NEXVIADYME EV 1FL 100MG POLV
1.638,44 €
Prezzo indicativo
Data ultimo aggiornamento: 25/01/2024
Nexviadyme (avalglucosidasi alfa) è indicato per la terapia enzimatica sostitutiva (enzyme replacement therapy, ERT) a lungo termine in pazienti con diagnosi confermata di malattia di Pompe (deficit di α-glucosidasi acida).
Ogni flaconcino contiene 100 mg di avalglucosidasi alfa. Dopo la ricostituzione, ogni flaconcino contiene un volume estraibile totale di 10 mL a una concentrazione di 10 mg di avalglucosidasi alfa* per ml. *Avalglucosidasi alfa è una α-glucosidasi acida umana prodotta mediante tecnologia del DNA ricombinante utilizzando colture di cellule di ovaio di criceto cinese (Chinese hamster ovary cells, CHO), successivamente coniugata con circa 7 strutture di esamannosio (ciascuna contenente due porzioni terminali di mannosio-6-fosfato (mannose-6-phosphate, M6P) a residui di acido sialico ossidato sulla molecola, aumentando così i livelli di bis-M6P. Per l’elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1.
Controindicazioni
- Ipersensibilità potenzialmente letale al principio attivo o a uno qualsiasi degli eccipienti elencati al paragrafo 6.1 quando il rechallenge non ha avuto successo (vedere paragrafi 4.4 e 4.8).
Posologia
- Il trattamento con Nexviadyme deve essere somministrato sotto la supervisione di un medico esperto nella gestione dei pazienti affetti da malattia di Pompe o da altre patologie metaboliche o neuromuscolari ereditarie.
Posologia I pazienti possono essere pretrattati con antistaminici, antipiretici e/o corticosteroidi per prevenire o ridurre le reazioni allergiche.
La dose raccomandata di avalglucosidasi alfa è di 20 mg/kg di peso corporeo, somministrati una volta ogni 2 settimane.
Aggiustamento della posologia per pazienti con IOPD Per i pazienti IOPD (malattia di Pompe a esordio infantile) in trattamento con 20 mg/kg, che non manifestano un miglioramento o che presentano una risposta insufficiente nella funzione cardiaca, respiratoria e/o motoria, deve essere preso in considerazione un aumento della dose a 40 mg/kg a settimane alterne in assenza di problemi di sicurezza (ad es.
ipersensibilità severa, reazioni anafilattiche o rischio di sovraccarico di liquidi).
Nei pazienti che non tollerano avalglucosidasi alfa a 40 mg/kg a settimane alterne (ad es.
ipersensibilità severa, reazioni anafilattiche o rischio di sovraccarico di liquidi), considerare di ridurre la dose a 20 mg/kg a settimane alterne (vedere paragrafo 4.4).
Popolazioni speciali Pazienti anziani Non è richiesto alcun aggiustamento della dose nei pazienti >65 anni.
Compromissione epatica La sicurezza e l’efficacia di avalglucosidasi alfa in pazienti con compromissione epatica non sono state valutate e non può essere raccomandata alcuna posologia specifica per questi pazienti.
Compromissione renale Non sono necessari aggiustamenti della dose nei pazienti con compromissione renale lieve.
La sicurezza e l’efficacia di avalglucosidasi alfa in pazienti con compromissione renale moderata e severa non sono state valutate e non può essere raccomandata alcuna posologia specifica per questi pazienti (vedere paragrafo 5.2).
Popolazione pediatrica (pazienti di età pari o inferiore a 6 mesi) La sicurezza e l’efficacia di avalglucosidasi alfa nei bambini di età pari o inferiore a 6 mesi non sono ancora state stabilite.
Non sono disponibili dati in pazienti di età pari o inferiore a 6 mesi.
Modo di somministrazione I flaconcini di Nexviadyme sono solo monouso e il medicinale deve essere somministrato mediante infusione endovenosa.
L’infusione va somministrata in modo incrementale in base alla risposta e al comfort del paziente.
Si consiglia di iniziare l’infusione a una velocità iniziale di 1 mg/kg/ora con un graduale aumento ogni 30 minuti in assenza di segni di reazioni associate all’infusione (IAR), in conformità alla Tabella 1.
I segni vitali devono essere ottenuti a ogni fase, prima di aumentare la velocità di infusione.
Tabella 1.
Programma della velocità di infusione
a Per i pazienti con una dose raccomandata di 20 mg/kg e peso corporeo compreso tra 1,25-5 kg è possibile applicare una velocità di infusione massima di 4,8 mg/kg/ora.b Per i pazienti IOPD che non hanno ottenuto miglioramenti, si raccomanda un aumento della dose a 40 mg/kg a settimane alterne.Dose raccomandata Velocità di infusione (mg/kg/ora) Durata approssimativa (ore) fase 1 fase 2 fase 3 fase 4 fase 5 20 mg/kg 1 3 5a 7a NA da 4 a 5 40 mg/kg Processo in 4 fasi 1 3 5 7 NA 7 Processo in 5 fasib 1 3 6 8 10b 5
Per un peso corporeo compreso tra 1,25-5 kg è possibile applicare una velocità di infusione massima di 9,6 mg/kg/ora.
In caso di anafilassi o reazione di ipersensibilità severa o reazioni correlate alle infusioni severe, la somministrazione di Nexviadyme deve essere interrotta immediatamente e deve essere avviato un trattamento medico appropriato.
In caso di reazioni da ipersensibilità o IAR da lievi a moderate, la velocità di infusione può essere ridotta o temporaneamente sospesa e/o avviato un trattamento medico appropriato (vedere paragrafo 4.4).
I sintomi possono persistere nonostante la sospensione temporanea dell’infusione; pertanto, il medico deve attendere almeno 30 minuti ai fini della risoluzione dei sintomi delle reazioni prima di decidere di interrompere l’infusione per il resto della giornata.
Se i sintomi scompaiono, la velocità di infusione deve essere ripresa per 30 minuti a una velocità pari alla metà o inferiore alla velocità alla quale si sono verificate le reazioni, seguita da un aumento della velocità di infusione del 50% per 15-30 minuti.
Se i sintomi non si ripresentano, la velocità di infusione deve essere aumentata alla velocità alla quale si sono verificate le reazioni e considerare di continuare ad aumentare la velocità in modo graduale fino a raggiungere la velocità massima.
Infusione domiciliare L’infusione domiciliare di Nexviadyme può essere presa in considerazione per i pazienti che tollerano bene le infusioni e non presentano anamnesi di IAR moderate o severe per alcuni mesi.
La decisione di procedere all’infusione domiciliare per un paziente deve essere presa previa valutazione e raccomandazione del medico.
Quando si valuta l’idoneità del paziente a ricevere l’infusione domiciliare, occorre tenere in considerazione le comorbilità di base e la capacità di aderire ai requisiti dell’infusione domiciliare.
Devono essere considerati i seguenti criteri: • il paziente non deve presentare alcuna condizione concomitante in corso che, a giudizio del medico, possa influire sulla capacità del paziente di tollerare l’infusione; • il paziente è considerato clinicamente stabile.
Prima dell’inizio dell’infusione domiciliare deve essere effettuata una valutazione completa; • il paziente deve avere ricevuto infusioni di Nexviadyme per alcuni mesi sotto la supervisione di un medico esperto nella gestione di pazienti con malattia di Pompe e ciò può avvenire in un ospedale o in un altro contesto appropriato di cure ambulatoriali.
La documentazione di un modello di infusioni ben tollerate in assenza di IAR o in presenza di IAR lievi che siano state controllate mediante premedicazione è un prerequisito per l’inizio dell’infusione domiciliare; • il paziente deve essere d’accordo ad eseguire il trattamento a casa e deve essere in grado di attenersi alle procedure di infusione domiciliare; • è necessario definire e mettere a disposizione dell’operatore sanitario le infrastrutture, le risorse e le procedure per l’infusione domiciliare, inclusa la formazione.
L’operatore sanitario deve essere sempre disponibile durante l’intera durata dell’infusione domiciliare e per un periodo di tempo specificato dopo l’infusione, a seconda della tolleranza del paziente prima di iniziare l’infusione domiciliare.
Se il paziente manifesta reazioni avverse durante l’infusione domiciliare, la procedura di infusione deve essere interrotta immediatamente e deve essere iniziato un trattamento medico appropriato (vedere paragrafo 4.4).
Le infusioni successive possono dover essere effettuate in ospedale o in un contesto ambulatoriale adeguato fino al momento in cui non si verificherà alcuna reazione avversa.
La dose e la velocità di infusione non devono essere modificate senza consultare il medico responsabile.
Per le istruzioni sulla ricostituzione e la diluizione del medicinale prima della somministrazione, vedere paragrafo 6.6. Avvertenze e precauzioni
- Tracciabilità Al fine di migliorare la tracciabilità dei medicinali biologici, il nome e il numero di lotto del prodotto somministrato devono essere chiaramente registrati.
Reazioni di ipersensibilità (inclusa anafilassi) Reazioni di ipersensibilità, compresa l’anafilassi, sono state segnalate in pazienti trattati con Nexviadyme (vedere paragrafo 4.8).
Durante la somministrazione di Nexviadyme, devono essere prontamente disponibili adeguate misure di supporto medico, tra cui apparecchiature per la rianimazione cardiopolmonare, specialmente per i pazienti con ipertrofia cardiaca e i pazienti con funzione respiratoria significativamente compromessa.
In caso di severa ipersensibilità o anafilassi, Nexviadyme deve essere interrotto immediatamente e deve essere avviato un trattamento medico appropriato.
Devono essere presi in considerazione i rischi e i benefici della risomministrazione di Nexviadyme in seguito ad anafilassi o severe reazione di ipersensibilità.
Alcuni pazienti sono stati sottoposti a rechallenge utilizzando velocità di infusione più lente con una dose inferiore rispetto alla dose raccomandata.
Nei pazienti con ipersensibilità severa, può essere presa in considerazione la procedura di desensibilizzazione a Nexviadyme.
Se si decide di somministrare nuovamente il medicinale, prestare estrema cautela e accertarsi di avere a disposizione le opportune misure di rianimazione.
Una volta che un paziente tollera l’infusione, la dose può essere aumentata per raggiungere la dose approvata.
Se si verificano reazioni di ipersensibilità lievi o moderate, la velocità di infusione può essere ridotta o sospesa temporaneamente.
Reazioni associate all’infusione (IAR) Negli studi clinici, le IAR sono state segnalate in qualsiasi momento durante e/o entro poche ore dopo l’infusione di Nexviadyme e sono risultate essere più probabili con velocità di infusione più elevate (vedere paragrafo 4.8).
I pazienti con una malattia acuta di base al momento dell’infusione di Nexviadyme sembrano essere a maggior rischio di IAR.
I pazienti affetti da malattia di Pompe in stadio avanzato possono presentare compromissione della funzione cardiaca e respiratoria, con potenziale predisposizione a un maggiore rischio di severe complicanze in seguito a IAR.
Per prevenire o ridurre le IAR possono essere somministrati antistaminici, antipiretici e/o corticosteroidi.
Tuttavia, le IAR possono comunque verificarsi nei pazienti che abbiano ricevuto il pretrattamento.
In caso di IAR severe, deve essere presa in considerazione l’interruzione immediata della somministrazione di Nexviadyme e deve essere avviato un trattamento medico appropriato.
Devono essere presi in considerazione i rischi e i benefici della risomministrazione di Nexviadyme in seguito a IAR severe.
Alcuni pazienti sono stati sottoposti a rechallenge utilizzando velocità di infusione più lente con una dose inferiore rispetto alla dose raccomandata.
Una volta che un paziente tollera l’infusione, la dose può essere aumentata per raggiungere la dose approvata.
Se si verificano IAR lievi o moderate indipendentemente dal pretrattamento, la riduzione della velocità di infusione o la sospensione temporanea dell’infusione può migliorare i sintomi (vedere paragrafo 4.8).
Immunogenicità Gli anticorpi anti-farmaco (anti-drug antibodies, ADA) emergenti dal trattamento sono stati segnalati sia nei pazienti naïve al trattamento (95%) sia nei pazienti già trattati (62%) (vedere paragrafo 4.8).
Le IAR e le reazioni di ipersensibilità possono verificarsi indipendentemente dallo sviluppo di ADA.
La maggior parte delle IAR e delle reazioni di ipersensibilità erano lievi o moderate e sono state gestite con pratiche cliniche standard.
Negli studi clinici, lo sviluppo di ADA non ha influito sull’efficacia clinica (vedere paragrafo 4.8).
Nell’eventualità che i pazienti non rispondano alla terapia, è possibile considerare un esame degli ADA.
Possono essere presi in considerazione test immunologici guidati dagli eventi avversi, tra cui ADA IgG e IgE, per i pazienti che presentano un rischio di reazione allergica o una precedente reazione anafilattica ad alglucosidasi alfa.
Per informazioni sul programma di servizi di Sanofi Speciality Care, contattare il rappresentante locale di Sanofi o Sanofi EU Medical Services.
Rischio di insufficienza cardiorespiratoria acuta Occorre prestare attenzione quando si somministra Nexviadyme a pazienti sensibili a un sovraccarico di volume di liquidi o a pazienti con malattia respiratoria acuta di base o compromissione delle funzioni cardiaca e/o respiratoria, per i quali sia indicata una limitazione dell’apporto di liquidi.
Questi pazienti possono essere a rischio di riacutizzazione grave del proprio stato cardiaco o respiratorio durante l’infusione.
Durante l’infusione di Nexviadyme devono essere prontamente disponibili adeguate misure di supporto e monitoraggio medico e alcuni pazienti possono richiedere tempi di osservazione prolungati che devono basarsi sulle esigenze individuali del paziente.
Aritmia cardiaca e morte improvvisa durante l’anestesia generale per il posizionamento di catetere venoso centrale È necessario procedere con cautela durante la somministrazione dell’anestesia generale per il posizionamento di un catetere venoso centrale o per altre procedure chirurgiche nei pazienti affetti da IOPD associata a ipertrofia cardiaca.
Casi di aritmia cardiaca, tra cui fibrillazione ventricolare, tachicardia ventricolare e bradicardia con conseguente arresto cardiaco o morte, o richiedente rianimazione o defibrillazione cardiaca, sono stati associati all’uso dell’anestesia generale nei pazienti affetti da IOPD associata a ipertrofia cardiaca. Interazioni
- Non sono stati effettuati studi d’interazione.
Poiché si tratta di una proteina umana ricombinante, avalglucosidasi alfa è un candidato improbabile per le interazioni farmacologiche mediate dal citocromo P450. Effetti indesiderati
- Riassunto del profilo di sicurezza Le reazioni avverse gravi segnalate nei pazienti trattati con Nexviadyme sono state sofferenza respiratoria e brividi nell’1,4% dei pazienti e cefalea, dispnea, ipossia, edema della lingua, nausea, prurito, orticaria, alterazione del colore della pelle, fastidio al torace, piressia, pressione arteriosa aumentata o diminuita, temperatura corporea aumentata, frequenza cardiaca aumentata e saturazione di ossigeno diminuita nello 0,7% dei pazienti.
Sono state segnalate reazioni di ipersensibilità nel 60,6% dei pazienti, anafilassi nel 2,8% e IAR nel 39,4% dei pazienti.
In totale il 4,9% dei pazienti trattati con Nexviadyme negli studi clinici ha interrotto definitivamente il trattamento, il 2,8% dei pazienti ha interrotto il trattamento a causa dei seguenti eventi considerati correlati a Nexviadyme: sofferenza respiratoria, fastidio al torace, capogiro, tosse, nausea, rossore, iperemia oculare, orticaria ed eritema.
Le reazioni avverse da farmaci (adverse drug reactions, ADR) più frequentemente segnalate (>5%) sono state prurito (13,4%), nausea (12%), cefalea (10,6%), eruzione cutanea (10,6%), orticaria (8,5%), brividi (7,7%), stanchezza (7,7%), ed eritema (5,6%).
L’analisi di sicurezza aggregata di 4 studi clinici (EFC14028/COMET, ACT14132/mini-COMET, TDR12857/NEO e LTS13769/NEO-EXT) ha incluso un totale di 142 pazienti (118 pazienti adulti e 24 pediatrici (1 paziente pediatrico arruolato direttamente nel periodo di estensione in aperto dello Studio 1)) trattati con Nexviadyme.
Le ADR segnalate in pazienti trattati con Nexviadyme nell’analisi aggregata degli studi clinici sono elencate nella Tabella 2.
Tabella delle reazioni avverse Reazioni avverse secondo la classificazione per sistemi e organi, presentate per categorie di frequenza: molto comune (≥1/10), comune (≥1/100, <1/10), non comune (≥1/1.000, <1/100), raro (≥1/10.000, <1/1.000), molto raro (<1/10.000) e non nota (la frequenza non può essere definita sulla base dei dati disponibili).
Data la numerosità ridotta di pazienti, una reazione avversa da farmaco segnalata in 2 pazienti viene classificata come comune.
Nell’ambito di ciascun gruppo di frequenza, le reazioni avverse vengono presentate in ordine di gravità decrescente.
Tabella 2.
Reazioni avverse che si verificano in pazienti trattati con Nexviadyme in un’analisi aggregata degli studi clinici (N=142)
La Tabella 2 include gli eventi avversi correlati al trattamento considerati correlati plausibilmente da un punto di vista biologico ad avalglucosidasi alfa in base all’RCP di alglucosidasi alfa.Classificazione per sistemi e organi Frequenza Termine preferito Infezioni ed infestazioni Non comune Congiuntivite Disturbi del sistema immunitario Molto comune Ipersensibilità Comune Anafilassi Patologie del sistema nervoso Molto comune Cefalea Comune Capogiro Comune Tremore Comune Sonnolenza Comune Sensazione di bruciore Non comune Parestesia Patologie dell’occhio Comune Iperemia oculare Comune Iperemia della congiuntiva Comune Prurito oculare Comune Edema della palpebra Non comune Lacrimazione aumentata Patologie cardiache Comune Tachicardia Non comune Extrasistoli ventricolari Patologie vascolari Comune Ipertensione Comune Rossore Comune Ipotensione Comune Cianosi Comune Vampata di calore Comune Pallore Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche Comune Tosse Comune Dispnea Comune Sofferenza respiratoria Comune Irritazione della gola Comune Dolore orofaringeo Non comune Tachipnea Non comune Edema della laringe Patologie gastrointestinali Molto comune Nausea Comune Diarrea Comune Vomito Comune Tumefazione del labbro Comune Lingua tumefatta Comune Dolore addominale Comune Dolore addominale superiore Comune Dispepsia Non comune Ipoestesia orale Non comune Parestesia orale Non comune Disfagia Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo Molto comune Prurito Molto comune Eruzione cutanea Comune Orticaria Comune Eritema Comune Eritema palmare Comune Iperidrosi Comune Esantema eritematoso Comune Eruzione cutanea pruriginosa Comune Placca cutanea Non comune Angioedema Non comune Alterazione del colore della pelle Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo Comune Spasmi muscolari Comune Mialgia Comune Dolore a un arto Comune Dolore al fianco Patologie generali e condizioni relative alla sede di somministrazione Comune Stanchezza Comune Brividi Comune Fastidio al torace Comune Dolore Comune Malattia simil-influenzale Comune Dolore in sede di infusione Comune Piressia Comune Astenia Comune Edema della faccia Comune Sensazione di freddo Comune Sensazione di caldo Comune Lentezza Non comune Dolore della faccia Non comune Ipertermia Non comune Stravaso in sede di infusione Non comune Dolore articolare in sede di infusione Non comune Eruzione cutanea in sede di infusione Non comune Reazione in sede di infusione Non comune Orticaria in sede di infusione Non comune Edema localizzato Non comune Tumefazione periferica Esami diagnostici Comune Pressione arteriosa aumentata Comune Saturazione di ossigeno diminuita Comune Temperatura corporea aumentata Non comune Frequenza cardiaca aumentata Non comune Rumori respiratori anormali Non comune Fattore del complemento aumentato Non comune Livello degli immunocomplessi aumentato
In uno studio comparativo, EFC14028/COMET, 100 pazienti affetti da LOPD (malattia di Pompe a esordio tardivo) di età compresa tra 16 e 78 anni naïve alla terapia enzimatica sostitutiva sono stati trattati con 20 mg/kg di Nexviadyme (n=51) o 20 mg/kg di alglucosidasi alfa (n=49).
Durante il periodo di controllo attivo in doppio cieco di 49 settimane, sono state segnalate reazioni avverse gravi nel 2% dei pazienti trattati con Nexviadyme e nel 6,1% dei pazienti trattati con alglucosidasi alfa.
In totale l’8,2% dei pazienti trattati con alglucosidasi alfa nello studio ha interrotto definitivamente il trattamento a causa di reazioni avverse; nessuno dei pazienti del gruppo Nexviadyme ha interrotto definitivamente il trattamento.
Le ADR segnalate più frequentemente (>5%) in pazienti trattati con Nexviadyme sono state cefalea, nausea, prurito, orticaria e stanchezza.
I 95 pazienti che hanno partecipato al periodo di estensione in aperto di EFC14028/COMET erano composti da 51 pazienti che hanno continuato il trattamento con Nexviadyme e 44 pazienti che sono passati da alglucosidasi alfa a Nexviadyme.
Durante il periodo di estensione in aperto fino ad almeno 145 settimane, sono state segnalate reazioni avverse gravi da 3 (5,8%) pazienti che hanno continuato il trattamento con Nexviadyme per tutta la durata dello studio e da 2 (4,5%) pazienti che sono passati a Nexviadyme.
Le reazioni avverse più frequentemente riportate (>5%) dai pazienti che hanno continuato il trattamento con Nexviadyme per tutta la durata dello studio sono state nausea, brividi, eritema, prurito e orticaria.
Le reazioni avverse più frequentemente riportate (>5%) dai pazienti che sono passati a Nexviadyme sono state cefalea, nausea, brividi, stanchezza, prurito, orticaria ed eruzione cutanea.
Nessuna reazione avversa o IAR è stata riportata dall'ulteriore paziente pediatrico arruolato direttamente nel periodo di estensione in aperto.
Descrizione di reazioni avverse selezionate Ipersensibilità (inclusa anafilassi) In un’analisi di sicurezza aggregata, 86 pazienti su 142 (60,6%) hanno manifestato reazioni di ipersensibilità, inclusi 7 pazienti su 142 (4,9%) che hanno segnalato severe reazioni di ipersensibilità e 4 pazienti su 142 (2,8%) che hanno manifestato anafilassi.
Alcune delle reazioni di ipersensibilità erano IgE mediate.
I segni e i sintomi dell’anafilassi includevano edema della lingua, ipotensione, ipossia, sofferenza respiratoria, oppressione toracica, edema generalizzato, rossore generalizzato, sensazione di caldo, tosse, capogiro, disartria, tensione della gola, disfagia, nausea, arrossamento dei palmi delle mani, tumefazione del labbro inferiore, rumori respiratori diminuiti, arrossamento dei piedi, lingua tumefatta, palmi delle mani e piante dei piedi pruriginosi e desaturazione di ossigeno.
I sintomi delle reazioni di ipersensibilità gravi includevano edema della lingua, insufficienza respiratoria, sofferenza respiratoria, edema generalizzato, eritema, orticaria ed eruzione cutanea.
Reazioni associate all’infusione (IAR) In un’analisi di sicurezza aggregata, le IAR sono state segnalate in circa 56 pazienti su 142 (39,4%) trattati con avalglucosidasi alfa negli studi clinici.
Sono state segnalate IAR severi in 6 pazienti su 142 (4,2%), inclusi sintomi di sofferenza respiratoria, ipossia, fastidio al torace, edema generalizzato, edema della lingua, disfagia, nausea, eritema, orticaria e pressione arteriosa aumentata o diminuita.
Le IAR segnalate in più di 1 paziente includevano sofferenza respiratoria, fastidio al torace, dispnea, tosse, saturazione di ossigeno diminuita, irritazione della gola, dispepsia, nausea, vomito, diarrea, tumefazione del labbro, lingua tumefatta, eritema, eritema palmare, eruzione cutanea, esantema eritematoso, prurito, orticaria, iperidrosi, placca cutanea, iperemia oculare, edema della palpebra, edema della faccia, pressione arteriosa aumentata o diminuita, tachicardia, cefalea, capogiro, tremore, sensazione di bruciore, dolore (incluso dolore a un arto, dolore addominale superiore, dolore orofaringeo, e dolore al fianco), sonnolenza, lentezza, stanchezza, piressia, malattia simil-influenzale, brividi, rossore, sensazione di caldo o freddo, cianosi e pallore.
La maggior parte delle IAR è stata valutata come da lieve a moderata.
Nello studio comparativo EFC14028/COMET, un numero inferiore di pazienti affetti da LOPD nel gruppo trattato con avalglucosidasi alfa ha segnalato almeno 1 IAR (13/51 [25,5%]) rispetto al gruppo trattato con alglucosidasi alfa (16/49 [32,7%]).
Le IAR gravi non sono state segnalate nei pazienti inclusi nel gruppo avalglucosidasi alfa e sono state segnalate in 2 pazienti nel gruppo alglucosidasi alfa (capogiro, compromissione della visione, ipotensione, dispnea, sudore freddo e brividi).
Le IAR emergenti dal trattamento più frequentemente segnalate (>2 pazienti) nel gruppo avalglucosidasi alfa erano prurito (7,8%) e orticaria (5,9%), mentre nel gruppo alglucosidasi alfa erano nausea (8,2%), prurito (8,2%) e rossore (6,1%).
La maggior parte delle IAR segnalate in 7 (13,7%) pazienti era di gravità lieve nel gruppo avalglucosidasi alfa e in 10 (20,4%) pazienti nel gruppo alglucosidasi alfa.
Durante il periodo di estensione in aperto fino ad almeno 145 settimane, sono state segnalate IAR in 12 (23,5%) pazienti che hanno continuato il trattamento con Nexviadyme per tutta la durata dello studio; le IAR segnalate in più di 1 paziente sono state nausea, brividi, piressia, eritema, prurito, orticaria, eruzione cutanea e iperemia oculare.
Le IAR sono state segnalate in 21 (47,7%) pazienti che sono passati a Nexviadyme; le IAR riportate in più di 1 paziente sono state cefalea, nausea, brividi, sensazione di freddo, stanchezza, sofferenza respiratoria, fastidio al torace, eritema, prurito, orticaria, eruzione cutanea, esantema eritematoso, placca cutanea e sensazione di bruciore.
Il numero di IAR in entrambi i gruppi è diminuito nel tempo.
Immunogenicità L’incidenza della risposta degli ADA ad avalglucosidasi alfa nei pazienti con malattia di Pompe trattati con Nexviadyme è mostrata nella Tabella 3.
Il tempo mediano alla sieroconversione era di 8,3 settimane.
Nei pazienti adulti naïve al trattamento, la comparsa di IAR è stata osservata sia nei pazienti ADA-positivi sia in quelli ADA-negativi.
È stato osservato un aumento dell’incidenza di IAR e ipersensibilità con titoli di IgG-ADA più elevati.
Nei pazienti naïve al trattamento, è stata osservata una tendenza all’aumento dell’incidenza di IAR con titoli di ADA crescenti e l’incidenza maggiore di IAR (69,2%) è stata segnalata nel titolo di picco più elevato di ADA ≥12.800, rispetto a un’incidenza del 33,3% nei pazienti con titolo di ADA intermedio compreso tra 1.600 e 6.400, un’incidenza del 14,3% nei soggetti con titolo di ADA basso compreso tra 100 e 800 e un’incidenza del 33,3% nei pazienti con ADA negativi.
Nella terapia enzimatica sostitutiva (ERT) utilizzata nei pazienti adulti, IAR e ipersensibilità si sono manifestate maggiormente nei pazienti che hanno sviluppato ADA emergenti dal trattamento rispetto ai pazienti che erano ADA negativi.
Un (1) paziente naïve al trattamento e 1 paziente già trattato hanno sviluppato anafilassi.
Le insorgenze di IAR sono risultate essere simili tra i pazienti pediatrici con stato ADA-positivo e ADA-negativo.
Un paziente pediatrico già trattato ha sviluppato anafilassi (vedere paragrafo 4.4).
Nello studio clinico EFC14028/COMET, 2 pazienti hanno segnalato titoli anticorpali sostenuti elevati (High Sustained Antibody Titers, HSAT) contro Nexviadyme, tuttavia, ciò non era associato a una perdita di efficacia.
Gli studi di reattività crociata degli ADA hanno dimostrato che la maggior parte dei pazienti genera anticorpi cross-reattivi ad alglucosidasi alfa.
Alla Settimana 49, oltre alla reattività crociata, sono stati rilevati anticorpi specifici per Nexviadyme in 3 (5,9%) pazienti.
Gli ADA non hanno influito sulle misure di efficacia, mentre impatti limitati su farmacocinetica (PK) e farmacodinamica (PD) sono stati osservati principalmente con pazienti ad alto titolo (vedere paragrafo 5.2).
Tabella 3.
Incidenza di ADA emergenti dal trattamento nella popolazione di pazienti affetti da LOPD e IOPD
a Include due pazienti pediatrici.Nexviadyme Pazienti naïve al trattamento ADA per avalglucosidasi alfaa Pazienti già trattatib ADA per avalglucosidasi alfa Adulti 20 mg/kg a settimane alterne (N=62) N (%) Adulti 20 mg/kg a settimane alterne (N=58) N (%) Pazienti pediatrici 20 mg/kg a settimane alterne (N=6) N (%) Pazienti pediatrici 40 mg/kg a settimane alterne (N=16) N (%) ADA al basale 2 (3,3) 43 (74,1) 1 (16,7) 2 (12,5) ADA emergenti dal trattamento 59 (95,2) 36 (62,1) 1 (16,6) 9 (56,3) Anticorpi neutralizzanti Entrambi i tipi di NAb 14 (22,6) 5 (8,6) 0 0 Inibizione dell’attività enzimatica, soltanto 5 (8,1) 6 (10,3) 0 0 Inibizione della captazione enzimatica, soltanto 12 (19,4) 15 (25,9) 0 2 (12,5%)
b I pazienti precedentemente trattati hanno ricevuto un trattamento con alglucosidasi alfa prima o durante lo studio clinico entro un intervallo di 0,9-9,9 anni per i pazienti adulti e 0,6 - 11,8 anni per i pazienti pediatrici.
c Non determinato.
Popolazione pediatrica Le reazioni avverse da farmaci riportate dagli studi clinici nella popolazione pediatrica (19 pazienti pediatrici affetti da IOPD di età compresa tra 1 e 12 anni (età media di 6,8) e due pazienti pediatrici (9 e 16 anni) affetti da LOPD) erano simili a quelle riportate negli adulti.
Segnalazione delle reazioni avverse sospette La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale.
Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione all’indirizzo https://www.aifa.gov.it/content/segnalazioni-reazioni-avverse. Gravidanza e allattamento
- Gravidanza I dati relativi all’uso di Nexviadyme in donne in gravidanza non sono disponibili.
Gli studi sugli animali non indicano effetti dannosi diretti di tossicità riproduttiva.
Gli effetti fetali indiretti nei topi sono stati considerati correlati a una risposta anafilattica ad avalglucosidasi alfa (vedere paragrafo 5.3).
Il rischio potenziale per gli esseri umani non è noto.
Non è possibile trarre conclusioni circa l’eventuale sicurezza di Nexviadyme durante la gravidanza.
Nexviadyme deve essere usato durante la gravidanza solo se i potenziali benefici per la madre superano i potenziali rischi, compresi quelli per il feto.
Allattamento Non si dispone di dati sulla presenza di Nexviadyme nel latte materno o sugli effetti di Nexviadyme sulla produzione di latte materno o sul neonato allattato al seno.
Non è possibile trarre conclusioni circa l’eventuale sicurezza di Nexviadyme durante l’allattamento.
Nexviadyme deve essere usato durante l’allattamento solo se i potenziali benefici per la madre superano i potenziali rischi, inclusi quelli per il bambino allattato al seno (vedere paragrafo 5.3).
Fertilità Non sono disponibili dati clinici sugli effetti che Nexviadyme può provocare sulla fertilità umana.
Gli studi sui topi non hanno mostrato alcuna compromissione della fertilità maschile o femminile (vedere paragrafo 5.3). Conservazione
- Conservare in frigorifero (2 °C - 8 °C).
Per le condizioni di conservazione dopo la ricostituzione e la diluizione del medicinale, vedere paragrafo 6.3.
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Se dovesse manifestarsi un qualsiasi effetto indesiderato, compresi quelli non elencati in questo foglio, è doveroso rivolgersi al proprio medico, ad uno specialista e/o al farmacista. La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Gli effetti indesiderati possono essere segnalati direttamente tramite il sistema nazionale di segnalazione all'indirizzo www.agenziafarmaco.it/it/responsabili. Segnalando gli effetti indesiderati si può contribuire a fornire maggiori informazioni sulla sicurezza di questo medicinale.