OLMESARTAN AM ID EG 40+5+12,5

8,72 €

Prezzo indicativo

Principio attivo: OLMESARTAN MEDOXOMIL/AMLODIPINA BESILATO/IDROCLOROTIAZIDE
  • ATC: C09DX03
  • Descrizione tipo ricetta: RR - RIPETIBILE 10V IN 6MESI
  • Presenza Glutine:
  • Presenza Lattosio: Il farmaco contiene lattosio

Data ultimo aggiornamento: 16/09/2023

Trattamento dell’ipertensione essenziale. Terapia aggiuntiva Olmesartan, amlodipina e idroclorotiazide EG è indicato in pazienti adulti la cui pressione arteriosa non sia adeguatamente controllata dall’associazione di olmesartan medoxomil e amlodipina assunti come formulazione bicomponente. Terapia sostitutiva Olmesartan, amlodipina e idroclorotiazide EG è indicato come terapia sostitutiva in pazienti adulti la cui pressione arteriosa sia adeguatamente controllata dall’associazione di olmesartan medoxomil, amlodipina e idroclorotiazide, assunti come una formulazione bicomponente (olmesartan medoxomil e amlodipina o olmesartan medoxomil e idroclorotiazide) e una formulazione monocomponente (idroclorotiazide o amlodipina).
Olmesartan, amlodipina e idroclorotiazide EG 20 mg/5 mg/12,5 mg compresse rivestite con film: Ogni compressa rivestita con film contiene 20 mg di olmesartan medoxomil, 5 mg di amlodipina (come amlodipina besilato) e 12,5 mg di idroclorotiazide. Eccipiente con effetto noto Una compressa rivestita con film contiene 99,30 mg di lattosio (come monoidrato). Olmesartan, amlodipina e idroclorotiazide EG 40 mg/5 mg/12,5 mg compresse rivestite con film: Ogni compressa rivestita con film contiene 40 mg di olmesartan medoxomil, 5 mg di amlodipina (come amlodipina besilato) e 12,5 mg di idroclorotiazide. Eccipiente con effetto noto Una compressa rivestita con film contiene 217,07 mg di lattosio (come monoidrato). Olmesartan, amlodipina e idroclorotiazide EG 40 mg/10 mg/12,5 mg compresse rivestite con film: Ogni compressa rivestita con film contiene 40 mg di olmesartan medoxomil, 10 mg di amlodipina (come amlodipina besilato) e 12,5 mg di idroclorotiazide. Eccipiente con effetto noto Una compressa rivestita con film contiene 210,48 mg di lattosio (come monoidrato). Olmesartan, amlodipina e idroclorotiazide EG 40 mg/5 mg/25 mg compresse rivestite con film: Ogni compressa rivestita con film contiene 40 mg di olmesartan medoxomil, 5 mg di amlodipina (come amlodipina besilato) e 25 mg di idroclorotiazide. Eccipiente con effetto noto Una compressa rivestita con film contiene 205,19 mg di lattosio (come monoidrato). Olmesartan, amlodipina e idroclorotiazide EG 40 mg/10 mg/25 mg compresse rivestite con film: Ogni compressa rivestita con film contiene 40 mg di olmesartan medoxomil, 10 mg di amlodipina (come amlodipina besilato) e 25 mg di idroclorotiazide. Eccipiente con effetto noto Una compressa rivestita con film contiene 198,61 mg di lattosio (come monoidrato). Per l’elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1.

Controindicazioni

Ipersensibilità ai principi attivi, ai derivati diidropiridinici o alle sostanze sulfonamido-derivate (essendo l’idroclorotiazide un farmaco sulfonamide-derivato) o ad uno qualsiasi degli eccipienti elencati al paragrafo 6.1; Grave compromissione renale (vedere paragrafi 4.4 e 5.2); Ipopotassiemia refrattaria, ipercalcemia, iponatremia e iperuricemia sintomatica; Insufficienza epatica severa, colestasi e patologie ostruttive delle vie biliari (vedere paragrafo 5.2); Secondo e terzo trimestre di gravidanza (vedere paragrafo 4.4 e 4.6).
L’uso concomitante di olmesartan/amlodipina/HCT con medicinali contenenti aliskiren è controindicato nei pazienti affetti da diabete mellito o compromissione renale (velocità di filtrazione glomerulare GFR < 60 ml/min/1.73 m²) (vedere paragrafi 4.5 e 5.1).
A causa del contenuto in amlodipina, olmesartan/amlodipina/HCT è controindicato nei pazienti con: • shock (incluso shock cardiogeno), • grave ipotensione, • occlusione del tratto di efflusso ventricolare sinistro (ad es.
stenosi aortica di grado elevato), • insufficienza cardiaca emodinamicamente instabile dopo infarto miocardico acuto.

Posologia

Posologia Adulti La dose raccomandata di Olmesartan, amlodipina e idroclorotiazide EG è di una compressa al giorno.
Terapia aggiuntiva Olmesartan, amlodipina e idroclorotiazide EG 20 mg/5 mg/12,5 mg può essere somministrato in quei pazienti in cui la pressione arteriosa non sia adeguatamente controllata da olmesartan medoxomil 20 mg e amlodipina 5 mg assunti come formulazione bicomponente.
Olmesartan, amlodipina e idroclorotiazide EG 40 mg/5 mg/12,5 mg può essere somministrato in quei pazienti in cui la pressione arteriosa non sia adeguatamente controllata da olmesartan medoxomil 40 mg e amlodipina 5 mg assunti come formulazione bicomponente o in pazienti la cui pressione arteriosa non sia adeguatamente controllata da olmesartan/amlodipina/HCT 20 mg/5 mg/12,5 mg.
Olmesartan, amlodipina e idroclorotiazide EG 40 mg/5 mg/25 mg può essere somministrato in quei pazienti in cui la pressione arteriosa non sia adeguatamente controllata da olmesartan/amlodipina/HCT 40 mg/5 mg/12,5 mg.
Olmesartan, amlodipina e idroclorotiazide EG 40 mg/10 mg/12,5 mg può essere somministrato in quei pazienti in cui la pressione arteriosa non sia adeguatamente controllata da olmesartan medoxomil 40 mg e amlodipina 10 mg assunti come formulazione bicomponente o da olmesartan/amlodipina/HCT 40 mg/5 mg/12,5 mg.
Olmesartan, amlodipina e idroclorotiazide EG 40 mg/10 mg/25 mg può essere somministrato in quei pazienti in cui la pressione arteriosa non sia adeguatamente controllata da olmesartan/amlodipina/HCT 40 mg/10 mg/12,5 mg o da olmesartan/amlodipina/HCT 40 mg/5 mg/25 mg.
Prima di passare all’associazione tricomponente, si raccomanda una titolazione graduale del dosaggio dei componenti individuali.
Il passaggio diretto dall’associazione bicomponente all’associazione tricomponente può essere preso in considerazione quando clinicamente appropriato.
Terapia sostitutiva I pazienti controllati con dosaggi stabilizzati di olmesartan medoxomil, amlodipina e idroclorotiazide, assunti simultaneamente come una formulazione bicomponente (olmesartan medoxomil e amlodipina o olmesartan medoxomil e idroclorotiazide) e una formulazione monocomponente (idroclorotiazide o amlodipina) possono ricevere la formulazione di Olmesartan, amlodipina e idroclorotiazide EG contenente gli stessi dosaggi dei principi attivi.
La dose massima raccomandata di Olmesartan, amlodipina e idroclorotiazide EG è 40 mg/10 mg/25 mg al giorno.
Pazienti anziani (65 anni o più) Si raccomanda cautela, compreso un più frequente monitoraggio della pressione arteriosa, nelle persone anziane, particolarmente al dosaggio massimo di Olmesartan, amlodipina e idroclorotiazide EG 40 mg/10 mg/25 mg al giorno.
Nelle persone anziane l’aumento del dosaggio deve essere effettuato con cautela (vedere paragrafi 4.4 e 5.2).
Sono disponibili dati molto limitati sull’uso di Olmesartan, amlodipina e idroclorotiazide EG in pazienti di età uguale o superiore a 75 anni.
Si raccomanda estrema cautela, compreso un più frequente monitoraggio della pressione arteriosa.
Compromissione renale Il dosaggio massimo nei pazienti con compromissione renale lieve o moderata (clearance della creatinina compresa tra 30 e 60 ml/min) è Olmesartan, amlodipina e idroclorotiazide EG 20 mg/5 mg/12,5 mg, a causa della limitata esperienza con olmesartan medoxomil 40 mg in questo gruppo di pazienti.
Nei pazienti con compromissione renale moderata si raccomanda il controllo dei livelli sierici di potassio e della creatinina.
L’uso di Olmesartan, amlodipina e idroclorotiazide EG in pazienti con grave compromissione della funzionalità renale (clearance della creatinina inferiore a 30 ml/min) è controindicato (vedere paragrafi 4.3, 4.4 e 5.2).
Compromissione epatica Olmesartan, amlodipina e idroclorotiazide EG deve essere usato con cautela nei pazienti con compromissione lieve della funzionalità epatica (vedere paragrafi 4.4 e 5.2).
Nei pazienti con compromissione epatica moderata, il dosaggio massimo non deve superare Olmesartan, amlodipina e idroclorotiazide EG 20 mg/5 mg/12,5 mg una volta al giorno.
Nei pazienti con compromissione epatica si consiglia un attento monitoraggio della pressione arteriosa e della funzionalità renale.
Come con tutti i calcio antagonisti, nei pazienti con alterata funzionalità epatica, l’emivita dell’amlodipina è prolungata e non sono state stabilite raccomandazioni posologiche.
Olmesartan, amlodipina e idroclorotiazide EG deve perciò essere usato con cautela in questi pazienti.
La farmacocinetica di amlodipina non è stata studiata nell’insufficienza epatica grave.
Nei pazienti con compromissione epatica, il trattamento con amlodipina deve essere iniziato con il dosaggio più basso, che deve essere in seguito titolato gradualmente.
Olmesartan, amlodipina e idroclorotiazide EG è controindicato nei pazienti con compromissione epatica severa (vedere paragrafi 4.3 e 5.2), colestasi o ostruzione biliare (vedere paragrafo 4.3).
Popolazione pediatrica Olmesartan, amlodipina e idroclorotiazide EG non è raccomandato nei bambini con meno di 18 anni non essendo disponibili dati di sicurezza ed efficacia.
Modo di somministrazione La compressa deve essere ingerita con una quantità sufficiente di liquido (ad es.
un bicchiere d’acqua).
La compressa non deve essere masticata e deve essere assunta ogni giorno alla stessa ora.
Olmesartan, amlodipina e idroclorotiazide EG può essere preso indipendentemente dal cibo.

Avvertenze e precauzioni

Pazienti con ipovolemia o deplezione sodica È possibile l’insorgenza di ipotensione sintomatica, soprattutto dopo la somministrazione della prima dose, nei pazienti ipovolemici e/o iposodici in seguito ad una terapia diuretica vigorosa, ad una dieta iposodica, a diarrea o vomito.
Prima di somministrare olmesartan/amlodipina/HCT, si rende necessaria una correzione di tali condizioni o una stretta supervisione medica nella fase iniziale del trattamento.
Altre condizioni legate alla stimolazione del sistema renina-angiotensina-aldosterone Nei pazienti il cui tono vascolare e la cui funzionalità renale dipendono principalmente dall’attività del sistema renina-angiotensina-aldosterone (ad esempio, pazienti con insufficienza cardiaca congestizia di grado severo o affetti da malattie renali, inclusa la stenosi dell’arteria renale), il trattamento con farmaci che intervengono su questo sistema è stato associato a ipotensione acuta, azotemia, oliguria o, raramente, a insufficienza renale acuta.
Ipertensione renovascolare Esiste un incremento del rischio di ipotensione grave e insufficienza renale in soggetti portatori di stenosi bilaterale dell'arteria renale, o stenosi dell'arteria renale con unico rene funzionante, trattati con medicinali che agiscono a livello del sistema renina-angiotensina-aldosterone.
Compromissione della funzione renale e trapianto renale Quando olmesartan/amlodipina/HCT viene utilizzato in pazienti con alterata funzionalità renale, si raccomanda di controllare periodicamente i livelli sierici di potassio e creatinina.
L’uso di olmesartan/amlodipina/HCT in pazienti con grave compromissione della funzionalità renale (clearance della creatinina inferiore a 30 ml/min) non è raccomandato (vedere paragrafi 4.2, 4.3 e 5.2).
Nei pazienti con compromissione della funzionalità renale può verificarsi aumento dell’azotemia associato ai diuretici tiazidici.
Se si evidenzia una progressiva compromissione renale, è necessaria un’attenta rivalutazione della terapia, prendendo in considerazione la sospensione del diuretico.
Non esiste esperienza sulla somministrazione di olmesartan/amlodipina/HCT in pazienti sottoposti di recente a trapianto renale o in pazienti con insufficienza renale allo stadio terminale (clearance della creatinina inferiore a 12 ml/min).
Duplice blocco del sistema renina-angiotensina-aldosterone (RAAS) Esiste l’evidenza che l'uso concomitante di ACE-inibitori, antagonisti del recettore dell'angiotensina II o aliskiren aumenti il rischio di ipotensione, iperpotassiemia e di riduzione della funzionalità renale (inclusa l’insufficienza renale acuta).
Il duplice blocco del RAAS attraverso l'uso combinato di ACE-inibitori, antagonisti del recettore dell'angiotensina II o aliskiren non è pertanto raccomandato (vedere paragrafi 4.5 e 5.1).
Se la terapia del duplice blocco è considerata assolutamente necessaria, ciò deve avvenire solo sotto la supervisione di uno specialista e con uno stretto e frequente monitoraggio della funzionalità renale, degli elettroliti e della pressione sanguigna.
Gli ACE-inibitori e gli antagonisti del recettore dell'angiotensina II non devono essere usati contemporaneamente in pazienti con nefropatia diabetica.
Compromissione epatica L’esposizione ad amlodipina e olmesartan medoxomil è aumentata nei pazienti con alterata funzionalità epatica (vedere paragrafo 5.2).
Inoltre, alterazioni minori del bilancio idro-elettrolitico durante la terapia con tiazidici possono indurre coma epatico in pazienti con funzionalità epatica compromessa o alterazioni epatiche progressive.
Olmesartan/amlodipina/HCT deve essere somministrato con cautela nei pazienti con alterazione lieve o moderata della funzionalità epatica.
Nei pazienti con compromissione epatica moderata, la dose di olmesartan medoxomil non deve superare i 20 mg (vedere paragrafo 4.2).
In pazienti con funzionalità epatica compromessa, amlodipina deve quindi essere inizialmente assunta al dosaggio più basso e usata con cautela sia all’inizio del trattamento che all’aumentare del dosaggio.
L’uso di olmesartan/amlodipina/HCT è controindicato in pazienti con compromissione grave della funzionalità epatica, colestasi o ostruzione biliare (vedere paragrafo 4.3).
Stenosi delle valvole aortica e mitrale, cardiomiopatia ipertrofica ostruttiva Per la presenza dell’amlodipina in olmesartan/amlodipina/HCT, come con gli altri vasodilatatori, si raccomanda particolare cautela nei pazienti affetti da stenosi della valvola aortica o mitrale o da miocardiopatia ipertrofica ostruttiva.
Aldosteronismo primario I pazienti affetti da aldosteronismo primario non rispondono in genere a farmaci ipotensivi che agiscono tramite inibizione del sistema renina-angiotensina.
Pertanto, l’uso di olmesartan/amlodipina/HCT non è raccomandato in questi pazienti.
Effetti metabolici ed endocrini La terapia con diuretici tiazidici può compromettere la tolleranza del glucosio.
Nei pazienti diabetici possono essere richiesti aggiustamenti posologici dell’insulina o degli ipoglicemizzanti orali (vedere paragrafo 4.5).
Un diabete mellito latente può diventare manifesto durante la terapia con tiazidici.
L’aumento dei livelli di colesterolo e trigliceridi è un noto effetto indesiderato associato alla terapia con diuretici tiazidici.
In taluni pazienti in terapia con tiazidici si possono osservare iperuricemia o manifestazioni gottose.
Squilibrio elettrolitico Come nel caso di qualsiasi paziente sottoposto a terapia diuretica la determinazione periodica degli elettroliti sierici deve essere effettuata ad intervalli adeguati.
I tiazidici, incluso l’idroclorotiazide, possono provocare squilibrio idrico o elettrolitico (incluse ipopotassiemia, iponatriemia e alcalosi ipocloremica).
I segni premonitori dello squilibrio idrico o elettrolitico sono xerostomia, sete, debolezza, letargia, sonnolenza, irrequietezza, crampi o dolore muscolare, affaticamento muscolare, ipotensione, oliguria, tachicardia e disturbi gastro-intestinali tipo nausea e vomito (vedere paragrafo 4.8).
Il rischio di ipopotassiemia è altissimo nei pazienti con cirrosi epatica, in pazienti alle prese con diuresi veloce, in pazienti con assunzione inadeguata di elettroliti per via orale e in pazienti in terapia concomitante con corticosteroidi o ACTH (vedere paragrafo 4.5).
Di contro, a causa dell’antagonismo ai recettori dell’angiotensina II (AT1) ad opera del componente olmesartan medoxomil di olmesartan/amlodipina/HCT, è possibile la comparsa di iperpotassiemia, soprattutto in presenza di compromissione renale e/o insufficienza cardiaca, e diabete mellito.
Si raccomanda un adeguato monitoraggio dei livelli di potassio sierico nei pazienti a rischio.
I diuretici risparmiatori di potassio, i supplementi di potassio o i sostituti del sale contenenti potassio e gli altri medicinali che possono indurre incremento dei livelli sierici del potassio (come l’eparina) devono essere somministrati con cautela, e con frequenti controlli dei livelli di potassio, in concomitanza con l’assunzione di olmesartan/amlodipina/HCT (vedere paragrafo 4.5).
Non c’è evidenza che l’olmesartan medoxomil riduca o prevenga l’iponatriemia indotta da diuretici.
Un deficit di cloruri è normalmente lieve e non necessita solitamente di trattamento.
I tiazidici possono diminuire l’escrezione urinaria di calcio e provocare l’incremento leggero e intermittente di calcio sierico in assenza di patologie note nel metabolismo del calcio.
Un’ipercalcemia può essere prova di latente iperparatiroidismo.
I tiazidici devono venire sospesi prima di eseguire i test per la funzione paratiroidea.
I tiazidici hanno dimostrato di aumentare l’escrezione urinaria del magnesio, la quale può portare a ipomagnesiemia.
Può verificarsi iponatriemia diluzionale in pazienti edematosi col tempo caldo.
Litio Come con altri antagonisti recettoriali dell’angiotensina II, la somministrazione concomitante di litio e olmesartan/amlodipina non è raccomandata (vedere paragrafo 4.5).
Insufficienza cardiaca Come conseguenza dell’inibizione del sistema renina-angiotensina-aldosterone, negli individui suscettibili possono essere previste alterazioni della funzionalità renale.
Nei pazienti con insufficienza cardiaca grave la cui funzionalità renale può dipendere dall’attività del sistema renina-angiotensina-aldosterone, il trattamento con inibitori dell’enzima di conversione dell’angiotensina (ACE) e antagonisti recettoriali dell’angiotensina è stato associato a oliguria e/o iperazotemia progressiva e (raramente) con insufficienza renale acuta e/o morte.
I pazienti con insufficienza cardiaca devono essere trattati con prudenza.
In uno studio a lungo termine, controllato con placebo, sull’amlodipina in pazienti con insufficienza cardiaca grave (classe NYHA III e IV), l’incidenza riportata di edema polmonare era maggiore nel gruppo amlodipina rispetto al gruppo placebo (vedere paragrafo 5.1).
I bloccanti dei canali del calcio, inclusa amlodipina, devono essere usati con cautela nei pazienti con insufficienza cardiaca congestizia, perché possono far aumentare il rischio di futuri eventi cardiovascolari e di mortalità.
Enteropatia simil-sprue In casi molto rari, in pazienti in trattamento con olmesartan è stata riportata diarrea cronica con significativa perdita di peso pochi mesi o anni dall’inizio del trattamento, causata probabilmente da una reazione localizzata di ipersensibilità ritardata.
Le biopsie intestinali dei pazienti hanno spesso messo in evidenza atrofia dei villi.
Se un paziente manifesta questi sintomi in corso di trattamento con olmesartan e in assenza di altri apparenti eziologie, il trattamento con olmesartan deve essere immediatamente interrotto e non deve essere ricominciato.
Se la diarrea persiste durante la settimana successiva all’interruzione del trattamento, è opportuno consultare uno specialista (ad es.
un gastroenterologo).
Effusione coroidale, miopia acuta e glaucoma secondario ad angolo chiuso L’idroclorotiazide, una sulfonamide, può causare una reazione idiosincratica e conseguente effusione coroidale con difetto del campo visivo, miopia transitoria acuta e glaucoma acuto ad angolo chiuso.
I sintomi riguardano l’insorgenza acuta di una diminuzione nell’acuità visiva o di dolore oculare, che tipicamente insorgono entro ore fino a settimane dall’inizio della terapia con il farmaco.
Il glaucoma acuto ad angolo chiuso non trattato può portare a perdita permanente della vista.
Il trattamento primario consiste nell’interruzione del trattamento con idroclorotiazide il più rapidamente possibile.
Può essere necessario considerare un rapido trattamento medico o chirurgico nel caso la pressione intraoculare si mantenga non controllata.
I fattori di rischio per lo sviluppo del glaucoma ad angolo acuto possono includere una storia di allergia ai sulfamidici o alla penicillina (vedere paragrafo 4.8).
Gravidanza La terapia con antagonisti del recettore dell’angiotensina II (AIIRA) non deve essere iniziata durante la gravidanza.
A meno che la continuazione della terapia con antagonisti dei recettori dell’angiotensina II non sia considerata essenziale, le pazienti che pianificano una gravidanza devono passare a trattamenti antiipertensivi alternativi, i cui profili di sicurezza per l’uso in gravidanza siano stabiliti.
Quando lo stato di gravidanza viene confermato, il trattamento con gli antagonisti del recettore dell’angiotensina II deve essere immediatamente interrotto e, se necessario, deve essere iniziata una terapia alternativa (vedere paragrafi 4.3 e 4.6).
Popolazione pediatrica Olmesartan/amlodipina/HCT non è indicato nei pazienti in età pediatrica e negli adolescenti di età inferiore a 18 anni.
Anziani Nelle persone anziane l’aumento del dosaggio deve essere effettuato con cautela (vedere paragrafo 5.2).
Fotosensibilità Sono stati riportati casi di fotosensibilizzazione in seguito all’utilizzo di diuretici tiazidici (vedere paragrafo 4.8).
È raccomandata la sospensione del trattamento con olmesartan/amlodipina/HCT, qualora si verifichino reazioni di fotosensibilizzazione.
Se la ripresa della somministrazione di diuretici è considerata necessaria, si raccomanda di proteggere le aree esposte al sole o a raggi artificiali UVA.
Tumore della cute non melanoma È stato osservato un aumento del rischio di tumore cutaneo non melanoma (NMSC) [carcinoma basocellulare (BCC) e carcinoma a cellule squamose (SCC)] correlato ad un aumento dell’esposizione a dosi cumulative crescenti di idroclorotiazide (HCT) in due studi epidemiologici basati sul Danish National Cancer Registry (Registro Nazionale Danese dei Tumori).
L’effetto fotosensibilizzante dell’idroclorotiazide potrebbe rappresentare un possibile meccanismo dell’NMSC.
I pazienti che assumono HCT devono essere informati del rischio di NMSC e devono essere avvisati di controllare regolarmente la loro pelle per individuare eventuali nuove lesioni e per segnalare tempestivamente eventuali lesioni cutanee sospette.
Al fine di minimizzare il rischio di cancro della pelle si devono consigliare ai pazienti possibili misure preventive come una limitata esposizione alla luce solare e ai raggi UV e, in caso di esposizione, l’utilizzo di una protezione adeguata.
Le lesioni cutanee sospette devono essere prontamente esaminate includendo possibilmente esami istologici di biopsie.
In pazienti con precedenti di NMSC si dovrebbe riconsiderare la necessità di usare l’HCT (vedere anche paragrafo 4.8).
Altro Come con qualsiasi altro farmaco antipertensivo un eccessivo calo della pressione arteriosa in pazienti con malattia cardiovascolare e cerebrovascolare ischemica può condurre a infarto del miocardio o ictus.
Reazioni di ipersensibilità all’idroclorotiazide possono verificarsi in pazienti con o senza storia precedente di allergia o asma bronchiale, ma è più probabile che si verifichi in pazienti con tale anamnesi.
La possibilità di esacerbazione o attivazione di lupus eritematoso sistemico è stata segnalata con l’uso di tiazidici.
Come con gli altri antagonisti recettoriali dell’angiotensina II, l’effetto ipotensivo di olmesartan è talvolta ridotto nei pazienti di etnia nera, tuttavia tale effetto non è stato osservato nell’unico studio clinico, dei tre condotti con olmesartan/amlodipina/HCT, che includeva pazienti neri (30%), vedere anche paragrafo 5.1.
Tossicità respiratoria acuta Dopo l’assunzione di idroclorotiazide sono stati segnalati casi severi molto rari di tossicità respiratoria acuta, compresa la sindrome da distress respiratorio acuto (acute distress respiratory syndrome, ARDS).
L’edema polmonare si sviluppa generalmente entro pochi minuti od ore dall’assunzione di idroclorotiazide.
All’esordio i sintomi comprendono dispnea, febbre, deterioramento polmonare e ipotensione.
Se si sospetta la diagnosi di ARDS, Olmesartan, amlodipina e idroclorotiazide EG deve essere interrotto e deve essere somministrato un trattamento appropriato.
Non deve essere somministrato idroclorotiazide a pazienti che in precedenza hanno manifestato ARDS in seguito all’assunzione di idroclorotiazide.
Eccipienti Lattosio: i pazienti affetti da rari problemi ereditari di intolleranza al galattosio, da deficit totale di lattasi o da malassorbimento di glucosio-galattosio non devono assumere questo medicinale.

Interazioni

Interazioni potenziali con l’associazione olmesartan/amlodipina/HCT Uso concomitante sconsigliato Litio Sono stati riportati aumenti reversibili delle concentrazioni sieriche di litio e tossicità durante la somministrazione concomitante di litio ed inibitori dell’enzima di conversione dell’angiotensina e, raramente, con antagonisti dell’angiotensina II.
Inoltre la clearance renale del litio viene ridotta dai tiazidici ed il rischio di tossicità da litio potrebbe di conseguenza aumentare.
Si sconsiglia pertanto la cosomministrazione di olmesartan/amlodipina/HCT e litio (vedere paragrafo 4.4).
Se l’uso di tale combinazione si rivela necessario, si consiglia un attento monitoraggio dei livelli sierici di litio.
Uso concomitante che richiede cautela Baclofene È possibile un potenziamento dell’effetto antiipertensivo.
Farmaci antiinfiammatori non steroidei I FANS (ad es.
acido acetilsalicilico (>3 g/die), gli inibitori della COX-2 ed i FANS non selettivi) possono ridurre l’effetto antipertensivo dei diuretici tiazidici e degli antagonisti dell’angiotensina II.
In alcuni pazienti con ridotta funzionalità renale (ad es.
pazienti disidratati oppure pazienti anziani con compromissione della funzione renale) la co-somministrazione di antagonisti del recettore dell’angiotensina II e farmaci che inibiscono la ciclo-ossigenasi può comportare un ulteriore deterioramento della funzione renale, inclusa una possibile insufficienza renale acuta, di solito reversibile.
L’associazione deve essere pertanto somministrata con cautela, soprattutto negli anziani.
I pazienti devono essere adeguatamente idratati e la funzione renale deve essere monitorata dopo l’inizio della terapia concomitante ed in seguito periodicamente.
Uso concomitante da prendere in considerazione Amifostina È possibile un potenziamento dell’effetto antiipertensivo.
Altri agenti antipertensivi L’effetto ipotensivo causato da olmesartan/amlodipina/HCT può essere aumentato dall’impiego concomitante di altri farmaci antipertensivi.
Alcool, barbiturici, stupefacenti o antidepressivi Può verificarsi un potenziamento dell’ipotensione ortostatica.
Interazioni potenziali con la sostanza olmesartan medoxomil Uso concomitante sconsigliato ACE-inibitori, antagonisti del recettore dell'angiotensina II o aliskiren I dati degli studi clinici hanno dimostrato che il duplice blocco del sistema renina-angiotensina-aldosterone (RAAS) attraverso l'uso combinato di ACE-inibitori, antagonisti del recettore dell'angiotensina II o aliskiren, è associato ad una maggiore frequenza di eventi avversi quali ipotensione, iperpotassiemia e riduzione della funzionalità renale (inclusa l’insufficienza renale acuta) rispetto all'uso di un singolo agente attivo sul sistema RAAS (vedere paragrafi 4.3, 4.4 e 5.1).
Farmaci che influiscono sui livelli di potassio L’impiego concomitante di diuretici risparmiatori di potassio, di integratori di potassio, di sostituti del sale contenenti potassio o di altri farmaci in grado di determinare un aumento dei livelli sierici di potassio (ad esempio eparina, ACE-inibitori) può causare un aumento del potassio sierico (vedere paragrafo 4.4).
Qualora debbano essere prescritti farmaci in grado di agire sui livelli di potassio in associazione a olmesartan/amlodipina/HCT, si consiglia il controllo dei livelli sierici di potassio.
Informazioni supplementari Colesevelam, sequestrante degli acidi biliari La somministrazione concomitante del colesevelam cloridrato, sequestrante degli acidi biliari, riduce l’esposizione sistemica, la concentrazione massima plasmatica e il t1/2 di olmesartan.
La somministrazione di olmesartan medoxomil almeno 4 ore prima del colesevelam cloridrato riduce l’effetto di questa interazione farmacologica.
Deve essere presa in considerazione la somministrazione di olmesartan medoxomil almeno 4 ore prima della dose di colesevelam cloridrato (vedere paragrafo 5.2).
Dopo il trattamento con antiacidi (alluminio magnesio idrossido) è stata osservata una modesta riduzione della biodisponibilità dell’olmesartan.
L’olmesartan medoxomil non ha effetti significativi sulla farmacocinetica o sulla farmacodinamica del warfarin o sulla farmacocinetica della digossina.
La somministrazione concomitante di olmesartan medoxomil e pravastatina non determina effetti clinicamente rilevanti sulla farmacocinetica delle due sostanze in soggetti sani.
L’olmesartan non possiede effetti inibitori clinicamente rilevanti sugli enzimi del citocromo P450 umano 1A1/2, 2A6, 2C8/9, 2C19, 2D6, 2E1 e 3A4 in vitro, mentre gli effetti di induzione sul citocromo P450 del ratto sono minimi o assenti.
Non sono da attendersi interazioni clinicamente rilevanti tra l’olmesartan e farmaci metabolizzati dai succitati enzimi del citocromo P450.
Potenziali interazioni relative a amlodipina Uso concomitante che richiede cautela Effetti di altri prodotti medicinali sull’amlodipina Inibitori del CYP3A4 L’uso concomitante di amlodipina con inibitori del CYP3A4 potenti o moderati (inibitori della proteasi, antifungini azolici, macrolidi quali eritromicina o claritromicina, verapamil o diltiazem) può causare un aumento significativo dell’esposizione all’amlodipina.
Il significato clinico di queste variazioni farmacocinetiche può essere più pronunciato nelle persone anziane.
Vi è un aumentato rischio di ipotensione.
Si raccomanda un’attenta osservazione dei pazienti e può essere richiesto un aggiustamento del dosaggio.
Induttori del CYP3A4 È possibile un'alterazione delle concentrazioni plasmatiche di amlodipina in seguito alla co- somministrazione con noti induttori del CYP3A4.
La pressione arteriosa deve essere pertanto tenuta sotto controllo e si deve considerare un adattamento del dosaggio sia durante che dopo il trattamento concomitante, in particolare con forti induttori del CYP3A4 (ad esempio rifampicina, hypericum perforatum).
La somministrazione di amlodipina con pompelmo o succo di pompelmo non è raccomandata poiché in alcuni pazienti la biodisponibilità di amlodipina potrebbe aumentare e potenziare conseguentemente l’effetto antipertensivo dell’amlodipina.
Dantrolene (infusione) Negli animali sono stati osservati fibrillazione ventricolare letale e collasso cardiovascolare associati a iperpotassiemia in seguito a somministrazione di verapamil e dantrolene per via endovenosa.
A causa del rischio di iperpotassiemia, si raccomanda di evitare la somministrazione concomitante di bloccanti dei canali del calcio come amlodipina in pazienti soggetti all’ipertermia maligna e nel trattamento dell’ipertermia maligna.
Effetti di amlodipina su altri medicinali Gli effetti ipotensivi dell’amlodipina si sommano agli effetti ipotensivi di altri farmaci antiipertensivi.
In studi clinici di interazione l’amlodipina non ha mostrato influssi farmacocinetici su atorvastatina, digossina o warfarin.
Simvastatina La co-somministrazione di dosi ripetute di 10 mg di amlodipina con simvastatina 80 mg ha determinato un aumento del 77% dell’esposizione alla simvastatina rispetto alla simvastatina da sola.
Limitare la dose di simvastatina a 20 mg al giorno nei pazienti trattati con amlodipina.
Tacrolimus Sussiste il rischio di aumento dei livelli ematici di tacrolimus quando somministrato in concomitanza all’amlodipina.
Al fine di evitare la tossicità del tacrolimus, la somministrazione di amlodipina in un paziente trattato con tacrolimus richiede il monitoraggio dei livelli ematici del tacrolimus e l'adeguamento della dose di tacrolimus, se necessario.
Ciclosporina In uno studio prospettico in pazienti sottoposti a trapianto renale, è stato osservato un aumento medio del 40% nei livelli di valle di ciclosporina quando co-somministrata con amlodipina.
La somministrazione concomitante di olmesartan/amlodipina/HCT e ciclosporina può comportare un aumento dell'esposizione alla ciclosporina.
Monitorare i livelli a valle di ciclosporina durante il trattamento concomitante.
Ridurre le dosi di ciclosporina se necessario.
Potenziali interazioni relative a idroclorotiazide Uso concomitante sconsigliato Farmaci che influiscono sui livelli di potassio L’effetto di deplezione potassica operato dall’idroclorotiazide (vedere paragrafo 4.4) potrebbe essere potenziato dalla co-somministrazione di altri farmaci associati alla perdita di potassio e a ipopotassiemia (ad es.
altri diuretici kaliuretici, lassativi, corticosteroidi, ACTH, amfotericina, carbenoxolone, penicillina Gsodica o derivati dell’acido salicilico).
Se ne sconsiglia quindi l'uso concomitante.
Uso concomitante che richiede cautela Sali di calcio I diuretici tiazidici possono aumentare i livelli sierici di calcio a causa della sua ridotta eliminazione.
Nei casi in cui è indispensabile la somministrazione di integratori di calcio, i livelli sierici di calcio devono essere monitorati ed il dosaggio del calcio adeguatamente adattato.
Resine di colestiramina e colestipolo In presenza di resine a scambio anionico l’assorbimento dell’idroclorotiazide potrebbe risultare compromesso.
Glicosidi digitalici L’ipopotassiemia indotta dai tiazidici oppure l’ipomagnesiemia possono favorire l’insorgenza di aritmie cardiache indotte dalla digitale.
Farmaci influenzati da alterazioni del potassio siericoSi raccomanda il monitoraggio periodico del potassio sierico ed un ECG in caso di somministrazione contemporanea di olmesartan/amlodipina/HCT e farmaci influenzati da disturbi del potassio sierico (per es.
glicosidi digitalici e antiaritmici) ed i seguenti farmaci che inducono torsioni di punta (tachicardia ventricolare) (compresi alcuni antiaritmici), in quanto l’ipopotassiemia è un fattore predisponente le torsioni di punta (la tachicardia ventricolare): • farmaci antiaritmici di classe Ia (quali chinidina, idrochinidina, disopiramide); • farmaci antiaritmici di classe III (quali amiodarone, sotalolo, dofetilide, ibutilide); • alcuni antipsicotici (per es.
tioridazina, clorpromazina, levomepromazina, trifluoperazina, ciamemazina, sulpiride, sultopride, amisulpride, tiapride, pimozide, aloperidolo, droperidolo); • altri (per es.
bepridil, cisapride, difemanile, eritromicina e.v., alofantrina, mizolastina, pentamidina, sparfloxacina, terfenadina, vincamina e.v.).
Miorilassanti non depolarizzanti (per es.
tubocurarina)
L’effetto dei miorilassanti non depolarizzanti può essere potenziato dall’idroclorotiazide.
Farmaci anticolinergici (ad es atropina, biperiden) Aumento della biodisponibilità dei diuretici tiazidici dovuto a riduzione della motilità gastrointestinale e del tempo di svuotamento gastrico.
Farmaci antidiabetici (agenti orali e insulina) Il trattamento con un tiazidico può influenzare la tolleranza al glucosio.
Potrebbe essere necessario adattare il dosaggio del farmaco antidiabetico (vedere paragrafo 4.4).
Metformina La metformina deve essere usata con cautela a causa del rischio di acidosi lattica indotta dalla possibile insufficienza renale secondaria all’uso dell’idroclorotiazide.
Beta-bloccanti e diazossido L’effetto iperglicemico dei beta-bloccanti e del diazossido può essere incrementato dai tiazidici.
Amine pressorie (ad es.
noradrenalina)
Si potrebbe verificare una diminuzione dell’effetto delle amine pressorie.
Medicinali usati per il trattamento della gotta (quali probenecid, sulfinpirazone e allopurinolo) Può essere necessario riaggiustare il dosaggio dei farmaci uricosurici, in quanto l’idroclorotiazide può aumentare i livelli sierici di acido urico.
Può essere necessario aumentare il dosaggio di probenecid o sulfinpirazone.
La somministrazione contemporanea con diuretici tiazidici può aumentare l’incidenza delle reazioni di ipersensibilità all’allopurinolo.
Amantadina I tiazidici possono aumentare il rischio di reazioni avverse causate dall’amantadina.
Farmaci citotossici (ad es ciclofosfamide, metotressato) I tiazidici possono ridurre l’escrezione renale dei farmaci citotossici e potenziare i loro effetti mielosoppressivi.
Salicilati In caso di somministrazione di salicilati ad alte dosi, l’idroclorotiazide potrebbe potenziare l’effetto tossico dei salicilati sul sistema nervoso centrale.
Metildopa Ci sono state segnalazioni isolate di anemia emolitica secondaria all’uso concomitante di idroclorotiazide e metildopa.
Ciclosporina Il trattamento concomitante con ciclosporina potrebbe determinare un aumento del rischio di iperuricemia e di complicazioni di tipo gottoso.
Tetracicline La co-somministrazione di tetracicline e tiazidici aumenta il rischio di incremento della concentrazione di urea indotto dalle tetracicline.
Questa interazione probabilmente non riguarda la dossiciclina.

Effetti indesiderati

La sicurezza di olmesartan/amlodipina/HCT è stata valutata in studi clinici cui hanno partecipato 7826 pazienti che hanno ricevuto olmesartan medoxomil in associazione con amlodipina e idroclorotiazide.
Le reazioni avverse dagli studi clinici, dagli studi di sicurezza post-autorizzativi e dalle segnalazioni spontanee sono riassunte nella tabella 1 per olmesartan/amlodipina/HCT e per i componenti individuali olmesartan medoxomil, amlodipina e idroclorotiazide, sulla base dei profili noti di sicurezza dei singoli componenti.
Le reazioni avverse segnalate più comunemente durante il trattamento con olmesartan/amlodipina/HCT sono edema periferico, cefalea e capogiri.
Sono state usate le seguenti terminologie per classificare l’insorgenza degli effetti indesiderati: Molto comune (≥1/10); Comune (≥1/100 - <1/10); Non comune (≥1/1.000 -<1/100); Raro (≥1/10.000 - <1/1.000); Molto raro (<1/10.000); Non nota (La frequenza non può essere valutata sulla base dei dati disponibili).
Tabella 1: Prospetto generale delle reazioni avverse riportate con olmesartan/amlodipina/HCT e con i singoli componenti
ClassificazioneMedDRAClassificazione per sistemi e organi Reazioni avverse Frequenza
Olmesartan/amlodipina/ HCT Olmesart an Amlodipina HCT
Infezioni ed infestazioni Infezioni delle vie respiratorie superiori Comune   
Nasofaringite Comune   
Infezione delle vie urinarie Comune Comune  
Scialoadenite    Raro
Tumori benigni, maligni e non specificati (cisti e polipi compresi) Tumore della pelle non-melanoma (carcinoma basocellulare e carcinoma a cellule squamose)    Non nota
Patologie del sistema emolinfopoietico Leucopenia   Molto raro Raro
Trombocitopenia  Non comune Molto raro Raro
Depressione del midollo osseo    Raro
Neutropenia/Agranulocitosi    Raro
Anemia emolitica    Raro
Anemia aplastica    Raro
Disturbi del sistema immunitario Reazione anafilattica  Non comune  
Ipersensibilità al farmaco   Molto raro 
Disturbi del metabolismo e della nutrizione Iperpotassiemia Non comune Raro  
Ipopotassiemia Non comune   Comune
Anoressia    Non comune
Glicosuria    Comune
Ipercalcemia    Comune
Iperglicemia   Molto raro Comune
Ipomagnesiemia    Comune
Iponatriemia    Comune
Ipocloremia    Comune
Ipertrigliceridemia  Comune  Molto comune
Ipercolesterolemia    Molto comune
Iperuricemia  Comune  Molto comune
Alcalosi ipocloremica    Molto raro
Iperamilasemia    Comune
Disturbi psichiatrici Stato confusionale   Raro Comune
Depressione   Non comune Raro
Apatia    Raro
Irritabilità   Non comune 
Irrequietezza    Raro
Alterazioni dell’umore (inclusa ansia)   Non comune 
Disturbi del sonno (inclusa insonnia)   Non comune Raro
Patologie del sistema nervoso Capogiri Comune Comune Comune Comune
Cefalea Comune Comune Comune Raro
Capogiri posturali Non comune   
Presincope Non comune   
Disgeusia   Non comune 
Ipertonia   Molto raro 
Ipoestesia   Non comune 
Parestesia   Non comune Raro
Neuropatia periferica   Molto raro 
Sonnolenza   Comune 
Sincope   Non comune 
Convulsioni    Raro
Mancanza di appetito    Non comune
Tremori   Non comune 
Disturbo extrapiramidale   Non nota 
Patologie dell’occhio Alterazioni del visus (incluse diplopia, visione offuscata)   Comune Raro
Riduzione della lacrimazione    Raro
Peggioramento della miopia    Non comune
Xantopsia    Raro
Effusione coroidale, miopia acuta, glaucoma acuto ad angolo chiuso (vedere paragrafo 4.4)    Non nota
Patologie dell’orecchio e del labirinto Vertigini Non comune Non comune  Raro
Tinnito   Non comune 
Patologie cardiache Palpitazioni Comune  Comune 
Tachicardia Non comune   
Infarto del miocardio   Molto raro 
Aritmie (incluse bradicardia, tachicardia ventricolare e fibrillazione atriale)   Non comune Raro
Angina pectoris  Non comune Non comune (incluso aggravamento dell’angina pectoris) 
Patologie vascolari Ipotensione Comune Raro Non comune 
Vampate Non comune  Comune 
Ipotensione ortostatica    Non comune
Vasculite (inclusa angioite necrotizzante)   Molto raro Raro
Trombosi    Raro
Embolia    Raro
Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche Tosse Non comune Comune Non comune 
Bronchite  Comune  
Dispnea   Comune Raro
Faringite  Comune  
Rinite  Comune Non comune 
Polmonite interstiziale acuta    Raro
Distress respiratorio    Non comune
Sindrome da distress respiratorio acuto (ARDS) (vedere paragrafo 4.4)    Molto raro
Edema polmonare    Raro
Patologie gastrointestinali Diarrea Comune Comune  Comune
Nausea Comune Comune Comune Comune
Costipazione Comune   Comune
Bocca secca Non comune  Non comune 
Dolore addominale  Comune Comune Comune
Alterazioni del transito intestinale (inclusi diarrea e costipazione)   Comune 
Meteorismo    Comune
Dispepsia  Comune Comune 
Gastrite   Molto raro 
Irritazione gastrica    Comune
Gastroenterite  Comune  
Iperplasia gengivale   Molto raro 
Ileo paralitico    Molto raro
Pancreatite   Molto raro Raro
Vomito  Non comune Non comune Non comune
Enteropatia simil-sprue (vedere paragrafo 4.4)  Molto raro  
Patologie epatobiliari Epatite   Molto raro 
Epatite autoimmune*  Non nota  
Ittero (ittero colestatico intraepatico)   Molto raro Raro
Colecistite acuta    Raro
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo Alopecia   Non comune 
Angioedema  Raro Molto raro 
Dermatite allergica  Non comune  
Eritema multiforme   Molto raro 
Eritema    Non comune
Reazioni simil-lupus eritematoso cutaneo    Raro
Esantema  Non comune Non comune 
Dermatite esfoliativa   Molto raro 
Iperidrosi   Non comune 
Reazioni da fotosensibilità   Molto raro Non comune
Prurito  Non comune Non comune Non comune
Porpora   Non comune Non comune
Edema di Quincke   Molto raro 
Eruzione cutanea  Non comune Non comune Non comune
Riesacerbazione di lupus eritematoso cutaneo    Raro
Necrolisi epidermica tossica   Non nota Raro
Decolorazione cutanea   Non comune 
Sindrome di Stevens-Johnson   Molto raro 
Orticaria  Non comune Non comune Non comune
Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo Spasmo muscolare Comune Raro Comune 
Versamento articolare Comune   
Debolezza muscolare Non comune   Raro
Gonfiore alle caviglie   Comune 
Artralgie   Non comune 
Artrite  Comune  
Dorsalgia  Comune Non comune 
Paresi    Raro
Mialgia  Non comune Non comune 
Dolore scheletrico  Comune  
Patologie renali e urinarie Pollachiuria Comune   
Aumento della frequenza della minzione   Non comune 
Insufficienza renale acuta  Raro  
Ematuria  Comune  
Disturbi della minzione   Non comune 
Nicturia   Non comune 
Nefrite interstiziale    Raro
Insufficienza renale  Raro  Raro
Patologie dell’apparato riproduttivo e della mammella Disfunzione erettile Non comune  Non comune Non comune
Ginecomastia   Non comune 
Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione Astenia Comune Non comune Comune 
Edema periferico Comune Comune  
Affaticabilità Comune Comune Comune 
Dolore toracico  Comune Non comune 
Febbre    Raro
Sintomi similinfluenzali  Comune  
Letargia  Raro  
Malessere  Non comune Non comune 
Edema   Molto comune 
Dolore  Comune Non comune 
Edema facciale  Non comune  
Esami diagnostici Aumento della creatinina ematica Comune Raro  Comune
Aumento dell’urea plasmatica Comune Comune  Comune
Aumento dell’uricemia Comune   
Riduzione della potassiemia Non comune   
Aumento della gamma- glutamiltransferasi Non comune   
Aumento dell’alanina aminotransferasi Non comune   
Aumento dell’aspartato aminotransferasi Non comune   
Aumento degli enzimi epatici  Comune Molto raro (principalmente associato a colestasi) 
Aumento della creatinfosfochinasi plasmatica  Comune  
Riduzione ponderale   Non comune 
Aumento ponderale   Non comune 
* Dopo l’immissione in commercio sono stati segnalati casi di epatite autoimmune con una latenza che variava da pochi mesi ad anni, i quali si sono risolti dopo la sospensione di olmesartan.
Sono stati segnalati singoli casi di rabdomiolisi in associazione temporale con l'assunzione di bloccanti recettoriali dell'angiotensina II.
Sono stati riportati singoli casi di sindrome extrapiramidale in pazienti trattati con amlodipina.
Cancro della pelle non melanoma: sulla base dei dati resi disponibili dagli studi epidemiologici, è stata osservata un'associazione tra HCT e NMSC correlata alla dose-cumulativa assunta (vedere anche paragrafi 4.4 e 5.1).
Ulteriori reazioni avverse segnalate nel corso di studi clinici o nell’esperienza post-marketing con l’associazione fissa olmesartan medoxomil e amlodipina e non ancora segnalate con olmesartan/amlodipina/HCT, olmesartan medoxomil in monoterapia o amlodipina in monoterapia o segnalati con frequenza maggiore per la associazione bicomponente (Tabella 2):
Tabella 2: Associazione di Olmesartan Medoxomil e Amlodipina
Classificazione per sistemi e organi Frequenza Reazioni avverse
Disturbi del sistema immunitario Raro Ipersensibilità al farmaco
Patologie gastrointestinali Non comune Dolore ai quadranti superiori dell’addome
Patologie dell’apparato riproduttivo e della mammella Non comune Riduzione della libido
Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione Comune Edema improntabile
Non comune Letargia
Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo Non comune Dolore alle estremità
Ulteriori reazioni avverse segnalate nel corso di studi clinici o nell’esperienza post-marketing con l’associazione fissa olmesartan medoxomil e idroclorotiazide e non ancora segnalate con olmesartan/amlodipina/HCT, olmesartan medoxomil in monoterapia o idroclorotiazide in monoterapia o segnalati con frequenza maggiore per la associazione bicomponente (Tabella 3):
Tabella 3: Associazione di Olmesartan Medoxomil e Idroclorotiazide
Classificazione per sistemi e organi Frequenza Reazioni avverse
Patologie del sistema nervoso Raro Disturbi della coscienza (come perdita di coscienza)
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo Non comune Eczema
Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo Non comune Dolore alle estremità
Indagini diagnostiche Raro Lievi riduzioni dei valori medi di emoglobina e di ematocrito
Segnalazione delle reazioni avverse sospette La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale.
Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione riportato all’indirizzo https://www.aifa.gov.it/content/segnalazioni-reazioni-avverse.

Gravidanza e allattamento

Gravidanza L’uso di olmesartan/amlodipina/HCT è controindicato durante il secondo ed il terzo trimestre di gravidanza (vedere paragrafi 4.3 e 4.4).
A causa degli effetti in gravidanza dei singoli principi attivi di questa associazione, l’uso di olmesartan/amlodipina/HCT non è raccomandato durante il primo trimestre di gravidanza (vedere paragrafo 4.4).
Olmesartan medoxomil L’impiego di antagonisti dell’angiotensina II non è raccomandato nel primo trimestre di gravidanza (vedere paragrafo 4.4).
L’impiego di antagonisti dell’angiotensina II è controindicato durante il secondo e il terzo trimestre di gravidanza (vedere paragrafi 4.3 e 4.4).
Le evidenze epidemiologiche relative al rischio teratogeno in seguito all’esposizione ad ACE-inibitori durante il primo trimestre di gravidanza non sono risolutive; non è tuttavia possibile escludere un piccolo aumento del rischio.
Non sono disponibili dati epidemiologici controllati sul rischio connesso agli inibitori recettoriali dell’Angiotensina II (AIIRA), tuttavia la possibilità che esistano rischi simili per questa classe di farmaci non può essere esclusa.
A meno che la continuazione della terapia con antagonisti dei recettori dell’angiotensina II non sia considerata essenziale, le pazienti che pianificano una gravidanza devono passare a trattamenti antiipertensivi alternativi, i cui profili di sicurezza per l’uso in gravidanza siano stabiliti.
Quando la gravidanza viene confermata il trattamento con gli antagonisti recettoriali dell’angiotensina II deve essere immediatamente interrotto e, se necessario, deve essere iniziata una terapia alternativa.
È noto che nella donna l’esposizione ad AIIRA durante il secondo ed il terzo trimestre induce tossicità fetale (ridotta funzionalità renale, oligoidramnios, ritardo nell’ossificazione del cranio) e tossicità neonatale (insufficienza renale, ipotensione, iperkaliemia) (vedere anche paragrafo 5.3).
Nel caso in cui si sia verificata un’esposizione agli antagonisti recettoriali dell’angiotensina II a partire dal 2° trimestre di gravidanza è consigliabile un controllo ecografico della funzionalità renale e del cranio.
I neonati le cui madri hanno assunto antagonisti recettoriali dell’angiotensina II devono essere attentamente monitorati per ipotensione (vedere anche paragrafi 4.3 e 4.4).
Idroclorotiazide L’esperienza con idroclorotiazide durante la gravidanza è limitata, soprattutto durante il primo trimestre.
Gli studi sugli animali sono insufficienti.
L’idroclorotiazide attraversa la placenta.
Considerando il meccanismo di azione farmacologica dell’idroclorotiazide, il suo uso durante il secondo e il terzo trimestre può compromettere la perfusione fetoplacentare e causare effetti fetali e neonatali quali ittero, alterazioni dell’equilibrio elettrolitico e trombocitopenia.
L’idroclorotiazide non deve essere usata per edema gestazionale, ipertensione gestazionale o pre-eclampsia a causa del rischio di diminuzione del volume del plasma e ipoperfusione placentare, senza che vi sia alcun effetto benefico sul decorso della malattia.
L’idroclorotiazide non deve essere usata per l’ipertensione essenziale in donne in gravidanza tranne che in rare situazioni dove nessun altro trattamento può essere usato.
Amlodipina Dati su di un numero limitato di gravidanze con esposizione ad amlodipina non indicano che l’amlodipina o altri calcio antagonisti abbiano un effetto dannoso sulla salute del feto.
Tuttavia, potrebbe esserci un rischio di travaglio prolungato.
Allattamento Olmesartan/amlodipina/HCT non è raccomandato durante il periodo di allattamento al seno e sono da preferire trattamenti alternativi con comprovato profilo di sicurezza per l’uso durante l’allattamento, specialmente in caso di allattamento di neonati e prematuri.
L’olmesartan è escreto nel latte materno dei ratti.
Tuttavia, non è noto se lo stesso avvenga nel latte umano.
L’amlodipina viene escreta nel latte materno.
La percentuale della dose materna ricevuta dal neonato è stata stimata con un intervallo interquartile del 3-7%, con un massimo del 15%.
L'effetto dell’amlodipina sui neonati non è noto.
L’idroclorotiazide viene escreta nel latte materno in piccole quantità.
I tiazidici ad alte dosi, causando intensa diuresi, possono inibire la produzione del latte.
L’uso di olmesartan/amlodipina/HCT non è raccomandato durante l’allattamento.
Se olmesartan/amlodipina/HCT viene usato durante l’allattamento, si devono mantenere le dosi più basse possibili.
Fertilità In pazienti trattati con bloccanti dei canali del calcio sono state riportate modificazioni biochimiche reversibili alla testa degli spermatozoi.
Non sono disponibili dati clinici sufficienti sul potenziale effetto di amlodipina sulla fertilità.
In uno studio sui ratti, sono stati riportati effetti indesiderati sulla fertilità maschile (vedere paragrafo 5.3).

Conservazione

Questo medicinale non richiede alcuna condizione particolare di conservazione.

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Segnalazione degli effetti indesiderati
Se dovesse manifestarsi un qualsiasi effetto indesiderato, compresi quelli non elencati in questo foglio, è doveroso rivolgersi al proprio medico, ad uno specialista e/o al farmacista. La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Gli effetti indesiderati possono essere segnalati direttamente tramite il sistema nazionale di segnalazione all'indirizzo www.agenziafarmaco.it/it/responsabili. Segnalando gli effetti indesiderati si può contribuire a fornire maggiori informazioni sulla sicurezza di questo medicinale.