PEGASYS SC SIR 0,5ML 90MCG+AGO

158,88 €

Prezzo indicativo

Principio attivo: INTERFERONE ALFA 2A PEGILATO (PEGINTERFERONE ALFA 2A)
  • ATC: L03AB11
  • Descrizione tipo ricetta: RR - RIPETIBILE 10V IN 6MESI
  • Presenza Glutine:
  • Presenza Lattosio:

Data ultimo aggiornamento: 16/07/2015

Policitemia vera Pegasys è indicato in monoterapia negli adulti per il trattamento della policitemia vera. Trombocitemia essenziale Pegasys è indicato in monoterapia negli adulti per il trattamento della trombocitemia essenziale. Epatite cronica B Pazienti adulti Pegasys è indicato per il trattamento dell’epatite cronica B (CHB), in pazienti adulti positivi o negativi per l’antigene dell’envelope (HBeAg)-, con malattia epatica compensata ed evidenza di replicazione virale, con livelli di alanina aminotrasferasi (ALT) aumentati e infiammazione e/o fibrosi epatica istologicamente confermata (vedere paragrafi 4.4 e 5.1). Pazienti in età pediatrica di età uguale o superiore ai 3 anni Pegasys è indicato per il trattamento della CHB HBeAg-positiva in bambini e adolescenti non cirrotici di età uguale o superiore ai 3 anni con evidenza di replicazione virale e innalzamenti persistenti dei livelli sierici di ALT. Per quanto riguarda la decisione di iniziare il trattamento in pazienti in età pediatrica, vedere paragrafi 4.2, 4.4 e 5.1. Epatite cronica C: Pazienti adulti Pegasys è indicato in associazione con altri medicinali per il trattamento dell’epatite cronica C (CHC) in pazienti con malattia epatica compensata (vedere paragrafi 4.2, 4.4 e 5.1). Per l’attività specifica per genotipo dell’epatite C (HCV), vedere paragrafi 4.2 e 5.1. Pazienti in età pediatrica dai 5 anni di età Pegasys, in associazione con ribavirina, è indicato per il trattamento della CHC in pazienti naïve, bambini e adolescenti dai 5 anni di età in su, positivi per HCV-RNA sierico. La decisione di iniziare un trattamento durante l’infanzia deve considerare l’inibizione della crescita indotta dalla terapia di associazione. La reversibilità dell’inibizione della crescita è incerta. La decisione di trattare o meno deve essere presa caso per caso (vedere paragrafo 4.4).
Pegasys 90 microgrammi soluzione iniettabile in siringa preriempita Ciascuna siringa da 0,5 mL di soluzione contiene 90 microgrammi di peginterferone alfa-2a*. Pegasys 135 microgrammi soluzione iniettabile in siringa preriempita Ciascuna siringa da 0,5 mL di soluzione contiene 135 microgrammi di peginterferone alfa-2a*. Pegasys 180 microgrammi soluzione iniettabile in siringa preriempita Ciascuna siringa da 0,5 mL di soluzione contiene 180 microgrammi di peginterferone alfa-2a*. La dose indica la quantità di interferone alfa-2a, porzione del peginterferone alfa-2a senza considerare la pegilazione. *Il principio attivo, il peginterferone alfa-2a, è un coniugato covalente della proteina interferone alfa-2a prodotta attraverso la tecnica del DNA ricombinante nell’Escherichia coli e coniugata con bis-[monometossi polietilenglicole]. La potenza di questo medicinale non deve essere confrontata con quella di un’altra proteina pegilata o non-pegilata della stessa classe terapeutica. Per ulteriori informazioni, vedere paragrafo 5.1. Eccipienti con effetti noti Ciascuna siringa preriempita da 0,5 mL contiene 5 mg di alcol benzilico. Ciascuna siringa preriempita da 0,5 mL contiene 0,025 mg di polisorbato 80. Per l’elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1.

Controindicazioni

• Ipersensibilità al principio attivo, agli interferoni alfa o ad uno qualsiasi degli eccipienti elencati al paragrafo 6.1 • Anamnesi o presenza di malattie autoimmuni • Malattia tiroidea preesistente, salvo quando possa essere controllata mediante trattamento convenzionale • Disfunzione epatica severa o cirrosi epatica scompensata • Anamnesi di pregressa malattia cardiaca severa, compresa malattia cardiaca instabile o non controllata nei sei mesi precedenti (vedere paragrafo 4.4) • Pazienti con HIV-HCV che presentino cirrosi e punteggio di Child-Pugh ≥ 6, salvo se dovuto a iperbilirubinemia indiretta causata da medicinali quali atazanavir e indinavir • Associazione con telbivudina (vedere paragrafo 4.5) • Neonati e bambini fino a 3 anni, per la presenza di alcol benzilico come eccipiente (vedere paragrafo 4.4 per l’alcol benzilico) • Nei pazienti pediatrici, in presenza o con un’anamnesi di disturbi psichiatrici, in particolare depressione grave, ideazione suicidaria o tentativo di suicidio.

Posologia

Il trattamento deve essere iniziato solo da un medico con esperienza nel trattamento dei pazienti con policitemia vera, trombocitemia essenziale, o epatite B o C.
Fare riferimento anche al Riassunto delle Caratteristiche del Prodotto dei medicinali che sono utilizzati in combinazione con Pegasys.
La monoterapia per l’epatite C deve essere presa in considerazione solo in caso di controindicazione ad altri medicinali.
Posologia Policitemia vera e trombocitemia essenziale - pazienti adulti La dose deve essere titolata individualmente, con una dose iniziale raccomandata di 45 microgrammi una volta alla settimana per via sottocutanea.
La dose deve essere aumentata gradualmente di 45 microgrammi ogni mese fino a raggiungere la stabilizzazione dei parametri ematologici.
La dose può essere adattata e/o l’intervallo di somministrazione prolungato, come appropriato per il paziente.
Per la policitemia vera, la stabilizzazione dei parametri ematologici è definita come ematocrito (HCT) < 45% senza flebotomia, piastrine ≤ 400x109/L, e leucociti < 10x109/L.
Per la trombocitemia essenziale, la stabilizzazione dei parametri ematologici è definita come piastrine ≤ 400x109/L, leucociti < 10x109/L.
La massima dose singola raccomandata è di 180 microgrammi iniettati una volta a settimana per via sottocutanea.
Se durante la terapia si sviluppano reazioni avverse, la dose somministrata deve essere ridotta o il trattamento interrotto temporaneamente fino all’attenuazione delle reazioni avverse; inoltre, il trattamento deve essere riavviato con una dose inferiore a quella che ha provocato le reazioni avverse (vedere paragrafo 4.4).
Se si osserva un aumento dei parametri ematologici (HCT, piastrine, leucociti), la dose e/o l’intervallo di dosaggio devono essere adattati individualmente.
Epatite cronica B- pazienti adulti La dose e la durata di Pegasys raccomandati per il trattamento della CHB, sia HBeAg-positiva che HBeAg-negativa, è 180 microgrammi una volta alla settimana per 48 settimane.
Per informazioni sui valori predittivi della risposta al trattamento, vedere paragrafo 5.1.
Epatite cronica C - pazienti adulti Pazienti adulti mai trattati in precedenza La dose raccomandata di Pegasys è 180 microgrammi una volta alla settimana sia in associazione con ribavirina orale sia come monoterapia.
La dose di ribavirina da usare in associazione con Pegasys è riportata nella Tabella 1.
La dose di ribavirina deve essere somministrata a stomaco pieno. Durata del trattamento - duplice terapia con Pegasys e ribavirina La durata della terapia di associazione con ribavirina per la CHC dipende dal genotipo virale.
I pazienti infettati dall’HCV con genotipo 1 che hanno HCV RNA rilevabile alla settimana 4, indipendentemente dalla carica virale pre-trattamento devono essere trattati per 48 settimane.Il trattamento per 24 settimane può essere preso in considerazione per i pazienti con infezione - da genotipo 1 e bassa carica virale (LVL) (≤ 800 000 UI/mL) al basale o - da genotipo 4 che diventano HCV RNA negativi alla settimana 4 di trattamento e rimangono HCV RNA negativi alla settimana 24.
Tuttavia, il trattamento della durata complessiva di 24 settimane può essere associato ad un più alto rischio di ricaduta rispetto ad un trattamento della durata di 48 settimane (vedere paragrafo 5.1).
In questi pazienti, la tollerabilità alla terapia di associazione e fattori prognostici aggiuntivi, come il grado di fibrosi, devono essere presi in considerazione quando si decide la durata del trattamento.
Una riduzione della durata del trattamento in pazienti con infezione da genotipo 1 e alta carica virale (HVL) (> 800 000 UI/mL) al basale, che diventano HCV RNA negativi alla settimana 4 di trattamento e rimangono HCV RNA negativi alla settimana 24, deve essere presa in considerazione con molta cautela dal momento che i limitati dati disponibili suggeriscono che questo può avere un impatto significativamente negativo sulla risposta virologica sostenuta.
I pazienti che presentano un’infezione da HCV di genotipo 2 o 3 e che mostrano livelli rilevabili di HCV-RNA alla settimana 4, indipendentemente dalla carica virale pre-trattamento, devono ricevere 24 settimane di terapia.
Un trattamento di 16 settimane può essere preso in considerazione in pazienti selezionati che presentano un’infezione con genotipo 2 o 3 con LVL (≤ 800 000 UI/mL) al basale, che diventano HCV-negativi entro la settimana 4 di trattamento e rimangono HCV-negativi entro la settimana 16.
Un trattamento della durata totale di 16 settimane può essere associato ad una minor possibilità di risposta ed è associato ad un più alto rischio di recidiva rispetto a un trattamento della durata di 24 settimane (vedere paragrafo 5.1).
In questi pazienti devono essere presi in considerazione, quando si valutano scostamenti dalla durata standard del trattamento (24 settimane), la tollerabilità della terapia di associazione e la presenza di ulteriori fattori clinici o prognostici, quale il grado della fibrosi.
Deve essere considerata con maggior cautela la riduzione della durata del trattamento in pazienti infettati con genotipo 2 o 3 con HVL (> 800 000 UI/mL) al basale, che diventano HCV-negativi entro la settimana 4, in quanto questa può avere un impatto significativamente negativo sulla risposta virologica sostenuta (SVR) (vedere Tabella 1).
I dati disponibili per i pazienti infettati con genotipo 5 o 6 sono limitati; pertanto è raccomandata una terapia di associazione con 1 000/1 200 mg di ribavirina per 48 settimane.
Tabella 1: Dosi raccomandate per la terapia di associazione per pazienti adulti con epatite cronica
Genotipo Dose di Pegasys Dose di ribavirina Durata
Genotipo 1 LVL con RVR* 180 microgrammi <75 kg = 1 000 mg 24 settimane o 48 settimane
≥75 kg = 1 200 mg
Genotipo 1 HVL con RVR* 180 microgrammi <75 kg = 1 000 mg 48 settimane
≥75 kg = 1 200 mg
Genotipo 4 con RVR* 180 microgrammi <75 kg = 1 000 mg 24 settimane o 48 settimane
≥75 kg = 1 200 mg
Genotipo 1 o 4 senza RVR* 180 microgrammi <75 kg = 1 000 mg 48 settimane
≥75 kg = 1 200 mg
Genotipo 2 o 3 senza RVR** 180 microgrammi 800 mg 24 settimane
Genotipo 2 o 3 LVL con RVR** 180 microgrammi 800 mg(a) 16 settimane(a) o 24 settimane
Genotipo 2 o 3 HVL con RVR** 180 microgrammi 800 mg 24 settimane
*RVR = risposta virologica rapida (HCV-RNA non rilevabile) alla settimana 4 e HCV-RNA non rilevabile alla settimana 24; **RVR = risposta virologica rapida (HCV-RNA negativo) alla settimana 4 LVL = ≤ 800 000 UI/mL; HVL = > 800 000 UI/mL (a) Al momento non è chiaro se una dose più elevata di ribavirina (ad esempio 1 000/1 200 mg/giorno in base al peso corporeo) comporti tassi di SVR più alti rispetto alla dose di 800 mg/giorno, quando il trattamento è ridotto a 16 settimane.
L’impatto clinico di un trattamento iniziale abbreviato a 16 settimane, invece di 24 settimane, non è noto, considerando la necessità di ritrattare i pazienti che non rispondono alla terapia e che recidivano.
La durata raccomandata di trattamento con Pegasys in monoterapia è di 48 settimane.
Pazienti adulti trattati in precedenza La dose di Pegasys raccomandata in associazione con ribavirina è 180 microgrammi una volta alla settimana per somministrazione sottocutanea.
Ai pazienti di peso < 75 kg e ≥ 75 kg, devono essere somministrati ogni giorno rispettivamente 1 000 mg e 1 200 mg di ribavirina, indipendentemente dal genotipo virale.
I pazienti che presentano livelli virali rilevabili alla settimana 12 devono interrompere la terapia.
La durata totale raccomandata di trattamento è di 48 settimane.
Se i pazienti infettati con genotipo virale 1, non responsivi al precedente trattamento con peginterferone e ribavirina, sono stati considerati per il trattamento, la durata totale raccomandata di terapia è di 72 settimane (vedere paragrafo 5.1).
Pazienti adulti coinfettati da HIV-HCV La dose raccomandata di Pegasys, in monoterapia o in associazione con ribavirina, è di 180 microgrammi per via sottocutanea una volta alla settimana per 48 settimane.
Ai pazienti infettati da genotipo 1, di peso <75 kg e ≥75 kg, devono essere somministrati ogni giorno rispettivamente 1 000 mg e 1 200 mg di ribavirina.
I pazienti infettati con genotipi differenti dal genotipo 1devono ricevere 800 mg al giorno di ribavirina.
Una durata della terapia inferiore a 48 settimane non è stata adeguatamente studiata.
Durata della terapia quando Pegasys è utilizzato in associazione con altri medicinali Fare riferimento anche al Riassunto delle Caratteristiche del Prodotto dei medicinali che sono utilizzati in associazione con Pegasys.
Predittività di risposta e di non risposta con Pegasys e ribavirina in duplice terapia - pazienti mai trattati in precedenza È stato dimostrato che una risposta virologica precoce entro la settimana 12, definita come una diminuzione della carica virale di 2 log o livelli non rilevabili di HCV-RNA, è predittiva di una risposta sostenuta (vedere Tabelle 2 e 14).
Tabella 2: Valore predittivo della risposta virologica alla settimana 12 al regime posologico raccomandato durante la terapia di associazione con Pegasys in pazienti adulti con epatite cronica C
Genotipo Negativo Positivo
  Nessuna risposta entro la settimana 12 Nessuna risposta sostenuta Valore predittivo Risposta entro la settimana 12 Risposta sostenuta Valore predittivo
Genotipo 1 (N=569) 102 97 95% (97/102) 467 271 58% (271/467)
Genotipo 2 e 3 (N=96) 3 3 100% (3/3) 93 81 87% (81/93)
Il valore predittivo negativo della risposta sostenuta nei pazienti trattati con Pegasys in monoterapia era pari al 98%.
Un valore predittivo negativo simile si è osservato in pazienti con coinfezione da HIV-HCV trattati con Pegasys in monoterapia o in associazione con ribavirina (rispettivamente 100% [130/130] o 98% [83/85]).
In pazienti con coinfezione da HIV-HCV con genotipo 1 e genotipo 2/3 trattati con terapia di associazione sono stati osservati valori predittivi positivi del 45% (50/110) e del 70% (59/84) rispettivamente.
Predittività di risposta e di non risposta con Pegasys e ribavirina in duplice terapia - pazienti trattati in precedenza Nei pazienti non responsivi ritrattati per 48 o 72 settimane, una soppressione virale alla settimana 12 (livelli non rilevabili di HCV-RNA definiti come <50 UI/mL) ha dimostrato di essere predittiva di una risposta virologica sostenuta.
La probabilità di non raggiungere una risposta virologica sostenuta con 48 o 72 settimane di trattamento se la soppressione virale non è stata raggiunta alla settimana 12 è stata rispettivamente del 96% (363 su 380) e del 96% (324 su 339).
La probabilità di raggiungere una risposta virologica sostenuta con 48 o 72 settimane di trattamento se la soppressione virale è stata raggiunta alla settimana 12, è stata rispettivamente del 35% (20 su 57) e del 57% (57 su 100).
Aggiustamento della dose a seguito di reazioni avverse in pazienti adulti Generali Qualora, sia richiesto un aggiustamento della dose a seguito di reazioni avverse (cliniche e/o di laboratorio) di grado da moderato a severo, si ritiene, generalmente adeguata per gli adulti una riduzione iniziale della dose a 135 microgrammi.
Comunque in alcuni casi, è necessaria una riduzione della dose fino a 90 microgrammi o 45 microgrammi.
Quando la reazione avversa diminuisce, si può considerare un aumento della dose fino al raggiungimento della dose di partenza (vedere paragrafi 4.4 e 4.8).
Ematologiche (vedere anche Tabella 3) Nel corso del trattamento di pazienti adulti, si raccomanda una riduzione della dose se la conta assoluta dei neutrofili (CAN) è compresa tra 500 e < 750 cellule/mm³.
Per pazienti con valori della conta assoluta dei neutrofili (CAN) < 500/mm³ il trattamento deve essere sospeso fino a quando i valori di CAN non siano ritornati a > 1 000 cellule /mm³.
La terapia deve inizialmente essere ripresa con 90 microgrammi di Pegasys e la conta dei neutrofili monitorata.
Si raccomanda una riduzione della dose a 90 microgrammi se la conta delle piastrine è compresa tra 25 000 e < 50 000 cellule/mm³.
Si raccomanda l’interruzione della terapia quando la conta delle piastrine diminuisce a livelli < 25 000 cellule/mm³.
Specifiche raccomandazioni per la gestione dell’anemia correlata al trattamento nei pazienti adulti sono le seguenti: la ribavirina deve essere ridotta a 600 milligrammi/giorno (200 milligrammi al mattino e 400 milligrammi alla sera) se si verificano le seguenti condizioni: (1) un calo dell’emoglobina compreso tra < 10 g/dL e ≥ 8,5 g/dL in un paziente senza significativa malattia cardiovascolare, o (2) un calo dell’emoglobina ≥ 2 g/dL in un periodo di 4 settimane di trattamento in un paziente con malattia cardiovascolare stabile.
Non è raccomandato un ritorno alla dose iniziale.
La ribavirina deve essere interrotta se si verificano le seguente condizioni: (1) paziente senza significativa malattia cardiovascolare che presenti un calo dell’emoglobina < 8,5 g/dL; (2) paziente con malattia cardiovascolare stabile che mantiene valori di emoglobina < 12 g/dL nonostante 4 settimane con dose ridotta.
Se l’anomalia si risolve, la ribavirina può essere ripresa alla dose di 600 milligrammi/die e ulteriormente aumentata a 800 milligrammi/giorno a discrezione del medico curante.
Si raccomanda di non ritornare alla dose originaria.
Tabella 3: Aggiustamento della dose a seguito di reazioni avverse in pazienti adulti (per ulteriori informazioni vedere anche il testo precedente)
  Ridurre la ribavirina a 600 mg Sospendere la ribavirina Ridurre Pegasys a 135/90/45 mcg Sospendere Pegasys Interrompere la associazione
Conta assoluta dei neutrofili   Da 500 a < 750 cellule/mm³ < 500 cellule/mm³ 
Conta delle piastrine   Da 25 000 a < 50 000 cellule/mm³  < 25 000 cellule/mm³
Emoglobina - assenza di malattia cardiaca < 10 g/dL e ≥ 8,5 g/dL < 8,5 g/dL   
Emoglobina - malattia cardiaca stabile diminuzione ≥ 2 g/dL in un periodo di 4 settimane < 12 g/dL nonostante 4 settimane a dose ridotta   
In caso di intolleranza alla ribavirina, continuare il trattamento con Pegasys in monoterapia.
Funzionalità epatica Le fluttuazioni nelle anormalità dei test di funzionalità epatica sono comuni nei pazienti con CHC.
Sono stati osservati aumenti nei livelli delle ALT sopra i livelli basali in pazienti trattati con Pegasys, inclusi i pazienti con una risposta virologica.
Negli studi clinici sull’epatite cronica C in pazienti adulti, casi isolati di incremento delle ALT (≥ 10 volte il limite superiore della norma [ULN] o ≥ 2 volte il limite basale nei pazienti con ALT al basale ≥ 10 volte l’ULN), che si sono risolti senza modificazioni della dose, sono stati osservati in 8 su 451 pazienti trattati con la terapia di associazione.
Se l’aumento delle ALT è progressivo o persistente, la dose deve essere ridotta inizialmente a 135 microgrammi.
Quando gli aumenti dei livelli delle ALT sono progressivi nonostante la riduzione della dose, o sono accompagnati da aumento della bilirubina o evidenza di scompenso epatico, la terapia deve essere interrotta (vedere paragrafo 4.4).
Nei pazienti affetti da CHB, incrementi transitori delle ALT talvolta maggiori di 10 volte l’ULN non sono rari e possono riflettere l’eliminazione del virus da parte del sistema immunitario.
Normalmente, il trattamento non deve essere iniziato in caso di ALT > 10 l’ULN.
Deve essere presa in considerazione la continuazione del trattamento con un monitoraggio più frequente della funzionalità epatica durante i picchi di ALT.
In caso di riduzione o sospensione della dose di Pegasys, la terapia può essere ripresa una volta che il picco si sia abbassato (vedere paragrafo 4.4).
Epatite cronica B e C - pazienti pediatrici Pegasys è controindicato nei neonati e bambini fino ai 3 anni di età a causa dell’ eccipientealcol benzilico (vedere paragrafi 4.3 e 4.4).
I pazienti che iniziano un trattamento prima del compimento del 18° anno di età, devono mantenere il dosaggio pediatrico fino al completamento della terapia.
La posologia di Pegasys nei pazienti in età pediatrica si basa sull’area di superficie corporea (BSA).
Per calcolare la BSA, si raccomanda l’uso dell’equazione di Mosteller: Nei pazienti con CHB la durata raccomandata della terapia è di 48 settimane.
Prima di iniziare la terapia per la CHB dovranno essere stati documentati gli innalzamenti persistenti dei livelli sierici di ALT.
Il tasso di risposta è stato inferiore nei pazienti con innalzamenti minimi o nessun innalzamento dei livelli di ALT al basale (vedere paragrafo 5.1).
La durata del trattamento con Pegasys in associazione a ribavirina nei pazienti di età pediatrica con CHC dipende dal genotipo virale.
I pazienti infetti con genotipo 2 o 3 devono ricevere 24 settimane di trattamento, mentre i pazienti infettati con qualunque altro genotipo devono ricevere 48 settimane di terapia.
I pazienti che hanno ancora livelli rilevabili di HCV-RNA, nonostante 24 settimane di trattamento, devono interrompere la terapia, in quanto è improbabile che riescano a raggiungere una risposta virologica sostenuta continuando la terapia.
Nella Tabella 4 sono riportate le dosi raccomandate di Pegasys per bambini e adolescenti di età compresa tra 3 e 17 anni con CHB e BSA superiore a 0,54 m² e per bambini e adolescenti di età compresa tra 5 e 17 anni con CHC e BSA superiore a 0,71 m².
Tabella 4: Dosi raccomandate di Pegasys per pazienti pediatrici con epatite cronica B e C
Area di Superficie Corporea (BSA) [intervallo (m²)] Dose settimanale (mcg)
CHC CHB
0,71-0,74 0,54-0,74 65
0,75-1,08 90
1,09-1,51 135
>1,51 180
Nei pazienti in età pediatrica, prima di valutare la sospensione o l’interruzione del trattamento, è possibile ricorrere fino a tre livelli di modifica della dose sulla base delle tossicità osservate (vedere Tabella 5).
Tabella 5: Raccomandazioni per la modifica della dose di Pegasys in pazienti in età pediatrica con epatite cronica B o C
Dose iniziale (mcg) 1° livello di riduzione(mcg) 2° livello di riduzione (mcg) 3° livello di riduzione (mcg)
65 45 30 20
90 65 45 20
135 90 65 30
180 135 90 45
Nella Tabella 6 sono riportate le raccomandazioni per la modifica della dose di Pegasys a seguito di tossicità nella popolazione pediatrica con CHB e CHC.
Tabella 6: Raccomandazioni per la modifica della dose di Pegasys a seguito di tossicità in pazienti in età pediatrica con epatite cronica B o C
Tossicità Modifica della dose di Pegasys
Neutropenia Da 500 a < 750 cellule/mm³: aggiustamento immediato di 1 livello.
Da 250 a < 500 cellule/mm³: sospendere il trattamento fino a valori ≥ 1 000 cellule/mm³.
Riprendere quindi la somministrazione alla dose aggiustata di 2 livelli e monitorare.
<250 cellule/mm³ (o neutropenia febbrile): interrompere il trattamento.
Trombocitopenia Piastrine da 25 000 a < 50 000 cellule/mm³: aggiustamento di 2 livelli.
Piastrine < 25 000 cellule/mm³: interrompere il trattamento.
Aumento dei livelli di alanina aminotransferasi (ALT) In caso di innalzamenti persistenti o crescenti ≥5 ma <10 volte l’ULN, ridurre la dose con aggiustamento di 1 livello e monitorare settimanalmente i livelli di ALT per accertarsi che siano stabili o in via di diminuzione.
In caso di valori di ALT persistentemente ≥10 l’ULN, interrompere il trattamento.
Aggiustamento della dose nei pazienti pediatrici - duplice terapia con Pegasys e ribavirina Per i bambini e adolescenti di età compresa tra 5 e 17 anni con CHC, la dose raccomandata di ribavirina dipende dal peso corporeo del paziente, con una dose di 15 mg/kg/giorno, suddivisa in due dosi giornaliere.
Per i bambini e gli adolescenti di peso uguale o superiore a 23 kg, si fornisce nella Tabella 7 uno schema posologico che considera l’utilizzo di compresse da 200 mg.
I pazienti e gli operatori sanitari non devono tentare di rompere le compresse da 200 mg.
Tabella 7: Dosi raccomandate di ribavirina per pazienti pediatrici con epatite cronica C di età compresa tra i 5 e i 17 anni
Peso corporeo (kg) (libbre) Dose giornaliera di ribavirina (appros.15 mg/kg/giorno) Numero di compresse di ribavirina
23 - 33 (51-73) 400 mg/giorno 1 da 200 mg al mattino, 1 da 200 mg alla sera
34 - 46 (75-101) 600 mg/giorno 1 da 200 mg al mattino, 2 da 200 mg alla sera
47 - 59 (103-131) 800 mg/giorno 2 da 200 mg al mattino, 2 da 200 mg alla sera
60 - 74 (132-163) 1 000 mg/giorno 2 da 200 mg al mattino, 3 da 200 mg alla sera
≥75 (>165) 1 200 mg/giorno 3 da 200 mg al mattino, 3 da 200 mg alla sera
È importante sottolineare che la ribavirina non deve mai essere somministrata in monoterapia.
Se non diversamente indicato, la gestione di tutte le altre tossicità deve seguire le stesse raccomandazioni fornite per i pazienti adulti.
Nei pazienti in età pediatrica, le tossicità legate al trattamento con ribavirina, come l’anemia associata al trattamento, saranno gestite con la riduzione della dose piena di ribavirina.
I livelli di riduzione della dose sono mostrati in Tabella 8.
Tabella 8: Modifica delle raccomandazioni posologiche della ribavirina nei pazienti pediatrici con epatite cronica C
Dose piena (appros.
15 mg/kg/giorno)
Primo step di modifica della dose (appros.
7,5 mg/kg/giorno)
Numero di compresse di ribavirina
400 mg/giorno 200 mg/giorno 1 da 200 mg al mattino
600 mg/giorno 400 mg/giorno 1 da 200 mg al mattino
1 da 200 mg alla sera
800 mg/giorno 400 mg/giorno 1 da 200 mg al mattino
1 da 200 mg alla sera
1 000 mg/giorno 600 mg/giorno 1 da 200 mg al mattino
2 da 200 mg alla sera
1 200 mg/giorno 600 mg/giorno 1 da 200 mg al mattino
2 da 200 mg alla sera
Popolazioni particolari Anziani In caso di terapia con Pegasys nei pazienti anziani non sono necessari aggiustamenti della dose raccomandata di PEG-IFN-α-2a (vedere paragrafo 5.2).
Compromissione renale Non è richiesto un aggiustamento di dosaggio in pazienti con compromissione renale lieve o moderata.
Una riduzione di dosaggio a 135 mcg i una volta a settimana è richiesta in pazienti adulti con compromissione renale severa o malattia renale in stadio terminale (vedere paragrafo 5.2).
Indipendentemente dalla dose iniziale o dal grado di compromissione renale, i pazienti devono essere monitorati e deve essere effettuata un’appropriata riduzione della dose di Pegasys durante il trattamento se si verificano reazioni avverse.
Compromissione epatica Nei pazienti con cirrosi compensata (ad es.
Child Pugh A), Pegasys si è dimostrato efficace e sicuro.
Non è richiesto un aggiustamento del dosaggio di PEG-IFN-α-2a in pazienti adulti con compromissione epatica lieve.
Pegasys non è stato valutato in pazienti con cirrosi scompensata (ad es.
Child Pugh B o C o varici esofagee sanguinanti) ed è controindicato in questi pazienti (vedere paragrafo 4.3).
La classificazione Child Pugh divide i pazienti nei gruppi A, B e C, o “Lieve”, “Moderata” e “Grave” corrispondenti rispettivamente ai punteggi 5-6, 7-9 e 10-15.
Valutazione modificata
Parametri clinici Grado di anormalità Punteggio
Encefalopatia Assente 1
Grado 1-2 2
Grado 3-4* 3
Ascite Assente 1
Lieve 2
Moderata 3
Bilirubina (mg/dL) <2 1
2,0-3 2
>3 3
(Unità SI = mcmol/L) <34 1
34-51 2
>51 3
Albumina (g/dL) >3,5 1
3,5-2,8 2
<2,8 3
INR <1,7 1
1,7-2,3 2
>2,3 3
* Gradazione secondo Trey, Burns e Saunders (1966) Popolazione pediatrica (neoplasie mieloproliferative) Pegasys è controindicato nei neonati e bambini fino ai 3 anni di età a causa dell’eccipientealcol benzilico (vedere paragrafi 4.3 e 4.4).
La sicurezza e l’efficacia di Pegasys nei bambini e negli adolescenti con neoplasie mieloproliferative non sono state ancora stabilite.
Non ci sono dati disponibili.
L’esperienza con Pegasys nel trattamento dei pazienti pediatrici con CHC, di età compresa tra i 3 e i 5 anni o che hanno fallito adeguati trattamenti precedenti, è limitata.
Non sono disponibili dati in pazienti in età pediatrica e coinfezione HCV/HIV o con compromissione renale.
Modo di somministrazione Pegasys è somministrato sottocute, nell’addome o nella coscia.
L’esposizione a Pegasys è stata ridotta negli studi in cui Pegasys è stato somministrato nelle braccia (vedere paragrafo 5.2).
Pegasys è progettato per la somministrazione da parte del paziente o di colui che lo assiste.
Ciascuna siringa deve essere usata da una sola persona ed è per uso singolo.
Si raccomanda una formazione appropriata per tutti coloro che non sono operatori sanitari e somministrano questo medicinale.
Le “Istruzioni per l’Utilizzatore”, fornite nel contenitore, devono essere seguite attentamente dal paziente.

Avvertenze e precauzioni

Sistema Nervoso Centrale (SNC) e sintomatologia psichiatrica: durante il trattamento con Pegasys ed anche nel periodo di follow-up di 6 mesi dopo il termine del trattamento, in alcuni pazienti sono stati osservati eventi avversi gravi a carico del SNC, in particolare depressione, ideazione suicidaria e tentativo di suicidio.
Altri eventi avversi a carico del SNC, tra cui comportamento aggressivo (talvolta diretto verso altre persone, come pensiero omicida), disturbo bipolare, mania, confusione e alterazioni dello stato mentale, sono stati osservati con gli interferoni alfa.
Tutti i pazienti devono essere monitorati attentamente in caso di qualsiasi segno o sintomo di disturbi psichiatrici.
In caso si manifestino sintomi di disturbi psichiatrici, deve essere tenuta in considerazione da parte del medico la potenziale gravità di questi effetti indesiderati e deve essere considerata la necessità di un’adeguata gestione terapeutica.
Se i sintomi psichiatrici persistono o peggiorano, o si manifesta ideazione suicidaria, si raccomanda di interrompere la terapia con Pegasys e di monitorare il paziente con un adeguato intervento di tipo psichiatrico.
Pazienti con presenza o storia di gravi affezioni psichiatriche: qualora il trattamento con Pegasys sia ritenuto necessario in pazienti che presentino o abbiano avuto una storia di gravi affezioni psichiatriche, esso deve essere iniziato soltanto a seguito di una adeguata diagnosi individuale e del trattamento dell’affezione psichiatrica in questione.
L’uso di Pegasys in bambini e adolescenti in presenza di un’anamnesi di gravi disturbi psichiatrici è controindicato (vedere paragrafo 4.3).
Pazienti che fanno uso/abuso di sostanze stupefacenti: i pazienti con infezione da HCV che hanno un disturbo concomitante di abuso di sostanze (alcol, cannabis, ecc) hanno un aumentato rischio di sviluppare disturbi psichiatrici o esacerbazione di disturbi psichiatrici già esistenti quando vengono trattati con interferone alfa.
Se il trattamento con interferone alfa viene ritenuto necessario in questi pazienti, la presenza di comorbilità psichiatriche e il potenziale di uso di altre sostanze deve essere attentamente valutato e adeguatamente gestito prima di iniziare la terapia.
Se necessario, un approccio interdisciplinare che includa un assistente sanitario d’igiene mentale o uno specialista di tossicodipendenze deve essere preso in considerazione per valutare, trattare e seguire il paziente.
I pazienti devono essere attentamente monitorati durante la terapia e anche dopo l'interruzione del trattamento.
Si raccomanda un intervento precoce in caso di ricomparsa o di sviluppo di disturbi psichiatrici e utilizzo di sostanze stupefacenti.
Crescita e sviluppo (bambini e adolescenti) Durante la terapia con Pegasys ± ribavirina fino a 48 settimane nei pazienti con età compresa tra i 3 e i 17 anni, sono comuni la perdita di peso e l’inibizione della crescita (vedere paragrafi 4.8 e 5.1).
Il beneficio atteso dal trattamento deve essere attentamente valutato alla luce degli eventi avversi osservati in bambini ed adolescenti nel corso degli studi clinici caso per caso (vedere paragrafi 4.8 e 5.1).
È importante considerare che la terapia con Pegasys ± ribavirina induce un’inibizione della crescita durante il trattamento, la cui reversibilità è incerta.
Il rischio di inibizione della crescita deve essere valutato considerando le caratteristiche della malattia del bambino, quali evidenza di progressione di malattia (specialmente la fibrosi), co-morbilità che possono influenzare negativamente la progressione di malattia (come la co-infezione da HIV), così come fattori prognostici di risposta per l’infezione da HBV principalmente il genotipo di HBV e i livelli di ALT; per l’infezione da HCV principalmente il genotipo di HCV e i livelli di HCV-RNA) (vedere paragrafo 5.1).
Quando possibile, il bambino deve essere trattato al completamento dello sviluppo puberale, per ridurre il rischio di inibizione della crescita.
Non ci sono dati relativi a effetti a lungo termine sullo sviluppo sessuale.
Tracciabilità Al fine di migliorare la tracciabilità dei medicinali biologici, il nome e il numero di lotto del medicinale somministrato devono essere chiaramente registrati.
Test di laboratorio prima e durante il trattamento Prima di iniziare la terapia con Pegasys, è raccomandata per tutti i pazienti l’esecuzione di test di laboratorio standard ematologici e biochimici.
Per iniziare il trattamento possono essere considerati come valori basali i seguenti: - Conta piastrinica ≥ 90 000 cellule/mm³ - CAN ≥ 1 500 cellule/mm³ - Funzionalità tiroidea adeguatamente controllata (TSH e T4).
I test ematologici devono essere ripetuti dopo 2 e 4 settimane e quelli biochimici devono essere effettuati dopo 4 settimane.
Ulteriori test devono essere effettuati periodicamente durante la terapia (compreso il monitoraggio del glucosio).
Negli studi clinici il trattamento con Pegasys è stato associato ad una diminuzione sia dei globuli bianchi totali (WBC) sia della CAN, che inizia di solito entro le prime 2 settimane di trattamento (vedere paragrafo 4.8).
Dopo 8 settimane di terapia ulteriori diminuzioni si sono verificate raramente.
La diminuzione della CAN è risultata reversibile dopo la riduzione della dose o l’interruzione della terapia (vedere paragrafo 4.2), raggiungendo valori normali entro 8 settimane nella maggior parte dei pazienti e ritornando a valori basali in tutti i pazienti dopo circa 16 settimane.
Il trattamento con Pegasys è stato associato a diminuzioni nella conta piastrinica, che è ritornata a livelli pre-trattamento nel periodo di osservazione successivo al trattamento (vedere paragrafo 4.8).
In alcuni casi, può essere necessaria una modificazione della dose (vedere paragrafo 4.2).
La comparsa di anemia (emoglobina <10 g/dL) è stata osservata fino al 15% dei pazienti affetti da CHC in studi clinici sul trattamento di associazione con Pegasys e ribavirina.
La frequenza dipende dalla durata del trattamento e dalla dose di ribavirina (vedere paragrafo 4.8).
Il rischio di sviluppare anemia è maggiore nella popolazione femminile.
Deve essere usata cautela quando si somministra Pegasys in associazione con altri farmaci potenzialmente mielosoppressivi.
In letteratura sono stati riportati casi di pancitopenia e di soppressione midollare entro 3 - 7 settimane dopo la somministrazione di peginterferone e ribavirina in associazione ad azatioprina.
Tale mielotossicità risultava reversibile entro 4 - 6 settimane dalla sospensione della terapia antivirale anti-HCV associata ad aziatioprina e non si ripresentava dopo la reintroduzione di entrambe le terapie singolarmente (vedere paragrafo 4.5).
L’impiego della terapia di associazione con Pegasys e ribavirina in pazienti affetti da CHC risultati non responsivi a un precedente trattamento non è stata studiata in modo adeguato in pazienti che hanno interrotto la terapia precedente per reazioni avverse di natura ematologica.
I medici che considerano il trattamento in questi pazienti devono valutare con attenzione i rischi e i benefici del ritrattamento.
Sistema endocrino Sono stati riportati con l’uso di interferoni alfa, compreso Pegasys, anormalità della funzionalità tiroidea o peggioramento dei disturbi tiroidei preesistenti.
Prima di iniziare la terapia con Pegasys, si devono valutare i livelli di TSH e T4.
Il trattamento con Pegasys può essere iniziato o continuato nei casi in cui i livelli di TSH possono essere mantenuti nell’intervallo di normalità mediante trattamento farmacologico.
Si devono determinare i livelli di TSH durante il periodo di trattamento se un paziente sviluppa sintomi clinici compatibili con una possibile disfunzione tiroidea (vedere paragrafo 4.8).
Con Pegasys si sono osservati ipoglicemia, iperglicemia e diabete mellito (vedere paragrafo 4.8).
I pazienti, che presentano tali condizioni cliniche e non possono essere adeguatamente monitorati, non devono iniziare Pegasys in monoterapia o in associazione con ribavirina.
Se tali manifestazioni emergono in corso di trattamento e non possono essere adeguatamente monitorate, i pazienti devono interrompere la terapia con Pegasys in monoterapia o in associazione a ribavirina (vedere paragrafo 4.3).
Sistema cardiovascolare Ipertensione, aritmie sopraventricolari, scompenso cardiaco congestizio, dolore toracico e infarto miocardico sono stati associati alle terapie con interferone alfa, incluso Pegasys.
Nei pazienti con pre-esistenti anormalità cardiache si raccomanda un controllo elettrocardiografico prima dell’inizio del trattamento con Pegasys.
In caso di peggioramento della malattia cardiovascolare, la terapia deve essere sospesa o interrotta.
In pazienti con malattia cardiovascolare, l’anemia può rendere necessaria una riduzione della dose o l’interruzione del trattamento con ribavirina (vedere paragrafo 4.2).
Funzionalità epatica In pazienti che sviluppano evidenza di scompenso epatico durante il trattamento, Pegasys deve essere interrotto.
Si è osservato nei pazienti trattati con Pegasys, inclusi quelli con CHC e CHB con una risposta virale, un aumento dei livelli delle ALT al di sopra del basale.
Nei pazienti sottoposti a terapia a lungo termine con Pegasys è necessario controllare regolarmente gli enzimi epatici e la funzionalità epatica.
Quando l’aumento dei livelli delle ALT è progressivo e clinicamente significativo, nonostante la riduzione della dose, o è accompagnato da aumento della bilirubina diretta, la terapia deve essere interrotta (vedere paragrafi 4.2 e 4.8).
Nella CHB, al contrario della CHC, esacerbazioni della malattia durante la terapia non sono rare e sono caratterizzate da transitori e potenzialmente significativi incrementi dei livelli sierici di ALT.
Negli studi clinici con Pegasys nell’epatite B, marcati picchi di transaminasi sono stati accompagnati da lievi modificazioni in altre misurazioni della funzionalità epatica e senza evidenza di scompenso epatico.
In circa la metà dei casi di incrementi maggiori di 10 volte l’ULN, la dose di Pegasys è stata ridotta o sospesa finché tali innalzamenti di transaminasi non si fossero abbassati, mentre il resto della terapia è continuato immodificato.
Un monitoraggio più frequente della funzionalità epatica è stato raccomandato in tutti i casi.
Ipersensibilità Durante la terapia con interferone alfa sono state raramente osservate reazioni di ipersensibilità acute e serie (ad es.
orticaria, angioedema, broncocostrizione, anafilassi).
In questo caso, la terapia deve essere interrotta e deve essere istituita immediatamente una terapia medica appropriata.
Episodi di rash transitori non necessitano di interruzione del trattamento.
Malattia autoimmune Durante il trattamento con interferoni alfa è stato segnalato lo sviluppo di autoanticorpi e di disturbi autoimmuni.
I pazienti predisposti allo sviluppo di disturbi autoimmuni possono essere esposti a un rischio maggiore.
I pazienti che presentano segni o sintomi compatibili con i disturbi autoimmuni devono essere valutati con cautela e deve essere rivalutato il rapporto rischio-beneficio della terapia continuata con interferone (vedere anche Sistema endocrino ai paragrafi 4.4 e 4.8).
In pazienti affetti da CHC trattati con interferone sono stati riportati casi di sindrome di Vogt-Koyanagi-Harada (VKH), ovvero un disordine infiammatorio granulomatoso che colpisce gli occhi, il sistema uditivo, le meningi e la cute.
Se si sospettata la sindrome di VKH, il trattamento antivirale deve essere sospeso e deve essere presa in considerazione la terapia steroidea (vedere paragrafo 4.8).
Febbre/infezioni Mentre la febbre può essere associata alla sindrome simil-influenzale comunemente riportata durante la terapia con interferone, altre cause di febbre persistente, in particolare infezioni gravi (di origine batterica, virale o micotica), devono essere escluse, in particolare in pazienti con neutropenia.
Infezioni gravi (batteriche, virali, fungine) e sepsi sono state descritte durante il trattamento con alfa-interferoni, tra cui Pegasys.
In questi casi deve essere iniziata immediatamente una terapia anti-infettiva appropriata e deve essere presa in considerazione la sospensione della terapia.
Disturbi oculari Con Pegasys sono stati segnalati rari casi di retinopatia, che comprendevano emorragia retinica, essudati cotonosi, papilledema, neuropatia ottica e ostruzione della vena o dell’arteria retinica, che possono portare a perdita dell’acuità visiva.
Tutti i pazienti devono essere sottoposti a visita oculistica basale.
Ogni paziente con diminuzione o perdita dell’acuità visiva deve sottoporsi ad un esame oftalmologico immediato e completo.
I pazienti con disturbi oftalmologici preesistenti (ad es.
retinopatia diabetica o ipertensiva) devono essere sottoposti ad esami oftalmologici periodici durante la terapia con Pegasys.
Il trattamento con Pegasys deve essere interrotto in pazienti che sviluppano nuovi disturbi oftalmologici o loro peggioramenti.
Disturbi polmonari Con Pegasys sono stati riportati sintomi polmonari, inclusi dispnea, infiltrati polmonari e polmonite.
In caso di persistenti o anomali infiltrati polmonari o danno della funzionalità polmonare, il trattamento deve essere interrotto.
Alterazioni della cute L’uso di interferoni alfa è stato associato a esacerbazione o scatenamento di psoriasi e sarcoidosi.
Pegasys deve essere usato con cautela in pazienti con psoriasi e nei casi di comparsa o peggioramento di lesioni psoriasiche deve essere considerata l’interruzione della terapia.
Trapianto La sicurezza e l’efficacia del trattamento con Pegasys e ribavirina non sono state determinate in pazienti sottoposti a trapianto di fegato o di altri organi.
Con Pegasys, da solo o in associazione con ribavirina, sono stati riportati casi di rigetto di trapianto epatico e renale.
Pazienti con co-infezione da HIV-HCV Fare riferimento al riassunto delle caratteristiche del prodotto dei singoli farmaci antiretrovirali che devono essere assunti contemporaneamente alla terapia HCV per la conoscenza e il trattamento delle tossicità specifiche di ciascun prodotto e per la possibilità che vi siano tossicità sovrapponibili con Pegasys con o senza ribavirina.
Nello studio NR15961, nei pazienti trattati contemporaneamente con stavudina e interferone con o senza ribavirina, l’incidenza di pancreatite e/o acidosi lattica è stata del 3% (12/398).
I pazienti coinfettati con HIV e trattati con terapia HAART presentano un aumentato rischio di sviluppare acidosi lattica.
Pertanto si deve esercitare cautela quando si aggiungono Pegasys e ribavirina alla terapia HAART (vedere l’RCP della ribavirina).
I pazienti coinfettati con un grado avanzato di cirrosi e trattati con terapia HAART presentano anche un aumentato rischio di scompenso epatico ed eventualmente morte quando trattati con ribavirina in associazione con interferoni, compreso Pegasys.
Le variabili al basale che possono essere associate a scompenso epatico in pazienti cirrotici coinfettati comprendono: aumento della bilirubina sierica, diminuzione dell’emoglobina, aumento della fosfatasi alcalina o diminuzione della conta piastrinica e trattamento con didanosina (ddI).
L’uso concomitante di ribavirina e zidovudina non è raccomandato a causa di un aumentato rischio di anemia (vedere paragrafo 4.5).
Durante il trattamento i pazienti coinfettati devono essere attentamente monitorati al fine di individuare segni e sintomi di scompenso epatico (comprensivi di ascite, encefalopatia epatica, sanguinamento da varici esofagee, sintesi epatica compromessa; ad esempio punteggio di Child Pugh uguale a 7 o superiore).
Il punteggio di Child Pugh può essere influenzato da fattori correlati al trattamento (cioè iperbilirubinemia indiretta, ipoalbuminemia) e non necessariamente attribuibile a scompenso epatico.
Il trattamento con Pegasys deve essere interrotto immediatamente nei pazienti con segni di scompenso epatico.
Nei pazienti coinfettati con HIV-HCV, sono disponibili dati limitati relativi all’efficacia e alla sicurezza in pazienti con conte CD4 inferiori a 200 cellule/mcL.
I pazienti con basse conte CD4 devono quindi essere trattati con cautela.
Disordini dentali e periodontali Disordini dentali e periodontali, che possono portare alla perdita dei denti, sono stati riportati in pazienti trattati con Pegasys e ribavirina in associazione.
Inoltre, la xerostomia può indurre un effetto dannoso sui denti e sulle membrane mucose della bocca, durante schemi terapeutici prolungati con la associazione di Pegasys e ribavirina.
I pazienti devono lavare i propri denti energicamente due volte al giorno e sottoporsi a regolari visite di controllo dentali.
Inoltre, alcuni pazienti potrebbero presentare vomito.
In tal caso, essi devono essere consigliati ad un ulteriore igiene dentale dopo il vomito.
Eccipienti Questo medicinale contiene alcol benzilico.
L’alcol benzilico può causare reazioni allergiche.
La somministrazione endovenosa di alcol benzilico è stata associata a gravi eventi avversi e morte in neonati (sindrome da respiro agonico).
Non deve essere somministrato a bambini prematuri o neonati.
Può causare reazioni tossiche e anafilattoidi nei bambini fino a 3 anni di età.
Grandi volumi devono essere usati con cautela e solo se necessario, specialmente in pazienti con insufficienza epatica o renale a causa del rischio di accumulo e tossicità (acidosi metabolica).
Questo medicinale contiene polisorbato 80.
I polisorbati possono provocare reazioni allergiche.
Questo medicinale contiene meno di 1 mmol (23 mg) di sodio per dose, cioè essenzialmente ‘senza sodio’.

Interazioni

Sono stati effettuati studi di interazione solo negli adulti.
La somministrazione di Pegasys 180 microgrammi una volta alla settimana per 4 settimane in soggetti maschi sani non ha evidenziato alcun effetto sui profili farmacocinetici di mefentoina, dapsone, debrisochina e tolbutamide; ciò suggerisce che Pegasys non ha effetti sull’attività metabolica in vivo degli isoenzimi 3A4, 2C9, 2C19 e 2D6 del citocromo P450.
Nello stesso studio, è stato osservato un aumento del 25% nell’AUC della teofillina (marker dell’attività del citocromo P450 1A2) e questo dimostra che Pegasys è un inibitore dell’attività del citocromo P450 1A2.
Le concentrazioni sieriche di teofillina devono essere monitorate e occorre prevedere un appropriato aggiustamento della dose di teofillina in pazienti che assumono contemporaneamente teofillina e Pegasys.
L’interazione tra teofillina e Pegasys è probabilmente massima dopo più di 4 settimane di terapia con Pegasys.
Pazienti monoinfetti da virus HCV e pazienti monoinfetti da virus HBV In uno studio di farmacocinetica su 24 pazienti con infezione da HCV che ricevevano in concomitanza una terapia di mantenimento con metadone (dose mediana 95 mg; range 30 mg-150 mg), il trattamento con Pegasys 180 microgrammi s.c.
una volta alla settimana per 4 settimane era associato a livelli medi di metadone che erano dal 10 al 15% più elevati rispetto al basale.
Il significato clinico di questa condizione è sconosciuto; tuttavia i pazienti devono essere monitorati per la comparsa di segni e sintomi di tossicità da metadone.
Specialmente in pazienti ad alte dosi di metadone, si deve considerare il rischio di un allungamento dell’intervallo QT.
La ribavirina, essendo dotata di un effetto inibitorio sull’inosina monofosfato deidrogenasi, può interferire con il metabolismo dell’azatioprina comportando possibilmente un accumulo di 6-metiltioinosina monofosfato (6-MTIMP), che è stato associato a mielotossicità in pazienti trattati con azatioprina.
L’utilizzo di peginterferone alfa-2a e ribavirina in associazione ad azatioprina deve essere evitato.
In casi singoli, dove il beneficio della somministrazione contemporanea di ribavirina e azatioprina supera i rischi potenziali, è raccomandato che venga effettuato uno stretto monitoraggio ematologico durante l'uso concomitante di azatioprina, per identificare i segni di mielotossicità; in questo caso il trattamento con questi medicinali deve essere interrotto (vedere paragrafo 4.4).
I risultati da sottostudi di farmacocinetica dei trial pivotal di fase III non hanno dimostrato interazioni farmacocinetiche tra Pegasys e lamivudina in pazienti affetti da HBV o tra Pegasys e ribavirina in pazienti affetti da HCV.
Uno studio clinico che ha valutato l’associazione di telbivudina 600 mg al giorno con interferone pegilato alfa-2a 180 microgrammi una volta alla settimana per via sottocutanea per il trattamento dell’HBV, indica che la combinazione è associata ad un aumentato rischio di sviluppare neuropatia periferica.
Il meccanismo alla base di questi eventi non è noto; quindi la co-somministrazione di telbivudina e altri interferoni (pegilati o standard) può anche comportare un rischio eccessivo.
Inoltre, il beneficio dell’associazione di telbivudina con interferone alfa (pegilato o standard) non è attualmente stabilito.
Pertanto, l’associazione di Pegasys con telbivudina è controindicata (vedere paragrafo 4.3).
Pazienti con coinfezione da HIV-HCV Non è stata osservata alcuna evidenza apparente di interazioni farmacologiche in 47 pazienti con coinfezione da HIV-HCV che hanno completato un sottostudio farmacocinetico della durata di 12 settimane allo scopo di esaminare l’effetto della ribavirina sulla fosforilazione intracellulare di alcuni inibitori nucleosidici della trascrittasi inversa (lamivudina e zidovudina o stavudina).
Tuttavia, dato l’elevato grado di variabilità, gli intervalli di confidenza risultavano piuttosto ampi.
L’esposizione plasmatica della ribavirina non sembrava influenzata dalla somministrazione concomitante degli inibitori nucleosidici della trascrittasi inversa (NRTI).
La somministrazione concomitante di ribavirina e didanosina non è raccomandata.
L’esposizione a didanosina o al suo metabolita attivo (dideossiadenosina 5’-trifosfato) aumenta in vitro in caso di somministrazione concomitante di ribavirina.
In seguito all’uso di ribavirina, sono stati segnalati casi di insufficienza epatica fatale e di neuropatia periferica, pancreatite ed iperlattacidemia sintomatica/acidosi lattica.
È stato riportato un peggioramento dell’anemia dovuto alla ribavirina quando la zidovudina è parte del regime utilizzato per trattare l’HIV, sebbene l’esatto meccanismo debba ancora essere chiarito.
L’uso concomitante di ribavirina e zidovudina non è raccomandato a causa di un aumentato rischio di anemia (vedere paragrafo 4.4).
Occorre prendere in considerazione la possibilità di sostituire la zidovudina in un regime di associazione alla terapia antiretrovirale se questo è già in corso.
Questo è particolarmente importante in pazienti con anamnesi di anemia indotta da zidovudina.

Effetti indesiderati

Riassunto del profilo di sicurezza Policitemia vera e trombocitemia essenziale I risultati degli studi clinici e delle analisi retrospettive in pazienti con policitemia vera e trombocitemia essenziale non hanno rivelato ulteriori effetti indesiderati rispetto a quelli osservati nei pazienti con CHB o CHC, e riportati nella Tabella 9.Gli effetti indesiderati più frequenti sono sintomi simil-influenzali, reazioni al sito di iniezione, neuropatie sensoriali periferiche, disturbi della vista, depressione di grado 1/2, leucopenia, aumento delle transaminasi epatiche ASAT, ipertensione, affaticamento, linfopenia, anemia e linfocitopenia, diarrea, nausea, cefalea, dolore muscoloscheletrico, tossicità cutanea, astenia, e sintomi gastrointestinali.
Epatite Cronica B in pazienti adulti Nelle sperimentazioni cliniche che prevedevano 48 settimane di trattamento e 24 settimane di follow-up, il profilo di sicurezza di Pegasys nella CHB è risultato simile a quello osservato nella CHC.
Fatta eccezione per la piressia, la frequenza della maggior parte delle reazioni avverse segnalate si è rivelata notevolmente inferiore nei pazienti affetti da CHB trattati con Pegasys in monoterapia rispetto ai pazienti affetti da CHC trattati con Pegasys in monoterapia (vedere Tabella 9).
Durante gli studi, l’88% dei pazienti trattati con Pegasys e il 53% di quelli appartenenti al gruppo di confronto lamivudina hanno manifestato eventi avversi, mentre il 6% e il 4% dei pazienti trattati rispettivamente con Pegasys e lamivudina hanno sviluppato eventi avversi gravi.
Il 5% dei pazienti ha abbandonato la terapia con Pegasys a causa di eventi avversi o anomalie di laboratorio, mentre meno dell’1% dei pazienti ha cessato il trattamento con lamivudina per le stesse ragioni.
Il tasso di abbandono dei pazienti con cirrosi è risultato simile a quello riscontrato nella popolazione globale in ciascun gruppo di trattamento.
Epatite cronica C in pazienti adulti La frequenza e la gravità delle reazioni avverse più comunemente segnalate con Pegasys sono simili a quelle segnalate con interferone alfa-2a (vedere Tabella 9).
Le reazioni avverse più frequentemente segnalate con Pegasys 180 microgrammi erano per la maggior parte di gravità da lieve a moderata ed erano trattabili senza dover modificare le dosi o sospendere la terapia.
Epatite cronica C in pazienti precedentemente non responsivi Nel complesso il profilo di sicurezza di Pegasys in associazione con ribavirina in pazienti precedentemente non responsivi è stato simile a quello dei pazienti mai trattati in precedenza.
In uno studio clinico condotto su pazienti non responsivi a una precedente terapia con interferone alfa-2b pegilato/ribavirina, che ha esposto i pazienti a 48 o 72 settimane di trattamento, la frequenza della sospensione del trattamento per eventi avversi o anomalie di laboratorio derivanti dal trattamento con Pegasys e ribavirina è stata rispettivamente del 6% e del 7% nel braccio di trattamento per 48 settimane e rispettivamente del 12% e 13% nel braccio di trattamento per 72 settimane.
Analogamente, per i pazienti con cirrosi o transizione a cirrosi, la frequenza della sospensione del trattamento con Pegasys e ribavirina è stata più elevata nei bracci di trattamento di 72 settimane (13% e 15%) rispetto ai bracci di trattamento di 48 settimane (6% e 6%).
I pazienti che si erano ritirati dalla precedente terapia con interferone pegilato alfa-2b/ribavirina per tossicità ematologica sono stati esclusi dallo studio.
In un altro studio clinico i pazienti non responsivi con fibrosi avanzata o cirrosi (punteggio di Ishak di 3-6) e una bassa conta piastrinica al basale (50 000 cellule/mm³) sono stati trattati per 48 settimane.
Le anomalie ematologiche evidenziate da test di laboratorio che si sono osservate nel corso delle prime 20 settimane dello studio includevano anemia (il 26% dei pazienti ha manifestato un livello dell’emoglobina <10 g/dL), neutropenia (il 30% ha manifestato un valore di CAN <750 cellule/mm³) e trombocitopenia (il 13% ha manifestato una conta piastrinica <50 000 cellule /mm³) (vedere paragrafo 4.4).
Epatite cronica C e co-infezione da HIV In pazienti con coinfezione da HIV-HCV, i profili clinici di reazione avversa riportati in seguito al trattamento con Pegasys, in monoterapia o in associazione con ribavirina, erano simili a quelli osservati in pazienti monoinfettati da HCV.
Nei pazienti affetti da HIV-HCV trattati con Pegasys in associazione con ribavirina altri effetti indesiderati sono stati riportati in ≥ 1% fino a ≤ 2% dei pazienti: iperlattacidemia/acidosi lattica, influenza, polmonite, labilità emotiva, apatia, tinnito, dolore faringolaringeo, cheilite, lipodistrofia acquisita e cromaturia.
Il trattamento con Pegasys è stato associato ad una diminuzione della conta assoluta delle cellule CD4+ nelle prime 4 settimane, non accompagnata da una riduzione della percentuale di cellule CD4+.
La diminuzione della conta delle cellule CD4+ era reversibile a seguito della riduzione della dose o della sospensione della terapia.
L’impiego di Pegasys non ha avuto alcun impatto negativo osservabile sul controllo della viremia dell’HIV sia durante la terapia che al follow-up.
Dati limitati sulla sicurezza sono disponibili per quanto riguarda i pazienti coinfettati con conta delle cellule CD4+ < 200/mcL.
Lista tabulata delle reazioni avverse La Tabella 9 riassume gli effetti indesiderati segnalati con Pegasys in monoterapia in pazienti adulti affetti da epatite cronica B o epatite cronica C e con Pegasys in associazione con ribavirina per pazienti con epatite cronica C.
Gli effetti indesiderati riportati negli studi clinici sono raggruppati in accordo alla frequenza come segue: molto comune (≥ 1/10), comune (≥ 1/100, < 1/10), non comune (≥ 1/1 000, < 1/100), raro (≥ 1/10 000, < 1/1 000), molto raro (< 1/10 000).
Per report spontanei di effetti indesiderati provenienti dall’esperienza post-marketing, la frequenza è non nota (a frequenza non può essere definita sulla base dei dati disponibili).
All’interno di ciascun raggruppamento per frequenza, le reazioni avverse sono presentate in ordine decrescente di severità.
Tabella 9: Effetti indesiderati riportati con Pegasys in monoterapia o in associazione con ribavirina negli studi clinici o nell’esperienza Post-Marketing
Classificazione per sistemi e organi Molto comune Comune Non comune Raro Molto raro Frequenza non nota
Infezioni ed infestazioni  Bronchite infezione delle vie aeree superiori, candidosi orale, herpes simplex, infezioni micotiche, virali e batteriche Polmonite, infezione cutanea Endocardite, otite esterna  Sepsi
Tumori benigni, maligni e non specificati (incl cisti e polipi)   Tumore epatico   
Patologie del sistema emolinfopoietico  Trombocitopenia, anemia, linfodenopatia  Pancitopenia Anemia aplastica Aplasia pura dei globuli rossi
Disturbi del sistema immunitario   Sarcoidosi, tiroidite Anafilassi, lupus eritematoso sistemico, artrite reumatoide Porpora trombocitopenica idiopatica o trombotica Rigetto di trapianto di fegato e rene, Malattia di Vogt-Koyanagi-Harada
Patologie endocrine  Ipotiroidismo, ipertiroidismo Diabete Chetoacidosi diabetica  
Disturbi del metabolismo e della nutrizione Anoressia  Disidratazione   
Disturbi psichiatrici Depressione*, ansia, insonnia* Aggressività, alterazione dell’umore Disturbi emozionali, nervosismo, diminuzione del desiderio sessuale Ideazione suicidaria, allucinazioni Suicidio, disturbi psicotici  Mania, disordini bipolari, ideazione omicida
Patologie del sistema nervoso Cefalea, capogiri*, riduzione della concentrazione Sincope, emicrania, diminuzione della memoria, debolezza, ipoestesia, iperestesia, parestesia, tremore, disturbi del gusto, incubi notturni, sonnolenza Neuropatia periferica Coma, convulsioni, paralisi facciale  Ischemia cerebrale
Patologie dell’occhio  Visione offuscata, dolore oculare, infiammazione oculare, xeroftalmia Emorragia retinica Neuropatia ottica, papilledema, retinopatia vascolare, retinopatia, ulcera corneale Perdita della vista Distacco sieroso della retina, neurite ottica
Patologie dell’orecchio e del labirinto  Vertigini, otalgia Perdita dell’udito   
Patologie cardiache  Tachicardia, edema periferico, palpitazioni,  Infarto del miocardio, scompenso cardiaco congestizio, cardiomiopatia angina, aritmia, fibrillazione atriale, pericardite, tachicardia sopraventricolare  
Patologie vascolari  Vampate Ipertensione emorragia cerebrale, vasculite  Ischemia periferica
Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche Dispnea, tosse Dispnea da sforzo, epistassi, nasofaringite, congestione dei seni nasali e paranasali, congestione nasale, rinite, mal di gola Sibili Polmonite interstiziale che include esito letale, embolia polmonare  Ipertensione arteriosa polmonare§
Patologie gastrointestinali Diarrea*, nausea*, dolore addominale* Vomito, dispepsia, disfagia, ulcerazioni della bocca, emorragia gengivale, glossite, stomatite, flatulenza secchezza delle fauci Emorragia gastrointestinale Ulcera peptica, pancreatite  Colite ischemica, pigmentazione della lingua
Patologie epatobiliari   Disfunzione epatica Compromissione epatica, colangite, steatosi  
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo Alopecia, dermatite, prurito, secchezza cutanea Psoriasi, orticaria, eczema, rash, aumento della sudorazione, disturbi cutanei, reazione di fotosensibilità, sudori notturni   Sindrome di Stevens-Johnson, angioedema, necrolisi epidermica tossica, eritema multiforme 
Patologie del sistema muscoloscheletrico, del tessuto connettivo Mialgia, artralgia Mal di schiena, artrite, debolezza muscolare, dolore osseo, dolore al collo, dolore muscolo-scheletrico, crampi muscolari  Miosite  Rabdomiolisi
Patologie renali e urinarie    Insufficienza renale  
Patologie dell’apparato riproduttivo e della mammella  Impotenza    
Patologie generali e condizioni relative alla sede di somministrazione Febbre, brividi*, dolore*, astenia, affaticamento, reazione al sito di iniezione*, irritabilità* Dolore toracico, malattia simil-influenzale, malessere, letargia, vampate, sete    
Esami diagnostici  Perdita di peso    
Traumatismo, intossicazioni e complicazioni procedurali    Sovradosaggio di sostanza  
* Queste reazioni avverse sono state comuni (≥ 1/100 - < 1/10) nei con CHB trattati con Pegasys in monoterapia § Definizione per classe farmacologica per i medicinali contenenti interferone, vedere di seguito ipertensione arteriosa polmonare.
Descrizione di reazioni avverse selezionate Ipertensione arteriosa polmonare Casi di ipertensione arteriosa polmonare (IAP) sono stati segnalati con i medicinali contenenti interferone alfa, in particolare nei pazienti con fattori di rischio per IAP (quali ipertensione portale, infezione da HIV, cirrosi).
Gli eventi sono stati segnalati in diversi punti di rilevazione temporale, in genere diversi mesi dopo l’inizio del trattamento con interferone alfa.
Valori di laboratorio Il trattamento con Pegasys è risultato associato con anomalie dei valori di laboratorio: aumento delle ALT, aumento della bilirubina, disturbi elettrolitici (ipopotassiemia, ipocalcemia, ipofosfatemia), iperglicemia, ipoglicemia e aumento dei trigliceridi (vedere paragrafo 4.4).
Fino al 2% dei pazienti, sia con Pegasys in monoterapia sia con trattamento di associazione con ribavirina, ha segnalato un aumento dei livelli delle ALT che ha portato a una modificazione della dose o alla sospensione del trattamento.
Il trattamento con Pegasys è risultato associato con diminuzioni dei valori ematologici (leucopenia, neutropenia, linfopenia, trombocitopenia ed emoglobina), che generalmente migliorano con la modificazione della dose, e ritornano ai valori pre-trattamento entro 4-8 settimane dal termine del trattamento (vedere paragrafi 4.2 e 4.4).
Neutropenia moderata (CAN: 0,749 - 0,5 x 109/L) e severa (CAN: < 0,5 x 109/L) è stata osservata rispettivamente nel 24% (216/887) e nel 5% (41/887) dei pazienti che hanno ricevuto Pegasys 180 microgrammi e ribavirina 1 000/1 200 milligrammi per 48 settimane.
Anticorpi anti-interferone L’1-5% dei pazienti trattati con Pegasys ha sviluppato anticorpi neutralizzanti anti-interferone.
Come con altri interferoni, si è osservata una maggiore incidenza di anticorpi neutralizzanti nella CHB Tuttavia, in nessuna delle due patologie vi è stata correlazione con una mancata risposta terapeutica.
Funzionalità tiroidea Il trattamento con Pegasys è stato associato ad anormalità clinicamente significative nei valori di funzionalità tiroidea che hanno richiesto un intervento clinico (vedere paragrafo 4.4).
La frequenza osservata (4,9%) in pazienti trattati con Pegasys e ribavirina (NV15801) è simile a quella osservata con altri interferoni.
Valori di laboratorio in pazienti con co-infezione da HIV-HCV Sebbene tossicità ematologiche quali neutropenia, trombocitopenia ed anemia si siano verificate con maggior frequenza in pazienti con HIV-HCV, la maggior parte di esse è stata trattata mediante la modificazione della dose e l’impiego di fattori della crescita e solo di rado ha richiesto la sospensione anticipata del trattamento.
La diminuzione dei livelli di CAN al di sotto di 500 cellule/mm³ è stata osservata rispettivamente nel 13% e nell’11% dei pazienti che ricevevano Pegasys in monoterapia e in terapia di associazione.
È stata osservata una diminuzione delle piastrine al di sotto di 50 000 cellule/mm³ rispettivamente nel 10% e nell’8% dei pazienti che ricevevano Pegasys in monoterapia e in terapia di associazione.
Rispettivamente nel 7% e nel 14% dei pazienti trattati con Pegasys in monoterapia o in terapia di associazione è stata segnalata anemia (emoglobina < 10 g/dL).
Popolazione pediatrica Epatite cronica B In una sperimentazione clinica (YV25718) condotta su 111 pazienti in età pediatrica tra i 3 e i 17 anni trattati con Pegasys per 48 settimane, il profilo di sicurezza è risultato comparabile a quello osservato negli adulti affetti da CHB e nei pazienti in età pediatrica affetti da CHC.
Nei pazienti trattati con Pegasys nell’ambito dello studio YV25718, tra il basale e la Settimana 48 di trattamento, le variazioni medie dello Z-score dell’altezza e del peso per età erano rispettivamente a -0,07 (n=108) e -0,21 (n=106) in confronto a -0,01 (n=47) e -0,08 (n=47) nei pazienti non trattati.
Alla Settimana 48 del trattamento con Pegasys è stata osservata rispetto alle curve di crescita di riferimento una riduzione percentile dell’altezza o del peso di oltre 15 percentili nel 6% e nel 13% dei pazienti rispettivamente per l’altezza e per il peso.
Nel gruppo non trattato, tale riduzione è stata invece registrata nel 2% e nel 9% dei pazienti rispettivamente per l’altezza e per il peso.
Nella maggior parte dei pazienti è stata osservata una ripresa della crescita post-trattamento in studi di follow-up a breve termine (81% fino a 2 anni) e a lungo termine (82% fino a 5 anni).
Epatite cronica C In uno studio clinico condotto in 114 pazienti in età pediatrica (dai 5 ai 7 anni di età) trattati con Pegasys in monoterapia o in associazione con ribavirina (vedere paragrafo 5.1), modifiche di dose si sono rese necessarie in circa un terzo dei pazienti, più comunemente per la comparsa di neutropenia e anemia.
In generale, il profilo di sicurezza osservato nei pazienti in età pediatrica era simile a quello osservato negli adulti.
Negli studi pediatrici, le reazioni avverse prevalenti nei pazienti trattati con Pegasys in associazione con ribavirina fino a 48 settimane sono stati la sindrome simil-influenzale (91%), mal di testa (64%), disturbi gastrointestinali (56%) e reazioni al sito di iniezione (45%).
Un elenco completo di reazioni avverse riportate in questo gruppo di trattamento (n=55) è fornito nella Tabella 10.
Sette pazienti che hanno ricevuto la terapia di associazione di Pegasys e ribavirina per 48 settimane hanno interrotto il trattamento per motivi di sicurezza (depressione, disturbi psichiatrici, perdita transitoria della vista, essudati retinici, iperglicemia, diabete mellito di tipo 1 e anemia).
La maggior parte delle reazioni avverse riportate nello studio sono state di severità lieve o moderata.
Reazioni avverse severe sono state riportate in 2 pazienti in trattamento nel gruppo della terapia di associazione di Pegasys e ribavirina (iperglicemia e colecistectomia).
Nei pazienti in età pediatrica è stata osservata un’inibizione della crescita (vedere paragrafo 4.4).
Dopo 48 settimane di trattamento, i pazienti in età pediatrica sottoposti a terapia di associazione a base di Pegasys e ribavirina hanno evidenziato un ritardo nell’aumento di peso e altezza rispetto al basale.
Durante il trattamento è stata registrata una riduzione dei percentili “peso per età” e “altezza per età” rispetto alla popolazione di riferimento.
Alla fine dei 2 anni di follow-up post-trattamento, la maggior parte dei pazienti è ritornata ai percentili delle curve di crescita di riferimento basali, sia per il peso che per l’altezza (il percentile del peso medio era pari al 64% al basale e al 60% 2 anni dopo il trattamento; il percentile dell’altezza media era pari al 54% al basale e al 56% 2 anni dopo il trattamento).
Alla fine del trattamento, il 43% dei pazienti ha manifestato una riduzione percentile del peso uguale o superiore a 15 percentili, mentre il 25% (13 su 53) ha presentato una riduzione percentile dell’altezza uguale o superiore a 15 percentili sulle curve di crescita di riferimento.
Due anni dopo il trattamento, il 16% (6 su 38) dei pazienti si è mantenuto al di sotto della curva del peso basale di almeno 15 percentili, mentre l’11% (4 su 38) si è mantenuto al di sotto della curva dell’altezza basale di almeno 15 percentili.
Il 55% (21 su 38) dei soggetti che hanno completato lo studio originale è stato arruolato nel follow-up a lungo termine della durata massima di 6 anni post-trattamento.
Lo studio ha dimostrato che la ripresa della crescita a 2 anni post-trattamento si è mantenuta fino a 6 anni dopo il trattamento.
Per quanto riguarda alcuni soggetti che a 2 anni post-trattamento erano al di sotto della curva dell’altezza basale di almeno 15 percentili, a 6 anni post-trattamento è stato osservato un ritorno a percentili dell’altezza sovrapponibili al basale o è stato identificato un fattore causale non correlato al trattamento.
L’entità dei dati disponibili non è sufficiente a concludere che l’inibizione della crescita causata dall’esposizione a Pegasys sia sempre reversibile.
Tabella 10: Reazioni avverse riportate tra pazienti pediatrici con infezione da HCV e assegnati a Pegasys più ribavirina nello studio NV17424
Classificazione per sistemi e organi Molto comune Comune
Infezioni ed infestazioni  Mononucleosi infettiva, faringite streptococcica, influenza, gastroenterite virale, candidiasi, gastroenterite, ascesso dentale, orzaiolo, infezione delle vie urinarie, nasofaringite
Patologie del sistema emolinfopoietico  Anemia
Disturbi del metabolismo e della nutrizione Riduzione dell’appetito Iperglicemia, diabete mellito di tipo 1
Disturbi psichiatrici Insonnia Depressione, ansia, allucinazioni, comportamento anomalo, aggressività, rabbia, disturbo da deficit di attenzione/iperattività
Patologie del sistema nervoso Mal di testa Vertigini, disturbi dell’attenzione, emicrania
Patologie dell’occhio  Cecità transitoria, essudati retinici, disturbi della vista, irritazione dell’occhio, dolore all’occhio, prurito all’occhio
Patologie dell’orecchio e del labirinto  Dolore all’orecchio
Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche  Dispnea, epistassi
Patologie gastrointestinali Disturbi gastrointestinali Dolore dell’addome superiore, stomatite, nausea, stomatite aftosa, disturbi del cavo orale
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo Rash, prurito, alopecia Gonfiore del viso, eruzioni da farmaci
Patologie del sistema muscoloscheletrico, e del tessuto connettivo Dolore muscoloscheletrico Mal di schiena, dolore alle estremità
Patologie renali e urinarie  Disuria, incontinenza, disturbi delle vie urinarie
Patologie dell’apparato riproduttivo e della mammella  Perdite vaginali
Patologie generali e condizioni relative alla sede di somministrazione Sindrome simil-influenzale, reazioni al sito d’iniezione, irritabilità, affaticamento Piressia, ematoma al sito d’iniezione, dolore
Esami diagnostici  Valutazione psichiatrica anormale
Procedure mediche e chirurgiche  Estrazione dentale colecistectomia
Circostanze sociali  Problemi educativi
Valori di laboratorio Riduzioni dei valori di emoglobina, neutrofili, piastrine o aumenti dei livelli di ALT possono richiedere una riduzione della dose o l’interruzione permanente del trattamento (vedere paragrafo 4.2).
La maggior parte della anomalie di laboratorio osservate nel corso dello studio clinico sono rientrate nei valori basali poco tempo dopo l’interruzione del trattamento.
Segnalazione delle reazioni avverse sospette La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l'autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale.
Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione riportato nell’allegato V.

Gravidanza e allattamento

Gravidanza Non vi sono o sono limitati i dati derivati dall’uso del peginterferone alfa-2a in donne in gravidanza.
Gli studi condotti su animali hanno evidenziato una tossicità riproduttiva (vedere paragrafo 5.3).
Il rischio potenziale per l’uomo non è noto.
Pegasys deve essere utilizzato durante la gravidanza solo se il possibile beneficio giustifica il rischio potenziale per il feto.
Allattamento Non è noto se metaboliti di peginterferone alfa-2a vengano escreti nel latte materno.
A causa di potenziali reazioni avverse nei neonati durante l’allattamento, l’allattamento deve essere interrotto prima dell’inizio del trattamento.
Fertilità Non ci sono dati sugli effetti di peginterferone alfa-2a sulla fertilità nelle donne.
Si è osservato un prolungamento del ciclo mestruale con peginterferone alfa-2a nelle femmine di scimmia (vedere paragrafo 5.3).
Uso con ribavirina Sono stati dimostrati significativi effetti teratogenici e/o embriocidi in tutte le specie animali esposte a ribavirina.
La terapia con ribavirina è controindicata nella donne in stato di gravidanza.
Deve essere prestata estrema cautela per evitare gravidanze nelle pazienti o nelle compagne di pazienti maschi che assumono Pegasys in associazione con ribavirina.
Le pazienti di sesso femminile in età fertile devono usare un contraccettivo efficace durante il trattamento e per 4 mesi dopo aver portato a termine il trattamento.
I pazienti di sesso maschile o le loro partner devono usare un contraccettivo efficace durante il trattamento e per 7 mesi dopo aver portato a termine il trattamento.
Fare riferimento all’RCP della ribavirina.

Conservazione

Conservare in frigorifero (2 °C - 8 °C).
Non congelare.
Tenere la siringa preriempita nell’imballaggio esterno per proteggere il medicinale dalla luce.

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Segnalazione degli effetti indesiderati
Se dovesse manifestarsi un qualsiasi effetto indesiderato, compresi quelli non elencati in questo foglio, è doveroso rivolgersi al proprio medico, ad uno specialista e/o al farmacista. La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Gli effetti indesiderati possono essere segnalati direttamente tramite il sistema nazionale di segnalazione all'indirizzo www.agenziafarmaco.it/it/responsabili. Segnalando gli effetti indesiderati si può contribuire a fornire maggiori informazioni sulla sicurezza di questo medicinale.