IRBESARTAN MACL 28CPR RIV150MG

6,84 €

Prezzo indicativo

Principio attivo: IRBESARTAN
  • ATC: C09CA04
  • Descrizione tipo ricetta: RR - RIPETIBILE 10V IN 6MESI
  • Presenza Glutine:
  • Presenza Lattosio: Il farmaco contiene lattosio

Data ultimo aggiornamento: 28/11/2015

Irbesartan Macleods Pharma è indicato negli adulti per il trattamento dell’ipertensione arteriosa essenziale. È indicato anche per il trattamento della malattia renale nei pazienti adulti ipertesi con diabete mellito di tipo 2 come parte di un trattamento farmacologico antipertensivo (vedere paragrafi 4.3, 4.4, 4.5 e 5.1).
Ogni compressa contiene 150 mg di irbesartan. Eccipiente con effetto noto: contiene 1,5 mg di lattosio monoidrato per compressa Per l’elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1.

Controindicazioni

Ipersensibilità al principio attivo o ad uno qualsiasi degli eccipienti (elencati al paragrafo 6.1).
Secondo e terzo trimestre di gravidanza (vedere paragrafi 4.4 e 4.6).
L’uso concomitante di Irbersartan Macleods Pharma con prodotti contenenti aliskiren è controindicato in pazienti con diabete mellito o compromissione della funzionalità renale (velocità di filtrazione glomerulare (GFR) <60 ml/min/1,73m²) (vedere paragrafi 4.4 e 5.1).

Posologia

Posologia La dose iniziale raccomandata e la dose di mantenimento abituali sono di 150 mg una volta al giorno, con o senza cibo.
Irbesartan Macleods Pharma alla dose di 150 mg una volta al giorno fornisce solitamente un controllo della pressione arteriosa nelle 24 ore superiore rispetto alla dose di 75 mg.
Si consiglia tuttavia di iniziare la terapia con 75 mg, soprattutto nei pazienti sotto emodialisi e nell’anziano oltre 75 anni d’età.
Nei pazienti non adeguatamente controllati con 150 mg una volta al giorno, la dose di Irbesartan Macleods Pharma può essere aumentata a 300 mg.
In alternativa, è possibile aggiungere altri agenti antipertensivi (vedere paragrafi 4.3, 4.4, 4.5 e 5.1).
In particolare, l’aggiunta di un diuretico come ad esempio idroclorotiazide ha mostrato di possedere un effetto additivo assieme a Irbesartan Macleods Pharma (vedere paragrafo 4.5).
Nei pazienti ipertesi con diabete di tipo 2, per il trattamento della malattia renale avviare la terapia con 150 mg di irbesartan una volta al giorno, quindi titolare fino a 300 mg una volta al giorno come dose di mantenimento raccomandata.
La dimostrazione del vantaggio renale di Irbesartan Macleods Pharma nei pazienti ipertesi con diabete di tipo 2 si basa su studi in cui irbesartan è stato associato ad altri agenti antipertensivi, se necessario, per raggiungere la pressione arteriosa desiderata (vedere paragrafi 4.3, 4.4, 4.5 e 5.1).
Popolazioni speciali Disfunzione renale Non è richiesto alcun aggiustamento della dose nei pazienti con funzione renale compromessa.
Considerare una dose di avvio inferiore (75 mg) nei pazienti sottoposti a emodialisi (vedere paragrafo 4.4).
Disfunzione epatica: Non sono necessari aggiustamenti del dosaggio nei pazienti con disfunzione epatica lieve o moderata.
Non ci sono esperienze cliniche nei pazienti con disfunzione epatica grave.
Popolazione anziana: Sebbene vada considerato un avvio della terapia con 75 mg nei pazienti di oltre 75 anni di età, non sono generalmente necessari aggiustamenti del dosaggio nell'anziano.
Popolazione pediatrica: La sicurezza e l'efficacia di Irbesartan Macleods Pharma nei bambini di età compresa tra 0 e 18 anni non sono state stabilite.
I dati al momento disponibili sono riportati nei paragrafi 4.8, 5.1 e 5.2 ma non può essere fatta alcuna raccomandazione riguardante la posologia.
Modo di somministrazione Per uso orale.

Avvertenze e precauzioni

Deplezione del volume intravascolare: Si possono avere sintomi di ipotensione, soprattutto dopo la prima dose, nei pazienti ipovolemici e/o con iposodiemia a causa di intensa terapia diuretica, dieta iposodica, diarrea o vomito.
Tali condizioni devono essere corrette prima di somministrare Irbesartan Macleods Pharma.
Ipertensione nefrovascolare: Esiste un rischio aumentato di grave ipotensione e insufficienza renale quando pazienti con stenosi bilaterale dell’arteria renale o stenosi dell’arteria renale nell'unico rene funzionante vengono trattati con medicinali che influenzano il sistema renina-angiotensina-aldosterone.
Sebbene ciò non sia documentato nel caso di Irbesartan Macleods Pharma, è prevedibile un effetto simile con gli antagonisti del recettore dell’angiotensina II.
Disfunzione renale e trapianto renale: Quando Irbesartan Macleods Pharma viene usato in pazienti con funzione renale compromessa, si raccomanda un monitoraggio periodico dei livelli sierici di potassio e creatinina.
Non ci sono esperienze relative alla somministrazione di Irbesartan Macleods Pharma nei pazienti con trapianto renale recente.
Pazienti ipertesi con diabete di tipo 2 e malattia renale: Gli effetti di irbesartan sugli eventi renali e cardiovascolari non sono risultati uniformi in tutti i sottogruppi, durante un'analisi condotta in uno studio su pazienti con malattia renale avanzata.
In particolare, sono apparsi meno favorevoli nelle donne e nei soggetti non di razza bianca (vedere paragrafo 5.1).
Duplice blocco del sistema renina-angiotensina-aldosterone (RAAS): Vi sono evidenze che l’uso concomitante di ACE inibitori, antagonisti del recettore dell’angiotensina II o aliskiren aumentano il rischio di ipotensione, iperpotassiemia e ridotta funzionalità renale (inclusa insufficienza renale acuta).
Pertanto non si raccomanda il duplice blocco del RAAS attraverso l’associazione di ACE inibitori, antagonisti del recettore dell’angiotensina II o aliskiren (vedere paragrafi 4.5 e 5.1).
Se la terapia con duplice blocco è considerata assolutamente necessaria, questa deve avvenire sotto la supervisione di uno specialista ed essere soggetta a monitoraggio attento e frequente della funzione renale, degli elettroliti e della pressione arteriosa.
Gli ACE inibitori e gli antagonisti del recettore dell’angiotensina II non devono essere usati in associazione in pazienti con nefropatia diabetica.
Iperpotassiemia: Come nel caso di altri medicinali che influiscono sul sistema renina-angiotensina-aldosterone, durante il trattamento con Irbesartan Macleods Pharma si può verificare iperpotassiemia, soprattutto in presenza di disfunzione renale, proteinuria manifesta dovuta a malattia renale diabetica e/o insufficienza cardiaca.
Si raccomanda uno stretto monitoraggio del potassio sierico nei pazienti a rischio (vedere paragrafo 4.5).
Ipoglicemia: Irbesartan Macleods Pharma può indurre ipoglicemia, in particolare nei pazienti diabetici.
Nei pazienti trattati con insulina o antidiabetici si deve considerare un appropriato monitoraggio del glucosio ematico; quando indicato può essere necessario un aggiustamento della dose di insulina o degli antidiabetici (vedere paragrafo 4.5).
Litio: La combinazione di litio e Irbesartan Macleods Pharma non è raccomandata (vedere paragrafo 4.5).
Stenosi della valvola aortica e mitralica, cardiomiopatia ipertrofica ostruttiva: Come per altri vasodilatatori è richiesta particolare cautela nei pazienti affetti da stenosi aortica o mitralica o da cardiomiopatia ipertrofica ostruttiva.
Aldosteronismo primario: In genere, i pazienti con aldosteronismo primario non rispondono ai medicinali antipertensivi che agiscono attraverso l'inibizione del sistema renina-angiotensina.
In questo caso, non è quindi raccomandato l'uso di Irbesartan Macleods Pharma.
In generale: Nei pazienti in cui il tono vasale e la funzione renale dipendono prevalentemente dall’attività del sistema renina-angiotensina-aldosterone (ad es.
pazienti con insufficienza cardiaca congestizia grave o con nefropatia sottostante, inclusa la stenosi dell’arteria renale), il trattamento con inibitori dell’enzima di conversione dell’angiotensina o con antagonisti del recettore dell’angiotensina-II che interessano tale sistema, è stato associato alla comparsa di ipotensione acuta, azotemia, oliguria o, raramente, insufficienza renale acuta (vedere paragrafo 4.5).
Come per qualsiasi antipertensivo, un eccessivo calo della pressione arteriosa nei pazienti con cardiopatia ischemica o malattia cardiovascolare ischemica può determinare infarto miocardico o ictus.
Come osservato per gli inibitori dell’enzima di conversione dell’angiotensina, irbesartan e gli altri antagonisti dell'angiotensina sono apparentemente meno efficaci nel ridurre la pressione arteriosa nei soggetti di razza nera rispetto ad altre razze, probabilmente a causa della maggiore prevalenza di stati caratterizzati da bassi livelli di renina nella popolazione nera ipertesa (vedere paragrafo 5.1).
Gravidanza: La terapia con antagonisti del recettore dell’angiotensina II (AIIRA) non deve essere iniziata durante la gravidanza.
Per le pazienti che stanno pianificando una gravidanza si deve ricorrere a un trattamento antipertensivo alternativo, con profilo di sicurezza comprovato per l’uso in gravidanza, a meno che non sia considerato essenziale il proseguimento della terapia con un AIIRA.
Quando viene diagnosticata una gravidanza, il trattamento con AIIRA deve essere interrotto immediatamente e, se appropriato, deve essere iniziata una terapia alternativa (vedere paragrafi 4.3 e 4.6).
Popolazione pediatrica: Irbesartan è stato studiato nelle popolazioni pediatriche di età compresa fra 6 e 16 anni, ma non sono ancora disponibili dati sufficienti per sostenere un'estensione dell'uso nel bambino fino a quando non saranno disponibili ulteriori dati (vedere paragrafi 4.8, 5.1 e 5.2).Lattosio: Il film che riveste questo medicinale contiene lattosio.
I pazienti affetti da rari problemi ereditari di intolleranza al galattosio, da deficit totale di lattasi o da malassorbimento di glucosio-galattosio, non devono assumere o medicinale.
Irbesartan Macleods Pharma contiene sodio.
Questo medicinale contiene meno di 1 mmol (23 mg) di sodio per compressa, cioè essenzialmente ‘senza sodio’.

Interazioni

Diuretici e altri agenti antipertensivi: Altri agenti antipertensivi possono aumentare gli effetti ipotensivi di irbesartan.
Tuttavia, Irbesartan Macleods Pharma è stato somministrato con sicurezza assieme ad altri agenti antipertensivi come ad esempio betabloccanti, calcio-antagonisti ad azione prolungata e diuretici tiazidici.
Un trattamento precedente con alte dosi di diuretici può determinare ipovolemia e un rischio di ipotensione all’inizio della terapia con Irbesartan Macleods Pharma (vedere paragrafo 4.4).
Prodotti contenenti aliskiren o ACE inibitori: I dati clinici hanno mostrato che il duplice blocco del sistema renina-angiotensina-aldosterone (RAAS) attraverso l’uso combinato di ACE inibitori, antagonisti del recettore dell’angiotensina II o aliskiren è associato ad una frequenza maggiore di eventi avversi quali ipotensione, iperpotassiemia e ridotta funzione renale (inclusa insufficienza renale acuta) rispetto all’uso di un singolo agente che agisce sul RAAS (vedere paragrafi 4.3, 4.4 e 5.1).
Integratori di potassio e diuretici risparmiatori di potassio: In base all’esperienza con altri medicinali che influenzano il sistema renina-angiotensina, l'uso concomitante di diuretici risparmiatori di potassio, integratori di potassio, sostituti salini contenenti potassio o altri medicinali in grado di aumentare i livelli sierici di potassio (ad es.
eparina) può causare incrementi del potassio sierico.
Per questa ragione, il loro uso non è raccomandato (vedere paragrafo 4.4).
Litio: Durante la somministrazione concomitante di litio e inibitori dell’enzima di conversione dell’angiotensina sono stati riscontrati aumenti reversibili nelle concentrazioni sieriche di litio e tossicità.
Effetti simili sono stati finora documentati molto raramente con irbesartan.
Per questa ragione, tale associazione non è raccomandata (vedere paragrafo 4.4).
Qualora tale associazione fosse necessaria, si raccomanda di monitorare accuratamente i livelli sierici di litio.
Farmaci antinfiammatori non steroidei: Quando gli antagonisti dell'angiotensina II sono somministrati contemporaneamente a farmaci antinfiammatori non steroidei (cioè, inibitori selettivi della COX-2, acido acetilsalicilico [> 3 g/die] e FANS non selettivi), si può avere un’attenuazione dell'effetto antipertensivo.
Come con gli ACE-inibitori, l'uso simultaneo di antagonisti dell'angiotensina II e FANS può portare a un maggiore rischio di peggioramento della funzione renale, tra cui possibile insufficienza renale acuta e aumento del potassio sierico, particolarmente nei pazienti con preesistente funzione renale inadeguata.
L’associazione deve essere quindi somministrata con cautela, soprattutto negli anziani.
I pazienti devono essere adeguatamente idratati e sottoposti, dopo l’avvio della terapia combinata, a stretto monitoraggio della funzione renale da ripetere poi periodicamente.
Repaniglide: irbesartan ha il potenziale di inibire OATP1B1.
In uno studio clinico è stato riportato che irbesartan ha aumentato Cmax e AUC di repaglinide (substrato di OATP1B1) rispettivamente di 1,8 volte e di 1,3 volte, quando somministrato 1 ora prima di repaniglide.
In un altro studio, non sono state riportate interazioni farmacocinetiche rilevanti quando i due farmaci sono stati somministrati in concomitanza.
Pertanto, può essere necessario l’aggiustamento di dose di terapie antidiabetiche come repaglinide (vedere paragrafo 4.4).
Ulteriori informazioni sulle interazioni di irbesartan: Negli studi clinici, la farmacocinetica di irbesartan non è stata influenzata dall'idroclorotiazide.
Irbesartan viene metabolizzato principalmente da CYP2C9 e, per una quota minore, mediante glucuronizzazione.
Non sono state osservate interazioni farmacocinetiche o farmacodinamiche significative quando irbesartan veniva somministrato insieme a warfarin, un medicinale metabolizzato da CYP2C9.
Non sono stati valutati gli effetti sulla farmacocinetica di irbesartan degli induttori di CYP2C9, come la rifampicina.
La farmacocinetica della digossina non è stata alterata dalla cosomministrazione di irbesartan.

Effetti indesiderati

In studi controllati con placebo su pazienti ipertesi, l’incidenza totale degli eventi avversi non è stata differente tra il gruppo con irbesartan (56,2%) e quello con placebo (56,5%).
L’interruzione dovuta a qualsiasi evento avverso clinico o di laboratorio era meno frequente per i pazienti trattati con irbesartan (3,3%) rispetto a quelli trattati con placebo (4,5%).
L’incidenza degli eventi avversi non era correlata alla dose (nell’intervallo di dosaggio raccomandato), al sesso, l’età, la razza o la durata del trattamento.
Nei pazienti diabetici ipertesi con microalbuminuria e funzione renale normale, sono stati riportati capogiri ortostatici e ipotensione ortostatica nello 0,5% dei pazienti (cioè non comuni), ma più del placebo.
La seguente tabella presenta le reazioni farmacologiche avverse riportate negli studi controllati con placebo in cui 1965 pazienti ipertesi avevano ricevuto irbesartan.
I termini contrassegnati da un asterisco (*) indicano le reazioni avverse che sono state segnalate in aggiunta in >2% dei pazienti ipertesi diabetici con insufficienza renale cronica e proteinuria manifesta, e più del placebo.
La frequenza degli eventi avversi viene definita utilizzando la seguente convenzione: molto comuni (≥ 1/10), comuni (da ≥ 1/100 a < 1/10); non comuni (da ≥ 1/1000 a < 1/100), rari (da ≥ 1/10 000 a < 1/1000), molto rari (< 1/10 000).
All’interno di ogni classe di frequenza, gli effetti indesiderati sono riportati in ordine decrescente di gravità.Sono elencate anche le reazioni avverse ulteriormente riportate dall'esperienza post-marketing.
Tali reazioni avverse derivano da segnalazioni spontanee.
Patologie del sistema emolinfopoietico Non nota anemia, trombocitopenia Disturbi del sistema immunitario Non nota reazioni di ipersensibilità come angioedema, rash, orticaria, reazione anafilattica, shock anafilattico Disturbi del metabolismo e della nutrizione Non nota iperpotassiemia, ipoglicemia Patologie del sistema nervoso Comune capogiro, vertigine ortostatica (*) Non nota vertigine, cefalea Patologie dell'orecchio e del labirinto Non nota tinnito Patologie cardiache Non comune tachicardia Patologie vascolari Comune ipotensione ortostatica (*) Non comune rossore Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche Non comune tosse Patologie gastrointestinali Comune nausea/vomito Non comune diarrea, dispesia/bruciore Non nota disgeusia Patologie epatobiliari Non comune ittero Non nota epatite, disfunzione epatica Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo Non nota vasculite leucocitoclastica Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo Comune dolore muscoloscheletrico * Non nota artralgia, mialgia (in alcuni casi associata ad aumento dei livelli plasmatici della creatina chinasi), crampi muscolari Patologie renali e urinarie Non nota funzione renale compromessa inclusi casi di insufficienza renale in pazienti a rischio (vedere paragrafo 4.4) Patologie dell'apparato riproduttivo e della mammella Non comune disfunzione sessuale Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione Comune affaticabilità Non comune dolore toracico Esami diagnostici Molto comune: l’iperpotassiemia (*) si è verificata più spesso nei pazienti diabetici trattati con irbesartan rispetto a quelli trattati con placebo.
Nei pazienti diabetici ipertesi con microalbuminuria e funzione renale normale, l'iperpotassiemia (≥ 5,5 mEq/l) si è verificata nel 29,4% dei pazienti nel gruppo irbesartan 300 mg e nel 22% dei pazienti nel gruppo placebo.
Nei pazienti diabetici ipertesi con insufficienza renale cronica e proteinuria franca, l'iperpotassiemia (≥ 5,5 mEq/l) si è verificata nel 46,3% dei pazienti nel gruppo irbesartan e nel 26,3% dei pazienti nel gruppo placebo.
Comune: sono stati osservati aumenti significativi nella creatin chinasi plasmatica (1,7%) nei soggetti trattati con irbesartan.
Nessuno di questi aumenti è stato associato ad eventi clinici muscoloscheletrici identificabili.
Nell'1,7% dei pazienti ipertesi con malattia renale diabetica in stato avanzato trattati con irbesartan, è stata osservata una diminuzione dei valori dell'emoglobina*, non clinicamente significativa.
Popolazione pediatrica: In uno studio clinico randomizzato su 318 bambini ed adolescenti ipertesi, tra i 6 e i 16 anni di età, durante la fase in doppio cieco di tre settimane, si sono verificate le seguenti reazioni avverse: cefalea (7,9%), ipotensione (2,2%), capogiro (1,9%), tosse (0,9%).
Nel periodo in aperto di 26 settimane di questo studio clinico, le più frequenti anomalie di laboratorio riportate sono state: incrementi della creatinina (6,5%) ed elevati valori di CK nel 2% dei bambini trattati.
Segnalazione delle reazioni avverse sospette La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale.
Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione all’indirizzo https://www.aifa.gov.it/content/segnalazioni-reazioni-avverse

Gravidanza e allattamento

Gravidanza: La somministrazione degli AIIRA non è raccomandata durante il primo trimestre di gravidanza (vedere paragrafo 4.4).
L’uso degli AIIRA è controindicato durante il secondo e il terzo trimestre di gravidanza (vedere paragrafi 4.3 e 4.4).
L’evidenza epidemiologica sul rischio di teratogenicità a seguito dell’esposizione agli ACE-inibitori durante il primo trimestre di gravidanza non ha dato risultati conclusivi e, tuttavia, non può essere escluso un lieve aumento del rischio.
Sebbene non siano disponibili dati epidemiologici controllati sul rischio con gli antagonisti del recettore dell'angiotensina II (AIIRA), è verosimile che vi siano rischi simili per questa classe di medicinali.
Per le pazienti che stanno pianificando una gravidanza si deve ricorrere a un trattamento antipertensivo alternativo, con profilo di sicurezza comprovato per l’uso in gravidanza, a meno che non sia considerato essenziale il proseguimento della terapia con un AIIRA.
Quando viene diagnosticata una gravidanza, il trattamento con AIIRA deve essere interrotto immediatamente e, se appropriato, deve essere iniziata una terapia alternativa.
È noto che nella donna la terapia con AIIRA durante il secondo e il terzo trimestre induce fetotossicità (ridotta funzione renale, oligoidramnios, ritardo nell'ossificazione del cranio) e tossicità neonatale (insufficienza renale, ipotensione, iperpotassiemia).
(Vedere paragrafo 5.3).
In caso di esposizione agli AIIRA dal secondo trimestre di gravidanza, si raccomanda un controllo ecografico della funzione renale e del cranio.
I neonati le cui madri abbiano assunto AIIRA devono essere attentamente seguiti per quanto riguarda l’ipotensione (vedere paragrafi 4.3 e 4.4).
Allattamento: Non essendo disponibili dati su Irbesartan Macleods Pharma durante l'allattamento al seno, l'uso non è raccomandato e si devono preferire terapie alternative con profili di sicurezza migliori durante l'allattamento, specialmente in caso di neonati o prematuri.
Non è noto se irbesartan o i suoi metaboliti siano escreti nel latte materno umano.
I dati farmacodinamici/tossicologici disponibili nel ratto hanno mostrato l’escrezione di irbesartan o dei suoi metaboliti nel latte (per i dettagli vedere il paragrafo 5.3).
Fertilità: Irbesartan non ha avuto effetti sulla fertilità dei ratti trattati e sulla loro prole fino a livelli di dose che inducono i primi segni di tossicità parentale (vedere paragrafo 5.3).

Conservazione

Questo medicinale non richiede alcuna condizione particolare di conservazione.

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Segnalazione degli effetti indesiderati
Se dovesse manifestarsi un qualsiasi effetto indesiderato, compresi quelli non elencati in questo foglio, è doveroso rivolgersi al proprio medico, ad uno specialista e/o al farmacista. La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Gli effetti indesiderati possono essere segnalati direttamente tramite il sistema nazionale di segnalazione all'indirizzo www.agenziafarmaco.it/it/responsabili. Segnalando gli effetti indesiderati si può contribuire a fornire maggiori informazioni sulla sicurezza di questo medicinale.