KIMMTRAK EV 1FL 100MCG 0,5ML
18.515,79 €
Prezzo indicativo
Data ultimo aggiornamento: 09/03/2023
KIMMTRAK è indicato in monoterapia per il trattamento di pazienti adulti positivi per l’agente leucocitario umano HLA-A*02:01 con melanoma uveale non resecabile o metastatico.
Ogni flaconcino da 0,5 mL contiene 100 microgrammi di tebentafusp, che corrispondono a una concentrazione, prima della diluizione, di 200 mcg/mL. Tebentafusp è una proteina di fusione prodotta attraverso la tecnologia del DNA ricombinante in cellule di Escherichia coli. Per l’elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1.
Controindicazioni
- Ipersensibilità al principio attivo o ad uno qualsiasi degli eccipienti elencati al paragrafo 6.1.
Posologia
- KIMMTRAK deve essere somministrato sotto la guida e la supervisione di un medico con esperienza nell’uso di agenti antitumorali e preparato a gestire la sindrome da rilascio di citochine in un ambiente in cui siano immediatamente disponibili apparecchiature complete per la rianimazione.
È raccomandato il ricovero ospedaliero almeno in occasione delle prime tre infusioni di KIMMTRAK (vedere paragrafo 4.4).
I pazienti trattati con KIMMTRAK devono presentare genotipo HLA-A*02:01 determinato tramite un qualsiasi saggio di genotipizzazione HLA validato.
Posologia La dose raccomandata di KIMMTRAK è di 20 microgrammi il giorno 1, 30 microgrammi il giorno 8, 68 microgrammi il giorno 15 e, successivamente, 68 microgrammi una volta a settimana (vedere paragrafo 6.6).
Il trattamento con KIMMTRAK deve essere continuato fino a quando il paziente ne trae beneficio clinico, e in assenza di tossicità inaccettabile (vedere paragrafo 5.1).Premedicazione Per minimizzare il rischio di ipotensione associato alla sindrome da rilascio di citochine (CRS), è necessario somministrare fluidi per via endovenosa prima dell’avvio dell’infusione di KIMMTRAK, sulla base della valutazione clinica e dello stato volemico del paziente.
Nei pazienti con insufficienza surrenalica preesistente in terapia di mantenimento con corticosteroidi sistemici, deve essere considerato un aggiustamento della dose di corticosteroidi per gestire il rischio di ipotensione.
Aggiustamenti della dose Non sono raccomandate riduzioni della dose di KIMMTRAK.
Il trattamento con KIMMTRAK deve essere sospeso o interrotto per gestire le reazioni avverse come descritto nella Tabella 1 e nella Tabella 2.
In caso di sospetta CRS, i sintomi devono essere identificati e gestiti tempestivamente, secondo le raccomandazioni riportate nella Tabella 1.
Vedere Tabella 2 per le linee guida sulla gestione delle reazioni cutanee acute.
Tabella 1.
Attribuzione del grado della CRS e indicazioni per la gestione
* Sulla base dei criteri unificati dell’American Society for Transplantation and Cellular Therapy (ASTCT) per l’attribuzione del grado della CRS (Lee et.Grado della CRS* Gestione Grado 1 -Temperatura ≥38 °C; Assenza di ipotensione o ipossia • Continuare il trattamento e fornire un supporto sintomatico.
Monitorare per individuare un aggravamento della CRS.Grado 2 -Temperatura ≥38 °C; Ipotensione responsiva ai fluidi e che non richiede vasopressori; Necessità di supplemento di ossigeno tramite cannula nasale a basso flusso (ossigeno erogato ≤6 L/min) o in modalità blow-by • Continuare il trattamento e somministrare fluidi in bolo per via endovenosa e ossigeno tramite cannula nasale a basso flusso o in modalità blow-by, secondo necessità. • In caso di mancato miglioramento dell’ipotensione e dell’ipossia entro 3 ore, o in caso di peggioramento della CRS, somministrare corticosteroidi ad alte dosi per via endovenosa (ad es.
2 mg/kg/die di metilprednisolone o equivalente).• In caso di CRS di grado 2 persistente (della durata di 2-3 ore) o ricorrente (comparsa di CRS di grado ≥2 con più di una dose), somministrare una premedicazione con corticosteroidi (ad es.
4 mg di desametasone o equivalente) almeno 30 minuti prima della dose successiva.Grado 3 -Temperatura ≥38 °C; Necessità di somministrare un vasopressore, con o senza vasopressina; Necessità di cannula nasale ad alto flusso (ossigeno erogato >6 L/min), maschera facciale, maschera non rebreather o maschera di Venturi • Sospendere KIMMTRAK fino a risoluzione della CRS e delle sequele. • Somministrare corticosteroidi ad alte dosi per via endovenosa (ad es.
2 mg/kg/die di metilprednisolone o equivalente).• Somministrare tocilizumab secondo necessità.
- Peso del paziente ≤30 kg: 12 mg/kg per via endovenosa nell’arco di 1 ora.
- Peso del paziente ≥30 kg: 8 mg/kg per via endovenosa nell’arco di 1 ora (dose massima: 800 mg).• Riprendere KIMMTRAK allo stesso livello di dose (vale a dire, non aumentare la dose se la CRS di grado 3 è insorta durante l’incremento iniziale della dose; riprendere l’incremento solo quando il dosaggio sarà tollerato). • In caso di CRS di grado 3, somministrare una premedicazione con corticosteroidi (ad es.
4 mg di desametasone o equivalente) almeno 30 minuti prima della dose successiva.Grado 4 -Temperatura ≥38 °C; Necessità di più vasopressori (esclusa la vasopressina) Necessità di ventilazione a pressione positiva (ad es.
CPAP, BiPAP, intubazione e ventilazione meccanica).• Interrompere definitivamente KIMMTRAK. • Somministrare corticosteroidi per via endovenosa (ad es.
2 mg/kg/die di metilprednisolone o equivalente).
al 2019).
Tabella 2.
Raccomandazioni sulla gestione e sulla modifica della dose in caso di reazioni cutanee acute
a Sulla base dei criteri del National Cancer Institute, Common Terminology Criteria for Adverse Events (CTCAE), versione 4.03 (NCI CTCAEv4.03).Reazioni avverse Gravitàa Gestione Reazioni cutanee acute (vedere paragrafo 4.4) Grado 2 • Sospendere KIMMTRAK fino a miglioramento al grado ≤1 o ritorno ai valori basali. • Somministrare un regime antiprurito (ad es.
antistaminico non sedativo a lunga durata d’azione)• Somministrare un trattamento con corticosteroidi topici in caso di eruzione cutanea sintomatica non responsiva a un regime antiprurito. • In caso di sintomi persistenti, somministrare steroidi sistemici. • Riprendere l’incremento della dose di KIMMTRAK se la dose attuale è inferiore a 68 mcg, o riprendere allo stesso livello di dose se l’incremento della dose è stato ultimato Grado 3 • Sospendere KIMMTRAK fino a miglioramento al grado ≤1 o ritorno ai valori basali. • Somministrare corticosteroidi topici e orali • In caso di reazioni persistenti che non rispondono agli steroidi orali, prendere in considerazione la somministrazione di corticosteroidi per via endovenosa (ad es.
2 mg/kg/die di metilprednisolone o equivalente)• Riprendere KIMMTRAK allo stesso livello di dose (vale a dire non aumentare la dose se le reazioni cutanee di grado 3 sono insorte durante l’incremento iniziale della dose; riprendere l’incremento quando il dosaggio sarà tollerato) Grado 4 • Interrompere definitivamente KIMMTRAK • Somministrare corticosteroidi per via endovenosa (ad es.
2 mg/kg/die di metilprednisolone o equivalente)
Popolazioni speciali Popolazione pediatrica La sicurezza e l’efficacia di KIMMTRAK nei bambini di età inferiore a 18 anni non sono state stabilite.
Non ci sono dati disponibili.
Anziani Non è richiesto alcun aggiustamento della dose nei pazienti anziani (età ≥65 anni).
Compromissione renale Sulla base delle analisi di sicurezza ed efficacia, non è richiesto alcun aggiustamento della dose in pazienti con disfunzione renale da lieve a moderata.
Non può essere fatta alcuna raccomandazione riguardante la dose per i pazienti con compromissione renale severa a causa della mancanza di dati farmacocinetici; la titolazione nei pazienti con compromissione renale severa deve quindi avvenire con cautela e sotto stretto monitoraggio (vedere paragrafo 5.2).
Pazienti con anamnesi di malattie cardiache KIMMTRAK non è stato studiato in pazienti con malattie cardiache significative in anamnesi.
I pazienti con malattie cardiache, prolungamento dell’intervallo QT e fattori di rischio di insufficienza cardiaca devono essere monitorati attentamente (vedere paragrafo 4.4).
Modo di somministrazione KIMMTRAK è per uso endovenoso.
La durata raccomandata dell’infusione è compresa tra 15 e 20 minuti.
KIMMTRAK richiede la diluizione con una soluzione iniettabile di sodio cloruro 9 mg/mL (0,9%) contenente albumina umana per infusione endovenosa.
Ciascun flaconcino di KIMMTRAK è esclusivamente monodose.
Non agitare il flaconcino di KIMMTRAK.
Per le istruzioni sulla diluizione e sulla somministrazione del medicinale, vedere paragrafo 6.6.
Prime tre dosi del trattamento Le prime tre dosi di KIMMTRAK devono essere somministrate in una struttura ospedaliera con monitoraggio notturno degli eventuali segni e sintomi di CRS per almeno 16 ore.
I parametri vitali devono essere monitorati prima della somministrazione e almeno ogni 4 ore fino alla risoluzione dei sintomi.
Se clinicamente indicato, il monitoraggio dovrà essere più frequente e il ricovero ospedaliero prolungato.
Se i pazienti manifestano ipotensione di grado 3 o 4 durante una qualsiasi delle prime tre infusioni di KIMMTRAK, devono essere monitorati ogni ora per almeno 4 ore in un contesto ambulatoriale per le tre infusioni successive.
Dosi successive del trattamento Qualora il livello di dose di 68 mcg sia tollerato (vale a dire in assenza di ipotensione di grado ≥2 che necessiti di intervento medico), le dosi successive possono essere somministrate in un contesto di assistenza ambulatoriale adatto.
I pazienti devono essere tenuti sotto osservazione per almeno 60 minuti dopo ogni infusione.
Per i pazienti che hanno ricevuto un trattamento ambulatoriale con KIMMTRAK per almeno 3 mesi senza interruzioni superiori a 2 settimane, il monitoraggio ambulatoriale dopo l’infusione può essere ridotto a un minimo di 30 minuti per le dosi successive. Avvertenze e precauzioni
- Tracciabilità Al fine di migliorare la tracciabilità dei medicinali biologici, il nome e il numero di lotto del medicinale somministrato devono essere chiaramente registrati.
Sindrome da rilascio di citochine (CRS) La maggior parte dei pazienti ha sviluppato CRS in seguito all’infusione di tebentafusp.
Nella maggior parte dei casi, la diagnosi di CRS è stata formulata in base al riscontro di piressia seguita da ipotensione e, raramente, da ipossia.
Altri sintomi osservati frequentemente in associazione alla CRS sono stati brividi, nausea, vomito, stanchezza e cefalea.
La CRS è stata associata a disfunzione d’organo, tra cui disfunzione epatica, renale, pancreatica, cardiaca e polmonare.
Nella maggior parte dei casi, la CRS è insorta lo stesso giorno dell’infusione, con un tempo mediano di risoluzione di 2 giorni.
In quasi tutti i casi di CRS è stata osservata piressia e, nei pazienti interessati, l’aumento della temperatura corporea si è verificato generalmente nelle prime 8 ore successive all’infusione di tebentafusp.
L’insorgenza di CRS ha determinato raramente (1,2%) l’interruzione definitiva del trattamento.
I pazienti devono essere monitorati per rilevare segni e sintomi di CRS per almeno 16 ore dopo le prime tre infusioni di tebentafusp in un contesto ospedaliero che deve disporre di accesso immediato a medicinali e attrezzature per la rianimazione per gestire la CRS.
Se si osserva CRS, deve essere tempestivamente avviato un trattamento con cure di supporto che preveda la somministrazione di antipiretici, fluidi per via endovenosa, tocilizumab o corticosteroidi per impedire che la condizione possa evolvere in eventi gravi o potenzialmente letali; il monitoraggio dovrà proseguire fino alla risoluzione.
Alle dosi successive, i pazienti devono essere monitorati attentamente dopo il trattamento al fine di identificare precocemente eventuali segni e sintomi di CRS (vedere paragrafo 4.2, Modo di somministrazione).
I pazienti con comorbilità, tra cui patologie cardiovascolari, possono presentare un rischio maggiore di sequele associate alla CRS.
Il trattamento con tebentafusp non è stato studiato in pazienti con malattia cardiaca clinicamente significativa (vedere paragrafo 5.1).
In base alla persistenza e alla gravità della CRS, sarà necessario sospendere o interrompere il trattamento con tebentafusp (vedere paragrafo 4.2, Tabella 1).
Reazioni cutanee acute In seguito all’infusione di tebentafusp sono state riferite reazioni cutanee acute che possono dipendere dal meccanismo d’azione del medicinale e dall’espressione di gp100 nei melanociti normali della cute.
Le reazioni cutanee acute comprendevano principalmente eruzione cutanea, prurito, eritema ed edema cutaneo (vedere paragrafo 4.8).
L’insorgenza di reazioni cutanee acute è generalmente avvenuta in seguito a ciascuna delle prime tre infusioni di tebentafusp.
La loro gravità e frequenza sono diminuite nel tempo.
La maggior parte dei sintomi si è risolta senza somministrazione di corticosteroidi sistemici e senza sequele a lungo termine.
Le reazioni cutanee acute possono essere gestite con antistaminici e corticosteroidi topici.
In caso di sintomi gravi o persistenti, occorre valutare la somministrazione di steroidi per via sistemica.
Per gestire i segni e i sintomi delle reazioni cutanee può essere necessario un rinvio temporaneo dei trattamenti successivi con tebentafusp (vedere paragrafo 4.2, Tabella 2).
Malattie cardiache Eventi cardiaci come tachicardia sinusale e aritmia sono stati osservati in pazienti che hanno ricevuto un trattamento con tebentafusp (vedere paragrafo 4.8).
I pazienti con disturbi cardiovascolari preesistenti possono presentare un rischio maggiore di sequele associate alla CRS e devono essere monitorati attentamente.
I pazienti con segni o sintomi coerenti con eventi cardiaci devono essere valutati e trattati immediatamente.
Inoltre, deve essere somministrato un trattamento appropriato per l’eventuale CRS sottostante che funge da fattore scatenante.
Casi di prolungamento dell’intervallo QT sono stati segnalati in seguito al trattamento con tebentafusp (vedere paragrafo 4.8).
Il trattamento con tebentafusp deve essere somministrato con cautela ai pazienti con anamnesi di o predisposizione al prolungamento dell’intervallo QT e ai pazienti che assumono medicinali noti per prolungare l’intervallo QT.
Durante le prime 3 settimane di terapia e successivamente come clinicamente indicato, tutti i pazienti devono sottoporsi a un elettrocardiogramma (ECG) prima e dopo il trattamento con tebentafusp.
Se l’intervallo QTcF supera 500 msec o aumenta di ≥60 msec rispetto al valore basale, il trattamento con tebentafusp deve essere sospeso e i pazienti devono essere trattati per gli eventuali fattori scatenanti sottostanti, incluse anomalie elettrolitiche.
Il trattamento con tebentafusp deve essere ripreso quando l’intervallo QTcF migliora a <500 msec o è <60 msec rispetto al valore basale.
In base alla persistenza e alla gravità dell’evento cardiaco e dell’eventuale CRS associata, sarà necessario sospendere o interrompere il trattamento con tebentafusp (vedere paragrafo 4.2, Tabella 1).
Contraccezione Le donne potenzialmente fertili devono usare misure contraccettive efficaci durante il trattamento con tebentafusp e per almeno 1 settimana dopo la somministrazione dell’ultima dose del trattamento con tebentafusp (vedere paragrafo 4.6).
Eccipienti Questo medicinale contiene meno di 1 mmol (23 mg) di sodio per mL, cioè essenzialmente ‘senza sodio’. Interazioni
- Non sono stati effettuati studi formali d’interazione farmacologica con tebentafusp.
L’avvio della terapia con tebentafusp causa un rilascio transitorio di citochine che può comportare una soppressione degli enzimi del CYP450.
Il rischio di interazione farmacologica è massimo nelle prime 24 ore successive alle prime tre dosi di tebentafusp in pazienti trattati in concomitanza con substrati del CYP450, in particolare quelli con ristretto indice terapeutico.
Questi pazienti devono essere sottoposti a monitoraggio della tossicità (ad es.
warfarin) o delle concentrazioni di farmaco (ad es.
ciclosporina).
Se necessario, la dose dei medicinali concomitanti deve essere adattata. Effetti indesiderati
- Riassunto del profilo di sicurezza Le reazioni avverse osservate più frequentemente nei pazienti trattati con KIMMTRAK sono state sindrome da rilascio di citochine (88%), eruzione cutanea (85%), piressia (79%), prurito (72%), stanchezza (66%), nausea (56%), brividi (55%), dolore addominale (49%), edema (49%), ipo-/iperpigmentazione (48%), ipotensione (43%), cute secca (35%), cefalea (32%) e vomito (34%).
Le reazioni avverse hanno comportato l’interruzione definitiva della terapia nel 4% dei pazienti trattati con KIMMTRAK.
Tra le reazioni avverse, la causa più comune di interruzione del trattamento con KIMMTRAK è stata la sindrome da rilascio di citochine.
Il 26% dei pazienti trattati con KIMMTRAK (con somministrazione settimanale) ha sviluppato reazioni avverse che hanno causato l’interruzione di almeno una somministrazione, con una mediana di una dose saltata.
Le reazioni avverse richiedenti l’interruzione del trattamento in una percentuale di pazienti ≥2% hanno compreso stanchezza (3%; grado 1-3), piressia (2,7%; grado 1-3), aumento dell’alanina aminotransferasi (2,4%; grado 1-4), aumento dell’aspartato aminotransferasi (2,4%; grado 1-3), dolore addominale (2,1%; grado 1-3) e aumento della lipasi (2,1%; grado 1-3).
Il 4,2% dei pazienti nel gruppo trattato con KIMMTRAK ha sviluppato reazioni avverse che hanno richiesto almeno una modifica della dose.
Le reazioni avverse che hanno richiesto una modifica della dose in una percentuale di pazienti ≥1% sono state la sindrome da rilascio di citochine (1,9%; grado 1-3) e l’ipotensione (1,1%; grado 2-4).
Tabella delle reazioni avverse Nella Tabella 3 sono riassunte le reazioni avverse che si sono verificate in 378 pazienti con melanoma uveale metastatico inclusi in due studi clinici (IMCgp100-102 e IMCgp100-202) e sottoposti al regime posologico raccomandato di KIMMTRAK, pari a 20 microgrammi il giorno 1, 30 microgrammi il giorno 8, 68 microgrammi il giorno 15 e, successivamente, 68 microgrammi una volta a settimana.
La frequenza delle reazioni avverse è elencata in base alla classificazione per sistemi e organi (SOC) secondo MedDRA a livello di termine preferito.
Le frequenze di insorgenza delle reazioni avverse sono definite come segue: molto comune (≥1/10), comune (≥1/100, <1/10), non comune (≥1/1 000, <1/100), raro (≥1/10 000, <1/1 000), molto raro (<1/10 000).
All’interno di ciascuna classe di frequenza, le reazioni avverse sono riportate in ordine decrescente di gravità.Tabella 3.
Reazioni avverse in pazienti trattati con KIMMTRAK in monoterapia
¹ La CRS è stata accertata sulla base dei criteri unificati dell’ASTCT per l’attribuzione del grado della CRS (Lee et.al 2019).Reazioni avverse Infezioni ed infestazioni Comune Nasofaringite Disturbi del sistema immunitario Molto comune Sindrome da rilascio di citochine¹ Disturbi del metabolismo e della nutrizione Molto comune Appetito ridotto, ipomagnesiemia, iponatremia, ipocalcemia, ipokaliemia Non comune Sindrome da lisi tumorale Disturbi psichiatrici Molto comune Insonnia Comune Ansia Patologie del sistema nervoso Molto comune Cefalea², capogiro, parestesia Comune Disturbo del gusto Patologie cardiache Molto comune Tachicardia² Comune Aritmia², fibrillazione atriale² Non comune Angina pectoris², insufficienza cardiaca² Patologie vascolari Molto comune Ipotensione², rossore, ipertensione Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche Molto comune Tosse, dispnea Comune Dolore orofaringeo, ipossia² Patologie gastrointestinali Molto comune Nausea², vomito², diarrea, dolore addominale, stipsi, dispepsia Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo Molto comune Eruzione cutanea, prurito, cute secca, ipo-/ iperpigmentazione4, eritema Comune Alopecia, sudorazioni notturne Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo Molto comune Artralgia, dolore dorsale, mialgia, dolore a un arto Comune Spasmo muscolare Patologie generali e condizioni relative alla sede di somministrazione Molto comune Piressia², stanchezza³, brividi², edema5, malattia simil-influenzale Esami diagnostici Molto comune Aspartato aminotransferasi aumentata, alanina aminotransferasi aumentata, bilirubina ematica aumentata, lipasi aumentata, anemia, conta dei linfociti ridotta, fosfato ematico ridotto, creatinina ematica aumentata Comune Amilasi aumentata, gamma-glutamiltransferasi aumentata, conta dei globuli bianchi aumentata, fosfatasi alcalina ematica aumentata, glucosio ematico aumentato Non comune QT dell’elettrocardiogramma aumentato
Viene riportata la CRS accertata invece della CRS riferita dallo sperimentatore.
² Alcuni degli eventi segnalati possono essere associati alla CRS oppure costituire eventi isolati.
³ Comprende stanchezza e astenia.
4 Comprende acromotrichia acquisita, efelidi, alterazione del colore delle ciglia, ipopigmentazione delle ciglia, cambiamento del colore dei capelli, lentiggini, disturbo della pigmentazione, depigmentazione retinica, depigmentazione cutanea, alterazioni del colore della pelle, iperpigmentazione cutanea, ipopigmentazione cutanea, lentigo solare, vitiligine.
5 Comprende edema oculare, tumefazione degli occhi, edema delle palpebre, tumefazione periorbitale, edema periorbitale, tumefazione delle palpebre, edema della faringe, edema del labbro, tumefazione del labbro, edema della faccia, edema generalizzato, edema localizzato, edema, edema periferico, tumefazione periferica, tumefazione, tumefazione del viso.
Descrizione di reazioni avverse selezionate Sindrome da rilascio di citochine (CRS) Nello studio clinico IMCgp100-202, l’89% dei pazienti trattati con KIMMTRAK ha sviluppato sindrome da rilascio di citochine (accertata sulla base dei criteri unificati per l’attribuzione del grado ASTCT del 2019).
L’incidenza globale di CRS è stata del 12% per eventi di grado 1, del 76% per eventi di grado 2 e dello 0,8% per eventi di grado 3.
I sintomi riscontrati con maggiore frequenza in associazione alla CRS hanno incluso brividi, nausea, vomito, stanchezza, ipotensione e cefalea.
Gli eventi di grado 3 osservabili in associazione alla CRS comprendono tachicardia, ipossia, angina pectoris, flutter atriale e disfunzione ventricolare sinistra.
La maggior parte (84%) degli episodi di CRS è insorta lo stesso giorno dell’infusione.
Il tempo mediano alla risoluzione della CRS è stato di 2 giorni.
L’insorgenza di CRS ha determinato raramente (1,2%) l’interruzione definitiva del trattamento.
Tutti i sintomi di CRS sono stati reversibili e sono stati gestiti prevalentemente tramite la somministrazione per via endovenosa di fluidi, antipiretici o una singola dose di corticosteroidi.
Due pazienti (0,8%) hanno ricevuto tocilizumab.
Per la gestione clinica della CRS, vedere paragrafo 4.2, Tabella 1.
Reazioni cutanee acute Nello studio IMCgp100-202, il 91% dei pazienti trattati con KIMMTRAK ha sviluppato reazioni cutanee acute, fra cui eruzione cutanea di qualsiasi grado (83%), prurito (69%), eritema (25%) ed edema cutaneo (27%).
La maggior parte delle reazioni cutanee è stata di grado 1 (28%) o 2 (44%); in alcuni pazienti trattati con KIMMTRAK si sono verificati eventi di grado 3 (21%).
Tra i pazienti con eruzione cutanea sono state riscontrate comunemente eruzione cutanea (55%), eruzione cutanea maculo-papulare (31%) ed esfoliazione della cute (21%).
Il 5% dei pazienti ha riportato reazioni avverse di tipo eruzione cutanea di grado 3, fra cui eruzione cutanea (2,4%) ed eruzione cutanea maculo-papulare (1,6%).
L’insorgenza di reazioni cutanee acute è avvenuta generalmente in seguito a ciascuna delle prime tre infusioni di KIMMTRAK, con una riduzione della frequenza delle reazioni di grado ≥3 (dose 1: 17%, dose 2: 10%, dose 3: 8%, dose 4: 3%).
Il tempo mediano all’insorgenza di reazioni cutanee acute nei pazienti trattati con KIMMTRAK è stato di 1 giorno e il tempo mediano al miglioramento a grado ≤1 è stato di 6 giorni.
Per la gestione clinica delle reazioni cutanee acute, vedere paragrafo 4.2, Tabella 2.
Enzimi epatici elevati Nel corso dello studio IMCgp100-202, nel quale il 95% dei pazienti presentava metastasi epatiche preesistenti, è stato osservato un aumento di ALT/AST di grado ≥1 nel 65% dei pazienti trattati con KIMMTRAK.
Il 27% dei pazienti ha riferito un aumento della bilirubina, associato principalmente all’aumento delle dimensioni delle metastasi epatiche.
La maggior parte degli aumenti di ALT/AST di grado 3 o 4 si è verificata generalmente entro le prime 3 infusioni di KIMMTRAK.
Nella maggior parte dei pazienti con aumento di ALT/AST di grado 3 o 4, il miglioramento a grado ≤1 è avvenuto entro 7 giorni.
Immunogenicità Nel corso dello studio IMCgp100-102 e dello studio IMCgp100-202, rispettivamente il 33% e il 29% dei pazienti trattati con tebentafusp hanno sviluppato anticorpi anti-farmaco (ADA) emergenti dal trattamento diretti contro tebentafusp indipendentemente dalla dose somministrata.
Il tempo mediano all’insorgenza degli ADA è stato variabile tra le 6 e le 9 settimane dopo l’inizio del trattamento con tebentafusp.
Non vi sono state evidenze di un effetto degli ADA sulla sicurezza o sull’efficacia di tebentafusp, anche se il numero ridotto di pazienti che hanno sviluppato titoli elevati di ADA impedisce conclusioni solide sul loro effetto clinico.
Segnalazione delle reazioni avverse sospette La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale.
Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione riportato nell’allegato V. Gravidanza e allattamento
- Donne in età fertile/contraccezione Le donne in età fertile devono usare misure contraccettive efficaci durante il trattamento con tebentafusp e per almeno 1 settimana dopo la somministrazione dell’ultima dose di tebentafusp.
Gravidanza I dati relativi all’uso di tebentafusp in donne in gravidanza non esistono.
Non sono stati condotti studi sulla riproduzione negli animali con tebentafusp (vedere paragrafo 5.3).
Tebentafusp non è raccomandato durante la gravidanza e in donne in età fertile che non usano misure contraccettive.
Prima di avviare il trattamento con tebentafusp, deve essere accertato lo stato di gravidanza delle donne potenzialmente fertili.
Allattamento Esistono informazioni insufficienti sull’escrezione di tebentafusp/metaboliti nel latte materno.
Il rischio per i neonati/lattanti non può essere escluso.
L’allattamento deve essere interrotto durante il trattamento con tebentafusp.
Fertilità Non sono stati condotti studi sulla fertilità con tebentafusp (vedere paragrafo 5.3).
L’effetto di tebentafusp sulla fertilità maschile e femminile non è noto. Conservazione
- Conservare e trasportare in frigorifero (2 °C - 8 °C).
Tenere il flaconcino nell’imballaggio esterno per proteggere il medicinale dalla luce.
Per le condizioni di conservazione dopo la diluizione del medicinale, vedere paragrafo 6.3.
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Segnalazione degli effetti indesiderati
Se dovesse manifestarsi un qualsiasi effetto indesiderato, compresi quelli non elencati in questo foglio, è doveroso rivolgersi al proprio medico, ad uno specialista e/o al farmacista. La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Gli effetti indesiderati possono essere segnalati direttamente tramite il sistema nazionale di segnalazione all'indirizzo www.agenziafarmaco.it/it/responsabili. Segnalando gli effetti indesiderati si può contribuire a fornire maggiori informazioni sulla sicurezza di questo medicinale.