PALIPERIDONE TE 28CPR 9MG RP

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Prezzo indicativo

PALIPERIDONE TE 28CPR 9MG RP

Principio attivo: PALIPERIDONE
  • ATC: N05AX13
  • Descrizione tipo ricetta: RR - RIPETIBILE 10V IN 6MESI
  • Presenza Glutine:
  • Presenza Lattosio:

Data ultimo aggiornamento: 15/05/2019

Paliperidone Teva è indicato per il trattamento della schizofrenia negli adulti e negli adolescenti a partire dai 15 anni di età. Paliperidone Teva è indicato per il trattamento del disturbo schizoaffettivo negli adulti.
3 mg: ogni compressa a rilascio prolungato contiene 3 mg di paliperidone. 6 mg: ogni compressa a rilascio prolungato contiene 6 mg di paliperidone. 9 mg: ogni compressa a rilascio prolungato contiene 9 mg di paliperidone. Eccipiente con effetti noti Ogni compressa contiene 15,7 mg di sodio. Per l’elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1.

Controindicazioni

Ipersensibilità al principio attivo, a risperidone, o ad uno qualsiasi degli eccipienti elencati al paragrafo 6.1.

Posologia

Posologia Schizofrenia (adulti) La dose raccomandata di Paliperidone Teva per il trattamento della schizofrenia negli adulti è di 6 mg in un’unica somministrazione giornaliera, da assumere la mattina.
Non è necessaria titolazione della dose iniziale.
Alcuni pazienti potrebbero trarre beneficio da dosi maggiori o minori, all’interno dell’intervallo raccomandato, compreso tra 3 mg e 12 mg, sempre da assumersi una volta al giorno.
La variazione del dosaggio, se indicata, deve essere effettuata solamente a seguito di rivalutazione clinica.
Quando sono indicati aumenti del dosaggio, si raccomanda di procedere con incrementi di 3 mg al giorno e generalmente devono avvenire ad intervalli superiori ai 5 giorni.
Disturbo schizoaffettivo (adulti) La dose raccomandata di Paliperidone Teva per il trattamento del disturbo schizoaffettivo negli adulti è di 6 mg in un’unica somministrazione giornaliera, da assumere la mattina.
Non è necessaria titolazione della dose iniziale.
Alcuni pazienti potrebbero trarre beneficio da dosi maggiori, all’interno dell’intervallo raccomandato, compreso tra 6 mg e 12 mg, sempre da assumersi una volta al giorno.
La variazione del dosaggio, se indicata, deve essere effettuata solamente a seguito di rivalutazione clinica.
Quando sono indicati aumenti del dosaggio si raccomanda di procedere con incrementi di 3 mg al giorno che generalmente devono avvenire ad intervalli superiori ai 4 giorni.
Passaggio ad altri farmaci antipsicotici Non esistono raccolte sistematiche di dati relative specificamente al passaggio di pazienti da Paliperidone Teva ad altri farmaci antipsicotici.
A causa dei differenti profili farmacodinamici e farmacocinetici dei diversi farmaci antipsicotici è necessaria la supervisione del medico quando il passaggio ad un altro antipsicotico è considerato clinicamente appropriato.
Anziani La dose raccomandata per i pazienti anziani con funzionalità renale nella norma (≥ 80 mL/min) è la stessa degli adulti in condizioni di funzionalità renale normale.
Tuttavia, poiché negli anziani la funzionalità renale può essere ridotta, può essere necessario aggiustare la dose in base al quadro di funzionalità renale del paziente (vedere sotto Compromissione renale).
Paliperidone Teva deve essere usato con cautela nei pazienti anziani affetti da demenza in presenza di fattori di rischio per ictus (vedere paragrafo 4.4).
La sicurezza e l’efficacia di Paliperidone Teva non sono state studiate nei pazienti sopra i 65 anni di età con disturbo schizoaffettivo.
Compromissione epatica Non è richiesta alcuna variazione del dosaggio nei pazienti con compromissione epatica lieve o moderata.
Poiché il paliperidone non è stato studiato in pazienti con compromissione epatica grave, si raccomanda cautela in tali pazienti.
Compromissione renale Per i pazienti con compromissione renale lieve (clearance della creatinina da ≥ 50 a < 80 mL/min), la dose iniziale raccomandata è di 3 mg una volta al giorno.
Questa dose può essere aumentata a 6 mg una volta al giorno sulla base della risposta clinica e della tollerabilità.
Per i pazienti con compromissione renale da moderata a grave (clearance della creatinina da ≥ 10 a < 50 mL/min), la dose iniziale raccomandata di paliperidone è di 3 mg a giorni alterni, dose che può essere aumentata a 3 mg al giorno a seguito di rivalutazione clinica.
Poiché il paliperidone non è stato studiato in pazienti con clearance della creatinina inferiore a 10 mL/min, non se ne raccomanda l’uso in questi pazienti.
Popolazione pediatrica Schizofrenia: la dose iniziale raccomandata di Paliperidone Teva per il trattamento della schizofrenia negli adolescenti a partire dai 15 anni di età è di 3 mg una volta al giorno, somministrata al mattino.
Adolescenti di peso < 51 kg: la dose massima giornaliera raccomandata di Paliperidone Teva è di 6 mg.
Adolescenti di peso ≥ 51 kg: la dose massima giornaliera raccomandata di Paliperidone Teva è di 12 mg.
L’aggiustamento del dosaggio, se indicato, deve avvenire solo dopo una rivalutazione clinica basata sulla necessità individuale del paziente.
Quando sono indicati aumenti del dosaggio, sono raccomandati incrementi di 3 mg/giorno e generalmente devono avvenire ad intervalli di 5 o più giorni.
Non sono state stabilite la sicurezza e l’efficacia di paliperidone nel trattamento della schizofrenia negli adolescenti di età compresa tra 12 e 14 anni.
I dati attualmente disponibili sono riportati nei paragrafi 4.8 e 5.1 ma non può essere fatta alcuna raccomandazione riguardante la posologia.
Non esiste alcuna indicazione per un uso specifico di Paliperidone Teva nei bambini di età inferiore ai 12 anni.
Disturbo schizoaffettivo: La sicurezza e l’efficacia di paliperidone nel trattamento del disturbo schizoaffettivo in pazienti di età compresa tra 12 e 17 anni non sono state studiate o stabilite.
Non esiste alcuna indicazione per un uso specifico di Paliperidone Teva nei bambini di età inferiore ai 12 anni.
Altre popolazioni speciali Non è raccomandato alcun aggiustamento della dose di Paliperidone Teva in base al sesso, all’etnia o nel caso di pazienti fumatori.
Modo di somministrazione Paliperidone Teva è destinato alla somministrazione orale.
La compressa deve essere deglutita intera con un liquido, non deve essere masticata, divisa né frantumata.
Il principio attivo è all’interno di un involucro non assorbibile studiato per rilasciarlo in modo controllato.
L’involucro e i suoi principali componenti insolubili sono eliminati dal corpo; i pazienti non devono preoccuparsi se notano occasionalmente nelle feci qualcosa di simile ad una compressa.
La somministrazione di Paliperidone Teva deve avvenire sempre nelle stesse condizioni di assunzione di cibo (vedere paragrafo 5.2).
Al paziente deve essere spiegato che Paliperidone Teva va assunto sempre a digiuno o sempre con la colazione e di non alternare l’assunzione a digiuno con quella a stomaco pieno.

Avvertenze e precauzioni

I pazienti con disturbo schizoaffettivo trattati con paliperidone devono essere monitorati attentamente per un potenziale passaggio dai sintomi maniacali a quelli depressivi.
Intervallo QT È necessaria cautela nel somministrare paliperidone ai pazienti con disturbi cardiovascolari noti o con una storia familiare di prolungamento dell’intervallo QT e in caso di uso concomitante di altri farmaci ritenuti in grado di prolungare l’intervallo QT.
Sindrome Neurolettica Maligna In associazione all’utilizzo di paliperidone, è stata riportata la Sindrome Neurolettica Maligna (SNM), caratterizzata da ipertermia, rigidità muscolare, instabilità del Sistema Nervoso Autonomo, alterazioni dello stato di coscienza e livelli sierici elevati di creatinfosfochinasi.
Ulteriori manifestazioni cliniche possono includere mioglobinuria (rabdomiolisi) e insufficienza renale acuta.
Se un paziente sviluppa segni o sintomi indicativi della SNM bisogna sospendere il trattamento con qualsiasi antipsicotico, incluso Paliperidone Teva.
Discinesia tardiva/sintomi extrapiramidali I farmaci con azione antagonista sui recettori dopaminergici sono stati associati all’induzione di discinesia tardiva caratterizzata da movimenti ritmici e involontari soprattutto della lingua e/o del viso.
Qualora si manifestassero i segni e i sintomi della discinesia tardiva, si deve considerare la sospensione di qualsiasi antipsicotico, incluso Paliperidone Teva.
Si richiede cautela nei pazienti che assumono in concomitanza sia farmaci psicostimolanti (ad es.
metilfenidato) che paliperidone, poiché i sintomi extrapiramidali possono emergere durante la regolazione di uno o entrambi i farmaci.
Si raccomanda la sospensione graduale del trattamento con stimolanti (vedere paragrafo 4.5).
Leucopenia, neutropenia e agranulocitosi Sono stati segnalati casi di leucopenia, neutropenia e agranulocitosi con l’utilizzo di antipsicotici, incluso il paliperidone.
Durante la sorveglianza post-marketing l’agranulocitosi è stata segnalata molto raramente (< 1/10.000 pazienti).
I pazienti con una storia clinicamente significativa di bassa conta di globuli bianchi (WBC) o con una leucopenia/neutropenia farmaco indotta devono essere monitorati durante i primi mesi di terapia e deve essere presa in considerazione una interruzione di paliperidone al primo segno di una diminuzione della WBC clinicamente significativa in assenza di altri fattori causali.
I pazienti con una neutropenia clinicamente significativa devono essere monitorati attentamente per febbre o altri sintomi o segni di infezione e trattati tempestivamente qualora si presentassero tali sintomi o segni.
I pazienti con grave neutropenia (conta assoluta dei neutrofili < 1 X 109/L) devono interrompere il paliperidone e la loro WBC deve essere seguita fino alla risoluzione.
Iperglicemia e diabete mellito Durante il trattamento con paliperidone sono stati segnalati iperglicemia, diabete mellito ed esacerbazione di un diabete preesistente.
In alcuni casi è stato riferito un precedente aumento di peso corporeoche può essere un fattore di predisposizione.
L’associazione con chetoacidosi è stata segnalata molto raramente e raramente con coma diabetico.
Si consiglia un appropriato monitoraggio clinico in conformità alle linee guida utilizzate per gli antipsicotici.
Pazienti trattati con qualsiasi antipsicotico atipico, compreso paliperidone, devono essere monitorati per i sintomi di iperglicemia (come polidipsia, poliuria, polifagia e debolezza) e i pazienti con diabete mellito devono essere monitorati regolarmente per valutare un peggioramento del controllo glicemico.
Aumento di peso Durante l’uso di paliperidone è stato segnalato un significativo aumento del peso corporeo.
Il peso corporeo deve essere valutato regolarmente.
Iperprolattinemia Studi in colture cellulari suggeriscono che la crescita cellulare nei tumori mammari umani può essere stimolata dalla prolattina.
Sebbene negli studi clinici ed epidemiologici non sia stata finora dimostrata una chiara associazione con la somministrazione di antipsicotici, si raccomanda cautela nei pazienti con anamnesi medica rilevante.
Paliperidone deve essere utilizzato con cautela in pazienti con possibili tumori prolattina-dipendenti.
Ipotensione ortostatica Paliperidone può indurre ipotensione ortostatica in alcuni pazienti a causa della sua azione alfa bloccante.
In base ai dati aggregati raccolti dalle 3 sperimentazioni cliniche condotte con paliperidone, controllate con placebo, della durata di 6 settimane a dosaggio fisso (3, 6, 9 e 12 mg), l’ipotensione ortostatica è stata riportata dal 2,5% dei soggetti trattati con paliperidone, contro lo 0,8% dei soggetti trattati con placebo.
Paliperidone deve essere somministrato con cautela a pazienti con malattie cardiovascolari note (ad es.
scompenso cardiaco, infarto del miocardio o ischemia miocardica, difetti della conduzione), malattia cerebrovascolare o condizioni che predispongono il paziente all’ipotensione (ad es.
disidratazione ed ipovolemia).
Crisi convulsive Il paliperidone deve essere somministrato con cautela a pazienti con anamnesi di convulsioni o altre condizioni che potrebbero abbassare la soglia convulsiva.
Potenziale ostruzione gastrointestinale Poiché la compressa di Paliperidone Teva non è deformabile e non muta sostanzialmente forma nel tratto gastrointestinale, Paliperidone Teva non deve, di norma, essere somministrato a pazienti con preesistente grave restringimento gastrointestinale (patologico o iatrogeno) o a pazienti con disfagia o con serie difficoltà nella deglutizione delle compresse.
In pazienti con restringimenti noti sono stati riportati rari casi di sintomi ostruttivi in associazione all’ingestione di farmaci in formulazioni non deformabili a rilascio controllato.
Per via della tipologia a rilascio controllato della forma farmaceutica, Paliperidone Teva deve essere usato solo da pazienti in grado di deglutire la compressa intera.
Condizioni cliniche caratterizzate da riduzione del tempo di transito gastrointestinale Le condizioni che generano una riduzione del tempo di transito gastrointestinale, ad es.
malattie associate a diarrea cronica grave, possono causare una riduzione dell’assorbimento di paliperidone.
Compromissione renale Le concentrazioni plasmatiche di paliperidone sono aumentate nei pazienti con compromissione renale e potrebbe, quindi, rendersi necessario un aggiustamento del dosaggio in alcuni pazienti (vedere paragrafi 4.2 e 5.2).
Non sono disponibili dati relativi a pazienti con clearance della creatinina inferiore a 10 mL/min.
Paliperidone non deve essere somministrato in pazienti con clearance della creatinina inferiore a 10 mL/min.
Compromissione epatica Non sono disponibili dati relativi a pazienti con compromissione epatica grave (classe C secondo la classificazione Child-Pugh).
Si raccomanda cautela in caso di somministrazione di paliperidone a tali pazienti.
Pazienti anziani con demenza Paliperidone non è stato studiato nei pazienti anziani affetti da demenza.
L’esperienza con risperidone viene considerata valida anche per paliperidone.
Mortalità globale In una meta-analisi di 17 sperimentazioni cliniche controllate, i pazienti anziani affetti da demenza trattati con altri antipsicotici atipici, inclusi risperidone, aripiprazolo, olanzapina e quetiapina, mostravano un rischio di mortalità aumentato in confronto con il placebo.
Fra quelli trattati con risperidone, la mortalità è stata del 4% rispetto al 3,1% del placebo.
Reazioni avverse cerebrovascolari In studi clinici randomizzati, controllati con placebo, condotti su pazienti con demenza trattati con alcuni antipsicotici atipici, inclusi risperidone, aripiprazolo e olanzapina, è stato osservato un rischio circa tre volte maggiore di reazioni avverse cerebrovascolari.
Non è noto il meccanismo alla base di questo aumento del rischio.
Paliperidone deve essere usato con cautela nei pazienti anziani con demenza che presentano fattori di rischio per ictus.
Morbo di Parkinson e demenza a corpi di Lewy I medici devono ponderare rischi e benefici nel prescrivere paliperidone a pazienti affetti da morbo di Parkinson o demenza a corpi di Lewy (DLB), poiché entrambi i gruppi di pazienti potrebbero essere soggetti ad un rischio maggiore di insorgenza della Sindrome Neurolettica Maligna ed essere maggiormente sensibili agli antipsicotici.
Le manifestazioni di tale maggiore sensibilità possono includere confusione, ottundimento, instabilità posturale con frequenti cadute, oltre a sintomi extra-piramidali.
Priapismo È stato riportato che i farmaci antipsicotici (compreso risperidone) con effetti di blocco α-adrenergico inducono priapismo.
Durante la sorveglianza post-marketing è stato riportato priapismo anche con paliperidone, che è il metabolita attivo di risperidone.
I pazienti devono essere informati che, qualora il priapismo non si risolva entro 3-4 ore, è opportuno rivolgersi con urgenza al medico.
Regolazione della temperatura corporea Ai farmaci antipsicotici è stata attribuita la compromissione della capacità del corpo di abbassare la temperatura corporea centrale.
Si consiglia di prestare attenzione nel prescrivere paliperidone a pazienti che potrebbero essere esposti a condizioni che possono contribuire ad un aumento della temperatura corporea, come ad es.
esercizio fisico intenso, esposizione a calore estremo, trattamento concomitante con farmaci anticolinergici, o a pazienti soggetti a disidratazione.
Tromboembolismo venoso Sono stati riportati casi di tromboembolismo venoso (TEV) con i farmaci antipsicotici.
Spesso i pazienti trattati con farmaci antipsicotici presentano fattori di rischio acquisiti per TEV; pertanto devono essere identificati tutti i possibili fattori di rischio per TEV prima e durante la terapia con paliperidone e devono essere intraprese misure preventive.
Effetto antiemetico Negli studi preclinici con paliperidone è stato osservato un effetto antiemetico.
Tale effetto, qualora si verificasse nell’uomo, potrebbe mascherare i segni e i sintomi del sovradosaggio di alcuni farmaci o di condizioni quali ostruzione intestinale, sindrome di Reye e tumore cerebrale.
Popolazione pediatrica L’effetto sedativo di paliperidone deve essere strettamente monitorato in questa popolazione.
Una modifica dell’orario di assunzione di paliperidone può migliorare l’impatto della sedazione sul paziente.
A causa dei potenziali effetti di una prolungata iperprolattinemia sulla crescita e maturazione sessuale negli adolescenti, deve essere considerata una periodica valutazione clinica dello stato endocrinologico, comprese le misure di altezza, peso, maturazione sessuale, monitoraggio del funzionamento del ciclo mestruale e di altri potenziali effetti correlati alla prolattina.
Durante il trattamento con paliperidone dovrebbe essere regolarmente condotto anche un esame per sintomi extrapiramidali ed altri disturbi del movimento.
Per le specifiche raccomandazioni posologiche nella popolazione pediatrica, vedere paragrafo 4.2.
Sindrome intraoperatoria dell’iride a bandiera La sindrome intraoperatoria dell’iride a bandiera (IFIS) è stata osservata durante chirurgia della cataratta in pazienti trattati con medicinali ad effetto antagonista sui recettori alfa-1a adrenergici, come paliperidone (vedere paragrafo 4.8).
L’IFIS può aumentare il rischio di complicazioni oculari durante e dopo l’operazione.
L’uso corrente o passato di medicinali ad effetto antagonista sui recettori alfa-1a adrenergici deve essere reso noto al chirurgo oftalmico prima dell’intervento chirurgico.
Il potenziale beneficio della sospensione della terapia alfa-1 bloccante prima dell’intervento di cataratta non è stato stabilito e deve essere valutato rispetto al rischio di interrompere la terapia antipsicotica.
Sodio Questo medicinale contiene meno di 1 mmol di sodio (23 mg) per compressa, cioè essenzialmente “senza sodio”.

Interazioni

Si raccomanda cautela nel prescrivere paliperidone in associazione a farmaci riconosciuti in grado di prolungare l’intervallo QT, come ad es.
gli antiaritmici di classe IA (ad es.
chinidina, disopiramide), e gli antiaritmici di classe III (ad es.
amiodarone, sotalolo), alcuni antistaminici, alcuni antipsicotici ed alcuni antimalarici (ad es.
meflochina).
Potenziale capacità di paliperidone di influire su altri farmaci Non si ritiene che paliperidone possa causare interazioni farmacocinetiche clinicamente significative in associazione a farmaci metabolizzati da isoenzimi del citocromo P-450.
Studi in vitro indicano che paliperidone non è un induttore dell’attività del CYP1A2.
Considerati gli effetti primari di paliperidone sul sistema nervoso centrale (vedere paragrafo 4.8), esso deve essere usato con cautela in combinazione con altri farmaci ad azione centrale, come ad es.
gli ansiolitici, la maggior parte degli antipsicotici, gli ipnotici, gli oppiacei, etc., o con l’alcool.
Il paliperidone può antagonizzare gli effetti della levodopa e di altri agenti dopaminergici.
Se tale combinazione fosse ritenuta necessaria, soprattutto nelle fasi terminali del morbo di Parkinson, si consiglia di prescrivere la dose minima efficace di ciascun trattamento.
A causa del suo potenziale di indurre ipotensione ortostatica (vedere paragrafo 4.4), si potrebbe osservare un effetto additivo quando paliperidone viene somministrato con altri agenti terapeutici che possiedono tale potenziale, ad es.
altri antipsicotici o farmaci triciclici.
Si raccomanda cautela nel caso in cui paliperidone venga somministrato in combinazione con altri farmaci ritenuti in grado di abbassare la soglia convulsiva (ad es., fenotiazine o butirrofenoni, clozapina, triciclici o SSRI, tramadolo, meflochina, etc.).
Non è stato condotto alcuno studio sull’interazione tra paliperidone e litio, tuttavia è improbabile che si verifichi una interazione farmacocinetica.
La co-somministrazione di paliperidone 12 mg una volta al giorno con compresse a rilascio prolungato di divalproex sodico (da 500 mg a 2000 mg una volta al giorno) non ha influenzato la farmacocinetica allo stato stazionario di valproato.
La co-somministrazione di paliperidone con compresse a rilascio prolungato di divalproex sodico ha aumentato l’esposizione a paliperidone (vedere sotto).
Potenziale capacità di altri farmaci di influire su paliperidone Studi in vitro indicano che il CYP2D6 e il CYP3A4 potrebbero essere minimamente coinvolti nel metabolismo di paliperidone, tuttavia non ci sono indicazioni né in vitroin vivo che tali isoenzimi svolgano un ruolo significativo nel metabolismo di paliperidone.
La somministrazione concomitante di paliperidone con paroxetina, un potente inibitore del CYP2D6, non ha mostrato effetti clinicamente significativi sulla farmacocinetica di paliperidone.
Studi in vitro hanno mostrato che paliperidone è un substrato della glicoproteina P (P-gp).
La co-somministrazione di paliperidone una volta al giorno con carbamazepina 200 mg due volte al giorno ha causato una diminuzione del 37% circa della Cmax e della AUC medie allo stato stazionario di paliperidone.
Questa diminuzione è causata, in misura sostanziale, da un aumento del 35% nella clearance renale di paliperidone, probabilmente come risultato dell’induzione della P-gp renale da parte della carbamazepina.
Una diminuzione minore della quota di principio attivo escreta immodificata nelle urine suggerisce un minimo effetto sul metabolismo mediato dal CYP o sulla biodisponibilità di paliperidone durante la co-somministrazione di carbamazepina.
Con dosi più elevate di carbamazepina potrebbero verificarsi diminuzioni più consistenti delle concentrazioni plasmatiche di paliperidone.
All’inizio di un trattamento con carbamazepina, la dose di paliperidone deve essere rivalutata e aumentata se necessario.
Viceversa, in caso di interruzione della terapia con carbamazepina, la dose di paliperidone deve essere rivalutata e diminuita se necessario.
Sono necessarie 2-3 settimane per ottenere la piena induzione e, a seguito di interruzione del trattamento con l’induttore, l’effetto diminuisce gradualmente in un simile arco di tempo.
Altri farmaci o preparati a base di piante medicinali ad azione inducente, quali ad es.
rifampicina e l’erba di San Giovanni (Hypericum perforatum), potrebbero avere effetti simili su paliperidone.
I farmaci che agiscono sul tempo di transito gastrointestinale, ad es.
la metoclopramide, potrebbero influire sull’assorbimento di paliperidone.
La co-somministrazione di una singola dose di paliperidone 12 mg con divalproex sodico compresse a rilascio prolungato (due compresse da 500 mg una volta al giorno) ha prodotto un aumento del 50% circa della Cmax e della AUC di paliperidone.
In caso di co-somministrazione di paliperidone con valproato, dopo valutazione clinica, si deve prendere in considerazione una diminuzione della dose di paliperidone.
Uso concomitante di paliperidone con risperidone Non è raccomandato l’uso concomitante di paliperidone con risperidone orale poiché paliperidone è il metabolita attivo di risperidone e la combinazione dei due potrebbe portare ad un’esposizione aggiuntiva a paliperidone.
Uso concomitante di paliperidone con farmaci psicostimolanti L’uso combinato di psicostimolanti (per esempio metilfenidato) con paliperidone può causare sintomi extrapiramidali quando si modifica uno o entrambi i trattamenti (vedere paragrafo 4.4).
Popolazione pediatrica Sono stati effettuati studi di interazione solo con gli adulti.

Effetti indesiderati

Adulti Riassunto del profilo di sicurezza Le reazioni avverse da farmaco (ADR) più frequentemente riportate nelle sperimentazioni cliniche negli adulti sono state: mal di testa, insonnia, sedazione/sonnolenza, parkinsonismo, acatisia, tachicardia, tremore, distonia, infezione delle vie respiratorie superiori, ansia, capogiro, peso aumentato, nausea, agitazione, stipsi, vomito, stanchezza, depressione, dispepsia, diarrea, bocca secca, mal di denti, dolore muscoloscheletrico, ipertensione, astenia, dolore dorsale, QT dell’elettrocardiogramma prolungato e tosse.
Le ADR che sembravano essere correlate alla dose includevano mal di testa, sedazione/sonnolenza, parkinsonismo, acatisia, tachicardia, distonia, capogiro, tremore, infezione delle vie respiratorie superiori, dispepsia e dolore muscoloscheletrico.
Negli studi del disturbo schizoaffettivo, una proporzione maggiore di soggetti nel gruppo totale trattato con paliperidone in terapia concomitante con antidepressivi o stabilizzatori dell’umore ha riportato eventi avversi rispetto ai soggetti trattati con paliperidone in monoterapia.
Tabella delle reazioni avverse Le ADR che seguono sono state tutte riportate durante le sperimentazioni cliniche e nella fase post-marketing con paliperidone per categorie di frequenza stimata dagli studi clinici negli adulti.
Si applicano i seguenti termini e frequenze: molto comune (≥ 1/10), comune (≥ 1/100, <1/10), non comune (≥ 1/1.000, < 1/100), raro (≥ 1/10.000, < 1/1.000), molto raro (< 1/10.000) e non nota (la frequenza non può essere definita sulla base dei dati disponibili).
Nell’ambito di ogni gruppo di frequenza gli effetti indesiderati vengono presentati in ordine decrescente di gravità.
Classificazione per sistemi e organi Reazioni avverse al farmaco
Frequenza
  Molto comune Comune Non comune Raro Non nota
Infezioni ed infestazioni  bronchite, infezione delle vie respiratorie superiori, sinusite, infezione delle vie urinarie, influenza polmonite, infezione delle vie respiratorie, cistite, infezione auricolare, tonsillite infezione oculare, onicomicosi, cellulite, acarodermatite 
Patologie del sistema emolinfopoietico   conta dei leucociti diminuita, trombocitopenia, anemia, ematocrito diminuito agranulocitosic, neutropenia, conta eosinofila aumentata 
Disturbi del sistema immunitario    reazione anafilattica, ipersensibilità 
Patologie endocrine   iperprolattinemiaa escrezione inappropriata di ormone antidiureticoc, glucosio urinario presente 
Disturbi del metabolismo e della nutrizione  peso aumentato, appetito aumentato, peso diminuito, appetito ridotto diabete mellitod, iperglicemia, aumento della circonferenza della vita, anoressia, trigliceridi ematici aumentati intossicazione da acqua, chetoacidosi diabeticac, ipoglicemia, polidipsia, colesterolo ematico aumentato iperinsulinemia
Disturbi psichiatrici insonniae mania, agitazione, depressione, ansia disturbo del sonno, stato confusionale, libido diminuita, anorgasmia, nervosismo, incubi catatonia, sonnambulismo, affettività appiattita 
Patologie del sistema nervoso parkinsonismob, acatisiab, sedazione/ sonnolenza, cefalea distoniab, capogiro, discinesiab, tremoreb discinesia tardiva, convulsionie, sincope, iperattività psicomotoria, capogiro posturale, alterazione dell’attenzione, disartria, disgeusia, ipoestesia, parestesia sindrome neurolettica maligna, ischemia cerebrale, non reattivo agli stimolic, perdita di coscienza, riduzione del livello di coscienzac, coma diabeticoc, disturbo dell’equilibrio, coordinazione anormale, barcollamentoc 
Patologie dell’occhio  visione offuscata fotofobia, congiuntivite, occhio secco glaucoma, disturbo del movimento ocularec, occhio roteantec, lacrimazione aumentata, iperemia oculare 
Patologie dell’orecchio e del labirinto   vertigine, tinnito, dolore auricolare  
Patologie cardiache  blocco atrioventricolare, disturbo di conduzione, QT dell’elettrocardiogramma prolungato, bradicardia, tachicardia aritmia sinusale, elettrocardiogramma anormale, palpitazioni fibrillazione atriale, sindrome da tachicardia ortostatica posturalec 
Patologie vascolari  ipotensione ortostatica, ipertensione ipotensione embolia polmonare, trombosi venosa, ischemia, rossore 
Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche  dolore faringolaringeo, tosse, congestione nasale dispnea, respiro sibilante, epistassi sindrome da apnea del sonno, iperventilazione, polmonite da aspirazione, congestione delle vie respiratorie, disfonia congestione polmonare
Patologie gastrointestinali  dolore addominale, fastidio addominale, vomito, nausea, stipsi, diarrea, dispepsia, bocca secca, mal di denti lingua tumefatta, gastroenterite, disfagia, flatulenza pancreatitec, ostruzione intestinale, ileo, incontinenza fecale, fecalomac, cheilite 
Patologie epatobiliari   transaminasi aumentate gamma-glutamiltransferasi aumentata, enzimi epatici aumentati ittero 
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo  prurito, eruzione cutanea orticaria, alopecia, eczema, acne angioedema, eruzione da farmacic, ipercheratosi, cute secca, eritema, alterazione del colore della cute, dermatite seborroica, forfora 
Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo  dolore muscoloscheletrico, dolore dorsale, artralgia creatinfosfochinasi ematica aumentata, spasmi muscolari, rigidità articolare, tumefazione articolare, debolezza muscolare, dolore al collo rabdomiolisic, postura anormalec 
Patologie renali e urinarie   incontinenza urinaria, pollachiuria, ritenzione di urina, disuria  
Condizioni di gravidanza, puerperio e perinatali    sindrome da astinenza da sostanza d’abuso neonatale (vedere paragrafo 4.6)c 
Patologie dell’apparato riproduttivo e della mammella  amenorrea disfunzione erettile, disturbo dell’eiaculazione, disturbo mestrualee, galattorrea, disfunzione sessuale, dolore mammario, fastidio mammario priapismoc, mestruazione ritardatac, ginecomastia, congestione mammaria, aumento di volume mammarioc, secrezione mammaria, secrezione vaginale 
Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione  piressia, astenia, stanchezza edema della faccia, edemae, brividi, temperatura corporea aumentata, andatura anormale, sete, dolore toracico, fastidio al torace, malessere ipotermiac, temperatura corporea diminuitac, sindrome di astinenza da sostanza d’abusoc, indurimentoc 
Traumatismo, avvelenamento e complicanze operative   caduta  
a Fare riferimento a “iperprolattinemia" di seguito.
b Fare riferimento a “disturbi extrapiramidali” di seguito.
c Non osservati negli studi clinici di paliperidone ma osservati nell’esperienza post-marketing con paliperidone.
d Negli studi clinici registrativi controllati con placebo, il diabete mellito è stato segnalato nello 0,05% dei pazienti trattati con paliperidone rispetto ad una percentuale dello 0% del gruppo placebo.
L’incidenza complessiva da tutti gli studi clinici è stata dello 0,14% in tutti i pazienti trattati con paliperidone.
e Insonnia include: insonnia iniziale, insonnia centrale; Convulsioni include: convulsioni da grande male; Edema include: edema generalizzato, edema periferico, edema plastico; Disturbo mestruale include: mestruazione irregolare, oligomenorrea.
Effetti indesiderati riportati con le formulazioni di risperidone Paliperidone è il metabolita attivo del risperidone, pertanto i profili delle reazioni avverse di questi composti (includendo entrambe le formulazioni orale ed iniettabile) sono pertinenti gli uni agli altri.
In aggiunta alle reazioni avverse sopra menzionate, le seguenti reazioni avverse sono state riportate con l’uso di prodotti a base di risperidone e possono essere attese con paliperidone.
Disturbi psichiatrici: disturbi alimentari legati al sonno.
Patologie del sistema nervoso: disturbo cerebrovascolare.Patologie dell’occhio: sindrome dell’iride a bandiera (intraoperatoria).
Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche: rantoli.
Descrizione delle reazioni avverse selezionate Sintomi extrapiramidali (EPS) Nelle sperimentazioni cliniche relative alla schizofrenia non è stata osservata alcuna differenza tra il placebo e le dosi di paliperidone da 3 e 6 mg.
Ai due dosaggi più elevati di paliperidone (9 e 12 mg) è stata osservata una dipendenza degli EPS dalla dose.
Negli studi relativi al disturbo schizoaffettivo è stata osservata una maggiore percentuale di incidenza di EPS rispetto al placebo in tutti i gruppi senza una chiara relazione con la dose.
Gli EPS includevano un’analisi aggregata dei seguenti termini: Parkinsonismo (inclusa ipersecrezione salivare, rigidità muscoloscheletrica, parkinsonismo, perdita di saliva, rigidità a ruota dentata, bradicinesia, ipocinesia, faccia inespressiva, tensione muscolare, acinesia, rigidità nucale, rigidità muscolare, andatura parkinsoniana e riflesso glabellare anormale e tremore parkinsoniano a riposo), acatisia (include acatisia, irrequietezza, ipercinesia e sindrome delle gambe senza riposo), discinesia (discinesia, contrazioni muscolari, coreoatetosi, atetosi e mioclonia), distonia (include distonia, ipertonia, torcicollo, contrazioni muscolari involontarie, contrattura muscolare, blefarospasmo, oculogiro, paralisi della lingua, spasmo facciale, laringospasmo, miotonia, opistotono, spasmo orofaringeo, pleurototono, spasmi linguali e trisma) e tremore.
Notare che è incluso uno spettro più ampio di sintomi che non hanno necessariamente origine extrapiramidale.
Aumento di peso Nelle sperimentazioni cliniche relative alla schizofrenia sono state confrontate le percentuali di soggetti che hanno presentato un aumento di peso corporeo ≥ 7%.
L’incidenza dell’aumento di peso è risultata simile nei soggetti trattati con paliperidone alle dosi di 3 mg e 6 mg e quelli trattati con placebo, mentre è stata rilevata una maggiore incidenza di aumento di peso nei soggetti trattati con paliperidone alle dosi di 9 mg e 12 mg rispetto a placebo.
Nelle sperimentazioni cliniche relative al disturbo schizoaffettivo, si è avuto un aumento del peso corporeo ≥ 7% in una percentuale più elevata di soggetti trattati con paliperidone (5%) rispetto ai soggetti trattati con placebo (1%).
Nello studio che esaminava due gruppi di dosaggio (vedere il paragrafo 5.1), l’aumento del peso corporeo ≥ 7% era pari al 3% nel gruppo di dose più bassa (3-6 mg), al 7% nel gruppo di dose più elevata (9-12 mg) e all’1% nel gruppo placebo.
Iperprolattinemia Nelle sperimentazioni cliniche relative alla schizofrenia sono stati osservati con paliperidone aumenti di prolattina sierica nel 67% dei soggetti.
Reazioni avverse che possono suggerire un aumento dei livelli di prolattina (ad es.
amenorrea, galattorrea, disturbi mestruali, ginecomastia) sono state riscontrate complessivamente nel 2% dei soggetti.
Gli aumenti medi massimi delle concentrazioni della prolattina sierica sono stati generalmente osservati al 15° giorno di trattamento, ma sono rimasti al di sopra dei livelli basali alla fine dello studio.
Effetti di classe Con la somministrazione di antipsicotici, possono manifestarsi prolungamento dell’intervallo QT, aritmia ventricolare (fibrillazione ventricolare, tachicardia ventricolare), morte improvvisa inspiegabile, arresto cardiaco e torsioni di punta.
Sono stati riportati con farmaci antipsicotici casi di tromboembolismo venoso, inclusi casi di embolia polmonare e casi di trombosi venosa profonda- Frequenza non nota.
Paliperidone è il metabolita attivo di risperidone.
Il profilo di sicurezza di risperidone può essere pertinente.
Anziani In uno studio effettuato in pazienti anziani affetti da schizofrenia, il profilo di sicurezza risultava simile a quello riscontrato in soggetti non anziani.
Paliperidone non è stato studiato nei pazienti anziani affetti da demenza.
Negli studi clinici condotti con alcuni altri antipsicotici atipici, è stato riportato un aumento del rischio di decesso e di accidenti cerebrovascolari (vedere paragrafo 4.4).
Popolazione pediatrica Riassunto del profilo di sicurezza In uno studio a breve termine e in due studi a lungo termine con paliperidone compresse a rilascio prolungato condotti in adolescenti dai 12 anni di età con schizofrenia, il profilo di sicurezza complessivo è risultato simile a quello osservato negli adulti.
Nella popolazione aggregata di adolescenti (12 anni e oltre, N = 545) con schizofrenia esposti a paliperidone, la frequenza e il tipo di effetti indesiderati erano simili a quelli degli adulti, ad eccezione delle seguenti reazioni avverse che sono state segnalate più frequentemente in adolescenti trattati con paliperidone rispetto agli adulti trattati con paliperidone (e più frequentemente rispetto al placebo): sedazione/sonnolenza, parkinsonismo, peso aumentato, infezione delle vie respiratorie superiori, acatisia e tremore sono stati riportati molto comunemente (≥ 1/10) negli adolescenti; dolore addominale, galattorrea, ginecomastia, acne, disartria, gastroenterite, epistassi, infezione auricolare, trigliceridi ematici aumentati e vertigini sono state riportate comunemente (≥ 1/100, < 1/10) negli adolescenti.
Sintomi extrapiramidali (EPS) In uno studio a breve termine, controllato verso placebo, a dose fissa condotto negli adolescenti, l’incidenza di sintomi extrapiramidali è stata superiore rispetto al placebo per tutte le dosi di paliperidone, con un aumento della frequenza di sintomi extrapiramidali alle dosi più elevate.
In tutti gli studi su adolescenti, i sintomi extrapiramidali erano più comuni negli adolescenti rispetto agli adulti per ogni dose di paliperidone.
Aumento di peso In uno studio a breve termine, controllato verso placebo, a dose fissa condotto negli adolescenti, una più alta percentuale di soggetti trattati con paliperidone (6-19% a seconda della dose) ha avuto un aumento del peso corporeo ≥ 7% rispetto ai soggetti trattati con placebo (2%).
Non c'era alcuna chiara relazione con la dose.
In uno studio a lungo termine di 2 anni, i soggetti che sono stati esposti a paliperidone, durante gli studi sia in doppio cieco sia in aperto, hanno riportato un aumento di peso modesto (4,9 kg).
Negli adolescenti, l’aumento di peso dovrebbe essere valutato rispetto a quello atteso con la normale crescita.
Prolattina In uno studio in aperto con paliperidone della durata fino a due anni condotto in adolescenti affetti da schizofrenia, l’incidenza di elevati livelli di prolattina sierica si è verificata nel 48% delle femmine e nel 60% dei maschi.
Reazioni avverse che possono suggerire un aumento dei livelli di prolattina (ad es.
amenorrea, galattorrea, disturbi mestruali, ginecomastia) sono state riscontrate complessivamente nel 9,3% dei soggetti.
Segnalazione delle reazioni avverse sospette La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale.
Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione all’indirizzo https://www.aifa.gov.it/content/segnalazioni-reazioni-avverse.

Gravidanza e allattamento

Gravidanza Non esistono dati adeguati in merito all’uso di paliperidone durante la gravidanza.
In studi condotti sugli animali, paliperidone non si è dimostrato teratogeno, ma sono stati osservati altri tipi di tossicità riproduttiva (vedere paragrafo 5.3).
I neonati esposti agli antipsicotici (incluso paliperidone) durante il terzo trimestre di gravidanza sono a rischio di reazioni avverse che includono sintomi extrapiramidali e/o da astinenza che potrebbero variare in gravità e durata in seguito al parto.
Si sono verificate segnalazioni di irrequietezza, ipertonia, ipotonia, tremore, sonnolenza, difficoltà respiratoria, o disturbi dell’alimentazione.
Di conseguenza, i neonati devono essere monitorati attentamente.
Il paliperidone non deve essere assunto in gravidanza se non in caso di assoluta necessità.
Se fosse necessario interrompere il trattamento durante la gravidanza, l’interruzione non deve essere improvvisa.
Allattamento Paliperidone viene escreto nel latte materno in misura tale che in caso di somministrazione di dosi terapeutiche a donne in allattamento sono probabili effetti sul neonato allattato al seno.
Il paliperidone non va utilizzato durante il periodo di allattamento al seno.
Fertilità Non sono stati osservati effetti rilevanti durante gli studi non-clinici.

Conservazione

Conservare nella confezione originale per proteggere il medicinale dall’umidità.
Questo medicinale non richiede alcuna temperatura particolare di conservazione.

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Segnalazione degli effetti indesiderati
Se dovesse manifestarsi un qualsiasi effetto indesiderato, compresi quelli non elencati in questo foglio, è doveroso rivolgersi al proprio medico, ad uno specialista e/o al farmacista. La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Gli effetti indesiderati possono essere segnalati direttamente tramite il sistema nazionale di segnalazione all'indirizzo www.agenziafarmaco.it/it/responsabili. Segnalando gli effetti indesiderati si può contribuire a fornire maggiori informazioni sulla sicurezza di questo medicinale.