PANTOPRAZOLO MY 28CPR 20MG
5,92 €
Prezzo indicativo
Data ultimo aggiornamento: 14/02/2018
Adulti e adolescenti dai 12 anni di età: Trattamento sintomatico della malattia da reflusso gastroesofageo Trattamento a lungo termine e prevenzione delle recidive dell’esofagite da reflusso. Adulti: Prevenzione delle ulcere gastro-duodenali indotte da farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS) nei pazienti a rischio che necessitano di trattamento continuo con i FANS (vedere paragrafo 4.4).
Ogni compressa gastroresistente contiene 22,550 mg di pantoprazolo sodico sesquiidrato, equivalente a 20 mg di pantoprazolo. Per l’elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1.
Controindicazioni
- Ipersensibilità al principio attivo, ai benzoimidazoli sostituiti o ad uno qualsiasi degli eccipienti elencati al paragrafo 6.1.
Posologia
- Posologia Dose raccomandata Adulti e adolescenti dai 12 anni di età: Trattamento dei sintomi della malattia da reflusso gastroesofageo La dose raccomandata è una compressa gastroresistente di Pantoprazolo Mylan 20 mg al giorno.
Il sollievo dai sintomi compare solitamente entro 2-4 settimane.
Se questo non è sufficiente, il sollievo dai sintomi sarà raggiunto normalmente entro 4 settimane ulteriori di trattamento.
Una volta ottenuto il sollievo dai sintomi, è possibile controllarne la recidiva usando un regime al bisogno di una compressa da 20 mg una volta al giorno, quando si renda necessario.
Nel caso in cui non sia possibile mantenere un controllo soddisfacente dei sintomi con il trattamento al bisogno, è possibile prendere in considerazione il passaggio alla terapia a lungo termine.
Trattamento a lungo termine e prevenzione delle recidive dell’esofagite da reflusso.
Per il trattamento a lungo termine si raccomanda una dose di mantenimento di una compressa gastroresistente di Pantoprazolo Mylan 20 mg al giorno , aumentando a 40 mg di pantoprazolo al giorno in caso di recidiva.
Per questa evenienza è disponibile Pantoprazolo Mylan compresse gastroresistenti da 40 mg.
Dopo la scomparsa della recidiva è possibile ridurre nuovamente la dose a pantoprazolo 20 mg.
Adulti Prevenzione di ulcere gastroduodenali indotte da farmaci antiinfiammatori non steroidei (FANS) non selettivi in pazienti a rischio con necessità di trattamento continuo con FANS La dose orale raccomandata è una compressa gastroresistente di Pantoprazolo Mylan 20 mg al giorno.
Popolazioni speciali Popolazione pediatrica sotto i 12 anni di età Il pantoprazolo non è raccomandato per l’uso nei bambini al sotto di 12 anni di età a causa di limitati dati sulla sicurezza e l’efficacia in questa fascia di età (vedere paragrafo 5.2).
Compromissione della funzione epatica Nei pazienti con grave compromissione della funzione epatica non si deve superare la dose giornaliera di 20 mg di pantoprazolo (vedere paragrafo 4.4).
Compromissione della funzione renale Non è necessario un aggiustamento della dose in pazienti con compromissione della funzione renale (vedere paragrafo 5.2).Anziani Non è necessario un aggiustamento della dose in pazienti anziani (vedere paragrafo 5.2).
Modo di somministrazione Per uso orale.
Le compresse non devono essere né masticate né frantumate, e devono essere inghiottite intere con un po’ d’acqua prima di un pasto. Avvertenze e precauzioni
- Compromissione della funzione epatica Durante il trattamento con pantoprazolo, in particolar modo nel trattamento a lungo termine, nei pazienti con grave compromissione della funzione epatica si devono mantenere sotto regolare controllo i livelli degli enzimi epatici.
In caso di innalzamento dei livelli enzimatici epatici il trattamento deve essere sospeso (vedere paragrafo 4.2).
Co-somministrazione con FANS L’utilizzo di pantoprazolo 20 mg compresse gastroresistenti per la prevenzione delle ulcere gastroduodenali indotte da farmaci antiinfiammatori non steroidei (FANS) non selettivi deve essere limitata ai pazienti che necessitano di un trattamento continuativo con FANS e presentano un aumento del rischio di sviluppare complicazioni gastrointestinali.
L’aumento del rischio deve essere valutato conformemente ai fattori di rischio individuali, per es.
età superiore a 65 anni, anamnesi di ulcera gastrica o duodenale o sanguinamento del tratto gastrointestinale superiore.
Neoplasia gastrica La risposta sintomatica di pantoprazolo può mascherare i sintomi di neoplasie gastriche e può ritardare la diagnosi.
In presenza di un qualsiasi sintomo di allarme (es.
significativa e non intenzionale perdita di peso, vomito ricorrente, disfagia, ematemesi, anemia o melena) e quando si sospetta o è presente ulcera gastrica, deve essere escluso un tumore.
Se i sintomi persistono nonostante un trattamento adeguato devono essere presi in considerazione ulteriori esami.
Co-somministrazione con inibitori della proteasi dell’HIV Non è raccomandata la co-somministrazione di pantoprazolo con inibitori della proteasi dell’HIV, come atazanavir, per i quali l’assorbimento dipende dal pH acido intragastrico, a causa della riduzione significativa nella loro biodisponibilità (vedere paragrafo 4.5).
Influenza sull’assorbimento di vitamina B12 Pantoprazolo, come tutti i medicinali che bloccano la secrezione acida, può ridurre l’assorbimento di vitamina B12 (cianocobalamina) a causa di ipo- o acloridria.
È necessario tenerne conto nei pazienti con riduzione delle riserve organiche o fattori di rischio per una riduzione nell’assorbimento di vitamina B12 sottoposti a trattamento a lungo termine o se sono stati rilevati i rispettivi sintomi clinici.
Trattamento a lungo termine Nel trattamento a lungo termine, in particolar modo se il periodo di trattamento supera l’anno, i pazienti devono essere mantenuti sotto stretto controllo medico.
Infezioni gastrointestinali causate da batteri Il trattamento con pantoprazolo può causare un lieve aumento del rischio di infezioni gastrointestinali, causati da batteri come ad es.
Salmonella e Campylobacter o C.difficile.
Ipomagnesemia L’Ipomagnesiemia grave è stata riportata in pazienti trattati per almeno tre mesi con inibitori della pompa protonica (PPI) come il pantoprazolo, e nella maggior parte dei casi per un anno.
Possono verificarsi manifestazioni gravi di ipomagnesiemia come affaticamento, tetania, delirio, convulsioni, vertigini e aritmia ventricolare, ma è possibile che inizino insidiosamente e che siano trascurati.
Nei pazienti più colpiti, l’ipomagnesemia migliorava a seguito della somministrazione di magnesio e della sospensione dei PPI.
Per i pazienti per cui si prevede un trattamento prolungato, o che assumono inibitori della pompa protonica con digossina o altri farmaci che possono causare ipomagnesiemia (es.
diuretici), il personale sanitario deve prendere in considerazione la misurazione dei livelli di magnesio prima dell'inizio del trattamento con PPI e periodicamente durante il trattamento.
Fratture ossee Gli inibitori della pompa protonica, soprattutto se usati in dosi elevate e più lunghi periodi (> 1 anno), possono modestamente aumentare il rischio di frattura dell'anca, del polso e della colonna vertebrale, soprattutto negli anziani o in presenza di altri fattori di rischio riconosciuti.
Studi osservazionali suggeriscono che gli inibitori della pompa protonica possono aumentare il rischio complessivo di fratture del 10-40%.
Parte di questo aumento può essere dovuto ad altri fattori di rischio.
I pazienti a rischio di osteoporosi devono ricevere assistenza secondo le attuali linee guida cliniche e devono avere un adeguato apporto di vitamina D e calcio.
Lupus eritematoso cutaneo subacuto (LECS) Gli inibitori della pompa protonica sono associati a casi estremamente infrequenti di LECS.
In presenza di lesioni, soprattutto sulle parti cutanee esposte ai raggi solari, e se accompagnate da artralgia, il paziente deve rivolgersi immediatamente al medico e l’operatore sanitario deve valutare l’opportunità di interrompere il trattamento con pantoprazolo.
La comparsa di LECS in seguito a un trattamento con un inibitore della pompa protonica può accrescere il rischio di insorgenza di LECS con altri inibitori della pompa protonica.
Interferenza con esami di laboratorio Un livello aumentato di Cromogranina A (CgA) può interferire con gli esami diagnostici per tumori neuroendocrini.
Per evitare tale interferenza, il trattamento con pantoprazolo deve essere sospeso per almeno 5 giorni prima delle misurazioni della CgA (vedere paragrafo 5.1).
Se i livelli di CgA e di gastrina non sono tornati entro il range di riferimento dopo la misurazione iniziale, occorre ripetere le misurazioni 14 giorni dopo l’interruzione del trattamento con inibitore della pompa protonica.
Questo medicinale contiene meno di 1 mmol (23 mg) di sodio per compressa, cioè essenzialmente “senza sodio”. Interazioni
- Medicinali la cui farmacocinetica di assorbimento dipende dal pH A causa della profonda e duratura azione inibente della secrezione acida, il pantoprazolo può interferire con l’assorbimento di altri medicinali per i quali il pH gastrico è un importante determinante della biodisponibilità orale, per es.
alcuni azoli antifungini come ketoconazolo, itraconazolo, posaconazolo e altri medicinali come l’erlotinib.
Inibitori della proteasi dell’HIV La somministrazione concomitante di pantoprazolo non è raccomandata con gli inibitori della proteasi dell’HIV, come atazanavir, per i quali l’assorbimento dipende dal pH acido intragastrico, a causa della riduzione significativa nella loro biodisponibilità (vedere paragrafo 4.4).
Se la combinazione degli inibitori della proteasi dell’HIV con un inibitore della pompa protonica è ritenuta inevitabile, è raccomandato uno stretto monitoraggio clinico (es.
carica virale).
Non deve essere superata una dose di 20 mg di pantoprazolo al giorno.
Può essere necessario aggiustare il dosaggio degli inibitori della proteasi dell’HIV.
Anticoagulanti cumarinici (fenprocumone e warfarin) La somministrazione concomitante di pantoprazolo con warfarin o fenprocumone non ha influenzato la farmacocinetica di warfarin, di fenprocumone o del Rapporto Internazionale Normalizzato (INR).
Tuttavia, ci sono state segnalazioni di aumento del tempo di protrombina e INR nei pazienti in trattamento con PPI e warfarin o fenprocumone in concomitanza.
Incrementi dell’INR e del tempo di protrombina possono portare a sanguinamento anormale, e persino al decesso.
I pazienti trattati con pantoprazolo e warfarin o fenprocumone possono avere bisogno di essere monitorati per aumento dell’INR e del tempo di protrombina.
Metotrexato È stato osservato che l’uso concomitante di Metotrexato ad alte dosi (ad esempio 300 mg) e inibitori di pompa protonica porta ad un aumento dei livelli di metotrexato in alcuni pazienti.
Pertanto, in situazioni in cui vengono utilizzate alte dosi di metotressato, ad esempio, il cancro e la psoriasi, può essere necessario considerare la sospensione temporanea di pantoprazolo.
Altri studi di interazione Il pantoprazolo è ampiamente metabolizzato nel fegato dal sistema enzimatico citocromo P450.
La via metabolica principale è la demetilazione dal CYP2C19 e le altre vie metaboliche includono l’ossidazione dal CYP3A4.
Gli studi di interazione con medicinali metabolizzati anch’essi da queste vie, come carbamazepina, diazepam, glibenclamide, nifedipina, fenitoina e un contraccettivo orale contenente levonorgestrel ed etinilestradiolo non hanno rivelato interazioni significative.
Un’interazione di pantoprazolo con altri prodotti o composti medicinali, che vengono metabolizzati attraverso lo stesso sistema enzimatico, non può essere esclusa.
I risultati da diversi studi di interazione dimostrano che il pantoprazolo non influenza il metabolismo dei principi attivi metabolizzati dal CYP1A2 (come caffeina, teofillina), dal CYP2C9 (come piroxicam, diclofenac, naprossene), CYP2D6 (come il metoprololo), CYP2E1 (come l’etanolo) o non interferiscono con l’assorbimento di digossina associato alla glicoproteina p.
Non ci sono interazioni con gli antiacidi somministrati contemporaneamente.
Gli studi di interazione sono stati anche effettuati somministrando in concomitanza pantoprazolo con i rispettivi antibiotici (claritromicina, metronidazolo, amoxicillina).
Non sono state trovate interazioni clinicamente rilevanti.
Medicinali che inibiscono o inducono il CYP2C19: Inibitori del CYP2C19 come fluvoxamina possono aumentare l’esposizione sistemica di pantoprazolo.
Una riduzione della dose può essere considerata per i pazienti trattati a lungo termine con alte dosi di pantoprazolo, o quelli con insufficienza epatica.
Induttori enzimatici che influenzano CYP2C19 e CYP3A4 come rifampicina e erba di San Giovanni (Hypericum perforatum) possono ridurre le concentrazioni plasmatiche di PPI che sono metabolizzate attraverso tali sistemi enzimatici. Effetti indesiderati
- Ci si può attendere che circa il 5% dei pazienti manifesti reazioni allergiche al farmaco (ADR).
Le reazioni avverse più comunemente segnalate sono diarrea e mal di testa, che si verificano entrambe nell’1% dei pazienti.
La tabella riportata sotto elenca le reazioni avverse segnalate con il pantoprazolo, suddivise nelle seguenti classi di frequenza.
Molto comune (≥1/10); Comune (da ≥1/100 a <1/10) Non comune (da ≥1/1000 a <1/100) Rara (da ≥1/10.000 a <1/1000) Molto rara (< 1/10.000) Non nota (non può essere stabilita dai dati disponibili).Per tutte le reazioni avverse riportate dall’esperienza post-marketing, non è possibile stabilire una classe di frequenza e pertanto esse sono elencate come frequenza “non nota”.
Entro ogni gruppo di frequenza, gli effetti indesiderati vengono presentati in ordine decrescente di gravità.
Tabella 1: Reazioni avverse con pantoprazolo negli studi clinici e nella esperienza post-marketing
Segnalazione delle reazioni avverse sospette La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale.Frequenza / Classe di Organi e Sistemi Comune Non Comune Raro Molto raro Non nota Patologie del sistema emolinfopoietico agranulocitosi trombocitopenia, leucopenia, pancitopenia Disturbi del sistema immunitario ipersensibilità (incluse reazioni anafilattiche e shock anafilattico Disturbi del metabolismo e della nutrizione iperlipidemie e aumento dei lipidi (trigliceridi e colesterolo); alterazioni del peso iponatriemia, ipomagnesemia (vedere paragrafo 4.4), ipocalcemia associata a ipomagnesemia, ipopotassemia Disturbi psichiatrici disturbi del sonno depressione (e tutti gli aggravamenti) disorientamento (e tutti gli aggravamenti) allucinazione, confusione (specialmente in pazienti predisposti, così come l’aggravamento di questi sintomi in caso di preesistenza) Patologie del sistema nervoso cefalea, vertigini disturbi nel gusto parestesia Patologie dell'occhio disturbi della visione/visione offuscata Patologie gastrointestinali polipi della ghiandola fundica (benigni) diarrea, nausea/vomito, distensione addominale e flatulenza, costipazione, secchezza delle fauci, dolore addominale e malessere colite microscopica Patologie epatobiliari aumentati enzimi epatici (transaminasi/γ-gt) bilirubina aumentata danno epatocellulare, ittero, insufficienza epatocellulare Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo rash/esantema/ eruzione, prurito orticaria, angioedema sindrome di stevens johnson, sindrome di lyell, eritema multiforme, lupus eritematoso cutaneo subacuto (lecs) (vedere il paragrafo 4.4), fotosensibilità Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo frattura del polso, dell'anca o della colonna vertebrale (vedere paragrafo 4.4) artralgia, mialgia spasmi muscolari come conseguenza di disturbi elettrolitici Patologie renali e urinarie nefrite interstiziale (con possibile progressione ad insufficienza renale) Patologie dell'apparato riproduttivo e della mammella ginecomastia Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione astenia, fatica, malessere aumento della temperatura corporea, edema periferico
Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione all’indirizzo: https://www.aifa.gov.it/content/segnalazioni-reazioni-avverse. Gravidanza e allattamento
- Gravidanza Un moderato numero di dati sulle donne in gravidanza (tra 300 e 1000 gravidanze esposte) indica che il pantoprazolo non causa malformazioni o tossicità fetale/neonatale.
Gli studi condotti su animali hanno mostrato tossicità riproduttiva (vedere paragrafo 5.3).
A scopo precauzionale, è preferibile evitare l’uso di pantoprazolo durante la gravidanza.
Allattamento Gli studi su animali hanno mostrato escrezione del pantoprazolo nel latte materno.
Ci sono informazioni insufficienti sull’escrezione del pantoprazolo nel latte umano, ma è stata riportata escrezione nel latte umano.
Il rischio per i neonati/lattanti non può essere escluso.
Pertanto la decisione di interrompere l’allattamento o di interrompere/sospendere la terapia con pantoprazolo deve tenere in considerazione il beneficio dell’allattamento per il bimbo e il beneficio del pantoprazolo per la mamma.
Fertilità Non c’è stata evidenza di ridotta fertilità in seguito alla somministrazione di pantoprazolo negli studi sugli animali (vedere paragrafo 5.3). Conservazione
- Questo medicinale non richiede particolari condizioni di conservazione.
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La fonte dei dati utilizzati e pubblicati è Banche Dati Farmadati Italia. Farmadati Italia garantisce il massimo impegno affinché la Banca dati e gli Aggiornamenti relativi a farmaci, parafarmaci, prodotti omeopatici e principi attivi siano precisi, puntuali e costantemente aggiornati. Questo materiale è fornito solo a scopo didattico e non è inteso per consulenza medica, diagnosi o trattamento e non deve in nessun caso sostituirsi alla visita specialistica o ad un consulto medico. Farmadati Italia e SilhouetteDonna.it non si assumono responsabilità sull’utilizzo dei dati. E’ doveroso contattare il proprio medico e/o uno specialista per la prescrizione e assunzione di farmaci. L’ultimo aggiornamento dei dati e la messa online del database da parte di Silhouette Donna è stato effettuato in data 16/11/2024.
Segnalazione degli effetti indesiderati
Se dovesse manifestarsi un qualsiasi effetto indesiderato, compresi quelli non elencati in questo foglio, è doveroso rivolgersi al proprio medico, ad uno specialista e/o al farmacista. La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Gli effetti indesiderati possono essere segnalati direttamente tramite il sistema nazionale di segnalazione all'indirizzo www.agenziafarmaco.it/it/responsabili. Segnalando gli effetti indesiderati si può contribuire a fornire maggiori informazioni sulla sicurezza di questo medicinale.