LOBIVON 28CPR 5MG
7,17 €
Prezzo indicativo
Data ultimo aggiornamento: 30/09/2021
Ipertensione Trattamento dell’ipertensione essenziale. Scompenso cardiaco cronico Trattamento dello scompenso cardiaco cronico stabile di grado lieve e moderato in aggiunta alle terapie standard nei pazienti anziani di età ≥ 70 anni.
Ogni compressa di Lobivon contiene 5 mg di nebivololo (come nebivololo cloridrato): 2,5 mg di SRRR–nebivololo (o d–nebivololo) e 2,5 mg di RSSS–nebivololo (o l–nebivololo). Eccipienti con effetti noti: ogni compressa contiene 141.75 mg di lattosio monoidrato (vedere paragrafo 4.4 e 6.1). Per l’elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1.
Controindicazioni
- – Ipersensibilità al principio attivo o ad uno qualsiasi degli eccipienti elencati al paragrafo 6.1 – Insufficienza epatica o compromissione della funzionalità epatica – Scompenso cardiaco acuto, shock cardiogenico o episodi di riacutizzazione dello scompenso cardiaco che richiedono terapia inotropa per via endovenosa.
Inoltre, come per gli altri beta bloccanti, Lobivon è controindicato in caso di: – malattia del nodo del seno, compreso il blocco seno–atriale – blocco cardiaco di secondo e terzo grado (senza pacemaker) – storia di broncospasmo e asma bronchiale – feocromocitoma non trattato – acidosi metabolica – bradicardia (frequenza cardiaca < 60 bpm prima dell’inizio del trattamento) – ipotensione (pressione arteriosa sistolica < 90 mmHg)– gravi disturbi circolatori periferici Posologia
- Posologia Ipertensione Adulti La dose è di 1 compressa (5 mg) al giorno, preferibilmente sempre alla stessa ora.
L’effetto antiipertensivo è evidente dopo 1–2 settimane di trattamento.
Occasionalmente l’effetto ottimale viene raggiunto solo dopo 4 settimane di trattamento.
Associazione con altri farmaci antiipertensivi I beta bloccanti possono essere usati da soli o in associazione ad altri farmaci antiipertensivi.
Ad oggi è stato osservato un effetto antiipertensivo aggiuntivo solo associando Lobivon 5 mg con idroclorotiazide 12,5–25 mg.
Pazienti con insufficienza renale In pazienti con insufficienza renale la dose iniziale consigliata è di 2,5 mg al giorno.
Se necessario la dose giornaliera può essere aumentata a 5 mg.
Pazienti con insufficienza epatica I dati sull’impiego del nebivololo in pazienti con insufficienza epatica o compromissione della funzionalità epatica sono limitati.
Pertanto la somministrazione di Lobivon in questi pazienti è controindicata.
Persone anziane Nei pazienti con età maggiore di 65 anni, la dose iniziale raccomandata è di 2,5 mg al giorno.
Se necessario, la dose giornaliera può essere aumentata a 5 mg.
Tuttavia i dati riguardanti l’impiego di nebivololo in pazienti di età superiore a 75 anni sono limitati.
Pertanto la somministrazione di nebivololo deve essere effettuata con cautela ed i pazienti devono essere attentamente monitorati.
Popolazione pediatrica La sicurezza e l’efficacia di Lobivon nei bambini e negli adolescenti di età inferiore ai 18 anni non sono state stabilite.
Non sono disponibili dati.
Pertanto non è raccomandato l’impiego nei bambini e negli adolescenti.
Scompenso cardiaco cronico Il trattamento dello scompenso cardiaco cronico stabile deve iniziare con un graduale aumento del dosaggio fino al raggiungimento della dose di mantenimento ottimale per il singolo paziente.
I pazienti devono presentare uno scompenso cardiaco cronico stabile senza riacutizzazioni nelle sei settimane precedenti.
È raccomandato che il medico curante abbia esperienza nel trattamento dello scompenso cardiaco cronico.
Nei pazienti in trattamento con farmaci cardiovascolari, inclusi diuretici e/o digossina e/o ACE inibitori e/o antagonisti dell’angiotensina II, il dosaggio di questi farmaci deve essere stabilizzato durante le due settimane precedenti, prima di iniziare il trattamento con Lobivon.
L’iniziale aumento del dosaggio deve essere effettuato ad intervalli di 1–2 settimane in base alla tollerabilità del paziente, come di seguito indicato: 1,25 mg di nebivololo, da aumentare a 2,5 mg una volta al giorno, poi a 5 mg una volta al giorno e successivamente a 10 mg una volta al giorno.
La dose massima raccomandata è di 10 mg di nebivololo una volta al giorno.
L’inizio della terapia e ogni incremento di dose devono avvenire sotto la supervisione di un medico esperto per un periodo di almeno due ore per accertarsi che le condizioni cliniche (con particolare riguardo a pressione arteriosa, frequenza cardiaca, disturbi di conduzione, segni di peggioramento dello scompenso cardiaco) rimangano stabili.
La dose massima raccomandata potrebbe non essere raggiunta da tutti i pazienti a causa della comparsa di effetti avversi.
Se necessario, il dosaggio raggiunto può essere anche diminuito gradualmente e reintrodotto in modo appropriato.
Durante la fase di titolazione, in caso di peggioramento dello scompenso cardiaco o di intolleranza, si raccomanda per prima cosa di ridurre la dose di nebivololo o di sospenderlo immediatamente se necessario (in caso di grave ipotensione, peggioramento dello scompenso cardiaco con edema polmonare acuto, shock cardiogenico, bradicardia sintomatica o blocco atrioventricolare).
Il trattamento dello scompenso cardiaco cronico stabile con nebivololo è generalmente un trattamento a lungo termine.
Il trattamento con nebivololo non deve essere interrotto bruscamente in quanto ciò potrebbe portare ad un temporaneo peggioramento dello scompenso cardiaco.
Qualora sia necessaria un’interruzione, il dosaggio deve essere gradualmente ridotto, dimezzando la dose settimanalmente.
Pazienti con insufficienza renale Non è necessario alcun aggiustamento posologico nell’insufficienza renale da lieve a moderata, dato che la titolazione fino alla massima dose tollerata viene aggiustata individualmente.
Non c’è esperienza su pazienti con grave insufficienza renale (creatinina sierica ≥ 250 mcmol/L).
Pertanto, la somministrazione di nebivololo in questi pazienti non è raccomandata.
Pazienti con insufficienza epatica I dati relativi all’impiego di nebivololo in pazienti con insufficienza epatica sono limitati.
Pertanto, la somministrazione di Lobivon in questi pazienti è controindicata.
Persone anziane Non è necessario alcun aggiustamento posologico, dato che la titolazione fino alla massima dose tollerata viene aggiustata individualmente.
Popolazione pediatrica La sicurezza e l’efficacia di Lobivon nei bambini e negli adolescenti di età inferiore ai 18 anni non sono state stabilite.
Pertanto non è raccomandato l’impiego nei bambini e negli adolescenti.
Non sono disponibili dati.
Modo di somministrazione Uso orale.
Le compresse possono essere assunte durante i pasti. Avvertenze e precauzioni
- Vedere anche paragrafo 4.8 "Effetti indesiderati".
Le seguenti avvertenze e precauzioni d’impiego riflettono quelle generalmente riferibili ai farmaci antagonisti beta adrenergici.
Anestesia Il mantenimento del blocco dei recettori beta riduce il rischio di aritmie durante l’induzione e l’intubazione.
Qualora, in previsione di un intervento chirurgico si decida di interrompere il blocco dei recettori beta, la terapia con antagonisti beta adrenergici deve essere interrotta almeno 24 ore prima.
Va usata particolare attenzione nell’uso di certi farmaci anestetici che causano depressione del miocardio.
Il paziente può essere protetto contro le reazioni vagali con somministrazione endovenosa di atropina.
Sistema Cardiovascolare In generale gli antagonisti beta adrenergici non devono essere usati in pazienti con insufficienza cardiaca congestizia non trattata a meno che le loro condizioni non siano state stabilizzate.In pazienti con cardiopatia ischemica il trattamento con gli antagonisti beta adrenergici deve essere interrotto gradualmente, cioè in 1–2 settimane.
Se necessario, allo stesso tempo deve essere instaurata una terapia sostitutiva per prevenire un’esacerbazione dell’angina pectoris.
Gli antagonisti beta adrenergici possono indurre bradicardia: se la frequenza cardiaca scende al di sotto dei 50–55 bpm a riposo e/o il paziente manifesta sintomi riconducibili alla bradicardia, il dosaggio deve essere ridotto.
Gli antagonisti beta adrenergici devono essere usati con precauzione in: – pazienti con patologie circolatorie periferiche (sindrome o malattia di Raynaud, claudicatio intermittens), poiché potrebbe verificarsi un peggioramento di questi disturbi; – pazienti con blocco cardiaco di primo grado a causa dell’effetto negativo dei beta bloccanti sul tempo di conduzione; – pazienti con angina di Prinzmetal a causa della vasocostrizione coronarica dovuta alla non contrastata stimolazione alfa adrenergica: gli antagonisti beta adrenergici possono aumentare il numero e la durata degli attacchi di angina.
– La somministrazione di nebivololo associata a calcioantagonisti del tipo verapamil e diltiazem, a farmaci antiaritmici di Classe I e ad antiipertensivi ad azione centrale non è generalmente raccomandata, per i dettagli vedere paragrafo 4.5.
Metabolismo e sistema endocrino Lobivon, nei pazienti diabetici, non interferisce con la glicemia.
Tuttavia va usato con attenzione nei pazienti diabetici in quanto il nebivololo può mascherare alcuni sintomi di ipoglicemia (tachicardia, palpitazioni).
I farmaci antagonisti beta adrenergici possono mascherare i sintomi di tachicardia nell’ipertiroidismo.
La brusca sospensione del trattamento può intensificare questi sintomi.
Apparato respiratorio Nei pazienti affetti da disturbi polmonari cronici ostruttivi gli antagonisti beta adrenergici devono essere usati con cautela in quanto la costrizione delle vie respiratorie può essere aggravata.
Altri In pazienti con storia di psoriasi gli antagonisti beta adrenergici devono essere somministrati solo dopo attenta valutazione.
Gli antagonisti beta adrenergici possono aumentare la sensibilità verso gli allergeni e la gravità delle reazioni anafilattiche.
L’inizio del trattamento dello scompenso cardiaco cronico con il nebivololo richiede un regolare monitoraggio.
Per la posologia ed il modo di somministrazione, vedere paragrafo 4.2.
Il trattamento non deve essere interrotto bruscamente a meno che ciò non sia esplicitamente indicato.
Per ulteriori informazioni, vedere paragrafo 4.2.
Questo medicinale contiene lattosio.
I pazienti affetti da rari problemi ereditari di intolleranza al galattosio, da deficit di Lapp lattasi o da malassorbimento di glucosio–galattosio, non devono assumere questo medicinale. Interazioni
- Interazioni farmacodinamiche : Le seguenti interazioni riflettono quelle che generalmente vengono descritte per gli antagonisti beta adrenergici.
Associazioni non raccomandate : Antiaritmici di Classe I (chinidina, idrochinidina, cibenzolina, flecainide, disopiramide, lidocaina, mexiletina, propafenone): l’effetto sul tempo di conduzione atrio–ventricolare può essere potenziato e può essere incrementato l’effetto inotropo negativo (vedere paragrafo 4.4.).Calcioantagonisti tipo verapamil/diltiazem: effetto negativo sulla contrattilità e sulla conduzione atrio–ventricolare.
La somministrazione endovenosa di verapamil in pazienti in trattamento con beta bloccanti può portare a profonda ipotensione e blocco atrio–ventricolare (vedere paragrafo 4.4.).
Antiipertensivi ad azione centrale (clonidina, guanfacina, moxonidina, metildopa, rilmenidina): l’uso concomitante di antiipertensivi ad azione centrale può aggravare lo scompenso cardiaco mediante diminuzione del tono simpatico centrale (riduzione della frequenza cardiaca e della portata cardiaca, vasodilatazione) (vedere paragrafo 4.4).
L’improvvisa sospensione, in particolare se prima dell’interruzione del beta bloccante, può aumentare il rischio di "ipertensione arteriosa da rebound".
Associazioni da usare con cautela Antiaritmici di Classe III (amiodarone): può potenziare l’effetto sul tempo di conduzione atrio–ventricolare. Anestetici–volatili alogenati: l’uso concomitante di antagonisti beta adrenergici ed anestetici può attenuare la tachicardia riflessa ed aumentare il rischio di ipotensione (vedere paragrafo 4.4).
In linea generale, evitare l’improvvisa interruzione del trattamento con beta bloccanti.
L’anestesista deve essere informato sull’assunzione di Lobivon da parte del paziente.Insulina e farmaci antidiabetici orali: nonostante il nebivololo non abbia influenza sulla glicemia, l’uso concomitante può mascherare certi sintomi di ipoglicemia (palpitazioni, tachicardia). Baclofene (un agente antispastico), amifostina (in aggiunta agli antineoplastici): l’uso concomitante con antipertensivi può aumentare la caduta della pressione sanguigna, pertanto il dosaggio del farmaco antipertensivo deve essere aggiustato di conseguenza.
Associazioni da tenere in considerazione Glicosidi della digitale: l’uso concomitante può aumentare il tempo di conduzione atrio–ventricolare.
Studi clinici con nebivololo non hanno fornito alcuna evidenza clinica di interazione.
Il nebivololo non ha effetto sulla cinetica della digossina.
Calcioantagonisti di tipo diidropiridinico (amlodipina, felodipina, lacidipina, nifedipina, nicardipina, nimodipina, nitrendipina): l’uso concomitante può aumentare il rischio di ipotensione e, nei pazienti con scompenso cardiaco, non può essere escluso un aumento del rischio di ulteriore deterioramento della funzione di pompa ventricolare.Antipsicotici, antidepressivi (triciclici, barbiturici e fenotiazine): l’uso concomitante può potenziare l’effetto ipotensivo dei beta bloccanti (effetto additivo).
Farmaci antiinfiammatori non steroidei (FANS): nessuna interferenza sull’effetto ipotensivo del nebivololo.
Farmaci simpaticomimetici: l’uso concomitante può contrastare l’effetto degli antagonisti beta adrenergici.
I farmaci beta adrenergici possono portare ad una non contrastata attività alfa adrenergica dei farmaci simpaticomimetici con effetti sia alfa che beta adrenergici (rischio di ipertensione, grave bradicardia e arresto cardiaco).
Interazioni farmacocinetiche : Poiché nel metabolismo del nebivololo è implicato l’isoenzima CYP2D6, la somministrazione concomitante di sostanze che inibiscono questo enzima, in particolare paroxetina, fluoxetina, tioridazina e chinidina, può portare ad un aumento dei livelli plasmatici di nebivololo, associato all’aumento del rischio di eccessiva bradicardia ed eventi avversi.
La concomitante somministrazione di cimetidina ha aumentato i livelli plasmatici di nebivololo senza modificare l’effetto clinico.
La concomitante somministrazione di ranitidina non ha influenzato la farmacocinetica del nebivololo.
Se Lobivon viene assunto durante i pasti ed i farmaci antiacidi vengono assunti fra un pasto e l’altro, i due trattamenti possono essere prescritti contemporaneamente.
L’associazione di nebivololo con nicardipina ha aumentato debolmente i livelli plasmatici di entrambi i farmaci senza modificare l’effetto clinico.
L’assunzione concomitante di alcool, furosemide o idroclorotiazide non ha avuto effetto sulla farmacocinetica di nebivololo.
Il nebivololo non ha effetto sulla farmacocinetica e la farmacodinamica di warfarin. Effetti indesiderati
- Gli eventi avversi sono elencati separatamente per l’ipertensione e per lo scompenso cardiaco cronico a causa delle differenze fra le patologie.
Ipertensione Nella tabella sottostante, raggruppate per classificazione sistemica organica ed elencate in ordine di frequenza, sono riportate le reazioni avverse che sono, nella maggior parte dei casi, di intensità lieve o moderata.
Inoltre, con alcuni antagonisti beta adrenergici, sono state riportate le seguenti reazioni avverse: allucinazioni, psicosi, confusione, estremità fredde/cianotiche, fenomeno di Raynaud, secchezza agli occhi e tossicità oculo–muco–cutanea practololo simile.CLASSIFICAZIONE SISTEMICA ORGANICA Comune (≥1/100 a <1/10) Non comune (≥1/1.000 a ≤ 1/100) Molto raro (≤ 1/10.000) Non nota Disturbi del sistema immunitario Edema angioneurotico, ipersensibilità Disturbi psichiatrici Incubi; depressione Patologie del sistema nervoso Cefalea, vertigini, parestesia Sincope Patologie dell’occhio Compromissione della capacità visiva Patologie cardiache Bradicardia, scompenso cardiaco, rallentata conduzione AV/blocco AV Patologie vascolari Ipotensione, (aumento della) claudicatio intermittens Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche Dispnea Broncospasmo Patologie gastrointestinali Stipsi, nausea, diarrea Dispepsia, flatulenza, vomito Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo Prurito, rash eritematoso Aggravamento della psoriasi Orticaria Patologie dell’ apparato riproduttivo e della mammella Impotenza Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione Stanchezza, edema
Scompenso cardiaco cronico I dati sulle reazioni avverse in pazienti affetti da scompenso cardiaco cronico derivano da uno studio clinico controllato contro placebo condotto su 1067 pazienti trattati con nebivololo e 1061 pazienti trattati con placebo.
In questo studio un totale di 449 pazienti trattati con nebivololo (42,1%) rispetto a 334 pazienti del gruppo placebo (31,5%), ha riportato reazioni avverse almeno possibilmente correlate al farmaco.
Le reazioni avverse riportate più comunemente nei pazienti trattati con nebivololo sono state bradicardia e vertigini, manifestatesi entrambe in circa l’11% dei pazienti.
La frequenza corrispondente nei pazienti trattati con placebo è stata rispettivamente di circa il 2% e 7%.
Le reazioni avverse (almeno possibilmente correlate al farmaco) considerate specificamente rilevanti nel trattamento dello scompenso cardiaco cronico sono state riportate con le seguenti incidenze: – Aggravamento dell’insufficienza cardiaca nel 5,8% dei pazienti trattati con nebivololo rispetto al 5,2% dei pazienti trattati con placebo.
– Ipotensione posturale è stata riportata nel 2,1% dei pazienti trattati con nebivololo rispetto all’1,0% dei pazienti trattati con placebo.
– Intolleranza al farmaco si è manifestata nell’1,6% dei pazienti trattati con nebivololo rispetto allo 0,8% dei pazienti trattati con placebo.
– Blocco atrio–ventricolare di primo grado si è manifestato nell’1,4% dei pazienti trattati con nebivololo rispetto allo 0,9% dei pazienti trattati con placebo.
– Edema agli arti inferiori è stato riportato dall’1,0% dei pazienti trattati con nebivololo rispetto allo 0,2% dei pazienti trattati con placebo.
Segnalazione delle reazioni avverse sospette La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale.
Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione all’indirizzo www.agenziafarmaco.gov.it/it/responsabili. Gravidanza e allattamento
- Gravidanza Il nebivololo ha effetti farmacologici che possono risultare dannosi sulla gravidanza e/o sul feto/neonato.
In generale i beta bloccanti riducono la perfusione placentare e ciò è stato associato a ritardo nella crescita, morte intrauterina, aborto o parto prematuro.
Nel feto e nel neonato si possono manifestare effetti avversi (per esempio ipoglicemia e bradicardia).
Se si ritiene necessario il trattamento con i beta bloccanti, è preferibile utilizzare bloccanti beta1 selettivi.
Il nebivololo non deve essere usato in gravidanza se non in caso di assoluta necessità.
Se si ritiene necessario il trattamento con nebivololo, si devono monitorare il flusso sanguigno uteroplacentale e la crescita fetale.
Nel caso di effetti dannosi sulla gravidanza o sul feto si deve prendere in considerazione un trattamento alternativo.
I neonati devono essere attentamente monitorati.
I sintomi di ipoglicemia e di bradicardia sono generalmente attesi nei primi 3 giorni.
Allattamento Studi sugli animali hanno dimostrato che il nebivololo è escreto nel latte materno.
Non è noto se questo farmaco venga escreto nel latte materno umano.
La maggior parte dei beta bloccanti, in particolare i composti lipofili come il nebivololo e i suoi metaboliti attivi, passano nel latte materno anche se in maniera variabile.
Pertanto l’allattamento al seno non è raccomandato durante la somministrazione di nebivololo. Conservazione
- Questo medicinale non richiede alcuna condizione particolare per la conservazione.
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Segnalazione degli effetti indesiderati
Se dovesse manifestarsi un qualsiasi effetto indesiderato, compresi quelli non elencati in questo foglio, è doveroso rivolgersi al proprio medico, ad uno specialista e/o al farmacista. La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Gli effetti indesiderati possono essere segnalati direttamente tramite il sistema nazionale di segnalazione all'indirizzo www.agenziafarmaco.it/it/responsabili. Segnalando gli effetti indesiderati si può contribuire a fornire maggiori informazioni sulla sicurezza di questo medicinale.