METOPROLOLO EG 50CPR 200MG RP
8,81 €
Prezzo indicativo
Data ultimo aggiornamento: 23/04/2011
Trattamento dell’ipertensione arteriosa. Trattamento e prevenzione dell’angina pectoris. Trattamento di disturbi funzionali cardiovascolari (sindromi cardiache ipercinetiche). Trattamento di forme rapide di aritmie cardiache (aritmie tachicardiche). Trattamento preventivo dell'emicrania. Trattamento di lunga durata dopo l'infarto cardiaco.
Una compressa a rilascio prolungato contiene: Principio attivo: metoprololo tartrato 200 mg. Eccipiente con effetti noti: lattosio monoidrato 66,0 mg. Per l’elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1.
Controindicazioni
- - Ipersensibilità al principio attivo, ad altri farmaci β-bloccanti, e/o ad uno qualsiasi degli eccipienti elencati al paragrafo 6.1, - blocco atrio ventricolare di II o III grado, - insufficienza cardiaca in fase di scompenso instabile (edema polmonare, ipoperfusione o ipotensione), - pazienti in terapia inotropa continua o intermittente con agonisti dei β-recettori, - sindrome del nodo del seno (a meno che non sia stato impiantato un pacemaker permanente), blocco senoatriale, - shock cardiogeno, - insufficienza renale grave, - astenia miocardica (insufficienza cardiaca manifesta), - bradicardia sinusale clinicamente rilevante, - pressione arteriosa eccessivamente bassa (ipotensione), - acidosi metabolica, - feocromocitoma non trattato, - severi disturbi circolatori arteriosi periferici, - tendenza agli spasmi bronchiali (ipereccitabilità bronchiale), - somministrazione concomitante di sostanze inibitrici MAO (eccezione: sostanze inibitrici MAO-B), - generalmente controindicato in gravidanza e durante l’allattamento (vedere paragrafo 4.6).
Metoprololo tartrato non deve essere somministrato in pazienti con sospetto di infarto miocardico acuto con frequenza cardiaca inferiore a 45 battiti al minuto, con intervallo P-Q maggiore di 0,24 secondi o con pressione arteriosa sistolica inferiore a 100 mm Hg. Posologia
- Ipertensione arteriosa La dose raccomandata è di 100-200 mg al giorno, in unica somministrazione.
Angina pectoris La dose raccomandata è di 100-200 mg al giorno, in unica somministrazione.
Disturbi cardiovascolari funzionali (sindrome cardiaca ipercinetica) La dose raccomandata è di 100-200 mg al giorno, in unica somministrazione.
Forme accelerate di aritmie cardiache (aritmie tachicardiche); Trattamento terapeutico dell'emicrania La dose raccomandata è di 200 mg in unica somministrazione.
Trattamento di lunga durata dopo l'infarto cardiaco Per la terapia di mantenimento si somministrano 100-200 mg al giorno.
La durata del trattamento deve essere stabilita individualmente dal medico.
In base ai risultati clinici di cui si dispone si suggerisce una durata minima del trattamento di 3 mesi; si consiglia di continuare il trattamento per un periodo compreso da 1 a 3 anni.
Pazienti con funzionalità renale compromessa Per questi pazienti non è necessario alcun aggiustamento della posologia.
Pazienti con funzionalità epatica compromessa Generalmente, nei pazienti con cirrosi epatica non è necessario un aggiustamento della posologia, in quanto metoprololo ha un basso legame con le proteine plasmatiche (5-10%).
Qualora vi fossero segni di compromissione epatica molto grave (pazienti operati di shunt), deve essere presa in considerazione una riduzione della posologia.
Anziani Nei pazienti anziani non è necessario alcun aggiustamento della posologia.
Bambini L’esperienza del trattamento con Metoprololo EG nei bambini è limitata.
Tipo e durata dell'impiego Le compresse a rilascio prolungato devono essere ingerite senza masticarle con un po' di liquido dopo i pasti.
Nel caso di dose unica, il metoprololo (salvo prescrizione contraria) dovrebbe essere preso al mattino, mentre se sono previste due dosi, il metoprololo dovrebbe essere preso al mattino e alla sera.
L'interruzione o la variazione del dosaggio può avvenire soltanto dietro prescrizione medica.
La durata del trattamento viene decisa dal medico curante.
Si deve evitare un'interruzione improvvisa della terapia.
Questo vale in modo particolare nel caso delle cardiopatie coronariche in quanto, soprattutto nel caso di un lungo periodo di impiego, sussiste, la possibilità di un aggravamento acuto.
Eventualmente la somministrazione del metoprololo deve essere sospesa gradualmente nel corso di 10 giorni; in questo caso il dosaggio dovrà essere di 25 mg nel corso degli ultimi 6 giorni.
Durante questa fase, il paziente deve essere sottoposto a rigido controllo. Avvertenze e precauzioni
- I pazienti in trattamento con β-bloccanti non devono essere trattati con calcioantagonisti tipo verapamil per via endovenosa.
Una vigilanza medica particolarmente accurata si rende necessaria nei seguenti casi: - pazienti diabetici con valori glicemici fortemente oscillanti, nonché nel caso di diete rigide, - pazienti con un tumore del midollo surrenale che produce ormoni (feocromocitoma, che richiede una precedente terapia con alfa bloccanti), - pazienti con ridotta funzionalità epatica.
Nei pazienti asmatici, di norma, deve essere somministrata una terapia concomitante a base di β2-agonisti (in compresse o inalatori).
Quando si inizia il trattamento con metoprololo il dosaggio dei β2-agonisti potrebbe richiedere un aggiustamento (generalmente un aumento).
Durante il trattamento con metoprololo, il rischio di interferenza con il metabolismo dei carboidrati o di ipoglicemia mascherata è inferiore rispetto ai β-bloccanti non selettivi.Qualora metoprololo venga prescritto a pazienti con feocromocitoma noto, deve essere somministrato contemporaneamente un bloccante dei recettori alfa.
Nei pazienti che presentano un'anamnesi familiare o personale di psoriasi, i bloccanti dei beta recettori dovrebbero essere prescritti soltanto dopo un'accurata valutazione dei vantaggi realizzabili rispetto ai rischi possibili.
Gli agenti bloccanti dei recettori adrenergici beta possono aumentare la sensibilità agli allergeni e la gravità delle reazioni anafilattiche.
L'uso di questi farmaci in pazienti che presentano un'anamnesi di gravi reazioni di ipersensibilità ed in pazienti che seguono una terapia desensibilizzante (rischio di eccessive reazioni anafilattiche) dovrebbe, pertanto, essere limitato ai pazienti in cui sia assolutamente necessaria una terapia a base di beta-bloccanti.
Si deve evitare una brusca interruzione del trattamento.
Se il trattamento deve essere interrotto, questo dovrà essere fatto, ove possibile, in modo graduale.
Nella maggior parte dei pazienti, il trattamento può essere sospeso in 14 giorni.
Ciò può essere fatto diminuendo la dose giornaliera in modo graduale fino a raggiungere la dose finale di 25 mg di metoprololo una volta al giorno.
Durante questo periodo, specialmente i pazienti affetti da ischemia cardiaca conclamata devono essere tenuti sotto stretta sorveglianza.
Il rischio di eventi coronarici, tra cui la morte improvvisa, può aumentare durante l’interruzione del trattamento con β-bloccanti.
Prima di un intervento chirurgico, l’anestesista deve essere informato che il paziente è in trattamento con metoprololo.
Si raccomanda di non sospendere la terapia con i β-bloccanti prima di un intervento chirurgico.
Si deve evitare di iniziare il trattamento ad alte dosi in pazienti sottoposti a chirurgia non cardiaca, poiché è stato associato con bradicardia, ipotensione ed infarto con esito fatale in pazienti con rischio cardiovascolare.
Metoprololo può aggravare i sintomi legati a malattie della circolazione arteriosa periferica.
I pazienti con insufficienza cardiaca devono essere trattati per lo scompenso sia prima che durante il trattamento con metoprololo.
Molto raramente, un preesistente disturbo di grado moderato della conduzione A-V potrebbe peggiorare (portando ad un possibile blocco A-V).
I beta bloccanti possono indurre bradicardia.
Nel caso in cui il battito cardiaco del paziente diventasse sempre più lento, metoprololo deve essere somministrato a dosi inferiori oppure sospeso con gradualità.
In pazienti affetti da disturbi polmonari ostruttivi cronici può verificarsi un aggravamento delle ostruzioni alle vie respiratorie.
Pertanto i beta-bloccanti non selettivi non dovrebbero essere impiegati per questa categoria di pazienti, mentre i beta 1 bloccanti selettivi dovrebbero essere impiegati soltanto con la massima cautela.
A causa del loro effetto negativo sul tempo di conduzione degli stimoli, i beta bloccanti dovrebbero essere somministrati con cautela nei pazienti che presentano un blocco cardiaco di primo grado.
Nel trattamento delle persone anziane si deve usare cautela, partendo da bassi dosaggi, anche se la tollerabilità nelle persone anziane è normalmente buona.
Informazioni importanti su alcuni eccipienti: Metoprololo EG contiene lattosio.
I pazienti affetti da rari problemi ereditari di intolleranza al galattosio, da deficit totale di lattasi, o da malassorbimento di glucosio-galattosio, non devono assumere questo medicinale. Interazioni
- Il metoprololo è un substrato metabolico dell’isoenzima CYP2D6 del citocromo P450.
I farmaci che agiscono come sostanze induttrici o inibitrici di enzimi possono influenzare i livelli plasmatici del metoprololo.
I livelli plasmatici del metoprololo possono aumentare con la somministrazione contemporanea di composti metabolizzati dal CYP2D6, ad es.
antiaritmici, antistaminici, antagonisti dei recettori H2 dell’istamina (ad es.
cimetidina), antidepressivi, antipsicotici e inibitori della COX-2.
La concentrazione plasmatica del metoprololo viene ridotta dalla rifampicina e può essere aumentata da alcool e idralazina.
Nel caso di un impiego concomitante di metoprololo ed insulina o di farmaci ipoglicemizzanti orali, l'azione di questi ultimi può essere accentuata; in questo caso si determina una dissimulazione o attenuazione dei sintomi di una ridotta concentrazione glicemica (ipoglicemia), in modo particolare l'accelerazione cardiaca (tachicardia).
Di conseguenza, si rendono necessari regolari controlli della glicemia.
Nei pazienti in trattamento con β-bloccanti potrebbe essere richiesto un aggiustamento del dosaggio degli antidiabetici orali.
Il metoprololo può accentuare l'effetto di farmaci ipotensivi somministrati contemporaneamente (antipertensivi).
Si deve fare la massima attenzione nel caso del prazosin.
Nel caso di impiego concomitante di nitroglicerina o antagonisti di calcio del tipo della nifedipina, si può verificare un forte abbassamento della pressione arteriosa.
Nel caso di impiego concomitante di calcio antagonisti del tipo verapamil o diltiazem, oppure di altri antiaritmici (chinidino simili e amiodarone), è opportuno sottoporre ad un accurato controllo il paziente in quanto possono verificarsi un abbassamento della pressione arteriosa (ipotonia), un rallentamento del polso (bradicardia), o altre aritmie cardiache.
Durante il trattamento con il metoprololo si dovrebbe, pertanto, evitare la somministrazione intravenosa di calcio antagonisti o di altri antiaritmici.
Nel caso di somministrazione concomitante con adrenalina o con altre sostanze ad azione simpaticomimetica (per esempio contenute in farmaci contro la tosse, gocce per istillazione nasale e collirio in gocce), i bloccanti cardioselettivi dei beta recettori in dosi terapeutiche provocano modeste reazioni ipertensive, in qualità di bloccanti non selettivi e beta recettori.
I pazienti in trattamento concomitante con farmaci che bloccano i gangli simpatici, con altri β-bloccanti e con inibitori delle monoaminossidasi (IMAO), devono essere tenuti sotto stretto controllo medico.
Nel caso di impiego concomitante di metoprololo e reserpina, alfa metildopa, clonidina, guanfacina, si può verificare un forte abbassamento della frequenza cardiaca o un ritardo nella conduzione dell'eccitazione al cuore.
Qualora il trattamento concomitante con clonidina dovesse essere sospeso, è necessario procedere all’interruzione del trattamento con β-bloccanti alcuni giorni prima della sospensione della clonidina stessa.
I glicosidi digitalici, in associazione con i β-bloccanti, possono aumentare il tempo di conduzione atrioventricolare e possono causare bradicardia.
Nei pazienti in trattamento con β-bloccanti gli anestetici per via inalatoria aumentano l’effetto cardiodepressivo.
Il trattamento concomitante con indometacina o altri farmaci inibitori delle prostaglandin-sintetasi può portare ad una diminuzione dell’effetto antipertensivo dei β-bloccanti.
Il metoprololo può ridurre l'eliminazione di altri farmaci (per esempio lidocaina).
Gli effetti soporiferi del metoprololo e dell'alcool si possono accentuare reciprocamente.
Gli effetti debilitanti della potenza cardiaca del metoprololo e di un anestetico possono sommarsi.
Per questo motivo l'anestesista dovrebbe essere informato circa il trattamento con il metoprololo. Effetti indesiderati
- Metoprololo è ben tollerato e gli effetti collaterali sono generalmente lievi e reversibili.
Di seguito vengono riportati gli eventi avversi occorsi durante le sperimentazioni cliniche o durante l’uso routinario.
In molti casi non è stata stabilita una relazione con il trattamento con metoprololo.
Si sono utilizzate le seguenti definizioni di frequenza: Molto comune: ≥1/10; Comune: ≥1/100, <1/10; Non comune: ≥1/1.000, <1/100; Raro: ≥1/10.000, <1/1.000; Molto raro: <1/10.000.
Patologie del sistema emolinfopoietico. Raro: leucopenia.
Molto raro: trombocitopenia.
Disturbi del sistema immunitario Raro: shock anafilattico.
Disturbi del metabolismo e della nutrizione. Non comune: aumento di peso.
Raro: diabete mellito latente o peggioramento di diabete già esistente.
Disturbi psichiatrici. Non comune: depressione, difficoltà di concentrazione, sonnolenza o insonnia, incubi notturni.
Raro: nervosismo, ansia, impotenza/disfunzioni sessuali, instabilità emotiva.
Molto raro: amnesia/peggioramento della memoria, confusione, allucinazioni.
Patologie del sistema nervoso. Molto comune: affaticamento.
Comune: vertigini, cefalea.
Non comune: parestesia, crampi muscolari, sincope.
Molto raro: disturbi del gusto.
Patologie dell’occhio. Raro: congiuntivite, occhi asciutti (soprattutto in soggetti che portano lenti a contatto) o irritati, disturbi della visione Patologie dell’orecchio e del labirinto. Raro: disturbi dell’udito.
Molto raro: tinnito.
Patologie cardiache. Comune: bradicardia, ipotensione ortostatica (molto raramente con sincope), mani e piedi freddi, palpitazioni.
Non comune: peggioramento dei sintomi dello scompenso cardiaco, shock cardiogenico in pazienti con infarto miocardico acuto*, blocco A-V di primo grado, dolore precordiale.
Raro: disturbi della conduzione cardiaca, aritmie cardiache.
*Frequenza in eccesso dello 0,4% rispetto a placebo in uno studio con 46000 pazienti con infarto miocardico acuto dove la frequenza dello shock cardiogenico è stata del 2,3% nel gruppo del metoprololo e dell’1,9% nel gruppo placebo nella sottopopolazione di pazienti con basso indice di rischio di shock.
L’indice di rischio di shock si basa sul rischio assoluto di shock in ogni singolo paziente derivante da età, sesso, tempo di ritardo, classe di Killip, pressione sanguigna, frequenza cardiaca, anomalie nell’ECG e da precedente storia di ipertensione.
Il gruppo di pazienti con basso indice di rischio di shock corrisponde ai pazienti nei quali l’uso del metoprololo è raccomandato nell’infarto miocardico acuto.Patologie vascolari. Non comune: edemi, Sindrome di Raynaud.
Raro: ipotensione, accentuazione dei sintomi in pazienti affetti da claudicazione intermittente, accentuazione dei disturbi circolatori periferici già esistenti, accentuazione dei sintomi in pazienti affetti da Sindrome di Raynaud.
Molto raro: gangrena nei pazienti con preesistenti gravi disturbi circolatori periferici.
Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche. Comune: dispnea da sforzo.
Non comune: broncospasmo.
Raro: riniti.
Patologie gastrointestinali. Comune: nausea, dolori addominali, stipsi, diarrea.
Non comune: vomito.
Raro: secchezza della bocca.
Patologie epatobiliari. Raro: anormalità dei test di funzionalità epatica.Molto raro: epatite.
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo. Comune: prurito, arrossamento cutaneo.
Non comune: rash (nella forma di orticaria psoriasiforme e lesioni distrofiche della pelle), aumento della sudorazione.
Raro: alopecia.
Molto raro: reazioni di fotosensibilità, aggravamento della psoriasi.
Patologie del sistema muscolo scheletrico e del tessuto connettivo. Raro: debolezza muscolare, artrite.
Molto raro: artralgia.
Patologie dell’apparato riproduttivo e della mammella. Raro: malattia di Peyronie.
Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione. Non comune: edema periferico.
Esami diagnostici.
Raro: glicemia.
Segnalazione delle reazioni avverse sospette La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale.
Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione all’indirizzo https://www.aifa.gov.it/content/segnalazioni-reazioni-avverse. Gravidanza e allattamento
- Come la maggior parte dei farmaci, metoprololo non deve essere somministrato in gravidanza e durante l’allattamento se non strettamente necessario.
In genere i β-bloccanti riducono la perfusione placentare.
Sono stati osservati casi di ritardo della crescita, morte intrauterina, aborto e parto prematuro.
Pertanto si suggerisce di eseguire un appropriato monitoraggio materno-fetale nelle donne gravide trattate con metoprololo.
Come tutti i farmaci antipertensivi, i β-bloccanti possono causare nel feto, nel neonato e nel lattante effetti collaterali, ad esempio bradicardia.
La quantità di metoprololo che passa nel latte materno sembra essere trascurabile per dare un β-blocco nel neonato se la madre viene trattata alle normali dosi consigliate. Conservazione
- Questo medicinale non richiede alcuna particolare precauzione per la conservazione.
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Segnalazione degli effetti indesiderati
Se dovesse manifestarsi un qualsiasi effetto indesiderato, compresi quelli non elencati in questo foglio, è doveroso rivolgersi al proprio medico, ad uno specialista e/o al farmacista. La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Gli effetti indesiderati possono essere segnalati direttamente tramite il sistema nazionale di segnalazione all'indirizzo www.agenziafarmaco.it/it/responsabili. Segnalando gli effetti indesiderati si può contribuire a fornire maggiori informazioni sulla sicurezza di questo medicinale.