JEVTANA EV 1FL 60MG 1,5ML+1FL

6.553,74 €

Prezzo indicativo

Principio attivo: CABAZITAXEL
  • ATC: L01CD04
  • Descrizione tipo ricetta: OSP - USO OSPEDALIERO
  • Presenza Glutine:
  • Presenza Lattosio:

Data ultimo aggiornamento: 22/12/2011

JEVTANA in combinazione con prednisone o prednisolone è indicato per il trattamento di pazienti adulti affetti da carcinoma della prostata metastatico resistente alla castrazione, trattati in precedenza con un regime contenente docetaxel (vedere paragrafo 5.1).
Un ml di concentrato contiene 40 mg di cabazitaxel. Ogni flaconcino di 1,5 ml (volume nominale) di concentrato contiene 60 mg di cabazitaxel. Dopo diluizione iniziale con l’intero solvente, ciascun ml di soluzione contiene 10 mg di cabazitaxel. Nota: sia il flaconcino contenente il concentrato di JEVTANA 60 mg/1,5 ml (volume di riempimento 73,2 mg di cabazitaxel/1,83 ml) che il flaconcino contenente solvente (volume di riempimento 5,67 ml) comprendono un sovra-riempimento per compensare la perdita di liquido durante la preparazione. Il sovra-riempimento assicura che dopo la diluizione del concentrato con l’INTERO contenuto del flaconcino di solvente fornito, si ottenga una soluzione, contenente 10 mg/ml di cabazitaxel. Eccipiente con effetti noti: Ogni flaconcino di solvente contiene 573,3 mg di etanolo al 96%.Per l’elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1.

Controindicazioni

• Ipersensibilità a cabazitaxel, ad altri taxani o al polisorbato 80 o ad uno qualsiasi degli eccipienti elencati nel paragrafo 6.1; • Conta dei neutrofili inferiore a 1.500/mm³; • Compromissione epatica severa (bilirubina totale >3 x ULN); • Vaccinazione concomitante con vaccino contro la febbre gialla (vedere paragrafo 4.5).

Posologia

L’uso di JEVTANA deve essere limitato a unità specializzate nella somministrazione di farmaci citotossici e deve essere somministrato solo sotto la supervisione di un medico esperto nell’uso della chemioterapia anticancro.
Devono essere disponibili strutture e apparecchiature per il trattamento di reazioni da ipersensibilità gravi quali ipotensione e broncospasmo (vedere paragrafo 4.4).
Premedicazione: Il regime di premedicazione raccomandato deve essere eseguito almeno 30 minuti prima di ogni somministrazione di JEVTANA con i seguenti medicinali per via endovenosa allo scopo di mitigare il rischio e la severità di reazioni di ipersensibilità: • antiistaminico (desclorfeniramina 5 mg o difenidramina 25 mg o equivalente); • corticosteroide (desametasone 8 mg o equivalente) e; • H2 antagonista (ranitidina o equivalente) (vedere paragrafo 4.4).
Si raccomanda una profilassi con antiemetici che possono essere somministrati per via orale o endovenosa secondo necessità.
Nel corso dell’intero trattamento è necessario garantire al paziente un’idratazione adeguata allo scopo di prevenire complicazioni come l’insufficienza renale.
Posologia.
La dose raccomandata di JEVTANA è di 25 mg/m² somministrata in forma di infusione endovenosa di 1 ora ogni 3 settimane in combinazione con prednisone o prednisolone 10 mg per via orale con somministrazione quotidiana durante il trattamento.
Aggiustamenti della dose: La dose deve essere modificata se i pazienti manifestano le seguenti reazioni avverse (i gradi si riferiscono ai Common Terminology Criteria for Adverse Events [CTCAE 4.0]): Tabella 1 - Modifiche raccomandate in caso di reazione avversa in pazienti trattati con cabazitaxel
Reazioni avverse Modifica della dose
Neutropenia prolungata di grado ≥3 (più di 1 settimana) nonostante adeguata terapia compreso G-CSF Rimandare il trattamento finché la conta dei neutrofili è >1.500 cellule/mm³, poi ridurre la dose di cabazitaxel da 25 mg/m² a 20 mg/m².
Neutropenia febbrile o infezione neutropenica Rimandare il trattamento fino a miglioramento o risoluzione, e finché la conta di neutrofili è >1.500 cellule/mm³, poi ridurre la dose di cabazitaxel da 25 mg/m² a 20 mg/m².
Diarrea di grado ≥3 o diarrea persistente nonostante terapia adeguata, compresa reidratazione e reintegrazione elettrolitica Rimandare il trattamento fino a miglioramento o risoluzione, poi ridurre la dose di cabazitaxel da 25 mg/m² a 20 mg/m².
Neuropatia periferica di grado ≥2 Rimandare il trattamento fino al miglioramento, poi ridurre la dose di cabazitaxel da 25 mg/m² a 20 mg/m².
Nel caso in cui i pazienti continuino a manifestare una di queste reazioni anche alla dose di 20 mg/m², possono essere considerate una ulteriore riduzione di dose a 15 mg/m² oppure l’interruzione di JEVTANA.
I dati in pazienti trattati a dose inferiore a 20 mg/m² sono limitati.
Popolazioni speciali.
Pazienti con compromissione epatica: Cabazitaxel è ampiamente metabolizzato dal fegato.
Ai pazienti con compromissione epatica lieve (bilirubina totale compresa tra > 1 e ≤ 1,5 x limite superiore di normalità (ULN, Upper Limit of Normal) o AST > 1,5 x ULN), deve essere ridotta la dose di cabazitaxel a 20 mg/m².
La somministrazione di cabazitaxel a pazienti con compromissione epatica lieve deve essere intrapresa con cautela e deve essere effettuato un attento monitoraggio.
In pazienti con compromissione epatica moderata (bilirubina totale compresa tra > 1,5e ≤ 3,0 x ULN), la massima dose tollerata (MDTmaximum tolerated dose) era di 15 mg/m².
Se il trattamento è previsto in pazienti con compromissione epatica moderata la dose di cabazitaxel non deve superare i 15 mg/m².
Tuttavia, sono disponibili limitati dati di efficacia con questa dose.
Cabazitaxel non deve essere somministrato a pazienti con compromissione epatica severa (bilirubina totale > 3 x ULN) (vedere paragrafi 4.3, 4.4 e 5.2).
Pazienti con compromissione renale: Cabazitaxel è escreto solo in minima misura dal rene.
Non è necessario alcun aggiustamento della dose in pazienti con compromissione renale, che non necessitano di emodialisi.
I pazienti che presentano una malattia renale terminale (clearance della creatinina (CLCR: <15 ml/min/1,73 m²) per la loro condizione e la quantità limitata di dati disponibili devono essere trattati con cautela e monitorati con attenzione durante il trattamento (vedere paragrafi 4.4 e 5.2).
Anziani: Non si raccomanda un aggiustamento della dose specifico per l’uso di cabazitaxel in pazienti anziani (vedere anche paragrafi 4.4, 4.8 e 5.2).
Uso concomitante di medicinali: L’uso concomitante di medicinali che sono forti induttori o forti inibitori del CYP3A deve essere evitato.
Tuttavia, se i pazienti necessitano della co-somministrazione di un forte inibitore del CYP3A, deve essere considerata una riduzione del 25% della dose di cabazitaxel (vedere paragrafi 4.4 e 4.5).
Popolazione pediatrica: Non vi è un uso specifico di JEVTANA nella popolazione pediatrica.
La sicurezza e l’efficacia di JEVTANA nei bambini e negli adolescenti al di sotto dei 18 anni di età non sono state stabilite (vedere paragrafo 5.1).
Modo di somministrazione: Per istruzioni sulla preparazione e somministrazione del prodotto vedere paragrafo 6.6.
Non devono essere usati contenitori per infusione in PVC e set per infusione in poliuretano.
JEVTANA non deve essere miscelato con altri prodotti medicinali tranne quelli menzionati nel paragrafo 6.6.

Avvertenze e precauzioni

Reazioni di ipersensibilità: Prima di iniziare l’infusione di cabazitaxel (vedere paragrafo 4.2) tutti i pazienti devono essere premedicati.
I pazienti devono essere attentamente osservati per reazioni di ipersensibilità, specialmente durante la prima e la seconda infusione.
Le reazioni di ipersensibilità possono manifestarsi entro pochi minuti dall’inizio dell’infusione di cabazitaxel, di conseguenza devono essere disponibili strutture ed apparecchiature per il trattamento dell’ipotensione e del broncospasmo.
Possono verificarsi reazioni severe comprendenti eruzione cutanea/eritema generalizzato, ipotensione e broncospasmo.
Reazioni di ipersensibilità severe richiedono l’immediata interruzione di cabazitaxel ed una terapia appropriata.
I pazienti con una reazione di ipersensibilità devono interrompere il trattamento con JEVTANA (vedere paragrafo 4.3).
Mielosoppressione: Si può verificare mielosoppressione, manifestata come neutropenia, anemia, trombocitopenia o pancitopenia (vedere “Rischio di neutropenia” e “Anemia” al paragrafo 4.4 sotto).
Rischio di neutropenia: I pazienti trattati con cabazitaxel possono essere sottoposti a profilassi con G-CSF, come previsto dalle linee guida della American Society of Clinical Oncology (ASCO) e/o dalle attuali linee guida istituzionali, per ridurre il rischio di neutropenia o gestirne le complicazioni (neutropenia febbrile, neutropenia prolungata o infezione neutropenica).
Deve essere presa in considerazione una profilassi primaria con G-CSF in pazienti con caratteristiche cliniche ad alto rischio (età >65 anni, basso performance status, episodi pregressi di neutropenia febbrile, estese aree sottoposte a precedente terapia radiante, condizioni nutrizionali precarie o altre comorbilità gravi) che li predispongano a maggiori complicazioni da neutropenia prolungata.
È stato dimostrato che l’uso di G-CSF limita l’incidenza e la severità della neutropenia.
La neutropenia è la reazione avversa più comune di cabazitaxel (vedere paragrafo 4.8).
È essenziale un monitoraggio dell’esame emocromocitometrico completo su base settimanale durante il 1° ciclo e prima di ogni ciclo di trattamento successivo per poter aggiustare la dose, se necessario.
La dose deve essere ridotta in caso di neutropenia febbrile o di neutropenia prolungata nonostante un trattamento adeguato (vedere paragrafo 4.2).
I pazienti potranno essere ritrattati solo quando i neutrofili avranno raggiunto un livello ≥1.500/mm³ (vedere paragrafo 4.3).
Disturbi gastrointestinali: Sintomi come dolore addominale e dolorabilità addominale, febbre, stipsi persistente, diarrea con o senza neutropenia, potrebbero essere manifestazioni precoci di tossicità gastrointestinale grave e devono essere valutati e trattati immediatamente.
Potrebbe essere necessario rimandare o terminare il trattamento con cabazitaxel.
Rischio di nausea, vomito, diarrea e disidratazione: I pazienti che sono colpiti da diarrea durante la somministrazione di cabazitaxel possono essere trattati con i farmaci antidiarroici comunemente usati.
Devono essere adottate misure adeguate per reidratare i pazienti.
La comparsa della diarrea è più frequente in pazienti sottoposti a precedente irradiazione addomino-pelvica.
La disidratazione è più frequente in pazienti di 65 anni e oltre.
Devono essere adottate misure adeguate per reidratare i pazienti e per monitorare e correggere i livelli di elettroliti nel siero, in particolare del potassio.
Per diarrea di grado ≥3 può essere necessario rimandare il trattamento o ridurre la dose (vedere paragrafo 4.2).
Se i pazienti manifestano diarrea o vomito, può essere somministrato un trattamento con antiemetici di uso comune.
Rischio di serie reazioni gastrointestinali: Nei pazienti trattati con cabazitaxel sono stati riportati casi di emorragia e perforazione gastrointestinale, occlusione intestinale, colite, incluso esito fatale (vedere paragrafo 4.8).
Si raccomanda cautela nel trattamento di pazienti che presentano un rischio maggiore di sviluppare complicanze gastrointestinali: pazienti neutropenici, pazienti anziani, trattamento concomitante con i FANS, terapia antiaggregante piastrinica o anticoagulanti, e pazienti con una storia pregressa di radioterapia pelvica, o malattie gastrointestinali, quali ulcere e sanguinamento gastrointestinale.
Neuropatia periferica: Sono stati osservati casi di neuropatia periferica, neuropatia sensoriale periferica (ad es.
parestesie, disestesie) e neuropatia motoria periferica nei pazienti che ricevono cabazitaxel.
I pazienti in terapia con cabazitaxel devono essere avvisati di informare il medico prima di continuare il trattamento nel caso in cui si verifichino sintomi di neuropatia quali dolore, bruciore, formicolio, intorpidimento o debolezza.
Prima di ciascun trattamento, il medico deve valutare la presenza o il peggioramento della neuropatia.
La terapia deve essere rimandata fino al miglioramento dei sintomi.
In caso di neuropatia periferica persistente di grado ≥2, la dose di cabazitaxel deve essere ridotta da 25 mg/m² a 20 mg/m² (vedere paragrafo 4.2).
Anemia: È stata riportata anemia in pazienti trattati con cabazitaxel (vedere paragrafo 4.8).
Emoglobina ed ematocrito devono essere controllati prima del trattamento con cabazitaxel e se i pazienti mostrano segni o sintomi di anemia o di emorragia.
Si raccomanda cautela nei pazienti con emoglobina <10 g/dL e si devono adottare misure appropriate come clinicamente indicato.
Rischio di insufficienza renale: Sono stati riportati disordini renali associati a sepsi, severa disidratazione dovuta a diarrea, vomito e uropatia ostruttiva.
È stata osservata insufficienza renale con alcuni casi ad esito letale.
È necessario adottare misure adeguate per identificare la causa e, se necessario, sottoporre i pazienti ad un trattamento intensivo.
Durante tutto il trattamento con cabazitaxel deve essere garantita un’idratazione adeguata.
Il paziente deve essere informato della necessità di riferire immediatamente qualsiasi cambiamento significativo del proprio volume quotidiano di urina.
La creatinina sierica deve essere misurata al basale, ad ogni conta ematica e ogni qualvolta il paziente riferisca un cambiamento nell’escrezione urinaria.
Il trattamento con cabazitaxel deve essere interrotto in caso di qualsiasi riduzione della funzionalità renale sino all’insufficienza renale ≥ di grado 3 CTCAE 4.0.
Patologie respiratorie: Sono state riportate polmonite interstiziale/polmonite e patologie polmonari interstiziali e possono essere associate ad esito fatale (vedere paragrafo 4.8).
In caso di insorgenza di nuovi sintomi polmonari, o di un loro peggioramento, i pazienti devono essere attentamente monitorati, tempestivamente esaminati, ed adeguatamente trattati.
È raccomandata l’interruzione della terapia con cabazitaxel fino a quando non sarà disponibile una diagnosi.
L’utilizzo precoce di misure terapeutiche di supporto può aiutare a migliorare la condizione.
Il beneficio di una ripresa del trattamento con cabazitaxel deve essere attentamente valutato.Rischio di aritmie cardiache: Sono state riportate aritmie cardiache, più comunemente tachicardia e fibrillazione atriale (vedere paragrafo 4.8).
Anziani: Alcune reazioni avverse, tra cui neutropenia e neutropenia febbrile (vedere paragrafo 4.8), si manifestano con maggiore probabilità negli anziani (≥65 anni di età).
Pazienti con compromissione epatica: Il trattamento con JEVTANA è controindicato in pazienti con compromissione epatica severa (bilirubina totale >3 x ULN) (vedere paragrafo 4.3 e 5.2).
La dose deve essere ridotta in pazienti con compromissione epatica lieve (bilirubina totale compresa tra >1 e ≤ 1,5 x ULN o AST >1,5x ULN) (vedere paragrafi 4.2 e 5.2).
Interazioni: La co-somministrazione con forti inibitori del CYP3A deve essere evitata in quanto questi possono aumentare le concentrazioni plasmatiche di cabazitaxel (vedere paragrafi 4.2 e 4.5).
Se la cosomministrazione di un forte inibitore del CYP3A non può essere evitata, devono essere presi in considerazione uno stretto monitoraggio della tossicità ed una riduzione della dose di cabazitaxel (vedere paragrafi 4.2 e 4.5).
La co-somministrazione con forti induttori del CYP3A4 deve essere evitata in quanto questi possono diminuire le concentrazioni plasmatiche di cabazitaxel (vedere paragrafi 4.2 e 4.5).
Eccipienti: Il solvente contiene 573,3 mg di etanolo al 96% (15% v/v), equivalenti a 14 ml di birra o 6 ml di vino.
È quindi nocivo per le persone che soffrono di alcolismo.Da tenere in considerazione per i gruppi ad alto rischio, quali i pazienti con epatopatia o epilessia.

Interazioni

Studi in vitro hanno dimostrato che il cabazitaxel è metabolizzato principalmente dal CYP3A (dall’80% al 90%) (vedere paragrafo 5.2).
Inibitori del CYP3A: Ripetute somministrazioni di ketoconazolo (400 mg una volta al giorno), un forte inibitore del CYP3A, hanno determinato una diminuzione della clearance di cabazitaxel del 20% corrispondente ad un aumento del 25% dell’AUC.
Quindi la somministrazione concomitante di inibitori potenti del CYP3A (ad es.
ketoconazolo, itraconazolo, claritromicina, indinavir, nefazodone, nelfinavir, ritonavir, saquinavir, telitromicina, voriconazolo) deve essere evitata poiché può causare un aumento delle concentrazioni plasmatiche di cabazitaxel (vedere paragrafi 4.2 e 4.4).
La somministrazione concomitante di aprepitant, un inibitore moderato del CYP3A, non ha avuto effetto sulla clearance di cabazitaxel.
Induttori del CYP3A: Ripetute somministrazioni di rifampicina (600 mg una volta al giorno), un forte induttore del CYP3A, hanno determinato un aumento della clearance di cabazitaxel del 21% corrispondente a una diminuzione dell’AUC del 17%.
Quindi, la somministrazione concomitante di potenti induttori del CYP3A (ad es.
fenitoina, carbamazepina, rifampicina, rifabutina, rifapentina, fenobarbitale) deve essere evitata poiché può causare una diminuzione delle concentrazioni plasmatiche di cabazitaxel (vedere paragrafi 4.2 e 4.4).
Inoltre i pazienti devono evitare l’assunzione di iperico.
OATP1B1: In vitro, carbazitaxel ha inoltre dimostrato di inibire le proteine di trasporto dei Polipeptidi di Trasporto dell’Anione Organico OATP1B1.
Il rischio di interazione con i substrati OATP1B1 (per esempio statine, valsartan, repaglinide) è possibile in modo particolare durante il periodo di infusione (1 ora) e fino a 20 minuti dopo la fine dell’infusione.
Si raccomanda un intervallo di 12 ore prima dell’infusione e di almeno 3 ore dopo la fine dell’infusione prima di somministrare i substrati OATP1B1.
Vaccinazioni: La somministrazione di vaccini vivi o attenuati in pazienti immunocompromessi da agenti chemioterapici può causare infezioni gravi o letali.
La vaccinazione con vaccino vivo attenuato in pazienti sottoposti a trattamento con cabazitaxel deve essere evitata.
Si possono somministrare vaccini uccisi o inattivati; tuttavia la risposta a tali vaccini può essere ridotta.

Effetti indesiderati

Sintesi del profilo di sicurezza: La sicurezza di JEVTANA in combinazione con prednisone o prednisolone è stata valutata in 371 pazienti con carcinoma prostatico metastatico resistente alla castrazione, trattati con 25 mg/m² di cabazitaxel una volta ogni tre settimane in uno studio di fase III controllato, in aperto, randomizzato.
I pazienti hanno ricevuto una durata mediana di 6 cicli di cabazitaxel.
Le reazioni avverse più comuni (≥10%) di tutti i gradi sono state anemia (97,3%), leucopenia (95,7%) neutropenia (93,5%), trombocitopenia (47,4%) e diarrea (46,6%).
Le reazioni avverse di grado ≥3 più comuni (≥5%) nel gruppo cabazitaxel sono state neutropenia (81,7%), leucopenia (68,2%), anemia (10,5%), neutropenia febbrile (7,5%), diarrea (6,2%).
L’interruzione del trattamento per reazioni avverse si è resa necessaria in 68 pazienti (18,3%) trattati con cabazitaxel.
La reazione avversa più comune che ha determinato la sospensione del trattamento con cabazitaxel è stata la neutropenia.
Tabella delle reazioni avverse: Le reazioni avverse sono elencate nella tabella 2 secondo la classificazione per sistemi ed organi MedDRA e per categorie di frequenza.
All’interno di ciascun gruppo di frequenza, le reazioni avverse sono elencate in ordine decrescente di gravità.
L’intensità delle reazioni avverse è classificata secondo la scala CTCAE 4.0 (grado ≥3 = G≥3).
Le frequenze si basano su tutti i gradi e sono definite come: molto comune (≥1/10), comune (≥1/100 - <1/10); non comune (≥1/1.000 - <1/100); raro (≥1/10.000 - <1/1.000); molto raro (<1/10.000), non nota (la frequenza non può essere definita sulla base dei dati disponibili).
Tabella 2: Reazioni avverse e anomalie ematologiche osservate con cabazitaxel in combinazione con prednisone o prednisolone nello studio TROPIC (n=371)
Sistemi e Organi Reazione avversa Tutti i gradi n (%) Grado≥3 n (%)
   Molto comune Comune 
Infezioni ed Infestazioni Shock Settico  4 (1,1) 4 (1,1)
Sepsi  4 (1,1) 4 (1,1)
Cellulite  6 (1,6) 2 (0,5)
Infezione delle vie urinarie  27 (7,3) 4 (1,1)
Influenza  11 (3) 0
Cistite  10 (2,7) 1 (0,3)
Infezione vie aeree superiori  10 (2,7) 0
Herpes zoster  5 (1,3) 0
Candidosi  4 (1,1) 0
Patologie del sistema emolinfopoietico Neutropeniaa* 347 (93,5)  303 (81,7)
Anemia a 361 (97,3)  39 (10,5)
Leucopeniaa 355 (95,7)  253 (68,2)
Trombocitopeniaa 176 (47,4)  15 (4)
Neutropenia febbrile  28 (7,5) 28 (7,5)
Disturbi del sistema immunitario Ipersensibilità  5 (1,3) 0
Disturbi del Anoressia 59 (15,9)  3 (0,8)
metabolismo e della nutrizione Disidratazione  18 (4,9) 8 (2,2)
Iperglicemia  4 (1,1) 3 (0,8)
Ipopotassiemia  4 (1,1) 2 (0,5)
Disturbi psichiatrici Ansia  11 (3) 0
Stato confusionale  5 (1,3) 0
Patologie del sistema nervoso Disgeusia 41 (11,1)  0
Neuropatia periferica  30 (8,1) 2 (0,5)
Neuropatia sensoriale periferica  20 (5,4) 1 (0,3)
Capogiri  30 (8,1) 0
Cefalea  28 (7,5) 0
Parestesia  17 (4,6) 0
Letargia  5 (1,3) 1 (0,3)
Ipoestesia  5 (1,3) 0
Sciatica  4 (1,1) 1 (0,3)
Patologie dell’occhio Congiuntivite  5 (1,3) 0
Aumento della lacrimazione  5 (1,3) 0
Patologie dell’orecchio e del labirinto Tinnito  5 (1,3) 0
Vertigini  5 (1,3) 0
Patologie cardiache* Fibrillazione atriale  4 (1,1) 2 (0,5)
Tachicardia  6 (1,6) 0
Patologie vascolari Ipotensione  20 (5,4) 2 (0,5)
Trombosi venosa profonda  8 (2,2) 7 (1,9)
Ipertensione  6 (1.6) 1 (0,3)
Ipotensione ortostatica  5 (1.3) 1 (0,3)
Vampate  5 (1,3) 0
Arrossamento cutaneo  4 (1,1) 0
Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche Dispnea 44 (11,9)  5 (1,3)
Tosse 40 (10,8)  0
Dolore orofaringeo  13 (3,5) 0
Polmonite  9 (2,4) 6 (1,6)
Patologie gastrointestinali Diarrea 173 (46,6)  23 (6,2)
Nausea 127 (34,2)  7 (1,9)
Vomito 84 (22,6)  7 (1,9)
Stipsi 76 (20,5)  4 (1,1)
Dolore addominale 43 (11,6)  7 (1,9)
Dispepsia  25 (6,7) 0
Dolore nella parte alta dell’addome  20 (5,4) 0
Emorroidi  14 (3,8) 0
Reflusso gastroesofageo  12 (3,2) 0
Emorragia rettale  8 (2,2) 2 (0,5)
Bocca secca  8 (2,2) 1 (0,3)
Distensione addominale  5 (1,3) 1 (0,3)
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo Alopecia 37 (10)  0
Pelle secca  9 (2,4) 0
Eritema  5 (1,3) 0
Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo Dolore alla schiena 60 (16,2)  14 (3,8)
Artralgia 39 (10,5)  4 (1,1)
Dolore alle estremità  30 (8,1) 6 (1,6)
Spasmi muscolari  27 (7,3) 0
Mialgia  14 (3,8) 1 (0,3)
Dolore toracico muscoloscheletrico  11 (3) 1 (0,3)
Dolore ai fianchi  7 (1,9) 3 (0,8)
Patologie renali e urinarie Insufficienza renale acuta  8 (2,2) 6 (1,6)
Insufficienza renale  7 (1,9) 6 (1,6)
Disuria  25 (6,7) 0
Coliche renali  5 (1,3) 1 (0,3)
Ematuria 62 (16,7)  7 (1,9)
Pollachiuria  13 (3,5) 1 (0,3)
Idronefrosi  9 (2,4) 3 (0,8)
Ritenzione urinaria  9 (2,4) 3 (0,8)
Incontinenza urinaria  9 (2,4) 0
Ostruzione ureterica  7 (1,9) 5 (1,3)
Patologie dell’apparato riproduttivo e della mammella Dolore pelvico  7 (1,9) 1 (0,3)
Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione Affaticamento 136 (36,7)  18 (4,9)
Astenia 76 (20,5)  17 (4,6)
Piressia 45 (12,1)  4 (1,1)
Edema periferico  34 (9,2) 2 (0,5)
Infiammazione mucosale  22 (5,9) 1 (0,3)
Dolore  20 (5,4) 4 (1,1)
Dolore toracico  9 (2,4) 2 (0,5)
Edema  7 (1,9) 1 (0,3)
Brividi  6 (1,6) 0
Malessere  5 (1,3) 0
Esami diagnostici Calo ponderale  32 (8,6) 0
Aumento dell’aspartato aminotrasferasi  4 (1,1) 0
Aumento delle transaminasi  4 (1,1) 0
a sulla base dei valori di laboratorio.
* vedere paragrafo dettagliato che segue.
Descrizione di reazioni avverse selezionate. Neutropenia ed eventi clinici associati: Sulla base dei dati di laboratorio, l’incidenza della neutropenia di grado ≥3 è stata dell’81,7%.
L’incidenza delle reazioni avverse di grado ≥3 da neutropenia clinica e neutropenia febbrile è stata rispettivamente del 21,3% e del 7,5%.
La neutropenia è stata la reazione avversa più comune che ha determinato la sospensione della somministrazione del farmaco (2,4%).
Tra le complicazioni neutropeniche sono comprese infezioni neutropeniche (0,5%), sepsi neutropenica (0,8%) e shock settico (1,1%), che in alcuni casi hanno avuto esito fatale.
È stato dimostrato che l’uso di G-CSF limita l’incidenza e la severità della neutropenia (vedere paragrafi 4.2 e 4.4).
Disturbi cardiaci e aritmie: Tra i disturbi cardiaci gli eventi di tutti i gradi sono stati più comuni nel braccio cabazitaxel con 6 pazienti (1,6%) con aritmie cardiache di Grado ≥3.
L’incidenza di tachicardia con cabazitaxel è stata dell’1,6%, nessuna delle quali di Grado ≥3.
L’incidenza di fibrillazione atriale è stata dell’1,1% nel gruppo trattato con cabazitaxel.
La comparsa di insufficienza cardiaca è stata più comune con cabazitaxel e si è presentata come evento in 2 pazienti (0,5%).
Un paziente nel gruppo cabazitaxel è deceduto a causa di insufficienza cardiaca.
In 1 paziente è stata riportata fibrillazione ventricolare ad esito fatale (0,3%) e arresto cardiaco in 2 pazienti (0,5%).
Nessuno di questi eventi è stato considerato correlato dallo sperimentatore.
Ematuria: Nello studio EFC11785, la frequenza di ematuria di tutti i gradi è stata del 20,8% a 25 mg/m² (vedere paragrafo 5.1).
In circa due terzi dei casi sono state identificate cause confondenti quali progressione della malattia, uso di strumentazione, infezione o terapia anticoagulante/FANS/aspirina.
Altre anomalie di laboratorio: L’incidenza di anemia di grado ≥3, l’aumento di AST, ALT e della bilirubina sulla base delle anomalie di laboratorio è stata rispettivamente pari a 10,5%, 0,7%, 0,9% e 0,6%.
Disturbi gastrointestinali: Sono state osservate coliti, enterocoliti, gastriti, enterocoliti neutropeniche.
Inoltre sono stati riportati casi di emorragia e perforazione gastrointestinale, ileo ed occlusione intestinale (vedere paragrafo 4.4).
Patologie respiratorie: Sono stati riportati casi, talvolta fatali, di polmonite interstiziale/polmonite e patologie polmonari interstiziali con frequenza non nota (la frequenza non può essere definita sulla base dei dati disponibili) (vedere paragrafo 4.4).
Patologie renali e urinarie: È stata osservata cistite dovuta al fenomeno di recall da radiazioni, inclusa cistite emorragica, con frequenza non comune.
Popolazione pediatrica: Vedere paragrafo 4.2 Altre popolazioni speciali.
Popolazione anziana: Tra i 371 pazienti trattati con cabazitaxel nello studio sul carcinoma prostatico, 240 pazienti avevano 65 anni e oltre, compresi 70 pazienti con più di 75 anni.
Le reazioni avverse registrate in percentuali uguali o maggiori del 5% nei pazienti di 65 anni e oltre rispetto ai pazienti più giovani sono state le seguenti: affaticamento (40,4% rispetto a 29,8%), neutropenia clinica (24,2% rispetto a 17,6%), astenia (23,8% rispetto a 14,5%), piressia (14,6% rispetto a 7,6%), capogiri (10,0% rispetto a 4,6%), infezione delle vie urinarie (9,6% rispetto a 3,1%) e disidratazione (6,7% rispetto a 1,5%) rispettivamente.
Per le reazioni avverse di grado ≥3 riportate di seguito l’incidenza è stata superiore nei pazienti di 65 anni e oltre rispetto a quella dei pazienti più giovani: neutropenia sulla base delle anomalie dei valori di laboratorio (86,3% rispetto a 73,3%), neutropenia clinica (23,8% rispetto a 16,8%) e neutropenia febbrile (8,3% rispetto a 6,1%) (vedere paragrafi 4.2 e 4.4).
Dei 595 pazienti trattati con cabazitaxel 25 mg/m² nello studio sul carcinoma della prostata EFC11785, 420 pazienti avevano 65 anni o più.
Le reazioni avverse riportate con frequenza superiore di almeno il 5% nei pazienti di 65 anni o più rispetto ai pazienti più giovani sono state diarrea (42,9% rispetto a 32,6%), affaticamento (30,2% rispetto a 19,4%), astenia (22,4% rispetto a 13,1%), stipsi (20,2% rispetto a 12,6%), neutropenia clinica (12,9% rispetto a 6,3%), neutropenia febbrile (11,2% rispetto a 4,6%) e dispnea (9,5% rispetto a 3,4%).
Segnalazione delle reazioni avverse sospette: La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale stesso.
Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione riportato nell’Allegato V.

Gravidanza e allattamento

Gravidanza: Non vi sono dati sull’uso di cabazitaxel in gravidanza.
Studi condotti su animali hanno dimostrato tossicità riproduttiva a dosi maternotossiche (vedere paragrafo 5.3) e che cabazitaxel attraversa la barriera placentare (vedere paragrafo 5.3).
Come per altri farmaci citotossici, cabazitaxel può causare danno fetale nelle donne in gravidanza.
L’esposizione a cabazitaxel non è raccomandata durante la gravidanza ed in donne in età fertile che non facciano uso di contraccezione.
Allattamento: I dati farmacocinetici disponibili negli animali hanno dimostrato l’escrezione di cabazitaxel e dei suoi metaboliti nel latte materno (vedere paragrafo 5.3).
Non si può escludere un rischio per il lattante.
Cabazitaxel non deve essere usato durante l'allattamento con latte materno.
Fertilità: Studi condotti su animali hanno dimostrato che cabazitaxel influenza il sistema riproduttivo di ratti e cani di sesso maschile senza alcun effetto funzionale sulla fertilità (vedere paragrafo 5.3).
Tuttavia, data l’attività farmacologica dei taxani, il loro potenziale genotossico e l’effetto di svariati composti di questa classe sulla fertilità negli studi su animali, non si possono escludere effetti sulla fertilità nell’uomo.
Dati i potenziali effetti sui gameti maschili e la potenziale esposizione tramite il liquido seminale, gli uomini trattati con cabazitaxel devono usare mezzi di contraccezione efficaci durante tutto il trattamento e si raccomanda di continuarne l’utilizzo per almeno 6 mesi dopo l’ultima dose di cabazitaxel.
A causa della potenziale esposizione tramite il liquido seminale, i pazienti trattati con cabazitaxel devono impedire che altre persone entrino in contatto con il proprio eiaculato durante tutto il trattamento.
Ai pazienti trattati con cabazitaxel si raccomanda di richiedere una consulenza sulla conservazione dello sperma prima del trattamento.

Conservazione

Non conservare a temperatura superiore a 30°C.
Non conservare in frigorifero.
Per le condizioni di conservazione dopo diluizione del medicinale, vedere paragrafo 6.3.

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Segnalazione degli effetti indesiderati
Se dovesse manifestarsi un qualsiasi effetto indesiderato, compresi quelli non elencati in questo foglio, è doveroso rivolgersi al proprio medico, ad uno specialista e/o al farmacista. La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Gli effetti indesiderati possono essere segnalati direttamente tramite il sistema nazionale di segnalazione all'indirizzo www.agenziafarmaco.it/it/responsabili. Segnalando gli effetti indesiderati si può contribuire a fornire maggiori informazioni sulla sicurezza di questo medicinale.