IMATINIB SAN 120CPR RIV 100MG
300,00 €
Prezzo indicativo
Data ultimo aggiornamento: 29/04/2022
Imatinib Sandoz è indicato per il trattamento di: • pazienti adulti e pediatrici con leucemia mieloide cronica (LMC) con cromosoma Philadelphia (bcr-abl) positivo (Ph+) di nuova diagnosi, per i quali il trapianto di midollo osseo non è considerato come trattamento di prima linea; • pazienti adulti e pediatrici con LMC Ph+ in fase cronica dopo il fallimento della terapia con interferone-alfa, o in fase accelerata o in crisi blastica; • pazienti adulti e pediatrici con leucemia linfoblastica acuta con cromosoma Philadelphia positivo (LLA Ph+) di nuova diagnosi integrato con chemioterapia; • pazienti adulti con LLA Ph+ recidivante o refrattaria come monoterapia; • pazienti adulti con malattie mielodisplastiche/mieloproliferative (MDS/MPD) associate a riarrangiamenti del gene del recettore per il fattore di crescita di origine piastrinica (PDGFR);• pazienti adulti con sindrome ipereosinofila avanzata (HES) e/o con leucemia eosinofila cronica (LEC) con riarrangiamento FIP1L1-PDGFRα. L’effetto di imatinib sull’esito del trapianto di midollo osseo non è stato determinato. Imatinib Sandoz è indicato per: • il trattamento di pazienti adulti con tumori stromali del tratto gastro-intestinale (GIST) maligni non operabili e/o metastatici positivi al Kit (CD117); • il trattamento adiuvante di pazienti adulti con un significativo rischio di recidiva dopo resezione di GIST positivi al Kit (CD117). I pazienti con un rischio di recidiva basso o molto basso non dovrebbero ricevere il trattamento adiuvante; • il trattamento di pazienti adulti con dermatofibrosarcoma protuberans (DFSP) non resecabile e pazienti adulti con DFSP recidivante e/o metastatico non eleggibili per la chirurgia. Nei pazienti adulti e pediatrici, l'efficacia di imatinib si basa sui valori globali di risposta ematologica e citogenetica e di sopravvivenza libera da progressione nella LMC, su valori di risposta ematologica e citogenetica nella LLA Ph+, MDS/MPD, su valori di risposta ematologica nelle HES/LEC e su valori di risposta obiettiva nei pazienti adulti con GIST e DFSP non operabili e/o metastatici e di sopravvivenza libera da recidive nel trattamento adiuvante di GIST. L’esperienza con imatinib in pazienti con MDS/MPD associata a riarrangiamenti del gene PDGFR è molto limitata (vedere paragrafo 5.1). Non ci sono sperimentazioni cliniche controllate che dimostrano un beneficio clinico o un aumento della sopravvivenza per queste patologie, ad eccezione di quelle condotte nella LMC di nuova diagnosi in fase cronica.
Ogni compressa rivestita con film contiene 100 mg di imatinib (come mesilato). Ogni compressa rivestita con film contiene 400 mg di imatinib (come mesilato). Per l’elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1.
Controindicazioni
- Ipersensibilità al principio attivo o ad uno qualsiasi degli eccipienti elencati al paragrafo 6.1.
Posologia
- La terapia deve essere iniziata da un medico esperto nel trattamento di pazienti con tumori ematologici e sarcomi maligni, come appropriato.
Per dosi uguali o superiori a 400 mg è disponibile una compressa divisibile da 400 mg (vedere le raccomandazioni sul dosaggio sotto riportate).
Per dosi diverse da 400 mg e 800 mg è disponibile una compressa divisibile da 100 mg (vedere le raccomandazioni sul dosaggio sotto riportate).
La dose prescritta deve essere somministrata per via orale, durante un pasto e con un abbondante bicchiere d’acqua per ridurre il rischio di irritazioni gastrointestinali.
Dosi di 400 mg o di 600 mg devono essere somministrate in un’unica somministrazione giornaliera, mentre una dose giornaliera di 800 mg deve essere somministrata come 400 mg due volte al giorno, al mattino e alla sera.
Per i pazienti che non riescono a deglutire le compresse rivestite con film, le compresse possono essere sciolte in un bicchiere di acqua non gassata o succo di mela.
Il numero di compresse necessario deve essere posto in volume appropriato di bevanda (circa 50 ml per una compressa da 100 mg e 200 ml per una compressa da 400 mg) e mescolato con un cucchiaio.
La sospensione deve essere somministrata subito dopo la completa dissoluzione della(e) compressa(e).
Posologia per la LMC in pazienti adulti Per i pazienti adulti con LMC in fase cronica il dosaggio raccomandato di imatinib è di 400 mg/die.
La LMC si definisce in fase cronica quando sono soddisfatti tutti i seguenti criteri: blasti nel sangue e nel midollo osseo <15%, basofili nel sangue periferico <20%, piastrine >100 x 109/l.
Per i pazienti adulti in fase accelerata il dosaggio raccomandato di imatinib è di 600 mg/die.
La fase accelerata è definita dalla presenza di uno qualsiasi dei seguenti fattori: blasti nel sangue o nel midollo osseo ≥15% ma <30%, blasti più promielociti nel sangue o nel midollo osseo ≥30% (purché i blasti siano <30%), basofili nel sangue periferico ≥20%, piastrine non correlate alla terapia <100 x 109/l.
Per i pazienti adulti in crisi blastica il dosaggio raccomandato di imatinib è di 600 mg/die.
La crisi blastica è definita dalla presenza di blasti nel sangue o nel midollo osseo ≥30% o da malattia extramidollare diversa dalla epatosplenomegalia.
Durata del trattamento: Negli studi clinici, il trattamento con imatinib è continuato fino alla progressione della malattia.
Non è stato studiato l'effetto dell'interruzione del trattamento dopo il raggiungimento di una risposta citogenetica completa.
È possibile aumentare le dosi da 400 mg a 600 mg o 800 mg nei pazienti con malattia in fase cronica o da 600 mg ad un massimo di 800 mg (somministrati con dosi da 400 mg due volte al giorno) nei pazienti con malattia in fase accelerata o crisi blastica in assenza di gravi reazioni avverse al farmaco e grave neutropenia o trombocitopenia non associata alla leucemia nelle seguenti condizioni: progressione della malattia (in qualsiasi momento); mancato ottenimento di una risposta ematologica soddisfacente dopo almeno 3 mesi di trattamento; mancato ottenimento della risposta citogenetica dopo 12 mesi di trattamento; o perdita di una risposta ematologica e/o citogenetica precedentemente ottenuta.
I pazienti devono essere strettamente monitorati a seguito dell'aumento della dose dato il potenziale aumento di incidenza delle reazioni avverse a dosaggi superiori.
Posologia per la LMC in pazienti pediatrici Il dosaggio per i pazienti pediatrici deve essere calcolato sulla base della superficie corporea (mg/m²).
A bambini con LMC in fase cronica e in fase avanzata si raccomanda la dose giornaliera di 340 mg/m² (non superare la dose totale di 800 mg).
La dose totale giornaliera può essere assunta in un’unica somministrazione o suddivisa in due somministrazioni, una al mattino e una alla sera.
Le raccomandazioni per il dosaggio si basano al momento su un numero limitato di pazienti pediatrici (vedere paragrafi 5.1 e 5.2).
Non ci sono dati nel trattamento dei bambini di età inferiore ai 2 anni.
Può essere preso in considerazione l’aumento della dose giornaliera da 340 mg/m² a 570 mg/m² (non superare la dose totale di 800 mg) nella popolazione pediatrica in assenza di gravi reazioni avverse al farmaco e grave neutropenia o trombocitopenia non associata alla leucemia nelle seguenti circostanze: progressione della malattia (in qualsiasi momento); mancato ottenimento di una risposta ematologica soddisfacente dopo almeno 3 mesi di trattamento, mancato ottenimento di una risposta citogenetica dopo 12 mesi di trattamento; o perdita di una risposta ematologica e/o citogenetica precedentemente ottenuta.
I pazienti devono essere strettamente monitorati dopo l’aumento di dose, data la potenziale maggior incidenza di reazioni avverse a dosaggi più alti.
Posologia per LLA Ph+ in pazienti adulti Per i pazienti adulti con LLA Ph+ la dose raccomandata di imatinib è di 600 mg/die.
Ematologi esperti nella gestione di questa malattia devono supervisionare la terapia in tutte le fasi del trattamento.
Schema di trattamento: Sulla base dei dati esistenti, imatinib ha mostrato di essere efficace e sicuro quando viene somministrato a 600 mg/die in associazione a chemioterapia nelle fasi d’induzione, consolidamento e mantenimento (vedere paragrafo 5.1) utilizzate nel trattamento di pazienti adulti con LLA Ph+ di nuova diagnosi.
La durata della terapia con imatinib può variare in funzione dello schema di trattamento scelto, ma generalmente risultati migliori si sono raggiunti con esposizioni più prolungate a imatinib.
Per i pazienti adulti con LLA Ph+ recidivante o refrattaria, imatinib in monoterapia a 600 mg/die risulta sicuro, efficace e può essere somministrato fino a progressione della malattia.Posologia per LLA Ph+ in pazienti pediatrici Il dosaggio per i pazienti pediatrici deve essere calcolato sulla base della superficie corporea (mg/m²).
A bambini con LLA Ph+ la dose giornaliera raccomandata è di 340 mg/m² (non superare la dose totale di 600 mg).
Posologia per MDS/MPD Per i pazienti adulti con MDS/MPD la dose raccomandata di imatinib è di 400 mg/die.
Durata del trattamento: Nell’unico studio clinico condotto finora, il trattamento con imatinib è stato continuato fino a progressione della malattia (vedere paragrafo 5.1).
Al momento dell’analisi, la durata mediana del trattamento era di 47 mesi (24 giorni - 60 mesi).
Posologia per HES/LEC Per i pazienti adulti con HES/LEC la dose raccomandata di imatinib è 100 mg/die.
Si può considerare un incremento della dose da 100 mg a 400 mg in assenza di reazioni avverse al farmaco, se le valutazioni dimostrano una risposta terapeutica insufficiente.
Il trattamento deve essere continuato finché il paziente continua a trarne beneficio.
Posologia per GIST Per i pazienti adulti con GIST maligni non operabili e / o metastatici il dosaggio raccomandato di imatinib è 400 mg / die.
Esistono dati limitati sull'effetto degli aumenti della dose da 400 mg a 600 mg o 800 mg nei pazienti che progrediscono con il trattamento conla dose più bassa (vedere paragrafo 5.1).
Durata del trattamento: negli studi clinici nei pazienti con GIST, il trattamento con imatinib era continuato fino alla progressione della malattia.
Al momento dell'analisi, la durata del trattamento era in media di 7 mesi (da 7 giorni a 13 mesi).
Non è stato studiato l'effetto dell'interruzione del trattamento dopo il raggiungimento della risposta.
Per i pazienti adulti con GIST, dopo la resezione, il dosaggio raccomandato di imatinib per il trattamento adiuvante è di 400 mg/die.
La durata ottimale del trattamento adiuvante non è stata ancora determinata.
La durata del trattamento nello studio clinico a supporto di questa indicazione era di 36 mesi (vedere paragrafo 5.1).
Posologia per DFSP Per i pazienti adulti con DFSP la dose raccomandata di imatinib è di 800 mg/die.
Adeguamento della dose in caso di reazioni avverse Reazioni avverse non ematologiche Se dovesse presentarsi una reazione avversa non ematologica con l'uso di imatinib, il trattamento deve essere sospeso fino alla risoluzione dell’evento.
In seguito il trattamento può essere ripreso in modo appropriato, a seconda della gravità iniziale dell’evento.
Se si verificano innalzamenti dei livelli di bilirubina superiori a 3 volte il normale limite massimo istituzionale (“Institutional upper limit of normal” IULN) o dei livelli di transaminasi epatiche superiori a 5 volte il limite IULN, imatinib deve essere sospeso fintanto che i livelli di bilirubina siano tornati a valori inferiori a 1,5 volte il limite IULN e i livelli di transaminasi inferiori a 2,5 volte il limite IULN.
Il trattamento con imatinib può essere continuato con una dose giornaliera ridotta.
Negli adulti la dose deve essere ridotta da 400 a 300 mg o da 600 a 400 mg, o da 800 mg a 600 mg, e nei bambini da 340 a 260 mg/m²/die.
Reazioni avverse ematologiche Si raccomanda una riduzione della dose o l’interruzione del trattamento in caso di grave neutropenia e trombocitopenia, come indicato nella tabella seguente.
Aggiustamenti della dose in caso di neutropenia e trombocitopenia:
Popolazioni speciali Uso pediatrico: non c’è esperienza nei bambini con LMC di età inferiore a 2 anni e nei bambini con LLA Ph+ di età inferiore a 1 anno (vedere paragrafo 5.1).HES/CEL (dose iniziale di 100 mg) ANC <1,0 x 109/l e/o piastrine <50 x 109/l 1.
Sospendere imatinib fino a ANC ≥1,5 x 109/l e piastrine ≥75 x 109/l.2.
Riprendere il trattamento con imatinib alla dose precedente (es.
prima della reazione avversa grave).LMC in fase cronica, MDS/MPD e GIST (dose iniziale 400 mg) HES/CEL (alla dose 400 mg) ANC <1,0 x 109/l e/o piastrine <50 x 109/l 1.
Sospendere imatinib fino a ANC ≥1,5 x 109/l e piastrine ≥75 x 109/l.2.
Riprendere il trattamento con imatinib alla dose precedente (es.
prima della reazione avversa grave).3.
In caso si ripresenti ANC <1,0 x 109/l e/o piastrine <50 x 109/l, ripetere la fase 1 e la somministrazione di imatinib ad una dose ridotta di 300 mg.LMC in fase cronica in pediatria (alla dose 340 mg/m²) ANC <1,0 x 109/l e/o piastrine <50 x 109/l 1.
Sospendere imatinib fino a ANC ≥1,5 x 109/l e piastrine ≥75 x 109/l.2.
Riprendere il trattamento con imatinib alla dose precedente (es.
prima della reazione avversa grave).3.
In caso si ripresenti ANC <1,0 x 109/l e/o piastrine <50 x 109/l, ripetere la fase 1 e la somministrazione di imatinib ad una dose ridotta di 260 mg/m².LMC in fase accelerata e crisi blastica e LLA Ph+ (dose iniziale 600 mg) aANC <0,5 x 109/l e/o piastrine <10 x 109/l 1.
Controllare se la citopenia è correlata alla leucemia (aspirazione o biopsia del midollo).2.
Se la citopenia non è correlata alla leucemia, ridurre la dose di imatinib a 400 mg.3.
Se la citopenia persiste per 2 settimane, ridurre ulteriormente a 300 mg.4.
Se la citopenia persiste per 4 settimane e continua a non essere correlata alla leucemia, sospendere imatinib finché ANC ≥1 x 109/l e le piastrine ≥20 x 109/l, quindi riprendere il trattamento a 300 mg.LMC in fase accelerata e crisi blastica in pediatria (dose iniziale 340 mg/m²) aANC <0,5 x 109/l e/o piastrine <10 x 109/l 1.
Controllare se la citopenia è correlata alla leucemia (aspirazione o biopsia del midollo).2.
Se la citopenia non è correlata alla leucemia, ridurre la dose di imatinib a 260 mg/m².3.
Se la citopenia persiste per 2 settimane, ridurre ulteriormente a 200 mg/m².4.
Se la citopenia persiste per 4 settimane e continua a non essere correlata alla leucemia, sospendere imatinib finché ANC ≥1 x 109/l e le piastrine ≥20 x 109/l, quindi riprendere il trattamento a 200 mg/m².DFSP (alla dose 800 mg) ANC <1,0 x 109/l e/o piastrine <50 x 109/l 1.
Sospendere imatinib fino a ANC ≥1,5 x 109/l e piastrine ≥75 x 109/l.2.
Riprendere il trattamento con imatinib a 600 mg.3.
In caso si ripresenti ANC <1,0 x 109/l e/o piastrine <50 x 109/l, ripetere la fase 1 e riprendere la somministrazione di imatinib alla dose ridotta di 400 mg.ANC = conta assoluta dei neutrofili.
ache insorga dopo almeno 1 mese di trattamento.
L’esperienza nei bambini con MDS/MPD, DFSP, GIST e con HES/LEC è molto limitata.
La sicurezza e l’efficacia di imatinib nei bambini con MDS/MPD, DFSP, GIST e HES/LEC di età inferiore a 18 anni non sono state stabilite negli studi clinici.
I dati pubblicati al momento disponibili sono riassunti nel paragrafo 5.1 ma non può essere fatta alcuna raccomandazione riguardante la posologia.
Compromissione epatica: imatinib è principalmente metabolizzato attraverso il fegato.
Ai pazienti con disfunzione epatica di natura lieve, moderata o grave deve essere somministrata la minima dose raccomandata di 400 mg al giorno.
La dose può essere ridotta se non tollerata (vedere paragrafi 4.4, 4.8 e 5.2).
Classificazione della disfunzione epatica:
ULN = limite superiore del valore normale per l’istituzione.Disfunzione epatica Analisi della funzione epatica Lieve Bilirubina totale: =1,5 ULN AST: >ULN (può essere normale o <ULN se la bilirubina totale è >ULN) Moderata Bilirubina totale: >1,5-3,0 ULN AST: qualunque Grave Bilirubina totale: >3-10 ULN AST: qualunque
AST = aspartato aminotransferasi.
Danno renale: ai pazienti con disfunzione renale o sottoposti a dialisi deve essere somministrata come dose iniziale la dose minima raccomandata di 400 mg al giorno.
Comunque, si raccomanda cautela in questi pazienti.
La dose può essere ridotta se non tollerata.
Se tollerata, la dose può essere aumentata per mancanza di efficacia (vedere paragrafi 4.4 e 5.2).
Persone anziane: la farmacocinetica di imatinib nelle persone anziane non è stata specificamente studiata.
Nei pazienti adulti non si sono osservate significative differenze farmacocinetiche correlate all'età negli studi clinici che comprendevano più del 20% dei pazienti di 65 anni o di età superiore.
Non è necessaria una specifica raccomandazione della dose nelle persone anziane. Avvertenze e precauzioni
- Quando imatinib è somministrato insieme ad altri medicinali, sono possibili interazioni farmacologiche.
Si deve prestare cautela quando si somministra imatinib con inibitori delle proteasi, antifungini azolici, alcuni macrolidi (vedere paragrafo 4.5), substrati del CYP3A4 con una ristretta finestra terapeutica (es.
ciclosporina, pimozide, tacrolimus, sirolimus, ergotamina, diergotamina, fentanil, alfentanil, terfenadina, bortezomib, docetaxel, chinidina) o warfarin e altri derivati cumarinici (vedere paragrafo 4.5).
L’uso concomitante di imatinib e di medicinali che inducono il CYP3A4 (es.
desametasone, fenitoina, carbamazepina, rifampicina, fenobarbitale o Hypericum perforatum, anche noto come erba di San Giovanni) può ridurre significativamente l’esposizione a imatinib, aumentando potenzialmente il rischio di fallimento terapeutico.
Pertanto l’uso concomitante di forti induttori del CYP3A4 e di imatinib deve essere evitato (vedere paragrafo 4.5).
Ipotiroidismo Sono stati riportati casi clinici di ipotiroidismo in pazienti tiroidectomizzati in trattamento sostitutivo con levotiroxina durante la terapia con imatinib (vedere paragrafo 4.5).
In tali pazienti si devono monitorare attentamente i livelli dell’ormone tireostimolante (TSH).
Epatotossicità Il metabolismo di imatinib è principalmente epatico, e solo il 13% dell'escrezione avviene attraverso i reni.
Nei pazienti con disfunzione epatica (lieve, moderata o grave), l'esame del sangue periferico e gli enzimi epatici devono essere attentamente monitorati (vedere paragrafi 4.2, 4.8 e 5.2).
E' stato rilevato che i pazienti con GIST possono avere metastasi epatiche che potrebbero causare compromissione epatica.
Con imatinib sono stati osservati casi di danno epatico, comprendenti insufficienza epatica e necrosi epatica.
Quando imatinib è associato a regimi di chemioterapia ad alte dosi, è stato riscontrato un aumento delle reazioni epatiche gravi.
La funzione epatica deve essere attentamente monitorata in situazioni in cui imatinib è unito a regimi di chemioterapia, noti anche per essere associati a disfunzione epatica (vedere paragrafi 4.5 e 4.8).
Ritenzione di fluidi Sono stati segnalati casi di grave ritenzione di fluidi (effusione pleurica, edema, edema polmonare, ascite, edema superficiale) approssimativamente nel 2,5% dei pazienti con LMC di nuova diagnosi trattati con imatinib.
Pertanto è altamente raccomandato di pesare regolarmente i pazienti.
Un imprevisto rapido aumento di peso deve essere accuratamente esaminato e se necessario devono essere adottate appropriate cure di supporto e misure terapeutiche.
Negli studi clinici, vi è un aumento dell'incidenza di questi eventi nelle persone anziane e in quelle con storia pregressa di malattie cardiache.
Pertanto, si deve prestare attenzione nei pazienti con disfunzione cardiaca.
Pazienti con malattia cardiaca I pazienti con malattia cardiaca, con fattori di rischio per l’insufficienza cardiaca o storia di insufficienza renale devono essere monitorati attentamente e tutti i pazienti con segni o sintomi correlati all’insufficienza cardiaca o renale devono essere valutati e trattati.
In pazienti con sindrome ipereosinofila (HES) con infiltrazione occulta delle cellule HES all’interno del miocardio, casi isolati di shock cardiogeno/disfunzione del ventricolo sinistro sono stati associati con degranulazione delle cellule HES subito dopo l’inizio della terapia con imatinib.
La condizione è stata riportata come reversibile con la somministrazione di steroidi per via sistemica, di misure di supporto emodinamico e con la sospensione temporanea di imatinib.
Poiché sono stati riportati non comunemente eventi avversi cardiaci con imatinib, si deve valutare con attenzione il rapporto beneficio/rischio della terapia con imatinib nella popolazione di pazienti con HES/LEC prima di iniziare il trattamento.
Le malattie mielodisplastiche/mieloproliferative con riarrangiamenti del gene PDGFR potrebbero essere associate a livelli elevati di eosinofili.
Pertanto nei pazienti con HES/LEC e nei pazienti con MDS/MPD associate a livelli elevati di eosinofili, prima della somministrazione di imatinib, si deve considerare la valutazione di un cardiologo, l’esecuzione di un ecocardiogramma e la determinazione della troponina sierica.
Se uno dei due è fuori dalla norma, si devono considerare, all’inizio della terapia, il controllo periodico di un cardiologo e l’uso profilattico di steroidi per via sistemica (1-2 mg/kg) da una a due settimane in concomitanza con imatinib.
Emorragia gastrointestinale Nello studio nei pazienti con GIST non operabile e/o metastatico, sono state riportate emorragie sia gastrointestinali sia intra-tumorali (vedere paragrafo 4.8).
Sulla base dei dati disponibili, non sono stati identificati fattori predisponenti (esempio dimensione del tumore, localizzazione del tumore, alterazioni della coagulazione) che pongono i pazienti con GIST ad un rischio maggiore verso entrambi i tipi di emorragie.
Poiché l'aumentata vascolarizzazione e la propensione al sanguinamento sono parte della natura e del decorso clinico dei GIST, per tutti i pazienti si devono adottare le comuni pratiche mediche e procedure per il monitoraggio ed il trattamento delle emorragie.
Inoltre, ectasia vascolare gastrica antrale (GAVE), una causa rara di emorragia gastrointestinale, è stata riportata nell’esperienza post-marketing in pazienti con LMC, LLA e altre malattie (vedere paragrafo 4.8).
Quando necessario, può essere considerata la sospensione del trattamento con Imatinib Sandoz.
Sindrome da lisi tumorale A causa del possibile verificarsi della sindrome da lisi tumorale (TLS), prima di iniziare imatinib si raccomanda la correzione di una disidratazione clinicamente significativa e il trattamento di alti livelli di acido urico (vedere paragrafo 4.8).
Riattivazione della epatite B La riattivazione della epatite B nei pazienti che sono portatori cronici di questo virus si è verificata dopo che questi pazienti hanno ricevuto gli inibitori della tirosina-chinasi Bcr-Abl.
Alcuni casi hanno portato a insufficienza epatica acuta o epatite fulminante portando al trapianto del fegato o a un esito fatale.
I pazienti devono essere testati per l’infezione da HBV prima di cominciare il trattamento con Imatinib Sandoz.
Gli esperti delle malattie epatiche e del trattamento dell’epatite B devono essere consultati prima che il trattamento venga iniziato in pazienti con sierologia positiva all’epatite B (inclusi quelli con malattia attiva) e per pazienti che risultano positivi all’infezione da HBV durante il trattamento.
I portatori di HBV che richiedono il trattamento con Imatinib Sandoz devono essere monitorati attentamente per segni e sintomi dell’infezione attiva da HBV per tutto il corso della terapia e per alcuni mesi dopo la fine della terapia (vedere paragrafo 4.8).
Fototossicità L'esposizione alla luce solare diretta deve essere evitata o minimizzata a causa del rischio di fototossicità associato al trattamento con imatinib.
I pazienti devono essere avvisati di utilizzare misure come indumenti protettivi e crema solare con fattore di protezione solare elevato (SPF).
Microangiopatia trombotica Gli inibitori della tirosina-chinasi Bcr-Abl (TKI) sono stati associati alla microangiopatia trombotica (TMA), incluse segnalazioni di casi individuali per Imatinib Sandoz (vedere paragrafo 4.8).
Se evidenze di laboratorio o cliniche associate alla TMA si verificano in un paziente che riceve Imatinib Sandoz, il trattamento deve essere interrotto e deve essere completata una valutazione approfondita della TMA, inclusa l’attività di ADAMTS13 e la determinazione dell’anticorpo anti-ADAMTS13.
Se gli anticorpi anti-ADAMTS13 sono elevati in presenza di una bassa attività di ADAMTS13, il trattamento con Imatinib Sandoz non deve essere ripreso.
Analisi di laboratorio Durante la terapia con imatinib effettuare regolarmente un conteggio ematico completo.
Il trattamento con imatinib di pazienti affetti da LMC è stato associato a neutropenia o trombocitopenia.
Tuttavia, il verificarsi di queste citopenie è probabilmente correlato allo stadio della malattia trattata ed è risultato più frequente nei pazienti con LMC in fase accelerata o crisi blastica rispetto ai pazienti con LMC in fase cronica.
Il trattamento con imatinib può essere interrotto o la dose può essere ridotta come raccomandato nel paragrafo 4.2.
Nei pazienti trattati con imatinib la funzione epatica (transaminasi, bilirubina, fosfatasi alcalina) deve essere monitorata regolarmente.
Nei pazienti con funzionalità renale compromessa, l’esposizione plasmatica di imatinib sembra essere maggiore rispetto a quella osservata in pazienti con normale funzionalità renale, probabilmente a causa di elevati livelli plasmatici di alfa glicoproteina acida (AGP), proteina a cui si lega imatinib, in questi pazienti.
Ai pazienti con compromissione renale deve essere somministrata la minima dose iniziale.
I pazienti con grave compromissione renale devono essere trattati con cautela.
La dose può essere ridotta se non tollerata (vedere paragrafi 4.2 e 5.2).
Il trattamento a lungo termine con imatinib può essere associato ad una riduzione della funzione renale clinicamente significativa.
Pertanto, la funzionalità renale deve essere valutata prima dell’inizio della terapia con imatinib e strettamente monitorata durante la terapia, con particolare attenzione a quei pazienti che presentano fattori di rischio per disfunzione renale.
Se si osserva disfunzione renale, deve essere appropriatamente gestita e trattata in conformità con le linee guida standard di trattamento.
Popolazione pediatrica Casi di ritardo della crescita sono stati segnalati in bambini e pre-adolescenti in trattamento con imatinib.
In uno studio osservazionale nella popolazione pediatrica affetta da leucemia mieloide cronica, una diminuzione statisticamente significativa (ma di incerta rilevanza clinica) del punteggio di deviazione standard relativo all’altezza media dopo 12 e 24 mesi di trattamento è stata riportata in due piccoli sottogruppi indipendentemente dallo sviluppo puberale o dal sesso.
Si raccomanda un attento monitoraggio della crescita nei bambini in trattamento con imatinib (vedere paragrafo 4.8). Interazioni
- Principi attivi che potrebbero aumentare le concentrazioni plasmatiche di imatinib: Le sostanze che inibiscono l’attività dell’isoenzima CYP3A4 del citocromo P450 (es.
inibitori delle proteasi quali indinavir, lopinavir/ritonavir, ritonavir, saquinavir, telaprevir, nelfinavir, boceprevir; antifungini azolici incluso ketoconazolo, itraconazolo, posaconazolo, voriconazolo; alcuni macrolidi come eritromicina, claritromicina e telitromicina) potrebbero ridurre il metabolismo ed aumentare le concentrazioni di imatinib.
È stato riscontrato un significativo aumento dell’esposizione a imatinib (i valori medi di Cmax e di AUC di imatinib sono aumentati rispettivamente del 26% e del 40%) nei soggetti sani in caso di somministrazione contemporanea di una singola dose di ketoconazolo (un inibitore del CYP3A4).
È necessaria cautela nella somministrazione di imatinib con la famiglia di inibitori CYP3A4.
Principi attivi che potrebbero ridurre le concentrazioni plasmatiche di imatinib: Le sostanze che stimolano l’attività del CYP3A4 (es.
desametasone, fenitoina, carbamazepina, rifampicina, fenobarbitale, fosfenitoina, primidone o Hypericum perforatum, anche noto come erba di San Giovanni) possono ridurre significativamente l’esposizione a imatinib, aumentando potenzialmente il rischio di fallimento terapeutico.
Il pre-trattamento con dosi multiple di rifampicina 600 mg seguite da una dose singola di 400 mg di imatinib, ha determinato una diminuzione di Cmax, e di AUC (0-∞) di almeno il 54% e il 74% rispetto ai relativi valori senza trattamento con rifampicina.
Risultati simili sono stati osservati in pazienti con gliomi maligni trattati con imatinib mentre assumevano farmaci antiepilettici induttori enzimatici (EIAED) quali carbamazepina, oxcarbazepina e fenitoina.
L’AUC plasmatica di imatinib è stata ridotta del 73% rispetto ai pazienti non trattati con EIAED.
L’uso concomitante di rifampicina o di forti induttori del CYP3A4 e di imatinib deve essere evitato.
Principi attivi la cui concentrazione plasmatica può essere alterata da imatinib Imatinib aumenta i valori medi Cmax e AUC della simvastatina (substrato del CYP3A4) rispettivamente di 2 e 3,5 volte, indicando un'inibizione del CYP3A4 da parte di imatinib.
Si raccomanda quindi cautela nella somministrazione di imatinib con substrati del CYP3A4 con una stretta finestra terapeutica (es.
ciclosporina, pimozide, tacrolimus, sirolimus, ergotamina, diergotamina, fentanil, alfentanil, terfenadina, bortezomib, docetaxel e chinidina).
Imatinib potrebbe aumentare le concentrazioni plasmatiche di altri farmaci metabolizzati dal CYP3A4 (es.
triazolo-benzodiazepina, diidropiridina, bloccanti dei canali del calcio, alcuni inibitori della HMG-CoA reduttasi, es.
statine, etc.).
A causa del noto aumento dei rischi di sanguinamento in concomitanza con l’uso di imatinib (es.
emorragia), i pazienti che richiedono anticoagulanti devono ricevere eparina standard o di basso peso molecolare, invece di derivati cumarinici come warfarin.
In vitro imatinib inibisce l’attività dell’isoenzima CYP2D6 del citocromo P450 a concentrazioni simili a quelle che influiscono sull’attività del CYP3A4.
Imatinib 400 mg due volte al giorno ha avuto un effetto inibitorio sul metabolismo del metoprololo mediato da CYP2D6, con un aumento della Cmax e dell’AUC del metoprololo di circa il 23% (90%IC [1,16-1,30]).
Aggiustamenti della dose non sembrano essere necessari quando imatinib è somministrato in concomitanza con substrati del CYP2D6, tuttavia si consiglia cautela per i substrati del CYP2D6 con una stretta finestra terapeutica come il metoprololo.
In pazienti trattati con metoprololo deve essere preso in considerazione il monitoraggio clinico.
In vitro, imatinib inibisce la O-glucuronidazione del paracetamolo con un valore Ki di 58,5 micromoli/l.
Questa inibizione non è stata osservata in vivo dopo la somministrazione di 400 mg di imatinib e di 1000 mg di paracetamolo.
Dosi più elevate di imatinib e paracetamolo non sono state studiate.
Deve essere pertanto prestata attenzione quando si usano in modo concomitante dosi elevate di imatinib e paracetamolo.
Nei pazienti tiroidectomizzati in trattamento con levotiroxina, può essere diminuita l’esposizione plasmatica alla levotiroxina in caso di somministrazione concomitante di imatinib (vedere paragrafo 4.4).
Si raccomanda pertanto cautela.
Il meccanismo dell’interazione osservata è, comunque, al momento non noto.
Nei pazienti con LLA Ph+ ci sono esperienze cliniche di imatinib somministrato in concomitanza alla chemioterapia (vedere paragrafo 5.1), ma non sono state completamente caratterizzate le interazioni farmacologiche tra imatinib e regimi chemioterapici.
Gli eventi avversi di imatinib, come epatotossicità, mielosoppressione o altri, potrebbero aumentare ed è stato riportato che l’uso concomitante con Lasparaginasi può essere associato ad un’aumentata epatotossicità (vedere paragrafo 4.8).
Pertanto l’uso di imatinib in combinazione richiede una speciale precauzione. Effetti indesiderati
- I pazienti con tumori in stadi avanzati potrebbero presentare numerose condizioni cliniche poco chiare che rendono difficile valutare la causa delle reazioni avverse data la varietà di sintomi correlati alla malattia di base, alla sua progressione e alla somministrazione contemporanea di numerosi medicinali.
Negli studi clinici sulla LMC la sospensione del farmaco per reazioni avverse associate al farmaco stesso è stata osservata nel 2,4% dei pazienti di nuova diagnosi, nel 4% dei pazienti in fase cronica avanzata dopo fallimento della terapia con interferone, nel 4% dei pazienti in fase accelerata dopo fallimento della terapia con interferone e nel 5% dei pazienti con crisi blastica dopo fallimento della terapia con interferone.
Negli studi sui GIST la somministrazione del farmaco è stata interrotta nel 4% dei pazienti a causa di reazioni avverse correlate al farmaco.
Le reazioni avverse erano simili in tutte le indicazioni, con due eccezioni.
Vi è stata maggiore mielosoppressione osservata nei pazienti con LMC rispetto ai pazienti con GIST, che probabilmente è dovuta alla malattia di base.
Nello studio nei pazienti con GIST non operabile e/o metastatico, in 7 pazienti (5%) si sono verificati sanguinamenti GI di grado 3/4 CTC (3 pazienti), sanguinamenti intratumorali (3 pazienti) o entrambi (1 paziente).
La localizzazione dei tumori GI potrebbe essere stata la causa dei sanguinamenti GI (vedere paragrafo 4.4).
Il sanguinamento GI ed il sanguinamento tumorale potrebbero essere seri e alcune volte fatali.
Le reazioni avverse associate al farmaco segnalate più comunemente (≥10%) in entrambe le patologie sono state nausea lieve, vomito, diarrea, dolori addominali, fatica, mialgia, crampi muscolari ed eruzioni cutanee.
In tutti gli studi sono stati comunemente riscontrati edemi superficiali, descritti primariamente come edemi periorbitali o agli arti inferiori.
Tuttavia, raramente questi edemi sono risultati gravi e potevano essere gestiti con diuretici, altre misure di supporto o riducendo la dose di imatinib.
Quando imatinib è stato associato a chemioterapia ad alte dosi nei pazienti con LLA Ph+, si è osservata tossicità epatica transitoria in termini di aumento delle transaminasi ed iperbilirubinemia.
Considerando le limitate informazioni di sicurezza, gli eventi avversi finora riportati nei bambini sono coerenti con il profilo di sicurezza definito nei pazienti adulti con LLA Ph+.
Le informazioni di sicurezza per i bambini con LLA Ph+ sono molto limitate, in ogni caso non sono state identificate nuove problematiche di sicurezza.
Varie reazioni avverse come effusione pleurica, ascite, edemi polmonari e rapido aumento del peso corporeo con o senza edemi superficiali possono essere descritte collettivamente come “ritenzione di fluidi”.
Queste reazioni possono essere gestite generalmente sospendendo temporaneamente il trattamento con imatinib e con diuretici e altre misure terapeutiche di supporto adeguate.
Alcune di queste reazioni, tuttavia, possono essere gravi o rischiose per la vita dei soggetti e diversi pazienti con crisi blastica sono deceduti con un complesso quadro clinico di effusione pleurica, insufficienza cardiaca congestizia e insufficienza renale.
Nessun particolare aspetto di safety è emerso dagli studi clinici condotti in pazienti pediatrici.
Reazioni avverse Le reazioni avverse riportate come più di un caso isolato, sono elencate di seguito, secondo classificazione sistemica organica e frequenza.
Le categorie di frequenza sono definite utilizzando la seguente convenzione: molto comune (≥1/10), comune (≥1/100, <1/10), non comune (≥1/1.000, <1/100), raro (≥1/10.000, <1/1.000), molto raro (<1/10.000), non nota (la frequenza non può essere definita sulla base dei dati disponibili).
All’interno di ciascuna classe di frequenza, gli effetti indesiderati sono riportati in ordine di frequenza, il più frequente per primo.
Le reazioni avverse e le loro frequenze sono riportate nella Tabella 1.
Tabella 1 Tabella riepilogativa delle reazioni avverse
* Questi tipi di reazioni sono stati segnalati principalmente dall’esperienza post-marketing con imatinib.Infezioni ed infestazioni Non comune: Herpes zoster, herpes simplex, rinofaringite, polmonite¹, sinusite, cellulite, infezione delle vie respiratorie superiori, influenza, infezione del tratto urinario, gastroenterite, sepsi Raro: Infezione micotica Non nota Riattivazione della epatite B 11 Tumori benigni, maligni e non specificati (cisti e polipi compresi) Raro: Sindrome da lisi tumorale Non nota: Emorragia tumorale/necrosi tumorale* Disturbi del sistema immunitario Non nota: Shock anafilattico* Patologie del sistema emolinfopoietico Molto comune: Neutropenia, trombocitopenia, anemia Comune: Pancitopenia, neutropenia febbrile Non comune: Trombocitemia, linfopenia, depressione midollare, eosinofilia, linfoadenopatia Raro: Anemia emolitica, Microangiopatia trombotica Disturbi del metabolismo e della nutrizione Comune: Anoressia Non comune: Ipokaliemia, aumento dell’appetito, ipofosfatemia, diminuzione dell’appetito, disidratazione, gotta, iperuricemia, ipercalcemia, iperglicemia, iponatriemia Raro: Iperkaliemia, ipomagnesiemia Disturbi psichiatrici Comune: Insonnia Non comune: Depressione, riduzione della libido, ansia Raro: Stato confusionale Patologie del sistema nervoso Molto comune: Cefalea² Comune: Capogiri, parestesia, alterazioni del gusto, ipoestesia Non comune: Emicrania, sonnolenza, sincope, neuropatia periferica, indebolimento della memoria, sciatalgia, sindrome delle gambe senza riposo, tremore, emorragia cerebrale Raro: Aumento della pressione intracranica, convulsioni, neurite ottica Non nota: Edema cerebrale* Patologie dell'occhio Comune: Edema delle palpebre, aumento della lacrimazione, emorragia congiuntivale, congiuntivite, secchezza oculare, offuscamento della visione Non comune: Irritazione oculare, dolore oculare, edema orbitale, emorragia della sclera, emorragia retinica, blefarite, edema maculare Raro: Cataratta, glaucoma, papilledema Non nota: Emorragia del corpo vitreo* Patologie dell'orecchio e del labirinto Non comune: Vertigini, acufeni, perdita di udito Patologie cardiache Non comune: Palpitazioni, tachicardia, scompenso cardiaco congestizio³, edema polmonare Raro: Aritmia, fibrillazione atriale, arresto cardiaco, infarto miocardico, angina pectoris, effusione pericardica Non nota: Pericardite*, tamponamento cardiaco* Patologie vascolari 4 Comune: Vampate, emorragia Non comune: Ipertensione, ematoma, ematoma subdurale, raffreddamento delle estremità, ipotensione, fenomeno di Raynaud Non nota: Trombosi/embolia* Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche Comune: Dispnea, epistassi, tosse Non comune: Effusione pleurica5, dolore faringolaringeo, faringite Raro: Dolore pleuritico, fibrosi polmonare, ipertensione polmonare, emorragia polmonare Non nota: Insufficienza respiratoria acuta10*, malattia polmonare interstiziale* Patologie gastrointestinali Molto comune: Nausea, diarrea, vomito, dispepsia, dolori addominali6 Comune: Flatulenza, distensione addominale, reflusso gastroesofageo, stipsi, secchezza della bocca, gastrite Non comune: Stomatite, ulcerazione della bocca, emorragia gastrointestinale7, eruttazione, melena, esofagite, ascite, ulcera gastrica, ematemesi, cheilite, disfagia, pancreatite Raro: Colite, ileo, malattia infiammatoria intestinale Non nota: Ostruzione ileo/intestinale*, perforazione gastrointestinale*, diverticolite*, ectasia vascolare gastrica antrale (GAVE)* Patologie epatobiliari Comune: Aumento degli enzimi epatici Non comune: Iperbilirubinemia, epatite, ittero Raro: Insufficienza epatica8, necrosi epatica Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo Molto comune: Edema periorbitale, dermatite/eczema/eruzione cutanea Comune: Prurito, edema facciale, secchezza della cute, eritema, alopecia, sudorazione notturna, reazioni di fotosensibilità Non comune: Eruzione cutanea pustolosa, contusioni, aumento della sudorazione, orticaria, ecchimosi, aumento della tendenza a sviluppare lividi, ipotricosi, ipopigmentazione cutanea, dermatite esfoliativa, onicoclasia, follicolite, petecchie, psoriasi, porpora, iperpigmentazione cutanea, eruzioni bollose, pannicolite (incluso eritema nodoso) Raro: Dermatosi neutrofila febbrile acuta (sindrome di Sweet), alterazione del colore delle unghie, edema angioneurotico, eruzione cutanea vescicolare, eritema multiforme, vasculite leucocitoclastica, sindrome di Stevens-Johnson, pustolosi esantematosa generalizzata acuta (AGEP) Non nota: Sindrome da eritrodisestesia palmo-plantare*, cheratosi lichenoide*, lichen planus*, necrolisi epidermica tossica*, reazione cutanea da farmaco con eosinofilia e sintomi sistemici (DRESS)*, pseudoporfiria* Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo Molto comune: Spasmi e crampi muscolari, dolore muscoloscheletrico incluso mialgia12, artralgia, dolore osseo9 Comune: Gonfiore articolare Non comune: Rigidità articolare e muscolare Raro: Debolezza muscolare, artrite, rabdomiolisi/miopatia Non nota: Necrosi avascolare/necrosi dell’anca*, ritardo della crescita nei bambini* Patologie renali e urinarie Non comune: Dolore renale, ematuria, insufficienza renale acuta, pollachiuria Non nota: Insufficienza renale cronica Patologie dell'apparato riproduttivo e della mammella Non comune: Ginecomastia, disfunzione erettile, menorragia, mestruazioni irregolari, disfunzione sessuale, dolore al capezzolo, ingrossamento della mammella, edema scrotale Raro: Corpo luteo emorragico/cisti ovarica emorragica Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione Molto comune: Ritenzione idrica ed edema, affaticamento Comune: Debolezza, febbre, anasarca, brividi, tremore Non comune: Dolore toracico, malessere Esami diagnostici Molto comune: Aumento di peso Comune: Diminuzione di peso Non comune: Aumento della creatinina ematica, aumento della creatinfosfochinasi ematica, aumento della lattato deidrogenasi ematica, aumento della fosfatasi alcalina ematica Raro: Aumento dell’amilasi ematica
Comprendono segnalazioni spontanee ed eventi avversi gravi riportati in studi in corso, programmi di accesso allargato, studi di farmacologia clinica e studi esplorativi nelle indicazioni non approvate.
Poiché tali reazioni sono segnalate in una popolazione di dimensioni sconosciute, non è sempre possibile stimarne in modo affidabile la frequenza o stabilire una relazione causale con l’esposizione ad imatinib.
¹ Polmonite è stata segnalata più comunemente nei pazienti con LMC avanzata e nei pazienti con GIST.
² La cefalea è stata più comune nei pazienti con GIST.
³ Su base paziente-anno, gli eventi cardiaci incluso lo scompenso cardiaco congestizio sono stati osservati più comunemente nei pazienti con LMC avanzata rispetto ai pazienti con LMC cronica.
4 Le vampate sono state più comuni nei pazienti con GIST ed il sanguinamento (ematoma, emorragia) è stato più comune nei pazienti con GIST e con LMC avanzata (LMC-AP e LMC-BC).
5 Effusione pleurica è stata segnalata più comunemente nei pazienti con GIST e nei pazienti con LMC avanzata (LMC-AP e LMC-BC) rispetto ai pazienti con LMC cronica.
6+7 Dolore addominale ed emorragia gastrointestinale sono stati osservati più comunemente nei pazienti con GIST.
8 Sono stati segnalati alcuni casi fatali di insufficienza epatica e di necrosi epatica.
9 Dolore muscoloscheletrico ed eventi correlati sono stati osservati più comunemente nei pazienti con LMC che nei pazienti con GIST.
10 Sono stati riportati casi fatali in pazienti con malattia avanzata, gravi infezioni, grave neutropenia ed altre gravi condizioni concomitanti.
11 La riattivazione dell’epatite B è stata riportata in associazione con Bcr-Abl TKIs.
Alcuni casi hanno avuto come conseguenza insufficienza epatica acuta o epatite fulminante portando al trapianto del fegato o a un esito fatale (vedere paragrafo 4.4).
12 In fase post-marketing è stato osservato dolore muscolo-scheletrico durante il trattamento con imatinib o dopo sospensione.
Anomalie nelle analisi di laboratorio: Ematologia Nella LMC, le citopenie, ed in particolare la neutropenia e la trombocitopenia, sono state di riscontro comune in tutti gli studi, con l’indicazione di una maggiore frequenza ad alte dosi ≥750 mg (studio fase I).
Tuttavia la comparsa di citopenia è risultata dipendere chiaramente anche dallo stadio della malattia, la frequenza di neutropenia (ANC <1,0 x 109/l) e trombocitopenia (conteggio delle piastrine <50 x 109/l) di grado 3 o 4 è risultata di 4 e 6 volte superiore nei pazienti in crisi blastica e in fase accelerata (59- 64% e 44-63% rispettivamente per la neutropenia e la trombocitopenia) rispetto ai pazienti con LMC di nuova diagnosi in fase cronica (16,7% neutropenia e 8,9% trombocitopenia).
Nella LMC di nuova diagnosi in fase cronica, la neutropenia (ANC <0,5 x 109/l) e la trombocitopenia (conteggio delle piastrine <10 x 109/l) di grado 4 sono state osservate rispettivamente nel 3,6% e in meno dell’1% dei pazienti.
La durata media degli episodi neutropenici e trombocitopenici variava in genere rispettivamente da 2 a 3 settimane e da 3 a 4 settimane.
Questi eventi possono essere gestiti generalmente sia con una riduzione della dose sia con l'interruzione del trattamento con imatinib.
Tuttavia in casi rari possono portare ad una sospensione permanente del trattamento.
Nei pazienti pediatrici con LMC le tossicità osservate con maggiore frequenza sono state citopenie di grado 3 o 4 comprendenti neutropenia, trombocitopenia ed anemia.
Di solito si manifestavano entro i primi mesi di terapia.
Nello studio nei pazienti con GIST non operabile e/o metastatico, è stata riportata anemia di grado 3 e 4 rispettivamente nel 5,4% e nello 0,7% dei pazienti, che potrebbe essere correlata al sanguinamento gastrointestinale o intra-tumorale almeno in alcuni di questi pazienti.
E' stata osservata neutropenia di grado 3 e 4 rispettivamente nel 7,5% e nel 2,7% dei pazienti, e trombocitopenia di grado 3 nello 0,7% dei pazienti.
Nessun paziente ha sviluppato trombocitopenia di grado 4.
La diminuzione dei leucociti (WBC) e della conta dei neutrofili si è verificata per lo più durante le prime sei settimane di terapia, con valori che si sono mantenuti relativamente stabili successivamente.
Biochimica Nei pazienti con LMC è stato osservato un grave innalzamento delle transaminasi (<5%) o della bilirubina (<1%) e generalmente è stato gestito con una riduzione della dose o con una interruzione del trattamento (la durata media di questi episodi è stata approssimativamente di una settimana).
Il trattamento è stato sospeso permanentemente in meno dell’1% dei pazienti con LMC a causa di anomalie nelle analisi epatiche di laboratorio.
Nei pazienti con GIST (studio B2222) è stato osservato nel 6,8% un aumento della ALT (alanina aminotrasferasi) di grado 3 o 4 e nel 4,8% un aumento della AST (aspartato aminotrasferasi) di grado 3 o 4.
L’aumento della bilirubina è stato inferiore al 3%.
Ci sono stati casi di epatite citolitica e colestatica e di insufficienza epatica; in alcuni dei quali l’esito è stato fatale, incluso un paziente in trattamento con dosi elevate di paracetamolo.
Segnalazione delle reazioni avverse sospette La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale.
Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione all’indirizzo https://www.aifa.gov.it/content/segnalazioni-reazioniavverse. Gravidanza e allattamento
- Donne potenzialmente fertili Alle donne in età fertile deve essere segnalata la necessità di utilizzare misure contraccettive efficaci durante il trattamento e per almeno 15 giorni dopo l’interruzione del trattamento con imatinib.
Gravidanza Vi sono dati limitati riguardanti l’uso di imatinib in donne in gravidanza.
Sono state riportate segnalazioni post-marketing di aborti spontanei e malformazioni congenite infantili in donne che hanno assunto imatinib.
Tuttavia, gli studi sugli animali hanno mostrato una tossicità riproduttiva (vedere paragrafo 5.3) e il rischio potenziale per il feto non è noto.
Imatinib non deve essere usato durante la gravidanza, se non in caso di assoluta necessità.
In caso di somministrazione in gravidanza, informare la paziente circa il potenziale rischio per il feto.
Allattamento Ci sono informazioni limitate riguardanti la distribuzione di imatinib nel latte materno.
Valutazioni in due donne che allattavano hanno mostrato che sia imatinib sia il suo metabolita attivo possono essere distribuiti nel latte materno.
Il rapporto latte/plasma, valutato in una singola paziente, è stato determinato essere 0,5 per imatinib e 0,9 per il metabolita, suggerendo una maggiore distribuzione del metabolita nel latte.
Tenendo in considerazione la concentrazione combinata di imatinib e del metabolita e la massima assunzione giornaliera di latte dei neonati, l’esposizione totale sembrerebbe essere bassa (circa il 10% di una dose terapeutica).
Tuttavia, poiché gli effetti di un’esposizione a basse dosi nei neonati non sono noti, le donne non devono allattare durante il trattamento e per almeno 15 giorni dopo l’interruzione del trattamento con imatinib.
Fertilità In studi non clinici, la fertilità dei ratti di sesso maschile e femminile non è stata influenzata, sebbene siano stati osservati degli effetti nei parametri riproduttivi (vedere paragrafo 5.3).
Non sono stati condotti studi in pazienti trattati con imatinib per valutarne l’effetto sulla fertilità e la gametogenesi.
I pazienti che sono preoccupati per la loro fertilità durante il trattamento con imatinib devono consultare il medico. Conservazione
- Non conservare a temperatura superiore ai 30°C.
Conservare nella confezione originale per proteggere il medicinale dall'umidità.
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Se dovesse manifestarsi un qualsiasi effetto indesiderato, compresi quelli non elencati in questo foglio, è doveroso rivolgersi al proprio medico, ad uno specialista e/o al farmacista. La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Gli effetti indesiderati possono essere segnalati direttamente tramite il sistema nazionale di segnalazione all'indirizzo www.agenziafarmaco.it/it/responsabili. Segnalando gli effetti indesiderati si può contribuire a fornire maggiori informazioni sulla sicurezza di questo medicinale.