INVOKANA 30CPR RIV 300MG
98,52 €
Prezzo indicativo
Data ultimo aggiornamento: 07/05/2015
Invokana è indicato per il trattamento di pazienti adulti con diabete mellito di tipo 2 non sufficientemente controllato in aggiunta alla dieta e all’esercizio fisico: - come monoterapia quando la metformina è considerata inappropriata a causa di intolleranza o controindicazioni - in associazione con altri medicinali per il trattamento del diabete. Per i risultati degli studi relativi all’associazione di terapie, agli effetti sul controllo glicemico, agli eventi cardiovascolari e renali e alle popolazioni studiate, vedere i paragrafi 4.4, 4.5 e 5.1.
Invokana 100 mg compresse rivestite con film Ogni compressa contiene canagliflozin emiidrato, equivalente a 100 mg di canagliflozin. Eccipiente(i) con effetti noti: Ogni compressa contiene 39,2 mg di lattosio. Invokana 300 mg compresse rivestite con film Ogni compressa contiene canagliflozin emiidrato, equivalente a 300 mg di canagliflozin. Eccipiente(i) con effetti noti: Ogni compressa contiene 117,78 mg di lattosio. Per l’elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1.
Controindicazioni
- • Ipersensibilità al principio attivo o ad uno qualsiasi degli eccipienti elencati al paragrafo 6.1.
Posologia
- Posologia Per il controllo glicemico, La dose iniziale raccomandata di canagliflozin è 100 mg una volta al giorno per via orale.
Nei pazienti che tollerano canagliflozin 100 mg una volta al giorno che hanno una velocità di filtrazione glomerulare stimata (eGFR) ≥ 60 mL/min/1,73 m² o una clearance della creatinina (CrCl, creatinine clearance) ≥ 60 mL/min e che necessitano di un controllo glicemico più stretto, la dose può essere aumentata a 300 mg una volta al giorno (vedere paragrafo 4.4).
Per le raccomandazioni relative all’aggiustamento della dose in base all’eGFR, fare riferimento alla Tabella 1.
Deve essere prestata attenzione quando si aumenta la dose nei pazienti di età ≥ 75 anni, nei pazienti con nota patologia cardiovascolare o negli altri pazienti per i quali la diuresi iniziale indotta da canagliflozin rappresenta un rischio (vedere paragrafo 4.4).
Nei pazienti con evidenza di deplezione di volume intravascolare si raccomanda di correggere questa condizione prima di iniziare canagliflozin (vedere paragrafo 4.4).
Quando canagliflozin è impiegato come terapia aggiuntiva ad insulina o ad un secretagogo dell’insulina (ad es.
sulfonilurea), si può considerare una dose inferiore di insulina o del secretagogo per ridurre il rischio di ipoglicemia (vedere paragrafi 4.5 e 4.8).
Popolazioni speciali Pazienti anziani (≥ 65 anni) Si deve tenere conto della funzionalità renale e del rischio di deplezione di volume (vedere paragrafo 4.4).
Compromissione renale Per il trattamento della nefropatia diabetica, deve essere utilizzata una dose di 100 mg di canagliflozin una volta al giorno (vedere Tabella 1) in aggiunta allo standard di cura (ad es.
ACE-inibitori o ARB).
Poichè l’efficacia di canagliflozin nel ridurre la glicemia risulta ridotta nei pazienti con insufficienza renale moderata e verosimilmente assente nei pazienti con insufficienza renale grave, se è necessario un controllo glicemico addizionale si deve considerare l’aggiunta di altri agenti anti-iperglicemizzanti.
Per le raccomandazioni relative all’aggiustamento della dose in base all’eGFR, fare riferimento alla Tabella 1.
Compromissione epatica Per i pazienti con compromissione lieve o moderata della funzionalità epatica non è necessario alcun aggiustamento della dose.Tabella 1: Raccomandazioni relative all’aggiustamento della dosea eGFR (mL/min/1,73 m²) o CrCl (mL/min) Dose totale giornaliera di canagliflozin ≥ 60 Iniziare con 100 mg.
Nei pazienti che tollerano 100 mg e richiedono un controllo glicemico addizionale, la dose può essere aumentata a 300 mg.Da 30 a < 60b Usare 100 mg. < 30b, c Continuare con 100 mg nei pazienti che stavano già assumendo Invokanad.
Invokana non deve essere iniziato.a Vedere paragrafi 4.4, 4.8, 5.1 e 5.2. b Se è necessario un controllo glicemico addizionale, si deve considerare l’aggiunta di altri agenti anti-iperglicemizzanti. c Con rapporto albumina/creatinina nell‘urinaalbuminuria > 300 mg/dieg d Continuare la somministrazione fino alla dialisi o al trapianto renale.
Canagliflozin non è stato studiato nei pazienti con compromissione epatica severa e non è raccomandato per l’impiego in questi pazienti (vedere paragrafo 5.2).
Popolazione pediatrica La sicurezza e l’efficacia di canagliflozin nei bambini al di sotto dei 18 anni di età non sono state ancora stabilite.
Non ci sono dati disponibili.
Modo di somministrazione Per uso orale.
Invokana deve essere assunto per via orale una volta al giorno, preferibilmente prima del primo pasto della giornata.
Le compresse devono essere deglutite intere.
Se viene dimenticata una dose, questa deve essere assunta appena il paziente se ne ricorda.
Non si deve però assumere una dose doppia nello stesso giorno. Avvertenze e precauzioni
- Compromissione renale L’efficacia di canagliflozin per il controllo glicemico dipende dalla funzione renale e l’efficacia risulta ridotta nei pazienti con insufficienza renale moderata e praticamente assente nei pazienti con insufficienza renale severa (vedere paragrafo 4.2).
Nei pazienti con eGFR < 60 mL/min/1,73 m² o CrCl < 60 mL/min è stata riportata una incidenza più elevata di reazioni avverse associate a deplezione di volume (ad es.
capogiri posturali, ipotensione ortostatica, ipotensione), in particolare con la dose da 300 mg.
Inoltre, in questi pazienti è stato riportato un numero maggiore di eventi di livelli elevati di potassio e di livelli maggiormente aumentati di creatinina sierica e azoto ureico (BUN, Blood Urea Nitrogen) (vedere paragrafo 4.8).
Pertanto, la dose di canagliflozin deve essere limitata a 100 mg una volta al giorno nei pazienti con eGFR < 60 mL/min/1,73 m² o CrCl < 60 mL/min (vedere paragrafo 4.2).
Indipendentemente dall’eGFR prima del trattamento, i pazienti trattati con canagliflozin presentavano una iniziale riduzione dell’eGFR che succesivamente si è attenuata nel tempo (vedere paragrafi 4.8 e 5.1).
Il monitoraggio della funzione renale è raccomandato come segue: - Prima di iniziare canagliflozin ed in seguito almeno annualmente (vedere paragrafi 4.2, 4.8, 5.1 e 5.2) - Prima di iniziare la somministrazione concomitante di farmaci che possono ridurre la funzione renale e in seguito periodicamente.
Esiste esperienza nell’uso di canagliflozin per il trattamento della malattia renale diabetica (eGFR ≥ 30 mL/min/1,73 m²) con e senza albuminuria.
Sebbene entrambi i gruppi di pazienti ne abbiano tratto beneficio, i pazienti con albuminuria possono trarre maggiori benefici dal trattamento con canagliflozin.
Uso nei pazienti a rischio di reazioni avverse correlate a deplezione di volume A causa del suo meccanismo d’azione, canagliflozin, aumentando l’escrezione urinaria di glucosio (UGE) induce una diuresi osmotica che può ridurre il volume intravascolare e diminuire la pressione arteriosa (vedere paragrafo 5.1).
Negli studi clinici controllati di canagliflozin, sono stati osservati aumenti delle reazioni avverse correlate alla deplezione di volume (ad es.
capogiri posturali, ipotensione ortostatica o ipotensione) più comunemente con la dose di 300 mg e si sono verificati più frequentemente nei primi tre mesi (vedere paragrafo 4.8).
Deve essere usata cautela nei pazienti per i quali un calo della pressione sanguigna indotto da canagliflozin può rappresentare un rischio, come pazienti con malattie cardiovascolari note, pazienti con eGFR < 60 mL/min/1,73 m², pazienti in terapia anti-ipertensiva con una storia di ipotensione, pazienti in terapia con diuretici o pazienti anziani (≥ 65 anni di età) (vedere paragrafi 4.2 e 4.8).
A causa della deplezione di volume, generalmente si osservano piccole diminuzioni medie dell’eGFR entro le prime 6 settimane dall’inizio del trattamento con canagliflozin.
Nei pazienti sensibili a maggiori riduzioni del volume intravascolare, come descritto sopra, a volte si osservano diminuzioni di eGFR maggiori (> 30%), che successivamente migliorano, ed è raro che richiedano interruzione del trattamento con canagliflozin (vedere paragrafo 4.8).
Si deve consigliare ai pazienti di riferire i sintomi della deplezione di volume.
L’uso di canagliflozin non è raccomandato nei pazienti che ricevono diuretici dell’ansa (vedere paragrafo 4.5) o con deplezione di volume, ad esempio, per una malattia acuta (come patologie gastrointestinali).
Per i pazienti che ricevono canagliflozin, in caso di condizioni intercorrenti che possono portare a deplezione di volume (come le malattie gastrointestinali), è raccomandato un attento monitoraggio dello stato del volume (ad es.
esame fisico, misurazioni della pressione arteriosa, test di laboratorio compresi i test di funzionalità renale), e degli elettroliti nel siero.
L’interruzione temporanea del trattamento con canagliflozin può essere considerata per i pazienti che sviluppano deplezione di volume mentre sono in terapia con canagliflozin, fino a quando la condizione risulti corretta.
In caso di interruzione, si deve considerare un monitoraggio più frequente della glicemia.
Chetoacidosi diabetica Sono stati riportati rari casi di chetoacidosi diabetica (DKA), compresi casi potenzialmente pericolosi per la vita e fatali, in pazienti trattati con inibitori del trasportatore sodio-glucosio di tipo 2 (SGLT2, Sodium-glucose co-transporter 2), tra cui canagliflozin.
In diversi casi, la condizione clinica si è presentata in maniera atipica, con valori di glucosio nel sangue solo moderatamente aumentati, inferiori a 14 mmol/L (250 mg/dL).
Non è noto se la DKA ha più probabilità di verificarsi con dosi più elevate di canagliflozin.
Il rischio di DKA è maggiore nei pazienti con una funzionalità renale moderatamente o severamente ridotta che necessitano di insulina.
Il rischio di DKA deve essere preso in considerazione in caso di sintomi non specifici come nausea, vomito, anoressia, dolori addominali, sete eccessiva, difficoltà di respirazione, confusione, stanchezza insolita o sonnolenza.
I pazienti devono essere immediatamente valutati per chetoacidosi se si verificano questi sintomi, indipendentemente dal livello di glucosio nel sangue.
Nei pazienti in cui la DKA si sospetta o viene diagnosticata, il trattamento con Invokana deve essere interrotto immediatamente.Il trattamento deve essere interrotto nei pazienti che sono ricoverati in ospedale per interventi di chirurgia maggiore o per gravi malattie acute.
In questi pazienti è raccomandato il monitoraggio dei chetoni.
La misurazione dei livelli di chetoni nel sangue è privilegiata rispetto a quella nelle urine.
Il trattamento con Invokana può essere riavvato quando i valori dei chetoni sono normali e le condizioni del paziente si sono stabilizzate.
Prima di iniziare il trattamento con Invokana devono essere considerati quei fattori nella storia del paziente che possono predisporre a chetoacidosi.
La chetoacidosi diabetica può prolungarsi dopo l'interruzione di Invokana in alcuni pazienti, cioè può durare più a lungo di quanto previsto dall'emivita plasmatica di canagliflozin (vedere paragrafo 5.2).
È stata osservata una glicosuria prolungata insieme a DKA persistente.
Fattori indipendenti da canagliflozin possono essere coinvolti in periodi prolungati di DKA.
La carenza di insulina può contribuire alla chetoacidosi diabetica prolungata e deve essere corretta quando verificata.
I pazienti che possono essere ad alto rischio di chetoacidosi sono pazienti con una bassa funzionalità della riserva delle cellule beta (ad esempio diabetici di tipo 2 con basso C-peptide o diabete autoimmune latente negli adulti (LADA, Latent Autoimmune Diabetes in Adults), o pazienti con una storia di pancreatite), pazienti con condizioni che portano a una limitata assunzione di cibo o a disidratazione severa, pazienti per i quali le dosi di insulina sono ridotte e pazienti con incremento del fabbisogno insulinico a causa di malattia acuta, intervento chirurgico o abuso di alcool.
Gli inibitori SGLT2 devono essere usati con cautela in questi pazienti.
Non è raccomandato iniziare nuovamente il trattamento con gli inibitori SGLT2 in pazienti con precedente diagnosi di chetoacidosi diabetica mentre erano in trattamento con inibitori SGLT2, a meno che un altro chiaro fattore scatenante sia stato identificato e risolto.
La sicurezza e l’efficacia di canagliflozin nei pazienti con diabete di tipo 1 non sono state accertate e canagliflozin non deve essere utilizzato per il trattamento di pazienti affetti da diabete di tipo 1.
Dati limitati provenienti da studi clinici suggeriscono che la DKA si verifica con frequenza “comune” quando i pazienti con diabete di tipo 1 vengono trattati con inibitori SGLT2.
Amputazioni a carico degli arti inferiori In studi clinici a lungo termine su canagliflozin in pazienti affetti da diabete di tipo 2 con malattia cardiovascolare (CVD) accertata o con almeno 2 fattori di rischio di CVD, Invokana era associato a un rischio di amputazione superiore a carico degli arti inferiori rispetto al placebo (0,63 versus 0,34 eventi per 100 pazienti/anno, rispettivamente) e tale aumento riguardava principalmente le dita dei piedi e del metatarso (vedere paragrafo 4.8).
In uno studio clinico a lungo termine in pazienti affetti da diabete di tipo 2 e nefropatia diabetica, non è stata osservata alcuna differenza nel rischio di amputazioni a carico degli arti inferiori nei pazienti trattati con canagliflozin 100 mg rispetto al placebo.
In questo studio sono state adottate le misure precauzionali di seguito indicate.
Poiché non è stato stabilito un meccanismo alla base di tali eventi, i fattori di rischio per l’amputazione, oltre ai fattori di rischio generali, sono sconosciuti.
Prima di iniziare Invokana, tenere in considerazione i fattori nell’anamnesi del paziente che possono aumentare il rischio di amputazione.
Come misure precauzionali, occorre considerare un attento monitoraggio dei pazienti con un rischio più elevato di casi di amputazione e la raccomandazione ai pazienti circa l’importanza preventiva della cura routinaria del piede e del mantenimento di un’adeguata idratazione.
Deve essere presa in considerazione anche l’interruzione del trattamento con Invokana nei soggetti che sviluppano a livello degli arti inferiori eventi significativi che possano precedere l’amputazione come ulcere cutanee, infezioni, osteomielite o gangrena.
Fascite necrotizzante del perineo (gangrena di Fournier) In pazienti donne e uomini che assumono inibitori SGLT2 sono stati riportati casi post-marketing di fascite necrotizzante del perineo (nota anche come gangrena di Fournier).
Questo è un evento raro ma serio e potenzialmente mortale che richiede un intervento chirurgico urgente e un trattamento antibiotico.
I pazienti devono essere avvisati di consultare un medico se manifestano una combinazione di sintomi di dolore, indolenzimento, eritema o gonfiore nell'area genitale o perineale, con febbre o malessere.
Bisogna essere consapevoli che l'infezione uro-genitale o l'ascesso perineale possono precedere la fascite necrotizzante.
Se si sospetta la gangrena di Fournier, Invokana deve essere sospeso e deve essere avviato un trattamento tempestivo (inclusi antibiotici e rimozione chirurgica).
Ematocrito elevato Aumento dell’ematocrito è stato osservato con il trattamento con canagliflozin (vedere paragrafo 4.8); pertanto, si raccomanda un attento monitoraggio nei pazienti con livelli già elevati di ematocrito.
Pazienti anziani (≥ 65 anni) I pazienti anziani possono presentare un rischio maggiore di deplezione di volume, hanno maggiore probabilità di essere in trattamento con diuretici e di avere una funzione renale compromessa.
Nei pazienti di età ≥ 75 anni è stata riportata un’incidenza più elevata di reazioni avverse associate alla deplezione di volume (ad es.
capogiri posturali, ipotensione ortostatica, ipotensione).
Inoltre, in questi pazienti sono state riportate diminuzioni di eGFR maggiori (vedere paragrafi 4.2 e 4.8).
Infezioni micotiche genitali Coerentemente al meccanismo di inibizione del SGLT2 con aumentata escrezione urinaria di glucosio (UGE, Urinary Glucose Excretion), negli studi clinici con canagliflozin sono stati riportati casi di candidosi vulvovaginale nelle donne e balaniti o balanopostiti negli uomini (vedere paragrafo 4.8).
I pazienti di entrambi i sessi con una storia di infezioni micotiche genitali avevano maggiore probabilità di sviluppare un’infezione.
Balaniti e balanopostiti si sono verificate soprattutto in pazienti non circoncisi, che in alcuni casi sono esitate in fimosi e/o circoncisione.
La maggior parte delle infezioni micotiche genitali sono guarite con trattamenti antifungini topici, prescritti dal medico o di automedicazione, continuando la terapia con Invokana.
Infezioni delle vie urinarie In pazienti trattati con canagliflozin sono stati segnalati casi post-marketing di infezioni complicate delle vie urinarie, incluse pielonefrite e urosepsi, che spesso hanno determinato l'interruzione del trattamento.
Nei pazienti con infezioni complicate delle vie urinarie deve essere presa in considerazione l'interruzione temporanea di canagliflozin.
Insufficienza cardiaca L’esperienza in soggetti con insufficienza cardiaca di classe III New York Heart Association (NYHA) è limitata, e non c’è esperienza di studi clinici con canagliflozin nella classe IV NYHA.
Parametri urinari di laboratorio Dato il meccanismo d’azione, i pazienti che assumono canagliflozin risulteranno positivi al test per il glucosio nell’urina.
Intolleranza al lattosio Le compresse contengono lattosio.
I pazienti affetti da rari problemi ereditari di intolleranza al galattosio, da deficit totale di lattasi, o da malassorbimento di glucosio-galattosio, non devono assumere questo medicinale.
Sodio Questo medicinale contiene meno di 1 mmol (23 mg) di sodio per compressa, cioè è essenzialmente “senza sodio” Interazioni
- Interazioni farmacodinamiche Diuretici L’effetto di canagliflozin può sommarsi all’effetto dei diuretici e aumentare il rischio di disidratazione e ipotensione (vedere paragrafo 4.4).
Insulina e secretagoghi dell’insulina L’insulina ed i secretagoghi dell’insulina, come le sulfoniluree, possono causare ipoglicemia.
Pertanto può essere necessario somministrare una dose inferiore di insulina o di secretagogo per ridurre il rischio di ipoglicemia quando si usano in associazione a canagliflozin (vedere paragrafi 4.2 e 4.8).
Interazioni farmacocinetiche Effetti di altri medicinali su canagliflozin Canagliflozin viene metabolizzato principalmente attraverso la coniugazione con glucuronide mediata dalla uridina 5'-difosfo (UDP) glucuroniltransferasi (UGT) 1A9 e 2B4.
Canagliflozin è trasportato dalla glicoproteina-P (P-gp) e dalla proteina della resistenza del cancro al seno (BCRP, Breast Cancer Resistance Protein).
Gli induttori enzimatici (come l’erba di San Giovanni [Hypericum perforatum], rifampicina, barbiturici, fenitoina, carbamazepina, ritonavir, efavirenz) possono ridurre l’esposizione a canagliflozin.
In seguito alla somministrazione concomitante di canagliflozin e rifampicina (un induttore di vari trasportatori attivi ed enzimi che metabolizzano i medicinali), sono state osservate riduzioni del 51% e 28% rispettivamente dell’esposizione sistemica (AUC) e della concentrazione di picco (Cmax) di canagliflozin.
Questa riduzione di esposizione a canagliflozin può diminuirne l’efficacia.
Se un induttore combinato di questi enzimi UGT e proteine di trasporto deve essere somministrato insieme a canagliflozin, è appropriato monitorare il controllo glicemico per valutare la risposta a canagliflozin.
Se un induttore di questi enzimi UGT deve essere co-somministrato a canagliflozin, deve essere considerato un aumento della dose a 300 mg una volta al giorno se i pazienti tollerano al momento canagliflozin 100 mg una volta al giorno, hanno un eGFR ≥ 60 mL/min/1,73 m² o CrCl ≥ 60 mL/min e richiedono un controllo glicemico addizionale.
Nei pazienti con un eGFR 45 mL/min/1,73 m² a < 60 mL/min/1,73 m² o CrCl 45 mL/min to < 60 mL/min che assumono canagliflozin 100 mg e una terapia concomitante con un induttore dell’enzima UGT e che richiedono un controllo glicemico addizionale, devono essere prese in considerazione altre terapie ipoglicemizzanti (vedere paragrafi 4.2 e 4.4).
Colestiramina può potenzialmente ridurre l’esposizione a canagliflozin.
Il dosaggio di canagliflozin deve avvenire almeno 1 ora prima o 4-6 ore dopo la somministrazione di un sequestrante degli acidi biliari per minimizzare la possibile interferenza con il loro assorbimento.
Studi di interazione suggeriscono che la farmacocinetica di canagliflozin non è alterata da metformina, idroclorotiazide, contraccettivi orale (etinilestradiolo e levonorgestrol), ciclosporina e/o probenecid.
Effetti di canagliflozin su altri medicinali Digossina La combinazione di canagliflozin 300 mg una volta al giorno per 7 giorni con una singola dose di 0,5 mg di digossina seguita da 0,25 mg/die per 6 giorni ha determinato un incremento del 20% dell’AUC e del 36% della Cmax della digossina, probabilmente dovuti all’inibizione della P-gp.
È stato osservata in vitro una inibizione della P-gp da parte di canagliflozin.
I pazienti che assumono digossina o altri glicosidi cardiaci (ad es.
digitossina) devono essere monitorati in modo appropriato.
Litio L'uso concomitante di un inibitore SGLT2 con litio può ridurre le concentrazioni sieriche di litio.
Monitorare più attentamente la concentrazione sierica di litio durante il trattamento con canagliflozin, in particolare all'inizio del trattamento e durante le modifiche del dosaggio.
Dabigatran Non è stato studiato l’effetto della somministrazione concomitante di canagliflozin (un debole inibitore della P-gp) su dabigatran etexilato (un substrato della P-gp).
Siccome le concentrazioni di dabigatran possono aumentare in presenza di canagliflozin, deve essere effettuato un monitoraggio (per segni di sanguinamento o anemia) quando dabigatran è associato a canagliflozin.
Simvastatina La combinazione di canagliflozin 300 mg una volta al giorno per 6 giorni con una singola dose di 40 mg di simvastatina (substrato del CYP3A4) ha determinato un incremento del 12% dell’AUC e del 9% della Cmax della simvastatina, e un incremento del 18% dell’AUC e del 26% della Cmax della simvastatina acida.
L’aumentata esposizione a simvastatina e simvastatina acida non è considerata clinicamente rilevante.
Non può essere esclusa l’inibizione della BCRP da parte di canagliflozin ad un livello intestinale e può quindi verificarsi l’aumento dell’esposizione per i medicinali trasportati dalla BCRP ad esempio alcune statine come rosuvastatina e alcuni medicinali anti tumorali.
Negli studi di interazione, canagliflozin allo steady-state non ha avuto alcun effetto clinicamente rilevante sulla farmacocinetica di metformina, contraccettivi orali (etinilestradiolo e levonorgestrol), glibenclamide, paracetamolo, idroclorotiazide o warfarina.
Interferenza conmedicinale/test di laboratorio Test 1,5- anidro-glucitolo (1,5 AG) Gli incrementi dell’escrezione urinaria di glucosio con Invokana possono erroneamente abbassare i livelli di 1,5 AG e rendere le misurazioni di 1,5 AG inaffidabili per la valutazione del controllo glicemico.
Pertanto, i test di 1,5 AG non devono essere usati per la valutazione del controllo glicemico nei pazienti che assumono canagliflozin.
Per ulteriori dettagli, può essere consigliabile contattare il produttore specifico dei test di 1,5 AG. Effetti indesiderati
- Riassunto del profilo di sicurezza La sicurezza di canagliflozin è stata valutata in 22.645 pazienti con diabete di tipo 2, che comprendevano 13.278 pazienti trattati con canagliflozin e 9.367 pazienti trattati con il medicinale di confronto nel corso di 15 studi clinici controllati, in doppio cieco di fase 3 e di fase 4.
Un totale di 10.134 pazienti è stato trattato in due studi focalizzati sugli eventi cardiovascolari per un periodo medio di esposizione di 149 settimane (223 settimane nello studio CANVAS e 94 settimane nello studio CANVAS-R) e un totale di 8.114 pazienti è stato trattato in 12 studi clinici controllati, in doppio cieco di fase 3 e di fase 4, per un periodo medio di esposizione di 49 settimane.
In uno studio focalizzato sugli esiti renali, un totale di 4.397 pazienti con diabete di tipo 2 e nefropatia diabetica ha avuto un periodo medio di esposizione di 115 settimane.
La valutazione primaria di sicurezza e tollerabilità è stata condotta in un’analisi aggregata (n = 2.313) di quattro studi clinici della durata di 26 settimane controllati con placebo (in monoterapia e in terapia aggiuntiva con metformina, metformina e una sulfonilurea, metformina e pioglitazone).
Le reazioni avverse riportate più comunemente durante il trattamento erano ipoglicemia quando associato ad insulina o una sulfonilurea, candidosi vulvovaginale, infezione del tratto urinario e poliuria o pollachiuria (cioè minzione frequente).
In questi studi le reazioni avverse che hanno portato all’interruzione del trattamento in ≥ 0,5% di tutti i pazienti trattati con canagliflozin sono state candidosi vulvovaginale (0,7% delle pazienti donne) e balanite o balanopostite (0,5% dei pazienti uomini).
Altre analisi della sicurezza (compresi i dati a lungo termine) utilizzando i dati dell’intero programma di studi di canagliflozin (studi controllati con placebo e con medicinale attivo) sono state condotte per valutare le reazioni avverse riportate in modo da identificare le reazioni avverse (Tabella 2) (vedere paragrafi 4.2 e 4.4).
Tabella delle reazioni avverse L’elenco delle reazioni avverse nella Tabella 2 si basa sull’analisi degli studi controllati con placebo e con medicinale attivo descritti sopra.
Nella tabella sono anche riportate le reazioni avverse provenienti dall’esperienza post-marketing Le reazioni avverse elencate sotto sono classificate secondo la frequenza e la classificazione per organi e sistemi.
Le categorie di frequenza sono definite secondo la seguente convenzione: molto comune (≥ 1/10), comune (≥ 1/100, < 1/10), non comune (≥ 1/1.000, < 1/100), raro (≥ 1/10.000, < 1/1.000) o molto raro (< 1/10.000), non nota (la frequenza non può essere definita sulla base dei dati disponibili).
Descrizione di reazioni avverse selezionate Chetoacidosi diabetica In uno studio sugli esiti renali a lungo termine in pazienti con diabete di tipo 2 e nefropatia diabetica, le percentuali di incidenza di casi di chetoacidosi diabetica (DKA) valutati sono state 0,21 (0,5%, 12/2.200) e 0,03 eventi (0,1%, 2/2.197) per 100 pazienti/anno di follow-up per canagliflozin 100 mg e placebo, rispettivamente; dei 14 pazienti con DKA, 8 (7 trattati con canagliflozin 100 mg e 1 con placebo) avevano un eGFR da 30 a < 45 mL/min/1,73 m² prima del trattamento (vedere paragrafo 4.4).Tabella 2: Tabella delle reazioni avverse (MedDRA) provenienti dagli studi controllati con placeboa e con medicinale attivo e dall’esperienza post-marketing Classificazione per organi e sistemi Frequenza Reazione avversa Infezioni ed infestazioni molto comune Candidiasi vulvovaginaleb,j comune Balanite o balanopostiteb,k, Infezione delle vie urinariec (pielonefrite e urosepsi sono state riportate dall’esperienza post-marketing) non noto Fascite necrotizzante del perineo (gangrena di Fournier)d Disturbi del sistema immunitario raro Reazione anafilattica Disturbi del metabolismo e della nutrizione molto comune Ipoglicemia in associazione a insulina o sulfonilureac non comune Disidratazionea raro Chetoacidosi diabeticab Patologie del sistema nervoso non comune Capogiro posturalea, Sincopea Patologie vascolari non comune Ipotensionea, Ipotensione ortostaticaa Patologie gastrointestinali comune Stipsi, Setef, Nausea Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo non comune Fotosensibilità, Eruzione cutaneag, Orticaria raro Angioedema Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo non comune Frattura osseah Patologie renali e urinarie comune Poliuria o Pollachiuriai non comune Insufficienza renale (principalmente in un quadro di ipovolemia) Esami diagnostici comune Dislipidemial, Ematocrito aumentatob,m non comune Creatinina ematica aumentatab,n, Urea ematica aumentata b,o, Potassio ematico aumentatob,p, Fosfato ematico aumentatoq Procedure mediche e chirurgiche non comune Amputazioni a carico degli arti inferiori (principalmente delle dita dei piedi e del metatarso), soprattutto nei pazienti ad alto rischio di malattia cardiovascolareb a Correlate alla deplezione di volume; vedere paragrafo 4.4 e la descrizione delle reazioni avverse (RA) riportata di seguito. b Vedere paragrafo 4.4 e la descrizione delle RA riportata di seguito. c Vedere la descrizione delle RA riportata di seguito. d Vedere paragrafo 4.4 e I profili dei dati di sicurezza dei singoli studi registrativi (inclusi studi nei pazienti con insufficienza renale moderata; pazienti anziani [≥ 55 anni a ≤ 80 anni]; pazienti con aumentato rischio di malattia cardiovascolare e renale) erano generalmente in linea con le reazioni avverse identificate in questa tabella. f Sete include i termini sete, bocca secca e polidipsia. g Eruzione cutanea include i termini rash eritematoso, rash generalizzato, rash maculare, rash maculopapulare, rash papulare, rash pruriginoso, rash pustolare e rash vescicolare. h Correlata alla frattura ossea; vedere la descrizione delle RA riportata di seguito. i Poliuria o Pollachiuria include i termini poliuria, pollachiuria, minzione imperiosa, nicturia, e diuresi aumentata. j Candidiasi vulvovaginale include i termini candidosi vulvovaginale, infezione micotica vulvovaginale, vulvovaginite, infezione vaginale, vulvite e infezione genitale micotica. k Balanite o balanopostiti include i termini balanite, balanopostite, balanite da candida e infezione genitale fungina. l Percentuale media aumenta dal basale per canagliflozin 100 mg e 300 mg versus placebo, rispettivamente, erano colesterolo totale 3,4% e 5,2% versus 0,9%; colesterolo HDL 9,4% e 10,3% versus 4,0%; colesterolo LDL 5,7% e 9,3% versus 1,3%; colesterolo non-HDL 2,2% e 4,4% versus 0,7%; trigliceridi 2,4% e 0,0% versus 7,6%. m Variazioni medie dal basale in ematocrito erano 2,4% e 2,5% per canagliflozin 100 mg e 300 mg, rispettivamente, rispetto a 0,0% per placebo. n Variazioni percentuali medie dal basale in creatinina erano 2,8% e 4,0% per canagliflozin 100 mg e 300 mg, rispettivamente, rispetto a 1,5% per placebo. n Variazioni percentuali medie dal basale in azoto ureico nel sangue erano 17,1% e 18,0% per canagliflozin 100 mg e 300 mg, rispettivamente, rispetto al 2,7% per placebo. p Variazioni percentuali medie dal basale in potassio nel sangue erano 0,5% e 1,0% per canagliflozin 100 mg e 300 mg, rispettivamente, rispetto a 0,6% per placebo. q Variazioni percentuali medie dal basale in fosfato nel sangue erano 3,6% e 5,1% per canagliflozin 100 mg e 300 mg, rispetto a 1,5% per placebo.
Amputazioni a carico degli arti inferiori Nei pazienti con diabete di tipo 2 che presentano una malattia cardiovascolare accertata o almeno due fattori di rischio di malattia cardiovascolare, canagliflozin è stato associato a un rischio di amputazione superiore a carico degli arti inferiori secondo quanto osservato nel Programma Integrato CANVAS, comprensivo di CANVAS e CANVAS-R, due ampie sperimentazioni a lungo termine, randomizzate, controllate con placebo, atte a valutare 10.134 pazienti.
Lo squilibrio si è verificato già nelle prime 26 settimane di terapia.
I pazienti partecipanti agli studi CANVAS e CANVAS -R sono stati seguiti, rispettivamente, per una media di 5,7 e 2,1 anni.
Indipendentemente dal trattamento con canagliflozin o placebo, il rischio di amputazione è stato più elevato nei pazienti con un’anamnesi al basale di amputazione pregressa, malattia vascolare periferica e neuropatia.
Il rischio di amputazione a carico degli arti inferiori non era dose - dipendente.
I risultati relativi alle amputazioni nel Programma Integrato CANVAS sono riportati nella Tabella 3.
Non vi sono state differenze nel rischio di amputazioni a carico degli arti inferiori associato all’uso di canagliflozin 100 mg rispetto al placebo (1,2 versus 1,1 eventi per 100 pazienti/anno, rispettivamente [HR: 1,11; IC 95% 0,79, 1,56]) nello studio CREDENCE, uno studio a lungo termine sugli esiti renali in 4.397 pazienti con diabete di tipo 2 e nefropatia diabetica (vedere paragrafo 4.4).
In altri studi sul diabete di tipo 2 con canagliflozin, che hanno arruolato una popolazione diabetica generale di 8.114 pazienti, non è stata osservata alcuna differenza nel rischio di amputazione a carico degli arti inferiori rispetto al controllo.
Tra i soggetti nel Programma CANVAS che hanno subito un’amputazione, le dita del piede e il metatarso sono risultati i siti più frequenti (71%) in entrambi i gruppi di trattamento (Tabella 3).Tabella 3: Analisi integrata delle amputazioni negli studi CANVAS E CANVAS-R Placebo canagliflozin N = 4344 N = 5790 Numero totale di soggetti con eventi, n (%) 47 (1,1) 140 (2,4) Percentuale di incidenza (per 100 pazienti/anno) 0,34 0,63 HR (IC al 95%) rispetto a placebo 1,97 (1,41, 2,75) Amputazione minore, n (%)* 34/47 (72,3) 99/140 (70,7) Amputazione maggiore, n (%)† 13/47 (27,7) 41/140 (29,3) Nota: L’incidenza si basa sul numero di pazienti con almeno un’amputazione e non sul numero totale di eventi di amputazione.
Il follow-up del paziente viene calcolato dal Giorno 1 alla data del primo evento di amputazione.
Alcuni pazienti hanno subito più di un’amputazione.
La percentuale di amputazioni minori e maggiori si basa sul livello più elevato di ampuntazioni per ciascun paziente.* Dita dei piedi e metatarso † Caviglia, sotto il ginocchio e sopra il ginocchio
Amputazioni multiple (alcune delle quali hanno interessato entrambi gli arti inferiori) sono state osservate di rado e in proporzioni simili in entrambi i gruppi di trattamento.
Infezioni a carico degli arti inferiori, ulcere del piede diabetico, arteriopatia periferica e gangrena sono stati gli eventi medici più comuni associati alla necessità di amputazione in entrambi i gruppi di trattamento (vedere paragrafo 4.4).
Reazioni avverse correlate alla deplezione di volume Nell’analisi aggregata dei quattro studi clinici durati 26 settimane controllati con placebo, l’incidenza di tutte le reazioni avverse correlate alla deplezione di volume (ad es.
capogiri posturali, ipotensione ortostatica, ipotensione, disidratazione e sincope) era dell’1,2% per canagliflozin 100 mg, 1,3% per canagliflozin 300 mg e 1,1% per placebo.
L’incidenza con canagliflozin nei due studi clinici con controllo attivo è stata simile ai medicinali di confronto.
In uno degli studi cardiovascolari specifici, a lungo termine (CANVAS), in cui i pazienti erano generalmente più anziani e con una maggior frequenza di complicazioni del diabete, le percentuali di incidenza delle reazioni avverse correlate alla deplezione di volume erano 2,3% con canagliflozin 100 mg, 2,9% con canagliflozin 300 mg, e 1,9% con placebo eventi per 100 pazienti/anno.
Per valutare i fattori di rischio di queste reazioni avverse è stata condotta un’analisi aggregata più ampia (N = 12.441) dei pazienti di 13 studi clinici controllati di fase 3 e di fase 4, che includevano entrambe le dosi di canagliflozin.
In questa analisi aggregata, i pazienti che assumevano diuretici dell’ansa, i pazienti con eGFR al basale da 30 mL/min/1,73 m² a < 60 mL/min/1,73 m², e i pazienti di età ≥ 75 anni hanno avuto generalmente incidenze maggiori di queste reazioni avverse.
Per i pazienti che assumevano diuretici dell’ansa le percentuali di incidenza erano 5,0 con canagliflozin 100 mg e 5,7 con canagliflozin 300 mg in confronto a 4,1 eventi per 100 pazienti/anno di esposizione nel gruppo di controllo.
Per i pazienti con eGFR al basale da 30 mL/min/1,73 m² a < 60 mL/min/1,73 m², le percentuali di incidenza erano 5,2 con canagliflozin 100 mg e 5,4% con canagliflozin 300 mg in confronto a 3,1% eventi per 100 pazienti/anno di esposizione nel gruppo di controllo.
Nei pazienti di età ≥ 75 anni, le percentuali di incidenza erano 5,3% con canagliflozin 100 mg e 6,1% con canagliflozin 300 mg in confronto a 2,4% eventi per 100 pazienti/anno di esposizione nel gruppo di controllo (vedere paragrafi 4.2 e 4.4).
In uno studio sugli esiti renali a lungo termine in pazienti con diabete di tipo 2 e nefropatia diabetica, la percentuale di incidenza di eventi associati a deplezione di volume era 2,84 e 2,35 eventi per 100 pazienti/anno per canagliflozin 100 mg e placebo, rispettivamente.
La percentuale di incidenza aumentava con la riduzione dell’eGFR.
In soggetti con eGFR da 30 a <45 mL/min/1,73 m², la percentuale di incidenza della deplezione di volume era superiore nel gruppo canagliflozin (4,91 eventi per 100 pazienti/anno) rispetto al gruppo placebo (2,60 eventi per 100 pazienti/anno); tuttavia, nei sottogruppi con eGFR da ≥45 a <60 ed eGFR da 60 a <90 mL/min/1,73 m², la percentuale di incidenza inter-gruppo era simile.
Nello studio cardiovascolare dedicato e nell’analisi aggregata più ampia, così come nello studio sugli esiti renali a lungo termine dedicato, le interruzioni del trattamento dovute a reazioni avverse correlate alla deplezione di volume e le reazioni avverse gravi correlate alla deplezione di volume non erano aumentate con canagliflozin.
Ipoglicemia in terapia aggiuntiva con insulina o secretagoghi dell’insulina La frequenza dell’ipoglicemia è stata bassa (circa 4%) in tutti i gruppi di trattamento, incluso il placebo, con canagliflozin in monoterapia o in aggiunta a metformina.
Quando canagliflozin era associato alla terapia insulinica, l’ipoglicemia è stata osservata nel 49,3%, 48,2% e 36,8% dei pazienti trattati, rispettivamente, con canagliflozin 100 mg, canagliflozin 300 mg e placebo; ipoglicemia grave si è verificata nell’1,8%, 2,7% e 2,5% dei pazienti trattati, rispettivamente, con canagliflozin 100 mg, canagliflozin 300 mg e placebo.
Quando canagliflozin era associato ad una sulfonilurea, l’ipoglicemia è stata osservata nel 4,1%, 12,5% e 5,8% dei pazienti trattati, rispettivamente, con canagliflozin 100 mg, canagliflozin 300 mg e placebo (vedere paragrafi 4.2 e 4.5).
Infezioni micotiche genitali Candidiasi vulvovaginale (termine che comprende vulvovaginite e infezione micotica vulvovaginale) è stata riportata nel 10,4% e 11,4% delle pazienti trattate con canagliflozin 100 mg e canagliflozin 300 mg, rispettivamente, in confronto al 3,2% delle pazienti trattate con placebo.
La maggior parte dei casi riportati di candidosi vulvovaginale sono comparsi durante i primi quattro mesi di trattamento con canagliflozin.
Il 2,3% delle pazienti di sesso femminile che assumevano canagliflozin ha avuto più di una infezione.
Complessivamente lo 0,7% di tutte le pazienti ha interrotto la somministrazione di canagliflozin a causa di candidosi vulvovaginale(vedere paragrafo 4.4).
Nel Programma CANVAS, la durata mediana dell’infezione è stata più lunga nel gruppo canagliflozin rispetto al gruppo placebo.
Balanite o balanopostite da candida si sono manifestate nei pazienti di sesso maschile trattati rispettivamente con canagliflozin e placebo con percentuali pari a 2,98 e 0,79 eventi per 100 pazienti/anno.
Il 2,4% dei pazienti di sesso maschile trattati con canagliflozin ha avuto più di una infezione.
La percentuale dei pazienti di sesso maschile che hanno interrotto canagliflozin a causa di balanite o balanopostite da candida è stata pari a 0,37 eventi per 100 pazienti/anno.
La fimosi è stata segnalata con percentuali pari a 0,39 e 0,07 eventi per 100 pazienti/anno con canagliflozin e placebo rispettivamente.
La circoncisione è stata praticata con percentuali pari a 0,31 e 0,09 eventi per 100 pazienti/ anno con canagliflozin e placebo rispettivamente (vedere paragrafo 4.4).
Infezioni delle vie urinarie Negli studi clinici sono state riportate più frequentemente infezioni delle vie urinarie con canagliflozin 100 mg e 300 mg (5,9% versus 4,3%, rispettivamente) rispetto al 4,0% con placebo.
La maggior parte delle infezioni era di grado da lieve a moderato, senza un aumento di reazioni avverse gravi.
In questi studi, i soggetti hanno risposto ai trattamenti standard, continuando il trattamento con canagliflozin.
Tuttavia, in pazienti trattati con canagliflozin sono stati segnalati casi post-marketing di infezioni complicate delle vie urinarie, incluse pielonefrite e urosepsi, che spesso hanno determinato l'interruzione del trattamento.
Frattura ossea In uno studio cardiovascolare (CANVAS) su 4.327 soggetti trattati con malattia cardiovascolare accertata o con almeno due fattori di rischio di malattia cardiovascolare, le percentuali di incidenza di tutte le fratture ossee valutate sono state 1,6, 1,8 e 1,1 per 100 pazienti/anno di follow-up per canagliflozin 100 mg, canagliflozin 300 mg e placebo, rispettivamente, con uno squilibrio iniziale delle fratture occorse entro le prime 26 settimane di terapia.
In altri due studi a lungo termine e negli studi condotti nella popolazione diabetica in generale, non sono state osservate differenze nel rischio di fratture con canagliflozin rispetto al controllo.
In un secondo studio cardiovascolare (CANVAS-R) su 5.807 soggetti trattati con malattia cardiovascolare accertata o con almeno 2 fattori di rischio di malattia cardiovascolare, le percentuali di incidenza di tutte le fratture ossee valutate sono state 1,1 e 1,3 eventi per 100 pazienti/anno di follow-up per canagliflozin e placebo, rispettivamente.
In uno studio sugli esiti renali a lungo termine in 4.397 soggetti con diabete di tipo 2 e nefropatia diabetica trattati, le percentuali di incidenza di tutte le fratture ossee valutate sono state 1,2 eventi per 100 pazienti/anno di follow-up sia per canagliflozin 100 mg che per il placebo.
In altri studi sul diabete di tipo 2 con canagliflozin, che hanno arruolato una popolazione diabetica in generale di 7.729 pazienti e hanno valutato le fratture ossee, le percentuali di incidenza di tutte le fratture ossee valutate sono state 1,2 e 1,1 per 100 pazienti/anno di follow-up per canagliflozin e medicinale di controllo, rispettivamente.
Dopo 104 settimane di trattamento, canagliflozin non ha influenzato negativamente la densità minerale ossea.
Popolazioni speciali Pazienti anziani (≥ 65 anni) In una analisi aggregata di 13 studi clinici controllati con placebo e controllati con attivo, il profilo di sicurezza di canagliflozin nei pazienti anziani era generalmente consistente con quello nei pazienti più giovani.
I pazienti di età ≥ 75 anni hanno avuto un’incidenza più elevata di reazioni avverse correlate alla deplezione di volume (come capogiri posturali, ipotensione ortostatica, ipotensione) con percentuali di incidenza di 5,3, 6,1 e 2,4 eventi per 100 pazieni/anno di esposizione per canagliflozin 100 mg, canagliflozin 300 mg e nel gruppo di controllo, rispettivamente.
Diminuzioni di eGFR (-3,4 e -4,7 mL/min/1,73 m²) sono state riportate rispettivamente con canagliflozin 100 mg e 300 mg, rispetto al gruppo di controllo (-4,2 mL/min/1,73 m²).
L’eGFR media al basale era 62,5, 64,7 e 63,5 mL/min/1,73 m² rispettivamente per canagliflozin 100 mg, canagliflozin 300 mg e il gruppo di controllo (vedere paragrafi 4.2 e 4.4).
Compromissione renale in pazienti con diabete mellito di tipo 2 non sufficientemente controllato I pazienti con un eGFR basale < 60 mL/min/1,73 m² hanno avuto maggiore incidenza di reazioni avverse associate alla deplezione di volume (ad es.
capogiri posturali, ipotensione ortostatica, ipotensione) con percentuali di incidenza di 5,3, 5,1 e 3,1 eventi per 100 pazienti/anno di esposizione rispettivamente con canagliflozin 100 mg, canagliflozin 300 mg e placebo (vedere paragrafi 4.2 e 4.4).
Le percentuali di incidenza complessiva dell’aumento dei livelli sierici di potassio è stata maggiore nei pazienti con insufficienza renale moderata, con percentuali di incidenza di 4,9, 6,1 e 5,4 eventi per 100 pazienti/anno di esposizione con canagliflozin 100 mg, canagliflozin 300 mg e placebo, rispettivamente.
In generale, gli innalzamenti sono stati transitori e non hanno richiesto trattamento specifico.
Nei pazienti con insufficienza renale moderata, gli incrementi di creatinina sierica di 9,2 mcmol/l e di BUN di circa 1,0 mmol/l sono stati osservati con entrambe le dosi di canagliflozin.
Le percentuali di incidenza per riduzioni maggiori di eGFR (> 30%) in qualunque momento durante il trattamento erano 7,3, 8,1 e 6,5 eventi per 100 pazienti/anno di esposizione, rispettivamente con canagliflozin 100 mg, canagliflozin 300 mg e placebo.
All’ultimo valore post-basale, le percentuali di incidenza di tali riduzioni sono state pari a 3,3 per i pazienti trattati con canagliflozin 100 mg, 2,7 per quelli trattati con canagliflozin 300 mg, e 3,7 eventi per 100 pazienti/anno di esposizione per quelli che ricevevano placebo (vedere paragrafo 4.4).
I pazienti trattati con canagliflozin indipendentemente dall’eGFR al basale hanno presentato un iniziale riduzione dell’eGFR media.
Successivamente, l’eGFR si è stabilizzata o è gradualmente aumentata durante il trattamento continuato.
L’eGFR media è tornata al livello del basale dopo l’interruzione del trattamento, suggerendo che le variazioni emodinamiche rivestono un ruolo importante in tali variazioni nella funzionalità renale.
Compromissione renale in pazienti con diabete mellito di tipo 2 e nefropatia diabetica In uno studio sugli esiti renali a lungo termine in pazienti con diabete di tipo 2 e nefropatia diabetica, l'incidenza di eventi renali è stata frequente in entrambi i gruppi, ma meno frequente nel gruppo canagliflozin (5,71 eventi per 100 pazienti/anno) rispetto al gruppo placebo (7,91 eventi per 100 pazienti/anno).
Inoltre, gli eventi renali seri e gravi erano inferiori nel gruppo canagliflozin rispetto al placebo.
Le percentuali di incidenza di eventi renali erano inferiori con canagliflozin rispetto al placebo nei tre strati dell’eGFR; la percentuale di incidenza più alta di eventi renali è stata osservata nello strato dell’eGFR da 30 a <45 mL/min/1,73 m² (9,47 versus 12,80 eventi per 100 pazienti/anno per canagliflozin rispetto al placebo, rispettivamente).
Nello studio sugli esiti renali a lungo termine, non sono state osservate differenze nei livelli sierici di potassio, aumenti di eventi avversi di iperkaliemia e aumenti assoluti (> 6,5 mEq/L) o relativi (> limite superiore della norma e aumento > 15% dal basale) nei livelli sierici di potassio con canagliflozin 100 mg rispetto al placebo.
In generale, non sono stati osservati squilibri tra i gruppi di trattamento per quanto riguarda livelli di fosfato anomali, complessivamente o in ciascuna delle categorie dell’eGFR (da 45 a < 60 o da 30 a < 45 mL/min/1,73 m² [CrCl da 45 a < 60 o da 30 a < 45 mL/min]).
Segnalazione delle reazioni avverse sospette La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale.
Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione riportato nell’Allegato V. Gravidanza e allattamento
- Gravidanza Non vi sono dati sull’uso di canagliflozin nelle donne in gravidanza.
Gli studi su animali hanno mostrato una tossicità riproduttiva (vedere paragrafo 5.3).
Canagliflozin non deve essere usato durante la gravidanza.
Quando la gravidanza è accertata, il trattamento con canagliflozin deve essere interrotto.
Allattamento Non è noto se canagliflozin e/o i suoi metaboliti siano escreti nel latte umano.
I dati farmacodinamici/tossicologici disponibili in animali hanno mostrato l’escrezione di canagliflozin/metaboliti nel latte, nonché effetti farmacologicamente mediati nei cuccioli allattati e nei ratti giovani esposti a canagliflozin (vedere paragrafo 5.3).
Il rischio per i neonati/bambini non può essere escluso.
Canagliflozin non deve essere usato durante l’allattamento.
Fertilità Non è stato studiato l’effetto di canagliflozin sulla fertilità nella specie umana.
Non si sono osservati effetti sulla fertilità negli studi sugli animali (vedere paragrafo 5.3). Conservazione
- Questo medicinale non richiede alcuna speciale condizione di conservazione.
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