OXALIPLATINO AURO EV 1FL 200MG
570,12 €
Prezzo indicativo
Data ultimo aggiornamento: 01/08/2023
Oxaliplatino in associazione con 5-fluorouracile (5-FU) e acido folinico (AF) è indicato per: • Trattamento adiuvante del cancro al colon di stadio III (C di Duke) dopo resezione completa del tumore primario. • Trattamento del cancro colorettale metastatico.
1 ml di concentrato per soluzione per infusione contiene 5 mg di oxaliplatino. 1 flaconcino da 10 ml di concentrato per soluzione per infusione contiene 50 mg di oxaliplatino. 1 flaconcino da 20 ml di concentrato per soluzione per infusione contiene 100 mg di oxaliplatino. 1 flaconcino da 40 ml di concentrato per soluzione per infusione contiene 200 mg di oxaliplatino. Per l’elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1.
Controindicazioni
- Oxaliplatino è controindicato nei pazienti che: - presentano precedenti noti di ipersensibilità al principio attivo; - stanno allattando con latte materno; - presentano mielosoppressione antecedente all’inizio del primo ciclo, come evidenziato in condizioni di conta basale da neutrofili < 2x109/l e/o conta piastrinica < 100x109/l; - soffrono di una neuropatia sensoriale periferica con alterazione funzionale antecedente al primo ciclo; - hanno una funzionalità renale gravemente compromessa (clearance della creatinina inferiore a 30 ml/min) (vedere paragrafo 5.2).
Posologia
- Posologia USO RISERVATO AGLI ADULTI.
La dose di oxaliplatino raccomandata per la terapia adiuvante è 85 mg/m², per infusione endovenosa ripetuta ogni 2 settimane per 12 cicli (6 mesi).
La dose di oxaliplatino raccomandata nel trattamento del cancro colorettale metastatico è 85 mg/m² per infusione endovenosa ripetuta ogni 2 settimane, fino a progressione della malattia o tossicità non accettabile.
La dose deve essere modificata in funzione della tollerabilità (vedere paragrafo 4.4).
La somministrazione di oxaliplatino deve sempre precedere quella delle fluoropirimidine - cioè il 5-fluorouracile.Oxaliplatino deve essere somministrato in infusione endovenosa della durata di 2-6 ore, in 250-500 ml di una soluzione glucosata al 5% in modo da ottenere una concentrazione tra 0,2 mg/ml e 0,70 mg/ml; 0,70 mg/ml è la concentrazione più elevata nella pratica clinica per una dose di oxaliplatino di 85 mg/m².
Oxaliplatino è stato utilizzato in prevalenza in associazione ad un’infusione continua di 5- fluorouracile.
Per il trattamento ogni due settimane, sono stati usati schemi di trattamento di 5- fluorouracile che hanno associato bolo e infusione continua.
Popolazioni speciali Compromissione renale: Oxaliplatino non deve essere somministrato a pazienti con grave alterazione della funzionalità renale (vedere paragrafi 4.3 e 5.2).
Nei pazienti con alterazione della funzionalità renale da lieve a moderata, la dose raccomandata di oxaliplatino è di 85 mg/m² (vedere paragrafi 4.4 e 5.2).
Insufficienza epatica: In uno studio di fase I che comprendeva pazienti con diversi gradi di insufficienza epatica, la frequenza e la gravità dei disturbi epatobiliari sembravano essere correlate alla progressione della malattia e ai test di funzionalità epatica alterati al basale.
Durante lo sviluppo clinico, non è stato fatto alcun aggiustamento specifico della dose per i pazienti con parametri della funzionalità epatica alterati.
Pazienti anziani: Non si è osservato alcun aumento di grave tossicità quando oxaliplatino è stato usato, da solo o in associazione a 5-fluorouracile, nei pazienti con più di 65 anni di età.
Di conseguenza non è richiesto un adattamento specifico della dose per i pazienti anziani.
Pazienti in età pediatrica: Non ci sono dati rilevanti relativi all’uso di oxaliplatino nei bambini.
L’attività di oxaliplatino in monoterapia non è stata determinata nei pazienti in età pediatrica affetti da tumori solidi (vedere paragrafo 5.1).
Modo di somministrazione Oxaliplatino deve essere somministrato per infusione endovenosa.La somministrazione di oxaliplatino non richiede iperidratazione.
Oxaliplatino, diluito in 250-500 ml di soluzione glucosata al 5% in modo da ottenere una concentrazione non inferiore a 0,2 mg/ml, deve essere infuso tramite una linea venosa centrale o una vena periferica in un tempo di 2-6 ore.
L’infusione di oxaliplatino deve sempre precedere la somministrazione di 5-fluorouracile.
In caso di travaso, la somministrazione deve essere interrotta immediatamente.
Istruzioni per l’uso: Oxaliplatino deve essere diluito prima dell’uso.
Per diluire il concentrato per soluzione per infusione si deve utilizzare solo soluzione glucosata al 5% (vedere paragrafo 6.6). Avvertenze e precauzioni
- Oxaliplatino deve essere utilizzato esclusivamente dai reparti specializzati di oncologia e deve essere somministrato sotto la supervisione di un medico oncologo qualificato.
Compromissione renale I pazienti con compromissione della funzionalità renale da lieve a moderata devono essere monitorati attentamente per reazioni avverse e il dosaggio deve essere modificato in base alla tossicità (vedere paragrafo 5.2).
Reazioni di ipersensibilità Un monitoraggio particolarmente attento deve essere garantito per i pazienti con anamnesi di manifestazioni allergiche ad altri prodotti contenenti platino.
In caso di comparsa di manifestazioni anafilattiche, l’infusione deve essere immediatamente interrotta e deve essere iniziato un trattamento sintomatico appropriato.
In questi pazienti una nuova somministrazione di oxaliplatino è controindicata.
Sono state riportate reazioni crociate, talvolta fatali, con tutti i composti del platino.
In caso di travaso di oxaliplatino, l’infusione deve essere interrotta immediatamente e si deve iniziare un trattamento sintomatico locale.
Sintomi neurologici Oxaliplatino deve essere utilizzato esclusivamente dai reparti specializzati di oncologia e deve essere somministrato sotto la supervisione di un medico oncologo qualificato.
La tossicità neurologica di oxaliplatino deve essere monitorata attentamente, in particolare nel caso di associazione con altri medicinali che presentano una tossicità neurologica particolare.
Un esame neurologico deve essere effettuato prima di ogni somministrazione e periodicamente in seguito.
Nei pazienti che presentano delle disestesie laringofaringee acute (vedere paragrafo 4.8), durante o nelle ore che seguono l’infusione di due ore, la successiva infusione di oxaliplatino deve essere effettuata in sei ore.
Neuropatia periferica In caso di comparsa di sintomi neurologici (parestesie, disestesie), la dose di oxaliplatino deve essere aggiustata in funzione della durata e della gravità di questi sintomi, con le seguenti raccomandazioni: - nel caso in cui i sintomi durino più di 7 giorni e siano dolorosi, la dose di oxaliplatino per il trattamento seguente deve essere ridotta da 85 a 65 mg/m² (nel metastatico) o 75 mg/m² (nella terapia adiuvante); - se le parestesie, senza disturbo funzionale, persistono fino all’inizio del ciclo seguente, la dose di oxaliplatino successiva deve essere ridotta da 85 a 65 mg/m² (nel metastatico) o 75 mg/m² (nella terapia adiuvante); - nel caso in cui le parestesie con disturbo funzionale persistano fino all’inizio del ciclo seguente, il trattamento deve essere interrotto; - nel caso in cui si constati un miglioramento dei sintomi dopo l’interruzione del trattamento con oxaliplatino, la ripresa della terapia può essere considerata.
Si devono informare i pazienti della possibilità di sintomi persistenti di neuropatia sensoriale periferica dopo la fine del trattamento.
Parestesie moderate localizzate o parestesie che possono interferire con le attività funzionali possono persistere fino a 3 anni dopo la fine del trattamento adiuvante. Leucoencefalopatia Posteriore Reversibile (RPLS) Sono stati riportati casi di Sindrome Leucoencefalopatica Posteriore Reversibile (RPLS, nota anche come PRES, Sindrome Encefalopatica Posteriore Reversibile) nei pazienti trattati con chemioterapia di associazione con oxaliplatino.
La RPLS è una condizione neurologica rara, reversibile a rapida evoluzione che può manifestare convulsioni, ipertensione, cefalea, stato confusionale, cecità e altre alterazioni visive e neurologiche (vedere paragrafo 4.8).
La diagnosi di RPLS è basata su conferma da diagnostica cerebrale per immagini, preferibilmente MRI (risonanza magnetica).
Nausea, vomito, diarrea, disidratazione e alterazioni ematologiche Le manifestazioni di tossicità gastrointestinale, quali nausea e vomito, giustificano un trattamento antiemetico profilattico e/o terapeutico (vedere paragrafo 4.8).
Diarrea/vomito gravi possono causare disidratazione, ileo paralitico, ostruzione intestinale, ipokaliemia, acidosi metabolica e insufficienza renale, in particolare in caso di somministrazione concomitante di oxaliplatino e 5-fluorouracile.
Durante il trattamento con oxaliplatino sono stati riportati casi di ischemia intestinale, inclusi esiti fatali.
In caso di ischemia intestinale, il trattamento con oxaliplatino deve essere interrotto e misure opportune devono essere messe in atto (vedere paragrafo 4.8).
In caso di tossicità di tipo ematologico (neutrofili < 1,5x109/l o piastrine < 50x109/l), deve essere ritardato il ciclo seguente di terapia fino al ritorno dei valori ematologici a valori accettabili.
Deve essere effettuata una completa conta del sangue con formula leucocitaria prima di iniziare il trattamento con oxaliplatino e prima di ogni nuovo ciclo.
Gli effetti mielosoppressivi possono essere additivi a quelli di una concomitante chemioterapia.
I pazienti con una grave e persistente mielosoppressione sono ad alto rischio di complicanze infettive.
Sepsi, sepsi neutropenica e shock settico sono stati osservati in pazienti trattati con oxaliplatino, inclusi esiti fatali (vedere paragrafo 4.8).
Se uno di questi eventi si verifica, oxaliplatino deve essere interrotto.
I pazienti devono essere informati in modo adeguato riguardo il rischio di diarrea/vomito, mucosite/stomatite e neutropenia dopo somministrazione di oxaliplatino/5-fluorouracile in modo da poter contattare con urgenza il medico che li ha in cura, per un adeguato trattamento.
Se si presenta mucosite/stomatite con o senza neutropenia, il trattamento seguente deve essere rimandato fino a che la mucosite/stomatite è di grado 1 o inferiore e/o fino a che la conta dei neutrofili è ≥ 1,5x109/l.
Per oxaliplatino somministrato in associazione a 5-fluorouracile (con o senza acido folinico), bisogna comunque effettuare l’usuale aggiustamento di dose per il 5-fluorouracile in relazione alla tossicità di quest’ultimo.
In caso di comparsa di diarrea di grado 4, di neutropenia di grado 3 o 4 (neutrofili < 1,0x109/l), neutropenia febbrile (febbre di origine sconosciuta senza un’infezione documentata clinicamente o microbiologicamente con una conta assoluta dei neutrofili < 1,0x109/l, una temperatura superiore ai 38,3°C in una singola misurazione o una temperatura confermata superiore ai 38°C per più di un’ora), o di trombocitopenia di grado 3 o 4 (piastrine < 50x109/l), bisogna ridurre da 85 a 65 mg/m² (nel metastatico) o 75 mg/m² (nella terapia adiuvante) la dose di oxaliplatino e in aggiunta adattare quella di 5-fluorouracile.
Reazioni polmonari In caso di sintomi respiratori inspiegati, quali tosse non produttiva, dispnea, crepitii o infiltrati polmonari radiologici, si deve interrompere il trattamento con oxaliplatino, fino a quando ulteriori indagini polmonari escludano una malattia polmonare interstiziale (vedere paragrafo 4.8).
Patologie del sangue La sindrome emolitica-uremica (SEU) è un effetto indesiderato che può causare la morte (frequenza non nota).
Il trattamento con oxaliplatino deve essere interrotto ai primi segni di anemia emolitica microangiopatica, come una rapida diminuzione dell’emoglobina in concomitanza a trombocitopenia, innalzamento della bilirubina sierica, della creatinina sierica, dell’urea del sangue, o della LDH.
L’insufficienza renale può non essere reversibile con la sospensione della terapia e può essere necessaria la dialisi.
In associazione al trattamento con oxaliplatino è stata riportata coagulazione intravascolare disseminata (DIC), inclusi esiti fatali.
Nel caso in cui la DIC sia stata diagnosticata, il trattamento con oxaliplatino deve essere interrotto, e deve essere somministrato un adeguato trattamento (vedere paragrafo 4.8).
Prolungamento QT Il prolungamento QT può indurre un aumentato rischio di sviluppare aritmie ventricolari, comprese le torsioni di punta, che possono essere fatali (vedere paragrafo 4.8).
L’intervallo QT deve essere attentamente monitorato su base regolare prima e dopo la somministrazione di oxaliplatino.
Si deve prestare cautela in pazienti con storia o predisposizione per il prolungamento del QT, in quei pazienti che stanno assumendo medicinali noti per prolungare l’intervallo QT, e in quelli con alterazioni elettrolitiche come ipokaliemia, ipocalcemia o ipomagnesiemia.
In caso di prolungamento del QT, il trattamento con oxaliplatino deve essere interrotto (vedere paragrafo 4.5 e 4.8).
Rabdomiolisi È stata riportata rabdomiolisi, inclusi esiti fatali, in pazienti trattati con oxaliplatino.
In caso di dolore muscolare e gonfiore, in associazione a debolezza, febbre o urine scure, il trattamento con oxaliplatino deve essere interrotto.
Se viene confermata la diagnosi di rabdomiolisi, devono essere messe in atto misure opportune.
Si raccomanda cautela se medicinali associati a rabdomiolisi sono somministrati in concomitanza con l’oxaliplatino (vedere paragrafi 4.5 e 4.8).
Ulcera gastrointestinale/ulcera gastrointestinale con emorragia e con perforazione Il trattamento con oxaliplatino può causare ulcera gastrointestinale e potenziali complicanze, come emorragia e perforazione gastrointestinali, che possono essere fatali.
In caso di ulcera gastrointestinale il trattamento con oxaliplatino deve essere sospeso e devono essere messe in atto opportune misure (vedere paragrafo 4.8).
Reazioni epatiche In caso di alterazione dei test di funzionalità epatica o di ipertensione portale, che non deriva ovviamente da metastasi epatiche, si deve pensare a casi molto rari di alterazioni vascolari epatiche indotte dal farmaco.
Effetti immunosoppressori/aumentata suscettibilità alle infezioni La somministrazione di vaccini vivi o vivi attenuati in pazienti immunocompromessi da agenti chemioterapici può causare infezioni gravi o fatali.
La vaccinazione con un vaccino vivo deve essere evitata nei pazienti che assumono oxaliplatino.
Possono essere somministrati vaccini uccisi o inattivati; tuttavia, la risposta a tali vaccini potrebbe essere ridotta.
Gravidanza Per l’uso in donne in gravidanza vedere paragrafo 4.6.
Fertilità Negli studi preclinici con oxaliplatino sono stati osservati effetti genotossici.
Quindi si devono informare i pazienti maschi trattati con oxaliplatino di non concepire un figlio durante il trattamento e fino a sei mesi dopo la fine del trattamento e di chiedere un parere riguardo alla conservazione di liquido seminale prima del trattamento poiché oxaliplatino può portare a sterilità che può essere irreversibile.
Le donne devono evitare la gravidanza durante il trattamento con oxaliplatino e devono usare un efficace metodo contraccettivo (vedere paragrafo 4.6).
Quando oxaliplatino è somministrato per via intraperitoneale (via di somministrazione off label), può verificarsi emorragia peritoneale. Interazioni
- Non si è osservata modifica del livello di esposizione al 5-fluorouracile nei pazienti che hanno ricevuto un’unica dose di 85 mg/m² di oxaliplatino immediatamente prima della somministrazione di 5-fluorouracile.
In vitro non si è osservato alcuno spiazzamento significativo del legame di oxaliplatino alle proteine plasmatiche con i seguenti farmaci: eritromicina, salicilati, granisetron, paclitaxel e sodio valproato.
Si raccomanda cautela quando il trattamento con oxaliplatino viene somministrato in concomitanza con altri medicinali noti per causare il prolungamento dell’intervallo QT.
In caso di associazione con questi medicinali, l’intervallo QT deve essere attentamente monitorato (vedere paragrafo 4.4).
Si raccomanda cautela quando il trattamento con oxaliplatino è somministrato in concomitanza con altri medicinali noti per essere associati a rabdomiolisi (vedere paragrafo 4.4).
La vaccinazione con vaccini vivi o vivi attenuati deve essere evitata nei pazienti che ricevono oxaliplatino (vedere paragrafo 4.4). Effetti indesiderati
- Sintesi del profilo di sicurezza Gli eventi avversi più frequenti di oxaliplatino in associazione a 5-fluorouracile/acido folinico (5-FU/AF) sono stati di tipo gastrointestinale (diarrea, nausea, vomito e mucositi), ematologico (neutropenia, trombocitopenia) e neurologico (neuropatia sensoriale periferica acuta e da accumulo).
In generale questi eventi avversi sono stati più frequenti e gravi con oxaliplatino in associazione a 5-FU/AF che con i soli 5-FU/AF.
Tabella delle reazioni avverse Le frequenze segnalate nella tabella sottostante derivano da studi clinici effettuati nel metastatico e nella terapia adiuvante (che comprendevano rispettivamente 416 e 1.108 pazienti nel gruppo di trattamento oxaliplatino più 5-FU/AF) e dall’esperienza post-marketing.
In questa tabella le frequenze sono definite utilizzando la seguente convenzione: molto comune (≥1/10), comune (≥1/100, <1/10), non comune (≥1/1.000, <1/100), raro (≥1/10.000, <1/1.000), molto raro (<1/10.000), non nota (la frequenza non può essere definita sulla base dei dati disponibili).
Ulteriori dettagli sono forniti dopo la tabella.
* Vedere la sezione dettagliata sotto.Classificazione per sistemi e organi secondo MedDRA Molto comune Comune Non comune Raro Infezioni e infestazioni* Infezioni Rinite Infezioni del tratto respiratorio superiore Sepsi neutropenica+ Sepsi+ Patologie del sistema emolinfopoietico* Anemia Neutropenia Trombocitopenia Leucopenia Linfopenia Neutropenia febbrile Trombocitopenia immunoallergica Anemia emolitica Disturbi del sistema immunitario Allergia/reazione allergica++ Disturbi del metabolismo e della nutrizione Anoressia Iperglicemia Ipokaliemia Ipernatriemia Disidratazione Ipocalcemia Acidosi metabolica Disturbi psichiatrici Depressione Insonnia Nervosismo Patologie del sistema nervoso* Neuropatia sensoriale periferica Disturbi sensoriali Disgeusia Cefalea Capogiri Nevrite motoria Meningismo Disartria Sindrome leucoencefalopatica posteriore reversibile (RPLS o PRES) (vedere paragrafo 4.4) Patologie dell’occhio Congiuntivite Disturbi visivi Riduzione transitoria dell’acuità visiva Difetti al campo visivo Neurite ottica Perdita transitoria della visione, reversibile dopo sospensione della terapia Patologie dell’orecchio e del labirinto Ototossicità Sordità Patologie vascolari Emorragia Vampate Trombosi venosa profonda Ipertensione Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche Dispnea Tosse Epistassi Singhiozzi Embolia polmonare Malattia interstiziale al polmone, talvolta fatale Fibrosi polmonare** Patologie gastrointestinali* Nausea Diarrea Vomito Stomatite/mucosite Dolore addominale Stipsi Dispepsia Reflusso gastroesofageo Emorragia gastrointestinale Emorragia rettale Ileo Ostruzione intestinale Colite compresa diarrea da Clostridium difficile Pancreatite Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo Alterazioni della cute Alopecia Esfoliazione della cute (cioè sindrome mano e piede) Eruzione cutanea eritematosa Eruzione cutanea Iperidrosi Alterazioni delle unghie Patologie del sistema muscolo-scheletrico e del tessuto connettivo Dolore alla schiena Artralgia Dolore osseo Patologie renali e urinarie Ematuria Disuria Frequenza della minzione anormale Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione Affaticamento Febbre+++ Astenia Dolore Reazioni al sito di iniezione++++ Esami diagnostici Aumento degli enzimi epatici Aumento della fosfatasi alcalina nel sangue Aumento della bilirubina nel sangue Aumento della lattato deidrogenasi nel sangue Aumento di peso (nella terapia adiuvante) Aumento della creatinina nel sangue Perdita di peso (in condizioni di metastasi) Traumatismo, avvelenamento e complicazioni da procedura Caduta
** Vedere paragrafo 4.4.
+ Incluso esito fatale.
++ Molto comuni allergie/reazioni allergiche che si verificano principalmente durante l’infusione, talvolta fatali.
Comuni reazioni allergiche comprendenti rash cutaneo, in particolare orticaria, congiuntiviti e riniti.
Comuni reazioni anafilattiche o anafilattoidi, comprendenti broncospasmo, angioedema, ipotensione, sensazione di dolore toracico e shock anafilattico.
Con oxaliplatino è stata inoltre segnalata ipersensibilità ritardata ore o addirittura giorni dopo l’infusione.
+++ Molto comune febbre, brividi febbrili (tremori) sia da infezione (con o senza neutropenia febbrile) che probabilmente da meccanismi immunologici.
++++ Sono state segnalate reazioni al sito di iniezione che includono dolore locale, rossore, gonfiore e trombosi.
Travaso può anche dare luogo a dolore locale e infiammazione che può essere grave e portare a complicazioni che includono necrosi, specialmente quando oxaliplatino è infuso attraverso una vena periferica (vedere paragrafo 4.4).
Descrizione di reazioni avverse selezionate Patologie del sistema emolinfopoietico Incidenza per paziente (%), per grado
Raro (>1/10.000, <1/1.000) Coagulazione intravascolare disseminata (DIC), inclusi esiti fatali (vedere paragrafo 4.4).Oxaliplatino e 5-FU/AF 85mg/m² ogni 2 settimane Setting metastatico Setting adiuvante Tutti i gradi Gr.
3Gr.
4Tutti i gradi Gr.
3Gr.
4Anemia 82,2 3 <1 75,6 0,7 0,1 Neutropenia 71,4 28 14 78,9 28,8 12,3 Trombocitopenia 71,6 4 <1 77,4 1,5 0,2 Neutropenia febbrile 5,0 3,6 1,4 0,7 0,7 0,0
Esperienza post-marketing con frequenza non nota Sindrome emolitico-uremica Pancitopenia autoimmune Pancitopenia Leucemia secondaria Infezione e infestazioni Incidenza per paziente (%)
Esperienza post-marketing con frequenza non nota Shock settico, incluso esito fatale.Oxaliplatino e 5-FU/AF 85mg/m² ogni 2 settimane Setting metastatico Setting adiuvante Tutti i gradi Tutti i gradi Sepsi (inclusa sepsi e sepsi neutropenica) 1,5 1,7
Disturbi del sistema immunitario Incidenza delle reazioni allergiche per paziente (%), per grado
Patologie del sistema nervoso La tossicità dose limitante di oxaliplatino è di tipo neurologico.Oxaliplatino e 5-FU/AF 85mg/m² ogni 2 settimane Setting metastatico Setting adiuvante Tutti i gradi Gr.
3Gr.
4Tutti i gradi Gr.
3Gr.
4Reazioni allergiche/allergie 9,1 1 <1 10,3 2,3 0,6
Comprende una neuropatia sensoriale periferica caratterizzata da disestesie e/o parestesie delle estremità accompagnate o meno da crampi, spesso scatenate dal freddo.
Questi sintomi si verificano fino al 95% dei pazienti trattati.
La durata di questi sintomi, che usualmente regrediscono tra un ciclo e l’altro di trattamento, aumenta con il numero dei cicli di trattamento.
La comparsa di dolore e/o di un disturbo funzionale e la loro durata danno delle indicazioni per aggiustare la dose o anche per interrompere il trattamento (vedere paragrafo 4.4).
Il disturbo funzionale comprende difficoltà nell’esecuzione di movimenti fini ed è una possibile conseguenza della diminuzione sensoriale.
Il rischio di comparsa di sintomi persistenti per una dose complessiva di 850 mg/m² (cioè 10 cicli) è circa 10% e 20% per una dose complessiva di 1020 mg/m² (12 cicli).
Nella maggioranza dei casi i segni e i sintomi neurologici migliorano o scompaiono completamente con l’interruzione del trattamento.
Nel trattamento adiuvante del tumore al colon sei mesi dopo la fine del trattamento l’87% dei pazienti non aveva più sintomi o aveva sintomi lievi.
Al follow up fino a 3 anni dopo, circa il 3% dei pazienti presentava parestesie localizzate persistenti di intensità moderata (2,3%) o parestesie che possono interferire con le attività funzionali (0,5%).
Sono state segnalate reazioni neurosensoriali acute (vedere paragrafo 5.3).
Queste reazioni iniziano entro l’ora di somministrazione e spesso si verificano con l’esposizione al freddo.
Di solito si manifestano come parestesia transitoria, disestesia e ipoestesia.
Una sindrome acuta di disestesia laringofaringea si manifesta nei pazienti con una incidenza dell’1%-2%, ed è caratterizzata da sensazioni soggettive di disfagia o dispnea/sensazione di soffocamento, senza evidenze oggettive di turbe respiratorie (nessuna cianosi o ipossia) o di laringospasmo o broncospasmo (nessuno stridore o sibilo).
Sebbene in questi casi siano stati somministrati antistaminici e broncodilatatori, anche senza trattamento i sintomi sono rapidamente reversibili.
Il prolungamento dell’infusione aiuta a ridurre l’incidenza di queste sindromi (vedere paragrafo 4.4).
Sono stati occasionalmente osservati altri sintomi come spasmo della mandibola/crampi muscolari/contrazioni muscolari involontarie/spasmi muscolari/mioclono, coordinazione anormale/andatura anormale/atassia/alterazioni dell’equilibrio, oppressione alla gola o al petto/pressione/disagio/dolore.
In aggiunta, disfunzioni del nervo cranico possono essere associate agli eventi sopra menzionati oppure presentarsi come evento isolato quale ptosi, diplopia, afonia/disfonia/raucedine, qualche volta descritta come paralisi delle corde vocali, sensazione di lingua anormale o disartria, talvolta descritta come afasia, nevralgia trigeminale/dolore facciale/dolore agli occhi, diminuzione della vista, alterazioni del campo visivo.
Durante la terapia con oxaliplatino sono stati segnalati altri sintomi neurologici come disartria, perdita del riflesso tendineo profondo e segno di Lhermitte.
Sono stati segnalati casi isolati di neurite ottica.
Esperienza post-marketing con frequenza non nota Convulsioni.
Disturbo cerebrovascolare ischemico o emorragico.
Patologie cardiache Esperienza post-marketing con frequenza non nota Prolungamento QT, che può portare ad aritmia ventricolare incluse Torsioni di punta, che possono essere fatali (vedere paragrafo 4.4).
Sindrome coronarica acuta, inclusi infarto del miocardio e arteriospasmo coronarico e angina pectoris in pazienti trattati con oxaliplatino in combinazione con 5-FU e bevacizumab.
Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche Esperienza post-marketing con frequenza non nota Laringospasmo.
Polmonite e broncopolmonite, anche con esito fatale.
Patologie gastrointestinali Incidenza per paziente (%), per grado
Sono indicati profilassi e/o trattamento con agenti antiemetici potenti.Oxaliplatino e 5-FU/AF 85mg/m² ogni 2 settimane Setting metastatico Setting adiuvante Tutti i gradi Gr.
3Gr.
4Tutti i gradi Gr.
3Gr.
4Nausea 69,9 8 <1 73,7 4,8 0,3 Diarrea 60,8 9 2 56,3 8,3 2,5 Vomito 49,0 6 1 47,2 5,3 0,5 Mucosite/stomatite 39,9 4 <1 42,1 2,8 0,1
Diarrea/vomito gravi possono causare disidratazione, ileo paralitico, ostruzione intestinale, ipokaliemia, acidosi metabolica e insufficienza renale, in particolare in caso di somministrazione concomitante di oxaliplatino e 5 fluorouracile (5 FU).
(vedere paragrafo 4.4).
Esperienza post-marketing con frequenza non nota Ischemia intestinale, inclusi esiti fatali (vedere paragrafo 4.4).
Ulcere e perforazioni gastrointestinali che possono essere fatali (vedere paragrafo 4.4).
Esofagite.
Patologie epatobiliari Molto raro (<1/10.000) Sindrome da ostruzione sinusoidale epatica, nota anche come malattia veno-occlusiva del fegato, o manifestazioni patologiche correlate a tale alterazione epatica, che comprendono peliosi epatica, iperplasia nodulare rigenerativa, fibrosi perisinusoidale.
Le manifestazioni cliniche possono essere ipertensione portale e/o aumento delle transaminasi.
Esperienza post-marketing con frequenza non nota (non può essere stimata dai dati disponibili) Iperplasia nodulare focale.
Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo Esperienza post-marketing con frequenza non nota Rabdomiolisi inclusi esiti fatali (vedere paragrafo 4.4).
Patologie renali ed urinarie Molto raro (<1/10.000) Necrosi tubulare acuta, nefrite interstiziale acuta e insufficienza renale acuta.
Patologie della cute e del sottocutaneo Esperienza post-marketing con frequenza non nota Vasculite da ipersensibilità.
Segnalazione delle reazioni avverse sospette La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale.
Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione all’indirizzo www.aifa.gov.it/content/segnalazioni-reazioni-avverse. Gravidanza e allattamento
- Gravidanza Non sono finora disponibili informazioni sulla sicurezza d’impiego di oxaliplatino in gravidanza.
In studi sugli animali si è osservata tossicità riproduttiva.
Di conseguenza oxaliplatino non è raccomandato durante la gravidanza e nelle donne in età fertile che non utilizzano metodi contraccettivi.
L’uso di oxaliplatino deve essere preso in considerazione solo con il consenso della paziente e dopo averla informata in modo adeguato sul rischio per il feto.
Devono essere utilizzati metodi contraccettivi appropriati durante e dopo la fine della terapia, per le donne fino a 4 mesi dopo la fine della terapia.
Allattamento Non è stata studiata l’escrezione nel latte materno.
L’allattamento al seno con latte materno è controindicato durante la terapia con oxaliplatino.
Fertilità Oxaliplatino può avere un effetto anti-fertilità (vedere paragrafo 4.4).
A causa dei potenziali effetti genotossici dell’oxaliplatino devono essere utilizzati metodi contraccettivi appropriati durante e dopo la fine della terapia, fino a 4 mesi per le donne e fino a 6 mesi per gli uomini. Conservazione
- Questo medicinale non richiede alcuna temperatura particolare di conservazione.
Per le condizioni di conservazione del medicinale diluito vedere paragrafo 6.3.
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Se dovesse manifestarsi un qualsiasi effetto indesiderato, compresi quelli non elencati in questo foglio, è doveroso rivolgersi al proprio medico, ad uno specialista e/o al farmacista. La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Gli effetti indesiderati possono essere segnalati direttamente tramite il sistema nazionale di segnalazione all'indirizzo www.agenziafarmaco.it/it/responsabili. Segnalando gli effetti indesiderati si può contribuire a fornire maggiori informazioni sulla sicurezza di questo medicinale.