MIKAN IM IV FL 1G 4ML

6,88 €

Prezzo indicativo

Principio attivo: AMIKACINA SOLFATO
  • ATC: J01GB06
  • Descrizione tipo ricetta: RR - RIPETIBILE 10V IN 6MESI
  • Presenza Glutine: No Il farmaco non contiene glutine
  • Presenza Lattosio:

Data ultimo aggiornamento: 07/10/2012

Trattamento a breve termine di infezioni gravi sostenute da germi Gram-negativi sensibili all'antibiotico. In particolare l'amikacina risulta indicata nelle seguenti forme: - batteriemie e setticemie (inclusa la sepsi neonatale); - infezioni complicate e ricorrenti delle vie genito-urinarie; - infezioni dell'apparato respiratorio, dell'apparato osteoarticolare, del sistema nervoso centrale (compresa la meningite) e del tessuto cutaneo e sottocutaneo; - infezioni endo-addominali (compresa la peritonite); - ustioni ed infezioni post-operatorie. Si devono tenere in considerazione le linee-guida ufficiali sull’uso appropriato degli agenti antibatterici.
Ogni fiala contiene: amikacina solfato mg 1335,00 (pari ad amikacina base mg 1000). Eccipiente con effetti noti: sodio metabisolfito. Per l’elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1.

Controindicazioni

Ipersensibilità al principio attivo o ad uno qualsiasi degli eccipienti elencati al paragrafo 6.1 L’amikacina solfato soluzione iniettabile è controindicata in pazienti con nota ipersensibilità verso l'amikacina e gli altri aminoglicosidi, verso il sodio metabisolfito o qualsiasi altro componente della formulazione.
Precedenti di ipersensibilità o gravi reazioni tossiche agli aminoglicosidi possono rappresentare una controindicazione all’uso di qualsiasi aminoglicoside a causa della nota sensibilità crociata dei pazienti ai farmaci di questa classe.

Posologia

Somministrazione intramuscolare ed endovenosa Alla posologia raccomandata, le infezioni meno gravi causate da organismi sensibili all’amikacina dovrebbero rispondere alla terapia entro 24-48 ore.
La durata del trattamento è, in genere, di 3-7 giorni per la somministrazione endovenosa, e 7-10 giorni per la somministrazione intramuscolare.
Se il quadro clinico non si modifica entro 3-5 giorni, prendere in considerazione una terapia alternativa in base ai risultati delle indagini microbiologiche.
Adulti e bambini con più di 12 anni: La posologia raccomandataper via intramuscolare o endovenosa per adulti e adolescenti con normale funzionalità renale (clearance della creatinina ≥ 50 ml/min) è di 15 mg/kg/die che possono essere somministrati in dose singola giornaliera o frazionata in 2 dosi uguali pari a 7,5 mg/kg ogni 12 ore.
Il massimo dosaggio totale giornaliero non deve superare 1,5 g.
In presenza di endocardite e nei pazienti neutropenici con febbre la somministrazione del farmaco deve essere frazionata in due dosi giornaliere non essendo disponibili dati sufficienti a supportare una monosomministrazione giornaliera.
Bambini da 4 settimane a 12 anni di età: La posologia raccomandataper via intramuscolare o endovenosa (tramite infusione endovenosa lenta) per bambini con normale funzionalità renale è di 15-20 mg/kg/die che possono essere somministrati in dose singola giornaliera da 15-20 mg/kg o in dosi da 7,5 mg/kg ogni 12 ore.
In presenza di endocardite e nei pazienti neutropenici con febbre la somministrazione del farmaco deve essere frazionata in due dosi giornaliere non essendo disponibili dati sufficienti a supportare una monosomministrazione giornaliera.
Neonati: Una dose di carico iniziale da 10 mg/kg seguita da 7,5 mg/kg ogni 12 ore (vedere paragrafi 4.4 e 5.2).
Neonati prematuri: La dose raccomandata nei prematuri è pari a 7,5 mg/kg ogni 12 ore (vedere paragrafi 4.4 e 5.2).
Alterata funzionalità renale Nei pazienti affetti da disfunzione renale, la dose giornaliera dovrebbe essere ridotta e/o aumentati gli intervalli tra una somministrazione e l'altra onde evitare un accumulo del farmaco.
Un metodo consigliato per stabilire le dosi da somministrare a pazienti con una diminuita funzionalità renale, sospetta o accertata, è quello di moltiplicare per 9 le concentrazioni sieriche di creatinina: il risultato ottenuto rappresenta l'intervallo, espresso in ore, tra una dose e l'altra.
Posologia normale (7.5 mg/kg) a intervalli prolungati
Creatinina sierica (mg/100 ml)  Intervallo (ore)
1.5 x 9= 13.5
2.0 x 9= 18
2.5 x 9= 22.5
3.0 x 9= 27
3.5 x 9= 31.5
4.0 x 9= 36
4.5 x 9= 40.5
5.0 x 9= 45
5.5 x 9= 49.5
6.0 x 9= 54
Posologia ridotta a intervalli fissi: • dose iniziale: 7.5 mg/kg • dose di mantenimento (ogni 12 ore):
CC del paziente osservata (ml/min) x 7.5
CC del paziente normale (ml/min)
La somministrazione i.m.
è preferenziale ma in caso di necessità può essere utilizzata, con identico schema posologico, la somministrazione endovenosa (perfusione venosa).Somministrazione per infusione endovenosa Nell’adulto, l’introduzione del preparato per infusione venosa lenta, deve essere effettuata utilizzando una quantità di liquido (200 ml per la fiala da 1000 mg), tale da consentire ciascuna somministrazione in un tempo variabile da 30 a 60 minuti.
È pertanto necessario diluire il flaconcino in opportuni solventi, quali la soluzione fisiologica, soluzione glucosata 5% e soluzione di Ringer lattato.
Raccomandazioni specifiche per la somministrazione per via endovenosa Nei pazienti pediatrici la quantità di diluenti da utilizzare dipende dalla quantità di amikacina tollerata dal paziente.
La soluzione dovrebbe di norma essere infusa in un arco di tempo variabile da 30 a 60 minuti.
I bambini piccoli devono ricevere un’infusione di 1-2 ore.
I diluenti compatibili per l’infusione sono i seguenti: soluzione fisiologica normale, destrosio 5%, Ringer lattato.
L’amikacina non deve essere unita ad altre sostanze da infondere, ma somministrata da sola secondo lo schema posologico stabilito.

Avvertenze e precauzioni

MIKAN è potenzialmente ototossico, nefrotossico e neurotossico.
È richiesta cautela in pazienti con preesistente insufficienza renale o preesistente danno uditivo o vestibolare.
I pazienti trattati con aminoglicosidi per via parenterale devono essere attentamente monitorati a causa della potenziale ototossicità e nefrotossicità associata all'uso di questi farmaci.
Non è stata stabilita la sicurezza per periodi di trattamento di durata superiore ai 14 giorni.
Normalmente, l’elevata incidenza di sordità si verifica come primo effetto e comunque può essere individuata con test audiometrico.
Nei pazienti con disfunzione renale il rischio di gravi reazioni ototossiche e di sordità permanente è notevolmente aumentato.
In questi casi, la dose giornaliera deve essere ridotta e gli intervalli prolungati.
Se nel corso della terapia si osservano disfunzioni renali progressive (aumento dei valori NPN, BUN, Creatinina od oliguria) è consigliabile effettuare dei test audiometrici ed, eventualmente, sospendere la somministrazione del farmaco.
Nei pazienti più anziani ed in quelli a cui vengono somministrate dosi superiori ai 15 g di MIKAN, dovrebbe essere attentamente controllata l'insorgenza di eventuali effetti ototossici.
Neurotossicità/ototossicità Neurotossicità, che si manifesta come ototossicità sia del ramo vestibolare che di quello acustico bilaterale, si può manifestare nei pazienti trattati con aminoglicosidi.
Il rischio di ototossicità indotta da aminoglicosidi è maggiore nei pazienti con compromissione della funzionalità renale oppure in pazienti, anche sani, con terapia prolungata per 5-7 giorni.
In genere la sordità ad alte frequenze si verifica all’inizio, per cui si può determinare solo mediante test audiometrici.
Possono comparire anche vertigini, che sono indice di danno vestibolare.
Altre manifestazioni di neurotossicità possono includere torpore, formicolio della pelle, spasmo muscolare, convulsioni.
I pazienti che sviluppano danno cocleare o vestibolare possono non avere sintomi durante la terapia che li avvisino dello sviluppo di un danno al VIII paio di nervi cranici, e una sordità bilaterale parziale o totale irreversibile o vertigine invalidantepossono manifestarsi dopo la sospensione del farmaco.
L'ototossicità indotta dagli aminoglicosidi è generalmente irreversibile.
Non è nota la potenziale ototossicità dell’amikacina nei bambini.
Finchè non siano a disposizione maggiori dati, questo antibiotico si dovrebbe usare in pediatria solo quando i test di sensibilità indicano che altri aminoglicosidi non si possono impiegare e quando il bambino può essere controllato strettamente circa l’insorgenza della tossicità a quel livello.
Il rischio di ototossicità è maggiore se il MIKAN viene somministrato in concomitanza ad acido etacrinico, dato che potrebbe risultarne sordità irreversibile.
Sussiste un aumento del rischio di ototossicità nei pazienti con mutazioni del DNA mitocondriale (in particolare a livello del nucleotide 1555 con la sostituzione di A con G nel gene 12S rRNA), anche se i livelli sierici di aminoglicosidi rientrano nel range raccomandato durante il trattamento.
In questi pazienti devono essere prese in considerazione opzioni terapeutiche alternative.
Nei pazienti con anamnesi familiare di mutazioni rilevanti o sordità indotta da aminoglicosidi devono essere presi in considerazione trattamenti alternativi o test genetici prima della somministrazione.
Neurotossicità muscolare Blocco neuromuscolare e paralisi respiratoria sono stati riportati a seguito a iniezione parenterale, instillazione topica (irrigazioni ortopediche o addominali o per il trattamento locale dell'empiema) o di somministrazione orale di aminoglicosidi.
La possibilità di paralisi respiratoria va tenuta in considerazione in seguito alla somministrazione di aminoglicosidi per qualsiasi via di somministrazione, specialmente in quei pazienti a cui si somministrano anestetici, bloccanti neuromuscolari (vedere paragrafo 4.5).
In caso di blocco neuromuscolare, i sali di calcio possono revertire la paralisi respiratoria, ma può essere necessaria una ventilazione assistita.
Il blocco neuromuscolare e la paralisi muscolare sono stati riscontrati in animali da laboratorio trattati con alte dosi di amikacina.
Come con gli altri antibiotici la terapia con amikacina può indurre la comparsa di superinfezione da germi resistenti; in tale evenienza occorre interrompere il trattamento ed adottare un’opportuna terapia.
Gli aminoglicosidi devono essere usati con cautela nei pazienti con patologie muscolari, quali miastenia gravis, o parkinsonismo in quanto questi farmaci potrebbero aggravare la debolezza muscolare, a causa dei loro potenziali effetti curaro-simili sulle giunzioni neuromuscolari.
Tossicità renale Gli aminoglicosidi sono potenzialmente nefrotossici.
La tossicità renale è indipendente dalle concentrazioni al picco plasmatico (Cmax).
Il rischio di nefrotossicità è maggiore nei pazienti con compromissione della funzionalità renale e in quelli che ricevono dosi elevate o una terapia prolungata.
I pazienti devono essere ben idratati durante il trattamento e la funzionalità renale deve essere valutata tramite i metodi standard prima dell’inizio della terapia e giornalmente durante il trattamento stesso.
È richiesta una riduzione della dose, se si verificano segni di disfunzione renale come presenza di cilindri urinari, globuli rossi e bianchi, albuminuria, riduzione della clearance della creatinina, riduzione del peso specifico dell'urina, aumento dell'azoto dell’urea ematica (BUN) e della creatinina sierica od oliguria.
Il trattamento deve essere sospeso se si riscontra aumento dell'azotemia o riduzione progressiva dell'escrezione urinaria.
I pazienti anziani possono avere riduzioni della funzionalità renale che non risultano ai comuni test di laboratorio come la creatininemia o l'azotemia (BUN).
Una determinazione della clearance della creatinina può essere utile.
Il monitoraggio della funzionalità renale nell'anziano è particolarmente importante durante un trattamento con aminoglicosidi.
Si raccomanda uno stretto monitoraggio della funzionalità renale e dell'ottavo paio di nervi cranici, particolarmente in pazienti con compromissione renale nota o sospetta all'inizio della terapia e anche in quelli la cui funzionalità renale è inizialmente normale, ma che sviluppano segni di disfunzione renale durante la terapia.
Qualora possibile, si deve procedere alla determinazione delle concentrazioni sieriche di amikacina per assicurare che i livelli siano adeguati e per evitare livelli potenzialmente tossici.
Le urine devono essere esaminate per peso specifico ridotto, aumentata escrezione proteica, e presenza di cellule o cilindri urinari.
Si devono determinare periodicamente l'azoto dell'urea ematica, la creatinina sierica o la clearance della creatinina.
Quando possibile, si raccomandano degli audiogrammi seriali in pazienti di età adeguata per i test ed in particolare nei pazienti ad alto rischio.
Manifestazioni di ototossicità (capogiri, vertigini, tinnito, acufeni o perdita dell'udito) o nefrotossicità richiedono un aggiustamento del dosaggio o l'interruzione del farmaco.
L'uso sistemico, orale o topico contemporaneo e/o sequenziale di altri farmaci neuro- o nefrotossici deve essere evitato.
Altri fattori che possono aumentare il rischio di tossicità sono l'età avanzata e la disidratazione.
L’inattivazione dell'aminoglicoside è clinicamente significativa solo in pazienti con funzionalità renale gravemente compromessa.
L'inattivazione che può presentarsi anche nei campioni di liquidi organici prelevati per l’analisi, può determinare letture inadeguate dell'aminoglicoside.
Tali campioni devono essere adeguatamente trattati (prontamente analizzati, congelati o trattati con beta-lattamasi).
Reazioni allergiche Amikacina solfato iniettabile in fiale contiene sodio metabisolfito.
I solfiti possono causare reazioni di tipo allergico inclusi sintomi anafilattici e di minaccia per la vita o episodi asmatici meno gravi, in soggetti sensibili.
La prevalenza globale di sensibilità ai solfiti nella popolazione generale è non comune e probabilmente bassa.
La sensibilità ai solfiti è osservata più di frequente nelle persone asmatiche rispetto alle persone non asmatiche.
È possibile allergia crociata con gli altri aminoglicosidi.
Altro Gli aminoglicosidi sono rapidamente e quasi totalmente assorbiti quando applicati localmente, con l'eccezione della vescica urinaria, in associazione con procedure chirurgiche.
Sordità irreversibile, insufficienza renale, e morte per blocco neuromuscolare sono state segnalate in seguito ad irrigazione con un preparato aminoglicosidico sia di piccole che grandi aree chirurgiche.
Come con altri antibiotici, l’uso di amikacina può portare alla crescita eccessiva di organismi resistenti.
Se ciò accade, si dovrà interrompere il trattamento e istituire una terapia appropriata.
È consigliabile effettuare un antibiogramma prima di iniziare la terapia.
L’amikacina può, comunque essere adottata come terapia iniziale, quando in una infezione si sospetti l’eziologia da Gram-negativi e non siano ancora a disposizione i risultati dell’antibiogramma.
Tuttavia la decisione di continuare la terapia con questo antibiotico dovrebbe basarsi sui risultati dei test di sensibilità, sulla gravità dell’infezione, sulla risposta del paziente e tenendo presente le avvertenze riportate di seguito.
È stato riportato infarto maculare talvolta associato ad una perdita permanente della vista dopo somministrazione intravitreale (iniezione nell'occhio) di amikacina.
Popolazione pediatrica Gli aminoglicosidi vanno impiegati con cautela nei neonati e nei neonati prematuri a causa dell’immaturità renale di questi pazienti e del conseguente prolungamento dell'emivita serica di questi farmaci.
MIKAN contiene sodio metabisolfito Raramente può causare gravi reazioni di ipersensibilità e broncospasmo.
MIKAN contiene sodio Questo medicinale contiene meno di 1 mmol (23 mg) di sodio per fiala, cioè essenzialmente ‘senza sodio’.

Interazioni

L'uso contemporaneo o seriale di altri farmaci neurotossici, ototossici o nefrotossici, in particolare bacitracina, cisplatino, amfotericina B, ciclosporina, tacrolimus, cefaloridina, paromomicina, vancomicina, streptomicina, polimixina B, polimixina E (colistina), neomicina, kanamicina, gentamicina, tobramicina, e viomicina o altri aminoglicosidi deve essere evitato per via sistemica o topica a causa dei possibili effetti additivi.
In seguito alla somministrazione parenterale concomitante di cefalosporine e antibiotici aminoglicosidici è stato segnalato un aumento della nefrotossicità.
L’uso concomitante di cefalosporine può falsamente elevare i livelli di creatinina sierica.
L'uso contemporaneo di amikacina solfato iniettabile con potenti diuretici, per es.
acido etacrinico o furosemide deve essere evitato poiché questi diuretici di per sé possono causare ototossicità.
Inoltre, quando somministrati per via endovenosa, i diuretici possono aumentare la tossicità dell'aminoglicoside alterando la concentrazione dell'antibiotico nel siero e nei tessuti.
Occorre evitare l'uso concomitante di questi farmaci.
Talvolta MIKAN può essere indicato come terapia concomitante ad altri agenti antibatterici in infezioni miste o superinfezioni.
In tali casi MIKAN non deve essere mescolato insieme ad altri agenti antibatterici nelle stesse siringhe o negli stessi flaconi per perfusioni.
Una riduzione nell'attività sierica può verificarsi anche quando un aminoglicoside o un farmaco penicillinico viene somministrato in vivo per vie separate.
La somministrazione concomitante di aminoglicosidi e bisfosfonati comporta un maggior rischio di ipocalcemia.
La somministrazione concomitante di aminoglicosidi e composti del platino comporta un aumento del rischio di nefrotossicità e possibilmente di ototossicità.
La tiamina (vitamina B1) somministrata contemporaneamente può essere distrutta dal sodio bisolfito reattivo contenuto nella formulazione di amikacina solfato.
L’indometacina può aumentare la concentrazione plasmatica dell’amikacina nei neonati.
Sussiste il rischio di paralisi respiratoria nel corso di somministrazione parenterale di MIKAN unitamente ad anestetici, bloccanti neuromuscolari come tubocurarina, succinilcolina, decametonio, atracurio, rocuronio, vecuronio o nei pazienti che ricevano massicce trasfusioni con sangue trattato con citrato.

Effetti indesiderati

Tutti gli aminoglicosidi possono potenzialmente indurre ototossicità, tossicità renale e blocco neuromuscolare.
Queste tossicità si manifestano più frequentemente nei pazienti con compromissione renale, nei pazienti trattati con altri farmaci ototossici o nefrotossici, e nei pazienti trattati per periodi prolungati e/o con dosi più elevate rispetto a quelle raccomandate (vedere paragrafo 4.4).
L’elenco è strutturato per classificazione sistemico-organica, in base alla terminologia MedDRA e per frequenza utilizzando le seguenti categorie di frequenza: molto comune (≥1/10); comune (≥1/100, <1/10); non comune (≥1/1.000, <1/100); raro (≥1/10.000, <1/1.000); molto raro (<1/10.000), frequenza non nota (non può essere definita sulla base dei dati disponibili).
Classificazione per sistemi e organi Frequenza Terminologia MedDRA
Infezioni ed infestazioni Non comune Superinfezioni o colonizzazione da batteri o lieviti resistentia
Patologie del sistema emolinfopoietico Raro Anemia, eosinofilia
Disturbi del sistema immunitario Non nota Risposta anafilattica (reazione anafilattica, shock anafilattico, e reazione anafilattoide), ipersensibilità
Disturbi del metabolismo e della nutrizione Raro Ipomagnesiemia
Patologie del sistema nervoso Non nota Paralisia
Raro Tremoria, parestesiaa, cefalea, disturbi dell’equilibrioa
Patologie dell’occhio Raro Cecitàb, infarto retinicob
Patologie dell’orecchio e del labirinto Raro Tinnitoa, ipoacusiaa
Non nota Sorditàa, sordità neurosensorialea
Patologie vascolari Raro Ipotensione
Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche Non nota Apnea, broncospasmo
Patologie gastrointestinali Non comune Nausea, vomito
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo Non comune Eruzione cutanea
Raro Prurito, orticaria
Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo Raro Artralgia, contrazioni muscolaria
Patologie renali e urinarie Non nota Insufficienza renale acuta, nefropatia tossica, cellule nelle urinea
Raro Oliguriaa, aumento della creatinina ematicaa, albuminuriaa, azotemiaa, globuli rossi nelle urinea, globuli bianchi nelle urinea
Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione Raro Piressia
a Vedere paragrafo 4.4.
b L’amikacina non è formulata per uso intravitreale.
Sono stati segnalati cecità ed infarto retinico in seguito alla somministrazione intravitreale (iniezione nell'occhio) di amikacina.
Gli effetti sulla funzionalità renale sono solitamente reversibili alla sospensione del trattamento.
Gli effetti tossici sull’ottavo nervo cranico possono causare perdita dell'udito, perdita dell’equilibrio, o entrambi.
L’amikacina colpisce principalmente la funzione uditiva.
Il danno cocleare comprende sordità alle alte frequenze e di solito si verifica prima che la perdita dell'udito possa essere rilevata dai test audiometrici (vedere paragrafo 4.4).
Segnalazione delle reazioni avverse sospette La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale.
Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione all’indirizzo https://www.aifa.gov.it/content/segnalazioni-reazioni-avverse

Gravidanza e allattamento

Gravidanza L’amikacina deve essere somministrata a donne gravide e ai neonati solo se espressamente necessario e sotto supervisione medica (vedere paragrafo 4.4).
Si dispone di dati limitati sull’uso degli aminoglicosidi in gravidanza.
Gli aminoglicosidi possono causare danno fetale.
Gli aminoglicosidi attraversano la barriera placentare e sono stati riportati casi di sordità congenita bilaterale, totale e irreversibile in bambini alle cui madri era stata somministrata streptomicina in gravidanza.
Sebbene non siano stati riportati effetti avversi nei feti o neonati di donne incinte trattate con altri aminoglicosidi, il potenziale rischio permane.
Se si somministra amikacina in gravidanza o se la paziente resta incinta durante il trattamento con questo farmaco, deve essere messa al corrente dei potenziali rischi per il feto.
Allattamento Non è noto se l’amikacina venga escreta nel latte materno.
Si deve pertanto decidere se interrompere l’allattamento al seno o la terapia.
Fertilità In studi di tossicità riproduttiva su topi e ratti non sono stati evidenziati effetti sulla fertilità o tossicità fetale.

Conservazione

Questo medicinale non richiede alcuna particolare precauzione per la conservazione.

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Segnalazione degli effetti indesiderati
Se dovesse manifestarsi un qualsiasi effetto indesiderato, compresi quelli non elencati in questo foglio, è doveroso rivolgersi al proprio medico, ad uno specialista e/o al farmacista. La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Gli effetti indesiderati possono essere segnalati direttamente tramite il sistema nazionale di segnalazione all'indirizzo www.agenziafarmaco.it/it/responsabili. Segnalando gli effetti indesiderati si può contribuire a fornire maggiori informazioni sulla sicurezza di questo medicinale.