LISINOPRIL SANDOZ 14CPR 5MG
2,10 €
Prezzo indicativo
Data ultimo aggiornamento: 21/04/2011
Ipertensione arteriosa. Trattamento dell’ipertensione arteriosa. Insufficienza cardiaca. Trattamento dell’insufficienza cardiaca sintomatica. Infarto miocardico acuto. Trattamento di breve periodo (6 settimane) di pazienti emodinamicamente stabili entro 24 ore da infarto miocardico acuto. Complicanze renali del diabete mellito. Trattamento della malattia renale in pazienti ipertesi con diabete mellito di Tipo 2 e nefropatia incipiente (vedere paragrafo 5.1).
Ogni compressa contiene 5 mg di lisinopril (come lisinopril diidrato). Eccipiente(i) con effetti noti. Ogni compressa contiene 0.13 mg di sodio (come Croscarmellosa sodica). Ogni compressa contiene 10 mg di lisinopril (come lisinopril diidrato). Eccipiente(i) con effetti noti. Ogni compressa contiene 0.13 mg di sodio (come Croscarmellosa sodica). Ogni compressa contiene 20 mg di lisinopril (come lisinopril diidrato). Eccipiente(i) con effetti noti. Ogni compressa contiene 0.13 mg di sodio (come Croscarmellosa sodica). Per l’elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1.
Controindicazioni
- - Ipersensibilità a lisinopril, ad uno qualsiasi degli eccipienti elencati al paragrafo 6.1 o a qualsiasi altro inibitore dell’enzima convertitore dell’angiotensina (ACE).
- Storia di angioedema associato a precedente terapia con ACE-inibitori.
- Angioedema idiopatico ereditario.
- Secondo o terzo trimestre di gravidanza (vedere paragrafi 4.4 e 4.6).
- L'uso concomitante di Lisinopril Sandoz con medicinali contenenti aliskiren è controindicato nei pazienti affetti da diabete mellito o compromissione renale (velocità di filtrazione glomerulare GFR <60 ml/min/1.73 m²) (vedere paragrafi 4.5 e 5.1).
- Uso concomitante con terapia a base di sacubitril/valsartan.
Lisinopril Sandoz non deve essere iniziato prima che siano trascorse almeno 36 ore dall’ultima dose di sacubitril/valsartan (vedere anche paragrafi 4.4 e 4.5). Posologia
- Lisinopril Sandoz deve essere assunto per via orale in un’unica dose giornaliera.
Come per tutti gli altri medicinali da assumere una volta al giorno, il lisinopril va preso ogni giorno approssimativamente alla stessa ora.
L’assorbimento di lisinopril non è influenzato dal cibo.
La dose deve essere personalizzata in base al profilo del paziente ed alla risposta della pressione sanguigna (vedere paragrafo 4.4).
Ipertensione arteriosa. Lisinopril Sandoz può essere utilizzato in monoterapia, o in combinazione con altre classi di farmaci utilizzate nella terapia antiipertensiva (vedere paragrafi 4.3, 4.4, 4.5 e 5.1).
Dose iniziale. Nei pazienti affetti da ipertensione arteriosa, la dose iniziale solitamente raccomandata è pari a 10 mg.
I pazienti con un sistema renina-angiotensina-aldosterone fortemente attivato (in particolare, ipertensione nefrovascolare, deplezione di sodio e/o del volume, scompenso cardiaco, o ipertensione grave) possono manifestare un’eccessiva caduta della pressione sanguigna dopo l’assunzione della prima dose.
In tali casi, pertanto, si raccomanda una dose iniziale pari a 2.5-5 mg e l’inizio della terapia deve avvenire sotto sorveglianza medica.
In presenza di alterazione della funzione renale, si richiede una dose iniziale inferiore (vedere la Tabella 1 in basso).
Dose di mantenimento.
La dose abituale di mantenimento efficace è pari a 20 mg somministrati in una singola dose giornaliera.
In generale, se l’effetto terapeutico desiderato non viene raggiunto in un periodo compreso tra le 2 e le 4 settimane ad un certo livello di dosaggio, la dose può essere ulteriormente incrementata.
La dose massima usata nel corso di sperimentazioni cliniche controllate, a lungo termine è stata di 80 mg/die.
Pazienti in trattamento con diuretici. All’inizio della terapia con lisinopril può verificarsi ipotensione sintomatica.
Ciò è più probabile che accada nel caso di pazienti che assumano contemporaneamente diuretici.
Pertanto, occorre prestare cautela, in quanto tali pazienti possono manifestare deplezione di sali e/o del volume.
Se possibile, il diuretico va sospeso 2 o 3 giorni prima di iniziare la terapia con lisinopril.
Nei pazienti ipertesi che non possano interrompere la terapia con diuretici, il trattamento con lisinopril va iniziato ad un dosaggio di 5 mg.
Occorre monitorare la funzionalità renale ed il potassio sierico.
Le dosi successive di lisinopril devono essere adattate in base alla risposta della pressione sanguigna.
Se necessario, la terapia a base di diuretici può essere ripresa (vedere paragrafo 4.4 e paragrafo 4.5).
Aggiustamento della dose nella compromissione renale.
La dose nei pazienti con compromissione renale deve basarsi sulla clearance della creatinina, come indicato nella tabella 1 riportata di seguito.
Tabella 1: Aggiustamento della dose nella compromissione renale
* La dose e/o la frequenza di somministrazione devono essere regolate in base alla risposta della pressione sanguigna.Clearance della creatinina (ml/min) Dose iniziale (mg/giorno) Meno di 10 ml/min (inclusi pazienti in dialisi) 2.5 mg* 10-30 ml/min 2.5-5 mg 31-80 ml/min 5-10 mg
La dose può essere titolata verso l’alto fino al controllo della pressione sanguigna o fino a un massimo di 40 mg al giorno.
Uso nei pazienti pediatrici ipertesi di età compresa tra 6 e 16 anni. La dose iniziale raccomandata è di 2,5 mg una volta al giorno in pazienti da 20 a <50 kg e 5 mg una volta al giorno in pazienti ≥ 50 kg.
Il dosaggio deve essere adattato individualmente fino ad un massimo di 20 mg al giorno in pazienti di peso da 20 a <50 kg e 40 mg in pazienti ≥ 50 kg.
Dosi superiori a 0,61 mg/kg (o superiori a 40 mg) non sono state studiate nei pazienti pediatrici (vedere paragrafo 5.1).
Nei bambini con ridotta funzione renale, si devono considerare una dose iniziale più bassa o un maggiore intervallo tra le dosi.
Insufficienza cardiaca. Nei pazienti affetti da insufficienza cardiaca sintomatica, il lisinopril va utilizzato quale terapia aggiuntiva a diuretici e, quando appropriato, a digitale o beta-bloccanti.
Lisinopril Sandoz può essere assunto a una dose iniziale di 2,5 mg una volta al giorno, somministrata sotto sorveglianza medica per determinare l’effetto iniziale sulla pressione sanguigna.
La dose di lisinopril deve essere aumentata: • ad incrementi non superiori a 10 mg; • ad intervalli non inferiori a 2 settimane; • al più elevato dosaggio tollerato dai pazienti, fino ad un massimo di 35 mg una volta die.
Gli aggiustamenti del dosaggio dipendono dalla risposta clinica individuale dei pazienti.
I pazienti ad alto rischio di ipotensione sintomatica, come quelli sodio depleti con o senza iponatriemia, quelli ipovolemici o che abbiano seguito una forte terapia con diuretici, devono correggere queste condizioni, se possibile, prima di iniziare il trattamento con lisinopril.
Occorre monitorare la funzionalità renale ed il potassio sierico (vedere paragrafo 4.4).
Infarto miocardico acuto. I pazienti devono ricevere, se indicati, i trattamenti standard raccomandati, come trombolitici, acido acetilsalicilico e beta-bloccanti.
In associazione con il lisinopril può essere utilizzato gliceril trinitato per via endovenosa o transdermica.
Dose iniziale (primi 3 giorni dopo l’infarto). Il trattamento con lisinopril può cominciare entro 24 ore dall’inizio dei sintomi.
Esso non va iniziato se la pressione sanguigna sistolica è inferiore ai 100 mm Hg.
La prima dose di lisinopril è pari a 5 mg somministrati oralmente, seguiti da 5 mg dopo 24 ore, 10 mg dopo 48 ore ed infine 10 mg una volta al giorno.
I pazienti la cui pressione sistolica risulti bassa (120 mm Hg o inferiore), all’inizio del trattamento o durante i primi 3 giorni dall’infarto, devono assumere una dose inferiore - (2.5 mg in forma orale) (vedere paragrafo 4.4).
In caso di danno renale (clearance della creatinina <80 ml/min), il dosaggio iniziale di lisinopril va aggiustato sulla base della clearance della creatinina del paziente (vedere la Tabella 1).
Dose di mantenimento.
La dose di mantenimento risulta pari a 10 mg una volta die.
Se si manifesta ipotensione (pressione sanguigna sistolica inferiore o uguale a 100 mm Hg) può essere somministrata una dose di mantenimento giornaliera pari a 5 mg, con temporanee riduzioni a 2.5 mg, se necessario.
In caso di prolungata ipotensione (pressione sanguigna sistolica inferiore a 90 mm Hg per più di 1 ora), il lisinopril deve essere sospeso.
La terapia si deve protrarre per 6 settimane, quindi il paziente va rivalutato.
I pazienti che sviluppino sintomi di insufficienza cardiaca, devono continuare l’assunzione di lisinopril (vedere paragrafo 4.2) Complicanze renali del diabete mellito. Nei pazienti ipertesi affetti da diabete mellito di tipo 2 e da nefropatia incipiente la dose è pari a 10 mg di lisinopril una volta al giorno, che può essere incrementata fino a 20 mg una volta al giorno, se necessario, fino a raggiungere una pressione sanguigna diastolica in posizione seduta inferiore ai 90 mm Hg.
In caso di danno renale (clearance della creatinina <80 ml/min), il dosaggio iniziale di lisinopril va aggiustato in base alla clearance della creatinina del paziente (vedere la Tabella 1).Popolazioni speciali. Popolazione pediatrica.
Vi è esperienza limitata sull’efficacia e sulla sicurezza nei bambini ipertesi di età > 6 anni, ma nessuna esperienza in altre indicazioni (vedere paragrafo 5.1).
Lisinopril non è raccomandato nei bambini per indicazioni diverse dall'ipertensione.
Lisinopril non è raccomandato nei bambini di età inferiore a 6 anni, o in bambini con grave danno renale (GFR <30 ml/min/1.73 m²) (vedere paragrafo 5.2).
Uso nei pazienti anziani. Negli studi clinici, non si sono evidenziate modifiche legate all’età nel profilo di efficacia e sicurezza del prodotto medicinale.
Tuttavia, quando l’età avanzata risulti associata ad una diminuzione della funzione renale, occorre seguire le linee guida delineate nella Tabella 1 per determinare il dosaggio iniziale di lisinopril.
Successivamente, il dosaggio va aggiustato in base alla risposta della pressione sanguigna.
Uso nei pazienti con trapianto renale. Non sono disponibili esperienze circa la somministrazione di lisinopril nei pazienti che abbiano recentemente subito un trapianto renale.
Pertanto, il trattamento con lisinopril non è raccomandato. Avvertenze e precauzioni
- Ipotensione sintomatica. Nei pazienti affetti da ipertensione non complicata raramente è stata osservata ipotensione sintomatica.
Tra i pazienti ipertesi che stiano assumendo lisinopril, l’ipotensione è più probabile in quelli che abbiano manifestato deplezione del volume, come quella conseguente a terapia con diuretici, a restrizione dietetica di sodio, a dialisi, a diarrea o vomito, o che presentino grave ipertensione renino-dipendente (vedere paragrafo 4.5 e paragrafo 4.8).
Nei pazienti con insufficienza cardiaca, associata o meno ad insufficienza renale, è stata osservata ipotensione sintomatica.
Ciò si verifica con maggiore probabilità nei pazienti affetti da insufficienza cardiaca di grado più elevato, confermata dall’utilizzo di alte dosi di diuretici dell’ansa e dalla presenza di iponatremia o di alterazione della funzione renale.
Nei pazienti con aumentato rischio di ipotensione sintomatica, l’inizio della terapia e gli aggiustamenti nel dosaggio devono essere strettamente monitorati.
Simili considerazioni valgono per i pazienti con cardiopatia o cerebropatia ischemica, nei quali un’eccessiva caduta nella pressione sanguigna può provocare infarto miocardico o accidente cerebrovascolare.
Se si verifica ipotensione, il paziente va posto in clinostatismo e, se necessario, infuso con soluzione di cloruro di sodio 9 mg/ml (0,9%) per via endovenosa.
Una temporanea risposta ipotensiva non rappresenta una controindicazione per ulteriori dosi che, solitamente, possono essere date senza difficoltà una volta che la pressione sanguigna sia aumentata dopo espansione del volume.
In alcuni pazienti con insufficienza cardiaca la cui pressione sanguigna risulti normale o bassa, con lisinopril può verificarsi un’ulteriore riduzione della pressione sanguigna sistemica.
L’effetto è previsto e di solito non rappresenta motivo per interrompere il trattamento.
Se l’ipotensione diventa sintomatica, può rendersi necessaria una riduzione della dose o l’interruzione di lisinopril.
Ipotensione nell’Infarto miocardico Acuto. Il trattamento con lisinopril non deve essere iniziato in pazienti con infarto miocardico acuto a rischio di ulteriore grave deterioramento emodinamico in seguito a terapia con un vasodilatatore.
Si tratta di quei pazienti la cui pressione sanguigna sistolica risulti pari a 100 mm Hg o più bassa e di quelli con shock cardiogeno.
Durante i primi 3 giorni successivi all’infarto, occorre ridurre la dose nei casi in cui la pressione sanguigna sistolica sia pari a 120 mm Hg o più bassa.
Le dosi di mantenimento devono essere ridotte a 5 mg o, temporaneamente, a 2,5 mg se la pressione sanguigna sistolica risulta pari a 100 mm Hg o più bassa.
In caso di ipotensione persistente (pressione sanguigna sistolica inferiore ai 90 mm Hg per più di 1 ora), il lisinopril va sospeso.
Stenosi aortica e della valvola mitrale/cardiomiopatia ipertrofica. Come nel caso di altri ACE-inibitori, lisinopril deve essere prescritto con cautela ai pazienti affetti da stenosi della valvola mitrale ed ostruzione nel tratto di deflusso del ventricolo sinistro, come stenosi aortica o cardiomiopatia ipertrofica.
Alterazione della funzione renale. In caso di danno renale (clearance della creatinina <80 ml/min), il dosaggio iniziale di lisinopril va aggiustato in base alla clearance della creatinina del paziente (vedere la Tabella 1 nel paragrafo 4.2) e, quindi, in funzione della risposta del paziente al trattamento.
In questi casi, nella normale prassi medica, si richiede un monitoraggio di routine del potassio e della creatinina.
Nei pazienti con insufficienza cardiaca, l’ipotensione conseguente l’inizio della terapia con ACE-inibitori può comportare ulteriore alterazione della funzione renale.
In questi casi, è stata segnalata insufficienza renale acuta, generalmente reversibile.
In alcuni pazienti con stenosi bilaterale dell’arteria renale o con stenosi dell’arteria in monorene, trattati con inibitori dell’enzima convertitore dell’angiotensina, sono stati osservati un incremento dell’urea ematica e della creatinina sierica, solitamente reversibili una volta interrotta la terapia.
Ciò è soprattutto probabile nei pazienti con insufficienza renale.
Se è presente anche ipertensione nefrovascolare, esiste un rischio potenziato di grave ipotensione ed insufficienza renale.
In questi pazienti, il trattamento va iniziato sotto stretto controllo medico a basse dosi e con attenta titolazione della dose.
Dal momento che la terapia con diuretici può contribuire a creare tali condizioni, essi devono essere sospesi e la funzione renale deve essere monitorata durante le prime settimane di terapia con lisinopril.
Alcuni pazienti ipertesi senza evidenza di malattia nefrovascolare preesistente hanno sviluppato incrementi dell’urea ematica e della creatinina sierica, solitamente di carattere minore e transitorio, soprattutto nei casi in cui lisinopril sia stato assunto in associazione ad un diuretico.
È più probabile che ciò accada nei pazienti con alterazioni renali preesistenti.
Possono rendersi necessari una riduzione nel dosaggio e/o la sospensione del diuretico e/o del lisinopril.In caso di infarto miocardico acuto, il trattamento con lisinopril non deve essere somministrato a pazienti con segni di disfunzione renale, resa manifesta da una concentrazione di creatinina sierica superiore a 177 micromol/l e/o da proteinuria superiore ai 500 mg/24 h.
Se in corso di trattamento con lisinopril dovesse svilupparsi disfunzione renale (concentrazioni di creatinina sierica superiori a 265 micromol/l o raddoppiate rispetto ai valori precedenti il trattamento), il medico deve considerare la possibilità di sospendere lisinopril.
Ipersensibilità/angioedema. In pazienti trattati con inibitori dell’enzima convertitore dell’angiotensina, incluso lisinopril è stato riportato, raramente, angioedema del viso, delle estremità, delle labbra, della lingua, della glottide e/o della laringe.
Ciò può verificarsi in qualsiasi momento durante la terapia.
In tali casi, prima di dimettere i pazienti, la terapia con lisinopril va prontamente interrotta e vanno istituiti un adeguato trattamento e un attento monitoraggio per assicurare la completa remissione dei sintomi.
Analogamente, anche nei casi in cui ci sia solo gonfiore della lingua, senza presenza di sofferenza respiratoria, i pazienti possono necessitare di prolungata osservazione, dal momento che il trattamento con antistaminici e corticosteroidi può non risultare sufficiente.
Molto raramente, sono stati segnalati esiti fatali dovuti ad angioedema associato ad edema laringeo o edema della lingua.
I pazienti con coinvolgimento di lingua, glottide o laringe, manifesteranno probabilmente ostruzione delle vie aeree, soprattutto quelli con storia di intervento chirurgico alle vie aeree.
In tali casi va somministrata prontamente una terapia di emergenza.
Ciò può includere la somministrazione di adrenalina e/o il mantenimento della pervietà delle vie aeree.
Il paziente va tenuto sotto stretta sorveglianza medica, fino alla completa e stabile scomparsa dei sintomi.
Gli inibitori dell’enzima convertitore dell’angiotensina causano una maggiore percentuale di angioedema nei pazienti di razza nera rispetto ai pazienti di razza non nera.
I pazienti con storia di angioedema non collegato a terapia con un ACE inibitore possono essere a rischio aumentato di angioedema durante assunzione di un ACE inibitore (vedere paragrafo 4.3) L’uso concomitante di ACE-inibitori e sacubitril/valsartan è controindicato in considerazione dell’aumento del rischio di angioedema.
Il trattamento con sacubitril/valsartan non deve essere iniziato prima che siano trascorse almeno 36 ore dall’ultima dose di Lisinopril Sandoz.
Il trattamento con Lisinopril Sandoz non deve essere iniziato prima che siano trascorse almeno 36 ore dall’ultima dose di sacubitril/valsartan (vedere paragrafi 4.3 e 4.5).
L’uso concomitante di ACE-inibitori e racecadotril, inibitori di mTOR (come sirolimus, everolimus, temsirolimus) e vildagliptin può determinare un aumento del rischio di angioedema (rigonfiamento delle vie aeree o della lingua, associato o meno a difficoltà respiratorie) (vedere paragrafo 4.5).
Occorre cautela nell’iniziare la terapia con racecadotril, inibitori di mTOR (come sirolimus, everolimus, temsirolimus) e vildagliptin in un paziente che sta già assumendo un ACE-inibitore.
Reazioni anafilattoidi nei pazienti in emodialisi. Reazioni anafilattoidi sono state segnalate in pazienti in dialisi con membrane ad alto flusso (come AN 69), trattati contemporaneamente con un ACE inibitore.
Nel caso di questi pazienti, va presa in considerazione la possibilità di utilizzare membrane dialitiche di diverso tipo o agenti antiipertensivi appartenenti a una classe differente.
Reazioni anafilattoidi durante aferesi delle lipoproteine a bassa densità (LDL). Raramente, i pazienti che hanno assunto ACE-inibitori durante aferesi delle lipoproteine a bassa densità (LDL) con destrano solfato, hanno manifestato reazioni anafilattoidi con pericolo per la vita.
Tali reazioni sono state evitate sospendendo temporaneamente la terapia a base di ACE-inibitori prima di ogni aferesi.
Desensibilizzazione. I pazienti che ricevono ACE-inibitori in corso di trattamento di desensibilizzazione (come con veleno di hymenoptera) hanno reazioni anafilattoidi persistenti.
Nei medesimi pazienti, tali reazioni sono state evitate sospendendo temporaneamente gli ACE-inibitori, ma sono comparse nuovamente in caso di involontaria riassunzione del prodotto.
Insufficienza epatica. Molto raramente, gli ACE-inibitori sono stati associati ad una sindrome che ha inizio con ittero colestatico e progredisce fino a necrosi fulminante ed (alcune volte) alla morte.
Il meccanismo di questa sindrome non è chiaro.
I pazienti in trattamento con lisinopril che sviluppino ittero o un marcato aumento degli enzimi epatici devono interrompere lisinopril e ricevere un appropriato follow-up medico.
Neutropenia/agranulocitosi. Neutropenia/agranulocitosi, trombocitopenia ed anemia sono state segnalate in pazienti che abbiano assunto ACE-inibitori.
Nei pazienti con funzione renale normale e senza altri fattori di complicazione, la neutropenia si verifica raramente.
La neutropenia e l’agranulocitosi una volta interrotto l’ACE-inibitore, sono reversibili.
Lisinopril va utilizzato con estrema cautela nei pazienti con vasculopatie da collagenopatia, in terapia con immunodepressori, in trattamento con allopurinolo o procainamide, o nei casi di combinazione di questi fattori di complicazione, soprattutto se era già presente un’alterazione della funzionalità renale.
Alcuni di questi pazienti hanno sviluppato gravi infezioni, che in pochi casi non hanno risposto a terapia antibiotica intensiva.
Se il lisinopril viene utilizzato da questi pazienti, si consiglia un periodico monitoraggio della conta leucocitaria ed i pazienti vanno informati della necessità di riferire qualsiasi sintomo di infezione.
Duplice blocco del sistema renina-angiotensina-aldosterone (RAAS). Esiste l’evidenza che l'uso concomitante di ACE-inibitori, antagonisti del recettore dell'angiotensina II o aliskiren aumenti il rischio di ipotensione, iperkaliemia e riduzione della funzionalità renale (inclusa l’insufficienza renale acuta).
Pertanto non è raccomandato il duplice blocco del RAAS attraverso l'uso combinato di ACE-inibitori, antagonisti del recettore dell'angiotensina II o aliskiren (vedere paragrafi 4.5 e 5.1).
Se la terapia con duplice blocco è considerata assolutamente necessaria, questa deve avvenire solo sotto la supervisione di uno specialista e deve essere soggetta a un attento e frequente monitoraggio della funzionalità renale, degli elettroliti e della pressione sanguigna.
Gli ACE-inibitori e gli antagonisti del recettore dell'angiotensina II non devono essere usati contemporaneamente in pazienti con nefropatia diabetica.
Razza. Gli inibitori dell’enzima convertitore dell’angiotensina provocano una percentuale più elevata di angioedema nei pazienti di razza nera, rispetto a quelli di altre razze.
Come nel caso di altri ACE-inibitori, il lisinopril può risultare meno efficace nell’abbassamento della pressione sanguigna tra i pazienti di razza nera, rispetto a quelli di razza non nera, probabilmente a causa di una più elevata prevalenza di situazioni di bassa renina nei pazienti ipertesi di razza nera.
Tosse. In seguito all’utilizzo di ACE-inibitori, è stata segnalata tosse.
Quest’ultima è caratteristicamente non produttiva, persistente e si risolve con l’interruzione della terapia.
La tosse indotta dagli ACE-inibitori deve essere presa in considerazione nella diagnosi differenziale di tosse.Intervento chirurgico/anestesia. Nei pazienti sottoposti ad interventi di alta chirurgia o durante anestesia con agenti che provocano ipotensione, il lisinopril può bloccare la formazione di angiotensina II secondaria al rilascio compensatorio di renina.
Se si verifica ipotensione e si ritiene che essa sia dovuta a tale meccanismo, essa può essere corretta attraverso espansione della volemia.
Iperpotassiemia. Gli ACE-inibitori possono provocare iperkaliemia poiché inibiscono il rilascio di aldosterone.
Tale effetto non è solitamente significativo nei pazienti con una funzione renale nella norma.
Tuttavia nei pazienti con una funzione renale compromessa, diabete mellito, e/o nei pazienti che assumono integratori di potassio (inclusi sostituti del sale), diuretici risparmiatori di potassio (ad es.
spironolattone, triamterene o amiloride) o altri medicinali associati ad un incremento nel potassio sierico (come eparina, trimetoprim o cotrimossazolo noto anche come trimetoprim/sulfametossazolo, e soprattutto antagonisti dell’aldosterone o bloccanti del recettore dell’angiotensina), si può verificare iperkaliemia.
Se l’utilizzo contemporaneo degli agenti sopra menzionati sia ritenuto adeguato, si raccomanda il regolare monitoraggio del potassio sierico.
I diuretici risparmiatori di potassio e i bloccanti del recettore dell’angiotensina devono essere usati con cautela nei pazienti in terapia con ACE-inibitori e si devono contestualmente monitorare il potassio sierico e la funzione renale (vedere paragrafo 4.5).
Pazienti diabetici. Nei pazienti diabetici trattati con agenti antidiabetici orali o con insulina, occorre effettuare uno stretto monitoraggio del controllo glicemico durante il primo mese di trattamento con un ACE inibitore (vedere paragrafo 4.5.) Litio. L’associazione tra litio e lisinopril generalmente non è raccomandata (vedere paragrafo 4.5).
Gravidanza. Gli ACE-inibitori non devono essere usati durante la gravidanza.
A meno che la terapia con ACE-inibitori non sia considerata essenziale, le pazienti che hanno programmato una gravidanza devono passare a trattamenti anti-ipertensivi alternativi che abbiano un profilo di sicurezza comprovato nell’uso in gravidanza.
Quando viene accertata una gravidanza, il trattamento con ACE-inibitori deve essere immediatamente interrotto, e se necessario deve essere iniziata una terapia alternativa (vedere paragrafi 4.3 e 4.6).
Sodio.
Questo medicinale contiene meno di 1mmol di sodio (23 mg) per compressa, cioè essenzialmente ‘senza sodio’. Interazioni
- Agenti antipertensivi.
Quando lisinopril è dato in associazione con altri agenti antipertensivi (ad es.
nitroglicerina e altri nitrati, o altri vasodilatatori), si può verificare un effetto ipotensivo additivo.
Duplice blocco del sistema renina-angiotensina-aldosterone (RAAS) con ACE-inibitori, antagonisti del recettore dell’angiotensina II o aliskiren.
I dati degli studi clinici hanno dimostrato che il duplice blocco del sistema renina-angiotensina-aldosterone (RAAS) attraverso l'uso combinato di ACE-inibitori, antagonisti del recettore dell'angiotensina II o aliskiren, è associato ad una maggiore frequenza di eventi avversi quali ipotensione, iperkaliemia e riduzione della funzionalità renale (inclusa l’insufficienza renale acuta) rispetto all'uso di un singolo agente attivo sul sistema RAAS (vedere paragrafi 4.3, 4.4 e 5.1).
Medicinali che aumentano il rischio di angioedema. L’uso concomitante di ACE-inibitori e sacubitril/valsartan è controindicato poiché aumenta il rischio di angioedema (vedere paragrafi 4.3 e 4.4).
L’uso concomitante di ACE-inibitori e inibitori dell’endopeptidasi neutra (NEP) (ad es.
racecadotril), inibitori del bersaglio della rapamicina nei mammiferi (TOR) (ad es.
sirolimus, everolimus, temsirolimus), vildagliptin o attivatori tissutali del plasminogeno possono aumentare il rischio di angioedema (vedere paragrafo 4.4).
Diuretici. Nei casi in cui un diuretico sia aggiunto alla terapia con lisinopril, solitamente si verifica un effetto antipertensivo aggiuntivo.
I pazienti già in terapia con diuretici e, soprattutto, quelli che abbiano recentemente iniziato una terapia a base di diuretici, una volta aggiunto lisinopril, possono occasionalmente manifestare una eccessiva caduta della pressione sanguigna.
La possibilità di ipotensione sintomatica con lisinopril può essere ridotta al minimo sospendendo il diuretico prima di iniziare il trattamento con lisinopril (vedere paragrafo 4.4 e paragrafo 4.2).
Se il lisinopril viene somministrato in associazione a un diuretico che induce perdite di potassio, può migliorare l’ipokaliemia diuretico indotta.
Diuretici risparmatori di potassio, integratori di potassio o sostituti salini contenenti potassio e altri medicinali che possono aumentare i livelli di potassio sierico. Anche se il potassio sierico solitamente rimane nei limiti della norma, in alcuni pazienti trattati con lisinopril si può sviluppare iperpotassiemia.
I diuretici risparmiatori di potassio (come spironolattone, triamterene o amiloride), gli integratori di potassio o i sostituti salini contenenti potassio, soprattutto in pazienti la cui funzionalità renale sia alterata, possono comportare significativi incrementi di potassio sierico.
Occorre esercitare la debita cautela anche nel somministrare lisinopril in concomitanza con altri agenti che aumentano il potassio sierico, come trimetoprim e cotrimoxazolo (trimetoprim/sulfametoxazolo), in quanto è noto che trimetoprim agisce da diuretico risparmiatore del potassio come l’amiloride.
L’associazione di lisinopril con i farmaci sopra citati non è pertanto raccomandata.
Se è indicato l’uso concomitante, occorre esercitare la debita cautela e monitorare frequentemente il potassio sierico (vedere paragrafo 4.4).
Ciclosporina.
Durante l’uso concomitante di ACE-inibitori e ciclosporina si può manifestare iperkaliemia.
Si raccomanda il monitoraggio del potassio sierico.
Eparina.
Durante l’uso concomitante di ACE-inibitori ed eparina si può manifestare iperkaliemia.
Si raccomanda il monitoraggio del potassio sierico.
Litio. In caso di assunzione contemporanea di litio e di ACE-inibitori, è stato segnalato un incremento reversibile nelle concentrazioni sieriche di litio, oltre a tossicità.
L’utilizzo contemporaneo di diuretici tiazidici può incrementare il rischio di tossicità da litio e può potenziare la già incrementata tossicità da litio derivante dall’assunzione di ACE-inibitori.
L’utilizzo di lisinopril con il litio non è raccomandato, tuttavia se la combinazione si rende necessaria, va effettuato un attento monitoraggio dei livelli sierici di litio (vedere paragrafo 4.4).
Farmaci antiinfiammatori non-steroidei (FANS), incluso acido acetilsalicilico ≥ 3g/die. Quando gli ACE-inibitori sono somministrati simultaneamente a farmaci antinfiammatori non steroidei (per es.
acido acetilsalicilico ai regimi di dosaggio antinfiammatori, inibitori delle COX-2 e FANS non selettivi), si può verificare un’attenuazione dell’effetto antipertensivo.
L’uso concomitante di ACE-inibitori e FANS può portare un aumentato rischio di deterioramento della funzionalità renale, inclusa possibile insufficienza renale acuta, e un aumento del potassio sierico, specialmente nei pazienti con scarsa funzionalità renale pre-esistente.
Questi effetti sono generalmente reversibili.
La combinazione deve essere somministrata con cautela, specialmente negli anziani.
I pazienti devono essere adeguatamente idratati e deve essere tenuto in considerazione un monitoraggio della funzionalità renale dopo l’inizio della terapia concomitante, ed in seguito periodicamente.
Oro. Reazioni nitritoidi (sintomi di vasodilatazione compresi vampate, nausea, capogiri e ipotensione, che può essere molto grave) a seguito di oro iniettabile (per esempio, aurotiomalato di sodio) sono state riportate più frequentemente in pazienti sottoposti a terapia con ACE-inibitori.
Antidepressivi triciclici/antipsicotici/anestetici. L’utilizzo concomitante di alcuni farmaci anestetici, di antidepressivi triciclici e di antipsicotici con ACE-inibitori può determinare un’ulteriore riduzione della pressione sanguigna (vedere paragrafo 4.4).
Simpaticomimetici. I simpaticomimetici possono ridurre gli effetti antiipertensivi degli ACE-inibitori.
Antidiabetici. Gli studi epidemiologici suggeriscono che la somministrazione contemporanea di ACE-inibitori e prodotti medicinali antidiabetici (insulina, agenti ipoglicemizzanti orali) può potenziare l’effetto di riduzione della glicemia, con conseguente rischio di ipoglicemia.
Tale fenomeno appare più probabile durante le prime settimane di terapia combinata e nei pazienti con alterazione della funzione renale.
Acido acetilsalicilico, trombolitici, beta-bloccanti, nitrati. Lisinopril può essere utilizzato in associazione ad acido acetilsalicilico (alle dosi cardiologiche), tromboliti, betabloccanti e/o nitrati. Effetti indesiderati
- In corso di trattamento con lisinopril e con altri ACE-inibitori, sono stati osservati e riportati i seguenti effetti indesiderati, con la seguente frequenza: Molto comune (≥1/10), comune (≥1/100, <1/10), non comune (≥1/1000, <1/100), raro (≥1/10.000, <1/1000) molto raro (<1/10.000), non nota (la frequenza non può essere definita sulla base dei dati disponibili) Patologie del sistema emolinfopoietico. Raro: riduzione dell’emoglobina e dell’ematocrito; Molto raro: depressione del midollo osseo, anemia, trombocitopenia, leucopenia, neutropenia, agranulocitosi (vedere paragrafo 4.4), anemia emolitica, linfadenopatia, autoimmunopatia.
Disturbi del sistema immunitario. Non nota: reazione anafilattica/anafilattoide.
Patologie endocrine. Raro: sindrome di secrezione inappropriata di ormone antidiuretico (SIADH).
Disturbi del metabolismo e della nutrizione. Molto raro: ipoglicemia.
Patologie del sistema nervoso e disturbi psichiatrici. Comune: capogiri, cefalea; Non comune: alterazioni dell’umore, parestesie, vertigini, disturbi del gusto, turbe del sonno, allucinazioni; Raro: confusione mentale, disturbi olfattivi; Non nota: sintomi depressivi, sincope.
Patologie cardiache e vascolari. Comune: effetti ortostatici (inclusa ipotensione); Non comune: infarto miocardico o accidente cerebrovascolare, possibilmente conseguente ad eccessiva ipotensione nei pazienti ad alto rischio (vedere paragrafo 4.4), palpitazioni, tachicardia, fenomeno di Raynaud.
Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche. Comune: tosse; Non comune: rinite; Molto raro: broncospasmo, sinusite, alveolite allergica/polmonite eosinofila.
Patologie gastrointestinali. Comune: diarrea, vomito; Non comune: nausea, dolore addominale ed indigestione; Raro: secchezza delle fauci; Molto raro: pancreatite, angioedema intestinale, epatite sia epatocellulare che colestatica, ittero ed insufficienza epatica (vedere paragrafo 4.4).
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo. Non comune: eruzione cutanea, prurito; Raro: orticaria, alopecia, psoriasi, ipersensibilità/edema angioneurotico: edema angioneurotico del volto, delle estremità, delle labbra, della lingua, della glottide, e/o della laringe (vedere paragrafo 4.4); Molto raro: sudorazione, pemfigo, necrolisi epidermica tossica, sindrome di Stevens-Johnson, eritema multiforme, pseudolinfoma cutaneo.
È stata riportata una sintomatologia complessa che può includere uno o più dei seguenti sintomi: febbre, vasculite, mialgia, artralgia/artrite, una positività degli anticorpi antinucleari (ANA), aumento della velocità di sedimentazione degli eritrociti (VES), eosinofilia e leucocitosi, eruzione cutanea, fotosensibilità ed altre manifestazioni dermatologiche.
Patologie renali e urinarie. Comune: disfunzione renale; Raro: uremia, insufficienza renale acuta; Molto raro: oliguria/anuria.
Patologie dell’apparato riproduttivo e della mammella. Non comune: impotenza; Raro: ginecomastia.
Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione. Non comune: affaticamento, astenia.
Esami diagnostici. Non comune: incremento dell’urea ematica, incremento della creatinina sierica, aumento degli enzimi epatici, iperpotassiemia; Raro: incremento della bilirubina sierica, iponatremia.
I dati sulla sicurezza provenienti da studi clinici suggeriscono che il lisinopril è generalmente ben tollerato in pazienti pediatrici ipertesi, e che il profilo di sicurezza in questa fascia di età è paragonabile a quello osservato negli adulti.
Segnalazione delle reazioni avverse sospette. La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale.
Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema di segnalazione all’indirizzo https://www.aifa.gov.it/content/segnalazioni-reazioni-avverse. Gravidanza e allattamento
- Gravidanza. L’uso di ACE-inibitori non è raccomandato durante il primo trimestre di gravidanza (vedere paragrafo 4.4).
L’uso di ACE-inibitori è controindicato durante il secondo e terzo trimestre di gravidanza (vedere paragrafi 4.3 e 4.4). Evidenze epidemiologiche riguardanti il rischio di teratogenicità conseguenti all’esposizione a ACE-inibitori durante il primo trimestre di gravidanza non sono state conclusive; comunque un lieve aumento nel rischio non può essere escluso.
A meno che la continuazione della terapia con ACE-inibitori non sia considerata essenziale, pazienti che hanno programmato una gravidanza devono passare a trattamenti anti-ipertensivi alternativi che hanno un profilo di sicurezza comprovato nell’utilizzo in gravidanza.
Quando viene accertata una gravidanza, il trattamento con ACE-inibitori deve essere immediatamente interrotto, e se necessario deve essere iniziata una terapia alternativa.
È noto che l’esposizione ad una terapia con ACE-inibitori durante il secondo e il terzo trimestre induce fetotossicità (ridotta funzione renale, oligoidramnios, ritardo nell’ossificazione del cranio) e tossicità neonatale (insufficienza renale, ipotensione, iperpotassiemia).
(Vedere paragrafo 5.3).
Nel caso in cui l’esposizione ad ACE-inibitori avvenisse dal secondo trimestre di gravidanza, si raccomanda un controllo ecografico della funzione renale e del cranio.
I lattanti le cui madri hanno assunto ACE-inibitori devono essere strettamente monitorati per ipotensione (Vedere paragrafi 4.3 e 4.4) Allattamento. Poichè non sono disponibili informazioni sull'uso di lisinopril durante l'allattamento, Lisinopril Sandoz non è raccomandato e sono preferibili trattamenti alternativi con profili di sicurezza meglio stabiliti durante l'allattamento, specialmente durante l'allattamento di un neonato o di un neonato prematuro. Conservazione
- Questo medicinale non richiede alcuna condizione particolare di conservazione.
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Segnalazione degli effetti indesiderati
Se dovesse manifestarsi un qualsiasi effetto indesiderato, compresi quelli non elencati in questo foglio, è doveroso rivolgersi al proprio medico, ad uno specialista e/o al farmacista. La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Gli effetti indesiderati possono essere segnalati direttamente tramite il sistema nazionale di segnalazione all'indirizzo www.agenziafarmaco.it/it/responsabili. Segnalando gli effetti indesiderati si può contribuire a fornire maggiori informazioni sulla sicurezza di questo medicinale.