PROPAFENONE RATIO 30CPR 150MG
3,54 €
Prezzo indicativo
Data ultimo aggiornamento: 19/04/2011
Prevenzione e trattamento di tachicardie e tachiaritmie ventricolari e sopraventricolari, compresa la sindrome di Wolff-Parkinson-White (W.P.W.), quando associate a sintomi disabilitanti.
Una compressa rivestita con film di 150 mg contiene: principio attivo: propafenone cloridrato 150 mg (equivalente a propafenone base 135,552 mg) Per l’elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1.
Controindicazioni
- - Ipersensibilità al principio attivo, ad altre sostanze strettamente collegate dal punto di vista chimico o ad uno qualsiasi degli eccipienti elencati al paragrafo 6.1; - Sindrome di Brugada nota; - Cardiopatia strutturale significativa come: - episodio di infarto miocardico negli ultimi tre mesi; - insufficienza cardiaca manifesta; - insufficienza cardiaca congestizia incontrollata in cui l’output (frazione di eiezione) del ventricolo sinistro è minore del 35%; - shock cardiogeno, ad eccezione di quello provocato da aritmia;- grave bradicardia sintomatica; - gravi disturbi preesistenti della conduzione dell’eccitamento a livello senoatriale, atrioventricolare ed intraventricolare; - disfunzione del nodo del seno, difetti di conduzione atriale (sindrome bradicardia-tachicardia), blocco atrioventricolare di secondo grado o di grado maggiore, blocco di branca, o blocco distale in assenza di un pacemaker artificiale; - marcata ipotensione.
- Disturbi manifesti del bilancio elettrolitico (ad es.
disturbi del metabolismo del potassio); - Gravi pneumopatie ostruttive; - Miastenia grave; - Generalmente controindicato in gravidanza (vedere paragrafo 4.6); - Controindicato durante l’allattamento (vedere paragrafo 4.6); - È controindicata la somministrazione contemporanea di propafenone cloridrato e ritonavir (vedere paragrafo 4.5). Posologia
- La posologia dovrà essere come riportato di seguito, a meno di variazioni apportate dal medico.
Basse dosi di propafenone possono essere sufficienti per provocare la risposta terapeutica desiderata.
Posologia La dose deve essere adattata alle esigenze individuali dei pazienti.
Adulti Per il trattamento iniziale e quello di mantenimento, la dose giornaliera consigliata è di 450 - 600 mg (una compressa da 150 mg, tre o quattro volte al giorno).
Occasionalmente può essere necessario un aumento della dose giornaliera fino a 900 mg (due compresse da 150 mg tre volte al giorno).
Questa dose giornaliera può essere superata solamente in casi eccezionali sotto stretto controllo cardiologico.
Questi dosaggi si riferiscono a pazienti con peso corporeo di circa 70 Kg.
Le dosi giornaliere dovranno essere ridotte proporzionalmente per pazienti con peso corporeo inferiore.
La dose individuale di mantenimento dovrà essere determinata sotto controllo specialistico cardiologico comprendente ripetute valutazioni elettrocardiografiche e rilievi della pressione arteriosa (fase di aggiustamento posologico).
Non devono essere effettuati aumenti di dosaggio fino a che il paziente non abbia assunto il trattamento per 3 - 4 giorni.
Nei pazienti che presentano un allargamento significativo del complesso QRS o un blocco AV di secondo o terzo grado, deve essere presa in considerazione una riduzione del dosaggio.
Popolazioni speciali Anziani Complessivamente non sono state osservate differenze in termini di sicurezza o di efficacia tra i pazienti anziani.
Tuttavia non può essere esclusa una maggiore sensibilità di alcuni soggetti più anziani, pertanto, questi pazienti devono essere attentamente monitorati.
In pazienti anziani o in pazienti con significativa compromissione della funzione ventricolare sinistra (LVEF < 35%) o una malattia strutturale miocardica, il trattamento con Propafenone ratiopharm 150 mg compresse rivestite con film, così come per altri farmaci antiaritmici, deve essere iniziato gradualmente e con particolare cautela in piccole dosi incrementali, ponendo speciale controllo durante la fase iniziale del trattamento.
Lo stesso vale per la terapia di mantenimento.
Qualsiasi aumento di dosaggio, che potrebbe essere richiesto, deve essere iniziato dopo almeno 5 - 8 giorni di trattamento.
Insufficienza epatica Nei pazienti con compromissione della funzionalità epatica, potrebbe verificarsi un accumulo di farmaco a causa dell’aumentata biodisponibilità ed emivita di eliminazione del propafenone cloridrato, pertanto potrebbe essere necessaria una riduzione della dose raccomandata (vedere paragrafo 5.2).
Insufficienza renale L’eliminazione dei metaboliti principali del propafenone cloridrato è influenzata dall’insufficienza renale, pertanto propafenone cloridrato deve essere somministrato con cautela (vedere paragrafo 5.2).
In pazienti in queste condizioni la dose di propafenone cloridrato può essere titolata sotto controllo dell’ECG e monitorando i livelli plasmatici.
Popolazione pediatrica Le evidenze disponibili non permettono di formulare raccomandazioni per una posologia specifica nei bambini (vedere paragrafo 4.4).
Modo di somministrazione Per via del loro sapore amaro e per via dell’effetto anestetizzante locale del principio attivo, le compresse devono essere inghiottite intere, non succhiate o masticate, con sufficiente liquido (es.
un bicchiere di acqua), a stomaco pieno.
Propafenone ratiopharm è indicato per la terapia orale di mantenimento e per la prevenzione di recidive. Avvertenze e precauzioni
- In pazienti anziani e pazienti con grave danno miocardico, il dosaggio deve essere particolarmente prudente e graduale durante la fase di titolazione.
È essenziale valutare dal punto di vista elettrocardiografico e clinico ogni paziente cui venga somministrato propafenone cloridrato prima e durante la terapia allo scopo di determinare se la risposta al propafenone cloridrato sia tale da giustificare un uso continuativo.
Dopo somministrazione di propafenone può rivelarsi la Sindrome di Brugada (prominente elevazione del punto J seguita da segmento ST concavo e T invertita nelle derivazioni V1 e V2) oppure possono essere provocate alterazioni dell’elettrocardiogramma (ECG) simili al Brugada nei portatori precedentemente asintomatici della sindrome.
Una volta iniziata la terapia con propafenone deve essere eseguito un ECG per escludere alterazioni indicative della Sindrome di Brugada.
Qualora si manifesti la Sindrome di Brugada, il trattamento con propafenone deve essere interrotto.
Propafenone cloridrato può peggiorare la miastenia grave (vedere paragrafo 4.3).
Nel trattamento della fibrillazione atriale parossistica, nel passaggio da fibrillazione atriale a flutter atriale, si può verificare lo sviluppo di una conduzione al ventricolo di 2:1 o 1:1, con una consequenziale frequenza ventricolare molto rapida (es.
> 180 battiti per minuto) (vedere paragrafo 4.8).
La frequenza e la soglia di sensibilità dei pace-makers possono subire alterazioni durante la terapia con propafenone.
Perciò il funzionamento dei pace-makers dovrà essere opportunamente modificato e controllato di conseguenza.
Come con altri farmaci antiaritmici di classe IC, nei pazienti affetti da cardiopatia strutturale significativa si possono più facilmente manifestare gravi eventi avversi, pertanto, propafenone cloridrato è controindicato in questi pazienti (vedere paragrafo 4.3).
In caso di pregresso infarto miocardico, l’uso di propafenone deve essere limitato al trattamento delle aritmie ventricolari che mettono in pericolo la vita del paziente.
In pazienti che presentano un’lterata funzionalità epatica o renale, può verificarsi accumulo di farmaco con la somministrazione di dosi terapeutiche di propafenone.
La titolazione della dose in questi pazienti deve essere effettuata con particolare cautela, sotto controllo dell’ECG e monitorando i livelli plasmatici.
Tuttavia, sotto costante controllo elettrocardiografico, in questi pazienti potrebbe essere necessaria una riduzione della dose orale di almeno il 50%.
Propafenone cloridrato deve essere utilizzato con cautela nei pazienti con ostruzione delle vie aeree (asma) a causa dell’attività beta-bloccante.
Somministrare con cautela in pazienti con broncopneumopatia ostruttiva poiché l’attività beta-bloccante del propafenone può aumentare le resistenze delle vie respiratorie.
Sono stati segnalati casi di agranulocitosi, comparsi entro due mesi dall’inizio del trattamento con propafenone e che si sono risolti circa 14 giorni dopo la sua sospensione.
È necessario prestare cautela in caso di comparsa di febbre o altri sintomi di infezione nei pazienti trattati con propafenone.
Nel caso in cui si sospetti la soppressione dei globuli bianchi del midollo il trattamento con propafenone dovrebbe essere sospeso.Popolazione pediatrica L’esperienza post-marketing ha reso disponibili evidenze sull’uso sia endovenoso che orale di propafenone nella popolazione pediatrica, incluso il trattamento intrauterino delle aritmie fetali (vedere paragrafo 4.6).
Propafenone sembra essere ragionevolmente sicuro ed efficace per il trattamento a breve e a lungo termine delle aritmie pediatriche.
Non sembra esserci una correlazione diretta fra il dosaggio/livelli sierici di propafenone e il tasso di risposta nei bambini.
Come per la maggior parte degli altri farmaci antiaritmici, esiste un potenziale pro-aritmico che in alcuni casi ha richiesto l’interruzione della terapia.
Nel complesso, il rischio sembra essere aumentato in presenza di difetti cardiaci strutturali.
In ogni caso, il rischio imprevedibile che i livelli diventino tossici richiede un uso molto prudente del farmaco: la titolazione della dose e il monitoraggio tramite ECG sono fortemente raccomandati.
Propafenone ratiopharm contiene meno di 1 mmol (23 mg) di sodio per compressa, cioè essenzialmente “senza sodio”. Interazioni
- Interazioni correlate al meccanismo d’azione In caso di impiego contemporaneo di anestetici locali (per esempio durante l’impianto di pace-makers, interventi chirurgici od odontoiatrici) nonché di altri farmaci che determinano un effetto inibitorio sulla frequenza cardiaca e/o sulla contrattilità del miocardio (per esempio beta-bloccanti, antidepressivi triciclici) deve essere tenuta in considerazione la possibilità di un potenziamento degli effetti collaterali di propafenone.
L’uso concomitante del propafenone e della lidocaina non ha evidenziato effetti significativi sulla farmacocinetica.
Tuttavia, è stato riportato che la co-somministrazione del propafenone e della lidocaina endovena aumenta il rischio di reazioni avverse associate alla lidocaina sul sistema nervoso centrale.
La terapia di combinazione di amiodarone e propafenone può avere effetti sulla conduzione e sulla ripolarizzazione cardiaca e condurre ad anomalie potenzialmente pro-aritmiche.
Possono essere richiesti degli aggiustamenti posologici per entrambi i composti sulla base della risposta terapeutica.
Gli anticoagulanti orali (ad esempio fenprocumone, warfarina) possono interagire con propafenone, con conseguente potenziamento dell’effetto anticoagulante.
Si raccomanda quindi di controllare accuratamente i parametri della coagulazione di quei pazienti trattati contemporaneamente con anticoagulanti orali e propafenone, poiché quest’ultimo può potenziare l’efficacia di tali farmaci causando un aumento del tempo di protrombina.
Le dosi di questi medicinali devono essere modificate, se necessario.
Interazioni farmacocinetiche Sono stati riscontrati aumenti dei livelli plasmatici di propanololo, metoprololo, desipramina, ciclosporina e digossina a seguito della somministrazione contemporanea di questi farmaci con propafenone.
In un caso, in seguito alla somministrazione addizionale di propafenone cloridrato la concentrazione plasmatica di teofillina è raddoppiata.
Ad ogni segno di sovradosaggio delle rispettive sostanze, devono essere determinate le appropriate concentrazioni plasmatiche e deve essere eseguita una riduzione della dose se necessario.
Un aumento della concentrazione plasmatica di propafenone è stata riscontrata durante trattamento simultaneo con principi attivi che ne inibiscono il metabolismo bloccando gli isoenzimi CYP2D6, CYP1A2, CYP3A4 es.
cimetidina, chinidina o chetoconazolo, eritromicina e succo di pompelmo.
Quando propafenone viene somministrato con inibitori di questi enzimi, i pazienti devono essere attentamente monitorati e la dose modificata di conseguenza.
La somministrazione concomitante di propafenone cloridrato e fenobarbital o rifampicina (induttori del CYP3A4) può attenuare l’attività antiaritmica di propafenone cloridrato, a causa di una riduzione della concentrazione plasmatica di propafenone cloridrato.
Pertanto, si richiede un attento monitoraggio della risposta alla terapia con propafenone durante la co-somministrazione con questi farmaci.
La co-somministrazione del propafenone con farmaci metabolizzati dal CYP2D6 (come la venlafaxina) può causare un aumento dei livelli di questi farmaci.
Il propafenone è controindicato in co-somministrazione a 800 - 1200 mg/die di ritonavir per il potenziale aumento delle concentrazioni plasmatiche (vedere paragrafo 4.3).
La somministrazione contemporanea di propafenone cloridrato e fluoxetina nei soggetti con estesa metabolizzazione incrementa i valori di Cmax e AUC del S propafenone del 39 e 50% e di Cmax ed AUC del R propafenone del 71 e 50% rispettivamente.
L’uso concomitante con SSRI, come la fluoxetina e la paroxetina, può provocare un aumento del livello plasmatico di propafenone.
Popolazione pediatrica Sono stati effettuati studi d’interazione solo negli adulti.
Non è noto se l’entità delle interazioni nell’età pediatrica è simile a quella negli adulti. Effetti indesiderati
- All’interno di ciascuna classe di frequenza, le reazioni avverse sono riportate in ordine decrescente di gravità, quando la gravità può essere valutata.
Riepilogo del profilo di sicurezza Le più frequenti e molto comuni reazioni avverse correlate alla terapia con propafenone sono: capogiri, disturbi della conduzione cardiaca e palpitazioni.
Il seguente elenco include le reazioni avverse riportate negli studi clinici e nell’esperienza post-marketing.
Per la valutazione degli effetti indesiderati sono utilizzate le seguenti categorie di frequenza: Molto comune (≥1/10); Comune (≥1/100, <1/10); Non comune (≥1/1 000, <1/100); Raro (≥1/10 000, <1/1 000); Molto raro (<1/10 000); Non nota (la frequenza non può essere definita sulla base dei dati disponibili).
Patologie del sistema emolinfopoietico.
Non comune: trombocitopenia.
Raro: leucopenia, granulocitopenia, che sono reversibili dopo interruzione della terapia con propafenone cloridrato, agranulocitosi.
Disturbi del sistema immunitario.
Non nota: ipersensibilità¹.
1 Potrebbero manifestarsi colestasi, malattia del sangue ed eruzione cutanea.
Disturbi del metabolismo e della nutrizione.
Comune: appetito ridotto.
Disturbi psichiatrici.
Comune: ansia, disturbo del sonno; Non comune: affaticamento mentale, disturbo mentale, agitazione, incubo; Non nota: stato confusionale, irrequietezza.
Patologie del sistema nervoso.
Molto comune: capogiro²; Comune: parestesia, cefalea, disgeusia, sincope; Non comune: disturbo extrapiramidale, atassia; Molto raro: sintomi crampo-simili a seguito di sovradosaggio; Non nota: crisi convulsiva, amnesia.
² Escluso vertigine.
Patologie dell’occhio. Comune: visione offuscata.
Patologie dell’orecchio e del labirinto.
Comune: vertigine.
Patologie cardiache.
Molto comune: disturbo di conduzione cardiaca³, palpitazioni; Comune: bradicardia sinusale, bradicardia, tachicardia, flutter atriale, tachicardia ventricolare, aritmia4, insufficienza cardiaca5; Raro: fibrillazione ventricolare; Non nota: blocco atrioventricolare di primo grado.
³ Compreso blocco senoatriale, blocco atrioventricolare e difetto di conduzione intraventricolare.
4 Propafenone può essere associato ad effetti pro-aritmici che si manifestano come un aumento della frequenza cardiaca (tachicardia) o fibrillazione ventricolare.
Alcune di queste aritmie possono essere pericolose per la vita e possono richiedere rianimazione per evitare un esito potenzialmente fatale.
5 Può verificarsi un aggravamento della preesistente insufficienza cardiaca.
Patologie vascolari.
Comune: ipotensione, ipotensione ortostatica (in particolare nei pazienti anziani con compromissione della funzionalità del miocardio).
Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche. Comune: dispnea nei pazienti con tendenza al broncospasmo; Non nota: broncostenosi.
Patologie gastrointestinali.
Comune: conati di vomito, stipsi, dolore addominale, bocca secca, diarrea, vomito, nausea, sapore amaro e ipoestesia orale, soprattutto a seguito di un alto dosaggio iniziale; Non comune: distensione dell’addome, flatulenza; Non nota: disturbo gastrointestinale.
Patologie epatobiliari.
Comune: funzione epatica anormale6; Non comune: itterizia, epatite, colestasi (come sintomo di reazione allergica/iperergica); Non nota: traumatismo epatocellulare, epatomegalia.
6 Questo termine comprende prova di funzionalità epatica anormale, quali aspartato aminotransferasi aumentata, alanina aminotransferasi aumentata, gamma-glutamiltransferasi aumentata e.
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo.
Non comune: reazioni cutanee allergiche (ad esempio: eritema, prurito, eruzione cutanea, orticaria); Non nota: Lupus eritematoso cutaneo subacuto.
Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo.
Raro: Sindrome simil-lupoide.
Patologie dell’apparato riproduttivo e della mammella.
Non comune: disfunzione erettile.
Patologie generali e condizioni relative alla sede di somministrazione.
Comune: dolore toracico, astenia, stanchezza, piressia, sazietà precoce.
In rare occasioni, particolarmente con elevate dosi iniziali, si è verificato gonfiore gastrointestinale ed in pazienti anziani è stata occasionalmente osservata distonia posturale.
Esami diagnostici.
Raro: anticorpi antinucleo aumentati, fosfatasi alcalina ematica aumentata, concentrazione di spermatozoi diminuita, che sono reversibili dopo interruzione del trattamento.
Poiché il trattamento con propafenone cloridrato può essere di vitale importanza, questo medicinale non può essere sospeso senza consultare il medico a causa del verificarsi di questo effetto indesiderato.
Non nota: complesso QRS dell’elettrocardiogramma, prolungato, frequenza cardiaca diminuita.
Problemi di prodotto.
Non nota: problema di pacing del dispositivo.
Segnalazione delle reazioni avverse sospette La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale.
Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione all’indirizzo: https://www.aifa.gov.it/content/segnalazioni-reazioni-avverse. Gravidanza e allattamento
- Gravidanza Non esistono studi adeguati e ben controllati sulle donne in gravidanza.
Propafenone deve essere assunto in gravidanza solo se il potenziale beneficio giustifica il potenziale rischio per il feto.
È noto che propafenone cloridrato sia in grado di superare la barriera placentare nell’uomo.
La concentrazione del propafenone nel cordone ombelicale risulta essere circa il 30% di quella nel sangue materno.
Durante la gravidanza la prescrizione di Propafenoneratiopharm deve essere effettuata nei casi di riconosciuta ed effettiva necessità, sotto diretto controllo medico.
Allattamento Non vi sono studi riguardanti l’escrezione del propafenone nel latte materno.
Dati limitati inducono a ritenere che propafenone possa essere escreto nel latte materno.
Propafenone deve essere usato con cautela nelle mamme che allattano.
A causa dei potenziali gravi effetti indesiderati sul neonato, il medico dovrebbe decidere se fare interrompere l’allattamento o l’impiego del farmaco, considerando l’importanza di quest’ultimo per la madre. Conservazione
- Questo medicinale non richiede alcuna condizione particolare di conservazione.
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Segnalazione degli effetti indesiderati
Se dovesse manifestarsi un qualsiasi effetto indesiderato, compresi quelli non elencati in questo foglio, è doveroso rivolgersi al proprio medico, ad uno specialista e/o al farmacista. La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Gli effetti indesiderati possono essere segnalati direttamente tramite il sistema nazionale di segnalazione all'indirizzo www.agenziafarmaco.it/it/responsabili. Segnalando gli effetti indesiderati si può contribuire a fornire maggiori informazioni sulla sicurezza di questo medicinale.