quelli con deplezione del volume e/o del sale, possono subire un’eccessiva riduzione della pressione sanguigna all’inizio della terapia, o con l’aumento della dose di un ACE-inibitore.
Altri agenti antipertensivi: Può esserci un effetto additivo o un potenziamento quando quinapril/idroclorotiazide viene associato con altri farmaci antipertensivi quali i nitrati o i vasodilatatori.
Chirurgia/anestesia: Benché non vi siano dati disponibili ad indicare che c’è un’interazione tra quinapril e gli agenti anestetici che produca ipotensione, si deve esercitare cautela quando i pazienti vengono sottoposti a interventi di chirurgia maggiore o ad anestesia poiché è stato dimostrato che gli ACE-inibitori bloccano la formazione di angiotensina II secondaria al rilascio compensatorio di renina.
Ciò può portare a ipotensione che può essere corretta tramite l’espansione del volume (vedere paragrafo 4.4).
I tiazidici possono ridurre la risposta arteriosa alla noradrenalina.
Nella chirurgia di emergenza gli agenti preanestetici e anestetici devono essere somministrati in dosi ridotte.
I tiazidici possono aumentare la risposta alla tubocurarina.
Litio: Generalmente il litio non deve essere somministrato con i diuretici.
Gli agenti diuretici riducono la clearance renale del litio e aggiungono il rischio elevato di tossicità da litio.
Aumentati livelli di litio nel siero e sintomi di tossicità da litio sono stati riportati in pazienti trattati contemporaneamente con litio e ACE-inibitori a causa dell’effetto di perdita di sodio di questi agenti.
Con quinapril/idroclorotiazide il rischio di tossicità da litio può essere aumentato.
Quinapril/idroclorotiazide deve essere somministrato con cautela e si raccomandano frequenti monitoraggi dei livelli di litio nel siero.
Corticosteroidi, ACTH: È stata osservata intensificata deplezione elettrolitica, in particolare ipopotassiemia.
Farmaci antiinfiammatori non steroidei (FANS): In alcuni pazienti, la somministrazione di un agente antinfiammatorio non steroideo può ridurre gli effetti diuretici, potassiemici e antipertensivi dei diuretici dell’ansa, dei diuretici risparmiatori di potassio e dei diuretici tiazidici e può ridurre l’effetto antipertensivo degli ACE-inibitori.
Pertanto, quando quinapril/idroclorotiazide e gli agenti antinfiammatori non steroidei vengono usati in concomitanza, i pazienti devono essere osservati attentamente per determinare se l’effetto desiderato di quinapril/idroclorotiazide è raggiunto.
Inoltre, è stato descritto che i FANS e gli ACE-inibitori esercitano un effetto additivo sull’aumento del potassio sierico, laddove la funzione renale può diminuire.
Questi effetti sono in principio reversibili e si verificano soprattutto in pazienti con funzionalità renale compromessa.
Allopurinolo, agenti citostatici e immunosoppressivi, corticosteroidi sistemici o procainamide: La somministrazione concomitante con ACE-inibitori può portare a un aumento del rischio di leucopenia.
Alcol, barbiturici o narcotici: Può verificarsi un potenziamento dell’ipotensione ortostatica.
Farmaci associati a torsioni di punta: A causa del potenziale rischio di ipopotassiemia, occorre cautela quando l’idroclorotiazide viene somministrata in concomitanza con farmaci quali digitale, glucosidi o agenti associati a torsioni di punta.
Antiacidi: Gli antiacidi possono ridurre la biodisponibilità di quinapril/idroclorotiazide.
Farmaci antidiabetici (agenti ipoglicemici orali e insulina): Nei pazienti diabetici gli ACE-inibitori possono aumentare la sensibilità all’insulina e sono stati associati a ipoglicemia in pazienti trattati con agenti antidiabetici orali o insulina.
Il controllo glicemico deve essere strettamente monitorato in modo particolare durante i primi mesi di trattamento con ACE-inibitori (vedere paragrafo 4.4).
Amine pressorie (ad esempio, noradrenalina): Possibile diminuzione della risposta alle amine pressorie, ma non sufficiente da precluderne l’uso.
Resine a scambio anionico: L’assorbimento di idroclorotiazide è alterato in presenza di resine a scambio anionico, come la colestiramina e colestipolo.
Singole dosi delle resine legano l’idroclorotiazide e ne riducono l’assorbimento dal tratto gastrointestinale fino al 85% e 43%, rispettivamente.
Altri agenti: Quando quinapril è stato somministrato in concomitanza con propranololo, idroclorotiazide, digossina o cimetidina non si sono verificate interazioni clinicamente rilevanti nella farmacocinetica.
L’effetto anticoagulante di una singola dose di warfarin (misurata dal tempo di protrombina) non è stato significativamente cambiato dalla co-somministrazione due volte al giorno con quinapril.
I dati degli studi clinici hanno dimostrato che il duplice blocco del sistema renina-angiotensina-aldosterone (RAAS) attraverso l’uso combinato di ACE-inibitori, antagonisti del recettore dell’angiotensina II o aliskiren, è associato ad una maggiore frequenza di eventi avversi quali ipotensione, iperpotassiemia e riduzione della funzionalità renale (inclusa insufficienza renale acuta) rispetto all’uso di un singolo agente attivo sul sistema RAAS (vedere paragrafi 4.3, 4.4 e 5.1).
Medicinali che aumentano il rischio di angioedema L’uso concomitante di ACE-inibitori e sacubitril/valsartan è controindicato poiché aumenta il rischio di angioedema (vedere paragrafi 4.3 e 4.4).
L’uso concomitante di ACE-inibitori e racecadotril, inibitori di mTOR (come sirolimus, everolimus, temsirolimus) e vildagliptin può determinare un aumento del rischio di angioedema (vedere paragrafo 4.4). Effetti indesiderati
- I seguenti effetti indesiderati sono stati osservati e riferiti durante il trattamento con quinapril/idroclorotiazide con le seguenti frequenze: Molto comuni (≥1/10), Comuni (≥1/100 e <1/10), Non comuni (≥1/1.000 e <1/100), Rari (≥1/10.000 e <1/1.000), Molto rari (≤1/10.000), Non nota (non può essere definita sulla base dei dati disponibili).
* Questi aumenti sono più probabili in pazienti trattati con terapia diuretica concomitante rispetto a quelli in monoterapia con quinapril.Classificazione per sistemi e organi Frequenza Effetti indesiderati Tumori benigni, maligni e non specificati (cisti e polipi compresi) Non nota Cancro cutaneo non melanoma (carcinoma basocellulare e carcinoma a cellule squamose) Patologie del sistema emolinfopoietico Non nota Agranulocitosi ##, Anemia emolitica#1, Neutropenia##, Trombocitopenia#, Eosinofilia#, Disturbi del sistema immunitario Non nota Reazione anafilattoide# Disturbi del metabolismo e della nutrizione Comune Iperpotassiemia##, Gotta#, Iperuricemia#, Iponatremia Non comune Alterata tolleranza al glucosio Disturbi psichiatrici Comune Insonnia Non comune Confusione#, depressione#, nervosismo# Patologie del sistema nervoso Comune Capogiri #, cefalea#, sonnolenza# Non comune Parestesia#, attacchi ischemici transitori#, Sincope#, Disgeusia# Raro Disturbi dell’equilibrio Non nota Accidente cerebrovascolare# Patologie dell’occhio Non comune Ambliopia# Molto raro Visione offuscata# Non nota Effusione coroidale, miopia acuta e glaucoma acuto secondario ad angolo chiuso Patologie dell’orecchio e del labirinto Non comune Tinnito#, vertigini# Patologie cardiache Comune Angina pectoris##, tachicardia#, palpitazioni# Non comune Infarto miocardico# Non nota Aritmia Patologie vascolari Comune Vasodilatazione# Non comune Ipotensione# Non nota Ipotensione ortostatica# Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche Comune Tosse# Non comune Dispnea#, gola secca Raro Polmonite eosinofilica##, ostruzione da angioedema delle vie aeree superiori (che può essere fatale) # Molto raro Sindrome da distress respiratorio acuto (ARDS) (vedere paragrafo 4.4) Non nota Broncospasmo# Patologie gastrointestinali Comune Dolore addominale#, diarrea#, dispepsia#, nausea#, vomito# Non comune Flatulenza, bocca secca# Raro Costipazione, glossite Molto raro Ileo#, angioedema all’intestino tenue Non nota Pancreatite# Patologie epatobiliari Non nota Epatite#, ittero colestatico# Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo Non comune Alopecia#.
Reazioni di fotosensibilità#, prurito#, rash#, angioedema##, iperidrosiRaro Patologie della pelle possono essere associate a febbre, dolore muscolare e articolare (mialgia, artralgia, artrite), infiammazione vascolare (vasculite), dermatite psoriasiforme# Molto raro Orticaria# Non nota Necrolisi epidermica tossica#, eritema multiforme#, dermatite esfoliativa#, pemfigo, porpora#, sindrome di Stevens-Johnson#, psoriasi*, psoriasi aggravata Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo Comune Mal di schiena#, mialgia# Non comune Artralgia# Non nota Lupus eritematoso sistemico Patologie renali e urinarie Non comune Disfunzione renale#, proteinuria# Non nota Nefrite tubulo interstiziale Patologie dell’apparato riproduttivo e della mammella Non comune Disfunzione erettile# Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione Comune Astenia#, dolore al petto#, affaticamento# Non comune Piressia#, edema generalizzato##, edema periferico# Non nota Sierosite Esami diagnostici Comune Aumento della creatinina nel sangue#, aumento dell’urea nel sangue#* Non nota Aumento del colesterolo ematico #, aumento dei trigliceridi ematici #, diminuzione dell’ematocrito#, aumento degli enzimi epatici, aumento della bilirubina nel sangue, anticorpi antinucleo aumentati #, velocità di eritrosedimentazione aumentata Infezioni e infestazioni Comune Bronchite, infezione del tratto respiratorio superiore, faringite#, rinite# Non comune Infezione virale, infezione del tratto urinario, sinusite Patologie endocrine Non comune Le necessità di insulina nei pazienti diabetici possono essere alterate dai tiazidici e può insorgere diabete mellito latente# Non nota Sindrome da inappropriata secrezione di ormone antidiuretico (SIADH)
Questi aumenti osservati spesso si annullano con il proseguimento della terapia.
# Reazioni avverse associate al componente quinapril, frequenze osservate quando si assume quinapril/idroclorotiazide.
## Reazioni avverse associate al componente quinapril, frequenze osservate in quinapril, reazioni avverse non associate al componente quinapril e idroclorotiazide.
¹ Nei pazienti con una deficienza congenita di G-6-PDH, sono stati riferiti casi individuali di anemia emolitica #.
Risultati degli esami di laboratorio: Elettroliti sierici: (vedere paragrafo 4.4).
Acido urico sierico, glucosio, magnesio, PBI, test della funzione paratiroidea e calcio: (vedere paragrafo 4.4).
Test ematologici: (vedere paragrafo 4.4).
Descrizione di reazioni avverse selezionate Cancro cutaneo non melanoma: sulla base dei dati disponibili provenienti da studi epidemiologici, è stata osservata un’associazione tra HCTZ e NMSC, correlata alla dose cumulativa assunta (vedere anche i paragrafi 4.4 e 5.1).
Segnalazione delle reazioni avverse sospette La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale.
Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione all’indirizzo https://www.aifa.gov.it/content/segnalazioni-reazioni-avverse. Gravidanza e allattamento
- Gravidanza: ACE-inibitori: L’uso di ACE-inibitori non è raccomandato durante il primo trimestre di gravidanza (vedere paragrafo 4.4).
L’uso di ACE-inibitori è controindicato durante il secondo ed il terzo trimestre di gravidanza (vedere paragrafi 4.3 e 4.4).
L’evidenza epidemiologica sul rischio di teratogenicità a seguito dell’esposizione ad ACE-inibitori durante il primo trimestre di gravidanza non ha dato risultati conclusivi; tuttavia, non può essere escluso un piccolo aumento del rischio.
Per le pazienti che stanno pianificando una gravidanza si deve ricorrere a trattamenti antipertensivi alternativi, con comprovato profilo di sicurezza per l’uso in gravidanza, a meno che non sia considerato essenziale il proseguimento della terapia con un ACE-inibitore.
Quando viene diagnosticata una gravidanza, il trattamento con ACE-inibitori deve essere immediatamente interrotto e, se appropriato, si deve iniziare una terapia alternativa.
È noto che nella donna l’esposizione ad ACE inibitori durante il secondo e terzo trimestre induce tossicità fetale (ridotta funzionalità renale, oligoidramnios, ritardo nell’ossificazione del cranio) e tossicità neonatale (insufficienza renale, ipotensione, iperkaliemia) (vedere paragrafo 5.3).
Se dovesse verificarsi un’esposizione ad un ACE-inibitore dal secondo trimestre di gravidanza, si raccomanda un controllo ecografico della funzionalità renale e del cranio.
I neonati le cui madri abbiano assunto ACE-inibitori devono essere attentamente seguiti per quanto riguarda l’ipotensione (vedere paragrafi 4.3 e 4.4).
Idroclorotiazide: C’è limitata esperienza con idroclorotiazide durante la gravidanza, specialmente durante il primo trimestre.
Gli studi sugli animali sono insufficienti.
Idroclorotiazide attraversa la placenta.
In base al suo meccanismo d’azione l’uso di idroclorotiazide durante il secondo e terzo trimestre di gravidanza può compromettere la perfusione feto-placentare e può causare effetti fetali e neonatali come ittero, alterazioni del bilancio elettrolitico e trombocitopenia.
Idroclorotiazide non deve essere usata per il trattamento dell’edema gestazionale, l’ipertensione gestazionale o la preeclampsia a causa del rischio di riduzione del volume plasmatico e di ipoperfusione placentare senza un effetto benefico sul decorso della malattia.
Idroclorotiazide non deve essere usata per il trattamento dell’ipertensione in donne in gravidanza eccetto che in rare situazioni dove nessun altro trattamento può essere usato.
Allattamento: Quinapril: Limitati dati di farmacocinetica dimostrano concentrazioni molto basse nel latte materno (vedere paragrafo 5.2).
Sebbene queste concentrazioni sembrino essere clinicamente irrilevanti, l’uso di Quinapril Idroclorotiazide Aurobindo in allattamento non è raccomandato per i neonati pretermine e nelle prime settimane dopo il parto, a causa del rischio ipotetico di effetti cardiovascolari e renali e perché non vi è abbastanza esperienza clinica.
Nei neonati più grandi, se ritenuto necessario per la madre, Quinapril/Idroclorotiazide Aurobindo può essere assunto durante l’allattamento, e il neonato deve essere seguito per la possibile comparsa di qualsiasi effetto avverso.
Idroclorotiazide: Idroclorotiazide viene escreta nel latte materno in piccole quantità.
I diuretici tiazidici ad alte dosi provocano intensa diuresi che può inibire la produzione di latte.
L’uso di Quinapril Idroclorotiazide Aurobindo durante l’allattamento al seno non è raccomandato.
Se Quinapril Idroclorotiazide Aurobindo viene assunto durante l’allattamento, le dosi devono essere mantenute ai livelli più bassi. Conservazione
- Conservare a temperatura inferiore a 25°C.
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Segnalazione degli effetti indesiderati
Se dovesse manifestarsi un qualsiasi effetto indesiderato, compresi quelli non elencati in questo foglio, è doveroso rivolgersi al proprio medico, ad uno specialista e/o al farmacista. La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Gli effetti indesiderati possono essere segnalati direttamente tramite il sistema nazionale di segnalazione all'indirizzo www.agenziafarmaco.it/it/responsabili. Segnalando gli effetti indesiderati si può contribuire a fornire maggiori informazioni sulla sicurezza di questo medicinale.