IRBESARTAN ID SA 28CPR 300+12,
7,79 €
Prezzo indicativo
Data ultimo aggiornamento: 20/10/2015
Trattamento dell’ipertensione arteriosa essenziale. La terapia di associazione a dosaggio fisso è indicata nei pazienti adulti la cui pressione arteriosa non sia adeguatamente controllata dall’irbesartan o dall’idroclorotiazide da soli (vedere paragrafo 5.1).
Ogni compressa rivestita con film contiene 300 mg di irbesartan e 12,5 mg di idroclorotiazide. Eccipiente con effetti noti: ogni compressa rivestita con film contiene 20,5 mg di lattosio monoidrato. Per l’elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1.
Controindicazioni
- • Ipersensibilità ai principi attivi o ad uno qualsiasi degli eccipienti elencati al paragrafo 6.1 o ad altri derivati della sulfonamide (l’idroclorotiazide è un derivato della sulfonamide) • Secondo e terzo trimestre di gravidanza (vedere paragrafi 4.4 e 4.6) • Insufficienza renale grave (clearance della creatinina < 30 ml/min) • Ipopotassiemia refrattaria, ipercalcemia • Insufficienza epatica grave, cirrosi biliare e colestasi • L’uso concomitante di Irbesartan e idroclorotiazide Sandoz con medicinali contenenti aliskiren è controindicato nei pazienti affetti da diabete mellito o compromissione renale (velocità di filtrazione glomerulare GFR < 60 ml/min/1.73 m²) (vedere paragrafi 4.5 e 5.1).
Posologia
- Posologia Irbesartan e idroclorotiazide Sandoz può essere preso una volta al giorno, in concomitanza o meno col cibo.
Un progressivo aggiustamento del dosaggio con i singoli componenti (cioè irbesartan e idroclorotiazide) può essere raccomandato.
Se clinicamente appropriato può essere preso in considerazione un passaggio diretto dalla monoterapia all’associazione fissa: • Irbesartan e idroclorotiazide Sandoz 150 mg/12,5 mg può essere somministrato nei pazienti la cui pressione arteriosa non sia adeguatamente controllata con idroclorotiazide o con irbesartan 150 mg, da soli.
• Irbesartan e idroclorotiazide Sandoz 300 mg/12,5 mg può essere somministrato nei pazienti non sufficientemente controllati con irbesartan 300 mg o con Irbesartan e idroclorotiazide Sandoz 150 mg/12,5 mg.
• Irbesartan e idroclorotiazide Sandoz 300 mg/25 mg può essere somministrato nei pazienti non sufficientemente controllati con Irbesartan e idroclorotiazide Sandoz 300 mg/12,5 mg.
Dosaggi maggiori di 300 mg di irbesartan/25 mg di idroclorotiazide una volta al giorno non sono raccomandati.
Quando necessario Irbesartan e idroclorotiazide Sandoz può essere somministrato con un altro medicinale antipertensivo (vedere paragrafi 4.3, 4.4, 4.5 e 5.1).
Popolazioni speciali Insufficienza renale : Per la presenza di idroclorotiazide, Irbesartan e idroclorotiazide Sandoz non è raccomandato in pazienti con insufficienza renale grave (clearance della creatinina < 30 ml/min).
In questi pazienti i diuretici dell’ansa sono preferibili ai tiazidici.
Non sono necessari aggiustamenti posologici in quei pazienti con disfunzione renale la cui clearance della creatinina sia ≥ 30 ml/min (vedere paragrafi 4.3 e 4.4).
Insufficienza epatica : Irbesartan e idroclorotiazide Sandoz non è indicato nei soggetti con una insufficienza epatica grave.
I tiazidici devono essere usati con cautela nei pazienti con disfunzione epatica.
Non è necessario alcun aggiustamento del dosaggio di Irbesartan e idroclorotiazide Sandoz nei pazienti con disfunzione epatica lieve o moderata (vedere paragrafo 4.3).
Anziani : negli anziani non è necessario alcun aggiustamento del dosaggio di Irbesartan e idroclorotiazide Sandoz.
Popolazione pediatrica : A causa della mancanza di dati sulla sicurezza e sull’efficacia, l’uso di Irbesartan e idroclorotiazide Sandoz non è raccomandato nei bambini e negli adolescenti.
Modo di somministrazione Per uso orale Avvertenze e precauzioni
- Ipotensione - Pazienti ipovolemici In pazienti ipertesi senza altri fattori di rischio per l’ipotensione, Irbesartan e idroclorotiazide Sandoz è stato raramente associato ad ipotensione sintomatica.
Questa può manifestarsi nei pazienti ipovolemici o con iposodiemia a causa di una intensa terapia diuretica, dieta iposodica, diarrea o vomito.
In tali casi la condizione di base deve essere corretta prima di iniziare la terapia con Irbesartan e idroclorotiazide Sandoz.
Stenosi dell’arteria renale - Ipertensione renovascolare Esiste un incremento del rischio di ipotensione grave e di insufficienza renale quando soggetti portatori di stenosi bilaterale dell’arteria renale, o stenosi dell’arteria renale con mono-rene funzionante sono trattati con inibitori dell’enzima di conversione dell’angiotensina o antagonisti dei recettori dell’angiotensina-II.
La funzionalità renale di questi pazienti deve essere monitorata attentamente.
Sebbene ciò non sia documentato nella terapia con Irbesartan e idroclorotiazide Sandoz, un effetto simile è prevedibile.
Insufficienza renale e trapianto renale Quando Irbesartan e idroclorotiazide Sandoz viene usato in pazienti con disfunzione renale è raccomandato un controllo periodico dei livelli sierici di potassio, creatinina e acido urico.
Non ci sono esperienze relative alla somministrazione di Irbesartan e idroclorotiazide Sandoz a pazienti con trapianto renale recente.
Irbesartan e idroclorotiazide Sandoz non deve essere usato in pazienti con insufficienza renale grave (clearance della creatinina < 30 ml/min) (vedere paragrafo 4.3).
In pazienti con disfunzione renale si può riscontrare iperazotemia indotta dai tiazidici.
Non sono richiesti aggiustamenti del dosaggio nei pazienti con disfunzione renale la cui clearance della creatinina sia ≥ 30 ml/min.
Tuttavia nei pazienti con insufficienza renale lieve-moderata (clearance della creatinina ≥ 30 ml/min, ma < 60 ml/min) l’associazione a dosaggio fisso deve essere somministrata con cautela.
Duplice blocco del sistema renina-angiotensina-aldosterone (RAAS) Esiste l’evidenza che l’uso concomitante di ACE-inibitori, antagonisti del recettore dell’angiotensina II o aliskiren aumenta il rischio di ipotensione, iperpotassiemia e riduzione della funzionalità renale (inclusa l’insufficienza renale acuta).
Il duplice blocco del RAAS attraverso l’uso combinato di ACE-inibitori, antagonisti del recettore dell’angiotensina II o aliskiren non è pertanto raccomandato (vedere paragrafi 4.5 e 5.1).
Se la terapia del duplice blocco è considerata assolutamente necessaria, ciò deve avvenire solo sotto la supervisione di uno specialista e con uno stretto e frequente monitoraggio della funzionalità renale, degli elettroliti e della pressione sanguigna.
Gli ACE-inibitori e gli antagonisti del recettore dell’angiotensina II non devono essere usati contemporaneamente in pazienti con nefropatia diabetica.
Insufficienza epatica I tiazidici devono essere somministrati con cautela nei pazienti con insufficienza epatica o malattie epatiche progressive, dato che lievi alterazioni del bilancio idro-elettrolitico possono determinare coma epatico.
Non ci sono esperienze cliniche con Irbesartan e idroclorotiazide Sandoz nei pazienti con insufficienza epatica.
Stenosi della valvola aortica e mitralica, cardiomiopatia ipertrofica ostruttiva Come per altri vasodilatatori è richiesta una speciale attenzione nei pazienti affetti da stenosi aortica o mitralica, o cardiomiopatia ipertrofica ostruttiva.
Aldosteronismo primario I pazienti con aldosteronismo primario in genere non rispondono ai medicinali antipertensivi che agiscono attraverso l’inibizione del sistema renina-angiotensina.
Quindi, l’uso di Irbesartan e idroclorotiazide Sandoz non è raccomandato.
Effetti metabolici ed endocrini L’uso dei tiazidici può interferire con la tolleranza al glucosio.
In pazienti diabetici può rendersi necessario un adattamento delle dosi di insulina o dei farmaci ipoglicemizzanti orali.
Durante la terapia con i tiazidici un diabete mellito latente può rendersi manifesto.
Incrementi nei livelli di colesterolo e trigliceridi sono stati associati con l’uso dei diuretici tiazidici; comunque, alla dose di 12,5 mg presente in Irbesartan e idroclorotiazide Sandoz, nessun effetto o effetti minimi sono stati segnalati.
In alcuni pazienti in terapia con i tiazidici si possono verificare casi di iperuricemia o crisi di gotta.
Squilibrio elettrolitico Come per tutti i pazienti in terapia diuretica, un controllo periodico degli elettroliti sierici deve essere eseguito ad intervalli adeguati.
I tiazidici, compresa l’idroclorotiazide, possono indurre uno squilibrio idro-elettrolitico (ipopotassiemia, iposodiemia e alcalosi ipocloremica).
Sintomi di allarme per uno squilibrio idro-elettrolitico sono secchezza delle fauci, senso di sete, debolezza, letargia, sonnolenza, agitazione, dolore muscolare o crampi, affaticamento muscolare, ipotensione, oliguria, tachicardia, e disturbi gastrointestinali quale nausea o vomito.
Sebbene si possa verificare ipopotassiemia nei pazienti in terapia con i diuretici tiazidici, la terapia concomitante con irbesartan può ridurre l’ipopotassiemia indotta da diuretici.
Il rischio di ipopotassiemia è massimo nei pazienti con cirrosi epatica, nei pazienti sottoposti ad intensa diuresi, nei pazienti che ricevono un insufficiente apporto orale di elettroliti e nei pazienti in concomitante terapia con corticosteroidi o ACTH.
Di contro, per la presenza di irbesartan in Irbesartan e idroclorotiazide Sandoz, può manifestarsi iperpotassiemia, specialmente in presenza di disfunzione renale e/o scompenso cardiaco, e diabete mellito.
Si raccomanda un adeguato controllo del potassio sierico nei pazienti a rischio.
I diuretici risparmiatori di potassio, i supplementi di potassio o i sostituti salini contenenti potassio dovranno essere somministrati con cautela in concomitanza con Irbesartan e idroclorotiazide Sandoz (vedere paragrafo 4.5).
Non vi è evidenza che irbesartan riduca o prevenga l’iposodiemia indotta da diuretici.
L’ipocloremia che si può verificare è generalmente di lieve entità e di solito non richiede alcun trattamento.
I tiazidici possono ridurre l’eliminazione urinaria di calcio e possono causare un aumento intermittente e lieve nei livelli di calcio sierico in assenza di disordini accertati del metabolismo del calcio.
Una spiccata ipercalcemia può rivelare un iperparatiroidismo non manifesto.
La terapia con i tiazidici deve essere interrotta prima di effettuare esami della funzione paratiroidea.
È stato dimostrato che i tiazidici aumentano l’escrezione urinaria di magnesio, causando ipomagnesemia.
Litio La combinazione di litio e Irbesartan e idroclorotiazide Sandoz non è raccomandata (vedere paragrafo 4.5).
Esame antidoping L’idroclorotiazide contenuta in questo medicinale può dare risultati positivi all’esame antidoping.
Avvertenze generali Nei pazienti in cui il tono vasale e la funzionalità renale dipendono prevalentemente dall’attività del sistema renina-angiotensina-aldosterone (es.
pazienti con scompenso cardiaco congestizio grave o con patologie renali concomitanti, inclusa la stenosi dell’arteria renale), il trattamento con inibitori dell’enzima di conversione dell’angiotensina o antagonisti dei recettori dell’angiotensina-II, che interessano tale sistema, è stato associato alla comparsa di ipotensione acuta, azotemia, oliguria o raramente insufficienza renale acuta (vedere paragrafo 4.5).
Come per qualsiasi antipertensivo, un eccessivo calo della pressione arteriosa in pazienti con cardiopatia ischemica o malattia cardiovascolare ischemica, può determinare infarto miocardico o ictus.
Reazioni di ipersensibilità all’idroclorotiazide si possono manifestare in pazienti con o senza precedente storia di allergie o asma bronchiale; tuttavia, nei primi, tali reazioni sono più probabili.
Con l’uso dei diuretici tiazidici è stato descritto peggioramento o insorgenza del lupus erythematosus sistemico.
Con l’uso di diuretici tiazidici sono stati riportati casi di reazioni da fotosensibilizzazione (vedere paragrafo 4.8).
Se durante il trattamento si verifica una reazione da fotosensibilizzazione, si raccomanda di interrompere la terapia.
Se si ritiene necessario riprendere il trattamento, si raccomanda di proteggere le aree esposte ai raggi solari o a quelli UVA artificiali. Gravidanza La terapia con antagonisti del recettore dell’angiotensina II (AIIRA) non deve essere iniziata durante la gravidanza.
Per le pazienti che stanno pianificando una gravidanza si deve ricorrere a trattamenti antipertensivi alternativi, con comprovato profilo di sicurezza per l’uso in gravidanza a meno che non sia considerato essenziale il proseguimento della terapia con un AIIRA.
Quando viene diagnosticata una gravidanza, il trattamento con AIIRA deve essere interrotto immediatamente e, se appropriato, deve essere iniziata una terapia alternativa (vedere paragrafi 4.3 e 4.6).
Miopia acuta e glaucoma secondario acuto ad angolo chiuso Farmaci sulfamidici o farmaci derivati sulfamidici possono causare una reazione idiosincratica, con conseguente miopia transitoria e glaucoma acuto ad angolo chiuso.
Dal momento che l’idroclorotiazide è un sulfamidico, finora sono stati segnalati con idroclorotiazide solo casi isolati di glaucoma acuto ad angolo chiuso.
I sintomi includono improvvisa riduzione dell’acuità visiva o dolore oculare e si verificano in genere entro poche ore o settimane dall’inizio della terapia.
Il glaucoma acuto ad angolo chiuso non trattato può portare alla perdita permanente della vista.
Il trattamento primario è quello di interrompere l’assunzione del medicinale il più rapidamente possibile.
Può essere necessario un trattamento medico o chirurgico adeguato se la pressione intraoculare rimane incontrollata.
I fattori di rischio per lo sviluppo di glaucoma acuto ad angolo chiuso possono includere una storia di allergia alla penicillina o al sulfamidico (vedere paragrafo 4.8).
Avvertenze speciali sugli eccipienti Irbesartan e idroclorotiazide Sandoz contiene lattosio.
I pazienti affetti da rari problemi ereditari di intolleranza al galattosio, da deficit della Lapp lattasi, o da malassorbimento di glucosio-galattosio non devono assumere questo medicinale. Interazioni
- Altri antipertensivi L’effetto antipertensivo di Irbesartan e idroclorotiazide Sandoz può aumentare con l’uso concomitante di altri antipertensivi.
Irbesartan ed idroclorotiazide (a dosaggi fino a 300 mg di irbesartan/25 mg di idroclorotiazide) sono stati somministrati con sicurezza con altri antipertensivi, compresi calcio-antagonisti e beta-bloccanti adrenergici.
Un trattamento precedente con alte dosi di diuretici può determinare ipovolemia e, se questa non viene corretta prima, può comportare il rischio di ipotensione all’inizio della terapia con irbesartan con o senza diuretici tiazidici (vedere paragrafo 4.4).
I dati degli studi clinici hanno dimostrato che il duplice blocco del sistema renina-angiotensina-aldosterone (RAAS) attraverso l’uso combinato di ACE-inibitori, antagonisti del recettore dell’angiotensina II o aliskiren, è associato ad una maggiore frequenza di eventi avversi quali ipotensione, iperpotassiemia e riduzione della funzionalità renale (inclusa l’insufficienza renale acuta) rispetto all’uso di un singolo agente attivo sul sistema RAAS (vedere paragrafi 4.3, 4.4 e 5.1).
Medicinali contenenti aliskiren La combinazione di Irbesartan e idroclorotiazide Sandoz con medicinali contenenti aliskiren è controindicata in pazienti con diabete mellito o compromissione renale da moderata a grave (VFG < 60 ml/min/1.73 m²) e non è raccomandata in altri pazienti.
Litio È stato riscontrato un aumento reversibile delle concentrazioni sieriche e della tossicità del litio quando questo viene somministrato in concomitanza con inibitori dell’enzima di conversione dell’angiotensina.
Simili effetti sono stati finora riportati molto raramente con irbesartan.
Inoltre, la clearance renale del litio è ridotta dai tiazidici, pertanto il rischio di tossicità da litio può aumentare con Irbesartan e idroclorotiazide Sandoz.
Perciò, la combinazione di litio e Irbesartan e idroclorotiazide Sandoz non è raccomandata (vedere paragrafo 4.4).
In caso di reale necessità della combinazione si raccomanda un attento monitoraggio dei livelli sierici di litio.
Medicinali che influenzano i livelli di potassio La deplezione di potassio determinata da idroclorotiazide è attenuata dall’effetto di risparmio del potassio indotto da irbesartan.
Tuttavia, questo effetto dell’idroclorotiazide sul potassio sierico potrebbe essere potenziato da altri medicinali che inducono una perdita di potassio e ipopotassiemia (es.
altri potassiuretici, lassativi, amfotericina, carbenoxolone, penicillina G sodica).
Di contro, in base all’esperienza con altri medicinali che riducono l’attività del sistema renina-angiotensina, l’uso concomitante dei diuretici risparmiatori di potassio, dei supplementi di potassio, dei sostituti salini che contengono potassio o di altri medicinali in grado di aumentare i livelli sierici di potassio (es.
eparina sodica) può causare incrementi della potassiemia.
Si raccomanda un controllo adeguato del potassio sierico nei pazienti a rischio (vedere paragrafo 4.4).
Medicinali influenzati da alterazioni della potassiemia Quando Irbesartan e idroclorotiazide Sandoz è somministrato in associazione con altri medicinali la cui azione è influenzata da alterazioni del potassio sierico (es.
glicosidi digitalici, antiaritmici), si raccomanda un monitoraggio periodico della potassiemia.
Medicinali antinfiammatori non-steroidei Quando gli antagonisti dell’angiotensina-II sono somministrati contemporaneamente a farmaci antinfiammatori non steroidei (cioè inibitori selettivi COX-2, acido acetilsalicilico (> 3 g/die) e FANS non selettivi), si può verificare un’attenuazione dell’effetto antipertensivo.
Come con gli ACE-Inibitori, l’uso simultaneo di antagonisti dell’angiotensina-II e di FANS può portare ad un aumento del rischio di peggioramento della funzione renale, inclusa possibile insufficienza renale acuta, e ad un aumento del potassio sierico particolarmente in pazienti con preesistente modesta funzione renale.
La combinazione deve essere somministrata con cautela, specialmente negli anziani.
I pazienti devono essere adeguatamente idratati e dopo l’inizio della terapia combinata si deve considerare il monitoraggio della funzione renale, da effettuare periodicamente in seguito.
Ulteriori informazioni sulle interazioni di irbesartan Negli studi clinici, la farmacocinetica dell’irbesartan non è stata influenzata dall’idroclorotiazide.
Irbesartan è principalmente metabolizzato da CYP2C9 e per una quota minore attraverso la glucuronizzazione.
Non sono state osservate interazioni farmacocinetiche o farmacodinamiche significative quando irbesartan è stato somministrato in concomitanza con warfarin, un medicinale metabolizzato del CYP2C9.
Gli effetti degli induttori del CYP2C9, come la rifampicina, sulla farmacocinetica dell’irbesartan non sono stati valutati.
La farmacocinetica della digossina non è stata alterata dalla somministrazione concomitante di irbesartan.
Ulteriori informazioni sulle interazioni di idroclorotiazide Quando somministrati in concomitanza, i seguenti medicinali possono interagire con i diuretici tiazidici: Alcool Si può verificare il potenziamento dell’ipotensione ortostatica.
Medicinali antidiabetici (antidiabetici orali e insulina)Può essere richiesto un aggiustamento posologico dell’antidiabetico (vedere paragrafo 4.4).
Colestiramina e resine di colestipolo L’assorbimento di idroclorotiazide è alterato in presenza delle resine a scambio anionico.
Irbesartan e Idroclorotiazide Sandoz 300 mg/12,5 mg deve essere assunto almeno un’ora prima o 4 ore dopo questi medicinali Corticosteroidi, ACTH Può essere aumentata la deplezione degli elettroliti, in particolare del potassio.
Glicosidi digitalici L’ipopotassiemia e l’ipomagnesiemia indotta dai tiazidici favoriscono la comparsa di aritmie cardiache da digitale (vedere paragrafo 4.4).
Medicinali antinfiammatori non steroidei In alcuni pazienti la somministrazione di un farmaco antinfiammatorio non steroideo può ridurre gli effetti diuretici, sodiuretici e antipertensivi dei diuretici tiazidici.
Amine pressorie (es.
noradrenalina) L’effetto delle amine pressorie può essere diminuito, ma non tanto da precluderne l’uso.
Miorilassanti muscolo-scheletrici non depolarizzanti (es.
tubocurarina) L’effetto dei rilassanti muscolo-scheletrici non depolarizzanti può essere potenziato dall’idroclorotiazide.
Medicinali antigottosi Potrà essere necessario un aggiustamento posologico dei medicinali antigottosi visto che l’idroclorotiazide può aumentare i livelli sierici di acido urico.
Un aumento nel dosaggio di probenecid o sulfinpirazone può essere necessario.
La somministrazione contemporanea di diuretici tiazidici può aumentare l’incidenza di reazioni di ipersensibilità all’allopurinolo.
Sali di calcio I diuretici tiazidici possono aumentare i livelli sierici di calcio a causa della ridotta escrezione.
Se è necessario prescrivere supplementi di calcio o medicinali risparmiatori di calcio (es.
terapia con vitamina D), la calcemia deve essere controllata ed il dosaggio di calcio modificato di conseguenza.
Carbamazepina L’uso concomitante di carbamazepina e idroclorotiazide è stato associato con il rischio di iponatremia sintomatica.
Gli elettroliti devono essere monitorati durante l’uso concomitante.
Se possibile, deve essere usata un’altra classe di diuretici.
Altre interazioni I tiazidici possono aumentare l’effetto iperglicemico dei beta-bloccanti e del diazossido.
I farmaci anticolinergici (es.
atropina, beperiden), possono aumentare la biodisponibilità dei diuretici di tipo tiazidico attraverso una diminuzione della motilità gastrointestinale e della velocità di svuotamento gastrico.
I tiazidici possono aumentare il rischio di effetti indesiderati da amantadina.
I tiazidici possono ridurre l’escrezione renale di medicinali citotossici (es.
ciclofosfamide, metotressato) e potenziare il loro effetto mielodepressivo. Effetti indesiderati
- Combinazione irbesartan/idroclorotiazide Il 29,5% degli 898 pazienti ipertesi che hanno ricevuto vari dosaggi di irbesartan/idroclorotiazide (intervallo: da 37,5 mg/6,25 mg fino a 300 mg/25 mg), durante gli studi controllati verso placebo, ha avuto reazioni avverse.
Le reazioni avverse più comunemente riportate sono state: capogiro (5,6%), affaticamento (4,9%), nausea/vomito (1,8%) e minzione abnorme (1,4%).
Inoltre, durante gli studi clinici, sono stati comunemente osservati iperazotemia (BUN) (2,3%), aumento della creatininchinasi (1,7%) e della creatinina (1,1%).
Nella Tabella 1 sono riportate le reazioni avverse da segnalazioni spontanee ed osservate negli studi clinici controllati verso placebo.
La frequenza delle reazioni avverse descritte di seguito è definita secondo la seguente convenzione: molto comune (≥ 1/10); comune (da ≥ 1/100 a < 1/10); non comune (da ≥ 1/1.000 a < 1/100); raro (da ≥ 1/10.000 a < 1/1.000); molto raro (< 1/10.000), non nota (la frequenza non può essere definita sulla base dei dati disponibili).
All’interno di ciascuna classe di frequenza, gli effetti indesiderati sono riportati in ordine decrescente di gravità.
Informazioni aggiuntive sui singoli componenti: In aggiunta alle reazioni avverse descritte sopra per la combinazione, altre reazioni avverse riportate precedentemente con uno dei componenti possono essere potenziali reazioni avverse con Irbesartan e idroclorotiazide Sandoz.Tabella 1: Reazioni avverse da Studi clinici controllati verso placebo e Segnalazioni spontanee Classificazione per sistemi e organi Frequenza Effetti indesiderati Disturbi del sistema immunitario: Non nota: casi di reazioni d’ipersensibilità come angioedema, rash, orticaria Disturbi del metabolismo e della nutrizione: Non nota: iperpotassiemia Patologie del sistema nervoso: Comune: capogiro Non comune: capogiro ortostatico Non nota: cefalea Patologie dell’orecchio e del labirinto: Non nota: tinnito Patologie cardiache: Non comune: sincope, ipotensione, tachicardia, edema Patologie vascolari: Non comune: flushing Patologie dell’apparato respiratorio, toraciche e mediastiniche: Non nota: tosse Patologie gastrointestinali: Comune: nausea/vomito Non comune: diarrea Non nota: dispepsia, disgeusia Patologie epatobiliari: Non comune: ittero Non nota: epatite, disfunzione epatica Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo: Non comune: gonfiore delle estremità Non nota: artralgia, mialgia Patologie renali e urinarie: Comune: disturbi della minzione Non nota: alterazione della funzione renale, inclusi casi isolati di insufficienza renale in pazienti a rischio (vedere paragrafo 4.4) Patologie dell’apparato riproduttivo e della mammella: Non comune: disfunzioni sessuali, cambiamenti nella libido Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione: Comune: affaticamento Esami diagnostici: Comune: iperazotemia (BUN), aumento della creatinina e della creatinchinasi Non comune: diminuzione dei livelli sierici di potassio e di sodio
Nelle Tabelle 2 e 3 che seguono, sono elencate le reazioni avverse riportate con i singoli componenti di Irbesartan e idroclorotiazide Sandoz.Tabella 2: Reazioni avverse riportate con l’uso di irbesartan in monoterapia Classificazione per sistemi e organi Frequenza Effetti indesiderati Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione: Non comune: dolore toracico Patologie del sistema emolinfopoietico Non nota trombocitopenia
Gli eventi avversi dose dipendenti dell’idroclorotiazide (soprattutto disordini elettrolitici) possono aumentare con l’incremento graduale del dosaggio di idroclorotiazide.Tabella 3:Reazioni avverse riportate con l’uso di idroclorotiazide in monoterapia Classificazione per sistemi e organi Frequenza Effetti indesiderati Patologie del sistema emolinfopoietico: Non nota: anemia aplastica, mielodepressione, neutropenia/agranulocitosi, anemia emolitica, leucopenia, trombocitopenia Disturbi psichiatrici: Non nota: depressione, disturbi del sonno Patologie del sistema nervoso: Non nota: capogiro, parestesie, sensazione di testa leggera, agitazione Patologie dell’occhio: Non nota: visione offuscata transitoria, xantopsia, miopia acuta e glaucoma acuto secondario ad angolo chiuso Patologie cardiache: Non nota: aritmie cardiache Patologie vascolari: Non nota: ipotensione posturale Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche: Non nota: difficoltà respiratoria (inclusa polmonite ed edema polmonare) Patologie gastrointestinali: Non nota: pancreatite, anoressia, diarrea, costipazione, irritazione gastrica, scialoadenite, perdita dell’appetito Patologie epatobiliari: Non nota: ittero (ittero colestatico intraepatico) Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo: Non nota: reazioni anafilattiche, necrolisi epidermica tossica, angioite necrotizzante (vasculiti, vasculiti cutanee), reazioni cutanee simil-lupus eritematoso, riattivazione del lupus eritematoso cutaneo, reazioni di fotosensibilità, rash, orticaria Patologie del sistema muscoloschelestrico e del tessuto connettivo: Non nota: debolezza, spasmi muscolari Patologie renali e urinarie: Non nota: nefrite interstiziale, disfunzione renale Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione: Non nota: febbre Esami diagnostici: Non nota: disturbi dell’equilibrio elettrolitico (inclusa ipopotassiemia e iposodiemia, vedere paragrafo 4.4), iperuricemia, glicosuria, iperglicemia, aumento del colesterolo e dei trigliceridi
Segnalazione delle reazioni avverse sospette La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale.
Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione all’indirizzo http://www.aifa.gov.it/content/segnalazioni-reazioni-avverse Gravidanza e allattamento
- Gravidanza Antagonisti del recettore dell’angiotensina II (AIIRA) L’uso degli AIIRA non è raccomandato durante il primo trimestre di gravidanza (vedere paragrafo 4.4).
L’uso degli AIIRA è controindicato durante il secondo ed il terzo trimestre di gravidanza (vedere paragrafi 4.3 e 4.4).
L’evidenza epidemiologica sul rischio di teratogenicità a seguito dell’esposizione ad ACE inibitori durante il primo trimestre di gravidanza non ha dato risultati conclusivi; tuttavia non può essere escluso un piccolo aumento del rischio.
Sebbene non siano disponibili dati epidemiologici controllati sul rischio con antagonisti del recettore dell’angiotensina II (AIIRA), un simile rischio può esistere anche per questa classe di medicinali.
Per le pazienti che stanno pianificando una gravidanza si deve ricorrere a trattamenti antipertensivi alternativi, con comprovato profilo di sicurezza per l’uso in gravidanza, a meno che non sia considerato essenziale il proseguimento della terapia con un AIIRA.
Quando viene diagnosticata una gravidanza, il trattamento con AIIRA deve essere immediatamente interrotto e, se appropriato, si deve iniziare una terapia alternativa.
È noto che nella donna l’esposizione ad AIIRA durante il secondo ed il terzo trimestre induce tossicità fetale (ridotta funzionalità renale, oligoidramnios, ritardo nell’ossificazione del cranio) e tossicità neonatale (insufficienza renale, ipotensione, iperkaliemia) (vedere paragrafo 5.3).
Se dovesse verificarsi un’esposizione ad un AIIRA dal secondo trimestre di gravidanza, si raccomanda un controllo ecografico della funzionalità renale e del cranio.
I neonati le cui madri abbiano assunto AIIRA devono essere attentamente osservati per quanto riguarda l’ipotensione (vedere paragrafi 4.3 e 4.4).
Idroclorotiazide C’è limitata esperienza con idroclorotiazide durante la gravidanza, specialmente durante il primo trimestre.
Gli studi sugli animali sono insufficienti.
Idroclorotiazide attraversa la placenta.
In base al suo meccanismo d’azione, l’uso di idroclorotiazide durante il secondo e terzo trimestre di gravidanza può compromettere la perfusione feto-placentale e causare effetti fetali e neonatali come ittero, alterazioni dell’equilibrio elettrolitico e trombocitopenia.
L’idroclorotiazide non deve essere usata per il trattamento dell’edema gestazionale, dell’ipertensione gestazionale o della preeclampsia a causa del rischio di riduzione del volume plasmatico e di ipoperfusione placentare, senza un effetto benefico sul decorso della malattia.
Idroclorotiazide non deve essere usata per il trattamento dell’ipertensione in donne in gravidanza eccetto che nelle rare situazioni in cui non sono disponibili altre terapie.
Poiché Irbesartan e idroclorotiazide Sandoz contiene idroclorotiazide, non è raccomandato durante il primo trimestre di gravidanza.
Si deve passare ad un appropriato trattamento alternativo prima di pianificare una gravidanza.
Allattamento Antagonisti del recettore dell’angiotensina II (AIIRA) Poiché non sono disponibili dati riguardanti l’uso di Irbesartan e idroclorotiazide Sandoz durante l’allattamento, Irbesartan e idroclorotiazide Sandoz non è raccomandato e sono da preferire trattamenti alternativi con comprovato profilo di sicurezza per l’uso durante l’allattamento, specialmente in caso di allattamento di neonati o prematuri.
Non è noto se irbesartan o i suoi metaboliti siano escreti nel latte umano.
Dati farmacodinamici/tossicologici disponibili nei ratti hanno mostrato l’escrezione di irbesartan o dei suoi metaboliti nel latte (per dettagli vedere 5.3).
Idroclorotiazide Idroclorotiazide viene escreta nel latte materno in piccole quantità.
I diuretici tiazidici ad alte dosi, provocano intensa diuresi che può inibirela produzione di latte.
L’uso di Irbesartan e idroclorotiazide Sandoz durante l’allattamento al seno non è raccomandato.
Se Irbesartan e idroclorotiazide Sandoz viene assunto durante l’allattamento, le dosi devono essere mantenute ai livelli più bassi possibili.
Fertilità Irbesartan non ha avuto effetti sulla fertilità dei ratti trattati e sulla loro prole fino a livelli di dose che inducono i primi segni di tossicità parentale (vedere paragrafo 5.3). Conservazione
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