PERINDOPRIL IND KR 30CPR 4MG+
10,40 €
Prezzo indicativo
Data ultimo aggiornamento: 24/09/2013
Perindopril e Indapamide Krka 2 mg/0,625 mg compresse Ipertensione essenziale. Perindopril e Indapamide Krka 4 mg/1,25 mg compresse Trattamento dell'ipertensione essenziale. Perindopril e Indapamide Krka 4 mg/1,25 mg compresse è indicato in quei pazienti la cui pressione arteriosa non è adeguatamente controllata con il solo perindopril. Perindopril e Indapamide Krka 8 mg/2,5 mg compresse Perindopril e Indapamide Krka 8 mg/2,5 mg compresse è indicato come terapia sostitutiva per il trattamento dell'ipertensione essenziale in quei pazienti la cui pressione arteriosa è già controllata con la somministrazione concomitante di perindopril e indapamide allo stesso dosaggio.
Perindopril e Indapamide Krka 2 mg/0,625 mg compresse Ogni compressa contiene 2 mg di perindopril tert-butilammina equivalente a 1,67 mg di perindopril e 0,625 mg di indapamide. Perindopril e Indapamide Krka 4 mg/1,25 mg compresse Ogni compressa contiene 4 mg di perindopril tert-butilammina equivalente a 3,34 mg di perindopril e 1,25 mg di indapamide. Perindopril e Indapamide Krka 8 mg/2,5 mg compresse Ogni compressa contiene 8 mg di perindopril tert-butilammina equivalente a 6,68 mg di perindopril e 2,5 mg di indapamide. Eccipiente con effetto noto: lattosio
2 mg/0,625 mg compresse | 4 mg/1,25 mg compresse | 8 mg/2,5 mg compresse | |
lattosio | 29,650 mg | 59,301 mg | 118,602 mg |
Controindicazioni
- Correlate a perindopril: - Ipersensibilità a perindopril o a qualunque altro ACE inibitore.
- Anamnesi di angioedema (edema di Quincke) associato a precedente terapia con ACE inibitori.
- Angioedema ereditario o idiopatico.
- Secondo e terzo trimestre di gravidanza (vedere paragrafi 4.4 e 4.6).
- L'uso concomitante di Perindopril e Indapamide Krka con medicinali contenenti aliskiren è controindicato nei pazienti affetti da diabete mellito o compromissione renale (velocità di filtrazione glomerulare GFR < 60 ml/min/1,73 m²) (vedere paragrafi 4.5 e 5.1).
- Uso concomitante con terapia a base di sacubitril/valsartan.
Perindopril e Indapamide Krka non deve essere iniziato prima che siano trascorse almeno 36 ore dall’ultima dose di sacubitril/valsartan (vedere anche paragrafi 4.4 e 4.5).
- Trattamenti extracorporei che portano al contatto del sangue con superfici cariche negativamente (vedere paragrafo 4.5).
- Significativa stenosi bilaterale dell'arteria renale o stenosi dell'arteria a un singolo rene funzionante (vedere paragrafo 4.4).
Correlate ad indapamide: - Ipersensibilità ad indapamide o a qualsiasi altra sulfonamide.
- Insufficienza renale grave (clearance della creatinina inferiore a 30 ml/min).
- Encefalopatia epatica.
- Insufficienza epatica grave.
- Ipopotassiemia.
- Come regola generale, è sconsigliata la contemporanea somministrazione di questo medicinale con farmaci non antiaritmici che provocano torsioni di punta (vedere paragrafo 4.5).
- Allattamento (vedere paragrafo 4.6).
Correlate a Perindopril e Indapamide Krka: - Ipersensibilità ad uno qualsiasi degli eccipienti elencati al paragrafo 6.1.
Perindopril e Indapamide Krka 8 mg/2,5 mg compresse - Compromissione renale grave e moderata (clearance della creatinina inferiore a 60 ml /min).
In mancanza di sufficiente esperienza terapeutica, Perindopril e Indapamide Krka compresse non deve essere impiegato in: - pazienti in dialisi; - pazienti con insufficienza cardiaca scompensata non trattata. Posologia
- Posologia Perindopril e Indapamide Krka 2 mg/0,625 mg compresse La dose abituale è di una compressa di Perindopril e Indapamide Krka 2 mg/0,625 mg al giorno in un'unica somministrazione, preferibilmente da assumere al mattino e prima di un pasto.
Se dopo un mese di trattamento la pressione non è controllata, la dose può essere raddoppiata.
Perindopril e Indapamide Krka 4 mg/1,25 mg compresse Una compressa di Perindopril e Indapamide Krka 4 mg/1,25 mg al giorno in dose singola, da assumere preferibilmente al mattino, prima di un pasto.
Quando possibile, è raccomandata la titolazione della singola dose con i componenti.
Perindopril e Indapamide Krka 4 mg/1,25 mg compresse deve essere usato quando la pressione arteriosa non è adeguatamente controllata con Perindopril e Indapamide Krka 2 mg/0,625 mg compresse (se disponibile).
Quando clinicamente appropriato, è possibile prendere in considerazione il passaggio diretto dalla monoterapia a Perindopril e Indapamide Krka 4 mg/1,25 mg compresse.
Perindopril e Indapamide Krka 8 mg/2,5 mg compresse La dose usuale è di una compressa di Perindopril e Indapamide Krka 8 mg/2,5 mg al giorno in dose singola, da assumere preferibilmente al mattino, prima di un pasto.
Persone anziane (vedere paragrafo 4.4) Perindopril e Indapamide Krka 2 mg/0,625 mg compresse Il trattamento deve essere iniziato alla normale dose di una compressa di Perindopril e Indapamide Krka 2 mg/0,625 mg al giorno.Perindopril e Indapamide Krka 4 mg/1,25 mg compresse Il trattamento deve essere iniziato dopo aver preso in esame la risposta della pressione arteriosa e la funzione renale.
Perindopril e Indapamide Krka 8 mg/2,5 mg compresse Negli anziani è necessario correggere la creatinina plasmatica in rapporto all'età, al peso e al sesso.
Gli anziani possono essere trattati se la funzione renale è normale e dopo aver preso in considerazione la risposta della pressione arteriosa.
Compromissione renale (vedere paragrafo 4.4) In caso di grave insufficienza renale (clearance della creatinina inferiore a 30 ml/min), il trattamento è controindicato.
In pazienti con insufficienza renale moderata (clearance della creatinina 30-60 ml/min), la dose massima deve essere una compressa di Perindopril e Indapamide Krka 2 mg/0,625 mg al giorno.
Perindopril e Indapamide Krka 4 mg/1,25 mg compresse In pazienti con insufficienza renale moderata (clearance della creatinina 30-60 ml/min) si raccomanda di iniziare il trattamento con una dose adeguata della combinazione libera.
Perindopril e Indapamide Krka 8 mg/2,5 mg compresse In pazienti con insufficienza renale grave e moderata (clearance della creatinina inferiore a 60 ml/min), il trattamento è controindicato.
Non è necessario modificare la dose nei pazienti con clearance della creatinina uguale o superiore a 60 ml/min.
La normale pratica medica dovrà prevedere un controllo frequente della creatinina e del potassio.
Compromissione epatica (vedere paragrafi 4.3, 4.4 e 5.2) Il trattamento è controindicato in caso di grave insufficienza epatica.
Non è necessario modificare la dose nei pazienti con insufficienza epatica moderata.
Popolazione pediatrica Perindopril e Indapamide Krka 2 mg/0,625 mg compresse Perindopril e Indapamide Krka 2 mg/0,625 mg compresse non deve essere usato nei bambini e negli adolescenti, perché l'efficacia e la tollerabilità di perindopril/indapamide, in monoterapia o in combinazione, nei bambini e negli adolescenti non sono state stabilite.
Perindopril e Indapamide Krka 4 mg/1,25 mg compresse Perindopril e Indapamide Krka 4 mg/1,25 mg non deve essere usato nei bambini e negli adolescenti, perché l'efficacia e la tollerabilità di perindopril/indapamide, in monoterapia o in combinazione, nei bambini e negli adolescenti non sono state stabilite.
Perindopril e Indapamide Krka 8 mg/2,5 mg compresse Perindopril e Indapamide Krka 8 mg/2,5 mg compresse non deve essere usato nei bambini e negli adolescenti, perché l'efficacia e la tollerabilità di perindopril/indapamide, in monoterapia o in combinazione, nei bambini e negli adolescenti non sono state stabilite.
Modo di somministrazione Uso orale. Avvertenze e precauzioni
- Avvertenze speciali Comuni a perindopril e indapamide Solo Perindopril e Indapamide Krka 2 mg/0,625 mg compresse Per la combinazione a basse dosi di Perindopril e Indapamide Krka 2 mg/0,625 mg, non è stata evidenziata una significativa riduzione delle reazioni avverse se confrontata con le dosi più basse approvate relativamente ai singoli componenti, tranne per l'ipopotassiemia (vedere paragrafo 4.8).
Un aumento della frequenza di reazioni idiosincrasiche non può essere escluso se il paziente è trattato contemporaneamente con due farmaci antipertensivi per lui nuovi.
Al fine di minimizzare tale rischio, tenere il paziente sotto stretto controllo.
Litio: La combinazione di litio con l'associazione perindopril/indapamide deve generalmente essere evitata (vedere paragrafo 4.5).
Correlate a perindopril: Duplice blocco del sistema renina-angiotensina-aldosterone (RAAS) Esiste l’evidenza che l’uso concomitante di ACE inibitori, antagonisti del recettore dell’angiotensina II o aliskiren aumenta il rischio di ipotensione, iperpotassiemia e riduzione della funzionalità renale (inclusa l’insufficienza renale acuta).
Il duplice blocco del RAAS attraverso l’uso combinato di ACE inibitori, antagonisti del recettore dell’angiotensina II o aliskiren non è pertanto raccomandato (vedere paragrafi 4.5 e 5.1).
Se la terapia del duplice blocco è considerata assolutamente necessaria, ciò deve avvenire solo sotto la supervisione di uno specialista e con uno stretto e frequente monitoraggio della funzionalità renale, degli elettroliti e della pressione sanguigna.
Gli ACE inibitori e gli antagonisti del recettore dell’angiotensina II non devono essere usati contemporaneamente in pazienti con nefropatia diabetica.
Neutropenia/agranulocitosi/trombocitopenia/anemia: In pazienti trattati con ACE inibitori sono stati riscontrati casi di neutropenia/agranulocitosi, trombocitopenia e anemia.
Nei pazienti con funzione renale normale e in assenza di altri fattori complicanti, raramente compare neutropenia.
Il perindopril deve essere somministrato con estrema cautela a pazienti con collagenopatie, in terapia con agenti immunosoppressori, trattati con allopurinolo o procainamide, o che presentino una combinazione di questi fattori di complicazione, specialmente in presenza di una pre-esistente compromissione della funzione renale.
Alcuni di questi pazienti hanno sviluppato infezioni gravi, che in alcuni casi non hanno risposto a una terapia antibiotica intensiva.
Se tali pazienti vengono trattati con perindopril, deve essere periodicamente eseguita la conta dei globuli bianchi e chiedere a tali pazienti di segnalare qualunque episodio di infezione (ad es.
mal di gola, febbre) (vedere paragrafi 4.5 e 4.8).
Ipertensione renovascolare: C'è un aumentato rischio di ipotensione e insufficienza renale quando i pazienti con stenosi bilaterale dell'arteria renale o stenosi dell'arteria a un singolo rene funzionante sono trattati con ACE-inibitori (vedere paragrafo 4,3).
Il trattamento con diuretici può essere un fattore contributivo.
La perdita di funzionalità renale può verificarsi solo con lievi alterazioni della creatinina sierica anche in pazienti con stenosi unilaterale dell'arteria renale.
Ipersensibilità/angioedema Un angioedema al volto, alle estremità, alle labbra, alla lingua, alla glottide e/o alla laringe è stato raramente segnalato in pazienti trattati con inibitori dell'enzima di conversione dell'angiotensina, perindopril incluso.
Ciò può verificarsi in qualunque momento durante la terapia.
In questi casi il trattamento con perindopril deve essere immediatamente interrotto e deve essere intrapreso un controllo appropriato per assicurare la completa risoluzione dei sintomi prima della dimissione del paziente.
Nel caso di edema limitato al volto e alle labbra la reazione si è generalmente risolta senza trattamento, sebbene gli antistaminici siano stati utili nell'alleviare i sintomi.
Un angioedema associato ad un edema laringeo può essere fatale.
Nel caso in cui ci sia il coinvolgimento della lingua, della glottide o della laringe, che può provocare l'ostruzione delle vie aeree, deve essere somministrata prontamente una terapia appropriata, che può includere una soluzione di adrenalina sottocutanea a 1:1000 (da 0,3 ml a 0,5 ml) e/o misure per il mantenimento della pervietà delle vie aeree.
Nei pazienti di razza nera trattati con ACE inibitori è stata riportata una maggiore incidenza di angioedema rispetto ai pazienti di altre razze.
Pazienti con anamnesi di angioedema non correlato al trattamento con ACE inibitori possono presentare un rischio maggiore di comparsa di angioedema quando trattati con un ACE inibitore (vedere paragrafo 4.3).
È stato riportato raramente angioedema intestinale in pazienti trattati con ACE inibitori.
Tali pazienti presentavano dolore addominale (con o senza nausea o vomito); in alcuni casi non vi era una precedente anamnesi di angioedema del viso e i livelli di C-1 esterasi erano normali.
L'angioedema è stato diagnosticato tramite procedure che includevano TAC addominale o ultrasuoni o con la chirurgia e i sintomi si sono risolti dopo la sospensione dell'ACE inibitore.
L'angioedema intestinale deve essere incluso nella diagnosi differenziale dei pazienti in trattamento con ACE inibitori che presentano dolore addominale.
L’uso concomitante degli ACE-inibitori e di sacubitril/valsartan è controindicato in considerazione dell’aumento del rischio di angioedema.
Il trattamento con sacubitril/valsartan non deve essere iniziato prima che siano trascorse almeno 36 ore dall’ultima dose di perindopril.
Il trattamento con perindopril non deve essere iniziato prima che siano trascorse almeno 36 ore dall’ultima dose di sacubitril/valsartan (vedere paragrafi 4.3 e 4.5).
L’uso concomitante degli ACE-inibitori e racecadotril, inibitori di mTOR (per es.
sirolimus, everolimus, temsirolimus) e vildagliptin possono avere un aumento del rischio di angioedema (rigonfiamento delle vie aeree o della lingua, associato o meno a difficoltà respiratorie) (vedere paragrafo 4.5).
Occorre cautela nell’iniziare la terapia con racecadotril, inibitori di mTOR (come sirolimus, everolimus, temsirolimus) e vildagliptin in un paziente che sta già assumendo un ACE-inibitore.
Reazioni anafilattoidi durante il trattamento di desensibilizzazione Sono stati riportati casi isolati di gravi reazioni anafilattoidi, con rischio per la vita del soggetto, in pazienti in terapia con ACE inibitori, sottoposti a un trattamento desensibilizzante a base di veleno di imenotteri (api, vespe).
Gli ACE inibitori devono essere impiegati con cautela in pazienti allergici in fase di desensibilizzazione ed evitati in coloro che si stanno sottoponendo a immunoterapia con veleno.
Tuttavia, tali reazioni potrebbero essere prevenute sospendendo temporaneamente l'ACE inibitore almeno 24 ore prima di intraprendere il trattamento desensibilizzante, in quei pazienti che necessitano sia del trattamento con ACE inibitori che del trattamento di desensibilizzazione.
Reazioni anafilattoidi durante aferesi delle LDL Raramente, in pazienti trattati con ACE inibitori e sottoposti ad aferesi delle lipoproteine a bassa densità (LDL) con destran solfato, sono stati riportati casi di reazioni anafilattoidi a rischio di vita per il soggetto.
Queste reazioni sono state evitate sospendendo temporaneamente il trattamento con l'ACE inibitore prima di ogni aferesi.
Pazienti in emodialisi Reazioni anafilattoidi sono state segnalate in pazienti in dialisi con membrane ad alto flusso (ad es.
AN 69 ) e in terapia concomitante con ACE inibitori.
In tali pazienti deve essere preso in considerazione l'impiego di un tipo diverso di membrane per dialisi o di una classe diversa di agenti antipertensivi.
Aldosteronismo primario I pazienti con iperaldosteronismo primario generalmente non risponderanno ai medicinali anti-ipertensivi che agiscono attraverso l'inibizione del sistema renina-angiotensina.
Pertanto, l'uso di questo prodotto non è raccomandato.
Diuretici risparmiatori di potassio, sali di potassio L'associazione di perindopril con diuretici risparmiatori di potassio, sali di potassio deve normalmente essere evitata (vedere paragrafo 4.5).
Gravidanza La terapia con ACE inibitori non deve essere iniziata durante la gravidanza.
Salvo che non sia considerato essenziale il proseguimento della terapia con un ACE inibitore, per le pazienti che stanno pianificando una gravidanza si deve ricorrere a trattamenti antiipertensivi alternativi, con comprovato profilo di sicurezza per l'uso in gravidanza.
Quando viene diagnosticata una gravidanza, il trattamento con ACE inibitori deve essere interrotto immediatamente e, se appropriato, deve essere iniziata una terapia alternativa (vedere paragrafi 4.3 e 4.6).
Correlate ad indapamide Encefalopatia epatica: In caso di ridotta funzionalità epatica, i diuretici tiazidici e tiazido-simili possono provocare un'encefalopatia epatica.
In questi casi, la somministrazione del diuretico deve essere immediatamente interrotta.
Fotosensibilità Sono stati riportati casi di reazioni di fotosensibilità con diuretici tiazidici e tiazido-simili (vedere paragrafo 4.8).
Se la reazione di fotosensibilità compare durante il trattamento, il trattamento deve essere interrotto.
In caso sia comunque necessaria la ri-somministrazione del diuretico bisogna raccomandare di proteggere le aree esposte al sole o ai raggi UVA artificiali.
Precauzioni di impiego Comuni per perindopril e per indapamide Insufficienza renale: In caso di grave insufficienza renale (clearance della creatinina < 30 ml/min), il trattamento è controindicato.
Perindopril e Indapamide Krka 8 mg/2,5 mg compresse In caso di insufficienza renale grave e moderata (clearance della creatinina < 60 ml /min), il trattamento è controindicato.
In alcuni pazienti ipertesi senza lesioni renali apparenti preesistenti e per i quali gli esami del sangue relativi alla funzionalità renale mostrano una insufficienza renale funzionale, il trattamento deve essere interrotto ed eventualmente ripreso con una ridotta posologia oppure con uno solo dei componenti.
In tali pazienti la normale pratica medica dovrà prevedere un controllo frequente del potassio e della creatinina, dopo due settimane di trattamento e successivamente ogni due mesi durante il periodo di stabilità terapeutica.
Insufficienza renale è stata evidenziata principalmente nei pazienti con grave insufficienza cardiaca o insufficienza renale di base, compresa la stenosi dell'arteria renale.
Il farmaco è normalmente da evitare in caso di stenosi bilaterale dell'arteria renale o di funzionalità ridotta ad un solo rene.
Ipotensione e deplezione idrica ed elettrolitica Esiste il rischio di improvvisa ipotensione in presenza di preesistente deplezione sodica (in particolare in pazienti con stenosi dell'arteria renale).
Pertanto, devono essere sistematicamente effettuati test al fine di evidenziare segni clinici di deplezione idrica ed elettrolitica, che può sopraggiungere in occasione di un episodio intercorrente di diarrea o di vomito.
In tali pazienti deve essere effettuato un controllo regolare degli elettroliti plasmatici.
Una marcata ipotensione può richiedere l'esecuzione di un’infusione endovenosa di soluzione salina isotonica.
Un’ipotensione transitoria non costituisce controindicazione al proseguimento del trattamento.
Una volta ristabilita una volemia ed una pressione arteriosa soddisfacenti, è possibile riprendere il trattamento a dose ridotta oppure con uno solo dei componenti.
Livelli di potassio L'associazione di perindopril e indapamide non impedisce la comparsa di ipopotassiemia, soprattutto nei pazienti diabetici o affetti da insufficienza renale.
Come per ogni altro antipertensivo in associazione con un diuretico, deve essere effettuato un monitoraggio regolare dei livelli di potassio plasmatico.
Perindopril e Indapamide Krka contiene lattosio.
I pazienti affetti da rari problemi ereditari di intolleranza al galattosio, da deficit totale di lattasi, o da malassorbimento di glucosio-galattosio, non devono assumere questo medicinale.
Questo medicinale contiene meno di 1 mmol di sodio (23 mg) per compressa, cioè essenzialmente "senza sodio".
Correlate a perindopril Tosse: A seguito di somministrazione degli inibitori dell'enzima di conversione dell'angiotensina è stata riportata la comparsa di tosse secca, le cui caratteristiche sono la persistenza e la scomparsa dopo interruzione del trattamento.
In presenza di questo sintomo si deve considerare una possibile eziologia iatrogena.
Nel caso in cui la prescrizione di un inibitore dell'enzima di conversione dell'angiotensina sia tuttavia preferita, si può considerare la continuazione del trattamento.
Popolazione pediatrica Nei bambini e negli adolescenti l'efficacia e la tollerabilità di perindopril, da solo o in associazione, non sono state stabilite.
Rischio di ipotensione arteriosa e/o di insufficienza renale (nei casi di insufficienza cardiaca, di deplezione idrica ed elettrolitica, ecc...). È stata osservata una marcata stimolazione del sistema renina-angiotensina-aldosterone, in particolare nel corso di marcate deplezioni di acqua ed elettroliti (dieta a stretto regime iposodico o trattamento diuretico prolungato), in pazienti con pressione arteriosa inizialmente bassa, in caso di stenosi arteriosa renale, di insufficienza cardiaca congestizia o di cirrosi con edema e ascite.
Il blocco di questo sistema da parte di un inibitore dell'enzima di conversione dell'angiotensina può pertanto provocare, soprattutto a seguito della prima somministrazione e nel corso delle prime due settimane di trattamento, un brusco calo pressorio e/o un innalzamento dei livelli di creatinina plasmatica, segno di un'insufficienza renale funzionale.
Occasionalmente questa può essere ad insorgenza acuta, benché rara, e dopo un intervallo di tempo di insorgenza variabile.
In tali casi, il trattamento deve quindi essere iniziato ad una dose più bassa che sarà progressivamente aumentata.
Persone anziane Prima dell'inizio del trattamento devono essere controllate la funzionalità renale e i livelli di potassio.
La dose iniziale deve essere adattata ulteriormente in funzione della risposta pressoria, in particolare in caso di deplezione di acqua ed elettroliti, al fine di evitare la comparsa di un’improvvisa ipotensione.
Pazienti con aterosclerosi nota Il rischio di ipotensione è presente in tutti i pazienti, ma si dovrà essere particolarmente prudenti con quei pazienti affetti da cardiopatia ischemica o insufficienza circolatoria cerebrale, iniziando il trattamento a dosaggio ridotto.
Ipertensione renovascolare Il trattamento dell'ipertensione renovascolare è la rivascolarizzazione.
Tuttavia, gli inibitori dell'enzima di conversione dell'angiotensina possono risultare utili per quei pazienti affetti da un'ipertensione renovascolare in attesa di un intervento chirurgico correttivo o quando l’intervento non è possibile.
Perindopril e Indapamide Krka 2 mg/0,625 mg e 4 mg/1,25 mg compresse Se Perindopril e Indapamide Krka è prescritto a pazienti con stenosi dell'arteria renale accertata o sospetta, il trattamento deve allora essere iniziato in ambiente ospedaliero, a bassa dose e sotto stretto controllo della funzione renale e dei livelli di potassio, poiché alcuni pazienti hanno sviluppato un'insufficienza renale funzionale, rivelatasi reversibile con l'interruzione del trattamento.
Perindopril e Indapamide Krka 8 mg/2,5 mg compresse Il trattamento con Perindopril e Indapamide Krka 8 mg/2,5 mg non è indicato in pazienti con stenosi dell'arteria renale sospetta o conclamata, perché il trattamento deve essere avviato in ambiente ospedaliero a una dose inferiore a quella di Perindopril e Indapamide Krka 8 mg /2,5 mg.
Scompenso cardiaco /grave insufficienza cardiacaIn pazienti con grave insufficienza cardiaca (grado IV), il trattamento deve essere avviato sotto supervisione medica con una dose iniziale ridotta, quindi Perindopril e Indapamide Krka 8 mg/2,5 mg non è adatto per il dosaggio iniziale.
Non deve essere interrotto un eventuale trattamento con beta-bloccanti nei pazienti ipertesi con insufficienza coronarica: l'ACE inibitore deve essere associato al beta-bloccante.
Pazienti diabetici In pazienti con diabete mellito insulino dipendente (tendenza spontanea all'aumento dei livelli di potassio) il trattamento deve essere iniziato sotto controllo medico con una dose iniziale ridotta.
Nei pazienti diabetici precedentemente trattati con agenti antidiabetici orali o insulina, i livelli di glicemia devono essere strettamente controllati durante il primo mese di terapia con un ACE inibitore.
Differenze etniche Al pari di altri inibitori dell'enzima di conversione dell'angiotensina, perindopril può essere meno efficace nel ridurre la pressione arteriosa in pazienti di razza nera rispetto ai pazienti di altre razze, probabilmente a causa di una maggiore prevalenza di ridotte concentrazioni di renina nella popolazione ipertesa di razza nera.
Intervento chirurgico/anestesia In caso di anestesia, ed a maggior ragione se l'anestesia è effettuata con agenti a potenziale ipotensivo, gli inibitori dell'enzima di conversione dell'angiotensina possono provocare ipotensione.
L'interruzione del trattamento, quando possibile, deve essere praticata un giorno prima dell'intervento chirurgico per gli inibitori dell'enzima di conversione dell'angiotensina a lunga durata d'azione, come il perindopril.
Stenosi delle valvole aortica o mitralica / cardiomiopatia ipertrofica Gli ACE inibitori devono essere utilizzati con cautela in pazienti con ostruzione del tratto d'efflusso del ventricolo sinistro.Insufficienza epatica In rari casi, gli ACE inibitori sono stati associati ad una sindrome che inizia con ittero colestatico e progredisce verso una necrosi epatica fulminante e (talora) verso la morte.
Il meccanismo di tale sindrome non è noto.
Pazienti in trattamento con ACE inibitori che sviluppano ittero o un marcato incremento degli enzimi epatici devono interrompere l'assunzione dell'ACE inibitore e ricevere una appropriata assistenza medica (vedere paragrafo 4.8).
Iperpotassiemia Gli ACE-inibitori possono causare iperpotassiemia poiché inibiscono il rilascio di aldosterone.
Tale effetto non è solitamente significativo nei pazienti con una funzione renale nella norma.
I fattori di rischio per l'insorgenza di iperpotassiemia includono insufficienza renale, compromissione della funzione renale, età (> 70 anni), diabete mellito, eventi concomitanti, in particolare disidratazione, scompenso cardiaco acuto, acidosi metabolica e uso concomitante di diuretici risparmiatori di potassio (per es., spironolattone, eplerenone, triamterene o amiloride), integratori di potassio o sostituti del sale contenenti potassio; sono inoltre a rischio più elevato i pazienti che assumono altri farmaci associati ad un incremento del potassio plasmatico (per es.
eparina, trimetoprim o co-trimossazolo anche noto come trimetoprim/sulfametossazolo e specialmente antagonisti dell’aldosterone o bloccanti del recettore dell’angiotensina, acido acetilsalicilico ≥3 g/giorno, inibitori di COX-2 e FANS non-selettivi, agenti immunosoppressori come ciclosporina e tacrolimus).
L'uso di integratori di potassio, diuretici risparmiatori di potassio, o sostituti del sale contenenti potassio, può portare, in particolare nei pazienti con funzione renale compromessa, ad un aumento significativo dei livelli plasmatici di potassio.
I diuretici risparmiatori di potassio e i bloccanti del recettore dell'angiotensina devono essere usati con cautela nei pazienti che ricevono ACE-inibitori e il potassio sierico e la funzione renale devono essere monitorati (vedere paragrafo 4.5).
Correlate ad indapamide: Equilibrio idrico e bilanciamento elettrolitico: Livelli di sodio: Devono essere controllati prima di iniziare il trattamento e, in seguito, ad intervalli regolari.
Un trattamento diuretico può infatti provocare una riduzione dei livelli di sodio, con conseguenze a volte gravi.
Il calo dei livelli di sodio può essere inizialmente asintomatico e quindi è indispensabile un controllo regolare.
Il controllo deve essere più frequente nei pazienti anziani e nei cirrotici (vedere paragrafi 4.8 e 4.9).
L'iponatremia con ipovolemia può essere responsabile della disidratazione e dell'ipotensione ortostatica.
La perdita concomitante di ioni cloruro può portare ad alcalosi metabolica secondaria compensatoria: l'incidenza e il grado di questo effetto sono lievi.
Livelli di potassio La deplezione potassica con ipopotassiemia rappresenta il rischio maggiore dei diuretici tiazidici e tiazido-simili.
Il rischio di insorgenza di livelli ridotti di potassio (< 3,4 mmol/l) deve essere prevenuto in alcune popolazioni ad alto rischio quali i soggetti anziani e/o denutriti, che siano o meno in trattamento con più farmaci, i pazienti cirrotici con edema e ascite, i coronaropatici ed i pazienti con insufficienza cardiaca.
In questi casi, infatti, l'ipopotassiemia potenzia la tossicità cardiaca dei glucosidi digitalici ed il rischio di patologie del ritmo cardiaco.
Anche i soggetti che presentano un intervallo QT lungo, sia di origine congenita che iatrogena, sono a rischio.
L'ipopotassiemia, come pure la bradicardia, agisce come fattore che favorisce la comparsa di gravi patologie del ritmo cardiaco, soprattutto di torsioni di punta, che possono essere fatali.
In tutti questi casi, è necessario un controllo più frequente dei livelli di potassio.
Il primo controllo dei livelli di potassio plasmatico deve essere effettuato nel corso della prima settimana che segue l’inizio del trattamento.
Se si evidenziano bassi livelli di potassio è necessaria la loro correzione.
Livelli di calcio I diuretici tiazidici e tiazido-simili possono ridurre l'escrezione urinaria del calcio e provocare un leggero e transitorio aumento dei livelli plasmatici del calcio.
Un aumento marcato dei livelli di calcio può essere correlato ad un iperparatiroidismo non diagnosticato.
In questi casi il trattamento deve essere interrotto prima di esplorare la funzione paratiroidea.
Glicemia Nei pazienti diabetici, è importante effettuare un controllo della glicemia soprattutto in presenza di bassi livelli di potassio.
Acido urico Nei pazienti iperuricemici, può aumentare la tendenza di attacchi di gotta.
Funzione renale e diuretici I diuretici tiazidici e tiazido-simili sono pienamente efficaci solamente se la funzione renale è normale o leggermente compromessa (nell'adulto, livelli di creatinina inferiori a valori dell'ordine di 25 mg/l, ovvero 220 mcmol/l).
Nel soggetto anziano, il valore dei livelli di creatinina nel plasma deve essere adattato tenendo conto dell'età, del peso e del sesso del paziente, secondo la formula di Cockroft: C1cr = (140-età) x peso corporeo/0,814 x livelli di creatinina nel plasma con l'età espressa in anni, il peso corporeo espresso in Kg, il valore di creatinina plasmatica espressa in micromol/l.
Questa formula è valida per i soggetti anziani di sesso maschile e deve essere corretta per le donne moltiplicando il risultato per 0,85.
L'ipovolemia, dovuta alla perdita di acqua e di sodio causata dal diuretico ad inizio trattamento, provoca una riduzione della filtrazione glomerulare.
Ne può derivare un aumento dell'urea ematica e dei livelli di creatinina.
Questa insufficienza renale funzionale transitoria non provoca conseguenze indesiderate nel paziente con funzione renale normale, ma può invece aggravare una insufficienza renale preesistente.
Atleti Gli atleti devono sapere che questo prodotto contiene un principio attivo che può determinare una reazione positiva ai test antidoping.
Effusione coroidale, miopia acuta e glaucoma secondario ad angolo chiuso: I farmaci sulfamidici o derivati da sulfamidici possono causare una reazione idiosincrasica che determina effusione coroidale con difetti del campo visivo, miopia transitoria e glaucoma acuto ad angolo chiuso.
I sintomi comprendono un’insorgenza acuta di ridotta acuità visiva o dolore oculare e in genere si manifestano da poche ore a settimane a partire dall'inizio della somministrazione del farmaco.
Un glaucoma acuto ad angolo chiuso non trattato può portare a perdita permanente della vista.
Il trattamento primario è quello di interrompere l'assunzione di medicinale il più rapidamente possibile.
Possono essere necessari trattamenti medici o chirurgici rapidi se la pressione intraoculare rimane incontrollata.
I fattori di rischio per lo sviluppo di glaucoma acuto ad angolo chiuso possono includere una storia di allergia alla sulfonamide o alla penicillina. Interazioni
- Comuni per perindopril e indapamide Uso concomitante da evitare - Litio: aumenti reversibili delle concentrazioni sieriche di litio e della tossicità sono stati evidenziati durante la somministrazione concomitante di litio con ACE inibitori.
L'uso concomitante di diuretici tiazidici può ulteriormente aumentare i livelli di litio ed elevare il rischio di tossicità da litio con gli ACE inibitori.
L'associazione perindopril e indapamide con litio deve essere evitata, ma qualora tale associazione si rendesse necessaria, deve essere effettuato un controllo rigoroso dei livelli sierici di litio (vedere paragrafo 4.4).Usi concomitanti che necessitano di particolari precauzioni di impiego: - Baclofene: potenziamento dell'effetto antipertensivo.
Controllo della pressione arteriosa e della funzione renale; se necessario, adattamento della posologia dell'antipertensivo.
- Farmaci antinfiammatori non steroidei (compreso l'acido acetilsalicilico a dosi elevate): quando gli ACE inibitori vengono somministrati contemporaneamente a farmaci antinfiammatori non steroidei (ad es.
l'acido acetilsalicilico a regimi di dosaggio antinfiammatorio, inibitori delle COX-2 e FANS non selettivi), può verificarsi un'attenuazione dell'effetto antipertensivo.
L'uso concomitante di ACE inibitori e di FANS può portare ad un aumentato rischio di peggioramento della funzionalità renale, compresa l’insufficienza renale acuta, e ad un aumento del potassio sierico, in particolare nei pazienti con una preesistente insufficienza renale; tale combinazione deve essere somministrata con cautela, in particolare nei pazienti anziani.
I pazienti devono essere adeguatamente idratati e deve essere preso in considerazione il monitoraggio della funzionalità renale dopo l'inizio della terapia concomitante e, in seguito, periodicamente.
Uso concomitante da tenere sotto sorveglianza: - Antidepressivi imipramino-simili (triciclici), neurolettici: aumento dell'effetto antipertensivo e aumento del rischio di ipotensione ortostatica (effetto additivo).
Correlate a perindopril: - I dati degli studi clinici hanno dimostrato che il duplice blocco del sistema renina-angiotensina-aldosterone (RAAS) attraverso l'uso combinato di ACE-inibitori, antagonisti del recettore dell'angiotensina II o aliskiren, è associato ad una maggiore frequenza di eventi avversi quali ipotensione, iperpotassiemia e riduzione della funzionalità renale (inclusa l’insufficienza renale acuta) rispetto all'uso di un singolo agente attivo sul sistema RAAS (vedere paragrafi 4.3, 4.4 e 5.1).
Medicinali che inducono iperpotassiemia Alcuni medicinali o classi terapeutiche possono aumentare l'insorgenza di iperpotassiemia: aliskiren, sali di potassio, diuretici risparmiatori di potassio, ACE inibitori, antagonisti del recettore dell'angiotensina II, FANS, eparine, agenti immunosoppressori come ciclosporina o tacrolimus, trimetoprim.
La combinazione di questi medicinali aumenta il rischio di iperpotassiemia.
Uso concomitante controindicato: - Aliskiren: in pazienti diabetici o con compromissione renale, aumento del rischio di iperpotassiemia, peggioramento della funzionalità renale e aumento della mortalità e della morbilità cardiovascolare.
- Trattamenti extracorporei: trattamenti extracorporei che portano al contatto del sangue con superfici cariche negativamente come la dialisi o l'emofiltrazione con alcune membrane ad alto flusso (per es.
membrane poliacrilonitrile) e lipoproteine a bassa densità aferesi con destrano solfato a causa dell'aumento del rischio di reazioni anafilattoidi severe (vedere paragrafo 4,3).
Se tale trattamento è necessario, si deve considerare l'uso di un diverso tipo di membrana di dialisi o di una diversa classe di agente antipertensivo.
- Sacubitril/valsartan: l’uso concomitante di ACE inibitori con sacubitril/valsartan è controindicato in quanto aumenta il rischio di angioedema (vedere paragrafi 4.3 e 4.4).
Usi concomitanti non raccomandati: - Aliskiren: in pazienti diversi dai pazienti diabetici o con compromissione renale, rischio di iperpotassiemia, peggioramento della funzionalità renale e aumento della mortalità e della morbilità cardiovascolare (vedere paragrafo 4,4).
- Terapia concomitante con ACE inibitore e bloccante del recettore dell'angiotensina: è stato riportato in letteratura che nei pazienti con malattia aterosclerotica conclamata, insufficienza cardiaca o con diabete con danno dell'organo finale, una terapia concomitante con un ACE inibitore e un antagonista del recettore dell'angiotensina è associata ad una maggiore frequenza di ipotensione, sincope, iperpotassiemia e peggioramento della funzionalità renale (inclusa insufficienza renale acuta) rispetto all'uso di un singolo agente sul sistema renina-angiotensina-aldosterone.
Il duplice blocco (ad esempio combinando un ACE-inibitore con un antagonista del recettore dell'angiotensina II) deve essere limitato a casi definiti individualmente con un attento monitoraggio della funzionalità renale, dei livelli di potassio e della pressione sanguigna (vedere paragrafo 4.4).
- Estramustina: rischio di aumento degli effetti avversi come edema angioneurotico (angioedema).
- Diuretici risparmiatori di potassio (spironolattone, triamterene, da soli o in associazione), integratori di potassio o sali contenenti sostituti del potassio: gli ACE inibitori attenuano la perdita di potassio indotta dai diuretici.
Anche se il potassio sierico di solito rimane entro i limiti normali, in alcuni pazienti trattati con perindopril può verificarsi iperpotassiemia.
I diuretici risparmiatori di potassio, ad esempio spironolattone, triamterene o amiloride, gli integratori di potassio o i sostituti del sale contenenti potassio possono portare a significativi aumenti del potassio sierico (potenzialmente letali).
Bisogna anche prestare attenzione quando il perindopril viene somministrato in concomitanza con altri agenti che aumentano il potassio sierico, come trimetoprim e co-trimossazolo (trimetoprim/sulfametossazolo) in quanto trimetoprim è noto essere un diuretico risparmiatore di potassio come l'amiloride.
Pertanto, la combinazione di perindopril con i medicinali sopra citati non è raccomandata.
Se è prescritto l'uso concomitante di questi farmaci per la presenza di ipopotassiemia documentata, gli stessi devono essere utilizzati con cautela e con un frequente monitoraggio del potassio sierico e tramite ECG.
- Co-trimossazolo (trimetoprim/sulfametossazolo); I pazienti che assumono una terapia concomitante con co-trimossazolo (trimetoprim/sulfametossazolo) possono presentare un aumento del rischio di iperpotassiemia (vedere paragrafo 4.4).
Usi concomitanti che necessitano di particolari precauzioni: - Antidiabetici (insulina, sulfonamidi ipoglicemizzanti): Studi epidemiologici hanno suggerito che la somministrazione concomitante di ACE-inibitori e medicinali antidiabetici (insuline, ipoglicemizzanti orali) può causare un aumento dell'effetto di abbassamento del glucosio nel sangue con rischio di ipoglicemia.
Questo fenomeno sembra essere più probabile che si verifichi durante le prime settimane di trattamento combinato e nei pazienti con compromissione renale.
L'insorgenza di episodi ipoglicemici è molto rara (miglioramento della tolleranza al glucosio con una conseguente riduzione del fabbisogno di insulina).
- Diuretici non-risparmiatori di potassio: i pazienti trattati con diuretici e in particolare quelli che hanno una deplezione di volume e/o sale, possono manifestare un'eccessiva riduzione della pressione sanguigna dopo l'inizio della terapia con un ACE inibitore.
La possibilità di effetti ipotensivi può essere ridotta con l'interruzione del diuretico, aumentando il volume o l'assunzione di sale prima di iniziare la terapia con dosi basse e progressive di perindopril.
Nell’ ipertensione arteriosa, quando la terapia diuretica precedente può aver causato deplezione di sale/volume, altri diuretici devono essere interrotti prima di iniziare l'ACE inibitore, eventualmente un diuretico risparmiatore di potassio può essere successivamente reintrodotto o l'ACE inibitore deve essere iniziato con un dosaggio basso e progressivamente aumentato.
Nell'insufficienza cardiaca congestizia trattata con diuretico, l'ACE inibitore deve essere iniziato a un dosaggio molto basso, possibilmente dopo aver ridotto il dosaggio del diuretico non-risparmiatore di potassio.
In tutti i casi, la funzione renale (livelli di creatinina) deve essere monitorata durante le prime settimane di terapia con ACE-inibitori.
- Diuretici risparmiatori di potassio (eplerenone, spironolattone): con eplerenone o spironolattone a dosi comprese tra 12,5 mg e 50 mg al giorno e con basse dosi di ACE inibitori: Nel trattamento dell'insufficienza cardiaca di classe II-IV (NYHA) con una frazione di eiezione < 40% e precedentemente trattata con ACE inibitori e diuretici dell'ansa, rischio di iperpotassiemia, potenzialmente letale, soprattutto in caso di mancata osservanza della prescrizione di raccomandazioni su questa combinazione.
Prima di iniziare l'associazione, verificare l'assenza di iperpotassiemia e compromissione renale.
Un attento monitoraggio della potassiemia e della creatinemia è raccomandato nel primo mese del trattamento una volta alla settimana all'inizio e in seguito mensilmente.
- Racecadotril: gli ACE inibitori (ad es.
perindopril) sono noti per causare angioedema.
Questo rischio può essere elevato se usati in concomitanza con racecadotril (un medicinale usato contro la diarrea acuta).
- Inibitori di mTOR (ad es.
sirolimus, everolimus, temsirolimus): i pazienti che assumono terapia concomitante con inibitori di mTOR possono essere maggiormente a rischio di angioedema (vedere paragrafo 4.4).
Uso concomitante da tenere sotto sorveglianza: - Agenti antipertensivi e vasodilatatori: l'uso concomitante di questi agenti può aumentare gli effetti ipotensivi del perindopril.
L'uso concomitante con nitroglicerina e altri nitrati o altri vasodilatatori, può ridurre ulteriormente la pressione sanguigna.
- Allopurinolo, citostatici o agenti immunosoppressori, corticosteroidi sistemici o procainamide: la somministrazione concomitante con ACE inibitori può portare a un incremento del rischio di leucopenia.
- Farmaci anestetici: gli ACE inibitori possono potenziare l'effetto ipotensivo di alcuni farmaci anestetici.
- Diuretici (tiazidi o diuretici dell'ansa): un precedente trattamento con alte dosi di diuretici può comportare una deplezione del volume e un rischio di ipotensione quando si inizia la terapia con perindopril.
- Oro: raramente sono state riportate reazioni nitritoidi (i sintomi comprendono vampate al volto, nausea, vomito e ipotensione) in pazienti in trattamento con oro per via iniettabile (sodio aurotiomalato) e concomitante terapia con ACE inibitori, incluso perindopril.
- Gliptine (linagliptin, saxagliptin, sitagliptin, vildagliptin): aumento del rischio di angioedema, a causa della diminuita attività della dipeptidil peptidasi IV (DPP-IV) da parte della gliptina, in pazienti trattati in concomitanza con un ACE-inibitore.
- Simpaticomimetici: i simpaticomimetici possono ridurre gli effetti antiipertensivi degli ACE inibitori.
- Ciclosporina: durante l'uso concomitante di ACE-inibitori con ciclosporina può verificarsi iperpotassiemia.
È raccomandato il monitoraggio del potassio sierico.
- Eparina: durante l'uso concomitante di ACE-inibitori con eparina può verificarsi iperpotassiemia.
È raccomandato il monitoraggio del potassio sierico.
Correlate ad indapamide Associazioni che necessitano particolari attenzioni: - Farmaci che provocano torsioni di punta: per il rischio di ipopotassiemia, l'indapamide deve essere somministrata con cautela quando è in associazione con farmaci che inducono torsioni di punta come gli antiaritmici di classe IA (chinidina, idrochinidina, disopiramide); gli antiaritmici di classe III (amiodarone, dofetilide, ibutilide, bretilio, sotalolo); alcuni neurolettici (clorpromazina, ciamemazina, levomepromazina, tioridazina, trifluoperazina), benzamidi (amisulpiride, sulpiride, sultopride, tiapride), butirrofenoni (droperidolo, aloperidolo), altri neurolettici (pimozide); altre sostanze quali bepridil, cisapride, difemanile, eritromicina IV, alofantrina, mizolastina, moxifloxacina, pentamidina, sparfloxacina, vincamina IV, metadone, astemizolo, terfenadina.
Per prevenire l'abbassamento dei livelli di potassio ed eventualmente correggerli: effettuare un controllo dell'intervallo QT.
- Farmaci che inducono ipopotassiemia: amfotericina B (via endovenosa), glucorticoidi e mineralcorticoidi (via sistemica), tetracosactide, lassativi stimolanti: aumento del rischio di riduzione dei livelli di potassio (effetto additivo).
Controllo dei livelli di potassio ed eventuale correzione; particolare attenzione richiedono i casi trattati con glucosidi digitalici.
Devono essere utilizzati lassativi non stimolanti.
- Glucosidi Digitalici: la riduzione dei livelli di potassio favorisce gli effetti tossici dei glucosidi digitalici.
È necessario il controllo dei livelli di potassio e dell'ECG e, se necessario, riconsiderare il trattamento.
Usi concomitanti da tenere sotto sorveglianza: - Metformina: acidosi lattica dovuta alla metformina scatenata da un’eventuale insufficienza renale funzionale correlata ai diuretici e più specificamente ai diuretici dell'ansa.
Non utilizzare la metformina se i livelli di creatinina plasmatica superano 15 mg/l (135 mcmol/l) nell'uomo e 12 mg/l (110 mcmol/l) nelle donne.
- Mezzi di contrasto iodati: in caso di disidratazione provocata dai diuretici, c'è un aumentato rischio di insufficienza renale acuta, in particolare quando vengono utilizzati alti dosaggi di mezzi di contrasto iodati.
Deve essere effettuata una reidratazione prima della somministrazione del mezzo iodato.
- Calcio (sali di): rischio di un aumento dei livelli di calcio dovuto alla ridotta eliminazione del calcio per via urinaria.
- Ciclosporina, tacrolimus: rischio di aumento dei livelli di creatinina senza variazione dei livelli circolanti di ciclosporina, anche in assenza di deplezione idrica e salina.
- Corticosteroidi, tetracosactide (via sistemica): riduzione dell'effetto antipertensivo (ritenzione di sale e acqua dovuta a corticosteroidi). Effetti indesiderati
- a.
Riassunto del profilo di sicurezza La somministrazione di perindopril inibisce il sistema renina-angiotensina-aldosterone e tende a ridurre la perdita di potassio indotta da indapamide.
Perindopril e Indapamide Krka 2 mg/0,625 mg compresse Il due per cento dei pazienti in trattamento con Perindopril e Indapamide Krka 2 mg/0,625 mg compresse presenta ipopotassiemia (livello di potassio < 3,4 mmol/l).
Perindopril e Indapamide Krka 4 mg/1,25 mg compresse Il quattro per cento dei pazienti in trattamento con Perindopril e Indapamide Krka 4 mg/1,25 mg compresse presenta ipopotassiemia (livello di potassio < 3,4 mmol/l).
Perindopril e Indapamide Krka 8 mg/2,5 mg compresse Il sei per cento dei pazienti in trattamento con Perindopril e Indapamide Krka 8 mg/2,5 mg compresse presenta ipopotassiemia (livello di potassio < 3,4 mmol/l).
Gli effetti avversi più comunemente segnalati sono: - con perindopril: capogiri, cefalea, parestesia, disgeusia, compromissione visiva, vertigini, tinnito, ipotensione, tosse, dispnea, dolore addominale, stipsi, dispepsia, diarrea, nausea, vomito, prurito, eruzione cutanea, crampi muscolari e astenia.
- con indapamide: reazioni di ipersensibilità principalmente dermatologiche in soggetti con predisposizione a reazioni allergiche e asmatiche e eruzioni maculo-papulari.
b.
Tabella degli effetti avversi I seguenti effetti indesiderati che possono essere osservati durante il trattamento sono stati classificati secondo la seguente frequenza: Molto comune (≥1/10) Comune (≥1/100, <1/10) Non comune (≥1/1.000, <1/100) Raro (≥1/10.000, <1/1.000) Molto raro (<1/10.000) Non nota (la frequenza non può essere definita sulla base dei dati disponibili)
*Frequenza calcolata da studi clinici per eventi avversi rilevati da segnalazioni spontanee.Classificazione per sistemi e organi MedDRA Effetti indesiderati Frequenza Perindopril Indapamide Infezioni ed infestazioni Rinite Molto raro - Patologie del sistema emolinfopoietico Eosinofilia Non comune* - Agranulocitosi (vedere paragrafo 4.4) Molto raro Molto raro Anemia aplastica - Molto raro Pancitopenia Molto raro - Leucopenia Molto raro Molto raro Neutropenia (vedere paragrafo 4.4) Molto raro - Anemia emolitica Molto raro Molto raro Trombocitopenia (vedere paragrafo 4.4) Molto raro Molto raro È stata segnalata anemia (vedere paragrafo 4.4) con inibitori dell'enzima convertitore dell' angiotensina in circostanze specifiche (pazienti che hanno subito trapianti di rene, pazienti sottoposti a emodialisi). Molto raro Molto raro Disturbi del sistema immunitario Ipersensibilità (reazioni principalmente in soggetti con una predisposizione alle reazioni allergiche e asmatiche) - Comune Disturbi del metabolismo e della nutrizione Ipoglicemia (vedere paragrafo 4.4 and 4.5) Non comune * - Iperpotassiemia, reversibile all'interruzione (vedere paragrafo 4.4) Non comune * - Iponatriemia (vedere paragrafo 4.4) Non comune * Non nota Iponatraemia con ipovolaemia che causa disidratazione e ipotensione ortostatica Non nota Non nota Ipercalcemia Raro Raro Deplezione di potassio con ipopotassiemia, particolarmente grave in alcune popolazioni ad alto rischio (vedere paragrafo 4,4) - Non nota Disturbi psichiatrici Alterazioni dell'umore Non comune - Disordini del sonno Non comune - Confusione Molto raro - Patologie del sistema nervoso Capogiri Comune - Cefalea Comune Raro Parestesia Comune Raro Disgeusia Comune - Sonnolenza Non comune * - Sincope Non comune * Non nota Ictus probabilmente secondario a ipotensione eccessiva nei pazienti ad alto rischio (vedere paragrafo 4,4) Molto raro - Possibilità di insorgenza di encefalopatia epatica in caso di insufficienza epatica (vedere paragrafi 4.3 e 4.4) - Non nota Patologie dell'occhio Visual impairment Comune Non nota Miopia (vedere paragrafo 4.4) - Non nota Vision blurred - Non nota Glaucoma acuto ad angolo chiuso - Non nota Effusione coroidale - Non nota Patologie dell'orecchio e del labirinto Vertigini Comune Raro Tinnito Comune - Patologie cardiache Palpitazioni Non comune * - Tachicardia Non comune * - Angina pectoris (vedere paragrafo 4.4) Molto raro - Aritmia (inclusa bradicardia, tachicardia ventricolare, fibrillazione atriale) Molto raro Molto raro Infarto miocardico probabilmente secondario a ipotensione eccessiva in pazienti ad alto rischio (vedere paragrafo 4,4) Molto raro - Torsione di punta (potenzialmente fatale) (vedere paragrafi 4.4 e 4.5) - Non nota Patologie vascolari Ipotensione (ed effetti correlati all'ipotensione) (vedere paragrafo 4.4) Comune Molto raro Vasculite Non comune * - Sindrome di Raynaud’s Non nota Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche Tosse (vedere paragrafo 4.4) Comune - Dispnea Comune - Broncospasmo Non comune - Polmonite eosinofila Molto raro - Patologie gastrointestinali Dolore addominale Comune - Anoressia Comune Comune Costipazione Comune Raro Diarrea Comune - Dispepsia Comune - Dolore epigastrico Comune Comune Nausea Comune Raro Vomito Comune Non comune Bocca secca Comune Comune Pancreatite Molto raro Molto raro Patologie epatobiliari Epatite (vedere paragrafo 4.4) Molto raro Non nota Funzione epatica anormale - Molto raro Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo Prurito Comune - Rash Comune - Rash maculo-papulare - Comune Orticaria (vedere paragrafo 4.4) Non comune Molto raro Angioedema (vedere paragrafo 4.4) Non comune Molto raro Porpora - Non comune Iperidrosi Non comune - Reazioni di fotosensibilità Non comune * Non nota Pemfigoide Non comune * - Aggravamento della psoriasi Raro* - Eritema multiforme Molto raro - Necrolisi epidermica tossica - Molto raro Sindrome di Stevens Johnson - Molto raro Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo Crampi muscolari Comune - Possibile peggioramento di lupus eritematoso preesistente disseminato acuto Non comune Non comune Artralgia Non comune* - Mialgia Non comune* - Patologie renali e urinarie Insufficienza renale Non comune - Scompenso renale acuto Molto raro Molto raro Patologie dell'apparato riproduttivo e della mammella Impotenza Non comune Non comune Disfunzione erettile Non comune - Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione Astenia Comune - Dolore al petto Non comune* - Malessere Non comune * - Edema periferico Non comune * - Piressia Non comune * - Stanchezza - Raro Esami diagnostici Aumento dell'urea nel sangue Non comune* - Aumento della creatinina nel sangue Non comune* - Aumento della bilirubina nel sangue Raro - Aumento degli enzimi epatici Raro Non nota Diminuzione dell'emoglobina e dell'ematocrito (vedere paragrafo 4.4) Molto raro - Aumento del glucosio nel sangue - Non nota Aumento dell'acido urico nel sangue - Non nota Elettrocardiogramma con prolungato QT (vedere paragrafo 4.4 e 4.5) - Non nota Traumatismo, avvelenamento e complicazioni da procedura Caduta Non comune* -
Sono stati segnalati casi di SIADH con altri ACE inibitori.
SIADH può essere considerato come una complicanza molto rara ma possibile associata alla terapia con ACE inibitore, compreso il perindopril.
Con l'uso di inibitori enzimatici convertitori dell’angiotensina è stata segnalata tosse secca.
Questa è caratterizzata dalla persistenza e dalla scomparsa quando il trattamento viene terminato.
In presenza di questo sintomo dovrebbe essere considerata un'eziologia iatrogenica.
Lieve aumento dell'urea e dei livelli di creatinina al plasma, reversibile quando il trattamento viene interrotto.
Questo aumento è più frequente nei casi di stenosi dell'arteria renale, ipertensione arteriosa trattata con diuretici, insufficienza renale Segnalazione delle reazioni avverse sospette La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale.
Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione all’indirizzo https://www.aifa.gov.it/content/segnalazioni-reazioni-avverse. Gravidanza e allattamento
- A causa degli effetti dei singoli componenti di questo prodotto di combinazione su gravidanza e allattamento, Perindopril e Indapamide Krka deve essere evitato durante il primo trimestre di gravidanza.
Perindopril e Indapamide Krka è controindicato durante il secondo e il terzo trimestre di gravidanza.
Perindopril e Indapamide Krka è controindicato durante l'allattamento.
Si deve decidere se interrompere l'allattamento o interrompere la terapia con Perindopril e Indapamide Krka tenendo in considerazione il beneficio della terapia per la madre.
Gravidanza Correlati a perindopril: L'uso di ACE inibitori deve essere evitato durante il primo trimestre di gravidanza (vedere paragrafo 4.4).
L'uso di ACE inibitori è controindicato durante il secondo e il terzo trimestre di gravidanza (vedere paragrafi 4.3 e 4.4).
L'evidenza epidemiologica relativa al rischio di teratogenicità, a seguito dell'esposizione ad ACE inibitori durante il primo trimestre di gravidanza non ha dato risultati conclusivi; tuttavia non può essere escluso un piccolo aumento del rischio.
Per le pazienti che stanno pianificando una gravidanza si deve ricorrere a trattamenti antiipertensivi alternativi, con comprovato profilo di sicurezza per l'uso in gravidanza, a meno che non sia considerato essenziale il proseguimento della terapia con un ACE inibitore.
Quando viene diagnosticata una gravidanza, il trattamento con ACE inibitori deve essere immediatamente interrotto e, se appropriato, si deve iniziare una terapia alternativa.
È noto che nella donna l'esposizione ad ACE inibitori durante il secondo e terzo trimestre di gravidanza induce tossicità fetale (ridotta funzionalità renale, oligoidramnios, ritardo nell'ossificazione del cranio) e tossicità neonatale (insufficienza renale, ipotensione, iperpotassiemia) (vedere paragrafo 5.3).
In caso di esposizione agli ACE-inibitori a partire dal secondo trimestre di gravidanza, si consiglia un controllo ecografico della funzione renale e del cranio.
I neonati le cui madri abbiano assunto ACE-inibitori dovrebbero essere tenuti sotto stretto controllo per ipotensione (vedere paragrafi 4.3 e 4.4).
Correlati ad indapamide Non ci sono o ci sono quantità limitate di dati (meno di 300 esiti di gravidanza) sull'uso di indapamide in donne in gravidanza.
L'esposizione prolungata al tiazide durante il terzo trimestre di gravidanza può ridurre il volume del plasma materno nonché il flusso sanguigno utero-placentare e quindi provocare ischemia feto-placentare e ritardo nella crescita.
Inoltre, sono stati riportati rari casi di ipoglicemia e trombocitopenia in neonati dovute ad esposizione al termine della gravidanza.
Gli studi sugli animali non indicano effetti dannosi diretti o indiretti per quanto riguarda la tossicità riproduttiva (vedere paragrafo 5.3).
Come misura precauzionale è preferibile evitare l'uso di indapamide durante la gravidanza.
Allattamento Perindopril e Indapamide Krka è controindicato durante l'allattamento.
Correlati a perindopril Poiché non sono disponibili dati riguardanti l'uso di perindopril durante l'allattamento, perindopril deve essere evitato e sono da preferire trattamenti alternativi con comprovato profilo di sicurezza per l'uso durante l'allattamento, specialmente in caso di allattamento di neonati o prematuri.
Correlati ad indapamide Indapamide è escreta nel latte materno.
Si può verificare ipersensibilità ai medicinali derivati dalla sulfonamide, ipopotassiemia e ittero nucleare.
Un rischio per i neonati/lattanti non può essere escluso .
L'indapamide è strettamente correlata ai diuretici tiazidici per i quali è stata osservata, durante l'allattamento, una diminuzione o anche una soppressione della produzione di latte materno.
Indapamide è controindicata durante l’allattamento.
Fertilità Comune a perindopril e indapamide: Gli studi di tossicità riproduttiva non hanno mostrato alcun effetto sulla fertilità nei ratti femmine e maschi (vedere paragrafo 5.3).
Non sono previsti effetti sulla fertilità umana. Conservazione
- Perindopril e Indapamide Krka 2 mg/0,625 mg compresse Perindopril e Indapamide Krka 4 mg/1,25 mg compresse Non conservare a temperature superiore ai 25°C.
Conservare nella confezione originale per proteggere il medicinale dall'umidità.
Perindopril e Indapamide Krka 8 mg/2,5 mg compresse Non conservare a temperatura superiore a 30°C.
Conservare nella confezione originale per proteggere il medicinale dall’umidità.
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Segnalazione degli effetti indesiderati
Se dovesse manifestarsi un qualsiasi effetto indesiderato, compresi quelli non elencati in questo foglio, è doveroso rivolgersi al proprio medico, ad uno specialista e/o al farmacista. La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Gli effetti indesiderati possono essere segnalati direttamente tramite il sistema nazionale di segnalazione all'indirizzo www.agenziafarmaco.it/it/responsabili. Segnalando gli effetti indesiderati si può contribuire a fornire maggiori informazioni sulla sicurezza di questo medicinale.