NIMVASTID 56CPS 4,5MG

43,15 €

Prezzo indicativo

Principio attivo: RIVASTIGMINA IDROGENO TARTRATO
  • ATC: N06DA03
  • Descrizione tipo ricetta: RRL - LIMITATIVA RIPETIBILE
  • Presenza Glutine:
  • Presenza Lattosio:

Data ultimo aggiornamento: 06/05/2012

Trattamento sintomatico della demenza di Alzheimer da lieve a moderatamente grave. Trattamento sintomatico della demenza da lieve a moderatamente grave in pazienti con malattia di Parkinson idiopatica.
Ogni capsula rigida contiene rivastigmina idrogeno tartrato pari a 4,5 mg di rivastigmina. Per l’elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1.

Controindicazioni

L’uso di questo medicinale è controindicato nei pazienti con ipersensibilità nota al principio attivo rivastigmina, ad altri derivati del carbammato o ad uno qualsiasi degli eccipienti elencati al paragrafo 6.1. Precedenti episodi di reazioni al sito di applicazione verificatisi con rivastigmina cerotto, riconducibili a dermatite allergica da contatto (vedere paragrafo 4.4).

Posologia

Il trattamento deve essere iniziato e controllato da un medico esperto nella diagnosi e terapia della demenza di Alzheimer o della demenza associata alla malattia di Parkinson.
La diagnosi deve essere effettuata in accordo con le attuali linee guida.
La terapia con rivastigmina deve essere iniziata solo se sono disponibili le persone che assistono abitualmente il paziente che controllino regolarmente l’assunzione del medicinale da parte del paziente.
Posologia La rivastigmina va somministrata due volte al giorno, a colazione e a cena.
Le capsule vanno deglutite intere.
Dose iniziale 1,5 mg due volte al giorno.
Titolazione del dosaggio La dose iniziale è di 1,5 mg due volte al giorno.
Se questa dose risulta ben tollerata per almeno due settimane di trattamento, potrà essere aumentata a 3 mg due volte al giorno.
Successivi aumenti a 4,5 e poi a 6 mg due volte al giorno dovranno sempre basarsi sulla buona tollerabilità, per almeno due settimane, della dose in corso di somministrazione.
Se durante il trattamento dovessero comparire reazioni avverse (es.
nausea, vomito, dolore addominale, perdita dell’appetito), perdita di peso o peggioramento dei sintomi extrapiramidali (es.
tremore) nei pazienti con demenza associata alla malattia di Parkinson, queste potrebbero rispondere alla sospensione di una o più dosi del medicinale.
In caso di persistenza delle reazioni avverse la dose giornaliera deve essere temporaneamente ridotta alla dose precedente ben tollerata, oppure può essere interrotto il trattamento.
Dose di mantenimento La dose efficace è da 3 a 6 mg due volte al giorno; per raggiungere il massimo beneficio terapeutico i pazienti devono essere mantenuti al più alto dosaggio ben tollerato.
La dose massima raccomandata è di 6 mg due volte al giorno.
Il trattamento di mantenimento può essere continuato fino a quando sia riscontrabile un beneficio terapeutico.
Pertanto il beneficio clinico della rivastigmina deve essere rivalutato regolarmente, in particolare per i pazienti trattati con dosi inferiori a 3 mg due volte al giorno.
Se dopo 3 mesi di terapia con la dose di mantenimento il peggioramento dei sintomi della demenza non viene influenzato positivamente, il trattamento deve essere interrotto.
Anche nel caso in cui non sia più riscontrabile un effetto terapeutico, si deve prendere in considerazione l’interruzione del trattamento.
La risposta individuale alla rivastigmina non è prevedibile.
Comunque un maggiore effetto terapeutico è stato riscontrato nei pazienti con malattia di Parkinson con demenza di grado moderato.
Alla stessa maniera un più ampio effetto è stato osservato nei pazienti con malattia di Parkinson con allucinazioni visive (vedere paragrafo 5.1).
Non è stato studiato l’effetto terapeutico in studi clinici controllati verso placebo della durata di oltre 6 mesi.Reintroduzione della terapia Se il trattamento viene interrotto per parecchi giorni, si deve riprendere la terapia partendo da 1,5 mg due volte al giorno.
La titolazione del dosaggio deve poi essere eseguita come descritto sopra.
Compromissione della funzionalità renale e epaticaNon sono necessari aggiustamenti posologici nei pazienti con compromissione della funzionalità renale o epatica da lieve a moderata.
Tuttavia, a causa dell’aumentata esposizione al medicinale in questi pazienti la posologia deve essere accuratamente titolata a seconda della tollerabilità individuale, poichè i pazienti con compromissione della funzionalità renale o epatica clinicamente significativa possono manifestare più reazioni avverse.
I pazienti con grave compromissione della funzionalità epatica non sono stati studiati (vedere paragrafi 4.4 e 5.2).
Popolazione pediatrica Non esiste alcuna indicazione per un uso specifico di Nimvastid nella popolazione pediatrica nel trattamento della malattia di Alzheimer.

Avvertenze e precauzioni

L’incidenza e la gravità delle reazioni avverse generalmente aumenta alle dosi più alte.
Se si interrompe il trattamento per parecchi giorni, si deve riprendere la terapia partendo da 1,5 mg due volte al giorno per ridurre il rischio di reazioni avverse (es.
vomito).
Con rivastigmina cerotto si possono verificare reazioni cutanee al sito di applicazione, solitamente di intensità da lieve a moderata.
Queste reazioni non sono necessariamente un segnale di sensibilizzazione.
Tuttavia l’uso di rivastigmina cerotto può portare allo sviluppo di dermatite allergica da contatto.
Si deve sospettare una dermatite allergica da contatto se le reazioni al sito di applicazione si estendono oltre la zona in cui è stato applicato il cerotto, se c’è evidenza di una reazione locale più intensa (per esempio eritema in aumento, edema, papule, vescicole) e se i sintomi non migliorano significativamente nelle 48 ore successive alla rimozione del cerotto.
In questi casi il trattamento deve essere interrotto (vedere paragrafo 4.3).
I pazienti in cui si verificano reazioni al sito di applicazione riconducibili a dermatite allergica da contatto dovuta a rivastigmina cerotto e che richiedono ancora il trattamento con rivastigmina devono passare alla somministrazione orale di rivastigmina solo dopo aver verificato la negatività al test allergologico e sotto stretto controllo medico.
E’ possibile che alcuni pazienti sensibilizzati a rivastigmina in seguito all’esposizione a rivastigmina cerotto non siano in grado di assumerla in alcuna forma.
Dopo la commercializzazione sono stati segnalati rari casi di reazioni di ipersensibilità con eruzioni cutanee disseminate indipendentemente dalla via di somministrazione (orale, transdermica) di rivastigmina.
In questi casi, il trattamento deve essere interrotto (vedere paragrafo 4.3).
I pazienti e coloro che assistono abitualmente i pazienti devono essere adeguatamente istruiti in merito.
Titolazione del dosaggio: subito dopo l’aumento della dose sono state osservate reazioni avverse (es.
ipertensione e allucinazioni in pazienti con demenza di Alzheimer e peggioramento dei sintomi extrapiramidali, in particolare tremore, in pazienti con demenza associata a malattia di Parkinson).
Queste possono essere sensibili ad una riduzione della dose.
In altri casi, la somministrazione di rivastigmina è stata interrotta (vedere paragrafo 4.8).
Disturbi gastrointestinali quali nausea, vomito e diarrea sono dose–dipendenti e si possono verificare in modo particolare all’inizio del trattamento e/o in occasione di incrementi posologici (vedere paragrafo 4.8).
Queste reazioni avverse si verificano più frequentemente nelle donne.
I pazienti che mostrano segni o sintomi di disidratazione in seguito a vomito o diarrea prolungati possono essere trattati con fluidi endovena e con la riduzione del dosaggio o l’interruzione del trattamento, se riconosciuti e trattati tempestivamente.
La disidratazione può essere associata ad eventi gravi.
I pazienti con malattia di Alzheimer tendono a perdere peso.
L’uso degli inibitori delle colinesterasi, rivastigmina compresa, è stato associato a perdita di peso in questi pazienti.
Durante la terapia il peso corporeo dei pazienti deve essere controllato.
Qualora si verificassero, in associazione al trattamento con rivastigmina, episodi di vomito di grado severo, si deve procedere con opportuni aggiustamenti della dose come raccomandato al paragrafo 4.2.
Alcuni episodi di vomito di grado severo sono stati accompagnati da rottura esofagea (vedere paragrafo 4.8).
Tali episodi si sono verificati in particolare dopo incrementi del dosaggio di rivastigmina o dopo la somministrazione di alte dosi.
Si deve prestare attenzione alla somministrazione di rivastigmina in pazienti con disfunzione del nodo del seno o difetti della conduzione (blocco seno–atriale, blocco atrio–ventricolare) (vedere paragrafo 4.8).
La rivastigmina può provocare un aumento delle secrezioni acide gastriche.
Si raccomanda particolare prudenza nel trattamento di pazienti con ulcera gastrica o duodenale in fase attiva o in pazienti predisposti a questo tipo di disturbi.
Gli inibitori delle colinesterasi devono essere prescritti con cautela a pazienti con anamnesi positiva di asma o broncopneumopatia ostruttiva.
I colinomimetici possono causare o peggiorare ostruzioni urinarie e crisi convulsive.
Si raccomanda cautela nel trattamento di pazienti predisposti a questo tipo di disturbi.
L’impiego di rivastigmina in pazienti con grave demenza di Alzheimer o associata alla malattia di Parkinson, o altri tipi di demenza, o altri tipi di disturbi della memoria (es.
declino cognitivo correlato all’età) non è stato oggetto di studio, e pertanto se ne sconsiglia l’uso in queste popolazioni di pazienti.
Come altri colinomimetici, la rivastigmina può peggiorare o indurre sintomi extrapiramidali.
Nei pazienti con demenza associata alla malattia di Parkinson sono stati osservati un peggioramento (comprendente bradicinesia, discinesia, andatura anormale) ed un’aumentata incidenza o gravità del tremore (vedere paragrafo 4.8).
Tali eventi possono, in alcuni casi, portare alla sospensione di rivastigmina (es.
interruzione causata dal tremore nell’1,7% dei pazienti con rivastigmina verso 0% in placebo).
Per queste reazioni avverse si raccomanda il monitoraggio clinico.
Popolazioni particolari I pazienti con compromissione della funzionalità renale o epatica clinicamente significativa possono manifestare più reazioni avverse (vedere paragrafi 4.2 e 5.2).
I pazienti con grave compromissione della funzionalità epatica non sono stati studiati.
Nimvastid può comunque essere utilizzato in questi pazienti ed è necessario un attento monitoraggio.
I pazienti con peso corporeo inferiore a 50 kg possono manifestare più reazioni avverse e possono essere più facilmente costretti ad interrompere il trattamento a causa di reazioni avverse.

Interazioni

Essendo un inibitore della colinesterasi, la rivastigmina può aumentare gli effetti dei miorilassanti di tipo succinilcolinico durante l’anestesia.
Si raccomanda cautela nella scelta degli anestetici.
Se necessario, si possono prendere in considerazione aggiustamenti della dose o la sospensione temporanea del trattamento.
Per i suoi effetti farmacodinamici, la rivastigmina non va somministrata in associazione con altre sostanze colinomimetiche; e può interferire con l’attività di medicinali anticolinergici.
In studi su volontari sani nessuna interazione farmacocinetica è stata osservata fra rivastigmina e digossina, warfarin, diazepam o fluoxetina.
L’aumento del tempo di protrombina indotto da warfarin non è modificato dalla somministrazione di rivastigmina.
Con la somministrazione concomitante di digossina e rivastigmina non sono stati osservati effetti indesiderati sulla conduzione cardiaca.
Considerando il suo metabolismo, appaiono improbabili interazioni farmacometaboliche con altri medicinali, sebbene la rivastigmina possa inibire il metabolismo di altre sostanze mediato dalla butirrilcolinesterasi.

Effetti indesiderati

Riassunto del profilo di sicurezza Le reazioni avverse (ADR) segnalate più comunemente sono di natura gastrointestinale e comprendono nausea (38%) e vomito (23%), soprattutto durante la fase di titolazione.
Negli studi clinici le donne sono risultate più sensibili degli uomini alle reazioni gastrointestinali e alla perdita di peso.
Elenco tabellare delle reazioni avverse Le reazioni avverse in Tabella 1 e in Tabella 2 sono elencate secondo la classificazione MedDRA per sistemi e organi e per classe di frequenza.
Le classi di frequenza sono definite utilizzando i seguenti parametri convenzionali: molto comune (≥1/10), comune (≥1/100; <1/10), non comune (≥1/1.000; <1/100), raro (≥1/10.000; <1/1.000), molto raro (<1/10.000); non nota (la frequenza non può essere definita sulla base dei dati disponibili).
La Tabella 1 mostra le reazioni avverse raccolte in pazienti con demenza di Alzheimer trattati con rivastigmina.
Tabella 1
Infezioni ed infestazioni
Molto raroInfezioni urinarie
Disturbi del metabolismo e della nutrizione
Molto comuneAnoressia
Non notaDisidratazione
Disturbi psichiatrici
ComuneAgitazione
ComuneConfusione
ComuneAnsia
Non comuneInsonnia
Non comuneDepressione
Molto raroAllucinazioni
Non notaAggressività, irrequietezza
Patologie del sistema nervoso
Molto comuneCapogiri
ComuneCefalea
ComuneSonnolenza
ComuneTremori
Non comuneSincope
RaroCrisi convulsive
Molto raroSintomi extrapiramidali (incluso un peggioramento della malattia di Parkinson)
Patologie cardiache
RaroAngina pectoris
Molto raroAritmia cardiaca (es.
bradicardia, blocco atrio–ventricolare, fibrillazione atriale e tachicardia)
Non notaSindrome del nodo del seno
Patologie vascolari
Molto raroIpertensione
Patologie gastrointestinali
Molto comuneNausea
Molto comuneVomito
Molto comuneDiarrea
ComuneDolore addominale e dispepsia
RaroUlcera gastrica e duodenale
Molto raroEmorragia gastrointestinale
Molto raroPancreatite
Non notaAlcuni episodi gravi di vomito sono stati accompagnati da rottura esofagea (vedi paragrafo 4.4)
Patologie epatobiliari
Non comuneAlterazione dei test di funzionalità epatica
Non notaEpatite
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo
ComuneIperidrosi
RaroRash cutanei
Non notaPrurito, reazioni di ipersensibilità cutanee disseminate
Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione
ComuneFatica ed astenia
ComuneMalessere
Non comuneCadute accidentali
Esami diagnostici
ComunePerdita di peso
La Tabella 2 mostra le reazioni avverse segnalate in studi clinici condotti in pazienti con demenza associata alla malattia di Parkinson trattati con rivastigmina capsule.
Tabella 2
Disturbi del metabolismo e della nutrizione
ComuneDiminuzione dell’appetito
ComuneDisidratazione
Disturbi psichiatrici
ComuneInsonnia
ComuneAnsia
ComuneIrrequietezza
ComuneAllucinazioni visive
ComuneDepressione
Non notaAggressività
Patologie del sistema nervoso
Molto comuneTremori
ComuneCapogiri
ComuneSonnolenza
ComuneCefalea
ComunePeggioramento della malattia di Parkinson
ComuneBradicinesia
ComuneDiscinesia
ComuneIpocinesia
ComuneRigidità a ruota dentata
Non comuneDistonia
Patologie cardiache
ComuneBradicardia
Non comuneFibrillazione atriale
Non comuneBlocco atrio–ventricolare
Non notaSindrome del nodo del seno
Patologie vascolari
ComuneIpertensione
Non comuneIpotensione
Patologie gastrointestinali
Molto comuneNausea
Molto comuneVomito
ComuneDiarrea
ComuneDolore addominale e dispepsia
ComuneIpersecrezione salivare
Patologie epatobiliari
Non notaEpatite
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo
ComuneIperidrosi
Non notaReazioni di ipersensibilità con eruzioni cutanee disseminate
Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione
Molto comuneCadute
ComuneFatica ed astenia
ComuneDisturbi dell’andatura
ComuneAndatura parkinsoniana
Nella Tabella 3 sono elencati il numero e la percentuale dei pazienti che hanno partecipato ad uno specifico studio clinico della durata di 24 settimane, condotto in pazienti con demenza associata alla malattia di Parkinson trattati con rivastigmina, in cui si sono verificati eventi avversi pre–definiti che potrebbero riflettersi in un peggioramento dei sintomi parkinsoniani.Tabella 3
Eventi avversi pre–definiti che potrebbero riflettersi in un peggioramento dei sintomi parkinsoniani in pazienti con demenza associata alla malattia di Parkinson Rivastigmina Placebo
N (%) N (%)
Totale pazienti studiati362 (100)179 (100)
Totale pazienti con eventi avversi pre–definiti99 (27,3)28 (15,6)
Tremore37 (10,2)7 (3,9)
Cadute21 (5,8)11 (6,1)
Malattia di Parkinson (peggioramento)12 (3,3)2 (1,1)
Ipersecrezione salivare5 (1,4)0
Discinesia5 (1,4)1 (0,6)
Parkinsonismo8 (2,2)1 (0,6)
Ipocinesia1 (0,3)0
Disturbi del movimento1 (0,3)0
Bradicinesia9 (2,5)3 (1,7)
Distonia3 (0,8)1 (0,6)
Andatura anormale5 (1,4)0
Rigidità muscolare1 (0,3)0
Disturbi dell’equilibrio3 (0,8)2 (1,1)
Rigidità muscolo–scheletrica3 (0,8)0
Irrigidimento1 (0,3)0
Disfunzioni motorie1 (0,3)0
Segnalazioni di sospette reazioni avverse Riportare le segnalazioni di sospette reazioni avverse dopo l’autorizzazione del medicinale è importante.
Questo consente un monitoraggio continuo del rapporto rischio/beneficio del medicinale.
Gli operatori sanitari sono tenuti a segnalare eventuali sospette reazioni avverse attraverso il sistema di monitoraggio nazionale di cui all’appendice V.

Gravidanza e allattamento

Gravidanza Non sono disponibili dati clinici relativi all’esposizione in gravidanza.
In studi peri–postnatali nel ratto, è stato osservato un aumento del tempo di gestazione.
Rivastigmina non deve essere usata durante la gravidanza, se non in caso di assoluta necessità.
Allattamento Negli animali, la rivastigmina viene escreta nel latte.
Non è noto se la rivastigmina sia escreta nel latte umano e quindi le donne trattate con rivastigmina non devono allattare.
Fertilità Non sono stati osservati effetti sulla fertilità o sullo sviluppo embriofetale in ratti e conigli, ad eccezione delle dosi alle quali si è manifestata tossicità nella madre.

Conservazione

Questo medicinale non richiede alcuna istruzione particolare per la conservazione.

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Segnalazione degli effetti indesiderati
Se dovesse manifestarsi un qualsiasi effetto indesiderato, compresi quelli non elencati in questo foglio, è doveroso rivolgersi al proprio medico, ad uno specialista e/o al farmacista. La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Gli effetti indesiderati possono essere segnalati direttamente tramite il sistema nazionale di segnalazione all'indirizzo www.agenziafarmaco.it/it/responsabili. Segnalando gli effetti indesiderati si può contribuire a fornire maggiori informazioni sulla sicurezza di questo medicinale.