INIZOL 14CPR GASTRORES 20MG
3,94 €
Prezzo indicativo
Data ultimo aggiornamento: 04/05/2018
INIZOL è indicato per l’uso negli adulti e negli adolescenti dai 12 anni in su per: - Malattia da reflusso gastroesofageo sintomatica. - Trattamento a lungo termine e prevenzione delle recidive delle esofagiti da reflusso. INIZOL è indicato per l’uso negli adulti per: - Prevenzione delle ulcere gastroduodenali indotte da farmaci anti-infiammatori non steroidei (FANS) non selettivi in pazienti a rischio che necessitano di un trattamento continuativo con FANS (vedere paragrafo 4.4).
Ogni compressa gastroresistente contiene 20 mg di pantoprazolo (pari a 22.56 mg di pantoprazolo sodico sesquiidrato). Per l’elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1.
Controindicazioni
- Ipersensibilità al principio attivo, ai benzimidazolici sostituiti, o ad uno qualsiasi degli altri eccipienti elencati al paragrafo 6.1.
Posologia
- Posologia. Adulti ed adolescenti di età pari o superiore a 12 anni.
Malattia da reflusso gastroesofageo sintomatica: La dose raccomandata per somministrazione orale è di una compressa gastroresistente da 20 mg di INIZOL al giorno.
Il sollievo dei sintomi si ottiene generalmente in 2-4 settimane.
Se ciò non è sufficiente il sollievo dei sintomi si ottiene normalmente entro ulteriori 4 settimane.
Una volta ottenuto il sollievo dei sintomi, si può controllare il ripresentarsi dei sintomi utilizzando, quando necessario, un trattamento al bisogno con 20 mg una volta al giorno.
Nei casi in cui con la somministrazione al bisogno non può essere mantenuto un soddisfacente controllo dei sintomi può essere valutato il passaggio ad una terapia continuativa.
Trattamento a lungo termine e prevenzione delle recidive dell’esofagite da reflusso: Per il trattamento a lungo termine, si raccomanda una dose di mantenimento di una compressa gastroresistente da 20 mg di INIZOL al giorno, aumentando a 40 mg di pantoprazolo al giorno in caso di recidiva.
Per questi casi è disponibile INIZOL 40 mg.
Dopo la guarigione della recidiva, la dose può essere ridotta di nuovo a 20 mg di pantoprazolo.
Adulti.
Prevenzione delle ulcere gastroduodenali indotte dai farmaci anti-infiammatori non steroidei (FANS) non selettivi in pazienti a rischio che necessitano di un trattamento continuo con FANS.
La dose raccomandata per somministrazione orale è di una compressa gastroresistente da 20 mg di INIZOL al giorno.
Popolazione pediatrica: L’uso di INIZOL non è raccomandato nei bambini al di sotto dei 12 anni di età, a causa dei dati limitati sulla sicurezza e l’efficacia in questa fascia di età.Compromissione epatica: Nei pazienti con compromissione epatica grave non si deve superare la dose giornaliera di 20 mg di pantoprazolo (vedere paragrafo 4.4).
Danno renale: Non è necessario un aggiustamento della dose nei pazienti con funzionalità renale compromessa.
(vedere paragrafo 5.2).
Anziani: Non è necessario un aggiustamento della dose nei pazienti anziani.
(vedere paragrafo 5.2).
Modo di somministrazione: Uso orale.
Le compresse non devono essere masticate o frantumate, e devono essere deglutite intere con un po’ d’acqua un’ora prima di un pasto. Avvertenze e precauzioni
- Compromissione epatica.
Nei pazienti con grave compromissione epatica, gli enzimi epatici devono essere periodicamente controllati durante la terapia con il pantoprazolo, specialmente nell’uso a lungo termine.
In caso di aumento degli enzimi epatici, la terapia deve essere interrotta (vedere paragrafo 4.2).
Co-somministrazione con FANS.
L’impiego di 20 mg di pantoprazolo come misura preventiva delle ulcere gastroduodenali indotte da farmaci anti-infiammatori non steroidei (FANS) non selettivi deve essere limitato ai pazienti che richiedano un trattamento continuativo con FANS e che presentino un aumentato rischio di sviluppare complicanze gastrointestinali.
L’aumento del rischio deve essere valutato in base ai fattori di rischio individuali, es.
l’età elevata (> 65 anni), storia di ulcera gastrica o duodenale o di sanguinamento del tratto gastrointestinale superiore.
Tumori dello stomaco.
La risposta sintomatica al pantoprazolo può mascherare i sintomi di tumori allo stomaco e ritardarne la diagnosi.
In presenza di sintomi allarmanti (ad es.
significativa perdita di peso non intenzionale, vomito ricorrente, disfagia, ematemesi, anemia o melena) e quando è presente o si sospetta ulcera gastrica, si deve escludere la presenza di un tumore.
Se i sintomi persistono nonostante un trattamento adeguato, deve essere considerata un’ulteriore indagine.
Co-somministrazione con inibitori delle proteasi del HIV.Non è raccomandata la cosomministrazione del pantoprazolo con inibitori delle proteasi del HIV per i quali l’assorbimento è dipendente da pH intragastrico, come ad esempio atazanavir, a causa della significativa riduzione della loro biodisponibilità.
(vedere paragrafo 4.5).
Influenza sull’assorbimento della vitamina B12.
Il pantoprazolo, come tutti i medicinali che inibiscono la secrezione acida, può ridurre l’assorbimento della vitamina B12 (cianocobalamina) come conseguenza di ipo- o acloridria.
Questa eventualità deve essere considerata nella terapia a lungo termine in pazienti con ridotte riserve corporee o fattori di rischio per ridotto assorbimento della vitamina B12 o se vengono osservati i relativi sintomi clinici.
Trattamento a lungo termine.
Nel trattamento a lungo termine, specialmente quando si supera un periodo di trattamento di 1 anno, i pazienti devono essere tenuti sotto regolare sorveglianza.
Infezioni gastrointestinali causate da batteri.
Il trattamento con INIZOL può comportare un lieve incremento del rischio di infezione gastrointestinale causata da batteri come Salmonella e Campylobacter o C.
difficile.
Ci si può aspettare che il pantoprazolo, come tutti gli inibitori della pompa protonica (IPP), possa aumentare la conta dei batteri normalmente presenti nel tratto gastrointestinale superiore.
Ipomagnesemia.
Nei pazienti trattati con PPI come pantoprazolo per almeno 3 mesi, e nella maggior parte dei casi per un anno, è stata riferita grave ipomagnesemia.
Possono verificarsi gravi manifestazioni di ipomagnesemia quali affaticamento, tetania, delirio, convulsioni, capogiri e aritmia ventricolare, ma possono iniziare in maniera insidiosa ed essere trascurati.
In gran parte dei pazienti colpiti, l’ipomagnesemia è migliorata dopo l’integrazione di magnesio e l’interruzione dell’IPP.
Per i pazienti per i quali è previsto un trattamento prolungato o che assumono IPP con digossina o altri medicinali che possono causare ipomagnesemia (ad es.
diuretici), il personale medico deve prendere in considerazione la misurazione dei livelli di magnesio prima di iniziare il trattamento con IPP e periodicamente durante il trattamento.
Fratture ossee.
Gli inibitori della pompa protonica, in particolare se usati a dosi elevate e per lunghi periodi (>1 anno), possono aumentare in misura modesta il rischio di frattura dell’anca, del polso e della colonna, principalmente negli anziani o in presenza di altri fattori di rischio riconosciuti.
Studi osservazionali suggeriscono che gli inibitori della pompa protonica possono aumentare il rischio globale di frattura del 10-40%.
Parte di questo aumento può essere dovuto ad altri fattori di rischio.
I pazienti a rischio di osteoporosi devono ricevere cure in base alle attuali linee guida cliniche e devono assumere un adeguato apporto di vitamina D e calcio.
Lupus eritematoso cutaneo subacuto (LECS).
Gli inibitori della pompa protonica sono associate con casi molto poco frequenti di LECS.
Se si verificano delle lesioni, specialmente nelle aree di pelle esposte al sole e se accompagnate da artralgia, il paziente deve consultare immediatamente il medico che considererà l’interruzione di INIZOL.
LECS a seguito di un precedente trattamento con un inibitore della pompa protonica può aumentare il rischio di LECS con altri inibitori di pompa protonica.
Interferenza con esami di laboratorio.
Un livello aumentato di Cromogranina A (CgA) può interferire con gli esami diagnostici per tumori neuroendocrini.
Per evitare tale interferenza, il trattamento con Pantecta deve essere sospeso per almeno 5 giorni prima delle misurazioni della CgA (vedere paragrafo 5.1).
Se i livelli di CgA e di gastrina non sono tornati entro il range di riferimento dopo la misurazione iniziale, occorre ripetere le misurazioni 14 giorni dopo l’interruzione del trattamento con inibitore della pompa protonica. Interazioni
- Medicinali con farmacocinetica di assorbimento pH-Dipendente. A causa della inibizione marcata e di lunga durata della secrezione acida gastrica, pantoprazolo può ridurre l’assorbimento di medicinali la cui biodisponibilità è dipendente dal pH gastrico, es.
alcuni antifungini azolici come ketoconazolo, itraconazolo, posaconazolo e altri medicinali come erlotinib.
Inibitori delle HIV proteasi.
La co-somministrazione di pantoprazolo non è raccomandata con inibitori del HIV proteasi per i quali l’assorbimento è dipendente dal pH intragastrico, come atazanavir, a causa della significativa riduzione della loro biodisponibilità.
(vedere paragrafo 4.4).
Se la combinazione di inibitori del HIV proteasi con un inibitore della pompa protonica è considerata inevitabile, è raccomandato uno stretto monitoraggio da parte del medico (ad esempio carica virale).
Non si deve superare la dose di 20 mg di pantoprazolo al giorno.
Il dosaggio dell’inibitore del HIV proteasi deve essere aggiustato.
Anticoagulanti cumarinici (fenprocumone o warfarin) La cosomministrazione di pantoprazolo con warfarin o fenprocumone non influenza la farmacocinetica del warfarin, del fenprocumone o l’INR.
Tuttavia, sono stati riportati incrementi dell’INR e del tempo di protrombina nei pazienti in trattamento concomitante con gli IPP e warfarin o fenprocumone.
L’aumento dell’INR e del tempo di protrombina può portare a sanguinamento anomalo e anche a morte.
I pazienti trattati con pantoprazolo e warfarin o fenprocumone devono essere monitorati per l’aumento dell’INR e del tempo di protrombina.
Metotrexato. È stato riportato che in alcuni pazienti l’uso concomitante di dosi elevate di metotrexato (ad es.
300 mg) e di inibitori della pompa protonica aumenta i livelli di metotrexato.
Pertanto nei casi in cui viene usato metotrexato a dosi elevate, ad esempio, per il cancro e la psoriasi, può essere necessario considerare una temporanea sospensione della terapia con pantoprazolo.
Altri studi di interazione.
Il pantoprazolo viene ampiamente metabolizzato nel fegato attraverso il sistema enzimatico P450.
La principale via metabolica è la demetilazione tramite CYP2C19; le altre vie metaboliche includono l’ossidazione tramite CYP3A4.
Gli studi di interazione con sostanze anch’esse metabolizzate tramite questi sistemi enzimatici, come carbamazepina, diazepam, glibenclamide, nifedipina, e contraccettivi orali contenenti levonorgestrel e etinilestradiolo non hanno evidenziato interazioni clinicamente significative.
L’interazione del pantoprazolo con altri medicinali o composti, che sono metabolizzati usando lo stesso sistema di enzimi, non può essere escluso.
I risultati di una vasta serie di studi di interazione dimostrano che il pantoprazolo non influenza il metabolismo di sostanze attive metabolizzate da CYP1A2 (come caffeina, teofillina), da CYP2C9 (come piroxicam, diclofenac, naprossene), da CYP2D6 (come metoprololo), da CYP2E1 (come etanolo) e non interferisce con l’assorbimento della digossina mediato dalle p-glicoproteine.Non si sono osservate interazioni durante la somministrazione concomitante di antiacidi.
Sono stati condotti anche studi di interazione somministrando pantoprazolo in concomitanza con i relativi antibiotici (claritromicina, metronidazolo, amoxicillina).
Non sono state evidenziate interazioni clinicamente significative.
Medicinali che inibiscono o inducono il CYP2C19: Inibitori del CYP2C19 come fluvoxamina possono incrementare l’esposizione sistemica di pantoprazolo.
Si deve considerare una riduzione della dose per i pazienti trattati a lungo termine con alte dosi di pantoprazolo o per i pazienti con compromissione epatica.
Induttori dell’enzima CYP2C19 e CYP3A4 come ad esempio rifampicina e l’erba di San Giovanni (Hypericum perforatum), possono ridurre le concentrazioni plasmatiche degli IPP che sono metabolizzati da questo sistema enzimatico. Effetti indesiderati
- Ci si può aspettare che circa il 5% dei pazienti manifesti reazioni avverse al farmaco (ADRs).
Le reazioni avverse più comunemente riportate sono diarrea e mal di testa, entrambe riscontrabili in circa l’1% dei pazienti.
La tabella seguente elenca le reazioni avverse riportate con il pantoprazolo, secondo la seguente classificazione di frequenza: Molto comune (≥1/10); comune (≥1/100, <1/10); non comune (≥1/1,000, <1/100); raro (≥1/10,000, <1/1,000); molto raro (<1/10,000), non nota (la frequenza non può essere definita sulla base bei dati disponibili).
Per tutte la reazioni avverse osservate nell’esperienza post -marketing, non è possibile stabilire alcuna frequenza di reazione avversa e quindi esse sono indicate con frequenza “non nota”.
All’interno di ciascuna classe di frequenza, le reazioni avverse sono riportate in ordine decrescente di gravità.
Tabella 1.
Reazioni avverse con il pantoprazolo negli studi clinici e nell’esperienza post-marketing
1. Ipocalcemia in associazione con ipomagnesemia; 2. Spasmo muscolare come conseguenza dei disturbi degli elettroliti Segnalazione delle reazioni avverse sospette.Frequenza Classificazione per sistemi e per organi Comune Non comune Raro Molto raro Non nota Patologie del sistema emolinfopoietico Agranulocitosi Trombocitopenia; Leucopenia; Pancitopenia Disturbi del sistema immunitario Ipersensibilità (incluse reazioni anafilattiche e shock anafilattico) Disturbi del metabolismo e della nutrizione Iperlipidemie ed aumento dei livelli dei lipidi (trigliceridi, colesterolo), Variazioni di peso Iponatremia Ipomagnesemia (vedere paragrafo 4.4); Ipocalcemia Ipopotassemia¹ Disturbi psichiatrici Disturbi del sonno Depressione (e tutti gli aggravamenti) Disorientamento (e tutti gli aggravamenti) Allucinazioni; Confusione (soprattutto nei pazienti predisposti, così come l’aggravamento di questi sintomi in caso di preesistenza) Patologie del sistema nervoso Mal di testa; Capogiri Disturbi del gusto Parestesia Patologie dell’occhio Disturbi nella visione/visione offuscata Patologie gastrointestinali Polipi della ghiandola fundica (benigni) Diarrea; Nausea/vomito; Distensione addominale e gonfiore; Stipsi; Bocca secca; Dolore e fastidio addominale Colite microscopica Patologie epatobiliari Aumento degli enzimi epatici (transaminasi, γ-GT) Aumento della bilirubina Lesione epatocellulare; Ittero; Insufficienza epatocellulare Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo Eruzione cutanea/esantema/ eruzione; prurito Orticaria; angioedema Sindrome di Stevens-Johnson; Sindrome di Lyell, Eritema multiforme; Fotosensibilità lupus eritematoso (vedere paragrafo 4.4) Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo Frattura dell’anca, del polso o della colonna (vedere paragrafo 4.4) Artralgia; Mialgia Spasmo muscolare Patologie renali ed urinarie Nefrite interstiziale (con possibile progressione a insufficienza renale) Patologie dell’apparato riproduttivo e della mammella Ginecomastia Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione Astenia, affaticamento e malessere Aumento della temperatura corporea; Edema periferico
La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale.
Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione all’indirizzo www.aifa.gov.it/content/segnalazioni-reazioni-avverse. Gravidanza e allattamento
- Gravidanza: Una discreta quantità di dati sulle donne in gravidanza (tra 300-1000 esiti di gravidanza) non indicano malformazioni o tossicità fetale/neonatale di INIZOL.
Studi sugli animali non hanno dimostrato tossicità riproduttiva (vedere paragrafo 5.3).
Come misura precauzionale, è preferibile evitare l’uso di INIZOL durante la gravidanza.
Allattamento: Gli studi condotti sugli animali hanno dimostrato l’escrezione del pantoprazolo nel latte materno.
Questa informazione è insufficiente sull’escrezione del pantoprazolo nel latte umano tuttavia è stata riportata.
Non si può escludere rischio per neonati/infanti.
Pertanto, la decisione di continuare/interrompere l’allattamento al seno o di continuare/interrompere l’assunzione di INIZOL deve essere presa tenendo conto del benefico dell’allattamento al seno per il neonato e del beneficio della terapia con INIZOL per la donna.
Fertilità: Non c’è evidenza della compromissione della fertilità a seguito della somministrazione di pantoprazolo in studi sugli animali.
(vedere paragrafo 5.3). Conservazione
- Questo medicinale non richiede alcuna condizione particolare di conservazione.
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Se dovesse manifestarsi un qualsiasi effetto indesiderato, compresi quelli non elencati in questo foglio, è doveroso rivolgersi al proprio medico, ad uno specialista e/o al farmacista. La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Gli effetti indesiderati possono essere segnalati direttamente tramite il sistema nazionale di segnalazione all'indirizzo www.agenziafarmaco.it/it/responsabili. Segnalando gli effetti indesiderati si può contribuire a fornire maggiori informazioni sulla sicurezza di questo medicinale.