IBUPROFENE B.BR 10F 400MG100ML
139,22 €
Prezzo indicativo
Data ultimo aggiornamento: 05/01/2023
Ibuprofene B. Braun è usato negli adulti per il trattamento sintomatico a breve termine del dolore acuto moderato e per il trattamento sintomatico a breve termine della febbre, quando la somministrazione per via endovenosa è giustificata clinicamente, quando altre vie di somministrazione non sono possibili.
Ogni ml di soluzione contiene 4 mg di ibuprofene. Ogni flacone da 100 ml contiene 400 mg di ibuprofene. Eccipiente con effetto noto: Ogni ml di soluzione contiene 9,10 mg di cloruro di sodio (3,58 mg di sodio). Ogni flacone da 100 ml contiene 910 mg di cloruro di sodio (358 mg di sodio). Per l’elenco completo degli eccipienti, vedere il paragrafo 6.1.
Controindicazioni
- • Ipersensibilità al principio attivo, a altri FANS o a qualsiasi degli eccipienti elencati nel paragrafo 6.1; • Un'anamnesi di broncospasmo, asma, rinite, angioedema o orticaria associati all'assunzione di acido acetilsalicilico (ASA) o altri farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS); • Condizioni comprendenti un aumento della tendenza o sanguinamento attivo come trombocitopenia); • Ulcera peptica/emorragia attiva o un'anamnesi di episodi ricorrenti (due o più episodi distinti di ulcerazione o sanguinamento dimostrati); • Anamnesi di sanguinamento o perforazione gastrointestinale, correlati ad una precedente terapia con FANS; • Sanguinamento cerebrovascolare o altro sanguinamento attivo; • Grave insufficienza epatica o renale; • Severa insufficienza cardiaca (NYHA Classe IV); • Severa disidratazione (causata da vomito, diarrea o assunzione insufficiente di liquidi).
• Gravidanza, nell'ultimo trimestre (vedere paragrafo 4.6). Posologia
- Posologia Gli effetti indesiderati possono essere ridotti al minimo usando la più bassa dose efficace per la più breve durata necessaria per controllare i sintomi (vedere il paragrafo 4.4).
L'uso deve essere limitato a situazioni dove la somministrazione orale è inappropriata.
I pazienti devono passare al trattamento orale appena questo è possibile.
Questo medicinale è indicato solo per il trattamento acuto a breve termine e non deve essere usato per più di 3 giorni.
Deve essere mantenuta un'idratazione adeguata del paziente per ridurre al minimo il rischio di possibili reazioni avverse a livello renale.
Adulti Una dose raccomandata è 400 mg di ibuprofene, ogni 6-8 ore secondo necessità.
La dose giornaliera massima consigliata è di 1200 mg e non deve essere superata.
Pazienti anziani Come con tutti i farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS), devono essere prese precauzioni quando si trattano pazienti anziani, poiché sono generalmente più soggetti agli effetti avversi (vedere paragrafo 4.4 e 4.8), e hanno maggiore probabilità di avere disfunzioni renali, epatiche e cardiovascolari e di usare medicinali concomitanti.
Specificamente, è raccomandato di somministrare la più bassa dose efficace per la più breve durata necessaria per controllare i sintomi per questa popolazione.
Il trattamento deve essere riesaminato ad intervalli regolari e interrotto se non è osservato nessun beneficio o se si verifica intolleranza.
Insufficienza renale Devono essere prese precauzioni quando i FANS sono usati in pazienti con insufficienza renale.
In pazienti con compromissione renale lieve o moderata, la dose iniziale deve essere ridotta e mantenuta quanto più bassa possibile per la più breve durata necessaria a controllare i sintomi e la funzionalità renale deve essere monitorata.
Questo medicinale è controindicato in pazienti con severa insufficienza renale (vedere paragrafo 4.3).
Insufficienza epatica È necessario prendere precauzioni quando i FANS sono usati in questa popolazione, sebbene non siano state osservate differenze nel profilo farmacocinetico.
I pazienti con insufficienza epatica lieve o moderata devono iniziare il trattamento con dosi ridotte, la dose deve essere mantenuta la più bassa possibile per la più breve durata necessaria ed essi devono essere attentamente monitorati.
Questo medicinale è controindicato in pazienti con severa insufficienza epatica (vedere paragrafo 4.3).
Popolazione pediatrica Questo medicinale non deve essere usato nei bambini e adolescenti.
L'uso di Ibuprofene B.
Braun non è stato studiato nei bambini e negli adolescenti.
Pertanto, la sicurezza e l'efficacia non sono state stabilite.
Metodo di somministrazione Per uso endovenoso.
Ibuprofene B.
Braun deve essere somministrato solo da operatori sanitari qualificati in un ambiente in cui siano disponibili attrezzature appropriate (durante il trattamento).
La soluzione deve essere somministrata come infusione endovenosa nell'arco di 30 minuti. Avvertenze e precauzioni
- Gli effetti indesiderati possono essere ridotti al minimo usando la più bassa dose efficace per il più breve tempo necessario per controllare i sintomi (vedere il paragrafo 4.8).L'uso concomitante di Ibuprofene B.
Braun con FANS, inclusi gli inibitori selettivi della cicloossigenasi-2 (coxib), deve essere evitato).
La frequenza delle reazioni avverse ai FANS è aumentata nei pazienti anziani, specialmente il sanguinamento e la perforazione gastrointestinali, che possono essere letali (vedere paragrafo 4.8).
Rischi gastrointestinali: Sanguinamento, ulcerazione o perforazione GI, che possono essere letali, sono stati riportati durante il trattamento con tutti i FANS, con o senza sintomi di avvertenza o una precedente anamnesi di gravi eventi GI.
Il rischio di sanguinamento, ulcerazione o perforazione GI è più alto con l'aumento delle dosi di FANS, nei pazienti con un'anamnesi di ulcera, particolarmente se complicata con emorragia o perforazione (vedere paragrafo 4.3) e negli anziani.
Questi pazienti devono cominciare il trattamento alla dose più bassa disponibile.
Una terapia in combinazione con agenti protettori (ad e.
misoprostol o inibitori della pompa protonica) deve essere presa in considerazione per questi pazienti, e anche per i pazienti che richiedono una bassa dose di acido acetilsalicilico (ASA) concomitante, o altri farmaci che aumentano probabilmente il rischio gastrointestinale (vedere di seguito e paragrafo 4.5).
I pazienti con una storia di tossicità GI, particolarmente negli anziani, devono riportare qualsiasi sintomo addominale insolito (specialmente sanguinamento GI), in particolare negli stadi iniziali del trattamento.
Si deve raccomandare attenzione nei pazienti che ricevono medicazioni concomitanti che possono aumentare il rischio di ulcerazione o sanguinamento, come corticosteroidi orali, anticoagulanti come.
warfarin, inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina o agenti anti-piastrinici come acido acetilsalicilico, (ASA) (vedere paragrafo 4.5).
Quando si verifica sanguinamento o ulcerazione GI in pazienti che assumono Ibuprofene B.
Braun, il trattamento deve essere terminato (vedere paragrafo 4.3).
I FANS devono essere somministrati con attenzione ai pazienti con una storia di malattia gastrointestinale (colite ulcerosa, malattia di Crohn), poiché queste condizioni possono essere esacerbate (vedere paragrafo 4.8).
Effetti cardiovascolari e cerebrovascolari: Studi clinici suggeriscono che l'uso di ibuprofene, in particolare a dose elevata (2400 mg/die) può essere associato con un piccolo aumento del rischio di eventi trombotici arteriosi (per esempio infarto miocardico o ictus).
Nel complesso, gli studi epidemiologici non suggeriscono che ibuprofene a bassa dose (ad es.
≤ 1200 mg/die) sia associato con un maggiore rischio di eventi trombotici arteriosi.
I pazienti con ipertensione incontrollata, insufficienza cardiaca congestizia (NYHA II-III), malattia cardiaca ischemica confermata, malattia arteriosa periferica e/o malattia cerebrovascolare devono essere trattati con ibuprofene solo dopo un'attenta considerazione e le dosi elevate (2400 mg/die) devono essere evitate.
Sono stati segnalati casi di sindrome di Kounis in pazienti trattati con Ibuprofene B.
Braun.
La sindrome di Kounis è stata definita come sintomi cardiovascolari secondari ad una reazione allergica o di ipersensibilità-associata a costrizione delle arterie coronarie e che può indurre l’infarto miocardico.
Un'attenta considerazione deve anche essere esercitata prima di iniziare un trattamento a lungo termine di pazienti con fattori di rischio per eventi cardiovascolari (ad es.
ipertensione, iperlipidemia, diabete mellito, fumo), in particolare se sono richieste dosi elevate di ibuprofene (2400 mg/die).
Reazioni avverse cutanee severe (SCAR): Reazioni avverse cutanee severe (SCAR), inclusi dermatite esfoliativa, eritema multiforme, sindrome di Stevens-Johnson (SJS), necrolisi epidermica tossica (TEN) e reazione da farmaco con eosinofilia e sintomi sistemici (DRESS) e casi di pustolosi esantematica acuta generalizzata (AGEP), che possono essere pericolosi per la vita o fatali, sono stati segnalati in associazione all'uso di ibuprofene (vedere paragrafo 4.8).
La maggior parte di queste reazioni si è verificata entro il primo mese.
Se compaiono segni e sintomi suggestivi di queste reazioni, ibuprofene deve essere interrotto immediatamente e deve essere preso in considerazione un trattamento alternativo (a seconda dei casi).
Insufficienza epatica o renale L'ibuprofene deve essere usato con attenzione nei pazienti con un'anamnesi di malattia epatica o renale e specialmente durante il trattamento simultaneo con diuretici, poiché l'inibizione delle prostaglandine può causare ritenzione di fluidi e compromissione della funzionalità renale.
L'ibuprofene deve essere somministrato in questi pazienti, alla più bassa dose possibile, e la funzionalità renale del paziente deve essere monitorata con regolarità.
In caso di disidratazione, assicurare un'assunzione sufficiente di fluidi.
Prestare particolare attenzione ai pazienti disidratati, per esempio a causa di diarrea, perché la disidratazione potrebbe essere un fattore scatenante per lo sviluppo di insufficienza renale.
L'uso regolare di analgesici, specialmente quando si combinano differenti sostanze analgesiche, può portare a danno renale, con il rischio di insufficienza renale (nefropatia da analgesici).
Il rischio è maggiore negli anziani e nei pazienti con insufficienza renale, insufficienza cardiaca, disfunzione epatica e in coloro che assumono diuretici o ACE inibitori.
Dopo aver interrotto la terapia con i FANS, la condizione pre-trattamento del paziente è generalmente ripristinata.
Come con altri FANS, l'ibuprofene può causare lievi aumenti transitori in alcuni parametri della funzionalità epatica, come anche aumenti significativi delle transaminasi.
Se c'è un aumento significativo in questi parametri, il trattamento deve essere interrotto (vedere paragrafo 4.3).
Reazioni anafilattoidi: Come pratica standard durante l'infusione endovenosa, è consigliato uno stretto monitoraggio del paziente, specialmente all'inizio dell'infusione, per rilevare eventuali reazioni anafilattiche causate dal principio attivo o dagli eccipienti.
Reazioni di ipersensibilità acuta severa (ad es shock anafilattico) sono osservate molto raramente.
Ai primi segni di una reazione di ipersensibilità successiva alla somministrazione di Ibuprofene B.
Braun, la terapia deve essere interrotta e deve essere stabilito un trattamento sintomatico.
Le misure mediche necessarie, in linea con i sintomi, devono essere iniziate da personale specialistico.
Disturbi respiratori: È richiesta attenzione se questo medicinale è somministrato a pazienti affetti da, o con anamnesi precedente di, asma bronchiale, rinite cronica o malattie allergiche, poiché è stato riportato che i FANS provocano broncospasmo, orticaria o angioedema in tali pazienti.
Effetti ematologici: L'ibuprofene può inibire temporaneamente la funzionalità delle piastrine (aggregazione trombocitica), aumentando il tempo di sanguinamento e il rischio di emorragia.
L'ibuprofene deve essere usato solo con particolare attenzione nei pazienti che ricevono ASA per inibire l'aggregazione piastrinica (vedere i paragrafi 4.5 e 5.1).
I pazienti con disturbi della coagulazione o quelli che devono subire un intervento chirurgico) devono pertanto essere monitorati.
È richiesta una vigilanza medica speciale per l'uso nei pazienti immediatamente dopo che hanno subito un intervento chirurgico importante.
Durante una somministrazione prolungata di ibuprofene, è richiesto un controllo regolare dei valori epatici, della funzionalità renale e delle conte ematiche.
L'ibuprofene deve essere usato solo dopo rigorosa valutazione del rapporto benefici/rischi nei pazienti con disturbi congeniti del metabolismo della porfirina (ad es.
porfiria intermittente acuta).
Attraverso il consumo concomitante di alcol, gli effetti indesiderati correlati al principio attivo, in particolare quelli che riguardano il tratto gastrointestinale o il sistema nervoso centrale, possono essere aumentati con l'uso dei FANS.
È richiesta attenzione nei pazienti con certe condizioni, che possono essere rese peggiori: • In pazienti che reagiscono allergicamente ad altre sostanze, poiché esiste anche per essi un maggior rischio di reazioni di ipersensibilità con l'uso di questo medicinale.• In pazienti che soffrono di febbre da fieno, polipi nasali o disturbi respiratori ostruttivi cronici, poiché esiste un maggior rischio per essi di reazioni allergiche.
Queste si possono presentare come attacchi di asma (cosiddetta asma da analgesici), edema di Quincke o orticaria.
Meningite asettica: Sono stati riportati alcuni casi di meningite asettica con l'uso di ibuprofene in pazienti con lupus eritematoso sistemico (SLE).
Anche se si verifica con maggiore probabilità nei pazienti con SLE e malattie dei tessuti connettivi correlate, è stata anche riportata in alcuni pazienti che non hanno nessuna patologia cronica soggiacente.
Questo, pertanto, deve essere tenuto in considerazione quando si somministra questo trattamento (vedere paragrafo 4.8).
Effetti oftalmologici: Una visione sfocata o diminuita, scotoma e variazioni nella visione a colori sono stati riportati con ibuprofene orale.
Interrompere l'ibuprofene se il paziente sviluppa tali problemi, e inviare il paziente per un esame oftalmologico che includa i campi visivi centrali e il test della visione a colori.
Altri: L'uso prolungato di antidolorifici può causare cefalea, che non deve essere trattata con dosi maggiori del medicinale.
Eccezionalmente, la varicella può causare gravi complicanze infettive cutanee e ai tessuti molli.
A oggi, il ruolo contribuente dei FANS nel peggioramento di queste infezioni non può essere assodato.
Pertanto, è consigliabile evitare l'uso di ibuprofene in caso di varicella.
Mascheramento dei sintomi di infezioni sottostanti L’Ibuprofene può mascherare i sintomi di infezione, cosa che potrebbe ritardare l’avvio di un trattamento adeguato e peggiorare l’esito dell’infezione.
Ciò è stato osservato nella polmonite batterica acquisita in comunità e nelle complicanze batteriche della varicella.
Quando l’ ibuprofene è somministrato per il sollievo dalla febbre o dal dolore correlati a infezione, è consigliabile il monitoraggio dell’infezione.
In contesti non ospedalieri, il paziente deve rivolgersi al medico se i sintomi persistono o peggiorano.
Interferenza con gli esami di laboratorio: - tempo di sanguinamento (può essere esteso per un giorno dopo l'interruzione della terapia) - concentrazione di glucosio nel sangue (può diminuire) - clearance della creatinina (può diminuire) - ematocrito o emoglobina (possono diminuire) - livelli ematici di azoto ureico, creatinina sierica e potassio (possono aumentare) - con test della funzionalità epatica: aumento dei valori delle transaminasi Precauzioni riguardanti gli eccipienti: Questo medicinale contiene 358 mg di sodio per flacone equivalente al 17,9% dell’assunzione massima giornaliera raccomandata dall’OMS che corrisponde a 2 g di sodio per un adulto. Interazioni
- Altri FANS, inclusi inibitori di COX-2 e salicilati: Come risultato dell'effetto sinergico, la somministrazione concomitante di due o più FANS può aumentare il rischio di ulcere e sanguinamento gastrointestinali.
La co-somministrazione di ibuprofene con altri FANS deve pertanto essere evitata (vedere paragrafo 4.4).
La somministrazione concomitante di ibuprofene e acido acetilsalicilico non è generalmente consigliata a causa del potenziale aumento degli effetti avversi.
I dati sperimentali suggeriscono che l'ibuprofene può inibire competitivamente l'effetto di acido acetilsalicilico a bassa dose sull'aggregazione piastrinica quando sono dosati in modo concomitante.
Anche se ci sono incertezze riguardo all'estrapolazione di questi dati alla situazione clinica, la possibilità che un uso regolare, a lungo termine di ibuprofene possa ridurre l'effetto cardioprotettore dell'acido acetilsalicilico a bassa dose non può essere escluso.
Non è considerato probabile nessun effetto clinicamente rilevante per un uso occasionale di ibuprofene (vedere paragrafo 5.1).
Litio: La co-somministrazione di ibuprofene con prodotti medicinali contenenti litio può aumentare il livello di litio nel siero.
È necessario controllare il livello sierico di litio.
Glicosidi cardioattivi (Digossina): I FANS possono esacerbare l'insufficienza cardiaca, ridurre la velocità di filtrazione glomerulare e aumentare i livelli plasmatici dei glicosidi cardiaci.
È raccomandato il monitoraggio della digossina sierica.
Fenitoina: I livelli plasmatici di fenitoina possono essere aumentati nel trattamento concomitante con ibuprofene e pertanto il rischio di tossicità può aumentare.
Farmaci antipertensivi (diuretici, ACE-inibitori, medicinali che bloccano i betarecettori e antagonisti dell'angiotensina-II): I diuretici e gli ACE-inibitori possono aumentare la nefrotossicità dei FANS.
I FANS possono ridurre l'effetto dei diuretici e di altri farmaci antipertensivi, inclusi gli ACE-inibitori e i beta-bloccanti.
In pazienti con funzionalità renale ridotta (ad es.
pazienti disidratati o pazienti anziani con funzionalità renale ridotta), l'uso concomitante di un ACE-inibitore e di antagonisti dell'angiotensina-II con un medicinale che inibisce la ciclo-ossigenasi può portare ad un'ulteriore compromissione della funzionalità renale, e portare ad insufficienza renale acuta.
Questa situazione è generalmente reversibile.
Tali combinazioni, pertanto, devono essere usate solo con attenzione, specialmente nei pazienti anziani.
I pazienti devono essere istruiti a bere liquidi sufficienti.
La funzionalità renale deve essere controllata dopo l'inizio della terapia concomitante e periodicamente da allora in poi.
La somministrazione concomitante di ibuprofene e ACE-inibitori può portare a iperkalemia.
Diuretici risparmiatori di potassio L'uso concomitante può causare iperkaliemia (è raccomandato il controllo del potassio sierico).
Captopril Studi sperimentali indicano che l'ibuprofene contrasta l'effetto di captopril di una maggiore escrezione di sodio.
Corticosteroidi: Aumento del rischio di ulcerazione o sanguinamento gastrointestinale (vedere paragrafo 4.4).
Agenti anti-piastrinici (ad es.
clopidogrel e ticlopidina) e inibitori selettivi della ricaptazione di serotonina (SSRI): Aumento del rischio di sanguinamento gastrointestinale (vedere paragrafo 4.4).
I FANS non devono essere combinati con tioclopidina a causa del rischio di un effetto additivo nell'inibizione della funzionalità piastrinica.
Metotrexato: I FANS inibiscono la secrezione tubulare di metotrexato e possono verificarsi certe interazioni metaboliche che danno come risultato una minore clearance del metotrexato.
La somministrazione di Ibuprofene entro 24 prima o dopo la somministrazione di metotrexato può portare a concentrazioni elevate di metotrexato e ad un aumento del suo effetto tossico.
Pertanto, l'uso concomitante di FANS e di alte dosi di metotrexato deve essere evitato.
Inoltre, è necessario prendere in considerazione il rischio potenziale di interazioni nel trattamento a bassa dose con metotrexato, specialmente nei pazienti con funzionalità renale compromessa.
Nel trattamento combinato, la funzione renale deve essere monitorata.
Ciclosporina: Il rischio di un danno renale da parte della ciclosporina è aumentato dalla somministrazione concomitante di alcuni farmaci antinfiammatori non steroidei.
Questo effetto non può essere tuttavia assodato per una combinazione di ciclosporina e ibuprofene.
Anti-coagulanti: I FANS possono potenziare l'effetto degli anti-coagulanti, come il warfarin (vedere paragrafo 4.4).
In caso di trattamento simultaneo, si raccomanda il monitoraggio dello stato di coagulazione.
Solfoniluree: I FANS possono aumentare l'effetto ipoglicemizzante delle solfoniluree.
In caso di trattamento simultaneo, si raccomanda il monitoraggio dei livelli ematici di glucosio.
Tacrolimus: Elevato rischio di nefrotossicità.
Zidovudina: Esiste l'evidenza di un maggiore rischio di emartrosi ed ematomi in pazienti emofiliaci positivi all'HIV che ricevono un trattamento concomitante con zidovudina e ibuprofene.
Può esserci un aumento del rischio di ematossicità durante l'uso concomitante di zidovudina e FANS.
Probenecid e solfinpirazone : I medicinali contenenti probenecid e solfinpirazone possono ritardare l'escrezione dell'ibuprofene.
Antibiotici chinolonici: Dati sugli animali indicano che i FANS possono aumentare il rischio di convulsioni associate agli antibiotici chinolonici.
I pazienti che assumono FANS e chinoloni possono avere un maggior rischio di sviluppare convulsioni.
Inibitori di CYP2C9: La somministrazione concomitante di ibuprofene e inibitori di CYP2C9 può aumentare l'esposizione a ibuprofene (substrato di CYP2C9).
In uno studio con voriconazolo e fluconazolo (inibitori di CYP2C9), è stata mostrata una maggiore esposizione a S (+)-ibuprofene circa dell'80-100%.
La riduzione della dose di ibuprofene deve essere presa in considerazione quando sono somministrati in modo concomitante potenti inibitori di CYP2C9, in particolare quando è somministrato ibuprofene ad alta dose con voriconazolo o fluconazolo.
Mifepristone: Se i FANS sono usati entro 8-12 giorni dopo la somministrazione di mifepristone, possono diminuire l'effetto del mifepristone.
Alcol L'uso di ibuprofene in soggetti con consumo cronico di alcol (14-20 bevande alcoliche/settimana o più) deve essere evitato a causa di un maggiore aumento del rischio di effetti avversi GI significativi, incluso sanguinamento.
Amminoglicosidi: I FANS possono diminuire l'escrezione degli amminoglicosidi e aumentare la loro tossicità.
Estratti vegetali: Il Ginkgo biloba può potenziare il rischio di sanguinamento con i FANS. Effetti indesiderati
- Le seguenti frequenze sono prese come base quando si valutano gli effetti indesiderati: Molto comuni: ≥ 1/10 Comuni: da ≥ 1/100 a < 1/10 Non comuni: da ≥ 1/1.000 a < 1/100 Rari: da ≥ 1/10.000 a < 1/1.000 Molto rari: < 1/10.000 Non noti: la frequenza non può essere definita sulla base dei dati disponibili Gli eventi avversi più comunemente osservati sono di natura gastrointestinale.
Possono verificarsi ulcere peptiche, perforazione o sanguinamento GI, talvolta letale, in particolare negli anziani (vedere paragrafo 4.4).
In seguito alla somministrazione sono stati riportati nausea, vomito diarrea, flatulenza, costipazione, dispepsia, dolore addominale, melena, ematemesi, stomatite ulcerosa, esacerbazione di colite e malattia di Crohn (vedere paragrafo 4.4).
Meno frequentemente, è stata osservata gastrite.
In particolare, il rischio di sanguinamento gastrointestinale è dipendente dal dosaggio e dalla durata di uso.Molto raramente sono state riportate gravi reazioni di ipersensibilità (incluse reazioni al sito di infusione, shock anafilattico) e gravi reazioni avverse cutanee come reazioni bollose incluse la sindrome di Stevens-Johnson e la necrolisi epidermica tossica (sindrome di Lyell), eritema multiforme e alopecia.
È stata descritta l'esacerbazione delle infiammazioni correlate all'infezione (ad es.
sviluppo di fascite necrotizzante) coincidenti con l'uso di farmaci antinfiammatori non steroidei.
Questo è possibilmente associato con il meccanismo di azione dei farmaci antinfiammatori non steroidei.
Fotosensibilità, vasculite allergica e, in casi eccezionali, severe infezioni cutanee e complicanze dei tessuti molli possono verificarsi durante un'infezione da varicella (vedere paragrafo 4.4).
Edema, ipertensione e insufficienza cardiaca sono stati riportati in associazione con il trattamento con FANS.
Studi clinici suggeriscono che l'uso di ibuprofene, in particolare a dose elevata (2400 mg/die) può essere associato con un piccolo aumento del rischio di eventi trombotici arteriosi (per esempio infarto miocardico o ictus) (vedere paragrafo 4.4).
Segnalazione delle reazioni avverse sospette La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale.Infezioni ed infestazioni Molto rari È stata descritta l'esacerbazione delle infiammazioni correlate all'infezione (ad es.
sviluppo della fascite necrotizzante) coincidenti con l'uso di farmaci antinfiammatori non steroidei.
Questo è possibilmente associato con il meccanismo di azione dei farmaci antinfiammatori non steroidei.Patologie del sistema emolinfopoietico Molto rari Disturbi della formazione del sangue (anemia, agranulocitosi, leucopenia, trombocitopenia e pancitopenia).
I primi sintomi sono: febbre, mal di gola, ferite superficiali della bocca, sintomi influenzali, affaticamento severo, sanguinamento del naso e della pelle.Disturbi del sistema immunitario Non comuni Reazioni di ipersensibilità con eruzioni cutanee e prurito, come anche attacchi di asma (possibilmente con calo di pressione). Molto rari Lupus eritematoso sistemico, severe reazioni di ipersensibilità, edema del viso, gonfiore della lingua, gonfiore della laringe interna con costrizione delle vie aeree, difficoltà respiratoria, palpitazioni, ipotensione e shock pericoloso per la vita. Disturbi psichiatrici Non comuni Ansia, assenza di riposo Rari Reazioni psicotiche, nervosismo, irritabilità, confusione o disorientamento e depressione. Disturbi del sistema nervoso Molto comuni Affaticamento o insonnia, cefalea, vertigini. Non comuni Insonnia, agitazione, irritabilità o stanchezza. Molto rari Meningite asettica (collo rigido, cefalea, nausea, vomito, febbre o confusione).
I pazienti con disturbi autoimmuni (SLE, malattia del tessuto connettivo misto) sembrano essere predisposti.Patologie dell’occhio Non comuni Disturbi visivi Rari Ambliopia tossica reversibile Disturbi dell'orecchio e del labirinto Comuni Vertigini Non comuni Tinnito Rari Disturbi dell'udito Patologie cardiache Molto rari Palpitazioni, insufficienza cardiaca, infarto miocardico. Non noti Sindrome di Kounis Patologie vascolari Molto rari Ipertensione arteriosa. Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche Molto rari Asma, broncospasmo, dispnea e respirazione stertorosa. Disturbi gastrointestinali Molto comuni Pirosi, dolore addominale, nausea, vomito, flatulenza, diarrea, costipazione e lievi perdite di sangue gastrointestinali che possono causare anemia in casi eccezionali. Comuni Ulcere gastrointestinali, potenzialmente con sanguinamento e perforazione.
Stomatite ulcerosa, esacerbazione di colite e malattia di Crohn.Non comuni Gastrite Rari Stenosi esofagea, esacerbazione della malattia diverticolare, colite emorragica aspecifica.
Se si verifica sanguinamento gastrointestinale, può causare anemia e ematemesiMolto rari Esofagite, pancreatite, formazione di restringimenti intestinali diaframmatici Patologie epatobiliari Rari Ittero, disfunzione epatica, danno epatico, in particolare nel trattamento a lungo termine epatite acuta Non noti Insufficienza epatica Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo Comuni Eruzione cutanea Non comuni Orticaria, prurito, porpora (inclusa porpora allergica), eruzione cutanea. Molto rari Reazioni avverse cutanee severe (SCAR) (inclusi eritema multiforme, dermatite esfoliativa, sindrome di Stevens-Johnson e necrolisi epidermica tossica), alopecia.
Reazioni di fotosensibilità e vasculite allergica.
In casi eccezionali, severe infezioni cutanee e complicanze dei tessuti molli nell'infezione da varicella (vedere anche Infezioni e infestazioni").Non nota Reazione da farmaco con eosinofilia e sintomi sistemici (sindrome DRESS).
Pustolosi esantematica acuta generalizzata (AGEP)Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo Rari Rigidità del collo Patologie renali e urinarie Non comuni Ridotta escrezione urinaria e formazione di edemi, in particolare in pazienti con ipertensione arteriosa o insufficienza renale, sindrome nefrotica, nefrite interstiziale, che può essere accompagnata da insufficienza renale acuta. Rari Danno del tessuto renale (necrosi papillare), in particolare nel trattamento a lungo termine, aumento della concentrazione di acido urico sierico nel sangue. Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione Comuni Dolore e sensazione di bruciore nel sito di somministrazione. Non noti Reazioni al sito di iniezione, come gonfiore, ematomi o sanguinamento.
Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione all’indirizzo:https://www.aifa.gov.it/content/segnalazioni-reazioni-avverse Gravidanza e allattamento
- Gravidanza: L'inibizione della sintesi delle prostaglandine può influenzare negativamente la gravidanza e/o lo sviluppo embrio-fetale.
I dati dagli studi epidemiologici suggeriscono un maggiore rischio di aborto spontaneo e malformazione cardiaca e gastroschisi dopo l'uso di un inibitore della sintesi delle prostaglandine nella prima fase della gravidanza.
Il rischio assoluto di malformazione gastrointestinale aumentava da meno dell'1% fino a circa 1,5%.
Si ritiene che il rischio aumenti con la dose e la durata della terapia.
Negli animali, è stato dimostrato che la somministrazione di un inibitore della sintesi delle prostaglandine ha come risultato una maggiore perdita pre- e post-impianto e una mortalità embrio-fetale.
Inoltre, maggiori incidenze di varie malformazioni, incluse quelle cardiovascolari, sono state riportate in animali a cui è stato somministrato un inibitore della sintesi delle prostaglandine durante il periodo organogenetico (paragrafo 5.3).
Dalla 20a settimana di gravidanza in poi, l’utilizzo di ibuprofene potrebbe causare oligoidramnios derivante da disfunzione renale fetale.
Questa condizione potrebbe essere riscontrata poco dopo l’inizio del trattamento ed è in genere reversibile con l’interruzione del trattamento.
Inoltre, sono stati segnalati casi di costrizione del dotto arterioso in seguito al trattamento durante il secondo trimestre, la maggior parte dei quali si è risolta dopo l’interruzione del trattamento.
Pertanto, durante il primo e il secondo trimestre di gravidanza, l'ibuprofene non deve essere somministrato a meno che chiaramente necessario.
Se l'ibuprofene è usato da una donna che tenta di rimanere incinta, o durante il primo e il secondo trimestre di gravidanza, la dose deve essere mantenuta quanto più bassa, e la durata del trattamento quanto più breve possibile.
Sebbene l’ibuprofene per via endovenosa sia indicato unicamente per un massimo di 3 giorni di trattamento, in seguito all’esposizione a ibuprofene per diversi giorni dalla 20a settimana di gestazione in poi, dovrebbe essere considerato un monitoraggio antenatale dell’oligoidramnios e della costrizione del dotto arterioso.
In caso di oligoidramnios o costrizione del dotto arterioso, il trattamento con ibuprofene deve essere interrotto.
Durante il terzo trimestre di gravidanza, tutti gli inibitori della sintesi delle prostaglandine: - possono esporre il feto a: • tossicità cardiopolmonare (costrizione/chiusura prematura del dotto arterioso e ipertensione polmonare); • disfunzione renale (vedere sopra); - può esporre la madre e il neonato, al termine della gravidanza, a: • possibile prolungamento del tempo di sanguinamento, un effetto anti-aggregante che può verificarsi anche a dosi molto basse; • inibizione delle contrazioni uterine con il risultato di un travaglio ritardato o prolungato.
Di conseguenza, l'uso di ibuprofene è controindicato durante il terzo trimestre di gravidanza (vedere paragrafo 4.3).
Allattamento L'ibuprofene e i suoi metaboliti possono passare a basse concentrazioni nel latte materno.
Ad oggi non sono noti effetti nocivi sui lattanti, per cui per un trattamento a breve termine con dosi basse l'interruzione dell'allattamento non è generalmente necessario; si raccomanda tuttavia di interrompere l'allattamento quando si usano dosi più elevate di 1200 mg/die o per periodi più lunghi, a causa del potenziale di inibire la sintesi delle prostaglandine nel neonato.
Fertilità Ci sono alcune evidenze che i farmaci che inibiscono la ciclo-ossigenasi/la sintesi delle prostaglandine possano causare una compromissione della fertilità femminile a causa di un effetto sull'ovulazione.
Questo è reversibile con la sospensione del trattamento. Conservazione
- Questo prodotto medicinale non richiede nessuna condizione speciale di conservazione.
Per le condizioni di conservazione del medicinale dopo la prima apertura, vedere il paragrafo 6.3.
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