MIRTAZAPINA MY 30CPR OROD 30MG

16,17 €

Prezzo indicativo

Principio attivo: MIRTAZAPINA
  • ATC: N06AX11
  • Descrizione tipo ricetta: RR - RIPETIBILE 10V IN 6MESI
  • Presenza Glutine:
  • Presenza Lattosio:

Data ultimo aggiornamento: 24/04/2011

Trattamento di episodi di depressione maggiore negli adulti.
Ogni compressa orodispersibile contiene 15 mg di mirtazapina. Ogni compressa orodispersibile contiene 30 mg di mirtazapina. Eccipiente con effetto noto: Ogni compressa orodispersibile contiene 3 mg di aspartame. Ogni compressa orodispersibile contiene 6 mg di aspartame. Per l’elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1.

Controindicazioni

Ipersensibilità al principio attivo o a uno qualsiasi degli eccipienti elencati al paragrafo 6.1.
Uso concomitante di mirtazapina ed inibitori delle monoaminossidasi (I-MAO) (vedere paragrafo 4.5).

Posologia

Posologia Adulti La dose giornaliera efficace è generalmente compresa tra 15 e 45 mg; la dose iniziale è di 15 o 30 mg.
La Mirtazapina comincia a esercitare la sua azione generalmente dopo 1-2 settimane di trattamento.
Il trattamento con una dose adeguata dovrebbe determinare una risposta positiva entro 2-4 settimane.
In presenza di una risposta insufficiente, si può aumentare la dose fino a raggiungere la dose massima.
Se non si osserva alcuna risposta nell’arco di ulteriori 2-4 settimane, si deve interrompere il trattamento.
I pazienti affetti da depressione devono essere trattati per un periodo di tempo sufficiente di almeno 6 mesi per assicurare che siano esenti da sintomi.
Si raccomanda di interrompere il trattamento con mirtazapina in modo graduale per evitare sintomi da sospensione (vedere paragrafo 4.4).
Anziani La dose raccomandata è la stessa degli adulti.
Nei pazienti anziani un aumento della dose deve essere attuato sotto stretta supervisione per provocare una risposta soddisfacente e sicura.
Compromissione renale La clearance della mirtazapina può risultare ridotta nei pazienti con insufficienza renale da moderata a grave (clearance della creatinina < 40 ml/min).
Di ciò si deve tenere conto, quando si prescrive mirtazapina a questa categoria di pazienti (vedere paragrafo 4.4).
Compromissione epatica La clearance della mirtazapina può risultare ridotta nei pazienti che presentano una compromissione della funzione epatica.
Di ciò si deve tenere conto quando si prescrive mirtazapina a questa categoria di pazienti, in particolare in presenza di grave compromissione epatica, poiché i pazienti con grave compromissione epatica non sono stati oggetto di studio (vedere paragrafo 4.4).
Popolazione pediatrica Mirtazapina non deve essere usata nei bambini e negli adolescenti al di sotto dei 18 anni poiché non ne è stata dimostrata l’efficacia in due studi clinici a breve termine (vedere paragrafo 5.1) e per motivi di sicurezza (vedere paragrafi 4.4, 4.8 e 5.1).
Metodo di somministrazione La mirtazapina ha un’emivita di eliminazione di 20-40 ore e pertanto Mirtazapina Mylan Generics Italia è adatta alla singola somministrazione giornaliera.
La dose unica deve essere assunta preferibilmente la sera prima di coricarsi.
Mirtazapina Mylan Generics Italia può essere somministrata anche frazionata in due dosi (una al mattino e una la sera, la dose maggiore deve essere presa la sera).
Le compresse devono essere assunte per via orale.
La compressa si disgrega rapidamente e può essere deglutita senz’acqua.

Avvertenze e precauzioni

Popolazione pediatrica Mirtazapina Mylan Generics Italia non deve essere usata per trattare bambini e adolescenti sotto i 18 anni di età.
Comportamenti suicidi (tentativi di suicidio e pensieri suicidi) e ostilità (essenzialmente aggressività, comportamento di opposizione e collera) sono stati osservati con maggiore frequenza negli studi clinici effettuati su bambini e adolescenti trattati con antidepressivi rispetto a quelli trattati con placebo.
Qualora, in base ad esigenze mediche, debba essere presa la decisione di effettuare comunque il trattamento, il paziente deve essere sorvegliato attentamente per escludere la comparsa di sintomi suicidi.
Inoltre, non sono disponibili i dati sulla sicurezza a lungo termine per i bambini e gli adolescenti relativi a crescita, maturazione e sviluppo cognitivo e comportamentale.
Suicidio/pensieri suicidi o peggioramento clinico La depressione si associa a un rischio elevato di pensieri suicidi, autolesionismo e suicidio (eventi correlati al suicidio).
Questo rischio persiste fino al conseguimento di una significativa remissione.
Poiché il miglioramento può non avvenire durante le primissime settimane o più di trattamento, i pazienti devono essere seguiti attentamente fino al miglioramento.
Secondo l’esperienza clinica generale, il rischio di suicidio può aumentare nelle prime fasi del miglioramento.
Pazienti con anamnesi positiva di eventi correlati al suicidio, o con un livello significativo di ideazione suicida antecedente il trattamento, presentano un rischio maggiore di sviluppare pensieri suicidi o di tentativi di suicidio e pertanto devono essere seguiti attentamente durante il trattamento.
Una meta-analisi di studi clinici controllati con placebo condotti sull’impiego di farmaci antidepressivi in pazienti affetti da disturbi psichiatrici, ha mostrato un aumento del rischio di comportamenti suicidari con gli antidepressivi rispetto al placebo nei pazienti di età inferiore ai 25 anni.
La terapia con antidepressivi deve essere accompagnata da un’attenta supervisione dei pazienti, in particolare di quelli a rischio elevato e specialmente nelle prime fasi del trattamento ed in seguito a correzioni della dose.
I pazienti (e coloro che li assistono) devono essere informati riguardo alla necessità di monitorare la comparsa di qualsiasi peggioramento clinico, di comportamenti o ideazione suicida e di cambiamenti insoliti del comportamento e di chiedere immediatamente il consiglio medico se questi sintomi dovessero presentarsi.
Per quanto riguarda la possibilità di suicidio, in particolare all’inizio del trattamento, deve essere dato al paziente solo il più piccolo quantitativo di mirtazapina in accordo con la buona gestione del paziente, al fine di ridurre il rischio di sovradosaggio.
Depressione midollare Durante il trattamento con la mirtazapina è stata segnalata depressione midollare, che si manifesta, di solito, sotto forma di granulocitopenia o agranulocitosi.
Agranulocitosi reversibile è stata segnalata, raramente, anche nel corso degli studi clinici con la mirtazapina.
Nel periodo successivo alla commercializzazione della mirtazapina sono stati riferiti casi molto rari di agranulocitosi, la maggior parte reversibili, ma in alcuni casi fatali.
Casi fatali hanno interessato prevalentemente pazienti di età superiore a 65 anni.
Il medico deve prestare particolare attenzione a sintomi quali febbre, mal di gola, stomatite o altri segni di infezione; quando questi si presentano, il trattamento deve essere interrotto e deve essere eseguito un esame emocromocitometrico completo.
Ittero Il trattamento deve essere interrotto se compare ittero.
Condizioni che richiedono supervisione È necessario dosare accuratamente il farmaco e porre sotto stretto e regolare controllo i pazienti con: - epilessia e sindrome cerebrale organica: benché l’esperienza clinica evidenzi che raramente si verificano attacchi epilettici nei pazienti trattati con mirtazapina, così come con altri antidepressivi, Mirtazapina Mylan Generics Italia deve essere utilizzato con cautela nei pazienti con una storia di attacchi epilettici.
Il trattamento deve essere sospeso nei pazienti che manifestano attacchi epilettici, o quando si verifica un aumento nella frequenza degli attacchi epilettici.
- compromissione epatica; dopo somministrazione di una singola dose orale da 15 mg di mirtazapina, la clearance della mirtazapina è risultata ridotta del 35% circa in pazienti con un’insufficienza epatica da lieve a moderata rispetto ai pazienti con una funzione epatica nella norma.
La concentrazione plasmatica media di mirtazapina è risultata aumentata del 55% circa.
- compromissione renale; dopo somministrazione di una singola dose orale da 15 mg di mirtazapina, nei pazienti con insufficienza renale moderata (clearance della creatinina < 40 ml/min) e grave (clearance della creatinina ≤ 10 ml/min), la clearance della mirtazapina è risultata ridotta rispettivamente del 30 e del 50% circa rispetto ai pazienti con funzione renale nella norma.
La concentrazione plasmatica media di mirtazapina è risultata aumentata rispettivamente del 55 e del 115% circa.
Non sono state rilevate differenze significative nei pazienti con compromissione renale lieve (clearance della creatinina < 80 ml/min) rispetto al gruppo di controllo.
- malattie cardiache quali difetti della conduzione, angina pectoris, infarto del miocardio recente; in questi casi debbono essere adottate le normali precauzioni e la terapia concomitante deve essere attuata con accortezza.
- ipotensione.
- diabete mellito: nei pazienti con diabete, gli antidepressivi possono alterare il controllo glicemico.
Il dosaggio dell’insulina e/o degli ipoglicemizzanti orali può avere bisogno di essere modificato ed è raccomandato un monitoraggio stretto.
Inoltre, come con altri antidepressivi, si deve tenere conto delle seguenti circostanze: - Quando gli antidepressivi sono somministrati a pazienti con schizofrenia o altri disturbi psicotici, si può verificare un peggioramento dei sintomi psicotici; l’ideazione paranoide si può intensificare.
- Quando si tratta la fase depressiva di un disturbo bipolare, può verificarsi il passaggio alla fase maniacale.
I pazienti con un’anamnesi di mania/ipomania devono essere monitorati attentamente.
La mirtazapina deve essere sospesa in tutti i pazienti che entrano nella fase maniacale.
- Sebbene la mirtazapina non provochi dipendenza, l’esperienza successiva alla commercializzazione mostra che la brusca interruzione della somministrazione, dopo un lungo periodo di trattamento, può provocare talvolta sintomi da sospensione.
La maggior parte di questi sintomi è lieve e autolimitata.
Tra i vari sintomi da sospensione, i più frequenti sono vertigini, agitazione, ansia, cefalea, nausea.
Benché siano stati riferiti come sintomi da sospensione, questi sintomi possono essere correlati alla malattia di base.
Come consigliato nel paragrafo 4.2, si raccomanda di sospendere il trattamento con mirtazapina gradualmente.
- Cautela deve essere osservata nei pazienti con disturbi della minzione e ipertrofia prostatica e nei pazienti con glaucoma acuto ad angolo chiuso e ipertensione oculare (anche in questi casi la possibilità che si evidenzino problemi con la mirtazapina è scarsa, poiché essa è dotata di un’attività anticolinergica molto debole).
- Acatisia/irrequietezza psicomotoria; l’uso di antidepressivi è stato associato allo sviluppo di acatisia, caratterizzata da sensazione di mancanza di riposo soggettivamente spiacevole o stressante e necessità di muoversi spesso accompagnata da incapacità a rimanere seduti o fermi.
Questo si verifica più probabilmente nelle primissime settimane di trattamento.
Nei pazienti che sviluppano questi sintomi un aumento del dosaggio può peggiorare la sintomatologia.
- Prolungamento del QT: Casi di prolungamento del QT, torsioni di punta, tachicardia ventricolare e morte improvvisa, sono stati segnalati durante l’uso post-marketing di mirtazapina.
La maggior parte delle segnalazioni si sono verificate in associazione con sovradosaggio o in pazienti con altri fattori di rischio per il prolungamento del QT, compreso l’uso concomitante di medicinali che prolungano il QTc (vedere paragrafi 4.5 e 4.9).
Si deve usare cautela quando la mirtazapina viene prescritta in pazienti con malattia cardiovascolare nota o storia familiare di prolungamento del QT e che fanno uso concomitante di altri medicinali ritenuti in grado di prolungare l’intervallo QTc.
Iponatriemia Molto raramente con l’uso di mirtazapina è stata riportata iponatriemia, probabilmente dovuta ad inappropriata secrezione di ormone antidiuretico (SIADH).
Deve essere adottata cautela nei pazienti a rischio quali quelli anziani o trattati contemporaneamente con medicinali noti per provocare iponatriemia.
Sindrome serotoninergica Interazione con farmaci serotoninergici: può presentarsi sindrome serotoninergica quando gli inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina (SSRI) vengono somministrati in combinazione con altri farmaci serotoninergici (vedere paragrafo 4.5).
Sintomi della sindrome serotoninergica possono essere ipertermia, rigidità, mioclono, instabilità autonomica e possibili fluttuazioni rapide dei segni vitali, cambiamenti dello stato mentale che comprendono confusione, irritabilità ed estrema agitazione che progredisce in delirio e coma.
Deve essere usata cautela ed è richiesto uno stretto monitoraggio clinico quando questi principi attivi sono combinati con mirtazapina.
Il trattamento con mirtazapina deve essere interrotto se si osservano tali reazioni e deve essere iniziato un trattamento sintomatico di supporto.
Dall’esperienza successiva alla commercializzazione, sembra che la sindrome serotoninergica si verifichi molto raramente in pazienti trattati con mirtazapina da sola (vedere paragrafo 4.8).
Reazioni avverse cutanee gravi In associazione al trattamento con mirtazapina, sono state segnalate reazioni avverse cutanee gravi (SCARs), incluse la sindrome di Stevens-Johnson (SJS), la necrolisi epidermica tossica (TEN), la reazione da farmaco con eosinofilia e sintomi sistemici (DRESS), la dermatite bollosa e l’eritema multiforme, che possono essere letali o rappresentare un rischio per la vita.
Se si manifestano segni e sintomi riconducibili a queste reazioni, la somministrazione di mirtazapina deve essere immediatamente sospesa.
Qualora il paziente abbia manifestato una di queste reazioni a causa dell'uso di mirtazapina, il trattamento con mirtazapina non dovrà mai essere ripreso.
Anziani I pazienti anziani sono spesso più sensibili, soprattutto nei confronti degli effetti indesiderati degli antidepressivi.
Durante gli studi clinici condotti con mirtazapina non sono stati segnalati effetti indesiderati più frequenti negli anziani rispetto ai pazienti appartenenti alle altre fasce di età.
Aspartame Mirtazapina Mylan Generics Italia contiene aspartame, una fonte di fenilalanina.
Ogni compressa da 15 mg e 30 mg di mirtazapina corrisponde rispettivamente a 1,68 mg e 3,36 mg di fenilalanina.
Aspartame ingerito oralmente è idrolizzato nel tratto gastrointestinale.
Fenilalanina è il principale prodotto della sua idrolisi.
Può essere nociva per pazienti con fenilchetonuria.

Interazioni

Interazioni farmacodinamiche - La mirtazapina non deve essere somministrata in concomitanza con inibitori delle MAO o entro due settimane dalla sospensione della terapia con inibitori delle MAO.
Allo stesso modo, devono passare circa due settimane prima di trattare con gli inibitori delle MAO i pazienti in terapia con mirtazapina (vedere paragrafo 4.3).
Inoltre, come con gli SSRI, la somministrazione concomitante di altre sostanze attive serotoninergiche (L-triptofano, triptani, tramadolo), linezolide, blu di metilene, SSRI, venlafaxina, litio e preparati a base di erba di S.Giovanni - Hypericum perforatum) può determinare un’incidenza di effetti associati alla serotonina (sindrome serotoninegica: vedere paragrafo 4.4).
Deve essere raccomandata cautela ed è richiesto uno stretto monitoraggio clinico, quando queste sostanze attive sono somministrate in combinazione con la mirtazapina.
- La mirtazapina può aumentare le proprietà sedative delle benzodiazepine e di altri sedativi (in particolare della maggior parte degli antipsicotici, degli antistaminici H1 antagonisti, degli oppioidi).
Bisogna fare attenzione qualora questi medicinali siano prescritti insieme alla mirtazapina.
- La mirtazapina può aumentare gli effetti deprimenti dell’alcool sul sistema nervoso centrale.
Pertanto, ai pazienti si deve consigliare di evitare l’assunzione di bevande alcoliche durante la terapia con mirtazapina.
- La mirtazapina, alla dose di 30 mg una volta al giorno, provoca un aumento lieve, ma statisticamente significativo del rapporto internazionale normalizzato (INR) nei soggetti trattati con warfarina.
Poiché a dosaggi più alti di mirtazapina non si può escludere un effetto più pronunciato, è consigliabile il monitoraggio dell’INR in caso di trattamento concomitante con warfarina e mirtazapina.
- Il rischio di prolungamento del QT e/o di aritmie ventricolari (ad esempio torsioni di punta) può essere aumentato con l’uso concomitante di medicinali che prolungano l’intervallo QTc (ad esempio alcuni antipsicotici ed alcuni antibiotici).
Interazioni farmacocinetiche - La carbamazepina e la fenitoina, induttori del CYP3A4, hanno aumentato di circa due volte la clearance della mirtazapina, provocando una riduzione rispettivamente del 60% e del 45% dei livelli plasmatici medi della mirtazapina.
Quando la carbamazepina o un altro induttore del metabolismo epatico (quale rifampicina) viene somministrata contemporaneamente alla mirtazapina, può essere necessario aumentare la dose di quest’ultima.
Se il trattamento con un medicinale di questo tipo viene interrotto, può essere necessario ridurre la dose di mirtazapina.
- La somministrazione concomitante del ketoconazolo, potente inibitore del CYP3A4, ha aumentato i livelli di picco plasmatici e dell’area sottesa alla curva (AUC) di mirtazapina rispettivamente del 40% e del 50% circa.
- Quando la cimetidina (debole inibitore di CYP1A2, CYP2D6 e CYP3A4) viene somministrata assieme alla mirtazapina, la concentrazione plasmatica media di mirtazapina può aumentare di oltre il 50%.
Deve essere adottata cautela e può essere necessario ridurre la dose, quando la mirtazapina è somministrata contemporaneamente a potenti inibitori del CYP3A4, inibitori dell’HIV proteasi, antifungini azolici, eritromicina, cimetidina o nefazodone.
- Dagli studi sulle interazioni non sono emersi effetti farmacocinetici di rilievo associati al trattamento contemporaneo di mirtazapina con paroxetina, amitriptilina, risperidone o litio.
Popolazione pediatrica Studi di interazione sono stati effettuati solo negli adulti.

Effetti indesiderati

I pazienti depressi manifestano un certo numero di sintomi che sono dovuti alla malattia stessa.
È pertanto difficile, talvolta, accertare quali sintomi siano espressione della malattia e quali il risultato del trattamento con la mirtazapina.
Riassunto del profilo di sicurezza Le reazioni avverse riferite più frequentemente, che si sono verificate in più del 5% dei pazienti trattati con la mirtazapina negli studi randomizzati e controllati con placebo (vedere sotto) sono sonnolenza, sedazione, bocca secca, aumento di peso, aumento dell'appetito, capogiri e affaticamento.
In associazione al trattamento con mirtazapina, sono state segnalate reazioni avverse cutanee gravi (SCAR), incluse la sindrome di Stevens-Johnson (SJS), la necrolisi tossica epidermica (TEN), la reazione da farmaco con eosinofilia e sintomi sistemici (DRESS), la dermatite bollosa e l’eritema multiforme (vedere paragrafo 4.4).
Lista tabulata delle reazioni avverse Gli effetti indesiderati della mirtazapina sono stati valutati in tutti i pazienti (compresi quelli con indicazioni diverse dalla depressione maggiore) arruolati negli studi randomizzati controllati con placebo.
La meta-analisi ha riguardato 20 studi, con una durata pianificata di trattamento di un massimo di 12 settimane, con 1501 pazienti (134 anni persona) trattati con dosi di mirtazapina fino a 60 mg e 850 pazienti (79 anni persona) trattati con placebo.
Le fasi di estensione di questi studi sono state escluse per mantenere la raffrontabilità con il trattamento con placebo.
Nella tabella 1 è riportata l’incidenza per categoria delle reazioni avverse che si sono manifestate negli studi clinici con una frequenza maggiore, statisticamente significativa, durante il trattamento con la mirtazapina rispetto al trattamento con placebo, e delle reazioni avverse riferite spontaneamente.
La frequenza delle reazioni avverse emerse dalle segnalazioni spontanee è basata sul tasso di segnalazione di tali eventi negli studi clinici.
La frequenza delle reazioni avverse da segnalazione spontanea per le quali non sono stati osservati casi con mirtazapina negli studi randomizzati controllati verso placebo è stata classificata come “non nota”.
Tabella 1.
Reazioni avverse di mirtazapina
Classificazione organo-sistema Molto comune (≥1/10) Comune (da ≥1/100 a <1/10) Non Comune (da ≥1/1000 a <1/100) Raro (da ≥1/10000 a <1/1000) Frequenza non nota (la frequenza non può essere definita sulla base dei dati disponibili)
Patologie del Sistema emolinfopoietico     Depressione midollare (granulocitopenia, agranulocitosi, anemia aplastica, trombocitopenia), Eosinofilia
Patologie endocrine     Inappropriata secrezione dell’ormone antidiuretico, Iperprolattinemia (e sintomi correlati galattorrea e ginecomastia)
Patologie del metabolismo e della nutrizione Aumento di peso¹, Aumento dell’appetito¹    Iponatriemia
Disturbi psichiatrici  Sogni anormali, Confusione, Ansia2,5, Insonnia3,5 Incubi², Mania Agitazione², Allucinazioni, Irrequietezza psicomotoria (inclusa acatisia, ipercinesia) Aggressività Idea suicida6, Comportamento suicida6, Sonnambulismo
Patologie del sistema nervoso Sonnolenza1,4, Sedazione1,4, Cefalea² Letargia¹, Capogiro, Tremore, Amnesia7 Parestesia², Sindrome delle gambe senza riposo, Sincope Mioclono Convulsioni (traumi), Sindrome serotoninergica, Parestesia orale, Disartria
Patologie vascolari  Ipotensione ortostatica Ipotensione²  
Patologie gastrointestinali Bocca secca Nausea³, Diarrea², Vomito², Stipsi¹ Ipoestesia orale Pancreatite Edema orale, Aumento della salivazione
Patologie epatobiliari    Aumento dell’attività delle transaminasi sieriche 
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo  Esantema ²   Sindrome di Stevens Johnson, Dermatite bollosa, Eritema multiforme, Necrolisi epidermica tossica, Reazioni al farmaco con eosinofilia e sintomi sistemici (DRESS)
Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo  Artralgia, Mialgia, Dolore dorsale ¹   Rabdomiolisi
Patologie renali e urinarie     Ritenzione urinaria
Disturbi dell’apparato riproduttivo e della mammella     Priapismo
Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione  Edema periferico¹, Affaticamento   Edema generalizzato, Edema periferico
Esami di laboratorio     Aumento della creatinchinasi
1 Negli studi clinici questi eventi si sono manifestati con una frequenza maggiore, statisticamente significativa, nel corso del trattamento con la mirtazapina rispetto al trattamento con placebo.
² Negli studi clinici questi eventi si sono manifestati con una frequenza maggiore, ma non statisticamente significativa, nel corso del trattamento con il placebo rispetto al trattamento con la mirtazapina.
³ Negli studi clinici questi eventi si sono manifestati con una frequenza maggiore, statisticamente significativa, nel corso del trattamento con placebo rispetto al trattamento con la mirtazapina.
4 N.B.
la riduzione del dosaggio generalmente non determina una minore sonnolenza/sedazione, ma può compromettere l'efficacia antidepressiva.
5 Il trattamento con antidepressivi in genere può determinare l'insorgenza o il peggioramento di ansia e insonnia (che possono essere sintomi di depressione).
Nel corso del trattamento con la mirtazapina sono stati riferiti sviluppo o peggioramento di ansia e insonnia.
6 Casi di ideazione suicidaria e comportamenti suicidari sono stati segnalati durante la terapia con la mirtazapina o subito dopo l'interruzione del trattamento (vedere paragrafo 4.4).
7 Nella maggior parte dei casi i pazienti si sono ristabiliti in seguito alla sospensione del farmaco Nelle analisi di laboratorio condotte negli studi clinici sono stati osservati innalzamenti transitori delle transaminasi e della gamma-glutamiltransferasi (tuttavia, gli eventi avversi associati non sono stati riferiti con una frequenza statisticamente superiore con la mirtazapina rispetto al placebo).
Popolazione pediatrica I seguenti effetti indesiderati sono stati comunemente osservati in studi clinici nei bambini: aumento di peso, orticaria e ipertrigliceridemia (vedere anche paragrafo 5.1).
Segnalazione delle reazioni avverse sospette La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale.
Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione all’indirizzo https://www.aifa.gov.it/content/segnalazioni-reazioni-avverse.

Gravidanza e allattamento

Gravidanza I limitati dati riguardanti l’uso della mirtazapina in donne in gravidanza non indicano un rischio aumentato di malformazioni congenite.
Gli studi condotti su animali non hanno evidenziato effetti teratogeni di rilevanza clinica, tuttavia è stata osservata tossicità dello sviluppo (vedere paragrafo 5.3).
Dati epidemiologici hanno suggerito che l’uso di inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina (SSRIs) in gravidanza, soprattutto verso il termine della gravidanza, può aumentare il rischio di ipertensione polmonare persistente nel neonato (IPPN).
Sebbene nessuno studio abbia analizzato l’associazione di IPPN al trattamento con mirtazapina, tale rischio potenziale non può essere escluso tenendo conto del meccanismo di azione connesso (aumento delle concentrazioni di serotonina).
Deve essere prestata attenzione, quando si prescrive mirtazapina a donne in gravidanza.
Qualora mirtazapina sia utilizzata sino al parto o sospesa immediatamente prima, è raccomandato un monitoraggio post-natale del neonato per valutare eventuali effetti da sospensione.
Allattamento Gli studi condotti su animali e limitati dati rilevati sull'uomo hanno evidenziato un'escrezione molto contenuta della mirtazapina nel latte materno.
La decisione di continuare/interrompere l'allattamento al seno o continuare/interrompere la terapia con mirtazapina deve basarsi sulla valutazione del beneficio dell'allattamento al seno per il bambino e sul beneficio della terapia con mirtazapina per la donna.
Fertilità Studi non-clinici di tossicità riproduttiva negli animali non hanno evidenziato alcun effetto sulla fertilità.

Conservazione

Questo medicinale non richiede alcuna condizione particolare di conservazione.

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Segnalazione degli effetti indesiderati
Se dovesse manifestarsi un qualsiasi effetto indesiderato, compresi quelli non elencati in questo foglio, è doveroso rivolgersi al proprio medico, ad uno specialista e/o al farmacista. La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Gli effetti indesiderati possono essere segnalati direttamente tramite il sistema nazionale di segnalazione all'indirizzo www.agenziafarmaco.it/it/responsabili. Segnalando gli effetti indesiderati si può contribuire a fornire maggiori informazioni sulla sicurezza di questo medicinale.