OLANZAPINA AUR 28CPR OROD 10MG

33,50 €

Prezzo indicativo

Principio attivo: OLANZAPINA
  • ATC: N05AH03
  • Descrizione tipo ricetta: RR - RIPETIBILE 10V IN 6MESI
  • Presenza Glutine:
  • Presenza Lattosio:

Data ultimo aggiornamento: 24/04/2016

Adulti L’olanzapina è indicata per il trattamento della schizofrenia. Nei pazienti che hanno dimostrato risposta positiva al trattamento iniziale, il proseguimento della terapia con olanzapina consente di mantenere il miglioramento clinico. L’olanzapina è indicata per il trattamento dell’episodio maniacale da moderato a grave. Nei pazienti in cui l’episodio maniacale ha risposto al trattamento con olanzapina, l’olanzapina è indicata per la prevenzione dei nuovi episodi di malattia in pazienti con disturbo bipolare (vedere paragrafo 5.1).
Ogni compressa orodispersibile contiene 5 mg di olanzapina. Ogni compressa orodispersibile contiene 10 mg di olanzapina. Ogni compressa orodispersibile contiene 15 mg di olanzapina. Ogni compressa orodispersibile contiene 20 mg di olanzapina Eccipienti con effetto noto: 5 mg Ogni compressa orodispersibile contiene 0,50 mg di aspartame. 10 mg Ogni compressa orodispersibile contiene 1,00 mg di aspartame. 15 mg Ogni compressa orodispersibile contiene 1,50 mg di aspartame. 20 mg Ogni compressa orodispersibile contiene 2,00 mg di aspartame Per l’elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1.

Controindicazioni

Ipersensibilità al principio attivo o ad uno qualsiasi degli eccipienti elencati al paragrafo 6.1.
Pazienti a rischio noto di glaucoma ad angolo chiuso.

Posologia

Posologia Adulti Schizofrenia: Il dosaggio iniziale raccomandato di olanzapina è 10 mg/die.
Episodio di mania: Il dosaggio iniziale è 15 mg da somministrare in un’unica dose giornaliera in monoterapia o 10 mg/die in terapia combinata (vedere paragrafo 5.1).
Prevenzione di nuovi episodi di malattia nel disturbo bipolare: Il dosaggio iniziale raccomandato è 10 mg/die.
Nei pazienti che stanno ricevendo olanzapina per il trattamento dell’episodio maniacale, continuare la terapia allo stesso dosaggio per la prevenzione di nuovi episodi di malattia.
Se si verifica un nuovo episodio depressivo, maniacale, o misto, il trattamento con olanzapina deve essere continuato (ottimizzando la dose in base alle necessità), con una terapia supplementare per trattare i disturbi dell’umore, come clinicamente indicato.Durante il trattamento della schizofrenia, degli episodi maniacali e nella prevenzione delle recidive di disturbo bipolare, in base alla condizione clinica del paziente il dosaggio giornaliero può successivamente essere aggiustato entro un intervallo di 5-20 mg/die.
L’incremento a una dose superiore rispetto a quella inizialmente raccomandata è consigliato solo dopo un adeguato periodo di osservazione clinica e deve generalmente attuarsi ad intervalli di tempo non inferiori alle 24 ore.
L’olanzapina può essere somministrata indipendentemente dall’assunzione dei pasti poiché l’assorbimento non è influenzato dal cibo.
Quando si interrompe la somministrazione dell’olanzapina si deve prendere in considerazione una riduzione graduale della dose.
Le compresse orodispersibili di Olanzapina Aurobindo Pharma Italia devono essere poste in bocca, dove si disperderanno rapidamente nella saliva, così da poter essere deglutite facilmente.
La rimozione dalla bocca della compressa orodispersibile integra è difficile.
Poiché la compressa orodispersibile è fragile, deve essere assunta immediatamente dopo l’apertura del blister.
In alternativa, la compressa può essere dispersa in un bicchiere pieno d’acqua o di altra bevanda adatta (succo d’arancia, succo di mela, latte o caffè) immediatamente prima dell’assunzione.
Olanzapina compressa orodispersibile è bioequivalente ad olanzapina in compresse rivestite, con una velocità e grado di assorbimento simili.
Essa presenta lo stesso dosaggio e frequenza di somministrazione di olanzapina in compresse rivestite.
Olanzapina compressa orodispersibile può essere assunta in alternativa ad olanzapina in compresse rivestite.
Popolazioni speciali Anziani Generalmente, non è richiesta una dose iniziale più bassa (5 mg/giorno), anche se una riduzione della dose deve essere presa in considerazione nei pazienti di età pari o superiore ai 65 anni quando le situazioni cliniche lo consigliano (vedere paragrafo 4.4).
Compromissione renale e/o epatica In questi pazienti si deve prendere in considerazione una dose iniziale più bassa (5 mg).
In caso di insufficienza epatica di grado moderato (cirrosi di classe A o B secondo la classificazione di Child-Pugh), la dose iniziale è di 5 mg ed ogni incremento di dose deve essere effettuato con cautela.
Fumatori Di solito, non è necessario apportare variazioni alla dose iniziale ed all’intervallo di dosaggio nei fumatori rispetto ai non fumatori.
Il metabolismo di olanzapina può essere indotto dal fumo.
Si raccomanda il monitoraggio clinico e, se necessario, può essere considerato un aumento del dosaggio di olanzapina (vedere paragrafo 4.5).
Quando sono presenti più fattori in grado di rallentare il metabolismo (pazienti di sesso femminile, anziani, non fumatori), si deve considerare la possibilità di diminuire la dose iniziale.
L’aumento di dose, quando necessario, deve essere effettuato con cautela in questi pazienti.
Nei casi in cui siano considerati necessari incrementi di dose di 2,5 mg si devono usare le compresse rivestite di olanzapina (Vedere paragrafi 4.5 e 5.2) Popolazione pediatrica L’uso di olanzapina non è raccomandato nei bambini e negli adolescenti al di sotto dei 18 anni di età a causa della mancanza di dati di sicurezza e di efficacia.
Negli studi a breve termine su pazienti adolescenti è stato segnalato un aumento di peso di maggiore rilevanza, alterazioni dei lipidi e della prolattina rispetto agli studi su pazienti adulti (vedere paragrafi 4.4, 4.8, 5.1 e 5.2).

Avvertenze e precauzioni

Durante il trattamento antipsicotico, il miglioramento della condizione clinica del paziente può richiedere da diversi giorni ad alcune settimane.
In questo periodo i pazienti devono essere attentamente controllati.
Psicosi e/o disturbi comportamentali correlati a demenza L’ olanzapina non è raccomandata per un uso nei pazienti con psicosi e/o disturbi comportamentali correlati a demenza a causa di un aumento della mortalità e del rischio di eventi avversi cerebrovascolari.
In studi clinici controllati con placebo (di durata di 6-12 settimane) su pazienti anziani (età media 78 anni) con sintomatologia psicotica e/o disturbi comportamentali correlati alla demenza, c’è stato un aumento dell’incidenza di decessi due volte superiore tra i pazienti in trattamento con olanzapina rispetto ai pazienti trattati con placebo (3,5% vs.
1,5%, rispettivamente).
La più alta incidenza di decessi non è risultata associata alla dose di olanzapina (dose giornaliera media di 4,4 mg) o alla durata del trattamento.
I fattori di rischio che possono predisporre questa popolazione di pazienti ad un aumento di mortalità comprendono l’età superiore ai 65 anni, la disfagia, la sedazione, la malnutrizione e la disidratazione, le malattie polmonari (ad es.
polmonite anche ab ingestis) o l’uso concomitante di benzodiazepine.
Tuttavia, l’incidenza di decessi è stata più alta nei pazienti trattati con olanzapina rispetto ai pazienti trattati con placebo indipendentemente da questi fattori di rischio.
Negli stessi studi clinici, sono stati riportati eventi avversi cerebrovascolari [EACV, ad es.
ictus, attacco ischemico transitorio (TIA)], alcuni dei quali fatali.
Nei pazienti trattati con olanzapina rispetto ai pazienti trattati con placebo è stato riscontrato un aumento 3 volte superiore di EACV (1,3% e vs 0,4%, rispettivamente).
Tutti i pazienti trattati con olanzapina e placebo che hanno presentato un evento cerebrovascolare avevano fattori di rischio preesistenti.
L’età superiore ai 75 anni e la demenza vascolare/mista sono stati identificati come fattori di rischio per la comparsa di EACV in corso di trattamento con olanzapina.
In questi studi non è stata stabilita l’efficacia di olanzapina.
Morbo di Parkinson Nei pazienti con malattia di Parkinson non è raccomandato l’uso di olanzapina nel trattamento della psicosi indotta da agonisti della dopamina.
Durante gli studi clinici, il peggioramento della sintomatologia parkinsoniana e le allucinazioni sono stati riferiti più comunemente e più frequentemente con olanzapina che con placebo (vedere paragrafo 4.8), inoltre l’olanzapina non è stata più efficace del placebo nel trattamento dei sintomi psicotici.
In questi studi, era richiesto che in fase iniziale i pazienti fossero mantenuti stabili con la più bassa dose efficace di medicinali anti-Parkinson (agonisti della dopamina) e che questo trattamento anti-Parkinson rimanesse lo stesso per medicinali e dosaggi impiegati per tutta la durata dello studio.
Olanzapina era somministrata inizialmente a dosi di 2,5 mg/die con un aumento graduale della dose fino ad un massimo di 15 mg/die in base al giudizio del ricercatore.
Sindrome Maligna da Neurolettici (SMN) La SMN è una condizione potenzialmente a rischio di vita associata al trattamento antipsicotico.
Casi rari riferiti come SMN sono anche stati riportati in associazione ad olanzapina.
Le manifestazioni cliniche della SMN sono iperpiressia, rigidità muscolare, alterazione dello stato mentale ed evidente instabilità del sistema nervoso autonomo (irregolarità del polso o della pressione sanguigna, tachicardia, diaforesi ed aritmia cardiaca).
Ulteriori manifestazioni possono comprendere un aumento della creatinfosfochinasi, mioglobinuria (rabdomiolisi) ed insufficienza renale acuta.
Se un paziente presenta segni e sintomi indicativi di SMN, o presenta una inspiegabile febbre elevata senza altre manifestazioni cliniche della SMN, tutti i medicinali antipsicotici, olanzapina inclusa, devono essere interrotti.
Iperglicemia e diabete Non comunemente sono stati segnalati casi iperglicemia e/o sviluppo o esacerbazione di diabete occasionalmente associato a chetoacidosi o coma, includendo qualche caso fatale (vedere paragrafo 4.8).
In alcuni casi, è stato riferito un precedente aumento di peso, che può essere un fattore predisponente.
Si raccomanda un monitoraggio clinico appropriato, in accordo con le linee guida utilizzate per gli antipsicotici, come ad es.
la misurazione della glicemia al basale, 12 settimane dopo l’inizio del trattamento con olanzapina e successivamente con frequenza annuale.
I pazienti trattati con un qualsiasi antipsicotico, compreso olanzapina, devono essere tenuti sotto osservazione per verificare l’insorgenza di segni e sintomi di iperglicemia (come polidipsia, poliuria, polifagia e debolezza) e i pazienti con diabete mellito o con fattori di rischio per il diabete mellito devono essere monitorati regolarmente per verificare il peggioramento del controllo glicemico.
Il peso deve essere monitorato regolarmente, ad es.
al basale, 4, 8 e 12 settimane dopo l’inizio del trattamento con olanzapina e successivamente con frequenza trimestrale.
Alterazioni dei lipidi Durante studi clinici controllati con placebo nei pazienti trattati con olanzapina sono state osservate alterazioni indesiderate dei lipidi (vedere paragrafo 4.8).
Le alterazioni dei lipidi devono essere trattate in maniera clinicamente appropriata, particolarmente nei pazienti dislipidemici e nei pazienti con fattori di rischio per lo sviluppo di malattie causate dai lipidi.
I pazienti trattati con un qualsiasi antipsicotico, compresa olanzapina, devono essere monitorati regolarmente per i valori lipidici in accordo con le linee guida utilizzate per gli antipsicotici, ad es.
al basale, 12 settimane dopo l’inizio del trattamento con olanzapina e successivamente ogni 5 anni.
Attività anticolinergica Anche se olanzapina ha dimostrato attività anticolinergica in vitro, l’esperienza durante studi clinici ha rivelato una bassa incidenza di effetti ad essa correlati.
Tuttavia, in considerazione della scarsa esperienza clinica con l’olanzapina in pazienti con malattie concomitanti, si consiglia cautela nella prescrizione a pazienti con ipertrofia prostatica, ileo paralitico e patologie correlate.
Funzione epatica Frequentemente sono stati osservati aumenti transitori e asintomatici delle transaminasi epatiche, (ALT), (AST), specie nelle fasi iniziali del trattamento.
Si consiglia cautela e un follow-up organizzato in pazienti con ALT e/o AST elevate, in pazienti con segni e sintomi di compromissione epatica, in pazienti con patologie preesistenti associate a una limitata riserva funzionale epatica, così come nei casi di trattamento concomitante con medicinali potenzialmente epatotossici.
Nei casi in cui sia stata diagnosticata epatite (intesa come danno epatocellulare, colestatico o entrambi), il trattamento con olanzapina deve essere sospeso.
Neutropenia Si deve prestare cautela nei pazienti con leucopenia e/o neutropenia di qualsiasi origine, nei pazienti che assumono medicinali notoriamente in grado di causare neutropenia, nei pazienti con anamnesi di mielotossicità/mielodepressione su base iatrogena, nei pazienti con mielodepressione dovuta a una malattia concomitante, nei pazienti sottoposti a radioterapia o a chemioterapia ed infine nei pazienti con situazioni di ipereosinofilia o con malattia mieloproliferativa.
È stata riportata frequentemente neutropenia con l’uso contemporaneo di olanzapina e valproato (vedere paragrafo 4.8).
Sospensione del trattamento Quando olanzapina è interrotta bruscamente sono stati segnalati raramente (≥ 0,01% e < 0,1%) sintomi acuti come sudorazione, insonnia, tremore, ansia, nausea o vomito.
Intervallo QT Negli studi clinici, in pazienti trattati con olanzapina i prolungamenti clinicamente significativi dell’intervallo QT corretto (intervallo QT corretto secondo Fridericia - QTcF - ≥ 500 millisecondi (msec) in qualsiasi momento dopo la misurazione del valore basale in pazienti con valore basale di QTcF < 500 msec) sono risultati non comuni (0,1%-1%), senza differenze importanti negli eventi cardiaci associati rispetto ai controlli con placebo.
Tuttavia, si consiglia cautela quando olanzapina viene prescritta insieme con medicinali notoriamente in grado di determinare un prolungamento dell’intervallo QT corretto, specie nel soggetto anziano, nei pazienti con sindrome congenita del QT lungo, insufficienza cardiaca congestizia, ipertrofia cardiaca, ipopotassiemia o ipomagnesiemia.
Tromboembolismo In associazione con il trattamento con olanzapina sono stati segnalati non comunemente (≥ 0,1% e < 1%) casi di tromboembolismo venoso.
Non è stata stabilita una relazione causale tra l’insorgenza di tromboembolismo venoso e il trattamento con olanzapina.
Tuttavia, dal momento che pazienti affetti da schizofrenia presentano spesso fattori di rischio acquisiti per il tromboembolismo venoso, devono essere identificati tutti i fattori di rischio possibili del TEV, come ad esempio l’immobilizzazione del paziente e devono essere adottate misure preventive.
Attività generale sul sistema nervoso centrale A causa degli effetti primari dell’olanzapina sul sistema nervoso centrale, si raccomanda cautela quando il medicinale viene assunto contemporaneamente ad alcool e ad altri medicinali ad azione centrale.
Poiché l’olanzapina dimostra di possedere in vitro un’attività dopamino-antagonista, il farmaco può antagonizzare gli effetti di agonisti dopaminergici diretti e indiretti.
Convulsioni Olanzapina deve essere usata con cautela in pazienti con anamnesi di convulsioni o che sono soggetti a fattori che possono abbassare la soglia epilettica.
Nei pazienti trattati con olanzapina, la comparsa di crisi epilettiche è stata riscontrata non comunemente.
Nella maggioranza di questi casi, le crisi epilettiche o i fattori di rischio per la comparsa di epilessia erano descritti nell’anamnesi.
Discinesia tardiva Negli studi di confronto della durata di un anno o meno, il trattamento con olanzapina ha determinato un’incidenza inferiore, statisticamente significativa, di discinesia tardiva indotta dal trattamento.
Tuttavia, il rischio di discinesia tardiva aumenta con il trattamento a lungo termine; pertanto, se in un paziente in trattamento con olanzapina si manifestano i segni o i sintomi della discinesia tardiva, si deve prendere in considerazione una riduzione del dosaggio o la sospensione del medicinale.
Tali manifestazioni sintomatologiche possono temporaneamente peggiorare o addirittura insorgere dopo la sospensione del trattamento.
Ipotensione posturale In studi clinici con olanzapina effettuati su pazienti anziani è stata osservata non frequentemente ipotensione posturale.
Si raccomanda di controllare periodicamente la pressione sanguigna in pazienti di oltre 65 anni di età.
Morte cardiaca improvvisa Nelle segnalazioni post-marketing, in pazienti trattati con olanzapina è stato riportato l’evento di morte cardiaca improvvisa.
In uno studio osservazionale retrospettivo di coorte, nei pazienti trattati con olanzapina il rischio di morte cardiaca improvvisa presunta è stato circa 2 volte quello riscontrato nei pazienti non in trattamento con antipsicotici.
Nello studio, il rischio con olanzapina è stato paragonabile al rischio valutato in un’analisi che raggruppava gli antipsicotici atipici.
Popolazione pediatrica L’uso di olanzapina non è indicato nel trattamento di bambini e adolescenti.
Studi effettuati su pazienti di età compresa tra 13 e 17 anni hanno mostrato la comparsa di varie reazioni avverse, inclusi aumento di peso, alterazioni dei parametri metabolici ed aumenti dei livelli di prolattina (vedere paragrafi 4.8 e 5.1).
Fenilalanina Olanzapina Aurobindo Pharma Italia compresse orodispersibili contiene aspartame, una fonte di fenilalanina.
Può essere dannoso per i soggetti con fenilchetonuria.
Questo medicinale contiene meno di 1 mmol (23 mg) di sodio per compressa, cioè è essenzialmente ‘senza sodio’.

Interazioni

Sono stati effettuati studi di interazione solo negli adulti.
Potenziali interazioni che riguardano olanzapina Dal momento che olanzapina è metabolizzato dal CYP1A2, le sostanze che possono specificatamente indurre o inibire questo isoenzima possono influenzare la farmacocinetica di olanzapina.
Induzione del CYP1A2 Il metabolismo di olanzapina può essere accelerato dal fumo e dalla carbamazepina, che possono portare ad una riduzione delle concentrazioni di olanzapina.
È stato osservato solo un incremento da lieve a moderato nella clearance di olanzapina.
Le conseguenze sul piano clinico sono verosimilmente limitate, ma si raccomanda un monitoraggio clinico e se necessario può essere preso in considerazione un aumento della dose di olanzapina (vedere paragrafo 4.2).
Inibizione del CYP1A2 È stato dimostrato che la fluvoxamina, uno specifico inibitore dell’attività del CYP1A2, inibisce significativamente il metabolismo di olanzapina.
Dopo somministrazione di fluvoxamina l’incremento medio della Cmax di olanzapina è stato del 54% nelle donne non fumatrici e del 77% nei maschi fumatori, mentre l’incremento medio dell’AUC di olanzapina è stato, rispettivamente, del 52% nelle donne non fumatrici e del 108% nei maschi fumatori.
Nei pazienti che stanno usando fluvoxamina o un qualsiasi altro inibitore del CYP1A2, così come ciprofloxacina, il trattamento con olanzapina deve iniziare a dosi più basse.
Se si inizia un trattamento con un inibitore del CYP1A2, deve essere valutata una riduzione della dose di olanzapina.
Diminuita biodisponibilità Il carbone attivo riduce la biodisponibilità di olanzapina per via orale del 50-60% e deve essere preso almeno 2 ore prima o dopo olanzapina.
La fluoxetina (un inibitore del CYP2D6), dosi singole di un antiacido (alluminio, magnesio) o di cimetidina non influenzano significativamente la farmacocinetica di olanzapina.
Potenziale capacità di olanzapina di influire su altri medicinali Olanzapina può antagonizzare gli effetti di agonisti dopaminergici diretti e indiretti.
Olanzapina non inibisce in vitro i principali isoenzimi del CYP450 (ad esempio 1A2, 2D6, 2C9, 2C19, 3A4).
Pertanto non c’è da aspettarsi nessuna particolare interazione come verificato dagli studi in vivo in cui non è stata trovata alcuna inibizione del metabolismo delle seguenti sostanze attive: antidepressivo triciclico (rappresentante per lo più la via CYP2D6), warfarin (CYP2C9), teofillina (CYP1A2) o diazepam (CYP3A4 e 2C19).
Olanzapina non ha mostrato interazione farmacologica quando somministrata contemporaneamente a litio o a biperidene.
Il monitoraggio terapeutico dei livelli plasmatici di valproato non ha indicato che sia richiesto un aggiustamento della dose di valproato dopo la contemporanea somministrazione di olanzapina. Attività generale del SNC Si deve usare cautela nei pazienti che consumano alcool o ricevono medicinali che possono causare depressione del SNC.
In pazienti con malattia di Parkinson e demenza l’uso contemporaneo di olanzapina con medicinali anti-Parkinson non è raccomandato (vedere paragrafo 4.4).
Intervallo QTc Si deve usare cautela se olanzapina viene somministrata contemporaneamente con medicinali noti per determinare un aumento dell’intervallo QTc (vedere paragrafo 4.4).

Effetti indesiderati

Riassunto del profilo di sicurezza Adulti Nel corso degli studi clinici le reazioni avverse, associate con l’uso di olanzapina, più frequentemente riportate (osservate in misura ≥ 1% dei pazienti) sono state sonnolenza, aumento di peso, eosinofilia, aumentati livelli di prolattina, colesterolo, glucosio e trigliceridi (vedere paragrafo 4.4), glicosuria, aumento dell’appetito, capogiro, acatisia, parkinsonismo, leucopenia, neutropenia (vedere paragrafo 4.4), discinesia, ipotensione ortostatica, effetti anticolinergici, aumenti transitori ed asintomatici delle transaminasi epatiche (vedere paragrafo 4.4), eruzione cutanea, astenia, affaticamento, piressia, artralgia, aumento della fosfatasi alcalina, gamma glutamiltransferasi alte, acido urico elevato, creatinfosfochinasi elevata ed edema.
Elenco tabulare delle reazioni avverse La seguente tabella elenca le reazioni avverse e gli esami di laboratorio osservati a seguito di segnalazioni spontanee e durante gli studi clinici.
Per ciascun gruppo di frequenza, le reazioni avverse sono riportate in ordine decrescente di gravità.
I parametri di frequenza elencati sono definiti nella seguente maniera: molto comune (≥ 1/10), comune (≥ 1/100, < 1/10), non comune (≥ 1/1.000, < 1/100), raro (≥ 1/10.000, < 1/1.000), molto raro (< 1/10.000), non nota (la frequenza non può essere definita sulla base dei dati disponibili).
Molto comune Comune Non comune Raro Non nota
Patologie del sistema emolinfopoietico  
  Eosinofilia Leucopenia10 Neutropenia10  Trombocitopenia11 
Disturbi del sistema immunitario 
   Ipersensibilità11  
Disturbi del metabolismo e della nutrizione  
Aumento di peso¹ Livelli elevati di colesterolo2,3 Livelli elevati di glucosio4 Livelli elevati di trigliceridi2,5 Glicosuria Aumento dell’appetito Sviluppo o aggravamento del diabete, talvolta associato a chetoacidosi o coma, compresi alcuni casi con esito fatale (vedere paragrafo 4.4)11 Ipotermia12 
Patologie del sistema nervoso  
Sonnolenza Capogiri Acatisia6 Parkinsonismo6 Discinesia6 Convulsioni dove nella maggior parte dei casi, erano stati segnalati fattori di rischio o anamnesi di convulsioni11 Distonia (inclusa oculorotazione)11 Discinesia tardiva11 Amnesia9 Disartria Balbuzie11 Sindrome delle gambe senza riposo11 Sindrome maligna da neurolettici (vedere paragrafo 4.4)12 Sintomi da sospensione7,12 
Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche 
   Epistassi9  
Patologie cardiache  
   Bradicardia Prolungamento dell’intervallo QTc (vedere paragrafo 4.4) Tachicardia/fibrillazione ventricolare, morte improvvisa (vedere paragrafo 4.4)11 
Patologie vascolari  
Ipotensione ortostatica10  Tromboembolismo venoso (tra cui embolia polmonare e trombosi venosa profonda) (vedere paragrafo 4.4)  
Patologie gastrointestinali  
  Lievi, transitori effetti anticolinergici compresi stipsi e secchezza della bocca Distensione addominale9 Ipersecrezione salivare11 Pancreatite11 
Patologie epatobiliari 
  Aumenti transitori ed asintomatici delle transaminasi epatiche (ALT, AST), specie nelle fasi iniziali del trattamento (vedere paragrafo 4.4)  Epatite (tra cui lesione epatocellulare, colestatica o mista)11 
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo  
  Eruzione cutanea Reazioni di fotosensibilità Alopecia  Reazione a farmaco con eosinofilia e sintomi sistemici (DRESS)
Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo  
  Artralgia9  Rabdomiolisi11 
Patologie renali e urinarie  
   Incontinenza urinaria, Ritenzione urinaria Difficoltà a iniziare la minzione11  
Patologie dell’apparato riproduttivo e della mammella 
  Disfunzione erettile negli uomini, Riduzione della libido in uomini e donne Amenorrea Ingrossamento del seno Galattorrea nelle donne Ginecomastia/Ingrossamento del seno negli uomini Priapismo12 
Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione  
  Astenia Affaticamento Edema Piressia10   
Esami diagnostici  
Livelli plasmatici elevati di prolattina8 Aumento della fosfatasi alcalina10 Creatinfosfochinasi elevata11 Gamma glutamiltransferasi elevata10 Acido urico elevato10 Aumento della bilirubina totale  
Condizioni di gravidanza, puerperio e perinatali 
    Sindrome da astinenza da farmaco neonatale (vedere paragrafo 4.6) 
¹ Si è osservato un aumento di peso clinicamente significativo in tutte le categorie basali di indice di massa corporea (IMC).
Dopo un trattamento a breve termine (durata media di 47 giorni), un aumento del peso corporeo ≥ 7% rispetto al peso corporeo basale è stato molto comune (22,2%), un aumento del peso corporeo ≥ 15% rispetto al basale è stato comune (4,2%) e un aumento del peso corporeo ≥ 25% rispetto al basale è stato non comune (0,8%).
Con l’esposizione a lungo termine (almeno 48 settimane) i pazienti il cui peso corporeo era aumentato di un valore ≥ 7%, ≥ 15% e ≥ 25% rispetto al basale sono stati molto comuni (rispettivamente 64,4%, 31,7% e 12,3%).
² Gli aumenti medi dei valori lipidici a digiuno (colesterolo totale, colesterolo LDL e trigliceridi) erano maggiori nei pazienti senza evidenza di dislipidemia al basale.
³ Osservati per livelli normali a digiuno al basale (< 5,17 mmol/l) che sono aumentati fino a diventare elevati (≥ 6,2 mmol/l).
Le variazioni dei livelli di colesterolo totale a digiuno da borderline al basale (≥ 5,17 - < 6,2 mmol/l) a elevati (≥ 6,2 mmol/l) sono state molto comuni.
4 Osservati per livelli normali a digiuno al basale (< 5,56 mmol/l) che sono aumentati fino a diventare elevati (≥ 7 mmol/l).
Le variazioni dei livelli di glucosio a digiuno da borderline al basale (≥ 5,56 - < 7 mmol/l) a elevati (≥ 7 mmol/l) sono state molto comuni.
5 Osservati per livelli normali a digiuno al basale (<1,69 mmol/l) che sono aumentati fino a diventare elevati (≥2,26 mmol/l).
Le variazioni dei livelli di trigliceridi a digiuno da borderline al basale (≥1,69 - <2,26 mmol/l) a elevati (≥2,26 mmol/l) sono state molto comuni.
6 Negli studi clinici, l’incidenza di Parkinsonismo e distonia nei pazienti trattati con olanzapina era numericamente superiore, ma non differiva in modo statisticamente significativo dal placebo.
I pazienti trattati con olanzapina presentavano un’incidenza inferiore di Parkinsonismo, acatisia e distonia rispetto a quelli trattati con dosi titolate di aloperidolo.
In mancanza di dettagliate informazioni anamnestiche relative alla presenza di disturbi del movimento acuti e tardivi di natura extrapiramidale, al momento non è possibile concludere che l’olanzapina determini una minore comparsa di discinesia tardiva e/o di altre sindromi extrapiramidali ad insorgenza tardiva.
7 Con la brusca interruzione dell’olanzapina sono stati segnalati sintomi acuti come sudorazione, insonnia, tremore, ansia, nausea e vomito.
8 In studi clinici fino a 12 settimane, le concentrazioni plasmatiche di prolattina hanno oltrepassato il limite superiore dell’intervallo normale in circa il 30% dei pazienti trattati con olanzapina che presentavano valori normali di prolattina al basale.
Nella maggior parte di questi pazienti gli aumenti sono stati generalmente lievi, e sono rimasti 2 volte al di sotto del limite superiore dell’intervallo normale.
9 Evento avverso identificato dagli studi clinici nel database integrato di Olanzapina.
10 Come valutato dai valori misurati dagli studi clinici nel database integrato di Olanzapina.
11 Evento avverso identificato dalle segnalazioni spontanee post-marketing con frequenza determinata dall’utilizzo del database integrato di Olanzapina.
12 Evento avverso identificato dalle segnalazioni spontanee post-marketing con frequenza stimata al limite superiore dell’intervallo di confidenza al 95% utilizzando database integrato di Olanzapina.
Esposizione a lungo termine (almeno 48 settimane) La percentuale dei pazienti che manifestava effetti avversi, clinicamente significativi, di aumento di peso, del glucosio, del colesterolo totale/LDL/HDL o dei trigliceridi aumentava col tempo.
Nei pazienti adulti che hanno completato 9-12 mesi di terapia, la percentuale di aumento della glicemia media si riduceva dopo circa 6 mesi.
Informazioni aggiuntive relative a popolazioni speciali In studi clinici su pazienti anziani con demenza, il trattamento con olanzapina è stato associato a una maggiore incidenza di decessi e di reazioni avverse cerebrovascolari rispetto al placebo (vedere paragrafo 4.4).
In questo gruppo di pazienti reazioni avverse molto comuni associate con l’uso di olanzapina sono state i disturbi della deambulazione e le cadute.
Comunemente sono stati osservati polmonite, aumento della temperatura corporea, letargia, eritema, allucinazioni visive e incontinenza urinaria.
In studi clinici su pazienti con psicosi iatrogena (agonisti della dopamina) associata a malattia di Parkinson, il peggioramento della sintomatologia parkinsoniana e le allucinazioni sono state riferite molto comunemente e con maggior frequenza che con placebo.
In uno studio clinico in pazienti con mania bipolare, la terapia combinata con valproato e olanzapina ha determinato un’incidenza di neutropenia del 4,1%; gli elevati livelli plasmatici di valproato potrebbero essere un potenziale fattore contribuente.
Olanzapina somministrata con litio o valproato ha dato luogo ad un’aumentata incidenza (≥ 10%) di tremore, secchezza della bocca, aumento dell’appetito ed aumento di peso.
Comunemente è stato riportato anche disturbo del linguaggio.
Durante il trattamento con olanzapina in associazione a litio o sodio valproato/acido valproico, in caso di trattamento acuto (fino a 6 settimane) si è verificato un aumento ≥ 7% del peso corporeo iniziale nel 17,4% dei pazienti.
Nei pazienti con disturbo bipolare il trattamento a lungo termine con olanzapina (fino a 12 mesi) per la prevenzione di nuovi episodi di malattia è stato associato a un aumento ≥7% del peso corporeo iniziale nel 39,9% dei pazienti.
Popolazione pediatrica Olanzapina non è indicata nel trattamento di bambini e adolescenti al di sotto di 18 anni di età.
Sebbene non siano stati effettuati studi clinici progettati per confrontare gli adolescenti con gli adulti, i dati ottenuti dagli studi su soggetti adolescenti sono stati confrontati con quelli ottenuti da studi sull’adulto.
La seguente tabella riassume le reazioni avverse riportate con maggiore frequenza nei pazienti adolescenti (di età compresa tra 13 e 17 anni) rispetto ai pazienti adulti o le reazioni avverse riportate esclusivamente durante studi clinici a breve termine condotti su pazienti adolescenti.
Un aumento di peso clinicamente significativo (≥ 7%) sembra verificarsi più frequentemente nella popolazione adolescente rispetto agli adulti per esposizioni simili.
L’entità dell’aumento di peso e la percentuale dei pazienti adolescenti che presentavano un aumento di peso clinicamente significativo sono risultati maggiori nell’esposizione a lungo termine (almeno 24 settimane) che in quella a breve termine.
All’interno di ciascuna classe di frequenza, le reazioni avverse sono riportate in ordine decrescente di gravità.
I termini di frequenza elencati sono definiti come segue: Molto comune (≥ 1/10), comune (≥ 1/100, < 1/10).
a) Disturbi del metabolismo e della nutrizione
b) Molto comune: aumento di peso13, livelli elevati di trigliceridi14, aumento dell’appetito.
c) Comune: livelli elevati di colesterolo15.
d) Patologie del sistema nervoso
e) Molto comune: sedazione (tra cui: ipersonnia, letargia, sonnolenza).
f) Patologie gastrointestinali
g) Comune: secchezza della bocca.
h) Patologie epatobiliari
i) Molto comune: aumenti delle transaminasi epatiche (ALT/AST; vedere paragrafo 4.4).
j) Esami diagnostici
k) Molto comune: riduzione della bilirubina totale, aumento delle GGT, aumentati livelli di prolattinemia16.
13 Dopo un trattamento a breve termine (durata media di 22 giorni), un aumento del peso corporeo (kg) ≥ 7% rispetto al basale è stato molto comune (40,6%), un aumento del peso corporeo ≥ 15% rispetto al basale è stato comune (7,1%) e un aumento del peso corporeo ≥ 25% rispetto al basale è stato comune (2,5%).
Con un’esposizione a lungo termine (almeno 24 settimane), il peso corporeo rispetto al basale era aumentato di un valore ≥ 7% nell’89,4% dei pazienti, di un valore ≥ 15% nel 55,3% dei pazienti e di un valore ≥ 25% nel 29,1% dei pazienti.
14 Osservato per livelli normali a digiuno al basale (<1,016 mmol/l) che sono aumentati fino a diventare elevati (≥1,467 mmol/l) e variazioni dei trigliceridi a digiuno da borderline al basale (≥ 1,016 mmol/l - <1,467 mmol/l) a elevati (≥1,467 mmol/l).
15 Variazioni dei livelli di colesterolo totale a digiuno da normale al basale (<4,39 mmol/l) a elevati (≥5,17 mmol/l) sono stati osservati comunemente.
Le variazioni dei livelli di colesterolo totale a digiuno da borderline al basale (≥4,39 - <5,17 mmol/l) a elevati (≥5,17 mmol/l) sono state molto comuni.
16 Aumentati livelli di prolattinemia sono stati riportati nel 47,4% dei pazienti adolescenti.
Segnalazione delle reazioni avverse sospette La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale.
Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite sistema nazionale di segnalazione all’indirizzo www.aifa.gov.it/content/segnalazioni-reazioni-avverse.

Gravidanza e allattamento

Gravidanza Non esistono studi adeguati e ben controllati su donne in stato di gravidanza.
Le pazienti devono essere avvertite sulla necessità di informare il proprio medico in caso di gravidanza in atto o programmata in corso di trattamento con olanzapina.
Tuttavia, poiché l’esperienza nell’uomo è limitata, olanzapina deve essere usata in gravidanza solo se il potenziale beneficio giustifica un potenziale rischio per il feto.
I bambini appena nati esposti agli antipsicotici (inclusa olanzapina) durante il terzo trimestre di gravidanza sono a rischio di reazioni avverse inclusi sintomi extrapiramidali e/o da astinenza, la cui gravità e durata possono variare dopo il parto.
Sono stati riferiti casi di agitazione, ipertonia, ipotonia, tremore, sonnolenza, difficoltà respiratoria o disturbo della nutrizione.
Di conseguenza i neonati devono essere attentamente monitorati.
Allattamento In uno studio effettuato su donne sane durante il periodo di allattamento al seno, olanzapina è stata escreta nel latte materno.
Allo steady state l’esposizione media del lattante (in mg/kg) è stata valutata essere l’1,8% della dose materna di olanzapina (in mg/kg).
Le pazienti devono essere avvertite di non allattare al seno mentre sono in terapia con olanzapina.
Fertilità Gli effetti sulla fertilità non sono noti (vedere paragrafo 5.3 per le informazioni precliniche).

Conservazione

Conservare nella confezione originale per proteggere il medicinale dalla luce e dall’umidità.

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Segnalazione degli effetti indesiderati
Se dovesse manifestarsi un qualsiasi effetto indesiderato, compresi quelli non elencati in questo foglio, è doveroso rivolgersi al proprio medico, ad uno specialista e/o al farmacista. La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Gli effetti indesiderati possono essere segnalati direttamente tramite il sistema nazionale di segnalazione all'indirizzo www.agenziafarmaco.it/it/responsabili. Segnalando gli effetti indesiderati si può contribuire a fornire maggiori informazioni sulla sicurezza di questo medicinale.