LOSARTAN ID EG 28CPR 100+25MG
6,90 €
Prezzo indicativo
Data ultimo aggiornamento: 15/10/2015
Losartan e Idroclorotiazide EG è indicato per il trattamento dell'ipertensione essenziale in pazienti la cui pressione arteriosa non viene adeguatamente controllata da losartan o idroclorotiazide quando somministrati da soli.
Losartan e Idroclorotiazide EG 50 mg/12,5 mg compresse rivestite con film Ogni compressa contiene 50 mg di losartan potassico equivalente a 45,76 mg di losartan e 12,5 mg di idroclorotiazide. Eccipiente con effetto noto: Ogni compressa contiene 115,80 mg di lattosio monoidrato. Losartan e Idroclorotiazide EG 100 mg/25 mg compresse rivestite con film Ogni compressa contiene 100 mg di losartan potassico equivalente a 91,52 mg di losartan e 25 mg di idroclorotiazide. Eccipiente con effetto noto: Ogni compressa contiene 231,60 mg di lattosio monoidrato. Per l’elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1.
Controindicazioni
- - Ipersensibilità al principio attivo, ai derivati solfonamidici (come l’idroclorotiazide) o ad uno qualsiasi degli eccipienti elencati al paragrafo 6.1 - Ipopotassiemia o ipercalcemia refrattarie alla terapia - Grave compromissione epatica; colestasi e patologie biliari ostruttive - Iponatriemia refrattaria - Iperuricemia sintomatica/gotta - 2° e 3° trimestre di gravidanza (vedere paragrafi 4.4.e 4.6) - Grave compromissione renale (ad es.
clearance della creatinina < 30 ml/min) - Anuria - L'uso concomitante di losartan/idroclorotiazide con medicinali contenenti aliskiren è controindicato nei pazienti affetti da diabete mellito o compromissione renale (velocità di filtrazione glomerulare GFR < 60 ml/min/1.73 m²) (vedere paragrafi 4.5 e 5.1). Posologia
- Posologia Ipertensione Losartan/idroclorotiazide non deve essere impiegata come terapia iniziale, ma in pazienti la cui pressione arteriosa non viene adeguatamente controllata con losartan potassico o idroclorotiazide quando somministrati da soli.
Si raccomanda la titolazione dei singoli componenti (losartan e idroclorotiazide).
Quando clinicamente indicato, si consideri il passaggio diretto dalla monoterapia alla combinazione fissa in quei pazienti la cui pressione arteriosa non sia adeguatamente controllata.
L’usuale dose di mantenimento di losartan/idroclorotiazide è di una compressa da 50 mg/12,5 mg una volta al giorno.Nei pazienti che non rispondono in maniera adeguata alla somministrazione di losartan/idroclorotiazide 50 mg/12,5 mg, il dosaggio può essere aumentato a una compressa di losartan/idroclorotiazide 100 mg/25 mg una volta al giorno.
La dose massima è una compressa di losartan/idroclorotiazide 100 mg/25 mg una volta al giorno.
In generale, l’effetto antipertensivo viene raggiunto nell’arco di tre o quattro settimane dall’inizio della terapia.
Uso in pazienti con ridotta funzionalità renale ed in pazienti emodializzati Non è necessario alcun iniziale adattamento posologico in pazienti con moderata compromissione della funzione renale (ad es.
clearance della creatinina 30-50 ml/min).
Si sconsiglia l’uso delle compresse di losartan/idroclorotiazide nei pazienti emodializzati.
Losartan/idroclorotiazide compresse non deve essere impiegato in pazienti con grave compromissione della funzione renale (ad es.
clearance della creatinina <30 ml/min) (vedere paragrafo 4.3).
Uso in pazienti con deplezione di volume endovascolare Le deplezioni di volume e/o di sodio devono essere corrette prima della somministrazione di losartan/idroclorotiazide compresse.Uso in pazienti con compromissione epatica Losartan/idroclorotiazide è controindicato in pazienti con grave compromissione epatica (vedere paragrafo 4.3).
Uso negli anziani Un adattamento posologico per gli anziani non è solitamente necessario.
Popolazione pediatrica Non vi è esperienza con i bambini e gli adolescenti.
Losartan/idroclorotiazide non deve pertanto essere somministrato a bambini ed adolescenti.
Modo di somministrazione Per uso orale.
Le compresse rivestite con film di losartan/idroclorotiazide devono essere assunte intere (senza masticarle) una volta al giorno con un bicchiere d’acqua.
Losartan/idroclorotiazide può essere assunto indipendentemente dai pasti.
Losartan/idroclorotiazide può essere usato contemporaneamente con altri antipertensivi (vedere paragrafi 4.3, 4.4, 4.5 e 5.1). Avvertenze e precauzioni
- Losartan Angioedema Pazienti con anamnesi di angioedema (rigonfiamento di viso, labbra, gola e/o lingua) devono essere attentamente monitorati (vedere paragrafo 4.8).
Ipotensione e deplezione di volume endovascolare È possibile l’insorgenza di ipotensione sintomatica, soprattutto dopo la somministrazione della prima dose, nei pazienti ipovolemici ed iposodici in seguito ad una terapia diuretica vigorosa, ad una dieta iposodica, a diarrea o vomito.
Tali condizioni devono essere corrette prima della somministrazione di losartan/idroclorotiazide compresse (vedere paragrafi 4.2 e 4.3).
Squilibri elettrolitici Gli squilibri elettrolitici sono comuni nei pazienti con insufficienza renale, con o senza diabete, e devono essere corretti.
È pertanto necessario monitorare con attenzione le concentrazioni plasmatiche di potassio ed i valori di clearance della creatinina; devono essere attentamente monitorati soprattutto i pazienti cardiopatici e le cui concentrazioni di creatinina plasmatica si collocano tra 30 - 50 ml/min.
Non è raccomandato con losartan/idroclorotiazide l’uso concomitante di diuretici risparmiatori di potassio, integratori di potassio e sostituti del sale contenenti potassio (vedere paragrafo 4.5).
Ridotta funzionalità epatica Sulla base dei dati farmacocinetici che dimostrano un significativo aumento delle concentrazioni plasmatiche di losartan nei pazienti cirrotici, è richiesta cautela quando losartan/idroclorotiazide viene somministrato a pazienti con anamnesi di compromissione epatica da lieve a moderata.
Non vi è esperienza terapeutica con losartan nei pazienti con insufficienza epatica grave.
Losartan/idroclorotiazide è controindicato in pazienti con grave compromissione epatica (vedere paragrafi 4.2, 4.3 e 5.2).
Compromissione della funzione renale Conseguentemente all’inibizione del sistema renina-angiotensina-aldosterone sono state segnalate alterazioni della funzione renale, inclusa l’insufficienza renale (in particolare in pazienti la cui funzione renale è dipendente dal sistema renina-angiotensina-aldosterone, quali quelli affetti da grave insufficienza cardiaca oppure preesistente disfunzione renale).Come con altri farmaci che influiscono sul sistema renina-angiotensina-aldosterone, è stato osservato un aumento dell’azotemia e della creatinina sierica nei pazienti con stenosi bilaterale dell’arteria renale o stenosi dell’arteria in rene funzionalmente unico; questi cambiamenti della funzione renale possono essere reversibili alla sospensione del trattamento.
Losartan deve essere usato con cautela nei pazienti con stenosi bilaterale dell’arteria renale o stenosi dell’arteria in rene funzionalmente unico.
Trapianto di rene Non vi è esperienza in pazienti sottoposti di recente a trapianto di rene.
Iperaldosteronismo primario I pazienti affetti da aldosteronismo primario non rispondono in genere a farmaci ipotensivi che agiscono tramite inibizione del sistema renina-angiotensina.
Si sconsiglia pertanto la somministrazione di losartan/idroclorotiazide.
Malattia coronarica e cerebrovascolare Come con qualsiasi altro farmaco antipertensivo un eccessivo calo della pressione arteriosa in pazienti con malattia cardiovascolare e cerebrovascolare ischemica può condurre a infarto del miocardio o ictus.
Insufficienza cardiaca Nei pazienti con insufficienza cardiaca, con o senza compromissione della funzione renale, sussiste - come con altri farmaci che agiscono sul sistema renina-angiotensina - un rischio di grave ipotensione arteriosa e di insufficienza renale (spesso acuta).
Stenosi delle valvole aortica e mitrale, cardiomiopatia ipertrofica ostruttiva Come con altri vasodilatatori, si richiede cautela nei pazienti affetti da stenosi delle valvole aortica e mitrale oppure da cardiomiopatia ipertrofica ostruttiva.
Differenze etniche Come si è potuto osservare con gli inibitori dell’enzima di conversione dell’angiotensina, il losartan e gli altri antagonisti dell’angiotensina sembrano essere meno efficaci nel diminuire la pressione arteriosa nei neri che nei non-neri, possibilmente a causa di una maggiore prevalenza di condizioni di bassa renina nella popolazione nera ipertesa.
Gravidanza La terapia con antagonisti del recettore dell’angiotensina II (AIIRAs) non deve essere iniziata durante la gravidanza.
A meno che la prosecuzione della terapia con AIIRA sia ritenuta essenziale, le pazienti che intendono avere una gravidanza devono passare ad una terapia antiipertensiva alternativa che abbia un documentato profilo di sicurezza per l’uso in gravidanza.
Quando viene accertata una gravidanza, il trattamento con AIIRAs deve essere immediatamente interrotto e, se necessario, si deve iniziare una terapia alternativa (vedere paragrafi 4.3 e 4.6).
Duplice blocco del sistema renina-angiotensina-aldosterone (RAAS) Esiste l’evidenza che l'uso concomitante di ACE-inibitori, antagonisti del recettore dell'angiotensina II o aliskiren aumenti il rischio di ipotensione, iperpotassiemia e riduzione della funzionalità renale (inclusa l’insufficienza renale acuta).
Il duplice blocco del RAAS attraverso l'uso combinato di ACE-inibitori, antagonisti del recettore dell'angiotensina II o aliskiren non è pertanto raccomandato (vedere paragrafi 4.5 e 5.1).
Se la terapia del duplice blocco è considerata assolutamente necessaria, ciò deve avvenire solo sotto la supervisione di uno specialista e con uno stretto e frequente monitoraggio della funzionalità renale, degli elettroliti e della pressione sanguigna.
Gli ACE-inibitori e gli antagonisti del recettore dell'angiotensina II non devono essere usati contemporaneamente in pazienti con nefropatia diabetica.
Idroclorotiazide Ipotensione e squilibrio idro/elettrolitico Come con tutte le terapie antiipertensive, in alcuni pazienti può manifestarsi ipotensione sintomatica.
I pazienti devono essere osservati per i segni clinici di squilibrio idrico o elettrolitico, ad es.
deplezione di volume, iponatriemia, alcalosi ipocloremica, ipomagnesiemia o ipopotassiemia che possono presentarsi durante intercorrenti episodi di vomito o diarrea.
In alcuni pazienti deve essere effettuato il controllo periodico degli elettroliti sierici ad intervalli appropriati.
Può verificarsi iponatriemia diluizionale in pazienti edematosi nella stagione calda.
Effetti metabolici ed endocrini La terapia con diuretici tiazidici può compromettere la tolleranza del glucosio.
Potrebbe essere necessario un adattamento del dosaggio dei farmaci antidiabetici, inclusa l’insulina (vedere paragrafo 4.5).
Un diabete mellito latente può diventare palese durante la terapia con tiazidici.
I tiazidici possono diminuire l’escrezione urinaria di calcio e provocare l’incremento leggero e intermittente di calcio sierico.
Un’ipercalcemia marcata può essere prova di latente iperparatiroidismo.
I tiazidici devono venire sospesi prima di eseguire i test per la funzione paratiroidea.
Aumenti nei livelli di colesterolo e trigliceridi possono essere associati alla terapia diuretica a base di tiazidici.
La terapia a base di tiazidici può precipitare l’iperuricemia e/o la gotta in alcuni pazienti.
Poiché losartan riduce l’acido urico, la sua combinazione con idroclorotiazide comporta un’attenuazione dell’iperuricemia indotta dal diuretico.
Compromissione epatica I tiazidici devono essere usati con prudenza in pazienti con ridotta funzione epatica o malattia epatica progressiva, in quanto può causare colestasi intraepatica e poiché minime alterazioni del bilancio idro-elettrolitico possono precipitare il coma epatico.
Losartan/idroclorotiazide è controindicato in pazienti con grave compromissione epatica (vedere paragrafi 4.3 e 5.2).
Cancro della pelle non melanoma In due studi epidemiologici basati sui dati del Registro nazionale dei tumori danese è stato osservato un aumento del rischio di cancro della pelle non-melanoma (NMSC) [carcinoma basocellulare (BCC) e carcinoma a cellule squamose (SCC)] associato all'aumento cumulativo della dose di idroclorotiazide (HCTZ) assunta.
L’effetto fotosensibilizzante dell’HCTZ potrebbe rappresentare un possibile meccanismo dell’NMSC.
I pazienti che assumono HCTZ devono essere informati del rischio di NMSC e consigliati di sottoporre a controllo regolare la cute per verificare la presenza di nuove lesioni e segnalare immediatamente eventuali lesioni cutanee sospette.
Al fine di minimizzare il rischio di cancro cutaneo, occorre consigliare ai pazienti l’adozione di possibili misure preventive quali l’esposizione limitata alla luce solare e ai raggi UV e, in caso di esposizione, una protezione adeguata.
Eventuali lesioni cutanee sospette devono essere esaminate immediatamente, possibilmente con l’ausilio di esami istologici su biopsie.
Può essere inoltre necessario riconsiderare l’utilizzo di HCTZ nei pazienti che hanno manifestato NMSC in precedenza (vedere anche paragrafo 4.8).
Effusione coroidale, miopia acuta e glaucoma ad angolo chiuso secondario I farmaci sulfamidici o derivati da sulfamidici possono causare una reazione idiosincrasica che determina effusione coroidale con difetti del campo visivo, miopia transitoria e glaucoma acuto ad angolo chiuso.
I sintomi comprendono diminuzione dell’acuità visiva ad insorgenza acuta o dolore oculare, e in genere si manifestano entro ore fino a settimane dall’inizio della somministrazione del farmaco.
Il glaucoma acuto ad angolo chiuso non trattato può portare a perdita permanente della vista.
Il trattamento primario consiste nel sospendere la somministrazione del farmaco il prima possibile.
Se la pressione intraoculare rimane incontrollata può essere necessario considerare un rapido trattamento medico o chirurgico.
Un'anamnesi di allergia alle sulfonamidi o alle penicilline può considerarsi fattore di rischio per lo sviluppo del glaucoma ad angolo acuto.
Altro Si possono verificare reazioni di ipersensibilità nei pazienti in trattamento con tiazidici con o senza episodi di allergie o asma bronchiale in anamnesi.
La possibilità di esacerbazione o attivazione di un lupus eritematoso sistemico è stata segnalata con l’uso di tiazidici.
Eccipiente Questo medicinale contiene lattosio monoidrato.
I pazienti affetti da rari problemi ereditari di intolleranza al galattosio, da deficit totale di lattasi o da malassorbimento di glucosio-galattosio non devono assumere questo medicinale. Interazioni
- Losartan È stato segnalato che la rifampicina e il fluconazolo riducono i livelli del metabolita attivo.
Le conseguenze cliniche di queste interazioni non sono state valutate.
Come per altri medicinali che bloccano l’angiotensina II o i suoi effetti, l’uso concomitante di diuretici risparmiatori di potassio (es.
spironolattone, triamterene, amiloride), integratori di potassio, o sostituti del sale contenenti potassio possono portare ad incrementi del potassio sierico.
La co-somministrazione non è consigliabile.
Come con altri farmaci che influenzano l'escrezione di sodio, l'escrezione di litio può essere ridotta.
Pertanto, i livelli sierici di litio devono essere monitorati attentamente se i sali di litio devono essere co-somministrati con antagonisti del recettore dell'angiotensina II.
Quando gli antagonisti dell'angiotensina II vengono somministrati simultaneamente con FANS (come inibitori selettivi della COX-2, acido acetilsalicilico a dosaggi antinfiammatori) e FANS non selettivi, può verificarsi un'attenuazione dell'effetto antiipertensivo.
La somministrazione concomitante di antagonisti dell'angiotensina II o diuretici e FANS può portare ad un aumento del rischio di peggioramento della funzione renale, compresa una possibile insufficienza renale acuta, e ad un incremento dei livelli sierici di potassio, specialmente nei pazienti con disfunzione renale preesistente.
La somministrazione contemporanea deve essere effettuata con cautela, specialmente nelle persone anziane.
I pazienti devono essere adeguatamente idratati e si deve prendere in considerazione il monitoraggio della funzione renale dopo l'inizio della terapia concomitante, e tale monitoraggio deve poi essere effettuato periodicamente.
In alcuni pazienti con funzione renale compromessa che hanno iniziato un trattamento con un farmaco antiinfiammatorio non steroideo, inclusi gli inibitori selettivi della cicloossigenasi-2, la co-somministrazione di antagonisti del recettore dell’angiotensina II può risultare in un ulteriore peggioramento della funzione renale.
Questi effetti sono generalmente reversibili.
I dati degli studi clinici hanno dimostrato che il duplice blocco del sistema renina-angiotensina-aldosterone (RAAS) attraverso l'uso combinato di ACE-inibitori, antagonisti del recettore dell'angiotensina II o aliskiren, è associato ad una maggiore frequenza di eventi avversi quali ipotensione, iperpotassiemia e riduzione della funzionalità renale (inclusa l’insufficienza renale acuta) rispetto all'uso di un singolo agente attivo sul sistema RAAS (vedere paragrafi 4.3, 4.4 e 5.1).
Altre sostanze che inducono ipotensione come antidepressivi triciclici, antipsicotici, baclofene, amifostina: l’uso concomitante con questi farmaci che abbassano la pressione sanguigna, come effetto principale o come effetto collaterale, può aumentare il rischio di ipotensione.
Idroclorotiazide Quando assunti contemporaneamente, i seguenti farmaci possono interagire con i diuretici tiazidici: Alcol, barbiturici, narcotici o antidepressivi Può verificarsi un potenziamento dell’ipotensione ortostatica.
Farmaci antidiabetici (agenti orali ed insulina) Il trattamento con un tiazidico può influenzare la tolleranza al glucosio.
Potrebbe essere necessario adattare il dosaggio del farmaco antidiabetico.
La metformina deve essere usata con cautela a causa del rischio di acidosi lattica indotta dalla possibile insufficienza renale secondaria all’uso dell’idroclorotiazide.
Altri farmaci antiipertensivi Effetto additivo.
Resine di colestiramina e colestipolo In presenza di resine a scambio anionico l’assorbimento dell’idroclorotiazide potrebbe risultare compromesso.
Singole dosi delle resine colestiramina o colestipolo legano l’idroclorotiazide e riducono il suo assorbimento dal tratto gastrointestinale fino all’85% e al 43% rispettivamente.
Corticosteroidi, ACTH Deplezione elettrolitica intensificata, in particolare ipopotassiemia.
Amine pressorie (ad es.
noradrenalina) Si potrebbe verificare una diminuzione dell’effetto delle amine pressorie, ma non sufficiente da precluderne l’uso.
Miorilassanti non depolarizzanti (per es.
tubocurarina) Possibile potenziamento dell’effetto del miorilassante.
Litio I farmaci diuretici riducono la clearance renale del litio e aumentano l’alto rischio di tossicità del litio; non è raccomandato l’uso concomitante.
Medicinali usati per il trattamento della gotta (probenecid, sulfinpirazone e allopurinolo) Può essere necessario riaggiustare il dosaggio dei farmaci uricosurici, in quanto l’idroclorotiazide può aumentare i livelli sierici di acido urico.
Può essere necessario aumentare il dosaggio di probenecid o sulfinpirazone.
La somministrazione contemporanea con diuretici tiazidici può aumentare l’incidenza delle reazioni di ipersensibilità all’allopurinolo.
Farmaci anticolinergici (ad es.
atropina, biperiden) Aumento della biodisponibilità dei diuretici tiazidici con risultante diminuzione della motilità gastrointestinale e della velocità di svuotamento dello stomaco.
Farmaci citotossici (ad es.
ciclofosfamide, metotressato)I tiazidici possono ridurre l’escrezione renale dei farmaci citotossici e potenziare i loro effetti mielosoppressivi.
Salicilati In caso di somministrazione di salicilati ad alte dosi, l’idroclorotiazide potrebbe potenziare l’effetto tossico dei salicilati sul sistema nervoso centrale.
Metildopa Ci sono state segnalazioni isolate di anemia emolitica secondaria all’uso concomitante di idroclorotiazide e metildopa.
Ciclosporina Il trattamento concomitante con ciclosporina potrebbe determinare un aumento del rischio di iperuricemia e di complicazioni di tipo gottoso.
Glicosidi digitalici L’ipopotassiemia indotta dai tiazidici oppure l’ipomagnesiemia possono favorire l’insorgenza di aritmie cardiache indotte dalla digitale.
Farmaci influenzati da alterazioni del potassio sierico Si raccomanda il monitoraggio periodico del potassio sierico ed un ECG in caso di somministrazione contemporanea di losartan/idroclorotiazide e farmaci influenzati da disturbi del potassio sierico (per es.
glicosidi digitalici e antiaritmici) ed i seguenti farmaci che inducono torsioni di punta (tachicardia ventricolare) (compresi alcuni antiaritmici), in quanto l’ipopotassiemia è un fattore predisponente le torsioni di punta (tachicardia ventricolare): - Antiaritmici di classe Ia (per es.
chinidina, idrochinidina, disopiramide).
- Antiaritmici di classe III (per es.
amiodarone, sotalolo, dofetilide, ibutilide).
- Alcuni antipsicotici (per es.
tioridazina, clorpromazina, levomepromazina, trifluoperazina, ciamemazina, sulpiride, sultopride, amisulpride, tiapride, pimozide, aloperidolo, droperidolo).
- Altri (per es.
bepridil, cisapride, difemanile, eritromicina e.v., alofantrina, mizolastina, pentamidina, terfenadina, vincamina e.v.).
Sali di calcio I diuretici tiazidici possono aumentare i livelli sierici di calcio in seguito ad una diminuita escrezione.
Se devono essere prescritti integratori di calcio, i livelli sierici di calcio devono essere monitorati e la dose di calcio deve essere aggiustata di conseguenza.
Interazioni con i test di laboratorio A causa del loro effetto sul metabolismo del calcio i tiazidici possono interferire con i test per la funzione paratiroidea (vedere paragrafo 4.4).
Carbamazepina Rischio di iponatriemia sintomatica.
È richiesto un monitoraggio clinico e biologico.
Mezzi di contrasto iodati In caso di disidratazione indotta dai diuretici, c’è il rischio di un’aumentata insufficienza renale acuta, soprattutto con elevate dosi di un prodotto iodato.
I pazienti devono essere reidratati prima della somministrazione.
Medicinali associati a perdita di potassio e ipopotassiemia, ad es.
amfotericina B (parenterale), corticosteroidi, ACTH, lassativi stimolanti o glicirrizina (che si trova nella liquirizia) L’idroclorotiazide può intensificare lo squilibrio elettrolitico, in particolare l’ipopotassiemia. Effetti indesiderati
- Gli effetti indesiderati di seguito definiti sono classificati, dove appropriato, da una classificazione per sistemi e organi e da una frequenza usando la seguente convenzione: molto comune: ≥1/10 comune: ≥1/100, <1/10 non comune: ≥1/1.000, <1/100 raro ≥1/10.000, <1/1.000 molto raro <1/10.000 non nota: la frequenza non può essere definita sulla base dei dati disponibili.
Nell'ambito di studi clinici con losartan sale potassico e idroclorotiazide, non sono stati osservati peculiari effetti indesiderati per questa combinazione di sostanze.
Gli effetti indesiderati sono stati limitati a quelli precedentemente osservati con losartan sale potassico e/o idroclorotiazide.
In studi clinici controllati per l’ipertensione essenziale, i capogiri sono stati gli unici effetti indesiderati segnalati come sostanza-correlata che si sono verificati con un’incidenza maggiore al placebo nell’1% o più dei pazienti trattati con losartan e idroclorotiazide.
Oltre a questi effetti, ci sono ulteriori effetti indesiderati segnalati dopo la commercializzazione del medicinale: Patologie epatobiliari Raro: epatite Esami diagnostici Raro: iperpotassiemia, aumento di ALT Gli effetti indesiderati che sono stati osservati con uno dei singoli componenti e che possono essere effetti indesiderati con losartan/idroclorotiazide sono i seguenti: Losartan I seguenti effetti indesiderati sono stati segnalati per losartan negli studi clinici e nell’esperienza post-marketing: Patologie del sistema emolinfopoietico Non comune: anemia, porpora Henoch-Schonlein, ecchimosi, emolisiNon nota: trombocitopenia Disturbi del sistema immunitario Raro: ipersensibilità: reazioni anafilattiche, angioedema incluso gonfiore alla laringe e alla glottide che causa ostruzione delle vie aeree e/o gonfiore di faccia, labbra, faringe e/o lingua; in alcuni di questi pazienti è stato segnalato in passato angioedema in relazione alla somministrazione di altri medicinali, inclusi gli ACE inibitori Disturbi del metabolismo e della nutrizione Non comune: anoressia, gotta Disturbi psichiatrici Comune: insonnia Non comune: ansia, disturbi d’ansia, disturbi da panico, confusione, depressione, sogni anomali, disturbi del sonno, sonnolenza, difficoltà di memoria Patologie del sistema nervoso Comune: cefalea, capogiri Non comune: nervosismo, parestesia, neuropatia periferica, tremori, emicrania, sincope Non nota: disgeusia Patologie dell’occhio Non comune: visione offuscata, bruciore/sensazione di puntura nell’occhio, congiuntivite, riduzione dell’acutezza visiva Patologie dell’orecchio e del labirinto Non comune: vertigini, tinnito Patologie cardiache Non comune: ipotensione, ipotensione ortostatica, sternalgia, angina pectoris, blocco AV di grado II, evento cerebrovascolare, infarto miocardico, palpitazioni, aritmie (fibrillazione atriale, bradicardia sinusale, tachicardia, tachicardia ventricolare, fibrillazione ventricolare) Patologie vascolari Non comune: vasculite Non nota: effetti ortostatici correlati alla dose Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche Comune: tosse, infezione delle vie respiratorie superiori, congestione nasale, sinusite, disturbi del seno Non comune: disagio alla faringe, faringite, laringite, dispnea, bronchite, epistassi, rinite, congestione respiratoria Patologie gastrointestinali Comune: dolore addominale, nausea, diarrea, dispepsia Non comune: stipsi, mal di denti, bocca secca, flatulenza, gastrite, vomito, stitichezza ostinata Non nota: pancreatite Patologie epatobiliari Non nota: anomalie della funzionalità epatica Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo Non comune: alopecia, dermatite, pelle secca, eritema, vampate, fotosensibilità, prurito, eruzione cutanea, orticaria, sudorazione.
Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo Comune: crampi muscolari, mal di schiena, dolori alle gambe, mialgia Non comune: dolori alle braccia, gonfiore alle giunture, dolori alle ginocchia, dolori muscoloscheletrici, dolori alle spalle, rigidità, artralgia, artrite, coxalgia, fibromialgia, debolezza muscolare Non nota: rabdomiolisi Patologie renali e urinarie Comune: compromissione renale, insufficienza renale Non comune: nicturia, frequenza urinaria, infezione del tratto urinario Patologie dell’apparato riproduttivo e della mammella Non comune: diminuzione della libido, disfunzione erettile/impotenza Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione Comune: astenia, affaticamento, dolore al petto Non comune: edema facciale, edema, febbre Non nota: sintomi simil-influenzali, malessere Esami diagnostici Comune: iperpotassiemia, lieve riduzione dell’ematocrito e dell’emoglobina, ipoglicemia Non comune: lieve aumento dell’urea e dei livelli della creatinina sierica Molto raro: aumento dei livelli degli enzimi epatici e della bilirubina Non nota: iponatriemia Idroclorotiazide Tumori benigni, maligni e non specificati (cisti e polipi compresi) Non nota: cancro cutaneo non melanoma (carcinoma basocellulare e carcinoma a cellule squamose) Patologie del sistema emolinfopoietico Non comune: agranulocitosi, anemia aplastica, anemia emolitica, leucopenia, porpora, trombocitopenia Disturbi del sistema immunitario Raro: reazione anafilattica Disturbi del metabolismo e della nutrizione Non comune: anoressia, iperglicemia, iperuricemia, ipopotassiemia, iponatriemia Disturbi psichiatrici Non comune: insonnia Patologie del sistema nervoso Comune: cefalalgia Patologie dell’occhio Non comune: transitoria visione offuscata, xantopsia Non nota: effusione coroidale, glaucoma acuto ad angolo chiuso Patologie vascolari Non comune: angioite necrotizzante (vasculite, vasculite cutanea) Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche Non comune: distress respiratorio inclusi polmonite ed edema polmonare Patologie gastrointestinali Non comune: scialoadenite, spasmi, irritazione gastrica, nausea, vomito, diarrea, stipsi Patologie epatobiliari Non comune: ittero (colestatico intraepatico), pancreatite Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo Non comune: fotosensibilità, orticaria, necrolisi epidermica tossica Non nota: lupus eritematoso cutaneo Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo Non comune: crampi muscolari Patologie renali e urinarie Non comune: glicosuria, nefrite interstiziale, disfunzione renale, insufficienza renale Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione Non comune: febbre, capogiri Descrizione di reazioni avverse selezionate Cancro cutaneo non melanoma: sulla base dei dati disponibili provenienti da studi epidemiologici, è stata osservata un’associazione tra HCTZ e NMSC, correlata alla dose cumulativa assunta (vedere anche i paragrafi 4.4.
e 5.1).
Segnalazione delle reazioni avverse sospette La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale.
Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione all’indirizzo https://www.aifa.gov.it/content/segnalazioni-reazioni-avverse. Gravidanza e allattamento
- Gravidanza Antagonisti del Recettore dell’Angiotensina II (AIIRA): L’uso degli AIIRA non è raccomandato durante il primo trimestre di gravidanza (vedere paragrafo 4.4).
L'uso degli AIIRA è controindicato durante il secondo e terzo trimestre di gravidanza (vedere paragrafi 4.3 e 4.4).
Le evidenze epidemiologiche relative al rischio teratogeno in seguito all’esposizione ad ACE-inibitori durante il primo trimestre di gravidanza non sono risolutive; non è tuttavia possibile escludere un piccolo aumento del rischio.
Non sono disponibili dati epidemiologici controllati sul rischio connesso agli inibitori dei recettori dell’Angiotensina II (AIIRA), tuttavia la possibilità che esistano rischi simili per questa classe di farmaci non può essere esclusa.
A meno che la continuazione della terapia con AIIRA non sia considerata essenziale, le pazienti che pianificano una gravidanza devono passare a trattamenti antiipertensivi alternativi, che abbiano un comprovato profilo di sicurezza per l’uso in gravidanza.
Quando la gravidanza viene accertata il trattamento con gli antagonisti dei recettori dell’angiotensina II deve essere immediatamente interrotto e, se necessario, deve essere iniziata una terapia alternativa.
È noto che un’esposizione a terapia con antagonisti dei recettori dell’angiotensina II durante il secondo e terzo trimestre induce fetotossicità (diminuzione della funzionalità renale, oligoidramnios, ritardo nell’ossificazione del cranio) e tossicità neonatale (insufficienza renale, ipotensione, iperpotassiemia) (vedere paragrafo 5.3).Nel caso in cui si sia verificata una esposizione agli antagonisti recettoriali dell’angiotensina II a partire dal 2° trimestre di gravidanza si raccomanda un controllo ecografico della funzionalità renale e del cranio.
I neonati le cui madri hanno assunto antagonisti dei recettori dell’Angiotensina II devono essere attentamente monitorati per ipotensione (vedere paragrafi 4.3 e 4.4).
Idroclorotiazide: Vi è una limitata esperienza con l’idroclorotiazide durante la gravidanza, soprattutto durante il primo trimestre.
Gli studi sugli animali sono insufficienti.
L’idroclorotiazide oltrepassa la barriera placentare.
In base al meccanismo d'azione farmacologico dell’idroclorotiazide il suo utilizzo durante il secondo e il terzo trimestre può compromettere la perfusione feto-placentare e può causare effetti fetali e neonatali come ittero, disturbi dell’equilibrio elettrolitico e trombocitopenia.
L’idroclorotiazide non deve essere usata per trattare l’edema gestazionale, l’ipertensione gestazionale o la preeclampsia a causa del rischio di diminuzione del volume plasmatico e ipoperfusione placentare, senza un effetto positivo sul decorso della patologia.
L’idroclorotiazide non deve essere usata per trattare l’ipertensione essenziale in donne in gravidanza, ad eccezione di rare situazioni in cui non può essere utilizzato un altro trattamento.
Allattamento Antagonisti del Recettore dell’Angiotensina II (AIIRA): Poiché non sono disponibili dati riguardanti l’uso di losartan/idroclorotiazide durante l’allattamento, losartan/idroclorotiazide non è raccomandato e sono da preferire trattamenti alternativi con comprovato profilo di sicurezza per l’uso durante l’allattamento, specialmente in caso di allattamento di neonati o prematuri.
Idroclorotiazide: Idroclorotiazide è escreto nel latte materno in piccole quantità.
I tiazidi, causando intensa diuresi ad alte dosi, possono inibire la produzione di latte.
L’uso di losartan/idroclorotiazide durante l’allattamento non è raccomandato.
Se losartan/idroclorotiazide viene usato durante l’allattamento, le dosi devono essere mantenute ai livelli più bassi possibili. Conservazione
- Non conservare a temperatura superiore a 30°C.
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