MIDAZOLAM B.BRAUN 20F 50MG

220,45 €

Prezzo indicativo

Principio attivo: MIDAZOLAM CLORIDRATO
  • ATC: N05CD08
  • Descrizione tipo ricetta: OSP - USO OSPEDALIERO
  • Presenza Glutine:
  • Presenza Lattosio:

Data ultimo aggiornamento: 22/11/2007

Midazolam B. Braun è un medicinale che induce il sonno a breve durata d’azione, indicato in: Adulti: • SEDAZIONE COSCIENTE da attuarsi prima e nel corso di procedure diagnostiche o terapeutiche, con o senza anestesia locale;• ANESTESIA GENERALE: - premedicazione prima dell’induzione dell’anestesia generale, - induzione dell’anestesia generale, - come componente sedativo nell’anestesia combinata; • SEDAZIONE IN TERAPIA INTENSIVA. Bambini: • SEDAZIONE COSCIENTE prima e nel corso di procedure diagnostiche o terapeutiche, con o senza anestesia locale; • ANESTESIA GENERALE: - per premedicazione prima dell’induzione dell’anestesia generale; • SEDAZIONE IN TERAPIA INTENSIVA.
1 ml di soluzione contiene 5 mg di midazolam (come midazolam cloridrato, 5,56 mg). Ogni fiala con 1 ml contiene 5 mg di midazolam (come midazolam cloridrato, 5,56 mg). Ogni fiala con 10 ml contiene 50 mg di midazolam (come midazolam cloridrato, 55,6 mg). Eccipiente con effetti noti: sodio 2,2 mg/ml. Per l’elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1.

Controindicazioni

- Ipersensibilità al midazolam, alle benzodiazepine o ad uno qualsiasi degli eccipienti elencati al paragrafo 6.1; - Sedazione cosciente di pazienti con grave insufficienza respiratoria o depressione respiratoria acuta.

Posologia

Posologia standard Midazolam è un potente agente sedativo che richiede titolazione e somministrazione lenta.
La titolazione è fortemente raccomandata per ottenere con sicurezza il livello di sedazione desiderato in base alle esigenze cliniche, allo stato di salute, all’età e ad eventuali somministrazioni concomitanti di altri farmaci.
Negli adulti di età superiore a 60 anni, debilitati o cronicamente ammalati e nei pazienti pediatrici, la dose deve essere determinata con cautela, tenendo conto dei fattori di rischio correlati a ciascun paziente.
I dosaggi standard sono riportati nella tabella sotto indicata.
Ulteriori informazioni sono riportati successivamente alla tabella.
Tabella 1: Dosaggi standard
Indicazione Adulti < 60 anni Adulti ≥ 60 anni / debilitati o con malattie croniche Bambini
Sedazione cosciente e.v. e.v. e.v.
in pazienti 6 mesi - 5 anni
Dose iniziale: 2 - 2,5 mg.
Dosi di titolazione: 1 mg.
Dose totale: 3,5 - 7 mg.
Dose iniziale: 0,5 - 1 mg.
Dosi di titolazione: 0,5 - 1 mg.
Dose totale: < 3,5 mg.
Dose iniziale: 0,05 - 0,1 mg/kg.
Dose totale: < 6 mg.
e.v.
in pazienti 6 - 12 anni
Dose iniziale: 0,025 - 0,05 mg/kg.
Dose totale: < 10 mg.
rettale in pazienti > 6 mesi: 0,3 - 0,5 mg/kg.
i.m.
in pazienti 1 - 15 anni:
0,05 - 0,15 mg/kg.
Premedicazione in anestesia e.v.: 1 - 2 mg ripetuta e.v.
Dose iniziale: 0,5 mg.
Rallentamento della titolazione al bisogno.
rettale in pazienti > 6 mesi: 0,3 - 0,5 mg/kg
i.m.: 0,07 - 0,1 mg/kg i.m.:0,025 - 0,05 mg/kg i.m.
in pazienti 1 - 15 anni:
0,08 - 0,2 mg/kg
Induzione dell’anestesia e.v.: 0,15 - 0,2 mg/kg (0,3 - 0,35 mg/kg senza premedicazione) e.v.: 0,05-0,15 mg/kg (0,15-0,3 mg/kg senza premedicazione) 
Componente sedativo in anestesia combinata e.v.: dosi intermittenti di 0,03 - 0,1 mg/kg o infusione continua di 0,03 - 0,1 mg/kg/h e.v.: dosi inferiori a quelle consigliate per gli adulti <60 anni 
Sedazione in unità di terapia intensiva (UTI) e.v. e.v.
in neonati ≤32 settimane di età gestazionale:
0,03 mg/kg/h
Dose di carico: 0,03 - 0,3 mg/kg con incrementi di 1 - 2,5 mg.
Dose di mantenimento: 0,03 - 0,2 mg/kg/h.
e.v.
in neonati >32 settimane e lattanti fino a 6 mesi:
0,06 mg/kg/h
e.v.
in pazienti >6 mesi di età
Dose di carico: 0,05 - 0,2 mg/kg.
Dose di mantenimento: 0,06 - 0,12 mg/kg/h
Dosaggio per sedazione cosciente Nella sedazione cosciente, midazolam è somministrato per via endovenosa prima dell’intervento diagnostico o chirurgico.
La dose deve essere personalizzata e titolata e non va somministrata in iniezione rapida o in singolo bolo.
L’inizio della sedazione può variare individualmente a seconda delle condizioni fisiche generali del paziente e dalle particolari condizioni di dosaggio (ad es.
velocità di somministrazione, quantità di farmaco).
In caso di necessità possono essere somministrate dosi successive a seconda delle esigenze individuali.
L’effetto del farmaco si instaura dopo circa 2 minuti dall’iniezione.
Il massimo effetto si ottiene dopo circa 5-10 minuti.
Adulti Il midazolam deve essere somministrato lentamente per via endovenosa alla velocità di circa 1 mg ogni 30 secondi.
Negli adulti di età inferiore a 60 anni la dose iniziale è di 2 - 2,5 mg somministrata da 5 a 10 minuti prima dell’intervento.
In caso di necessità possono essere somministrate successive dosi di 1 mg.
La dose totale media è risultata compresa tra 3,5 e 7,5 mg.
Solitamente non è necessaria una dose superiore a 5 mg.
Negli adulti di età superiore a 60 anni, debilitati o con malattie croniche, si consiglia di iniziare somministrando una dose di 0,5 - 1 mg da 5 a 10 minuti prima dell’inizio della procedura.
In caso di necessità possono essere somministrate successive dosi di 0,5 - 1 mg.
Poiché in questi pazienti, il picco dell’effetto può essere raggiunto meno rapidamente, il midazolam aggiuntivo deve essere titolato molto lentamente e attentamente.
Solitamente non è necessario superare la dose totale di 3,5 mg.
Popolazione pediatrica Somministrazione endovenosa: midazolam deve essere titolato lentamente fino al raggiungimento dell’effetto clinico desiderato.
La dose iniziale deve essere somministrata nell’arco di 2 - 3 minuti.
Occorre attendere un ulteriore periodo di tempo di 2 - 5 minuti per valutare pienamente l’effetto sedativo prima di iniziare l’intervento o ripetere la dose.
Qualora fosse necessaria un’ulteriore sedazione, si raccomanda di continuare a titolare il farmaco con piccoli incrementi, fino a raggiungere il giusto grado di sedazione.
I lattanti e i bambini di età inferiore a 5 anni possono richiedere dosaggi sostanzialmente più elevati (mg/kg) rispetto a bambini più grandi e adolescenti.
• Pazienti pediatrici di età inferiore a 6 mesi: i pazienti pediatrici di età inferiore a 6 mesi sono particolarmente suscettibili all’ostruzione delle vie aeree e all’ipoventilazione, per tale motivo, l’uso della sedazione cosciente in bambini d’età inferiore a 6 mesi non è raccomandato.
• Pazienti pediatrici di età compresa tra 6 mesi e 5 anni: Dose iniziale di 0,05 - 0,1 mg/kg.
Può essere necessario somministrare una dose totale fino a 0,6 mg/kg per raggiungere l’obiettivo desiderato, ma la dose totale non deve essere superiore a 6 mg.
Dosi più elevate possono provocare sedazione prolungata e rischio di ipoventilazione.
• Pazienti pediatrici di età compresa tra 6 e 12 anni: Dose iniziale di 0,025 - 0,05 mg/kg.
Può essere necessario somministrare una dose totale fino a 0,4 mg/kg, fino a un massimo di 10 mg.
Dosi più elevate possono essere associati a sedazione prolungata e rischio di ipoventilazione.
• Pazienti pediatrici di età compresa tra 12 e 16 anni: deve essere adottato il dosaggio per gli adulti.
Somministrazione rettale: La dose totale di midazolam è generalmente compresa tra 0,3 e 0,5 mg/kg.
Per la somministrazione rettale della soluzione si utilizza un applicatore in plastica fissato sull’estremità della siringa.
Se la quantità da somministrare è troppo piccola, è possibile aggiungere acqua fino a ottenere un volume totale di 10 ml.
La dose totale va somministrata in un’unica soluzione, evitando somministrazioni rettali ripetute.
Non è raccomandato l’uso nei bambini di età inferiore a 6 mesi, poiché per questa popolazione di pazienti sono disponibili soltanto dati limitati.
Somministrazione intramuscolare: Le dosi utilizzate sono comprese tra 0,05 e 0,15 mg.
Solitamente non è necessaria una dose totale superiore a 10,0 mg.
Questa via di somministrazione dovrebbe essere utilizzata solo in casi eccezionali.
Si deve preferire la somministrazione per via rettale poiché l’iniezione intramuscolare come via di somministrazione è dolorosa.
Nei bambini di peso corporeo inferiore a 15 kg, non è raccomandato l’uso di soluzioni di midazolam in concentrazioni superiori a 1 mg/ml.
Le concentrazioni più elevate devono essere diluite a 1 mg/ml.
Dosaggio per la premedicazione in anestesia generale La premedicazione con midazolam somministrata poco prima di un intervento produce sedazione (induzione di sonnolenza o assopimento e riduzione dell’ansia), rilassamento dei muscoli e amnesia anterograda.
Midazolam può anche essere somministrato in combinazione con anticolinergici.
Per questa indicazione midazolam deve essere somministrato per via endovenosa o intramuscolare, nella massa muscolare profonda, da 20 a 60 minuti prima dell’induzione dell’anestesia o, preferibilmente, per via rettale nel bambino (vedi sotto).
È obbligatoria un’adeguata osservazione del paziente dopo la somministrazione della premedicazione a causa della sensibilità individuale variabile e per la possibilità che si verifichino sintomi da sovradosaggio.
Adulti Per la sedazione preoperatoria e per favorire l’amnesia della fase preoperatoria, la dose raccomandata per gli adulti con ASA physical Status I e II e di età inferiore ai 60 anni è compresa tra 1 e 2 mg per via endovenosa ripetuta al bisogno o compresa tra 0,07 e 0,1 mg/kg, somministrati per via intramuscolare.
La dose deve essere ridotta e personalizzata qualora midazolam sia somministrato in adulti di età superiore a 60 anni o debilitati, o in pazienti con malattie croniche.
La dose endovenosa raccomandata è di 0,5 mg e deve esserne rallentata la titolazione in base al bisogno.
La dose intramuscolare raccomandata è compresa tra 0,025 e 0,05 mg/kg e la dose abituale è di 2-3 mg.
In caso di somministrazione concomitante di anestetici, la dose di midazolam deve essere ridotta.
Popolazione pediatrica Neonati e bambini fino a 6 mesi di età Non è raccomandato l’uso nei bambini di età inferiore a 6 mesi poiché per questa popolazione di pazienti sono disponibili soltanto dati limitati.
Bambini di età superiore ai 6 mesi Somministrazione rettale: La dose totale di midazolam, generalmente compresa tra 0,3 e 0,5 mg/kg, deve essere somministrata 15-30 minuti prima dell’induzione dell’anestesia.
Per la somministrazione rettale della soluzione si utilizza un applicatore in plastica fissato all’estremità della siringa.
Se la quantità da somministrare è troppo piccola, è possibile aggiungere acqua fino a ottenere un volume totale di 10 ml.
Somministrazione intramuscolare: Poiché l’iniezione intramuscolare è dolorosa, questa via di somministrazione deve essere utilizzata solo in casi eccezionali, la somministrazione per via rettale deve essere quella preferita.
Tuttavia, un dosaggio compreso tra 0,08 e 0,2 mg/kg di midazolam somministrato per via intramuscolare si è dimostrato efficace e sicuro.
Nei pazienti pediatrici di età compresa tra 1 e 15 anni sono richieste dosi proporzionalmente più alte rispetto agli adulti in relazione al peso corporeo.
Nei pazienti pediatrici con peso corporeo inferiore a 15 kg, non è raccomandato l’uso di soluzioni di midazolam in concentrazioni superiori a 1 mg/ml.
Le concentrazioni più elevate vanno diluite a 1 mg/ml.
Induzione dell’anestesia generale Adulti Se il midazolam è utilizzato per l’induzione dell’anestesia prima della somministrazione di altri agenti anestetici, la risposta individuale è variabile.
La dose deve essere titolata fino a raggiungere l’effetto desiderato, tenendo conto dell’età del paziente e del suo stato clinico.
Quando midazolam è utilizzato prima o in combinazione con altri farmaci somministrati per via endovenosa o inalatoria per l’induzione dell’anestesia, la dose iniziale di ciascun farmaco deve essere ridotta in misura significativa, talvolta fino al 25% della dose iniziale abituale dei singoli farmaci.Il livello desiderato di anestesia è raggiunto attraverso titolazione graduale.
La dose endovenosa di midazolam va aumentata lentamente, a incrementi non superiori a 5 mg da iniettare in 20-30 secondi, con un intervallo di almeno 2 minuti tra due incrementi successivi.
• Negli adulti premedicati di età inferiore ai 60 anni, una dose endovenosa da 0,15 a 0,2 mg/kg è solitamente sufficiente.
• Negli adulti non premedicati di età inferiore ai 60 anni, la dose potrebbe essere più elevata (da 0,3 a 0,35 mg/kg per via endovenosa).
Se è richiesta l’induzione completa possono essere somministrati dosaggi con aumenti approssimativamente del 25% rispetto alla dose iniziale del paziente.
In alternativa l’induzione può essere completata con anestetici inalatori.
Nei casi resistenti, per l’induzione è possibile somministrare una dose totale fino a 0,6 mg/kg, ma dosi così elevate possono prolungare il tempo di risveglio.
• In adulti premedicati di età superiore a 60 anni o debilitati, o in pazienti con malattie croniche, la dose deve essere ridotta in maniera significativa, ad es.
fino a 0,05-0,15 mg/kg somministrati per via endovenosa in 20-30 secondi; l’effetto si osserverà dopo 2 minuti.
• Negli adulti non premedicati di età superiore a 60 anni, solitamente si richiedono dosi maggiori di midazolam per l’induzione; si raccomanda una dose iniziale da 0,15 a 0,3 mg/kg.
Pazienti non premedicati con gravi malattie sistemiche o altre affezioni debilitanti richiedono per l’induzione una dose minore di midazolam.
Una dose iniziale da 0,15 a 0,25 mg/kg è solitamente sufficiente.
Componente sedativo in anestesia combinata Adulti Midazolam può essere somministrato come componente sedativo dell’anestesia combinata sia con piccole dosi intermittenti per via endovenosa (tra 0,03 e 0,1 mg/kg), sia per infusione endovenosa continua di midazolam (tra 0,03 e 0,1 mg/kg/h), di norma in associazione con analgesici.
La dose e gli intervalli tra le dosi variano a seconda della reazione individuale del paziente.
Negli adulti di età superiore a 60 anni o debilitati, o in pazienti con malattie croniche sono richieste dosi di mantenimento minori.
Sedazione in terapia intensiva Il livello di sedazione desiderato si raggiunge attraverso tappe successive di titolazione del midazolam, seguite da infusione continua o boli intermittenti, a seconda delle esigenze cliniche, delle condizioni fisiche generali, dell’età e della somministrazione concomitante di altri farmaci (vedere paragrafo 4.5).
Adulti Dose di carico endovenosa: da 0,03 a 0,3 mg/kg l’incremento deve essere ottenuto lentamente.
Tali incrementi compresi tra 1 e 2,5 mg, devono essere iniettati in 20-30 secondi con un intervallo di almeno 2 minuti tra due incrementi successivi.
La dose di carico deve essere ridotta o omessa in pazienti ipovolemici, con vasocostrizione o ipotermici.
Qualora il midazolam sia somministrato con potenti analgesici, questi dovranno essere somministrati per primi in modo da potere titolare con sicurezza l’effetto sedativo del midazolam sulla base della massima sedazione indotta dall’analgesico.
Dose di mantenimento endovenosa: Il dosaggio può oscillare tra 0,03 e 0,2 mg/kg/h.
In pazienti ipovolemici, con vasocostrizione o ipotermici la dose di mantenimento deve essere ridotta.
Il livello di sedazione deve essere controllato regolarmente.
Durante una sedazione prolungata si può sviluppare tolleranza.
In tal caso il dosaggio deve poter essere aumentato.
Bambini di età superiore ai 6 mesi In pazienti pediatrici intubati e ventilati, si raccomanda di somministrare lentamente una dose di carico da 0,05 a 0,2 mg/kg per via endovenosa per almeno 2-3 minuti, fino a raggiungere l’effetto clinico desiderato.
Il midazolam non deve essere somministrato rapidamente per via endovenosa.
La dose di carico è seguita da un’infusione endovenosa continua da 0,06 a 0,12 mg/kg/h (da 1 a 2 microgrammi/kg/min).
La velocità d’infusione può essere aumentata o diminuita (generalmente del 25% di quella iniziale o delle successive velocità di infusione) come richiesto, oppure è possibile somministrare dosi supplementari endovenose di midazolam per aumentare o mantenere l’effetto desiderato.
Quando si inizia l’infusione di midazolam in pazienti emodinamicamente compromessi, la dose di carico abituale deve essere titolata con piccoli incrementi, monitorando il paziente per l’instabilità emodinamica, ad es.
ipotensione.
Questi pazienti sono anche vulnerabili agli effetti depressivi del midazolam sulla respirazione e richiedono un accurato monitoraggio della frequenza respiratoria e della saturazione di ossigeno.
Neonati e bambini fino a 6 mesi d’età Il midazolam deve essere somministrato in infusione endovenosa continua partendo da 0,03 mg/kg/h (0,5 microgrammi/kg/min) nei neonati di età gestazionale ≤32 settimane o 0,06 mg/kg/h (1 microgrammo/kg/min) nei neonati di età gestazionale > 32 settimane, e bambini fino a 6 mesi.
Le dosi di carico endovenoso non sono raccomandate nei prematuri, nei neonati e nei bambini fino a 6 mesi; nelle prime ore può piuttosto essere praticata un’infusione più veloce per raggiungere i livelli plasmatici terapeutici.
La velocità di infusione deve essere rivalutata accuratamente e frequentemente, soprattutto dopo le prime 24 ore, per somministrare la dose efficace più bassa possibile e ridurre il rischio di potenziale accumulo del farmaco.
È richiesto un attento monitoraggio della frequenza respiratoria e della saturazione d’ossigeno.
Nei prematuri, nei neonati e nei bambini con peso corporeo inferiore a 15 kg non è raccomandato l’uso di soluzioni di midazolam in concentrazioni superiori a 1 mg/ml.
Le concentrazioni più elevate vanno diluite a 1 mg/ml.
Uso in popolazioni speciali Pazienti con insufficienza renale In pazienti con insufficienza renale grave, midazolam può essere accompagnato da una sedazione più pronunciata e prolungata che può includere depressione respiratoria e cardiovascolare clinicamente rilevante.
Midazolam deve quindi essere somministrato con cautela in questa popolazione di pazienti e titolato al fine di ottenere l’effetto desiderato (vedere paragrafo 4.4).
Pazienti con insufficienza epatica L’insufficienza epatica riduce la clearance del midazolam per via endovenosa con un conseguente aumento nell’emivita terminale.
Perciò gli effetti clinici possono essere più forti e prolungati.
La dose richiesta di midazolam può essere ridotta e un appropriato monitoraggio dei segni vitali deve essere stabilita (vedere paragrafo 4.4).

Avvertenze e precauzioni

Midazolam deve essere somministrato solamente da medici esperti in un ambiente perfettamente equipaggiato per il monitoraggio e il supporto della funzione respiratoria e cardiovascolare, da persone appositamente preparate al riconoscimento e alla gestione degli eventi avversi attesi, inclusa la rianimazione respiratoria e cardiaca.
Sono stati segnalati gravi eventi avversi a carico del sistema cardiorespiratorio, tra i quali depressione respiratoria, apnea, arresto respiratorio e/o cardiaco.
Il rischio di tali gravi eventi avversi è particolarmente elevato in seguito a somministrazione di dosi troppo elevate o dopo un’iniezione troppo rapida (vedere paragrafo 4.8).
Le benzodiazepine non sono raccomandate per il trattamento primario delle malattie psicotiche.
È necessario prestare particolare cautela per l’indicazione “sedazione cosciente” in pazienti con compromissione della funzione respiratoria.
I pazienti pediatrici di età inferiore a 6 mesi sono particolarmente suscettibili all’ostruzione delle vie aeree e all’ipoventilazione.
Per tale motivo è essenziale effettuare la titolazione a piccoli incrementi fino a raggiungere l’effetto clinico desiderato, monitorando attentamente la frequenza respiratoria e la saturazione di ossigeno.
Quando midazolam è usato come premedicazione, è necessario un adeguato monitoraggio del paziente dopo la somministrazione in quanto la sensibilità interindividuale varia e possono verificarsi sintomi di sovradosaggio.
Particolare cautela va usata in caso di somministrazione del midazolam a pazienti ad alto rischio: • adulti di età superiore ai 60 anni; • pazienti debilitati o con malattie croniche, ad es.: - pazienti con insufficienza respiratoria cronica, - pazienti con insufficienza renale cronica, - pazienti con compromissione della funzionalità epatica (le benzodiazepine possono scatenare o esacerbare l’encefalopatia in pazienti con grave insufficienza epatica), - pazienti con compromissione della funzionalità cardiaca, - pazienti pediatrici, in particolare se affetti da instabilità cardiovascolare.
Questi pazienti ad elevato rischio richiedono dosaggi più bassi (vedere paragrafo 4.2) e devono essere continuamente monitorati, con particolare attenzione ai segni precoci di alterazione dei parametri delle funzioni vitali.
Come per ogni altra sostanza dotata di proprietà miorilassante e/o depressiva sul SNC, si richiede particolare attenzione quando si somministra il midazolam a pazienti affetti da miastenia grave.
Tolleranza È stata descritta una certa perdita di efficacia in corso di sedazione a lungo termine con midazolam in terapia intensiva.
Dipendenza In caso di somministrazione di midazolam per la sedazione a lungo termine in terapia intensiva, si deve tenere conto della possibilità di sviluppo di dipendenza dal prodotto.
Il rischio di dipendenza aumenta proporzionalmente in rapporto alla dose e alla durata del trattamento; è maggiore anche in pazienti con anamnesi di abuso di alcol e/o di droga (vedere paragrafo 4.8).
Sintomi da sospensione Durante il trattamento prolungato con midazolam in terapia intensiva, si può sviluppare una dipendenza fisica.
Una brusca interruzione del trattamento può pertanto essere accompagnata da sintomi da sospensione.
Possono verificarsi i seguenti sintomi: mal di testa, diarrea, dolori muscolari, ansia estrema, tensione, irrequietezza, confusione, irritabilità, disturbi del sonno, cambi di umore, allucinazioni e convulsioni.
Nei casi gravi, possono verificarsi i seguenti sintomi: depersonalizzazione, intorpidimento e formicolio agli arti, ipersensibilità alla luce, ai rumori e al contatto fisico.
Poiché il rischio di sintomi da sospensione è maggiore dopo la brusca interruzione del trattamento, si raccomanda una diminuzione graduale del dosaggio.
Amnesia Con dosi terapeutiche può verificarsi amnesia anterograda (spesso questo è un effetto molto desiderato in situazioni come ad esempio prima e durante procedure chirurgiche e diagnostiche).
La durata di tale condizione è direttamente proporzionale alla dose somministrata e il rischio aumenta con dosaggi più elevati.
Un’amnesia prolungata può creare problemi nei pazienti ambulatoriali, per i quali è prevista la dimissione dopo l’intervento.
I pazienti che hanno ricevuto midazolam per via parenterale devono essere dimessi dall’ospedale o dall’ambulatorio soltanto se accompagnati.
Reazioni paradosse Con midazolam si sono manifestate reazioni paradosse quali irrequietezza, agitazione, irritabilità, movimenti involontari (tra cui convulsioni tonico-cloniche e tremore muscolare), iperattività, ostilità, delirio, collera, aggressività, ansia, incubi, allucinazioni, psicosi, comportamento inappropriato e altri effetti avversi sul comportamento, eccitamento parossistico e aggressioni.
Tali reazioni possono manifestarsi in caso di dosi elevate e/o se l’iniezione è troppo rapida.
La più alta incidenza di tali reazioni è stata riscontrata nei bambini e negli anziani.
Nel caso in cui si verifichino queste reazioni deve essere presa in considerazione la sospensione del farmaco.
Apnea del sonno Midazolam deve essere usato con estrema cautela nei pazienti con sindrome dell’apnea del sonno e i pazienti devono essere regolarmente monitorati.
Eliminazione alterata del midazolam L’eliminazione del midazolam può risultare alterata in pazienti che hanno ricevuto composti in grado di inibire o indurre l’enzima CYP3A4 e può essere necessario aggiustare di conseguenza la dose di midazolam (vedere paragrafo 4.5).
L’eliminazione del midazolam può essere ritardata anche in pazienti con disfunzione epatica e bassa gittata cardiaca e nei neonati (vedere paragrafo 5.2).
Prematuri e neonati A causa di un maggiore rischio di apnea, si consiglia di adottare estrema cautela durante la sedazione di pazienti prematuri o ex-prematuri non intubati.
È richiesto un attento monitoraggio della frequenza respiratoria e della saturazione d’ossigeno.
Si raccomanda di evitare l’iniezione rapida nella popolazione neonatale.
I neonati hanno organi con funzionalità ridotta e/o immatura e sono inoltre suscettibili agli effetti respiratori profondi e/o prolungati del midazolam.
Sono stati segnalati eventi emodinamici avversi in pazienti pediatrici con instabilità cardiovascolare; in questa popolazione deve essere evitata la somministrazione endovenosa rapida.
Pazienti pediatrici di età inferiore a 6 mesi In questa popolazione, midazolam è indicato solo per la sedazione in UTI.
I pazienti pediatrici di età inferiore a 6 mesi sono particolarmente esposti all’ostruzione delle vie aeree e all’ipoventilazione per cui la dose deve essere titolata verso l’alto con piccoli incrementi fino a raggiungere l’effetto clinico desiderato ed è necessario un attento monitoraggio della frequenza respiratoria e della saturazione di ossigeno (vedere anche il paragrafo sopra “Prematuri e neonati”).
Uso concomitante di alcol/depressori del SNC L’uso concomitante di midazolam e alcol e/o depressivi del SNC deve essere evitato.
Tale uso concomitante può aumentare gli effetti clinici di midazolam, causando eventualmente sedazione grave che può portare a coma o morte, o depressione respiratoria clinicamente rilevante (vedere paragrafo 4.5).
Anamnesi di abuso di alcol o droghe Midazolam, come le altre benzodiazepine, deve essere evitato in pazienti con anamnesi di abuso di alcol o droghe.
Criteri di dimissione Dopo aver ricevuto midazolam, i pazienti devono essere dimessi dall’ospedale o dalla sala visite solo quando raccomandato dal medico curante e se accompagnati.
È raccomandabile che il paziente sia accompagnato a casa dopo la dimissione.
Avvertenze speciali/precauzioni relative agli eccipienti Questo medicinale contiene 2,19 mg di sodio per fiala da 1 ml equivalente allo 0,11% dell’assunzione massima giornaliera raccomandata dall’OMS che corrisponde a 2 g di sodio per un adulto.
Questo medicinale contiene 21,94 mg di sodio per fiala da 10 ml equivalente all’1,01% dell’assunzione massima giornaliera raccomandata dall’OMS che corrisponde a 2 g di sodio per un adulto.

Interazioni

Midazolam è metabolizzato da enzimi 3A4 del citocromo P450 (CYP3A4 e CYP3A5).
Gli inibitori e gli induttori del CYP3A possono rispettivamente aumentare e ridurre le concentrazioni plasmatiche e, di conseguenza, gli effetti di midazolam per cui necessitano di conseguenti aggiustamenti della dose.
Le interazioni farmacocinetiche con gli inibitori e gli induttori di CYP3A4 sono più pronunciate in caso di somministrazione orale di midazolam rispetto a quella endovenosa, in particolare perché CYP3A4 è presente anche nel tratto gastrointestinale superiore.
Questo accade perché in caso di somministrazione orale saranno alterate sia la clearance sistemica che la disponibilità mentre con la somministrazione parenterale diventa effettiva solo la variazione della clearance sistemica.
Dopo una singola dose di midazolam somministrata per via endovenosa la conseguenza sull’effetto clinico massimo causato dall’inibizione del CYP3A4 sarà minore mentre la durata dell’effetto può essere prolungata.
Tuttavia, dopo il dosaggio prolungato di midazolam, sia la portata che la durata dell’effetto saranno aumentate in presenza dell’inibizione del CYP3A4.
Non esistono studi disponibili sulla modulazione del CYP3A4 sulla farmacocinetica di midazolam dopo la somministrazione rettale e intramuscolare.
È previsto che queste interazioni saranno meno pronunciate per la via rettale che per via orale perché il tratto gastro-intestinale è by-passato mentre dopo la somministrazione intramuscolare gli effetti della modulazione CYP3A4 non devono sostanzialmente differire da quelli visti con il midazolam somministrato per via endovenosa.
È quindi raccomandato un attento monitoraggio dell’effetto clinico e dei parametri vitali durante l’uso di midazolam e si deve tenere conto del fatto che l’effetto può essere più pronunciato e prolungato in seguito a somministrazione concomitante di un inibitore di CY3A4, anche dopo una singola dose.
Si deve tenere conto del fatto che la somministrazione di dosi elevate o di infusioni di lunga durata di midazolam a pazienti che ricevono forti inibitori di CYP3A4 può determinare effetti ipnotici di lunga durata, ritardo del recupero e depressione respiratoria, determinando così la necessità di aggiustamenti della dose.
Per quanto riguarda l’induzione, si deve considerare che il processo di induzione impiega diversi giorni a raggiungere il suo effetto massimo e fino a diversi giorni per esaurirsi.
A differenza del trattamento per diversi giorni con un induttore, un trattamento di breve durata dovrebbe portare a interazioni meno evidenti tra i farmaci e midazolam.
Per i forti induttori non può però essere esclusa una induzione rilevante anche dopo un trattamento di breve durata.
Midazolam non è noto per modificare la farmacocinetica di altri medicinali.
Tabella 2: Interazioni tra midazolam e medicinali che inibiscono CYP3A
Medicinale Interazione con midazolam per via endovenosaa
Antifungini azolicib
Ketoconazolo, voriconazolo Ketoconazolo e voriconazolo hanno aumentato le concentrazioni plasmatiche di midazolam per via endovenosa rispettivamente di 5 volte e di 3-4 volte, mentre l’emivita terminale è aumentata di circa 3 volte.
Se midazolam per via parenterale viene somministrato insieme a questi forti inibitori di CYP3A, ciò deve avvenire in una UTI o un ambiente simile che garantisca un attento monitoraggio clinico e un’appropriata gestione medica in caso di depressione respiratoria e/o sedazione prolungata.
Devono essere presi in considerazione una somministrazione scaglionata e aggiustamenti della dose, specialmente se viene somministrata più di una singola dose endovenosa di midazolam.
La stessa raccomandazione può applicarsi anche per altri antifungini azolici in quanto è stato segnalato un aumento, anche se inferiore, degli effetti sedativi di midazolam somministrato per via endovenosa.
Fluconazolo, itraconazolo Fluconazolo e itraconazolo hanno entrambi aumentato le concentrazioni plasmatiche di midazolam per via endovenosa di 2-3 volte, oltre ad aumentare l’emivita terminale di 2,4 volte per itraconazolo e di 1,5 volte per fluconazolo.
Posaconazolo Posaconazolo ha aumentato le concentrazioni plasmatiche di midazolam per via endovenosa di circa 2 volte.
Antibiotici macrolidi
Eritromicina Eritromicina ha determinato un aumento delle concentrazioni plasmatiche di midazolam per via endovenosa di circa 1,6-2 volte, oltre a un aumento dell’emivita terminale di midazolam di 1,5-1,8 volte.
Claritromicina Claritromicina ha aumentato le concentrazioni plasmatiche di midazolam di fino a 2,5 volte, oltre ad aumentare l’emivita terminale di 1,5-2 volte.
Telitromicina Roxitromicina Informazioni relative a midazolam per via orale Telitromicina ha aumentato i livelli plasmatici di midazolam per via orale di 6 volte.
Pur non essendo disponibili informazioni su roxitromicina somministrata insieme a midazolam per via endovenosa, il lieve effetto sull’emivita terminale delle compresse orali di midazolam, che aumenta del 30%, indica che gli effetti di roxitromicina su midazolam per via endovenosa possono essere limitati.
Anestetici endovenosi
Propofol Propofol per via endovenosa ha aumentato l’AUC e l’emivita di midazolam per via endovenosa di 1,6 volte.
Inibitori della proteasic
Saquinavir e altri inibitori della proteasi dell’HIV (virus dell’immunodeficienza umana) La somministrazione concomitante con inibitori della proteasi può causare un forte aumento della concentrazione di midazolam.
In seguito a somministrazione concomitante con lopinavir potenziato con ritonavir, le concentrazioni plasmatiche di midazolam per via endovenosa sono aumentate di 5,4 volte, associate a un aumento simile dell’emivita terminale.
Se viene somministrato midazolam per via parenterale insieme a inibitori della proteasi dell’HIV, deve essere seguita la raccomandazione fornita sopra per gli antifungini azolici, ketoconazolo e voriconazolo.
Inibitori della proteasi del virus dell’epatite C (HCV) Boceprevir e telaprevir riducono la clearance di midazolam.
Questo effetto ha determinato un aumento di 3,4 volte dell’AUC di midazolam dopo somministrazione endovenosa e ha prolungato la sua emivita di eliminazione di 4 volte.
Bloccanti del canale del calcio
Diltiazem Una singola dose di diltiazem somministrata a pazienti sottoposti a innesto di bypass dell’arteria coronarica ha aumentato le concentrazioni plasmatiche di midazolam per via endovenosa di circa il 25% e l’emivita terminale è stata prolungata del 43%.
Questo valore è risultato inferiore all’aumento di 4 volte osservato dopo somministrazione orale di midazolam.
Verapamil Informazioni relative a midazolam per via orale Verapamil ha aumentato le concentrazioni plasmatiche di midazolam per via orale di 3 volte.
L’emivita terminale di midazolam è aumentata del 41%.
Farmaci vari/prodotti erboristici
Atorvastatina Atorvastatina ha determinato un aumento di 1,4 volte delle concentrazioni plasmatiche di midazolam somministrato per via endovenosa rispetto al gruppo di controllo.
Fentanil Fentanil per via endovenosa è un inibitore debole dell’eliminazione di midazolam: l’AUC e l’emivita di midazolam somministrato per via endovenosa sono state aumentate di 1,5 volte in presenza di fentanil.
Nefazodone Informazioni relative a midazolam per via orale Nefazodone ha aumentato le concentrazioni plasmatiche di midazolam orale di 4,6 volte con un aumento della sua emivita terminale di 1,6 volte.
Aprepitant Informazioni relative a midazolam per via orale Aprepitant a dosi pari o superiori a 80 mg/giorno ha aumentato in modo dose dipendente le concentrazioni plasmatiche di midazolam orale di circa 3,3 volte e ha aumentato l’emivita terminale di circa 2 volte.
Inibitori della tirosina chinasi Informazioni relative a midazolam per via orale Gli inibitori della tirosina chinasi si sono dimostrati potenti inibitori di CY3A4 in vitro (imatinib, lapatinib) e in vivo (idelalisib).
Dopo somministrazione concomitante di idelalisib, l’esposizione a midazolam orale è aumentata in media di 5,4 volte.
Antagonisti dei recettori NK1 Informazioni relative a midazolam per via orale Gli antagonisti dei recettori NK1 (aprepitant, netupitant, casoprepitant) hanno aumentato in modo dose dipendente le concentrazioni plasmatiche di midazolam orale di fino a 2,5-3,5 volte e hanno aumentato l’emivita terminale di circa 1,5-2 volte.
Altri Informazioni relative a midazolam per via orale Per diversi farmaci o medicinali erboristici è stata osservata una debole interazione con l’eliminazione di midazolam, con variazioni concomitanti della sua esposizione (variazione <2 volte dell’AUC) (everolimus, ciclosporina, simeprevir, propiverina).
Si prevede che tali deboli interazioni siano ulteriormente attenuate dopo somministrazione endovenosa.
a Per alcune interazioni, sono fornite informazioni aggiuntive ottenute usando midazolam somministrato per via orale.
Le interazioni con gli inibitori di CYP3A sono più pronunciate per midazolam orale rispetto a midazolam endovenoso.
Midazolam B.
Braun non è indicato per la somministrazione orale.
b Se midazolam è somministrato per via orale con un antifungino azolico (specialmente ketoconazolo, itraconazolo o voriconazolo), la sua esposizione sarà drasticamente superiore rispetto alla somministrazione endovenosa.
c In base ai dati relativi ad altri inibitori di CYP3A4, si prevede che le concentrazioni plasmatiche di midazolam siano significativamente superiori quando midazolam è somministrato per via orale.
Gli inibitori della proteasi non devono quindi essere somministrati insieme a midazolam per via orale.
Tabella 3: Interazioni tra midazolam e medicinali che inducono CYP3A
Medicinale Interazione con midazolam per via endovenosaa
Rifampicina Rifampicina ha ridotto le concentrazioni plasmatiche di midazolam per via endovenosa di circa il 60% dopo 7 giorni di terapia con rifampicina 600 mg/giorno.
L’emivita terminale è diminuita di circa il 50-60%.
Informazioni relative a midazolam per via orale Rifampicina ha ridotto le concentrazioni plasmatiche di midazolam orale del 96% in soggetti sani e i suoi effetti psicomotori sono andati quasi totalmente persi.
Carbamazepina, fenitoina Informazioni relative a midazolam per via orale Dosi ripetute di carbamazepina o di fenitoina hanno determinato una diminuzione delle concentrazioni plasmatiche di midazolam per via orale di fino al 90% e un accorciamento dell’emivita terminale del 60%.
Mitotano, enzalutamide Informazioni relative a midazolam per via orale La fortissima induzione di CYP3A4 osservata dopo l’assunzione di mitotano o enzalutamide ha determinato una diminuzione profonda e duratura dei livelli di midazolam in pazienti oncologici.
L’AUC di midazolam somministrato per via orale è stata ridotta rispettivamente del 5% e del 14% rispetto ai valori normali.
Ticagrelor Ticagrelor è un debole induttore di CYP3A e ha effetti limitati sull’esposizione a midazolam (-12%) e 4-idrossimidazolam (-23%) somministrati per via endovenosa.
Clobazam, efavirenz Informazioni relative a midazolam per via orale Clobazam ed efavirenz sono induttori deboli del metabolismo di midazolam e riducono l’AUC del composto iniziale di circa il 30%.
Ne risulta un aumento di 4-5 volte del rapporto tra metabolita attivo (1’-idrossimidazolam) e composto iniziale ma il significato clinico di tale effetto non è noto.
Vemurafenib Informazioni relative a midazolam per via orale Vemurafenib modula gli isoenzimi CYP e induce debolmente CYP3A4.
La somministrazione di dosi ripetute ha determinato una diminuzione media dell’esposizione a midazolam orale del 39% (fino all’80% in alcuni soggetti).
Prodotti erboristici e alimenti
Erba di S.
Giovanni
L’erba di S.
Giovanni ha ridotto le concentrazioni plasmatiche di midazolam di circa il 20-40%, oltre a ridurre l’emivita terminale di circa il 15-17%.
A seconda dell’estratto specifico di erba di S.
Giovanni, l’effetto induttore su CYP3A4 può variare.
Quercetina Informazioni relative a midazolam per via orale Quercetina (contenuta anche nel Ginkgo biloba) e Panax ginseng hanno entrambi deboli effetti induttori sugli enzimi e hanno ridotto l’esposizione a midazolam per via orale di circa il 20-30%.
Spostamento acuto delle proteine
Acido valproico Non può essere escluso un aumento delle concentrazioni di midazolam libero dovuto allo spostamento dai siti di legame con le proteine plasmatiche causato dall’acido valproico.
La rilevanza clinica di tale interazione non è nota.
a Per alcune interazioni, sono fornite informazioni aggiuntive ottenute usando midazolam somministrato per via orale.
Le interazioni con gli induttori di CYP3A sono più pronunciate per midazolam orale rispetto a midazolam endovenoso.
Midazolam B.
Braun non è indicato per la somministrazione orale.
Interazioni farmacodinamiche tra farmaci (DDI) La somministrazione concomitante di midazolam e di altri farmaci sedativi/ipnotici e depressori del SNC, incluso l’alcol, determina probabilmente un aumento della sedazione e della depressione cardiorespiratoria.
Esempi includono derivati oppioidi (utilizzati come analgesici, antitussivi o per trattamenti sostitutivi), antipsicotici, altre benzodiazepine (usate come ansiolitici o ipnotici), barbiturici, propofol, ketamina, etomidato, antidepressivi sedativi, antistaminici H1 non recenti, medicinali antiipertensivi che agiscono a livello centrale.
L'alcool può aumentare in misura significativa l'effetto sedativo del midazolam.
Il consumo di alcool deve essere assolutamente evitato in caso di somministrazione di midazolam.
Midazolam riduce la concentrazione alveolare minima (MAC) degli anestetici inalatori.

Effetti indesiderati

Gli effetti indesiderati sono classificati in base alla frequenza, definita secondo le seguenti convenzioni: Molto comune (≥1/10); Comune (≥1/100, <1/10); Non comune (≥1/1.000, <1/100); Raro (≥1/10.000, <1/1.000); Molto raro (<1/10.000); Non nota (la frequenza non può essere definita sulla base dei dati disponibili).
A seguito di iniezione di midazolam sono stati osservati (frequenza non nota, non può essere definita sulla base dei dati disponibili) i seguenti effetti indesiderati: Disturbi del sistema immunitario Ipersensibilità, angioedema, shock anafilattico.
Disturbi psichiatrici Stato confusionale, disorientamento, disturbi emotivi e dell’umore, alterazioni della libido, Agitazione*, ostilità*, collera*, aggressività*, eccitazione*, Dipendenza fisica dal farmaco e sindrome da astinenza, abuso.
Patologie del sistema nervoso La sedazione (prolungata e postoperatoria), diminuzione dell’attenzione, sonnolenza, cefalea, capogiro, atassia, amnesia anterograda la cui durata è direttamente correlata alla dose somministrata.
L’amnesia anterograda può essere ancora presente alla fine della procedura e in casi isolati è stata riportata amnesia prolungata(vedere paragrafo 4.4).
Sono state riportate convulsioni molto più frequenti nei bambini premature e nei neonati.
Convulsioni da sospensione di farmaco, Movimenti involontari (inclusi movimenti tonici/clonici e tremore muscolare)*, iperattività*.
Patologie cardiache Arresto cardiaco, bradicardia, sindrome di Kounis**.
Patologie vascolari Ipotensione, vasodilatazione, tromboflebite, trombosi.
Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche Depressione respiratoria, apnea, arresto respiratorio, dispnea, laringospasmo, singhiozzo.
Patologie gastrointestinali Nausea, vomito, costipazione, secchezza delle fauci.
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo Eruzione cutanea, orticaria, prurito.
Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione Stanchezza, eritema e dolore nel sito d’iniezione.
Traumatismo, avvelenamento e complicazioni da procedura Cadute, fratture.
Il rischio di cadute e di fratture ossee è aumentato in pazienti che prendono sedativi in concomitanza (incluse bevande alcoliche) e in pazienti anziani.
Circostanze sociali Aggressione fisica*.
*Tali reazioni paradosse sono state riportate in modo particolare nei bambini e negli anziani (vedere paragrafo 4.4).
**soprattutto dopo somministrazione parenterale.
Insufficienza renale: la probabilità di reazioni avverse al farmaco è maggiore in pazienti con insufficienza renale grave (vedere paragrafo 4.2).
Dipendenza: l’uso di midazolam - anche se a dosi terapeutiche - può portare allo sviluppo di dipendenza fisica.
Dopo la somministrazione endovenosa prolungata, l’interruzione del prodotto, specialmente se improvvisa, può essere accompagnata da sintomi da astinenza come convulsioni da astinenza (vedere paragrafo 4.4).
Sono stati segnalati casi di abuso.
Si sono verificati gravi eventi avversi a carico del sistema cardiorespiratorio.
Incidenti cardiaci, vascolari e respiratori letali possono accadere più probabilmente in adulti con età superiore ai 60 anni e in quelli con insufficienza respiratoria pre-esistente o con funzione cardiaca compromessa, in modo particolare quando l’iniezione è effettuata troppo rapidamente o quando è somministrato un alto dosaggio (vedere paragrafo 4.4).
Segnalazione delle reazioni avverse sospette La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale.
Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite https://www.aifa.gov.it/content/segnalazioni-reazioni-avverse.

Gravidanza e allattamento

Gravidanza I dati su midazolam sono insufficienti per valutarne la sicurezza durante la gravidanza.
Gli studi sugli animali non indicano alcun effetto teratogeno, ma è stata osservata fetotossicità come con altre benzodiazepine.
Non ci sono dati disponibili su gravidanze esposte durante i primi due trimestri.
Si presume che l’uso di benzodiazepine durante il primo trimestre di gravidanza sia associato a un aumento del rischio di anomalie congenite.
La somministrazione di dosi elevate di midazolam nell’ultimo trimestre di gravidanza, durante il parto o per l’induzione dell’anestesia in caso di parto cesareo ha prodotto eventi avversi a carico della madre e del feto (rischio di aspirazione nella madre, irregolarità del battito cardiaco fetale, ipotonia, scarsa suzione, ipotermia e depressione respiratoria nel neonato).
Inoltre, i figli di madri che hanno ricevuto a lungo benzodiazepine nelle ultime fasi della gravidanza possono avere sviluppato una dipendenza fisica e sussiste il rischio che sviluppino sintomi da sospensione nel periodo postnatale.
Di conseguenza il midazolam può essere somministrato durante la gravidanza se strettamente necessario ma è preferibile evitarne l’impiego in caso di cesareo.
Si deve tenere conto del rischio per il neonato in caso di somministrazione di midazolam per qualsiasi intervento chirurgico in prossimità del parto.
Allattamento Il midazolam passa nel latte materno in scarsa quantità.
È necessario raccomandare alle donne che allattano di interrompere l’allattamento con latte materno per le 24 ore successive alla somministrazione di midazolam.
Fertilità Non ci sono dati disponibili.

Conservazione

Non conservare a temperatura superiore a 25 °C.
Tenere i contenitori nell’imballaggio esterno per proteggere il medicinale dalla luce.
Per le condizioni di conservazione dopo la diluizione e l’apertura del medicinale, vedere paragrafo 6.3.

Cerca farmaci per nome:

La fonte dei dati utilizzati e pubblicati è Banche Dati Farmadati Italia. Farmadati Italia garantisce il massimo impegno affinché la Banca dati e gli Aggiornamenti relativi a farmaci, parafarmaci, prodotti omeopatici e principi attivi siano precisi, puntuali e costantemente aggiornati. Questo materiale è fornito solo a scopo didattico e non è inteso per consulenza medica, diagnosi o trattamento e non deve in nessun caso sostituirsi alla visita specialistica o ad un consulto medico. Farmadati Italia e SilhouetteDonna.it non si assumono responsabilità sull’utilizzo dei dati. E’ doveroso contattare il proprio medico e/o uno specialista per la prescrizione e assunzione di farmaci. L’ultimo aggiornamento dei dati e la messa online del database da parte di Silhouette Donna è stato effettuato in data 23/12/2024.

Segnalazione degli effetti indesiderati
Se dovesse manifestarsi un qualsiasi effetto indesiderato, compresi quelli non elencati in questo foglio, è doveroso rivolgersi al proprio medico, ad uno specialista e/o al farmacista. La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Gli effetti indesiderati possono essere segnalati direttamente tramite il sistema nazionale di segnalazione all'indirizzo www.agenziafarmaco.it/it/responsabili. Segnalando gli effetti indesiderati si può contribuire a fornire maggiori informazioni sulla sicurezza di questo medicinale.