NEBIVOLOLO ACC 28CPR 5MG
6,10 €
Prezzo indicativo
Data ultimo aggiornamento: 10/06/2022
Ipertensione Trattamento dell'ipertensione essenziale. Insufficienza cardiaca cronica (CHF) Trattamento dell’insufficienza cardiaca cronica stabile di grado lieve e moderato in aggiunta alle terapie standard nei pazienti anziani di età ≥ 70 anni.
Ogni compressa contiene 5,45 mg di nebivololo cloridrato equivalenti a 5 mg di nebivololo. Eccipiente con effetti noti: 192 mg di lattosio/compressa. Per l’elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1.
Controindicazioni
- - Ipersensibilità al principio attivo o ad uno qualsiasi degli eccipienti elencati al paragrafo 6.1; - Insufficienza epatica o compromissione della funzionalità epatica; - Insufficienza cardiaca acuta, shock cardiogeno o episodi di riacutizzazione dell’insufficienza cardiaca che richiedono terapia inotropa per via endovenosa.
Inoltre, come per gli altri beta-bloccanti, Nebivololo Accord è controindicato in caso di: - sindrome del seno malato, compreso il blocco seno-atriale, - blocco cardiaco di secondo e terzo grado (senza pacemaker), - storia di broncospasmo e asma bronchiale, - feocromocitoma non trattato, - acidosi metabolica, - bradicardia (frequenza cardiaca < 60 bpm prima dell’inizio del trattamento), - ipotensione (pressione arteriosa sistolica < 90 mmHg), - gravi disturbi circolatori periferici. Posologia
- Posologia Ipertensione Adulti La dose è di 5 mg al giorno, preferibilmente sempre alla stessa ora.
L'effetto antiipertensivo è evidente dopo 1-2 settimane di trattamento.
Occasionalmente, l'effetto ottimale viene raggiunto solo dopo 4 settimane di trattamento.
Associazione con altri farmaci antiipertensivi I beta-bloccanti possono essere usati da soli o in associazione ad altri farmaci antiipertensivi.
Ad oggi, è stato osservato un effetto antiipertensivo aggiuntivo solo quando nebivololo è associato con idroclorotiazide 12,5-25 mg.
Pazienti con insufficienza renale In pazienti con insufficienza renale, la dose iniziale consigliata è di 2,5 mg al giorno.
Se necessario la dose giornaliera può essere aumentata a 5 mg.
Pazienti con insufficienza epatica I dati in pazienti con insufficienza epatica o con funzionalità epatica compromessa sono limitati.
Pertanto la somministrazione di Nebivololo Accord in questi pazienti è controindicata.
Persone anziane Nei pazienti con età maggiore di 65 anni, la dose iniziale raccomandata è di 2,5 mg al giorno.
Se necessario, la dose giornaliera può essere aumentata a 5 mg.
Tuttavia, vista la limitata esperienza in pazienti di età superiore a 75 anni, deve essere usata cautela ed i pazienti devono essere attentamente monitorati.
Popolazione pediatrica L'efficacia e la sicurezza di Nebivololo nei bambini e negli adolescenti di età inferiore ai 18 anni non sono state stabilite.
Non sono disponibili dati.Pertanto, l'uso nei bambini e negli adolescenti non è raccomandato.
Insufficienza cardiaca cronica (CHF) Il trattamento dell’insufficienza cardiaca cronica stabile deve iniziare con un graduale aumento del dosaggio fino al raggiungimento della dose di mantenimento ottimale.
I pazienti devono presentare un’insufficienza cardiaca cronica stabile senza riacutizzazioni nelle sei settimane precedenti.
È raccomandato che il medico curante abbia esperienza nel trattamento dello insufficienza cardiaca cronica.
Nei pazienti in trattamento con farmaci cardiovascolari, inclusi diuretici e/o digossina e/o ACE inibitori e/o antagonisti dell’angiotensina II, il dosaggio di questi farmaci deve essere stabilizzato durante le due settimane precedenti, prima di iniziare il trattamento con nebivololo.
L’iniziale aumento del dosaggio deve essere effettuato ad intervalli di 1-2 settimane in base alla tollerabilità del paziente: 1,25 mg di nebivololo, da aumentare a 2,5 mg una volta al giorno, poi a 5 mg una volta al giorno e successivamente a 10 mg una volta al giorno.
La dose massima raccomandata è di 10 mg di nebivololo una volta al giorno.
L’inizio della terapia e ogni incremento di dose devono avvenire sotto la supervisione di un medico esperto per un periodo di almeno due ore per accertarsi che le condizioni cliniche (con particolare riguardo a pressione arteriosa, frequenza cardiaca, disturbi di conduzione, segni di peggioramento dell’insufficienza cardiaca) rimangano stabili.
La dose massima raccomandata potrebbe non essere raggiunta da tutti i pazienti a causa della comparsa di effetti avversi.
Se necessario, il dosaggio raggiunto può essere anche diminuito gradualmente e reintrodotto in modo appropriato.
Durante la fase di titolazione, in caso di peggioramento dell’insufficienza cardiaca o di intolleranza, si raccomanda per prima cosa di ridurre la dose di nebivololo, o di sospenderlo immediatamente se necessario (in caso di grave ipotensione, peggioramento dell’insufficienza cardiaca con edema polmonare acuto, shock cardiogeno, bradicardia sintomatica o blocco AV).
Il trattamento dell’insufficienza cardiaca cronica stabile con nebivololo è generalmente un trattamento a lungo termine.
Il trattamento con nebivololo non deve essere interrotto bruscamente in quanto ciò potrebbe portare ad un temporaneo peggioramento dell’insufficienza cardiaca.
Qualora sia necessaria un’interruzione, il dosaggio deve essere gradualmente ridotto dimezzando la dose settimanalmente.
Pazienti con insufficienza renale Non è necessario alcun aggiustamento posologico nell’insufficienza renale da lieve a moderata, dato che la titolazione fino alla massima dose tollerata viene aggiustata individualmente.
Non c’è esperienza su pazienti con grave insufficienza renale (creatinina sierica ≥ 250 mcmol/L).
Pertanto, la somministrazione di nebivololo in questi pazienti non è raccomandata.
Pazienti con insufficienza epatica I dati relativi all’impiego di nebivololo in pazienti con insufficienza epatica sono limitati.
Pertanto, la somministrazione di nebivololo in questi pazienti è controindicata.
Persone anziane Non è necessario alcun aggiustamento posologico, dato che la titolazione fino alla massima dose tollerata viene aggiustata individualmente.
Popolazione pediatrica L'efficacia e la sicurezza di Nebivololo nei bambini e negli adolescenti di età inferiore ai 18 anni non sono state stabilite.
Pertanto, l'uso nei bambini e negli adolescenti di età inferiore ai 18 anni non è raccomandato.
Non sono disponibili dati Modo di somministrazione Uso orale.
Le compresse possono essere assunte durante i pasti. Avvertenze e precauzioni
- Vedere anche paragrafo 4.8 Effetti indesiderati.
Le seguenti avvertenze e precauzioni d’impiego riflettono quelle generalmente riferibili ai farmaci antagonisti beta-adrenergici.
Anestesia Il mantenimento del blocco dei recettori beta riduce il rischio di aritmie durante l’induzione e l’intubazione.
Qualora, in previsione di un intervento chirurgico si decida di interrompere il blocco dei recettori beta, la terapia con antagonisti beta-adrenergici deve essere interrotta almeno 24 ore prima.
Va usata particolare attenzione nell’uso di certi farmaci anestetici che causano depressione del miocardio.
Il paziente può essere protetto contro le reazioni vagali con somministrazione endovenosa di atropina.
Sistema Cardiovascolare In generale, gli antagonisti beta-adrenergici non devono essere usati in pazienti con insufficienza cardiaca congestizia (ICC) non trattata, a meno che le loro condizioni non siano state stabilizzate.
In pazienti con cardiopatia ischemica, il trattamento con gli antagonisti beta-adrenergici deve essere interrotto gradualmente, cioè in 1-2 settimane.
Se necessario, allo stesso tempo deve essere instaurata una terapia sostitutiva per prevenire un’esacerbazione dell'angina pectoris.
Gli antagonisti beta-adrenergici possono indurre bradicardia: se la frequenza cardiaca scende al di sotto dei 50-55 bpm a riposo e/o il paziente manifesta sintomi riconducibili alla bradicardia, il dosaggio deve essere ridotto.
Gli antagonisti beta-adrenergici devono essere usati con cautela: - in pazienti con patologie circolatorie periferiche (sindrome o malattia di Raynaud, claudicatio intermittens), poiché potrebbe verificarsi un peggioramento di questi disturbi; - in pazienti con blocco atrioventricolare di primo grado a causa dell’effetto negativo dei beta-bloccanti sul tempo di conduzione; - in pazienti con angina di Prinzmetal a causa della vasocostrizione coronarica dovuta alla non contrastata stimolazione alfa-adrenergica: gli antagonisti beta-adrenergici possono aumentare il numero e la durata degli attacchi di angina.
La somministrazione di nebivololo associata a calcioantagonisti del tipo verapamil e diltiazem, a farmaci antiaritmici di Classe I e ad antiipertensivi ad azione centrale non è generalmente raccomandata, per i dettagli vedere paragrafo 4.5.
Metabolismo e sistema endocrino Nebivololo Accord, nei pazienti diabetici, non interferisce con la glicemia.
Tuttavia, va usato con attenzione nei pazienti diabetici, in quanto il nebivololo può mascherare alcuni sintomi di ipoglicemia (tachicardia, palpitazioni).
I farmaci antagonisti beta-adrenergici possono mascherare i sintomi di tachicardia nell’ipertiroidismo.
La brusca sospensione del trattamento può intensificare questi sintomi.
Apparato respiratorio Nei pazienti affetti da disturbi polmonari cronici ostruttivi gli antagonisti beta- adrenergici devono essere usati con cautela in quanto la costrizione delle vie respiratorie può essere aggravata.
Altro In pazienti con storia di psoriasi gli antagonisti beta-adrenergici devono essere somministrati solo dopo attenta valutazione.
Gli antagonisti beta-adrenergici possono aumentare la sensibilità verso gli allergeni e la gravità delle reazioni anafilattiche.
L’inizio del trattamento dell’insufficienza cardiaca cronica con il nebivololo richiede un regolare monitoraggio.
Per la posologia ed il modo di somministrazione, vedere paragrafo 4.2.
Il trattamento non deve essere interrotto bruscamente a meno che ciò non sia esplicitamente indicato.
Per ulteriori informazioni, vedere paragrafo 4.2.
Questo medicinale contiene lattosio.
I pazienti affetti da rari problemi ereditari di intolleranza al galattosio, da deficit totale di lattasi, o da malassorbimento di glucosio-galattosio, non devono assumere questo medicinale.
Questo medicinale contiene meno di 1 mmol (23 mg) di sodio per compressa, cioè essenzialmente ‘senza sodio’. Interazioni
- Interazioni farmacodinamiche: Le seguenti interazioni riflettono quelle che generalmente vengono descritte per gli antagonisti beta-adrenergici.
Associazioni non raccomandate: Antiaritmici di Classe I (chinidina, idrochinidina, cibenzolina, flecainide, disopiramide, lidocaina, mexiletina, propafenone): l’effetto sul tempo di conduzione atrio-ventricolare può essere potenziato e può essere incrementato l’effetto inotropo negativo (vedere paragrafo 4.4.).
Calcioantagonisti tipo verapamil/diltiazem: effetto negativo sulla contrattilità e sulla conduzione atrio-ventricolare.
La somministrazione endovenosa di verapamil in pazienti in trattamento con beta-bloccanti può portare a profonda ipotensione e blocco atrio-ventricolare (vedere paragrafo 4.4.).
Antiipertensivi ad azione centrale (clonidina, guanfacina, moxonidina, metildopa, rilmenidina): l’uso concomitante di antiipertensivi ad azione centrale può aggravare l’insufficienza cardiaca mediante diminuzione del tono simpatico centrale (riduzione della frequenza cardiaca e della portata cardiaca, vasodilatazione) (vedere paragrafo 4.4).
L’improvvisa sospensione, in particolare se prima dell’interruzione del beta-bloccante, può aumentare il rischio di “ipertensione arteriosa da rebound”.
Associazioni da usare con cautela Antiaritmici di Classe III (amiodarone): può potenziare l’effetto sul tempo di conduzione atrio-ventricolare.
Anestetici - volatili alogenati: l'uso concomitante di antagonisti beta- adrenergici ed anestetici può attenuare la tachicardia riflessa ed aumentare il rischio di ipotensione (vedere paragrafo 4.4).
In linea generale, evitare l’improvvisa interruzione del trattamento con beta- bloccanti.
L'anestesista deve essere informato sull'assunzione di Nebivololo Accord da parte del paziente.
Insulina e farmaci antidiabetici orali: nonostante il nebivololo non abbia influenza sulla glicemia, l’uso concomitante può mascherare certi sintomi di ipoglicemia (palpitazioni, tachicardia).
Baclofene (un agente antispastico), amifostina (in aggiunta agli antineoplastici): l’uso concomitante con antipertensivi può aumentare la caduta della pressione sanguigna, pertanto il dosaggio del farmaco antipertensivo deve essere aggiustato di conseguenza.
Associazioni da tenere in considerazione Glicosidi della digitale: l’uso concomitante può aumentare il tempo di conduzione atrio-ventricolare.
Studi clinici con nebivololo non hanno fornito alcuna evidenza clinica di interazione.
Il nebivololo non ha effetto sulla cinetica della digossina.
Calcioantagonisti di tipo diidropiridinico (amlodipina, felodipina, lacidipina, nifedipina, nicardipina, nimodipina, nitrendipina): l’uso concomitante può aumentare il rischio di ipotensione e, nei pazienti con insufficienza cardiaca, non può essere escluso un aumento del rischio di ulteriore deterioramento della funzione di pompa ventricolare.
Antipsicotici, antidepressivi (triciclici, barbiturici e fenotiazine)l’uso concomitante può potenziare l’effetto ipotensivo dei beta-bloccanti (effetto additivo).
Farmaci antiinfiammatori non steroidei (FANS): nessuna interferenza sull’effetto ipotensivo del nebivololo.
Agenti simpaticomimetici: l’uso concomitante può contrastare l’effetto degli antagonisti beta-adrenergici.
Gli agenti beta adrenergici possono portare ad una non contrastata attività alfa adrenergica degli agenti simpaticomimetici con effetti sia alfa che beta-adrenergici (rischio di ipertensione, grave bradicardia e arresto cardiaco).
Interazioni farmacocinetiche: Poiché nel metabolismo del nebivololo è implicato l’isoenzima CYP2D6, la somministrazione concomitante di sostanze che inibiscono questo enzima, in particolare, paroxetina, fluoxetina, tioridazina e chinidina, può portare ad un aumento dei livelli plasmatici di nebivololo, associato all’aumento del rischio di eccessiva bradicardia ed eventi avversi.La concomitante somministrazione di cimetidina ha aumentato i livelli plasmatici di nebivololo senza modificare l'effetto clinico.
La concomitante somministrazione di ranitidina non ha influenzato la farmacocinetica del nebivololo.
Se Nebivololo Accord viene assunto durante i pasti ed i farmaci antiacidi vengono assunti fra un pasto e l’altro, i due trattamenti possono essere prescritti contemporaneamente.
L'associazione di nebivololo con nicardipina ha aumentato debolmente i livelli plasmatici di entrambi i farmaci senza modificare l'effetto clinico.
L'assunzione concomitante di alcol, furosemide o idroclorotiazide non ha avuto effetto sulla farmacocinetica di nebivololo.
Il nebivololo non ha effetto sulla farmacocinetica e la farmacodinamica di warfarin. Effetti indesiderati
- Gli eventi avversi sono elencati separatamente per l’ipertensione e per l’ICC a causa delle differenze fra le patologie.
Ipertensione Nella tabella sottostante, raggruppate per classificazione sistemica organica ed elencate in ordine di frequenza, sono riportate le reazioni avverse che sono, nella maggior parte dei casi, di intensità lieve o moderata.
Inoltre, con alcuni antagonisti beta-adrenergici, sono state riportate le seguenti reazioni avverse: allucinazioni, psicosi, confusione, estremità fredde/cianotiche, fenomeno di Raynaud, secchezza agli occhi e tossicità oculo-muco-cutanea practololo simile.Classificazione Sistemica Organica Comune (≥1/100, <1/10) Non Comune (≥1/1.000, <1/100) Molto Raro (<1/10.000) Non Nota (la frequenza non può essere definita sulla base dei dati disponibili) Disturbi del sistema immunitario Edema angioneurotico, ipersensibilità Disturbi psichiatrici Incubi; depressione Patologie del sistema nervoso Cefalea, capogiro, parestesia Sincope Patologie dell’occhio Compromissione della visione Patologie cardiache Bradicadia, insufficienza cardiaca, rallentata conduzione AV/blocco AV Patologie vascolari Ipotensione, (aumento della) claudicatio intermittens Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche Dispnea Broncospasmo Patologie gastrointestinali Stipsi, nausea, diarrea Dispepsia, flatulenza, vomito Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo Prurito, eruzione eritematosa Aggravamento della psoriasi Orticaria Patologie dell’ apparato riproduttivo e della mammella Impotenza Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione Stanchezza, edema
Insufficienza cardiaca cronica I dati sulle reazioni avverse in pazienti affetti da insufficienza cardiaca cronica derivano da uno studio clinico controllato con placebo condotto su 1067 pazienti trattati con nebivololo e 1061 pazienti trattati con placebo.
In questo studio, un totale di 449 pazienti trattati con nebivololo (42,1%) rispetto a 334 pazienti del gruppo placebo (31,5%), ha riportato reazioni avverse almeno possibilmente correlate al farmaco.
Le reazioni avverse riportate più comunemente nei pazienti trattati con nebivololo sono state bradicardia e capogiro, manifestatesi entrambe in circa l’11% dei pazienti.
La frequenza corrispondente nei pazienti trattati con placebo è stata rispettivamente di circa il 2% e 7%.
Le reazioni avverse (almeno possibilmente correlate al farmaco) considerate specificamente rilevanti nel trattamento dell’insufficienza cardiaca cronica sono state riportate con le seguenti incidenze: - Aggravamento dell’insufficienza cardiaca nel 5,8% dei pazienti trattati con nebivololo rispetto al 5,2% dei pazienti trattati con placebo.
- Ipotensione posturale è stata riportata nel 2,1% dei pazienti trattati con nebivololo rispetto all’1,0% dei pazienti trattati con placebo.
- Intolleranza al farmaco si è manifestata nell’1,6% dei pazienti trattati con nebivololo rispetto allo 0,8% dei pazienti trattati con placebo.
- Blocco atrio-ventricolare di primo grado si è manifestato nell’1,4% dei pazienti trattati con nebivololo rispetto allo 0,9% dei pazienti trattati con placebo.
- Edema agli arti inferiori è stato riportato dall’1,0% dei pazienti trattati con nebivololo rispetto allo 0,2% dei pazienti trattati con placebo.
Segnalazione delle reazioni avverse sospette La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale.
Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramiteAgenzia Italiana del Farmaco Sito web: https://www.aifa.gov.it/content/segnalazioni-reazioni-avverse. Gravidanza e allattamento
- Gravidanza Il nebivololo ha effetti farmacologici che possono risultare dannosi sulla gravidanza e/o sul feto/neonato.
In generale, i beta-bloccanti riducono la perfusione placentare, e ciò è stato associato a ritardo nella crescita, morte intrauterina, aborto o parto prematuro.
Nel feto e nel neonato si possono manifestare effetti avversi (per esempio ipoglicemia e bradicardia).
Se si ritiene necessario il trattamento con i beta-bloccanti, è preferibile utilizzare bloccanti beta-1 selettivi.
Il nebivololo non deve essere usato in gravidanza se non in caso di assoluta necessità.
Se si ritiene necessario il trattamento con nebivololo, si devono monitorare il flusso sanguigno uteroplacentale e la crescita fetale.
Nel caso di effetti dannosi sulla gravidanza o sul feto si deve prendere in considerazione un trattamento alternativo.
I neonati devono essere attentamente monitorati.
I sintomi di ipoglicemia e di bradicardia sono generalmente attesi nei primi 3 giorni.
Allattamento Studi sugli animali hanno dimostrato che il nebivololo è escreto nel latte materno.
Non è noto se questo farmaco venga escreto nel latte materno umano.
La maggior parte dei beta-bloccanti, in particolare i composti lipofili come il nebivololo e i suoi metaboliti attivi, passano nel latte materno anche se in maniera variabile.
Non si può escludere un rischio per i neonati/neonati.
Pertanto, le madri che ricevono nebivololo non devono allattare.
Fertilità Il nebivololo non ha avuto effetti sulla fertilità dei ratti, tranne che a dosi diverse volte superiori alla dose massima raccomandata per l'uomo, quando sono stati osservati effetti avversi sugli organi riproduttivi maschili e femminili di ratti e topi.
L'effetto del nebivololo sulla fertilità umana non è noto. Conservazione
- Questo medicinale non richiede alcuna condizione particolare di conservazione.
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Segnalazione degli effetti indesiderati
Se dovesse manifestarsi un qualsiasi effetto indesiderato, compresi quelli non elencati in questo foglio, è doveroso rivolgersi al proprio medico, ad uno specialista e/o al farmacista. La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Gli effetti indesiderati possono essere segnalati direttamente tramite il sistema nazionale di segnalazione all'indirizzo www.agenziafarmaco.it/it/responsabili. Segnalando gli effetti indesiderati si può contribuire a fornire maggiori informazioni sulla sicurezza di questo medicinale.