KOLESTER 30CPR 10MG
4,35 €
Prezzo indicativo
Data ultimo aggiornamento: 02/12/2012
Ipercolesterolemia KOLESTER è indicato in aggiunta alla dieta per ridurre i livelli elevati di colesterolo totale, (C- totale) colesterolo LDL (C-LDL), apolipoproteina B, e trigliceridi in adulti, adolescenti e bambini di età uguale o superiore ai 10 anni affetti da ipercolesterolemia primaria, inclusa ipercolesterolemia familiare (variante eterozigote) o iperlipidemia combinata (mista) (corrispondente ai Tipi IIa e IIb della classificazione di Fredrickson) quando la risposta alla dieta e ad altre misure non farmacologiche è inadeguata. KOLESTER è anche indicato per ridurre il colesterolo totale in adulti ed il colesterolo LDL in pazienti con ipercolesterolemia familiare omozigote in aggiunta ad altri trattamenti ipolipemizzanti (ad esempio, LDL aferesi) o se tali trattamenti non sono disponibili. Prevenzione della malattia cardiovascolare Prevenzione degli eventi cardiovascolari in pazienti adulti ad alto rischio per un primo evento cardiovascolare (vedere paragrafo 5.1), in aggiunta alla correzione di altri fattori di rischio.
Ogni compressa rivestita con film contiene 10 mg, 20 mg o 40 mg di atorvastatina come atorvastatina calcio. Eccipienti: Per l’elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1.
Controindicazioni
- KOLESTER è controindicato nei seguenti casi: - Ipersensibilità al principio attivo o ad uno qualsiasi degli eccipienti del medicinale elencati nel paragrafo 6.1 - Malattia epatica in fase attiva o con inspiegabili persistenti aumenti delle transaminasi, oltre 3 volte il limite normale superiore - Gravidanza, allattamento e nelle donne in età fertile che non usano appropriate misure contraccettive (vedere paragrafo 4.6) - Nei pazienti trattati con antivirali antiepatite C glecaprevir/pibrentasvir.
Posologia
- Posologia Il paziente deve essere posto a dieta standard ipolipidica prima di ricevere KOLESTER e deve continuare la dieta durante il trattamento con KOLESTER.
La posologia deve essere personalizzata tenendo conto dei livelli basali di colesterolo LDL, dell'obiettivo della terapia e della risposta del paziente.
La dose iniziale abituale è 10 mg una volta al giorno.
Aggiustamenti della posologia devono essere fatti ad intervalli di 4 settimane o più.
La dose massima è 80 mg una volta al giorno.
Ipercolesterolemia primaria e iperlipemia combinata (mista) La maggioranza dei pazienti sono stati controllati con KOLESTER 10 mg una volta al giorno.
Entro due settimane si evidenzia una risposta terapeutica e la massima risposta terapeutica si ottiene di solito entro 4 settimane.
Nel corso di terapia cronica la risposta viene mantenuta.
Ipercolesterolemia familiare eterozigote I pazienti devono iniziare con KOLESTER 10 mg al giorno.
La posologia deve essere personalizzata e aggiustata ogni 4 settimane fino a 40 mg al giorno.
Successivamente, la dose può essere aumentata fino a un massimo di 80 mg al giorno oppure può essere somministrato un sequestrante degli acidi biliari insieme a 40 mg di atorvastatina una volta al giorno.
Ipercolesterolemia familiare omozigote Sono disponibili solo dati limitati (vedere paragrafo 5.1).
La dose di atorvastatina in pazienti con ipercolesterolemia familiare omozigote è compresa tra 10 e 80 mg/die (vedere paragrafo 5.1).
In questi pazienti l’atorvastatina deve essere impiegata in aggiunta ad altri trattamenti ipolipemizzanti (per es.
LDL aferesi) o se tali trattamenti non sono disponibili.
Prevenzione della malattia cardiovascolare Negli studi di prevenzione primaria è stata impiegata la dose di 10 mg/die.
Per ottenere i livelli di colesterolo (LDL) previsti dalle attuali linee guida, possono essere necessarie dosi più elevate.
Posologia in pazienti con insufficienza renale Non è richiesto alcun aggiustamento della posologia (vedere paragrafo 4.4).
Posologia in pazienti con insufficienza epatica KOLESTER deve essere utilizzato con cautela in pazienti con insufficienza epatica (vedere paragrafo 4.4 e 5.2).
KOLESTER è controindicato in pazienti con malattia del fegato in fase attiva (vedere paragrafo 4.3) Popolazione anziana L'efficacia e la tollerabilità nei pazienti di oltre 70 anni trattati con le dosi raccomandate sono simili a quelle osservate nella popolazione in generale.
Popolazione pediatrica Ipercolesterolemia: L’uso pediatrico deve essere effettuato solo da medici esperti nel trattamento dell’iperlipidemia pediatrica ed i pazienti devono essere rivalutati regolarmente per valutare i progressi.
Per i pazienti con Ipercolesterolemia Familiare Eterozigote di età uguale o superiore ai 10 anni, la dose iniziale raccomandata di atorvastatina è 10 mg al giorno (vedere paragrafo 5.1).
La dose può essere aumentata ad 80 mg al giorno, in base alla risposta e alla tollerabilità.
Le dosi devono essere personalizzate in base all’obiettivo della terapia raccomandato.
Gli aggiustamenti devono essere effettuati ad intervalli di 4 settimane o più.
La titolazione della dose ad 80 mg è supportata da dati di studi negli adulti e da dati clinici limitati ottenuti da studi in bambini con ipercolesterolemia familiare eterozigote (vedere paragrafi 4.8 e 5.1).
Ci sono dati limitati sulla sicurezza e sull’efficacia nei bambini con Ipercolesterolemia Familiare Eterozigote tra i 6 e i 10 anni di età, derivati da studi in aperto.
L’atorvastatina non è indicata nel trattamento di pazienti al di sotto dei 10 anni.
Attualmente ci sono dati disponibili descritti nei paragrafi 4.8, 5.1 e 5.2 ma nessuna raccomandazione sulla posologia può essere fatta.
Altri dosaggi /forme farmaceutiche possono essere più appropriate per questa popolazione di pazienti.
Modo di somministrazione KOLESTER è per uso orale.
Ogni dose giornaliera viene somministrata in dose unica e la somministrazione può essere effettuata in qualsiasi momento della giornata, indipendentemente dai pasti.
Co-somministrazione con altri medicinali Nei pazienti che assumono gli agenti antivirali antiepatite C elbasvir/grazoprevir in concomitanza con atorvastatina, la dose di atorvastatina non deve superare 20 mg/die (vedere paragrafi 4.4 e 4.5). Avvertenze e precauzioni
- Effetti sul fegato Devono essere effettuate prove di funzionalità epatica prima dell'inizio del trattamento e periodicamente in tempi successivi.
I pazienti che presentano segni o sintomi indicativi di danno epatico devono essere sottoposti a controllo della funzione epatica.
I pazienti che sviluppano aumento delle transaminasi devono essere controllati fino alla normalizzazione dei valori.
Qualora persista un aumento delle transaminasi oltre 3 volte il limite normale superiore, si raccomanda la riduzione della dose o l’interruzione di KOLESTER (vedere paragrafo 4.8).
KOLESTER deve essere impiegato con prudenza in pazienti che consumano abbondanti quantità di alcool e/o che hanno una storia di malattia epatica.
Prevenzione dell’Ictus mediante Riduzione Aggressiva dei Livelli di Colesterolo (studio SPARCL) Una analisi post-hoc dei sottotipi di ictus nei pazienti senza cardiomiopatia ischemica (CHD) che avevano avuto un ictus o un attacco ischemico transitorio recente (TIA), ha evidenziato una incidenza più elevata di ictus emorragico nei pazienti che avevano iniziato il trattamento con atorvastatina 80 mg rispetto al gruppo placebo.
L’aumento del rischio è stato osservato in particolare nei pazienti con precedente ictus emorragico o infarto lacunare al momento dell’arruolamento nello studio.
Per i pazienti con precedente ictus emorragico o infarto lacunare, il rapporto rischio/beneficio derivante dall’impiego di atorvastatina 80 mg non è chiaro e prima di iniziare il trattamento deve essere considerato attentamente il rischio potenziale di ictus emorragico (vedere paragrafo 5.1) Effetti sulla muscolatura scheletrica Vi sono state segnalazioni molto rare di miopatia necrotizzante immuno-mediata (Immune-Mediated Necrotizing Myopathy, IMNM) durante o dopo il trattamento con alcune statine.
L’IMNM è caratterizzata clinicamente da debolezza muscolare prossimale persistente e da un’elevata creatinchinasi sierica, che permangono nonostante l’interruzione del trattamento con statine.
L’atorvastatina, come altri inibitori della HMG-CoA reduttasi, in rare occasioni può avere effetti sulla muscolatura scheletrica e può causare mialgia, miosite e miopatia che possono progredire fino a rabdomiolisi, una condizione potenzialmente fatale caratterizzata da marcati aumenti di creatinfosfochinasi (CPK) (> 10 volte il limite normale superiore), mioglobinemia e mioglobinuria che possono portare alla insufficienza renale.
Prima del trattamento L’atorvastatina deve essere prescritta con cautela in pazienti con fattori predisponenti alla rabdomiolisi.
Il livello della creatinfosfochinasi (CPK) deve essere misurato prima di iniziare il trattamento in presenza delle seguenti condizioni cliniche: - Compromissione della funzionalità renale - Ipotiroidismo - Storia personale o familiare di disturbi muscolari ereditari - Precedenti di tossicità muscolare associata all’impiego di una statina o di un fibrato - Precedenti di malattia epatica e/o quando vengono assunte considerevoli quantità di bevande alcoliche - Negli anziani (età > 70 anni) la necessità di effettuare queste misurazioni deve essere valutata in base alla presenza di altri fattori predisponenti alla rabdomiolisi - Situazioni in cui si verificano aumenti nei livelli plasmatici, come le interazioni (vedere paragrafo 4.5) e in gruppi specifici di pazienti incluse sottopopolazioni genetiche (vedere paragrafo 5.2).
In tali situazioni il rischio del trattamento deve essere valutato in relazione al possibile beneficio e se ne raccomanda il monitoraggio clinico.
Se i livelli di CPK sono significativamente elevati rispetto ai valori basali (> 5 volte il limite normale superiore) il trattamento non deve essere iniziato.
Misurazione della creatinfosfochinasi La creatinfosfochinasi (CPK) non deve essere misurata dopo un intenso esercizio fisico o in presenza di eventuali possibili cause di incremento della CPK in quanto ciò rende difficile l’interpretazione del valore ottenuto.
Se i livelli di CPK sono significativamente aumentati rispetto ai valori basali (> 5 volte il limite normale superiore), i livelli di CPK devono essere nuovamente misurati entro i 5-7 giorni successivi per confermare i risultati.
Durante il trattamento - I pazienti devono essere avvertiti di comunicare prontamente episodi di dolore muscolare, crampi o debolezza, in particolare se associati a malessere o febbre.
- Se questi sintomi si verificano quando un paziente è in trattamento con atorvastatina, devono essere misurati i livelli di CPK.
Se questi livelli risultano significativamente aumentati rispetto ai valori basali (> 5 volte il limite normale superiore), il trattamento deve essere interrotto.
- Se i sintomi muscolari sono gravi e causano disturbi quotidiani, anche se i livelli di CPK sono ≤ 5 volte il limite normale superiore, si deve prendere in considerazione l’interruzione del trattamento.
- Se i sintomi si risolvono e i livelli di CPK si normalizzano, può essere presa in considerazione la possibilità di riavviare il trattamento con atorvastatina o con un’altra statina al dosaggio più basso ed effettuare un accurato monitoraggio.
- Il trattamento con atorvastatina deve essere interrotto se compaiono aumenti di CPK clinicamente significativi (> 10 volte il limite normale superiore) o se è diagnosticata o sospettata una rabdomiolisi.
Trattamento concomitante con altri medicinali Il rischio di rabdomiolisi aumenta quando atorvastatina viene somministrata insieme ad alcuni medicinali che possono aumentare le concentrazioni plasmatiche di atorvastatina come potenti inibitori del CYP3A4 o proteine di trasporto (es.
ciclosporina, telitromicina, claritromicina, delavirdina, stiripentolo, ketoconazolo, voriconazolo, itraconazolo, posaconazolo e inibitori delle proteasi dell’HIV incluso ritonavir, lopinavir, atazanavir, indinavir, darunavir, tipranavir/ritonavir ecc).
Il rischio di miopatia può aumentare anche con l’uso concomitante di gemfibrozil e altri derivati dall’acido fibrico, antivirali per il trattamento dell’epatite C (HCV) (boceprevir, telaprevir, elbasvir/grazoprevir), eritromicina, niacina o ezetimibe.
Se possibile, in alternativa a questi medicinali, devono essere prese in considerazione terapie alternative (prive di interazioni).
Nei casi in cui la somministrazione concomitante di questi medicinali e atorvastatina è necessaria, devono essere attentamente valutati i rischi e i benefici del trattamento.
Quando i pazienti stanno assumendo medicinali che aumentano la concentrazione plasmatica di atorvastatina, si raccomanda l’impiego di una dose iniziale più bassa di atorvastatina.
Inoltre, in caso di trattamento concomitante di potenti inibitori del CYP3A4 deve essere presa in considerazione una dose iniziale più bassa di atorvastatina e si raccomanda un appropriato monitoraggio clinico di questi pazienti (vedere paragrafo 4.5).
L’atorvastatina non deve essere somministrata in concomitanza con formulazioni sistemiche di acido fusidico o entro 7 giorni dall’interruzione del trattamento con acido fusidico.
Nei pazienti in cui l’uso di acido fusidico è considerato essenziale, il trattamento con una statina deve essere interrotto per tutta la durata del trattamento con l’acido fusidico.
Sono stati riportati casi di rabdomiolisi (inclusi alcuni casi fatali), nei pazienti che ricevono acido fusidico e statine in combinazione (vedere paragrafo 4.5).
I pazienti devono essere informati di rivolgersi immediatamente al medico se sperimentano sintomi come debolezza muscolare, dolore o dolorabiltà.
La terapia con una statina può essere ripresa 7 giorni dopo l’ultima dose di acido fusidico.
In circostanze eccezionali, dove è necessario un uso prolungato di acido fusidico per via sistemica, ad esempio per il trattamento di infezioni gravi, la necessità della co-somministrazione di atorvastatina ed acido fusidico deve essere considerata caso per caso e sotto stretta supervisione medica.
Malattia polmonare interstiziale Casi eccezionali di malattia polmonare interstiziale sono stati riportati con alcune statine, specialmente con terapie a lungo termine (vedere paragrafo 4.8).
Le caratteristiche che si presentano possono includere dispnea, tosse non produttiva e peggioramento dello stato di salute generale (affaticamento, perdita di peso e febbre).
Se si sospetta che un paziente stia sviluppando malattia polmonare interstiziale, la terapia con le statine deve essere interrotta.
Diabete mellito Alcune evidenze suggeriscono che le statine, come effetto di classe, aumentano la glicemia e in alcuni pazienti, ad alto rischio di sviluppare diabete, possono indurre un livello di iperglicemia tale per cui è appropriato il ricorso a terapia antidiabetica.
Questo rischio, tuttavia, è superato dalla riduzione del rischio vascolare con l’uso di statine e pertanto non deve essere motivo di interruzione del trattamento.
I pazienti a rischio (glicemia a digiuno 5,6 - 6,9 mmol/l, BMI> 30 kg/m², livelli elevati di trigliceridi, storia di ipertensione) devono essere monitorati sia a livello chimico che a livello biochimico in accordo con le linee-guida nazionali.
Miastenia gravis In pochi casi è stato segnalato che le statine inducono de novo o aggravano la miastenia gravis o la miastenia oculare preesistenti (vedere paragrafo 4.8).
In caso di peggioramento dei sintomi KOLESTER deve essere interrotto.
Sono state segnalate recidive quando è stata (ri)somministrata la stessa statina o una statina diversa.
Popolazione pediatrica Non sono stati osservati effetti significativi sulla crescita e sulla maturazione sessuale in uno studio di 3 anni basato sulla valutazione della maturazione e dello sviluppo generale, valutazione del Tanner Stage e misurazione dell’altezza e del peso (vedere paragrafo 4.8). Interazioni
- Effetti di altri medicinali su atorvastatina L’atorvastatina viene metabolizzata dal citocromo P450 3A4 (CYP3A4) ed è un substrato dei trasportatori epatici, del polipeptide organico trasportatore di anioni 1B1 (OATP1B1) e del trasporatore 1B3 (OATP1B3).
I metaboliti dell’atorvastatina sono substrati di OATP1B1.
L’atorvastatina è anche identificata come substrato della proteina di resistenza multifarmaco 1 (MDR1) e della proteina di resistenza al cancro al seno (BCRP), che può limitare l’assorbimento intestinale e la clearance biliare dell’atorvastatina (vedere paragrafo 5.2).
La co-somministrazione di inibitori del CYP3A4 o di proteine di trasporto può causare un aumento delle concentrazioni plasmatiche di atorvastatina e dunque un aumento del rischio di miopatia.
Il rischio può essere aumentato dalla co-somministrazione di medicinali che possono indurre miopatia, quali i derivati dell’acido fibrotico e l’ezetimibe (vedere paragrafo 4.3 e 4.4).
Inibitori del CYP3A4 I potenti inibitori del CYP3A4 hanno mostrato di portare a marcati aumenti delle concentrazioni di atorvastatina (vedere Tabella 1 e le informazioni specifiche riportate di seguito).
La somministrazione concomitante dei potenti inibitori del CYP3A4 (es.
ciclosporina, telitromicina, claritromicina, delavirdina, stiripentolo, ketoconazolo, voriconazolo, itraconazolo, posaconazolo, alcuni antivirali utilizzati nel trattamento dell’HCV (ad es.
elbasvir/grazoprevir) e inibitori della proteasi dell’HIV, inclusi ritonavir, lopinavir, atazanavir, indinavir, darunavir, ecc) se possibile, deve essere evitata.
Nei casi in cui la somministrazione di questi medicinali con atorvastatina non possa essere evitata devono essere prese in considerazione dosi iniziali e massime più basse di atorvastatina e si raccomanda un appropriato monitoraggio clinico di questi pazienti (vedere Tabella 1).
Inibitori moderati del CYP3A4 (es.
eritromicina, diltiazem, verapamil e fluconazolo) possono aumentare le concentrazioni plasmatiche di atorvastatina (vedere Tabella 1).
Un aumento del rischio di miopatia è stato osservato con l’uso di eritromicina in combinazione con le statine.
Non sono stati condotti studi di interazioni che hanno valutato gli effetti di amiodarone o verapamil sull’atorvastatina.
Sia amiodarone che verapamil sono noti per l’attività di inibizione del CYP3A4 e la co-sommministrazione con atorvastatina può risultare in un aumento dell’esposizione all’atorvastatina.
Pertanto la dose massima più bassa deve essere considerata e un monitoraggio clinico del paziente è raccomandato quando si usano in concomitanza gli inibitori moderati del CYP3A4.
Si raccomanda un monitoraggio clinico adeguato dopo inizio della terapia o dopo aggiustamento della dose dell’inibitore.
Induttori del CYP3A4 La somministrazione concomitante di atorvastatina e induttori del citocromo P450 3A4 (ad es.
efavirenz, rifampicina, erba di S.
Giovanni) può determinare riduzioni variabili delle concentrazioni plasmatiche di atorvastatina.
A causa del duplice meccanismo di interazione della rifampicina (induzione del citocromo P450 3A e inibizione del trasporatore OATP1B1 a livello dell’epatocita), si raccomanda la somministrazione contemporanea di atorvastatina e rifampicina, in quanto una somministrazione ritardata di atorvastatina dopo somministrazione di rifampicina, è stata associata a una riduzione significativa delle concentrazioni plasmatiche di atorvastatina.
L’effetto della rifampicina sulle concentrazioni di atorvastatina negli epatociti è tuttavia non nota e se la co-somministrazione non può essere evitata i pazienti devono essere attentamente monitorati per l’efficacia.
Inibitori del trasporto Gli inibitori delle proteine di trasporto (es.
ciclosporina) possono aumentare l’esposizione sistemica di atorvastatina (vedere Tabella 1).
Gli effetti dell’inibizione dell’assorbimento dei trasportatori epatici sulle concentrazioni di atorvastatina negli epatociti non sono noti.
Se la somministrazione concomitante non può essere evitata, si raccomanda una riduzione della dose e il monitoraggio clinico sull’efficacia (vedere tabella 1).
Gemfibrozil/derivati dell’acido fibrico L’uso di fibrati da soli è occasionalmente associato a eventi correlati alla muscolatura inclusa rabdomiolisi.
Il rischio di tali eventi può aumentare in caso di somministrazione contemporanea di derivati dell’acido fibrico e atorvastatina.
Se la somministrazione concomitante non può essere evitata, si deve usare la dose più bassa di atorvastatina per il raggiungimento dell’effetto terapeutico e i pazienti devono essere adeguatamente monitorati (vedere paragrafo 4.4).
Ezetimibe L’uso di ezetimibe da solo è associato a eventi correlati alla muscolatura inclusa rabdomiolisi.
Il rischio di tali eventi può aumentare in caso di somministrazione contemporanea di ezetimibe e atorvastatina.
Per questi pazienti si raccomanda un monitoraggio clinico appropriato.
Colestipolo Le concentrazioni plasmatiche di atorvastatina e dei suoi metaboliti attivi sono risultate ridotte (indice di concentrazione dell’atorvastatina: 0.74) quando è stato somministrato colestipolo insieme ad atorvastatina.
Tuttavia, gli effetti sui lipidi sono risultati maggiori quando atorvastatina e colestipolo sono stati somministrati contemporaneamente rispetto a quando sono stati somministrati da soli.
Acido fusidico Il rischio di miopatia, inclusa rabdomiolisi, può aumentare con la somministrazione concomitante di statine ed acido fusidico.
Il meccanismo di questa interazione (sia farmacodinamica che farmacocinetica, o entrambe) è ancora sconosciuto.
Sono stati riportati casi di rabdomiolisi (inclusi casi fatali) in pazienti che hanno ricevuto questa combinazione.
Se il trattamento con acido fusidico sistemico è necessario, il trattamento con atorvastatina deve essere interrotto per tutta la durata del trattamento con acido fusidico, vedere paragrafo 4.4.
Colchicina Sebbene non siano stati condotti studi di interazione tra atorvastatina e colchicina, sono stati segnalati casi di miopatia con atorvastatina co-somministrata con colchicina.
Occorre prestare cautela quando si prescrive atorvastatina con colchicina.
Effetti di atorvastatina su altri medicinali Digossina La somministrazione contemporanea di dosi ripetute di digossina e atorvastatina 10 mg ha leggermente aumentato le concentrazioni plasmatiche della digossina allo stato stazionario.
I pazienti che assumono digossina devono essere adeguatamente monitorati.
Contraccettivi orali La somministrazione contemporanea di atorvastatina e un contraccettivo orale ha determinato un aumento delle concentrazioni plasmatiche di noretindrone e di etinilestradiolo.
Warfarin In uno studio clinico su pazienti in trattamento cronico con warfarin, la somministrazione concomitante di atorvastatina 80 mg al giorno ha causato una piccola diminuzione di circa 1,7 secondi nel tempo di protrombina durante i primi 4 giorni di assunzione che è ritornato normale entro 15 giorni di trattamento con atorvastatina.
Sebbene siano stati riportati solo casi molto rari di interazioni con anticoagulante clinicamente significativi, il tempo di protrombina deve essere determinato prima di iniziare la terapia con atorvastatina nei pazienti in trattamento con anticoagulanti cumarinici e abbastanza spesso nel corso della terapia per assicurarsi che non vi siano alterazioni significative al tempo di protrombina.
Una volta che è stato documentato un tempo di protrombina stabile, i tempi di protrombina possono essere monitorati ad intervalli solitamente raccomandati in pazienti in trattamento con anticoagulanti cumarinici.
Se le dosi di atorvastatina vengono modificate o interrotte, deve essere ripetuta la stessa procedura.
La terapia con atorvastatina non è stata associata a sanguinamenti o ad altre variazioni del tempo di protrombina in pazienti non in trattamento con anticoagulanti.
Popolazione pediatrica: Gli studi riguardanti le interazioni tra medicinali sono stati effettuati soltanto negli adulti.
L'entità delle interazioni nella popolazione pediatrica non è nota.
Le interazioni di cui sopra per gli adulti e le avvertenze nella sezione 4.4 devono essere prese in considerazione per la popolazione pediatrica.
Interazioni con i farmaci Tabella 1: Effetti di medicinali somministrati in concomitanza sulla farmacocinetica di atorvastatina
&rappresentano il rapporto dei trattamenti (co-somministrazione e atorvastatina da sola) # Vedere sezione 4.4 e 4.5 per evidenze cliniche.Co-somministrazione di medicinali e dosaggio Atorvastatina Dose (mg) Rapporto di AUC& Raccomandazioni cliniche# Tipranavir 500 mg BID/ Ritonavir 200 mg BID, 8 giorni (14 - 21 giorni) 40 mg giorno 1, 10 mg giorno 20 9,4 Nei casi in cui è necessaria la co-somministrazione con atorvastatina, non superare 10 mg al giorno.
Si raccomanda il monitoraggio clinico di questi pazientiTelaprevir 750 mg ogni 8 ore, 10 giorni 20 mg, SD 7,9 Ciclosporina 5,2 mg/kg/giorno, dose stabile 10 mg OD per 28 giorni 8,7 Lopinavir 400 mg BID/ Ritonavir 100 mg BID, 14 giorni 20 mg OD per 4 giorni 5,9 Nei casi in cui è necessaria la co-somministrazione con atorvastatina, si raccomandano dosi di mantenimento di atorvastatina più basse.
Con dosi di atovastatina che superano 20 mg, si raccomanda il monitoraggio clinico di questi pazientiClaritromicina 500 mg BID, 9 giorni 80 mg OD per 8 giorni 4,5 Saquinavir 400 mg BID/ Ritonavir (300 mg BID da 5-7 giorni, aumenti fino a 400 mg BID all’8 giorno), 4-18 giorni, 30 min dopo la dose di atorvastatina 40 mg OD per 4 giorni 3,9 Nei casi in cui è necessaria la co-somministrazione con atorvastatina, si raccomandano dosi di mantenimento di atorvastatina più basse.
Con dosi di atorvastatina che superano 40 mg, si raccomanda il monitoraggio clinico di questi pazienti.Darunavir 300 mg BID/ Ritonavir 100 mg BID, 9 giorni 10 mg OD per 4 giorni 3, 4 Itraconazolo 200 mg OD, 4 giorni 40 mg SD 3,3 Fosamprenavir 700 mg BID/ Ritonavir 100 mg BID, 14 giorni 10 mg OD per 4 giorni 2,5 Fosamprenavir 1400 mg BID, 14 giorni 10 mg OD per 4 giorni 2,3 Glecaprevir 400 mg OD/Pibrentasvir 120 mg OD, 7 giorni 10 mg OD per 7 giorni 8,3 La co-somministrazione con prodotti contenenti glecaprevir o pibrentasvir è controindicata (vedere paragrafo 4.3). Elbasvir 50 mg OD/Grazoprevir 200 mg OD, 13 giorni 10 mg SD 1,95 La dose di atorvastatina non deve superare una dose giornaliera di 20 mg durante la cosomministrazione con prodotti contenenti elbasvir o grazoprevir. Nelfinavir 1250 mg BID, 14 giorni 10 mg OD per 28 giorni 1,74 Nessuna raccomandazione specifica Succo di pompelmo, 240 mL OD * 40 mg, SD 1.37 L’assunzione concomitante di grandi quantità di succo di pompelmo e atorvastatina non è raccomandata. Diltiazem 240 mg OD, 28 giorni 40 mg, SD 1.51 Dopo aver iniziato o a seguito di un aggiustamento della dose di diltiazem si raccomanda il monitoraggio clinico di questi pazienti Eritromicina 500 mg QID, 7 giorni 10 mg, SD 1.33 Si raccomanda la dose massima più bassa e il monitoraggio clinico di questi pazienti Amlodipina 10 mg, dose singola 80 mg, SD 1.18 Nessuna raccomandazione specifica Cimetidina 300 mg QID, 2 settimane 10 mg OD per 2 settimane 1.00^ Nessuna raccomandazione specifica Colestipolo 10g BID, 28 settimane 40 mg OD per 28 settimane 0.74** Nessuna raccomandazione specifica Sospensioni antiacide di magnesio e idrossido di alluminio, 30 mL QID, 17 giorni 10 mg OD per 15 giorni 0.66 Nessuna raccomandazione specifica Efavirenz 600 mg OD, 14 giorni 10 mg per 3 giorni 0.59 Nessuna raccomandazione specifica Rifampicina 600 mg OD, 7 giorni (co-somministrazione) 40 mg SD 1.12 Se la co-somministrazione non può essere evitata, si raccomanda la somministrazione concomitante di atorvastatina con rifampicina e il monitoraggio clinico. Rifampicina 600 mg OD, 5 giorni (dosi separate) 40 mg SD 0.20 Gemfibrozil 600 mg BID, 7 giorni 40 mg SD 1.35% Si raccomanda la dose massima più bassa e il monitoraggio clinico di questi pazienti Fenofibrato 160 mg OD, 7 giorni 40 mg SD 1.03 Si raccomanda la dose massima più bassa e il monitoraggio clinico di questi pazienti Bocepevir 800 mg TID 7 giorni 40 mg SD 2.3 È raccomandata la dose di partenza più bassa e monitoraggio clinico dei pazienti.
La dose di atorvastatina non deve superare una dose giornaliera di 20mg durante la co-somministrazione di boceprevir.
* contiene una o più componenti che inibiscono il CYP3A4 e possono aumentare le concentrazioni plasmatiche del medicinale metabolizzato dal CYP3A4.
L’assunzione di un bicchiere da 240 ml di succo di pompelmo ha diminuito i valori AUC del 20,4% per il metabolita ortoidrossido attivo.
Grandi quantità di succo di pompelmo (oltre 1,2 l al giorno per 5 giorni) aumenta l’AUC di atorvastatina di 2,5 volte e l’AUC attivo (atorvastatina e metaboliti).
Inibitori del HMG-CoA reduttasi 1.3 volte ** rapporto basato su un singolo campione assunto 8-16 ore dopo la dose OD = una volta al giorno; SD = dose singola; BID = due volte al giorno; TID = tre volte al giorno; QID = quattro volte al giornoTabella 2: Effetti di atorvastatina sulla farmacocinetica di medicinali somministrati in concomitanza
&rappresentano il rapporto dei trattamenti (farmaco co somministrato vs atorvastatina da sola) * Co-somministrazione di dosi multiple di atorvastatina e fenazone hanno mostrato lievi oppure nessun effetto individuabile nella clearance di fenazone OD = una volta al giorno; SD = dose singola; BID = due volte al giorno.Atorvastatina e posologia Medicinali co-somministrati Medicinale/Dose (mg) Rapporto di AUC& Raccomandazioni cliniche 80 mg OD per 10 giorni Digossina 0,25 mg OD, 20 giorni 1.15 I pazienti che assumono digossina devono essere adeguatamente monitorati. 40 mg OD per 22 giorni Contraccettivi orali OD, 2 mesi - noretindrone 1 mg -etinil estradiolo 35 mcg 1.28 Nessuna raccomandazione specifica 1.19 80 mg OD per 15 giorni * Fenazone, 600 mg SD 1.03 Nessuna raccomandazione specifica 10 mg, SD Tipranavir 500 mg BID/ritonavir 200 mg BID, 7 giorni 1.08 Nessuna raccomandazione specifica 10 mg OD per 4 giorni Fosamprenavir 1400 mg BID, 14 giorni 0.73 Nessuna raccomandazione specifica 10 mg OD per 4 giorni Fosamprenavir 700 mg BID/ritonavir 100 mg BID, 14 giorni 0.99 Nessuna raccomandazione specifica Effetti indesiderati
- In studi clinici controllati condotti con atorvastatina verso placebo, su 16.066 pazienti trattati (8755 con atorvastatina vs 7311 con placebo) per un periodo medio di 53 settimane, il 5,2% dei pazienti trattati con atorvastatina ha interrotto il trattamento a causa di reazioni avverse rispetto al 4% dei pazienti trattati con placebo.
Nella tabella seguente è illustrato il profilo di sicurezza di KOLESTER, basato sui dati provenienti dagli studi clinici e dalla considerevole esperienza post-marketing.
Le frequenze stimate degli eventi si basano sulla seguente convenzione: comune (≥ 1/100, < 1/10); non comune (≥ 1/1.000, < 1/100); raro (≥ 1/10.000, < 1/1.000); molto raro (≤ 1/10.000), non nota (la frequenza non può essere stabilita sulla base dei dati disponibili).
Infezioni ed infestazioni. Comune: nasofaringite.
Disturbi del sistema sanguigno e linfatico.
Raro: trombocitopenia.
Disturbi del sistema immunitario.
Comune: reazioni allergiche; Molto raro: anafilassi.
Disturbi del metabolismo e della nutrizione.
Comune: iperglicemia; Non comune: ipoglicemia, aumento di peso, anoressia.
Disturbi psichiatrici.
Non comune: incubi, insonnia.
Patologie del sistema nervoso. Comune: cefalea; Non comune: capogiri, parestesia, ipoestesia, disgeusia, amnesia; Raro: neuropatia periferica; Frequenza non nota: Miastenia gravis.
Patologie dell’occhio.
Non comune: visione offuscata; Raro: disturbi della vista; Frequenza non nota: Miastenia oculare.
Patologie dell’orecchio e del labirinto.
Non comune: tinnito; Molto raro: perdita dell’udito.
Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche.
Comune: dolore faringolaringeo, epistassi.
Patologie gastrointestinali.
Comune: stipsi, flatulenza, dispepsia, nausea, diarrea; Non comune: vomito, dolore addominale superiore e inferiore, eruttazione, pancreatite.
Patologie epatobiliari.
Non comune: epatite; Raro: colestasi; Molto raro: insufficienza epatica.
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo.
Non comune: orticaria, eruzioni cutanee, prurito, alopecia; Molto raro: edema angioneurotico, dermatite bollosa inclusi eritema multiforme, sindrome di Stevens-Johnson e epidermolisi necrotica tossica.
Patologie del sistema muscoloscheletrico.
Comune: mialgia, artralgia, dolore alle estremità, spasmi muscolari, gonfiore alle giunture, dolore alla schiena; Non comune: dolore al collo, affaticamento muscolare; Raro: miopatia, miosite, rabdomiolisi, lacerazione muscolare, tendonopatia complicata talvolta da rottura; Molto raro: sindrome simil lupoide; Frequenza non nota: miopatia necrotizzante immuno-mediata (vedere paragrafo 4.4).
Patologie dell’apparato riproduttivo e della mammella.
Molto raro: ginecomastia.
Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione.
Non comune: malessere, astenia, dolore al petto, edema periferico, affaticamento, piressia.
Esami diagnostici.
Comune: test della funzionalità epatica anormale, aumento della creatinfosfochinasi; Non comune: test delle urine positivo ai leucociti.
Come con altri inibitori della HMG-CoA reduttasi, in pazienti trattati con KOLESTER sono stati segnalati aumenti delle transaminasi sieriche.
Questi aumenti sono stati di solito lievi e transitori e non hanno richiesto la sospensione del trattamento.
Aumenti clinicamente importanti (> 3 volte il limite normale superiore) delle transaminasi sieriche sono stati osservati nello 0,8% dei pazienti trattati con KOLESTER.
Questi aumenti sono risultati dose-dipendenti e reversibili in tutti i pazienti.
Negli studi clinici sono stati osservati livelli elevati di creatinfosfochinasi (CPK) oltre 3 volte il limite normale superiore nel 2,5% dei pazienti trattati con atorvastatina, in modo simile ad altri inibitori della HMG-CoA reduttasi.
Nello 0,4% dei pazienti trattati con atorvastatina sono stati osservati livelli oltre 10 volte il limite normale superiore (vedere paragrafo 4.4).
I seguenti eventi avversi sono stati riportati con l’uso di statine: - Disfunzione sessuale - Depressione - Casi eccezionali di malattia polmonare interstiziale, soprattutto nella terapia a lungo termine (vedere paragrafo 4.4) - Diabete mellito: la frequenza dipende dalla presenza o assenza di fattori di rischio (glicemia a digiuno ≥5,6 mmol/L, BMI>30 kg/m², livelli elevati di trigliceridi, storia di ipertensione).
Popolazione pediatrica Pazienti pediatrici dai 10 ai 17 anni di età, trattati con atorvastatina avevano un profilo di eventi avversi generalmente simile a quello dei pazienti trattati con placebo, le reazioni avverse più comuni osservate in entrambe i gruppi, indipendentemente dalla causalità, erano le infezioni.
Non sono stati osservati effetti clinicamente significativi sulla crescita e sulla maturazione sessuale in uno studio di 3 anni basato sulla valutazione della maturazione e dello sviluppo generale, la valutazione dello stadio di tanner e la misurazione di altezza e peso.
La sicurezza e il profilo di tollerabilità nei pazienti pediatrici era simile al profilo noto per i pazienti adulti.
Il database clinico di sicurezza include dati di sicurezza per 520 pazienti pediatrici che assumevano atorvastatina, tra cui 7 pazienti con meno di 6 anni, 121 pazienti nel range di età compresa tra i 6 e i 9 anni e 392 pazienti di età compresa tra i 10 e i 17 anni.
Sulla base dei dati disponibili, la frequenza, la tipologia e la gravità delle reazioni avverse nei bambini è simile a quella degli adulti.
Segnalazione delle reazioni avverse sospette La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale.
Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione all’indirizzo: http://www.agenziafarmaco.gov.it/content/come-segnalare-una-sospetta-reazione-avversa. Gravidanza e allattamento
- Pazienti in età fertile Le donne in età fertile devono usare un metodo di contraccezione adeguato durante il trattamento (vedere paragrafo 4.3).
Gravidanza KOLESTER è controindicato in gravidanza (vedere paragrafo 4.3).
La sicurezza nelle donne in gravidanza non è stata stabilita.
Non sono stati condotti studi clinici controllati con atorvastatina in donne in gravidanza.
Sono stati riportati rari casi di anomalie congenite a seguito di esposizione intrauterina a inibitori della HMG-CoA reduttasi.
Studi sugli animali hanno mostrato tossicità sulla riproduzione (vedere paragrafo 5.3).
Il trattamento delle madri con atorvastatina può ridurre i livelli fetali di mevalonato che è un precursore della biosintesi del colesterolo.
L’aterosclerosi è un processo cronico e di solito l’interruzione del medicinale per abbassarlo durante la gravidanza, ha un piccolo impatto sul rischio a lungo termine associato all’ipercolesterolemia primaria.
Per tali ragioni, KOLESTER non deve essere usato nelle donne in gravidanza o che stanno provando a restare incinta o che sospettano di essere incinta.
Il trattamento con KOLESTER deve essere sospeso per la durata della gravidanza o fino a che non sia stato valutato se la paziente è incinta (vedere paragrafo 4.3.) Allattamento Non è noto se l’atorvastatina o i suoi metaboliti sia escreti nel latte umano.
Nei ratti le concentrazioni plasmatiche di atorvastatina e dei suoi metaboliti attivi sono simili a quelle nel latte (vedere paragrafo 5.3).
A causa dei suoi potenziali effetti indesiderati le donne che assumono KOLESTER non devono allattare i loro bambini (vedere paragrafo 4.3).
L’atorvastatina è controindicata durante l’allattamento (vedere paragrafo 4.3) Fertilità In studi condotti su animali l’atorvastatina non ha avuto effetti sulla fertilità di uomini e donne (vedere paragrafo 5.3). Conservazione
- Questo medicinale non richiede alcuna speciale condizione di conservazione.
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Segnalazione degli effetti indesiderati
Se dovesse manifestarsi un qualsiasi effetto indesiderato, compresi quelli non elencati in questo foglio, è doveroso rivolgersi al proprio medico, ad uno specialista e/o al farmacista. La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Gli effetti indesiderati possono essere segnalati direttamente tramite il sistema nazionale di segnalazione all'indirizzo www.agenziafarmaco.it/it/responsabili. Segnalando gli effetti indesiderati si può contribuire a fornire maggiori informazioni sulla sicurezza di questo medicinale.