MYSOLINE 30CPR 250MG
4,55 €
Prezzo indicativo
Data ultimo aggiornamento: 03/09/2020
Il Mysoline è indicato nel trattamento del grande male e dell’epilessia psicomotoria (epilessia del lobo temporale). L’elevata efficacia del Mysoline in queste forme è stata clinicamente documentata anche in pazienti resistenti ad altre terapie, affetti da forme idiopatiche, post-traumatiche, associate a chiari segni di lesione cerebrale o con modificazioni specifiche del tracciato EEG. Il Mysoline può anche essere utilizzato nella terapia delle crisi focali o Jacksoniane, delle crisi miocloniche e acinetiche.
1 compressa contiene: Primidone 250 mg Per l’elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1.
Controindicazioni
- Ipersensibilità al principio attivo, ai barbiturici in genere, o ad uno qualsiasi degli eccipienti elencati al paragrafo 6.1.
Pazienti con porfiria.
Uso concomitante con alcune classi di medicinali (vedere paragrafo 4.5).
Grave insufficienza respiratoria. Posologia
- Il trattamento con Mysoline deve essere sempre condotto su base individuale in relazione alla risposta clinica del paziente.
In genere, la valutazione dell’efficacia del farmaco può essere effettuata dopo alcune settimane di terapia.
In molti pazienti il Mysoline si è dimostrato efficace da solo; in caso contrario è opportuno associarlo ad altri anticonvulsivanti.
Il trattamento deve essere iniziato gradualmente.
Posologia POSOLOGIA INIZIALE Adulti: Per i primi 3 giorni iniziare con mezza compressa al giorno a tarda sera.
Aumentare ogni 3 giorni la posologia giornaliera di mezza compressa fino ad una dose di 2 compresse al giorno, da assumere mattina e sera.
Successivamente aumentare ogni 3 giorni di una compressa fino al raggiungimento della posologia ottimale per il controllo delle crisi (dose massima 6 compresse/die).
Popolazione pediatrica: Bambini fino a 9 anni: per i primi 3 giorni iniziare con mezza compressa al giorno; successivamente la posologia giornaliera può essere aumentata di mezza compressa ad intervalli di 3 giorni, fino al raggiungimento dell’effetto terapeutico (dose massima 4 compresse/die).
POSOLOGIA MEDIA DI MANTENIMENTO Adulti: 3-6 compresse/die.
Popolazione pediatrica: Bambini fino a 2 anni : 1-2 compresse/die Bambini da 2 a 5 anni: 2-3 compresse/die Bambini da 6 a 9 anni: 3-4 compresse/die Bambini oltre i 9 anni : 3-6 compresse/die Il dosaggio giornaliero non deve superare i 2 g.
Modo di somministrazione Conviene suddividere la posologia giornaliera in due dosi uguali, da assumere mattina e sera.
In alcuni pazienti, può essere conveniente somministrare dosi maggiori quando le crisi sono più frequenti.
Per esempio: -somministrazione in dose unica serale, o con dosaggi maggiori serali, nel caso di attacchi notturni; -nel caso gli attacchi siano associati a particolari situazioni, come il ciclo mestruale, è spesso utile aumentare leggermente il dosaggio in tale periodo.
Pazienti anziani e debilitati: Può essere necessaria una riduzione del dosaggio negli anziani e nei pazienti debilitati o con compromissione della funzionalità renale, epatica o respiratoria.
Pazienti già in trattamento con altri farmaci anticonvulsivanti: Nel caso la sintomatologia del paziente non sia sufficientemente controllata da altri farmaci anticonvulsivanti o siano insorti rilevanti effetti collaterali, il Mysoline può venire associato o sostituire il trattamento in corso.
Si consiglia di associare inizialmente il Mysoline al farmaco già in uso seguendo lo schema di somministrazione graduale descritto.
Una volta raggiunto un effetto clinico apprezzabile ed un dosaggio di Mysoline ritenuto sufficiente, si può sospendere, sempre gradualmente, la terapia precedente nell’arco di due settimane: una sospensione troppo rapida potrebbe provocare l’insorgenza di uno stato di male.
Talora, sospendendo la cura precedente, occorre aumentare la dose di Mysoline.
Tuttavia, se il trattamento precedente è rappresentato in gran parte da fenobarbitale, sia la sua sospensione che la sostituzione della terapia con Mysoline, per prevenire un’eccessiva sonnolenza da interazione, devono avvenire in un modo più rapido e nel contempo è opportuno effettuare una valutazione accurata del dosaggio ottimale di Mysoline. Avvertenze e precauzioni
- Primidone non è efficace per il trattamento delle assenze e degli attacchi mioclonici che a volte possono essere aggravati dall’uso di questo medicinale.
A causa del suo effetto sedativo, si raccomanda di iniziare il trattamento con primidone con la dose più bassa la sera e poi aumentarla con un approccio graduale (vedere paragrafo 4.2).Osservare le comuni precauzioni della terapia anticonvulsivante con derivati barbiturici; dopo somministrazione prolungata si può sviluppare tolleranza e farmacodipendenza.
La brusca sospensione del trattamento in pazienti epilettici può indurre uno stato di male epilettico, principalmente in caso di alcolismo.
L’associazione con altri psicofarmaci richiede particolare cautela e vigilanza da parte del medico per evitare inattesi effetti indesiderabili da interazione.
Il farmaco deve essere usato con cautela e può essere necessaria una riduzione del dosaggio nei bambini, negli anziani, nei pazienti debilitati o con compromissione della funzionalità renale, epatica o respiratoria.
Donne in età fertile Il fenobarbitale è uno dei principali metaboliti del primidone (vedere paragrafo 5.1).
Il fenobarbitale può causare danni al feto se somministrato a una donna incinta.
L'esposizione prenatale al fenobarbitale può aumentare il rischio di malformazioni congenite di circa 2-3 volte (vedere paragrafo 4.6).
Il fenobarbital non deve essere usato nelle donne in età fertile a meno che non si ritenga che il potenziale beneficio superi i rischi in seguito alla considerazione di altre opzioni di trattamento idonee.
Le donne in età fertile devono essere pienamente informate del potenziale rischio per il feto se assumono fenobarbital durante la gravidanza.
Prima di iniziare il trattamento con fenobarbitale nelle donne in età fertile deve essere preso in considerazione un test di gravidanza per escludere una gravidanza.
Le donne in età fertile devono usare misure contraccettive altamente efficaci durante il trattamento e per 2 mesi dopo l'ultima dose.
A causa dell'induzione enzimatica, il fenobarbitale può provocare un fallimento dell'effetto terapeutico dei farmaci contraccettivi orali contenenti estrogeni e / o progesterone.
Si deve consigliare alle donne in età fertile di utilizzare altri metodi contraccettivi (vedere paragrafi 4.5 e 4.6).
Le donne che stanno pianificando una gravidanza devono essere avvisate di consultare in anticipo il proprio medico ed avere una consulenza adeguata e possano essere discusse altre opzioni di trattamento appropriate prima del concepimento e prima che la contraccezione venga interrotta.
Le donne in età fertile devono essere avvisate di contattare immediatamente il proprio medico se rimangono incinte o pensano di poter essere incinte durante il trattamento con fenobarbitale.
In donne che assumono contraccettivi orali e farmaci anticonvulsivanti sono stati rilevati sanguinamento intermestruale ed insuccesso della terapia contraccettiva: ciò è probabilmente determinato dall’azione induttrice degli enzimi epatici provocata dagli anticonvulsivanti, a cui può conseguire un accelerato metabolismo ormonale.
Suicidio/pensieri suicidi Casi di ideazione e comportamento suicidari sono stati riportati nei pazienti in trattamento con farmaci antiepilettici nelle loro diverse indicazioni.
Una meta-analisi di trials clinici randomizzati verso placebo ha, inoltre, evidenziato la presenza di un modesto incremento del rischio di ideazione e comportamento suicidario.
Il meccanismo di tale rischio non è stato stabilito e i dati disponibili non escludono la possibilità di un incremento di rischio con Mysoline.
Pertanto, i pazienti dovrebbero essere monitorati per eventuali segni di ideazione e comportamento suicidari ed in tal caso dovrebbe essere preso in considerazione un appropriato trattamento.
I pazienti (e chi ne ha cura) dovrebbero essere istruiti ad avvertire il proprio medico curante qualora emergano segni di ideazione o comportamento suicidari.
Aggravamento della crisi L’introduzione di un farmaco antiepilettico può essere raramente seguita da una recrudescenza delle crisi o dal verificarsi di un nuovo tipo di crisi per il paziente, indipendentemente dalle fluttuazioni osservate in alcune epilessie.
Per il primidone, le cause di questi aggravamenti possono essere: la scelta di un trattamento inadeguato per le crisi o la sindrome epilettica in questo paziente, un cambiamento della terapia antiepilettica concomitante o un’interazione farmacocinetica, tossicità o sovradosaggio.
Non potrebbe esserci altra spiegazione che una reazione paradossa.
Cessazione del trattamento La sospensione improvvisa di un trattamento a dosi antiepilettiche efficaci può causare attacchi convulsivi e uno stato epilettico, principalmente in caso di assunzione concomitante di alcol.
Il primidone è un potente depressivo del SNC ed è parzialmente metabolizzato nel fenobarbitale.
Dopo una somministrazione prolungata c’è un potenziale di tolleranza, dipendenza e una reazione da astinenza in seguito a improvvisa cessazione del trattamento.
Prevenzione delle carenze vitaminiche Il primidone è un induttore enzimatico (CYP450) che può aumentare il catabolismo della vitamina D.
Un incremento dose dipendente del rischio di osteomalacia è stato osservato durante la terapia con il primidone, che può predisporre allo sviluppo di malattie ossee.
Un supplemento di vitamina D può essere necessario durante la terapia con primidone a lungo termine (vedere paragrafo 4.8).
Eccezionalmente, come con fenitoina e fenobarbitale, si può sviluppare anemia megaloblastica che richiede sospensione del primidone.
Questa condizione può rispondere al trattamento con acido folico e/o vitamina B12 (vedere paragrafo 4.8).
Reazioni cutanee gravi Con l'uso di primidone sono state segnalate le reazioni cutanee potenzialmente fatali sindrome di Stevens-Johnson (SJS), necrolisi epidermica tossica (TEN) e reazione da farmaco con eosinofilia e sintomi sistemici (DRESS).
I pazienti devono essere informati dei segni e dei sintomi e monitorati attentamente per l'insorgere di reazioni cutanee.
Il rischio maggiore di evento di SJS, TEN o DRESS è nelle prime settimane di trattamento.
Se sono presenti sintomi o segni di SJS, TEN o DRESS (ad es.
eruzione cutanea progressiva spesso con vesciche o lesioni delle mucose), il trattamento con primidone deve essere interrotto.
I migliori risultati nel trattamento di SJS, TEN e DRESS si ottengono con una diagnosi precoce e l'interruzione immediata di qualsiasi farmaco sospetto.
La sospensione anticipata è associata ad una prognosi migliore.
Se il paziente ha sviluppato SJS, TEN o DRESS con l'uso di primidone (o fenobarbital), primidone non deve essere mai somministrato di nuovo in questo paziente (vedere paragrafo 4.8).
Popolazione pediatrica Il farmaco deve essere usato con cautela e può essere necessaria una riduzione del dosaggio nei bambini. Interazioni
- Il fenobarbitale, metabolita del primidone, è un induttore enzimatico; pertanto, la farmacocinetica e l’efficacia di numerosi farmaci possono essere modificate per accelerazione progressiva del metabolismo.
Gli effetti di altre sostanze aventi un’azione depressiva sul sistema nervoso centrale possono essere potenziati dalla somministrazione di primidone.
Associazioni controindicate • Acido colico: effetto antagonista del barbiturico.
• Cobicistat: rischio di diminuzione dell'efficacia a causa di un aumento del metabolismo.
• Daclatasvir: diminuzione delle concentrazioni plasmatiche a causa di un aumento del metabolismo epatico.
• Dasabuvir: rischio di diminuzione delle concentrazioni plasmatiche.
• Delamanid: diminuzione delle concentrazioni plasmatiche a causa di un aumento del metabolismo epatico.
• Erba di San Giovanni (Iperico): rischio di diminuzione delle concentrazioni plasmatiche e dell'efficacia di primidone.
• Grazoprevir + Elbasvir: rischio di diminuzione delle concentrazioni con possibile impatto sull'efficacia.
• Isavuconazolo: diminuzione delle concentrazioni plasmatiche a causa di un aumento del metabolismo epatico.
• Ledipasvir: diminuzione significativa delle concentrazioni plasmatiche a causa dell'aumento del metabolismo.
• Lurasidone: diminuzione delle concentrazioni plasmatiche a causa di un aumento del metabolismo epatico.
• Ombitasvir + Paritaprevir: diminuzione delle concentrazioni plasmatiche a causa dell'aumento del metabolismo epatico.
• Ossibato di sodio: aumento del rischio di depressione respiratoria, che può essere fatale in caso di sovradosaggio.
• Rilpivirina: diminuzione significativa delle concentrazioni plasmatiche a causa dell’aumento del metabolismo.
• Sofosbuvir: rischio di diminuzione delle concentrazioni plasmatiche a causa della diminuzione dell'assorbimento intestinale.
• Telaprevir: rischio di diminuzione molto significativa delle concentrazioni.
• Velpatasvir: diminuzione delle concentrazioni plasmatiche, con possibile impatto sull'efficacia.
• Voriconazolo: rischio di diminuzione dell'efficacia a causa di un aumento del metabolismo epatico.
Associazioni sconsigliate • Abiraterone: diminuzione significativa delle concentrazioni plasmatiche, con potenziale riduzione dell'efficacia.
• Alcool: l'alcol aumenta l'effetto sedativo del primidone.
L'alterazione della vigilanza può rendere pericolosa la guida e l'utilizzo di macchinari.
Evitare le bevande alcoliche e le medicine che contengono alcol.
• Apixaban: diminuzione delle concentrazioni plasmatiche, con possibile diminuzione dell'effetto terapeutico.
• Apremilast: diminuzione delle concentrazioni plasmatiche a causa della diminuzione del metabolismo da parte dell'induttore.
• Aprepitant: rischio di diminuzione molto significativa delle concentrazioni.
• Bedaquilina: diminuzione delle concentrazioni a causa di un aumento del metabolismo.
• Boceprevir: rischio di diminuzione delle concentrazioni plasmatiche.
Se l’associazione non può essere evitata, effettuare un regolare monitoraggio clinico e biologico, soprattutto all’inizio.
• Bosentan: rischio di diminuzione delle concentrazioni plasmatiche.
• Ciproterone (usato come contraccettivo ormonale): rischio di diminuzione dell'efficacia.
Utilizzare preferibilmente un altro metodo contraccettivo, soprattutto meccanico, per la durata dell’associazione e per un ciclo successivo.
• Dabigatran: diminuzione delle concentrazioni plasmatiche, con una possibile diminuzione dell'effetto terapeutico.
• Dolutegravir, in caso di resistenza alla classe degli inibitori dell'integrasi: diminuzione delle concentrazioni plasmatiche a causa di un aumento del metabolismo.
• Dronedarone: diminuzione significativa delle concentrazioni a causa di un aumento del metabolismo, senza cambiamenti significativi nel metabolita attivo.
• Eribulin: rischio di diminuzione delle concentrazioni plasmatiche da parte dell'induttore.
• Contraccettivi estro-progestinici: diminuzione dell'efficacia dovuta all'aumento del metabolismo epatico del contraccettivo ormonale da parte dell'induttore.
Utilizzare preferibilmente un altro metodo contraccettivo, in particolare un metodo meccanico, per la durata dell’associazione e per un ciclo successivo.
• Fentanyl: diminuzione delle concentrazioni plasmatiche a causa di un aumento del metabolismo epatico.
Preferire un altro derivato morfinico.
• Idelalisib: diminuzione delle concentrazioni plasmatiche a causa di un aumento del metabolismo epatico.
• Ifosfamide: rischio di aumento della neurotossicità a causa di un aumento del metabolismo epatico.
• Inibitori della tirosin-chinasi (axitinib, bosutinib, crizotinib, dabrafenib, dasatinib, erlotinib, gefitinib, imatinib, lapatinib, nilotinib, pazopanib, ruxolitinib, sorafenib, sunitinib, vandetanib, regorafenib, vemurafenib, vismodegib, cabozantinib, ceritinib, ibrutinib): diminuzione delle concentrazioni plasmatiche e dell'efficacia a causa dell'aumento del metabolismo.
• Irinotecan: probabile diminuzione delle concentrazioni plasmatiche del metabolita attivo, con rischio di fallimento della terapia citotossica.
• Itraconazolo: diminuzione delle concentrazioni plasmatiche, con possibile perdita di efficacia, dovuta all'aumento del metabolismo epatico.
• Ivacaftor: diminuzione significativa delle concentrazioni, con possibile perdita di efficacia.
• Macitentan: diminuzione delle concentrazioni plasmatiche a causa di un aumento del metabolismo.
• Mianserin: rischio di mancanza di efficacia.
• Nimodipina: diminuzione delle concentrazioni plasmatiche a causa di un aumento del metabolismo epatico.
Effettuare un monitoraggio clinico ed un eventuale aggiustamento del dosaggio del calcio antagonista durante e dopo la sospensione dell’associazione.
• Olaparib: diminuzione delle concentrazioni plasmatiche, eventualmente molto significativa, a causa di un aumento del metabolismo epatico.
• Osimertinib: diminuzione delle concentrazioni plasmatiche a causa di un aumento del metabolismo, con possibile impatto sull'efficacia.
• Ossicodone: diminuzione delle concentrazioni plasmatiche a causa di un aumento del metabolismo.
Considerare un possibile aggiustamento del dosaggio di ossicodone.
• Praziquantel: diminuzione molto significativa delle concentrazioni plasmatiche, con rischio di fallimento del trattamento, dovuto all'aumento del metabolismo epatico.
• Progestinici contraccettivi: diminuzione dell'efficacia contraccettiva per aumento del metabolismo epatico.
Utilizzare preferibilmente un altro metodo contraccettivo, in particolare un metodo meccanico, per la durata dell’associazione e per un ciclo successivo.
• Quetiapina: diminuzione molto significativa delle concentrazioni plasmatiche dovuta all'aumento del metabolismo epatico, con possibile mancanza di efficacia.
• Ranolazina: rischio di diminuzione significativa delle concentrazioni.
• Regorafenib: diminuzione delle concentrazioni plasmatiche a causa di un aumento del metabolismo.
• Rivaroxaban: diminuzione delle concentrazioni plasmatiche, con una potenziale diminuzione dell'effetto terapeutico.
• Sertralina: rischio di inefficacia del trattamento.
• Simeprevir: diminuzione delle concentrazioni plasmatiche a causa di un aumento del metabolismo epatico.
• Tacrolimus: iperkaliemia, soprattutto nell'insufficienza renale (effetto additivo sull’iperpotassiemia).
Questa combinazione dovrebbe essere evitata a meno di pregressa ipopotassiemia.
• Telitromicina: diminuzione delle concentrazioni plasmatiche, con possibile fallimento della terapia anti-infettiva, a causa dell'aumento del metabolismo epatico.
• Tenofovir Alafenamide: diminuzione delle concentrazioni plasmatiche a causa di un minore assorbimento.
Se la combinazione non può essere evitata, effettuare un monitoraggio clinico al momento dell’associazione e 1-2 settimane dopo l'interruzione di primidone.
• Ticagrelor: diminuzione significativa delle concentrazioni plasmatiche a causa di un aumento del metabolismo epatico, con possibile diminuzione dell'effetto terapeutico.
• Ulipristal: rischio di diminuzione dell'effetto a causa di un aumento del metabolismo epatico da parte.
Preferire un'alternativa terapeutica con scarso o nullo metabolismo epatico.
• Vemurafenib: rischio di diminuzione delle concentrazioni, con efficacia ridotta.
• Vismodegib: rischio di diminuzione delle concentrazioni plasmatiche a causa di un aumento del metabolismo epatico.
Associazioni da utilizzare con cautela • Acido valproico e, per estensione, valpromide: aumento dell’ammoniemia, con aumento del rischio di encefalopatia.
Effettuare un regolare monitoraggio clinico e biologico.
• Afatinib: diminuzione delle concentrazioni plasmatiche a causa di un aumento del metabolismo.
Effettuare un monitoraggio clinico durante l’associazione e 1-2 settimane dopo l'interruzione di primidone.
• Agenti immunosoppressivi (ciclosporina, tacrolimus, everolimus, sirolimus): possibile diminuzione significativa delle concentrazioni plasmatiche e dell’efficacia terapeutica.
• Albendazolo: diminuzione significativa delle concentrazioni plasmatiche da parte dell'induttore, con il rischio di una diminuzione dell'efficacia.
Effettuare un monitoraggio clinico della risposta terapeutica ed un eventuale aggiustamento del dosaggio di albendazolo durante e dopo il trattamento con primidone.
• Altri farmaci sedativi: aumento della depressione a livello centrale.
L'alterazione della vigilanza può rendere pericolosa la guida e l'utilizzo di macchinari.
• Androgeni: rischio di diminuzione delle concentrazioni plasmatiche e di conseguenza della loro efficacia, a causa dell’aumento del metabolismo epatico.
Effettuare un monitoraggio clinico e biologico durante la combinazione o 1-2 settimane dopo la sospensione di primidone.
• Antiaritmici di classe IA: diminuzione delle concentrazioni plasmatiche e dell'efficacia per aumento del metabolismo epatico.
Effettuare un monitoraggio clinico, ECG e della concentrazione plasmatica; se necessario effettuare un aggiustamento del dosaggio dei farmaci antiaritmici durante e dopo la terapia con primidone.
• Antivitamine K (acenocumarolo, fluindione, fenindione, warfarin): diminuzione dell'effetto a causa dell'aumento del metabolismo epatico.
Effettuare un monitoraggio più frequente dell'INR con possibile aggiustamento del dosaggio durante il trattamento con primidone e 8 giorni dopo la sua sospensione.
• Aripiprazolo: diminuzione delle concentrazioni plasmatiche.
Monitoraggio clinico ed eventuale aggiustamento del dosaggio durante la combinazione e a 1-2 settimane dopo la sospensione di primidone.
• Bazedoxifene: diminuzione delle concentrazioni plasmatiche da parte di primidone.
Effettuare un monitoraggio clinico, compresi eventuali segni di perdita di efficacia (sanguinamento).
• Benzodiazepine e sostanze correlate: aumento del rischio di depressione respiratoria, che può essere fatale in caso di sovradosaggio.
• Beta-bloccanti (metoprololo, propranololo): diminuzione delle concentrazioni plasmatiche con effetti clinici ridotti (metabolismo epatico accelerato).
• Bortezomib: diminuzione delle concentrazioni citotossiche a causa dell'aumento del metabolismo, con il rischio di una ridotta efficacia.
• Calcio antagonisti: diminuzione delle concentrazioni plasmatiche per aumento del metabolismo epatico.
Effettuare un monitoraggio clinico ed un eventuale aggiustamento del dosaggio del calcio antagonista durante e dopo la sospensione di primidone.
• Carbamazepina: progressiva diminuzione delle concentrazioni plasmatiche e del suo metabolita attivo senza apparente cambiamento dell'efficacia anticomiziale.
Occorre prestare attenzione quando si interpretano le concentrazioni plasmatiche.
• Carbazitaxel: diminuzione delle concentrazioni citotossiche a causa dell'aumento del metabolismo, con il rischio di una ridotta efficacia.
• Chinino: rischio di perdita di efficacia a causa di un aumento del metabolismo epatico da parte dell'induttore.
Effettuare un monitoraggio clinico ed un aggiustamento del dosaggio durante l’associazione e dopo la sospensione di primidone.
• Ciproterone (nelle sue indicazioni anti-androgeniche): rischio di diminuzione dell'efficacia.
Effettuare un monitoraggio clinico ed un eventuale aggiustamento del dosaggio durante e dopo l'interruzione dell’associazione.
• Clozapina: effetto additivo con primidone.
• Deferasirox: rischio di diminuzione delle concentrazioni plasmatiche.
Monitorare i livelli di ferritina durante e dopo il trattamento con primidone.
Se necessario, adattare il dosaggio di deferasirox.
• Disopiramide: rischio di diminuzione delle concentrazioni da parte dei primidone.
Monitoraggio clinico ed eventuale aggiustamento del dosaggio durante l’associazione e 1-2 settimane dopo la sospensione di primidone.
• Docetaxel: diminuzione delle concentrazioni citotossiche a causa dell'aumento del metabolismo, con il rischio di una ridotta efficacia.
• Dolutegravir, in assenza di resistenza alla classe degli inibitori dell'integrasi: diminuzione delle concentrazioni plasmatiche a causa di un aumento del metabolismo da parte di primidone.
È necessario l’aggiustamento della dose di dolutegravir a 50 mg una volta al giorno durante l’associazione e per una settimana dopo l'interruzione.
• Doxiciclina: diminuzione delle concentrazioni plasmatiche a causa di un aumento del metabolismo epatico.
Effettuare un regolare monitoraggio clinico ed un eventuale aggiustamento del dosaggio.
• Estrogeni non contraccettivi: diminuzione dell'efficacia.
Effettuare un regolare monitoraggio clinico ed un eventuale aggiustamento del dosaggio della terapia ormonale durante e dopo la sospensione di primidone.
• Felbamato: diminuzione delle concentrazioni plasmatiche e dell'efficacia e aumento delle concentrazioni plasmatiche di primidone, con rischio di sovradosaggio.
Effettuare un controllo clinico ed un regolare monitoraggio dei livelli plasmatici di fenobarbitale con aggiustamento del dosaggio se necessario.
• Fenitoina (e per estensione, fosfenitoina): 1) In caso di precedente trattamento con primidone e aggiunta di fenitoina, l'aumento delle concentrazioni plasmatiche di primidone può portare a tossicità (inibizione del metabolismo per competizione).
2) In caso di precedente trattamento con fenitoina e aggiunta di primidone, variazioni imprevedibili: a.
le concentrazioni plasmatiche di fenitoina sono di solito diminuite (aumento del metabolismo) senza influenzare negativamente l'attività anticonvulsivante.
Quando il primidone viene interrotto, può verificarsi tossicità da fenitoina; b.
le concentrazioni di fenitoina possono essere aumentate (inibizione competitiva del metabolismo).
• Folati: diminuzione della concentrazione plasmatica di primidone, causa aumento del suo metabolismo, di cui il folato è un cofattore.
Effettuare un controllo clinico, un monitoraggio dei livelli plasmatici ed un aggiustamento del dosaggio di primidone come necessario durante e dopo la supplementazione di acido folico.
• Glucocorticoidi (tranne l'idrocortisone) e mineralcorticoidi: diminuzione delle concentrazioni plasmatiche e dell'efficacia a causa di un aumento del metabolismo epatico: le conseguenze sono particolarmente importanti negli addisoniani trattati con idrocortisone e nei casi di trapianto.
Effettuare un regolare monitoraggio clinico e biologico, ed un aggiustamento del dosaggio durante l’associazione e dopo la sospensione di primidone.
• Idrocortisone: rischio di diminuzione dell'efficacia con gravi conseguenze quando l'idrocortisone è usato nella terapia sostitutiva o nel trapianto.
Effettuare un monitoraggio clinico e di laboratorio, un aggiustamento del dosaggio di idrocortisone durante la combinazione e dopo la sospensione di primidone.
• Immunosoppressori: diminuzione dei livelli ematici e dell'efficacia a causa dell'aumento del metabolismo epatico.
Aumentare il dosaggio dell'immunosoppressore, mantenendo sotto controllo i livelli ematici.
Riduzione del dosaggio dopo la sospensione dell'induttore.
• Inibitori della proteasi (amprenavir, atazanavir, darunavir, fosamprenavir, indinavir, lopinavir, saquinavir, tipranavir) potenziati con ritonavir: rischio di diminuzione dell'efficacia a causa di un aumento del metabolismo epatico.
Effettuare un regolare monitoraggio clinico e biologico, soprattutto all'inizio dell’associazione.
• Ivabradina: rischio di diminuzione dell'efficacia da causa di un aumento del metabolismo.
Effettuare un monitoraggio clinico ed un aggiustamento della dose durante l’associazione e dopo la sospensione di primidone.
• Lamotrigina: rischio di diminuzione delle concentrazioni plasmatiche e aumento delle concentrazioni plasmatiche dei metaboliti a causa dell'aumento del metabolismo indotto dal primidone.
Effettuare un monitoraggio clinico e di laboratorio e un aggiustamento del dosaggio durante l’associazione e dopo la sospensione di primidone.
• Levonorgestrel, usato per la contraccezione d'emergenza: diminuzione delle concentrazioni plasmatiche, con il rischio di inefficacia.
Se primidone viene assunto nelle ultime 4 settimane, l'uso di una contraccezione di emergenza non ormonale (IUD di rame) dovrebbe essere considerato.
Se questo non è possibile, un’altra opzione è raddoppiare la dose di levonorgestrel.
• Maraviroc: in assenza di co-somministrazione con un forte inibitore del CYP3A4, le concentrazioni sono diminuite.
In questa situazione la dose di maraviroc deve essere aumentata a 600 mg due volte al giorno.
• Metadone: diminuzione delle concentrazioni plasmatiche con il rischio di sviluppare una sindrome da astinenza, a causa dell'aumentato metabolismo epatico.
Aumentare la frequenza d'uso del metadone (da 2 a 3 volte al giorno invece di una volta al giorno).
• Metoprololo: diminuzione delle concentrazioni plasmatiche con effetti clinici ridotti (aumento del metabolismo epatico).
• Metronidazolo: diminuzione delle concentrazioni plasmatiche a causa di un aumento del metabolismo epatico.
Effettuare un monitoraggio clinico ed un eventuale aggiustamento del dosaggio di metronidazolo durante l’associazione e dopo la sospensione di primidone.
• Midazolam: rischio di diminuzione delle concentrazioni plasmatiche da parte di primidone.
• Montelukast: rischio di diminuzione dell'efficacia a causa di un aumento del metabolismo epatico da parte dell'induttore.
Effettuare un monitoraggio clinico ed un eventuale aggiustamento del dosaggio dei farmaci per l'asma durante e dopo il trattamento con primidone.
• Morfinici: aumento del rischio di depressione respiratoria, che può essere fatale in caso di sovradosaggio.
• Nelfinavir: possibile diminuzione dei livelli plasmatici e dell’efficacia terapeutica.
• Ormoni tiroidei: rischio di ipotiroidismo clinico nei pazienti ipotiroidei a causa dell'aumento del metabolismo di T3 e T4.
Le concentrazioni sieriche di T3 e T4 devono essere monitorate e il dosaggio dell'ormone tiroideo deve essere regolato come necessario durante e dopo l'interruzione della terapia induttiva.• Oxcarbazepina: rischio di diminuzione delle concentrazioni plasmatiche di primidone (a causa dell'aumento del metabolismo indotto dall'oxcarbazepina).
Rischio di diminuzione delle concentrazioni plasmatiche di oxcarbazepina (per aumento del metabolismo indotto dal primidone).
Effettuare un monitoraggio clinico e biologico ed aggiustamento della dose di oxacarbazepina/primidone.
• Perampanel: diminuzione significativa (fino a due terzi) delle concentrazioni.
• Posaconazolo: diminuzione delle concentrazioni e dell'efficacia.
Effettuare un monitoraggio clinico.
Se possibile, effettuare misurazioni plasmatiche del posaconazolo ed un eventuale aggiustamento del dosaggio.
• Procarbazina: aumento delle reazioni di ipersensibilità (ipereosinofilia, eruzione cutanea) dovute all'aumento del metabolismo da parte di primidone.
• Progestinici non contraccettivi con o senza un estrogeno: diminuzione dell'efficacia a causa dell'aumento del metabolismo epatico.
Effettuare un monitoraggio clinico ed un eventuale aggiustamento del dosaggio del trattamento ormonale durante la somministrazione di primidone e dopo la sua sospensione.
• Propafenone: diminuzione delle concentrazioni plasmatiche a causa dell'aumento del metabolismo.
Effettuare un monitoraggio clinico e ECG.
Se necessario, regolare il dosaggio di propafenone durante la combinazione e dopo la sospensione dell'induttore.
• Propranololo: diminuzione delle concentrazioni plasmatiche con effetti clinici ridotti (aumento del metabolismo epatico).• Stiripentol: aumento delle concentrazioni plasmatiche, con rischio di sovradosaggio, dovuto all'inibizione del suo metabolismo epatico.
Effettuare un monitoraggio clinico e plasmatico, ove possibile, dell'anticonvulsivo associato allo stiripentolo ed un eventuale aggiustamento del suo dosaggio.
• Teofillina e per estensione, aminofillina.
Diminuzione delle concentrazioni plasmatiche e dell'efficacia a causa dell'aumento del metabolismo epatico.
Effettuare un monitoraggio clinico e, se necessario, della teofillina.
Effettuare un aggiustamento del dosaggio di teofillina durante il trattamento con primidone e dopo la sua sospensione.
• Tiagabina: diminuzione delle concentrazioni plasmatiche a causa di un aumento del metabolismo epatico.
Un aumento del dosaggio di tiagabina può essere necessario quando si associa con un farmaco come primidone.
• Vitamina D: diminuzione delle concentrazioni plasmatiche.
I livelli di vitamina D dovrebbero essere misurati e integrati se necessario.
• Vortioxetine: diminuzione delle concentrazioni plasmatiche.
Effettuare un monitoraggio clinico e un eventuale aggiustamento del dosaggio durante l’associazione e 1-2 settimane dopo la sospensione di primidone.
• Zonisamide: rischio di diminuzione delle concentrazioni plasmatiche a causa dell'aumento del metabolismo indotto da primidone.
Effettuare un monitoraggio clinico ed un aggiustamento del dosaggio durante la combinazione e dopo la sospensione di primidone. Effetti indesiderati
- Se si verificano effetti collaterali in genere sono limitati alle prime fasi del trattamento: i pazienti possono presentare sonnolenza, irritabilità, disattenzione.
Sono stati segnalati sintomi di tipo neurotossico quali atassia, vertigini, cefalea, nistagmo, disturbi visivi, nausea e vomito, ma sono di solito transitori anche quando intensi.
Tuttavia nei casi di idiosincrasia, si possono presentare sintomi neurotossici in forma acuta e grave tali da imporre la sospensione del trattamento.
Le reazioni avverse riportate di seguito, osservate durante la fase di post marketing, sono suddivise secondo la classificazione MedDRA per sistemi e organi e per frequenza: molto comune (≥ 1/10), comune (≥ 1/100, < 1/10), non comune (≥ 1/1.000, < 1/100), raro (≥ 1/10.000, < 1/1.000), molto raro (< 1/10.000) e non nota (la frequenza non può essere definita sulla base dei dati disponibili).
* Eccezionalmente, come la fenitoina e il fenobarbitale, il primidone può causare anemia megaloblastica, che richiede interruzione del primidone.Classificazione per sistemi e organi Frequenza Effetti indesiderati Patologie del sistema emolinfopoietico Non nota Anemia megaloblastica*, leucopenia, linfoadenopatia, trombocitopenia. Disturbi del sistema immunitario Non nota Ipersensibilità: sindrome infiammatoria multisistemica, spesso con febbre, rash, ipereosinofilia e danno epatico. Disturbi psichiatrici Non nota Alterazione della personalità, disturbo da deficit di attenzione/iperattività, disturbo psicotico, disturbo della libido, dipendenza (vedere paragrafo 4.4) Patologie del sistema nervoso Non nota Sonnolenza, apatia, atassia, cefalea, disturbi visivi, nistagmo, vertigine. Patologie gastrointestinali Non nota Nausea, vomito. Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo Non nota Reazioni allergiche, in particolare della pelle, che possono includere eruzione cutanea maculo papulare, morbilliforme o scarlattiniforme.
Reazione da farmaco con eosinofilia e sintomi sistemici (DRESS) (vedere paragrafo 4.4).Molto raro Sindrome di Stevens-Johnson (SJS) e necrolisi epidermica tossica (sindrome di Lyell) (vedere paragrafo 4.4), dermatite esfoliativa, lupus eritematoso sistemico. Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo Non nota Artralgia, contrattura di Dupuytren, demineralizzazione ossea, osteomalacia**, osteopenia, osteoporosi e fratture trattate nel lungo termine. Patologie renali e urinarie Non nota Poliuria. Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione Non nota Appetito ridotto, edema periferico, irritabilità, stanchezza. Raro Sete Esami diagnostici Non nota Enzima epatico aumentato***, compresa la gamma-glutamil transferasi (gamma GT) e la fosfatasi alcalina.
Questa condizione può rispondere al trattamento con acido folico e/o vitamina B12.
** Un’integrazione di vitamina D può essere necessaria durante la terapia a lungo termine con primidone, poiché il catabolismo della vitamina D può aumentare.
Sono stati riportati isolati casi di altre discrasie ematiche.
Il meccanismo mediante cui è influenzato il metabolismo osseo non è stato identificato.
*** Gli enzimi epatici elevati, legati alla natura enzimatica del primidone, non sono generalmente di significato clinico.
Segnalazione delle reazioni avverse sospette La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale.
Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione all’indirizzo https://www.aifa.gov.it/content/segnalazioni-reazioni-avverse. Gravidanza e allattamento
- Donne in età fertile / Contraccezione Il fenobarbitale è uno dei principali metaboliti del primidone (vedere paragrafo 5.1).
Il fenobarbitale non deve essere usato nelle donne in età fertile a meno che, dopo un'attenta valutazione di idonee alternative di trattamento, il potenziale beneficio non sia giudicato superiore ai rischi.
Prima di iniziare il trattamento con fenobarbitale nelle donne in età fertile deve essere preso in considerazione un test di gravidanza per escludere una gravidanza.
Le donne in età fertile devono usare misure contraccettive altamente efficaci durante il trattamento con fenobarbitale e per 2 mesi dopo l'ultima dose.
A causa dell'induzione enzimatica, il fenobarbitale può provocare un fallimento dell'effetto terapeutico dei farmaci contraccettivi orali contenenti estrogeni e / o progesterone.
Le donne in età fertile devono essere avvisate di utilizzare altri metodi contraccettivi durante il trattamento con fenobarbitale, ad es.
due forme complementari di contraccezione, tra cui un metodo di barriera, un contraccettivo orale contenente dosi più elevate di estrogeni o un dispositivo intrauterino non ormonale (vedere paragrafo 4.5).
Le donne in età fertile devono essere informate e comprendere il rischio di potenziali danni al feto associati all'uso di fenobarbitale durante la gravidanza e l'importanza di pianificare una gravidanza.
Le donne che stanno pianificando una gravidanza devono essere avvisate di consultare in anticipo il proprio medico in modo che possa essere fornita una consulenza medica specialistica e possano essere discusse altre opzioni di trattamento appropriate prima del concepimento e prima di interrompere la contraccezione.
Il trattamento antiepilettico deve essere riesaminato regolarmente e soprattutto quando una donna sta pianificando una gravidanza.
Le donne in età fertile devono essere avvisate di contattare immediatamente il proprio medico se rimangono incinte o pensano di poter essere incinte durante il trattamento con fenobarbitale.
Gravidanza Rischio correlato ai medicinali antiepilettici in generale A tutte le donne in età fertile che assumono un trattamento antiepilettico, e in particolare alle donne che pianificano una gravidanza e alle donne in gravidanza, deve essere fornita una consulenza medica specialistica in merito ai potenziali rischi per il feto causati sia da crisi epilettiche che da trattamento antiepilettico.
Deve essere evitata l'interruzione improvvisa della terapia con farmaci antiepilettici (AED) in quanto ciò può portare a convulsioni che potrebbero avere gravi conseguenze per la donna e il feto.
La monoterapia è preferita per il trattamento dell'epilessia in gravidanza quando possibile perché la terapia con più farmaci antiepilettici potrebbe essere associata a un rischio più elevato di malformazioni congenite rispetto alla monoterapia, a seconda degli AED associati.
Rischi legati al fenobarbitale Il fenobarbitale è uno dei principali metaboliti del primidone (vedere paragrafo 5.1).
Il fenobarbitale attraversa la placenta.
Studi su animali (dati di letteratura) hanno mostrato tossicità riproduttiva nei roditori (vedere paragrafo 5.3).
I dati di meta-analisi e studi osservazionali hanno mostrato un rischio di malformazioni maggiori da 2 a 3 volte superiore al rischio di base nella popolazione generale (che è del 2-3%).
Il rischio è dose-dipendente; tuttavia, nessuna dose è risultata priva di rischi.
La monoterapia con fenobarbitale è associata ad un aumentato rischio di malformazioni congenite maggiori, inclusi labbro leporino e palatoschisi e malformazioni cardiovascolari.
Sono state segnalate anche altre malformazioni che coinvolgono vari sistemi corporei, inclusi casi di ipospadia, caratteristiche dismorfiche facciali, effetti del tubo neurale, dismorfismo cranio-facciale (microcefalia) e anomalie delle dita.
I dati di uno studio del registro suggeriscono un aumento del rischio di bambini nati piccoli per età gestazionale o con lunghezza corporea ridotta, rispetto alla monoterapia con lamotrigina.
Sono stati segnalati disturbi dello sviluppo neurologico tra i bambini esposti a fenobarbitale durante la gravidanza.
Gli studi relativi al rischio di disturbi dello sviluppo neurologico nei bambini esposti a fenobarbitale durante la gravidanza sono contraddittori e non si può escludere un rischio.
Effetti avversi sullo sviluppo neurologico sono stati riportati anche negli studi preclinici (vedere paragrafo 5.3).
Il fenobarbitale non deve essere usato durante la gravidanza a meno che non si ritenga che il potenziale beneficio superi i rischi rispetto ad altre opzioni di trattamento idonee.
Se, dopo la rivalutazione del trattamento con fenobarbitale, nessun'altra opzione di trattamento è adatta, deve essere utilizzata la dose efficace più bassa di fenobarbitale.
La donna deve essere pienamente informata e comprendere i rischi legati all'uso del fenobarbitale durante la gravidanza.
Quando viene utilizzato nel terzo trimestre di gravidanza, possono verificarsi sintomi di astinenza nel neonato, inclusi sedazione, ipotonia e disturbo della suzione.
Le pazienti che assumono fenobarbitale devono essere adeguatamente integrate con acido folico prima del concepimento e durante la gravidanza.
La terapia anticonvulsivante in corso di gravidanza è stata alle volte associata a disordini della coagulazione nei neonati.
Per tale motivo le pazienti gravide devono essere trattate durante l’ultimo mese di gravidanza e fino al momento del parto con vitamina K1.
In assenza di questo pretrattamento, è consigliabile somministrare alla partoriente 10 mg di vitamina K1 al momento del parto e 1 mg al neonato subito dopo la nascita.
Prima del parto / nel neonato I farmaci antiepilettici che inducono gli enzimi possono talvolta causare al neonato di una madre trattata: • una sindrome emorragica che può verificarsi durante il parto o nei primi giorni di vita.
La prevenzione nella madre con vitamina K per os nel mese precedente il parto, e la vitamina K1 parenterale (IM o IV lenta) alla nascita nel neonato sembrano essere efficaci.
Un test di emostasi normale nella madre non esclude anomalie di emostasi nel neonato.
• disturbi nel metabolismo fosfocalcico e mineralizzazione ossea, che l'integrazione di vitamina D della madre, durante il terzo trimestre, sembra essere in grado di prevenire.
• sintomi legati all'impatto del farmaco sul neonato, tra cui sedazione, ipotonia e scarsa suzione.
• raramente: una sindrome da astinenza moderata (movimenti anormali, suzione inefficace)”.
Follow-up post-natale / nel bambino In caso di esposizione durante la gravidanza, dovrebbe essere effettuato un attento monitoraggio dello sviluppo neurocomportamentale del bambino e, se necessario, dovrebbe essere fornito un trattamento appropriato il prima possibile.
Allattamento Il primidone passa nel latte materno, pertanto se si osserva sonnolenza o debolezza nei bambini allattati, sospendere l’allattamento.
A causa del rischio di sedazione che può indurre difficoltà nella suzione responsabile di uno scarso aumento ponderale durante l’immediato periodo neonatale, l’allattamento al seno non è raccomandato. Conservazione
- Questo medicinale non richiede alcuna condizione particolare di conservazione.
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Segnalazione degli effetti indesiderati
Se dovesse manifestarsi un qualsiasi effetto indesiderato, compresi quelli non elencati in questo foglio, è doveroso rivolgersi al proprio medico, ad uno specialista e/o al farmacista. La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Gli effetti indesiderati possono essere segnalati direttamente tramite il sistema nazionale di segnalazione all'indirizzo www.agenziafarmaco.it/it/responsabili. Segnalando gli effetti indesiderati si può contribuire a fornire maggiori informazioni sulla sicurezza di questo medicinale.