PERINDOPRIL AML AU 30CPR4+10MG

8,94 €

Prezzo indicativo

Principio attivo: PERINDOPRIL ERBUMINA (TERT-BUTILAMINA)/AMLODIPINA BESILATO
  • ATC: C09BB04
  • Descrizione tipo ricetta: RR - RIPETIBILE 10V IN 6MESI
  • Presenza Glutine:
  • Presenza Lattosio:

Data ultimo aggiornamento: 18/04/2021

Perindopril e Amlodipina Aurobindo è indicato come terapia sostitutiva per il trattamento dell’ipertensione essenziale e/o della coronaropatia stabile, in pazienti già controllati con l’associazione di perindopril e amlodipina, somministrati contemporaneamente allo stesso livello di dose.
Perindopril e Amlodipina Aurobindo 4 mg/5 mg compresse Ogni compressa contiene 3,34 mg di perindopril equivalente a 4 mg di perindopril tert-butilammina e 6,935 mg di amlodipina besilato equivalente a 5 mg di amlodipina. Perindopril e Amlodipina Aurobindo 4 mg/10 mg compresse Ogni compressa contiene 3,34 mg di perindopril equivalente a 4 mg di perindopril tert-butilammina e 13,870 mg di amlodipina besilato equivalente a 10 mg di amlodipina. Perindopril e Amlodipina Aurobindo 8 mg/5 mg compresse Ogni compressa contiene 6,68 mg di perindopril equivalente a 8 mg di perindopril tert-butilammina e 6,935 mg di amlodipina besilato equivalente a 5 mg di amlodipina. Perindopril e Amlodipina Aurobindo 8 mg/10 mg compresse Ogni compressa contiene 6,68 mg di perindopril equivalente a 8 mg di perindopril tert-butilammina e 13,870 mg di amlodipina besilato equivalente a 10 mg di amlodipina. Per l’elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1.

Controindicazioni

Relative a perindopril: • Ipersensibilità al principio attivo o a qualunque altro ACE-inibitore.
• Anamnesi di angioedema associato a precedente terapia con ACE-inibitori.
• Angioedema ereditario o idiopatico.
• Secondo e terzo trimestre di gravidanza (vedere paragrafi 4.4 e 4.6).
• Uso concomitante di Perindopril e Amlodipina Aurobindo con medicinali contenenti aliskiren nei pazienti aggetti da diabete mellito o compromissione renale (GFR < 60 ml/min/1,73 m²) (vedere paragrafi 4.5 e 5.1).
• Uso concomitante di sacubitril/valsartan (vedere paragrafi 4.4 e 4.5).
• Trattamenti extracorporei che causano il contatto del sangue con superfici caricate negativamente (vedere paragrafo 4.5).• Importante stenosi bilaterale dell’arteria renale o stenosi dell’arteria in caso di un unico rene funzionante (vedere paragrafo 4.4).
Relative ad amlodipina: • Ipersensibilità al principio attivo o ai derivati delle diidropiridine.
• Ipotensione grave.
• Shock, incluso shock cardiogeno.
• Ostruzione dell’efflusso ventricolare sinistro (es.
stenosi aortica di grado elevato).
• Insufficienza cardiaca con instabilità emodinamica dopo infarto acuto del miocardio.
Relative a Perindopril e Amlodipina Aurobindo: Tutte le controindicazioni relative a ciascun componente, come sopra elencato, si devono applicare anche all’associazione a dose fissa di Perindopril e Amlodipina Aurobindo.
• Ipersensibilità ad uno qualsiasi degli eccipienti elencati al paragrafo 6.1.

Posologia

Posologia L’associazione in dose fissa non è idonea per la terapia iniziale.
Se è richiesta una modifica della posologia, si può modificare la dose di Perindopril e Amlodipina Aurobindo o prendere in considerazione di eseguire un aggiustamento individuale con una associazione libera.
Popolazioni speciali: Compromissione renale e anziani (vedere paragrafi 4.4 e 5.2) L’eliminazione del perindoprilato è ridotta negli anziani e nei pazienti con insufficienza renale.
Pertanto, il consueto follow-up medico includerà il monitoraggio frequente della creatinina e del potassio.
Perindopril e Amlodipina Aurobindo può essere somministrato ai pazienti con Clcr ≥ 60 ml/min e non è idoneo per i pazienti con Clcr < 60 ml/min.
In questi pazienti, si raccomanda di eseguire un aggiustamento individuale della dose con i monocomponenti.
Amlodipina usata a dosaggi analoghi in pazienti anziani o giovani è ugualmente ben tollerata.
Nei pazienti anziani si raccomandano i dosaggi normalmente utilizzati, ma l’aumento di dosaggio va considerato con cautela.
Modificazioni delle concentrazioni plasmatiche di amlodipina non sono correlate con il grado di compromissione renale.
Amlodipina non è dializzabile.
Compromissione epatica (vedere paragrafi 4.4 e 5.2) Non sono stati stabiliti dosaggi specifici per pazienti con compromissione epatica da lieve a moderata; pertanto, la scelta del dosaggio deve essere effettuata con cautela e deve partire dal dosaggio più basso (vedere paragrafi 4.4 e 5.2).
per individuare la dose ottimale di inizio e la dose di mantenimento nei pazienti con compromissione epatica, i pazienti devono essere titolati individualmente usando la combinazione libera di amlodipina e perindopril.
La farmacocinetica di amlodipina non è stata studiata nei pazienti con insufficienza epatica grave.
Nei pazienti con compromissione epatica grave, il trattamento con amlodipina deve essere iniziato con il dosaggio più basso, seguito da un graduale aggiustamento del dosaggio.
Popolazione pediatrica Perindopril e Amlodipina Aurobindo non deve essere somministrato a bambini ed adolescenti in quanto, in questi ultimi, non sono state accertate l’efficacia e la tollerabilità di perindopril e amlodipina in associazione.
Modo di somministrazione Uso orale.
Una compressa al giorno come dose singola, da assumere preferibilmente al mattino e comunque prima di un pasto.

Avvertenze e precauzioni

Tutte le avvertenze relative a ciascun componente, di seguito riportate, si devono applicare anche all’associazione a dose fissa di Perindopril e Amlodipina Aurobindo.
Relative a perindopril Avvertenze speciali Ipersensibilità/angioedema Un angioedema al volto, alle estremità, alle labbra, alle membrane mucose, alla lingua, alla glottide e/o alla laringe è stato raramente segnalato in pazienti trattati con un inibitore dell’enzima di conversione dell’angiotensina, incluso il perindopril (vedere paragrafo 4.8).
ciò può verificarsi in qualsiasi momento durante la terapia.
In questi casi, il trattamento con perindopril/amlodipina deve essere sospeso immediatamente e un monitoraggio appropriato deve essere iniziato e continuato sino alla completa risoluzione dei sintomi.
Nei casi in cui l’edema era limitato al volto e alle labbra, la condizione si è in genere risolta senza trattamento, benché gli antistaminici siano stati utili per dare sollievo ai sintomi.
L’angioedema associato ad un edema laringeo può essere fatale.
Nel caso di edema alla lingua, alla glottide o alla laringe, che può provocare l’ostruzione delle vie aeree, deve essere prontamente instaurata una terapia di emergenza.
Essa può comprendere la somministrazione di adrenalina e/o il mantenimento delle vie aeree pervie.
Il paziente deve essere tenuto sotto stretto controllo medico fino alla completa e mantenuta risoluzione dei sintomi.
I pazienti con una anamnesi di angioedema non legato all’assunzione di un ACE-inibitore potrebbero essere maggiormente a rischio di comparsa di angioedema durante la somministrazione di un ACE-inibitore (vedere paragrafo 4.3).
Raramente è stato segnalato angioedema intestinale nei pazienti in trattamento con ACE-inibitori.
Questi pazienti presentavano dolore addominale (con o senza nausea o vomito); in alcuni casi un’anamnesi di angioedema precedente del volto era assente e i livelli di C-1 esterasi erano normali.
L’angioedema è stato diagnosticato tramite procedure che includevano TAC addominale o ecografia, o con la chirurgia, e i sintomi si sono risolti dopo la sospensione dell’ACE-inibitore.
L’angioedema intestinale deve essere incluso nella diagnosi differenziale di pazienti in trattamento con ACE-inibitori che presentano dolore addominale (vedere paragrafo 4.8).
L’uso concomitante di perindopril con sacubitril/valsartan è controindicato a causa dell’aumentato rischio di angioedema (vedere paragrafo 4.3).
Il trattamento con sacubitril/valsartan non deve essere cominciato prima che siano trascorse 36 ore dall’assunzione dell’ultima dose di perindopril.
Se il trattamento con sacubitril/valsartan viene interrotto, la terapia con perindopril non deve essere cominciata prima che siano trascorse 36 ore dall’ultima dose di sacubitril/valsartan (vedere paragrafi 4.3 e 4.5).
Anche l’uso concomitante di altri inibitori di NEP (ad es.
racecadotril) e ACE-inibitori aumenta il rischio di angioedema (vedere paragrafo 4.5).
Pertanto, nei pazienti che assumono perindopril, si rende necessaria una accurata valutazione del rapporto rischio/beneficio prima di cominciare il trattamento con gli inibitori di NEP (ad es.
racecadotril).
Uso concomitante di inibitori di mTOR (ad es.
sirolimus, everolimus, temsirolimus)
I pazienti che assumono come terapia concomitante inibitori di mTOR (ad es.
sirolimus, everolimus, temsirolimus) possono presentare un aumento del rischio di angioedema (ad es.
gonfiore del tratto respiratorio o della lingua, con o senza compromissione respiratoria) (vedere paragrafo 4.5).
Reazioni anafilattoidi durante aferesi delle lipoproteine a bassa densità (LDL) Raramente i pazienti in terapia con ACE-inibitori durante aferesi delle lipoproteine a bassa densità (LDL) con destrano solfato hanno avuto reazioni anafilattoidi a rischio di vita.
Queste reazioni sono state evitate sospendendo temporaneamente la terapia con l’ACE-inibitore prima di ogni aferesi.
Reazioni anafilattoidi durante desensibilizzazione I pazienti in terapia con ACE-inibitori sottoposti a trattamento di desensibilizzazione (es.
veleno di imenotteri) hanno riportato reazioni anafilattoidi.
Negli stessi pazienti, queste reazioni sono state evitate interrompendo temporaneamente la terapia con ACE-inibitori, ma sono ricomparse in seguito a riesposizione accidentale del paziente.
Neutropenia/agranulocitosi/trombocitopenia/anemia Neutropenia/agranulocitosi, trombocitopenia ed anemia sono state riportate in pazienti in trattamento con ACE-inibitori.
In pazienti con funzione renale nella norma e senza altri fattori complicanti, la neutropenia si verifica raramente.
Il perindopril deve essere somministrato con estrema cautela nei pazienti con malattie vascolari del collagene, in terapia immunosoppressiva, in trattamento con allopurinolo o procainamide, o con una combinazione di questi fattori complicanti, specialmente con una preesistente funzione renale compromessa.
Alcuni di questi pazienti hanno sviluppato infezioni gravi che, in pochi casi, non hanno risposto ad una terapia antibiotica intensiva.
Se il perindopril viene usato in questi pazienti, è consigliabile eseguire controlli periodici della conta leucocitaria e questi pazienti devono essere avvertiti di segnalare immediatamente qualsiasi segno di infezione (ad es.
mal di gola, febbre).
Ipertensione renovascolare Nei pazienti con stenosi bilaterale dell’arteria renale o stenosi dell’arteria in caso di un unico rene funzionante in trattamento con ACE-inibitori, vi è un aumentato rischio di ipotensione e insufficienza renale (vedere paragrafo 4.3).
Il trattamento con diuretici può essere un fattore contribuente.
In pazienti con stenosi unilaterale dell’arteria renale, in caso di modifiche anche lievi dei livelli di creatinina sierica, può verificarsi una perdita della funzionalità renale.
Duplice blocco del sistema renina-angiotensina-aldosterone (RAAS) Esiste l’evidenza che l’uso concomitante di ACE-inibitori, antagonisti del recettore dell’angiotensina II o aliskiren aumenta il rischio di ipotensione, iperpotassiemia e riduzione della funzionalità renale (inclusa l’insufficienza renale acuta).
Il duplice blocco del RAAS attraverso l’uso combinato di ACE-inibitori, antagonisti del recettore dell’angiotensina II o aliskiren non è pertanto raccomandato (vedere paragrafi 4.5 e 5.1).
Se la terapia del duplice blocco è considerata assolutamente necessaria, ciò deve avvenire solo sotto la supervisione di uno specialista e con uno stretto e frequente monitoraggio della funzionalità renale, degli elettroliti e della pressione sanguigna.
Gli ACE-inibitori e gli antagonisti del recettore dell’angiotensina II non devono essere usati contemporaneamente in pazienti con nefropatia diabetica.
Aldosteronismo primario I pazienti con iperaldosteronismo primario generalmente non rispondono alla terapia con farmaci antipertensivi che agiscono per inibizione del sistema renina-angiotensina.
Pertanto, l’uso di questo farmaco non è raccomandato.
Gravidanza La terapia con ACE-inibitori non deve essere iniziata durante la gravidanza.
Per le pazienti che stanno pianificando una gravidanza, si deve ricorrere a trattamenti antipertensivi alternativi, con comprovato profilo di sicurezza per l’uso in gravidanza, a meno che non sia considerato essenziale il proseguimento della terapia con un ACE-inibitore.
Quando viene diagnosticata una gravidanza, il trattamento con ACE-inibitore deve essere interrotto immediatamente e, se appropriato, deve essere iniziata una terapia alternativa (vedere paragrafi 4.3 e 4.6).
Precauzioni di impiego Ipotensione Gli ACE-inibitori possono provocare una caduta della pressione arteriosa.
Raramente si osserva ipotensione sintomatica in pazienti con ipertensione non complicata ed è più probabile che si manifesti in pazienti volume depleti, ad es.
in seguito ad un trattamento diuretico, ad un regime alimentare a ridotto contenuto di sale, a dialisi, a diarrea o vomito, o affetti da grave ipertensione renina-dipendente (vedere paragrafi 4.5 e 4.8).
In pazienti ad alto rischio di ipotensione sintomatica, la pressione arteriosa, la funzione renale e i livelli sierici di potassio devono essere monitorati strettamente durante il trattamento con perindopril/amlodipina.
Analoghe considerazioni valgono per i pazienti con cardiopatia ischemica o disturbi cerebrovascolari, nei quali un’eccesiva caduta della pressione arteriosa può portare ad un infarto miocardico o ad un evento cerebrovascolare.
Se dovesse manifestarsi ipotensione, il paziente deve essere posto in posizione supina e, se necessario, deve essere somministrata un’infusione endovenosa di soluzione di sodio cloruro 9 mg/ml (0,9%).
La comparsa di una risposta ipotensiva transitoria non rappresenta una controindicazione alla somministrazione di ulteriori dosi, che generalmente può avvenire senza difficoltà dopo aumento della pressione arteriosa per espansione della volemia.
Stenosi della valvola aortica e mitrale/cardiomiopatia ipertrofica Al pari degli altri ACE-inibitori, il perindopril deve essere somministrato con cautela in pazienti con stenosi della valvola mitrale e ostruzione del tratto d’efflusso del ventricolo sinistro quali la stenosi aortica o la cardiomiopatia ipertrofica.Compromissione renale Nei casi di compromissione renale (clearance della creatinina < 60 mg/ml) è raccomandata una titolazione individualizzata della dose con i monocomponenti (vedere paragrafo 4.2).
Nei pazienti con compromissione renale, un regolare controllo del potassio e della creatinina fanno parte della pratica medica corrente (vedere paragrafo 4.8).
In alcuni pazienti con stenosi bilaterale dell’arteria renale o stenosi dell’arteria di un rene solitario trattati con ACE-inibitori, è stato osservato un aumento del tasso ematico di urea e della creatinina sierica, generalmente reversibile con interruzione del trattamento.
Ciò è probabile soprattutto nei pazienti con insufficienza renale.
La contemporanea presenza di ipertensione renovascolare aumenta il rischio di ipotensione grave e di insufficienza renale.
In alcuni pazienti ipertesi senza apparente malattia renovascolare pregressa è stato riscontrato un aumento generalmente lieve e transitorio del tasso ematico di urea e della creatinina sierica, soprattutto quando il perindopril è stato somministrato in concomitanza ad un diuretico.
Ciò è più probabile che si verifichi nei pazienti con preesistente compromissione renale.
Insufficienza epatica Raramente, il trattamento con ACE-inibitori è stato associato ad una sindrome che ha inizio con ittero colestatico e progredisce fino alla necrosi epatica fulminante e (talora) alla morte.
Il meccanismo di questa sindrome è sconosciuto.
I pazienti in trattamento con ACE-inibitori, nei quali compaia ittero o un aumento significativo degli enzimi epatici, devono sospendere l’ACE-inibitore ed essere posti sotto appropriato controllo medico (vedere paragrafo 4.8).
Razza Gli ACE-inibitori provocano la comparsa di angioedema con maggiore frequenza nei pazienti di razza nera rispetto ai pazienti di altre razze.
Al pari di altri ACE-inibitori, il perindopril può essere meno efficace nel ridurre la pressione arteriosa in pazienti di razza nera rispetto ai pazienti di altre razze, probabilmente a causa di una maggiore prevalenza di ridotte concentrazioni di renina nella popolazione ipertesa di razza nera.
Tosse A seguito di somministrazione di ACE-inibitori è stata riportata la comparsa di tosse.
Questa tosse caratteristica è secca, persistente, e si risolve alla sospensione del trattamento.
La tosse indotta dagli ACE-inibitori deve essere tenuta in considerazione nel porre diagnosi differenziale di tosse.
Intervento chirurgico/anestesia In pazienti sottoposti a interventi di chirurgia maggiore o in corso di anestesia con agenti che provocano ipotensione, perindopril/amlodipina può bloccare la formazione di angiotensina II secondaria alla liberazione compensatoria di renina.
Il trattamento deve essere interrotto un giorno prima dell’intervento.
Se si manifesta ipotensione e la si ritiene correlata al suddetto meccanismo, deve essere corretta mediante espansione della volemia.
Iperkaliemia In alcuni pazienti in terapia con ACE-inibitori, incluso perindopril, è stato segnalato un aumento delle concentrazioni plasmatiche di potassio.
I fattori di rischio per la comparsa di iperkaliemia includono insufficienza renale, peggioramento della funzione renale, età (> 70 anni), diabete mellito, eventi intercorrenti, in particolare disidratazione, scompenso cardiaco acuto, acidosi metabolica e concomitante uso di diuretici risparmiatori di potassio (es.
spironolattone, eplerenone, triamterene o amiloride), integratori di potassio o sostituti del sale contenenti potassio o i pazienti che assumono altri farmaci associati ad un aumento del potassio plasmatico (es.
eparina, co-trimossazolo noto anche come trimetoprim/sulfametossazolo).
L’uso di integratori di potassio, diuretici risparmiatori di potassio o di sostituti del sale contenenti potassio, in particolare in pazienti con compromissione della funzione renale, possono provocare un aumento significativo del potassio plasmatico.
L’iperkaliemia può indurre gravi aritmie, qualche volta fatali.
Se l’uso concomitante del perindopril e dei farmaci sopra menzionati è ritenuto appropriato, devono essere usati con cautela e con un frequente monitoraggio del potassio plasmatico (vedere paragrafo 4.5).
Pazienti diabetici In pazienti diabetici trattati con agenti antidiabetici orali o insulina, la glicemia deve essere attentamente controllata durante il primo mese di terapia con un ACE-inibitore (vedere paragrafo 4.5).
Relative ad amlodipina Precauzioni d’impiego La sicurezza e l’efficacia di amlodipina durante crisi ipertensive non sono state valutate.
Insufficienza cardiaca I pazienti con insufficienza cardiaca devono essere trattati con cautela.
In uno studio clinico a lungo termine, controllato con placebo, in pazienti con insufficienza cardiaca grave (classe III e IV NYHA) amlodipina è stata associata a un maggior numero di casi di edema polmonare rispetto al placebo (vedere paragrafo 5.1).
I bloccanti dei canali del calcio, inclusa amlodipina, devono essere usati con cautela nei pazienti con insufficienza cardiaca congestizia, poiché possono far aumentare il rischio di futuri eventi cardiovascolari e di mortalità.
Compromissione epatica L’emivita plasmatica di amlodipina è prolungata e i valori dell’AUC sono maggiori in pazienti con funzionalità epatica compromessa; per questi pazienti non sono stati stabiliti specifici dosaggi.
Amlodipina deve quindi essere inizialmente assunta al dosaggio più basso ed usato con cautela sia all’inizio del trattamento che all’aumentare del dosaggio.
Nei pazienti con insufficienza epatica grave può essere richiesto un graduale aggiustamento del dosaggio e un attento monitoraggio.
Anziani Nei pazienti anziani, l’aumento del dosaggio deve essere considerato con cautela (vedere paragrafi 4.2 e 5.2).
Compromissione renale Amlodipina può essere usata a dosaggi normali in tali pazienti.
Il grado di compromissione renale non è correlato a variazioni delle concentrazioni plasmatiche di amlodipina.
Amlodipina non è dializzabile.
Relativi a perindopril/amlodipina Tutte le avvertenze relative a ciascun singolo componente, sopra elencate, devono essere ritenute applicabili all’associazione fissa perindopril/amlodipina.
Precauzioni d’impiego Interazioni L’associazione di perindopril/amlodipina e litio, medicinali risparmiatori di potassio o integratori di potassio, o dantrolene è sconsigliata (vedere paragrafo 4.5).
Eccipienti Questo medicinale contiene meno di 1 mmol (23 mg) di sodio per compressa, cioè è essenzialmente ‘senza sodio’.

Interazioni

Relative a perindopril I dati degli studi clinici hanno dimostrato che il duplice blocco del sistema renina-angiotensina- aldosterone (RAAS) attraverso l’uso combinato di ACE-inibitori, antagonisti del recettore dell’angiotensina II o aliskiren, è associato ad una maggiore frequenza di eventi avversi quali ipotensione, iperpotassiemia e riduzione della funzionalità renale (inclusa l’insufficienza renale acuta) rispetto all’uso di un singolo agente attivo sul sistema RAAS (vedere paragrafi 4.3, 4.4 e 5.1).
Farmaci che inducono iperkaliemia Alcuni farmaci o classi terapeutiche possono aumentare l’insorgenza di iperkaliemia: aliskiren, sali di potassio, diuretici risparmiatori di potassio, ACE-inibitori, antagonisti del recettore dell’angiotensina II, FANS, eparine, agenti immunosoppressori come la ciclosporina o tacrolimus, trimetoprim e le associazioni fisse a base di sulfametossazolo (cotrimoxazolo).
La combinazione di questi farmaci aumenta il rischio di iperkaliemia.
Uso concomitante controindicato (vedere paragrafo 4.3) Aliskiren Nei pazienti diabetici o con compromissione renale, rischio di iperkaliemia, peggioramento della funzione renale e aumento della morbilità cardiovascolare e della mortalità.
Trattamenti extracorporei I trattamenti extracorporei che causano il contatto del sangue con superfici caricate negativamente come la dialisi o l’emofiltrazione con alcuni tipi di membrana ad alto flusso (ad es.
membrane poliacrilonitriliche) e l’aferesi delle lipoproteine a bassa densità con destrano solfato, a causa dell’aumentato rischio di reazioni anafilattoidi gravi (vedere paragrafo 4.3).
Se tali trattamenti fossero necessari, dovrebbe essere considerato l’utilizzo di un diverso tipo di membrana dialitica o una diversa classe di farmaci antipertensivi.
Sacubitril/valsartan L’uso concomitante di perindopril con sacubitril/valsartan è controindicato poiché la concomitante inibizione della neprilisina e dell’enzima di conversione (ACE) dell’angiotensina I, può aumentare il rischio di angioedema.
Il trattamento con sacubitril/valsartan non deve essere cominciato prima che siano trascorse 36 ore dall’assunzione dell’ultima dose di perindopril.
La terapia con perindopril non deve essere cominciata prima che siano trascorse 36 ore dall’ultima dose di sacubitril/valsartan (vedere paragrafi 4.3 e 4.4).
Uso concomitante non raccomandato (vedere paragrafo 4.4) Aliskiren In pazienti diversi dai diabetici o da quelli con compromissione renale, rischio di iperkaliemia, peggioramento della funzione renale e aumento della morbilità e della mortalità vascolare.
Terapia concomitante con ACE-inibitore e bloccante dei recettori dell’angiotensina È stato riportato in letteratura che in pazienti con malattia aterosclerotica conclamata, insufficienza cardiaca o diabete con danno d’organo terminale, la terapia concomitante con ACE inibitore e bloccante del recettore dell’angiotensina è associata ad una più elevata frequenza di ipotensione, sincope, iperkaliemia e peggioramento della funzionalità renale (inclusa insufficienza renale acuta) in confronto all’uso di un singolo agente del sistema renina-angiotensina-aldosterone.
Il doppio blocco (ad es.
associando un ACE inibitore con un antagonista del recettore dell’angiotensina II) deve essere limitato a casi definiti singolarmente con stretto monitoraggio della funzionalità renale, livelli di potassio e pressione sanguigna.
Estramustina Rischio di un aumento degli effetti avversi come edema angioneurotico (angioedema).
Cotrimoxazolo (trimetoprim/sulfametossazolo) I pazienti che assumono cotrimoxazolo come terapia concomitante, possono presentare un aumento del rischio di iperkaliemia (vedere paragrafo 4.4).
Diuretici risparmiatori di potassio (es.
triamterene, amiloride), sali contenenti potassio
Iperkaliemia (potenzialmente letale), in particolare in combinazione con compromissione renale (effetto iperkaliemico additivo).L’associazione di perindopril con i farmaci sopramenzionati non è raccomandata (vedere paragrafo 4.4).
Se, nonostante ciò, l’uso concomitante è indicato, devono essere usati con cautela e con un monitoraggio frequente del potassio sierico.
Per l’uso dello spironolattone nell’insufficienza cardiaca, fare riferimento a quanto riportato di seguito.
Litio Aumenti reversibili delle concentrazioni sieriche e della tossicità del litio (grave neurotossicità) sono stati riscontrati durante la somministrazione concomitante di litio e ACE-inibitori.
L’associazione di perindopril e litio non è raccomandata.
Se l’associazione si dimostra necessaria, deve essere eseguito un accurato monitoraggio dei livelli plasmatici di litio (vedere paragrafo 4.4).
Uso concomitante che richiede particolare attenzione Antidiabetici (insulina, agenti ipoglicemizzanti orali) Studi epidemiologici hanno suggerito che la somministrazione concomitante di ACE-inibitori e farmaci antidiabetici (insuline, agenti ipoglicemizzanti orali) possono causare un aumento dell’effetto di abbassamento del glucosio ematico con rischio di ipoglicemia.
Questo fenomeno sembra verificarsi maggiormente durante le prime settimane del trattamento in associazione e in pazienti con compromissione renale.
Diuretici non risparmiatori di potassio Pazienti che assumono diuretici, e specialmente quelli che presentano deplezione del volume e/o salina, possono presentare una eccessiva riduzione della pressione sanguigna dopo l’inizio della terapia con un ACE-inibitore.
La possibilità di effetti ipotensivi può essere ridotta con l’interruzione del diuretico, con l’aumento del volume o con l’assunzione di sale prima di iniziare la terapia con dosi basse e progressive di perindopril.
Nell’ipertensione arteriosa, quando la terapia diuretica iniziale può aver causato deplezione di sale/volume, il diuretico deve essere interrotto prima di iniziare l’ACE-inibitore, nel qual caso un diuretico non risparmiatore di potassio può essere successivamente reintrodotto o l’ACE-inibitore deve essere iniziato con un basso dosaggio e progressivamente aumentato.
Nell’insufficienza cardiaca congestizia trattata con diuretici, l’ACE-inibitore deve essere iniziato con un dosaggio molto basso, possibilmente dopo la riduzione del dosaggio del diuretico non risparmiatore di potassio associato.
In tutti i casi, la funzionalità renale (livelli di creatinina) deve essere monitorata durante le prime settimane di terapia con ACE-inibitore.
Diuretici risparmiatori di potassio (eplerenone, spironolattone) Con eplerenone o spironolattone a dosi tra 12,5 mg e 50 mg al giorno e con basse dosi di ACE-inibitori: Nel trattamento dell’insufficienza cardiaca di classe II-IV (NYHA) con frazione di eiezione < 40%, precedentemente trattata con ACE-inibitori e diuretici dell’ansa, rischio di iperkaliemia, potenzialmente letale, specialmente in caso di non osservanza delle raccomandazioni prescrittive di questa associazione.
Prima di iniziare l’associazione, controllare l’assenza di iperkaliemia e danno renale.
Uno stretto monitoraggio della kaliemia e creatinemia è raccomandato una volta a settimana nel primo mese di trattamento e, successivamente una volta al mese.
Racecadotril È noto che gli ACE-inibitori (ad es.
perindopril) possono causare angioedema.
Questo rischio può essere aumentato quando usati in concomitanza con racecadotril (un medicinale utilizzato per il trattamento della diarrea acuta).
Inibitori di mTOR (ad es.
sirolimus, everolimus, temsirolimus)
I pazienti che assumono come terapia concomitante inibitori di mTOR possono presentare un aumento del rischio di angioedema (vedere paragrafo 4.4).
Farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS) inclusa aspirina ≥ 3 g al giorno Quando gli ACE-inibitori vengono somministrati contemporaneamente a farmaci antinfiammatori non steroidei (ad es.
acido acetilsalicilico a regimi di dosaggio antinfiammatorio, inibitori delle COX-2 e FANS non selettivi), può verificarsi una attenuazione dell’effetto antipertensivo.
L’uso concomitante di ACE-inibitori e di FANS può portare ad un maggiore rischio di un peggioramento della funzionalità renale, compresa possibile insufficienza renale acuta, e a un aumento del potassio sierico in particolare nei pazienti con pre-esistente insufficienza renale.
Tale combinazione deve essere somministrata con cautela, in particolare nei pazienti anziani.
I pazienti devono essere adeguatamente idratati e deve essere preso in considerazione il monitoraggio della funzionalità renale dopo l’inizio della terapia concomitante e in seguito periodicamente.
Uso concomitante che richiede qualche attenzione Gliptine (linagliptina, saxagliptina, sitagliptina, vildagliptina) Aumento del rischio di angioedema, dovuto alla diminuzione dell’attività della dipeptidil peptidasi IV (DPP-IV) causata dalla gliptina, in pazienti co-trattati con ACE-inibitori.
Simpaticomimetici I simpaticomimetici possono ridurre gli effetti antipertensivi degli ACE-inibitori.
Oro In pazienti in terapia con sali d’oro iniettabili (aurotiomalato di sodio) e concomitante terapia con ACE-inibitori, incluso il perindopril sono state riportate raramente reazioni nitritoidi (i sintomi includono iperemia del viso, nausea, vomito ed ipotensione).
Relative ad amlodipina Uso concomitante non raccomandato Dantrolene (infusione): Negli animali, sono stati osservati fibrillazione ventricolare letale e collasso cardiovascolare associati a iperkaliemia in seguito a somministrazione di verapamil e dantrolene per via endovenosa.
A causa del rischio di iperkaliemia, si raccomanda di evitare la somministrazione concomitante di bloccanti dei canali del calcio come amlodipina in pazienti soggetti all’ipertermia maligna e nel trattamento dell’ipertermia maligna.
Uso concomitante che richiede particolare attenzione Induttori del CYP3A4 L’uso concomitante degli induttori del CYP3A4 può far variare le concentrazioni plasmatiche di amlodipina.
Pertanto, la pressione del sangue deve essere controllata e deve essere presa in considerazione una regolazione del dosaggio sia durante che dopo la somministrazione concomitante, in particolare, con gli induttori potenti del CYP3A4 (ad esempio rifampicina, Hypericum perforatum).
Inibitori del CYP3A4 L’uso concomitante di amlodipina con inibitori del CYP3A4 potenti o moderati (inibitori della proteasi, antifungini azolici, macrolidi quali eritromicina o claritromicina, verapamil o diltiazem) può causare un aumento significativo dell’esposizione all’amlodipina.
Il significato clinico di queste variazioni farmacocinetiche può essere più pronunciato negli anziani.
Pertanto, possono essere richiesti un monitoraggio clinico e un aggiustamento del dosaggio.
Vi è un aumento del rischio di ipotensione nei pazienti trattati con claritromicina e con amlodipina.
Si raccomanda un attento monitoraggio dei pazienti quando amlodipina è co-somministrata con claritromicina.
Uso concomitante da tenere in considerazione Gli effetti di amlodipina sulla diminuzione della pressione arteriosa si sommano agli effetti della diminuzione della pressione esercitata da altri agenti antipertensivi.
Tacrolimus Vi è il rischio di aumento dei livelli ematici di tacrolimus in caso di co-somministrazione con amlodipina.
Al fine di evitare fenomeni di tossicità da tacrolimus, la somministrazione di amlodipina in pazienti trattati con tacrolimus, richiede il monitoraggio dei livelli ematici di tacrolimus e l’aggiustamento della dose di tacrolimus quando opportuno.
Meccanismo target di inibitori della Rapamicina (mTOR) Gli inibitori di mTOR come sirolimus, temsirolimus ed everolimus, sono substrati dell’enzima CYP3A.
Amlodipina è un debole inibitore di CYP3A.
Quando gli inibitori di mTOR sono utilizzati in combinazione con amlodipina, può aumentare l’esposizione agli inibitori di mTOR.
Ciclosporina Non sono stati condotti studi di interazione farmacologica con ciclosporina e amlodipina in volontari sani o altre popolazioni ad eccezione dei pazienti con trapianto renale, in cui sono stati osservati aumenti variabili pre-dose (in media 0% - 40%) della concentrazione di ciclosporina.
Si deve prendere in considerazione il monitoraggio dei livelli di ciclosporina in pazienti con trapianto renale trattati con amlodipina, ed effettuare una riduzione della dose di ciclosporina, se necessario.
Simvastatina La co-somministrazione di dosi multiple di 10 mg di amlodipina con 80 mg di simvastatina ha determinato un aumento del 77% dell’esposizione alla simvastatina rispetto alla sola simvastatina.
Limitare la dose di simvastatina nei pazienti che assumono 20 mg di amlodipina al giorno.
Altre associazioni: In studi clinici di interazione, l’amlodipina non ha alterato la farmacocinetica di atorvastatina, digossina o warfarin.
La somministrazione di amlodipina con pompelmo o succo di pompelmo non è raccomandata poiché in alcuni pazienti la biodisponibilità di amlodipina potrebbe aumentare e potenziare conseguentemente l’effetto antipertensivo di amlodipina.
Relative a perindopril/amlodipina Uso concomitante che richiede particolare attenzione Baclofene Incremento dell’effetto antipertensivo.
Controllo della pressione arteriosa e adattamento della posologia dell’antipertensivo se necessario.
Uso concomitante da tenere in considerazione • Agenti antipertensivi (quali beta-bloccanti) e vasodilatatori: l’uso concomitante di questi agenti può aumentare gli effetti ipotensivi del perindopril e dell’amlodipina.
L’uso concomitante di nitroglicerina ed altri nitrati o vasodilatatori può ridurre ulteriormente la pressione arteriosa e deve pertanto essere preso in considerazione con cautela.
• Corticosteroidi, tetracosactide: riduzione dell’effetto antipertensivo (ritenzione di acqua e sale da parte dei corticosteroidi).
• Alfa-bloccanti (prazosina, alfuzosina, doxazosina, tamsulosina, terazosina): aumentato effetto antipertensivo ed aumentato rischio di ipotensione ortostatica.
• Amifostina: può potenziare l’effetto antipertensivo dell’amlodipina.
• Antidepressivi triciclici/antipsicotici/anestetici: aumentato effetto antipertensivo e aumentato rischio di ipotensione ortostatica.

Effetti indesiderati

A.
Riassunto del profilo di sicurezza Le reazioni avverse più comunemente riportate con perindopril e amlodipina somministrati separatamente includono: edema, sonnolenza, capogiri, cefalea (specialmente all’inizio del trattamento), disgeusia, parestesia, disturbi della vista (inclusa diplopia), tinnito, vertigini, palpitazioni, vampate, ipotensione (ed effetti correlati all’ipotensione), dispnea, tosse, dolore addominale, nausea, vomito, dispepsia, abitudini intestinali alterate, diarrea, costipazione, prurito, eruzione cutanea, esantema, gonfiore delle articolazioni (gonfiore alle caviglie), spasmi muscolari, affaticamento, astenia.
B.
Tabella riassuntiva delle reazioni avverse I seguenti effetti indesiderati sono stati osservati durante gli studi clinici e/o l’uso post-marketing con perindopril o amlodipina somministrati separatamente e raggruppati in base alla classificazione sistemica organica MedDRA, secondo la seguente frequenza: Molto comune (≥ 1/10); Comune (≥ 1/100, < 1/10); Non comune (≥ 1/1.000, < 1/100); Raro (≥ 1/10.000, < 1/1.000); Molto raro (< 1/10.000); Non nota (la frequenza non può essere definita sulla base dei dati disponibili).
Classificazione sistemica organica MedDRA Effetti indesiderati Frequenza
Amlodipina Perindopril
Infezioni ed infestazioni Rinite Non comune Molto raro
Patologie del sistema emolinfopoietico Eosinofilia - Non comune*
Leucopenia/neutropenia (vedere paragrafo 4.4) Molto raro Molto raro
Agranulocitosi o pancitopenia (vedere paragrafo 4.4) - Molto raro
Trombocitopenia (vedere paragrafo 4.4) Molto raro Molto raro
Anemia emolitica enzimatica specifica in pazienti con una deficienza congenita di G-6PDH (vedere paragrafo 4.4) - Molto raro
Disturbi del sistema immunitario Ipersensibilità Molto raro Non comune
Disturbi del metabolismo e della nutrizione Ipoglicemia (vedere paragrafi 4.4 e 4.5) - Non comune*
Iperkaliemia reversibile alla sospensione (vedere paragrafo 4.4) - Non comune*
Iponatriemia - Non comune*
Iperglicemia - Non comune*
Disturbi psichiatrici Insonnia Non comune -
Alterazioni dell’umore (inclusa ansia) Non comune Non comune
Depressione Non comune -
Disturbi del sonno - Non comune
Patologie del sistema nervoso Sonnolenza (specialmente all’inizio del trattamento) Comune -
Capogiri (specialmente all’inizio del trattamento) Comune Comune
Cefalea (specialmente all’inizio del trattamento) Comune Comune
Disgeusia Non comune Comune
Tremore Non comune -
Ipoestesia Non comune -
Parestesia Non comune Comune
Sincope Non comune Non comune
Stato confusionale Raro Molto raro
Ipertonia Molto raro -
Neuropatia periferica Molto raro -
Ictus cerebrovascolare secondario ad un’eccessiva ipotensione nei pazienti ad alto rischio (vedere paragrafo 4.4) - Molto raro
Disturbi extrapiramidali (sindrome extrapiramidale) Non nota -
Patologie dell’occhio Disturbi della vista Comune Comune
Diplopia Comune -
Patologie dell’orecchio e del labirinto Tinnito Non comune Comune
Vertigini - Comune
Patologie cardiache Palpitazioni Comune Non comune*
Tachicardia - Non comune*
Angina pectoris (vedere paragrafo 4.4) - Molto raro
Infarto miocardico, in qualche modo secondario ad un’eccessiva ipotensione nei pazienti ad alto rischio (vedere paragrafo 4.4) Molto raro Molto raro
Aritmia (incluse bradicardia, tachicardia ventricolare e fibrillazione atriale) Non comune Molto raro
Patologie vascolari Vampate Comune -
Ipotensione (ed effetti correlati all’ipotensione) Non comune Comune
Vasculite Molto raro Non comune*
Fenomeno di Raynaud - Non nota
Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche Dispnea Comune Comune
Tosse Non comune Comune
Broncospasmo - Non comune
Polmonite eosinofila - Molto raro
Patologie gastrointestinali Iperplasia gengivale Molto raro -
Dolore addominale Comune Comune
Nausea Comune Comune
Vomito Non comune Comune
Dispepsia Comune Comune
Abitudini intestinali alterate Comune -
Secchezza del cavo orale Non comune Non comune
Diarrea Comune Comune
Costipazione Comune Comune
Pancreatite Molto raro Molto raro
Gastrite Molto raro -
Patologie epatobiliari Epatite, ittero Molto raro -
Epatite citolitica o colestatica (vedere paragrafo 4.4) - Molto raro
Aumento degli enzimi epatici (nella maggior parte dei casi dovuto a colestasi) Molto raro -
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo Edema di Quincke Molto raro -
Angioedema di volto, estremità, labbra, membrane mucose, lingua glottide e/o laringe (vedere paragrafo 4.4) Molto raro Non comune
Eritema multiforme Molto raro Molto raro
Alopecia Non comune -
Porpora Non comune -
Scoloramento della pelle Non comune -
Iperidrosi Non comune Non comune
Prurito Non comune Comune
Eruzione cutanea, esantema Non comune Comune
Orticaria (vedere paragrafo 4.4) Non comune Non comune
Reazioni di fotosensibilità Molto raro Non comune*
Pemfigoide - Non comune*
Aggravamento della psoriasi - Raro
Sindrome di Stevens-Johnson Molto raro -
Dermatite esfoliativa Molto raro -
Necrolisi epidermica tossica Non nota -
Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo Gonfiore articolare (gonfiore alle caviglie) Comune -
Artralgia Non comune Non comune*
Mialgia Non comune Non comune*
Spasmi muscolari Comune Comune
Mal di schiena Non comune -
Patologie renali e urinarie Disturbi della minzione, nocturia, pollachiuria Non comune -
Insufficienza renale - Non comune
Insufficienza renale acuta - Molto raro
Patologie dell’apparato riproduttivo e della mammella Disfunzione erettile Non comune Non comune
Ginecomastia Non comune -
Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione Edema Molto comune -
Edema periferico - Non comune*
Affaticamento Comune -
Dolore toracico Non comune Non comune*
Astenia Comune Comune
Dolore Non comune -
Malessere Non comune Non comune*
Piressia - Non comune*
Esami diagnostici Incremento ponderale, decremento ponderale Non comune -
Aumento dell’urea nel sangue - Non comune*
Aumento della creatinina nel sangue - Non comune*
Aumento dei livelli di bilirubina sierica - Raro
Aumento degli enzimi epatici - Raro
Ridotta emoglobina e ridotto ematocrito - Molto raro
Traumatismo, avvelenamento e complicazioni da procedura Caduta - Non comune*
* La frequenza è calcolata dagli studi clinici per reazioni avverse rilevate da segnalazioni spontanee.
Sono stati riportati casi di SIADH in pazienti in trattamento con altri ACE-inibitori.
La SIADH è da considerarsi una complicazione molto rara ma possibile associata al trattamento con un ACE-inibitore, incluso perindopril.
Segnalazione delle reazioni avverse sospette La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale.
Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione all’indirizzo www.aifa.gov.it/content/segnalazioni-reazioni-avverse.

Gravidanza e allattamento

Dati gli effetti dei singoli componenti di questa associazione sulla gravidanza e l’allattamento: Perindopril/amlodipina non è raccomandato durante il primo trimestre di gravidanza.
Perindopril/amlodipina è controindicato durante il secondo e terzo trimestre di gravidanza.
Perindopril/amlodipina non è raccomandato durante l’allattamento.
Si deve quindi decidere se interrompere l’allattamento o interrompere perindopril/amlodipina considerando l’importanza di questa terapia per la madre.
Gravidanza Relativo a perindopril L’uso di ACE-inibitori non è raccomandato durante il primo trimestre di gravidanza (vedere paragrafo 4.4).
L’uso di ACE-inibitori è controindicato durante il secondo e il terzo trimestre di gravidanza (vedere paragrafi 4.3 e 4.4).L’evidenza epidemiologica riguardante il rischio di teratogenicità in seguito all’esposizione agli ACE-inibitori durante il primo trimestre di gravidanza non ha dato risultati conclusivi; tuttavia non può essere escluso un piccolo aumento del rischio.
Per le pazienti che stanno pianificando una gravidanza si deve ricorrere a trattamenti antipertensivi alternativi con comprovato profilo di sicurezza per l’uso in gravidanza, a meno che non sia considerato essenziale il proseguimento della terapia con un ACE inibitore.
In caso di gravidanza accertata, il trattamento con ACE-inibitori deve essere interrotto immediatamente e, se appropriato, deve essere iniziata una terapia alternativa.
È noto che, nella donna, l’esposizione ad ACE-inibitori durante il secondo e il terzo trimestre induce fetotossicità (diminuzione della funzione renale, oligoidramnios, ritardo nell’ossificazione del cranio) e tossicità neonatale (insufficienza renale, ipotensione, iperkaliemia) (vedere paragrafo 5.3).
Se dovesse verificarsi un’esposizione ad un ACE-inibitore dal secondo trimestre di gravidanza, si raccomanda un controllo ecografico della funzionalità renale e del cranio.
I neonati le cui madri abbiano assunto ACE-inibitori devono essere attentamente monitorati per quanto riguarda l’ipotensione (vedere paragrafi 4.3 e 4.4).
Relativo ad amlodipina La sicurezza di amlodipina durante la gravidanza non è stata stabilita.
Negli studi sugli animali sono stati osservati effetti di tossicità riproduttiva in seguito a somministrazione di dosi elevate (vedere paragrafo 5.3).
L’uso in gravidanza è raccomandato solo se non esiste un’alternativa più sicura e quando il disturbo comporta rischi importanti per la madre e per il feto.
Allattamento Relativo a perindopril Poiché non sono disponibili dati riguardanti l’uso di perindopril durante l’allattamento, perindopril non è raccomandato e sono da preferire trattamenti alternativi con comprovato profilo di sicurezza per l’uso durante l’allattamento, specialmente in caso di allattamento di neonati o prematuri.
Relativo ad amlodipina Amlodipina viene escreta nel latte materno.
La porzione della dose materna ricevuta dal neonato è stata stimata con uno scarto interquartile del 3-7%, fino ad un massimo del 15%.
L’effetto di amlodipina sui neonati non è conosciuto.
La decisione di continuare/interrompere l’allattamento al seno o continuare/interrompere la terapia con amlodipina deve essere considerata tenendo presente i benefici dell’allattamento per il neonato e i benefici della terapia con amlodipina per la madre.
Fertilità Relativo a perindopril Non è stato riportato alcun effetto sulla funzione riproduttiva o sulla fertilità.
Relativo ad amlodipina In pazienti trattati con bloccanti dei canali calcio, sono state riportate modificazioni biochimiche reversibili alla testa degli spermatozoi.
Non sono disponibili dati clinici sufficienti sul potenziale effetto di amlodipina sulla fertilità.
In uno studio sui ratti, sono stati riportati effetti indesiderati sulla fertilità maschile (vedere paragrafo 5.3).

Conservazione

Conservare nella confezione originale per proteggere il medicinale dalla luce e dall’umidità.
Questo medicinale non richiede alcuna temperatura particolare di conservazione.

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Segnalazione degli effetti indesiderati
Se dovesse manifestarsi un qualsiasi effetto indesiderato, compresi quelli non elencati in questo foglio, è doveroso rivolgersi al proprio medico, ad uno specialista e/o al farmacista. La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Gli effetti indesiderati possono essere segnalati direttamente tramite il sistema nazionale di segnalazione all'indirizzo www.agenziafarmaco.it/it/responsabili. Segnalando gli effetti indesiderati si può contribuire a fornire maggiori informazioni sulla sicurezza di questo medicinale.