FOSICOMBI 14CPR 20MG+12,5MG

5,72 €

Prezzo indicativo

Principio attivo: FOSINOPRIL SODICO/IDROCLOROTIAZIDE
  • ATC: C09BA09
  • Descrizione tipo ricetta: RR - RIPETIBILE 10V IN 6MESI
  • Presenza Glutine: No Il farmaco non contiene glutine
  • Presenza Lattosio: Il farmaco contiene lattosio

Data ultimo aggiornamento: 29/04/2011

Fosicombi è indicato nel trattamento dell'ipertensione arteriosa in pazienti per i quali è indicata l'associazione terapeutica.
Una compressa contiene 20 mg di fosinopril sale sodico (pari a 19,8 mg di fosinoprilato) e 12,5 mg di idroclorotiazide. Eccipienti con effetti noti: lattosio e sodio Per l’elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1

Controindicazioni

FOSICOMBI è controindicato in pazienti anurici o con ipersensibilità ai principi attivi o ad altri ACE-inibitori, ai tiazidici, ad altri farmaci derivati dalle sulfonamidi o ad uno qualsiasi degli eccipienti elencati al paragrafo 6.1.
Il medicinale è controindicato anche in caso di: - storia di edema angioneurotico associato a pregressa terapia con ACE-inibitori; - edema angioneurotico ereditario/idiopatico (vedere paragrafo 4.4); - secondo e terzo trimestre di gravidanza (vedere paragrafi 4.4 e 4.6); Uso concomitante di Fosicombi con medicinali contenti aliskiren è controindicato nei pazienti affetti da diabete mellito o compromissione renale (velocità di filtrazione glomerulare GFR <60 ml/min/1.73m²) (vedere paragrafi 4.5 e 5.1).Uso concomitante con terapia a base di sacubitril/valsartan: FOSICOMBI non deve essere iniziato prima che siano trascorse almeno 36 ore dall’ultima dose di sacubitril/valsartan (vedere anche paragrafi 4.4 e 4.5).

Posologia

Ipertensione arteriosa: una compressa di FOSICOMBI al giorno, preferibilmente al mattino.
La maggior parte dei pazienti risponde a questa posologia, tuttavia, qualora si ritenga opportuno ottenere un ulteriore decremento della pressione arteriosa, la posologia giornaliera può essere raddoppiata.
Tale schema posologico è valido anche per i pazienti anziani.
FOSICOMBI può essere somministrato a pazienti con lieve o moderata alterazione della funzionalità renale (clearance della creatinina superiore a 30 ml/minuto) (vedere paragrafo 4.4).

Avvertenze e precauzioni

Il medicinale contiene lattosio, i pazienti affetti da rari problemi ereditari di intolleranza al galattosio, da deficit totale di lattasi, o da malassorbimento di glucosio-galattosio, non devono assumere il medicinale.
Ipotensione e bilancio elettrolitico Come altri ACE-inibitori, FOSICOMBI può causare ipotensione soprattutto nei pazienti che ricevano concomitanti terapie antiipertensive.
Ipotensione può essere osservata con maggiore frequenza nei pazienti con deplezione di sodio e/o di volume (terapia diuretica, restrizione del sale nella dieta, dialisi, diarrea, vomito).
Tale condizione, laddove esistente, deve essere corretta prima di iniziare la terapia con FOSICOMBI.
In soggetti con scompenso cardiaco congestizio, sia in presenza che in assenza di disfunzione renale, gli ACE-Inibitori possono causare ipotensione eccessiva, talora associata ad iperazotemia od oliguria, sino ad un quadro di insufficienza renale acuta, potenzialmente letale.
In questi soggetti la terapia va instaurata sotto attenta sorveglianza medica, preferibilmente in ambiente ospedaliero; i pazienti andranno seguiti soprattutto nel corso delle prime 2 settimane di trattamento ed in occasione degli incrementi della posologia.
I pazienti in trattamento con diuretici dovrebbero essere osservati per la ricerca di segni clinici di modificato bilancio elettrolitico (come secchezza delle fauci, senso di sete, debolezza, letargia, sonnolenza, irrequietezza, dolore o crampi muscolari, affaticamento muscolare, ipotensione, oliguria, tachicardia, nausea, vomito), ma poiché fosinopril riduce la produzione di aldosterone, la sua associazione con idroclorotiazide può minimizzare o annullare l'eventuale incidenza di ipopotassiemia indotta dal diuretico.
Il deficit di cloro è di norma lieve e transitorio e non richiede trattamento.
L’escrezione di calcio è diminuita con i tiazidici.
In alcuni pazienti in trattamento prolungato con tiazidici si sono osservate modificazioni patologiche delle paratiroidi con ipercalcemia e ipofosfatemia.
Non sono state osservate le comuni complicazioni dell’ipoparatiroidismo come la litiasi renale, il riassorbimento osseo e l’ulcera peptica.
Prima di effettuare un test di funzionalità paratiroidea occorre interrompere la terapia con tiazidici.
I tiazidici inducono un aumento dell’escrezione urinaria di magnesio, che può manifestarsi con un’ipomagnesiemia.
I tiazidici possono potenziare l’effetto dei farmaci antipertensivi, e a loro volta possono essere potenziati nell’effetto nel paziente sottoposto a simpaticectomia.
Potassio sierico: Gli ACE inibitori possono provocare iperkaliemia poiché inibiscono il rilascio di aldosterone.
Tale effetto non è solitamente significativo nei pazienti con una funzione renale nella norma.
Tuttavia nei pazienti con una funziona renale compromessa, e/o nei pazienti che assumono integratori di potassio (inclusi sostituti del sale), diuretici risparmiatori di potassio, trimetoprim o cotrimoxazolo, noto anche come trimetoprim/sulfametoxazolo, e soprattutto antagonisti dell’aldosterone o bloccanti del recettore dell’angiotensina, si può verificare iperkaliemia.
I diuretici risparmiatori del potassio e i bloccanti del recettore dell’angiotensina devono essere usati con cautela nei pazienti in terapia con ACE-inibitori e si devono contestualmente monitorare il potassio sierico e la funzione renale (vedere paragrafo 4.5).
Duplice blocco del sistema renina-angiotensina-aldosterone (RAAS) Esiste l’evidenza che l'uso concomitante di ACE-inibitori, antagonisti del recettore dell'angiotensina II o aliskiren aumenta il rischio di ipotensione, iperpotassiemia e riduzione della funzionalità renale (inclusa l’insufficienza renale acuta).
Il duplice blocco del RAAS attraverso l'uso combinato di ACE-inibitori, antagonisti del recettore dell'angiotensina II o aliskiren non è pertanto raccomandato (vedere paragrafi 4.5 e 5.1).
Se la terapia del duplice blocco è considerata assolutamente necessaria, ciò deve avvenire solo sotto la supervisione di uno specialista e con uno stretto e frequente monitoraggio della funzionalità renale, degli elettroliti e della pressione sanguigna.
Gli ACE-inibitori e gli antagonisti del recettore dell'angiotensina II non devono essere usati contemporaneamente in pazienti con nefropatia diabetica.
Reazioni anafilattoidi Angioedema della testa e del collo Con l'impiego di ACE-Inibitori, incluso fosinopril, sono stati riportati casi di angioedema che ha coinvolto le estremità, la faccia, le labbra, le mucose, la lingua, la glottide o la laringe.
L'angioedema con interessamento della lingua, della glottide e/o della laringe può dar luogo all'ostruzione delle vie aeree e talora essere fatale; richiede pertanto la pronta adozione di idonee misure d’emergenza compresa, tra l’altro, l'iniezione sottocutanea di una soluzione 1:1000 di adrenalina (0,3-0,5 ml).
Nel caso di angioedema localizzato ai rimanenti distretti, la terapia deve essere immediatamente sospesa ed il paziente deve essere trattato appropriatamente e tenuto sotto stretto controllo fino alla completa risoluzione del quadro clinico.
Angioedema intestinale: nei pazienti in trattamento con ACE-Inibitori è stato riportato raramente angioedema intestinale.
Questi pazienti si presentavano con dolore addominale (con o senza nausea o vomito); in alcuni casi non c'era storia di angioedema del viso e i livelli di esterasi C-1 erano normali.
L'angioedema è stato diagnosticato tramite TAC addominale o ultrasuoni, o con la chirurgia, e i sintomi si sono risolti dopo la sospensione dell'ACE-Inibitore.
L'angioedema intestinale deve essere incluso nella diagnosi differenziale di pazienti in trattamento con ACE-Inibitori che presentino dolore addominale.
Ipersensibilità/Angioedema: L’uso concomitante degli ACE-inibitori e di sacubitril/valsartan è controindicato in considerazione dell’aumento del rischio di angioedema.
Il trattamento con sacubitril/valsartan non deve essere iniziato prima che siano trascorse almeno 36 ore dall’ultima dose di FOSICOMBI.
Il trattamento con FOSICOMBI non deve essere iniziato prima che siano trascorse almeno 36 ore dall’ultima dose di sacubitril/valsartan (vedere paragrafi 4.3 e 4.5).
L’uso concomitante degli ACE inibitori e racecadotril, inibitori di mTOR (come sirolimus, temsirolimus, everolimus) e vildagliptin, può determinare un aumento del rischio di angioedema (rigonfiamento delle vie aeree o della lingua, associato o meno a difficoltà respiratorie) (vedere paragrafo 4.5).
Occorre cautela nell’iniziare la terapia con racecadotril, inibitori di mTOR (come sirolimus, everolimus, temsirolimus) e vildagliptin in un paziente che sta già assumendo un ACE-inibitore.
Reazioni anafilattoidi durante dialisi/aferesi In pazienti in terapia con ACE-Inibitori sono state osservate, reazioni anafilattoidi durante emodialisi con membrane per dialisi high-flux e durante aferesi delle lipoproteine a bassa densità (LDL) eseguita con colonne al destran-solfato.
Questi pazienti dovranno essere trattati con particolare attenzione, soprattutto nel caso di reazioni analoghe pregresse.
Si raccomanda l’uso di membrane alternative o di altri farmaci antipertensivi.
Reazioni anafilattoidi durante desensibilizzazione In due pazienti in trattamento desensibilizzante al veleno di imenotteri (p.
es.: insetti come api, vespe, ecc.), la contemporanea somministrazione di un altro ACE-Inibitore, l’enalapril, ha provocato reazioni anafilattoidi gravi e sostenute.
Pertanto in questo caso è necessario usare un antipertensivo di diversa classe.
Alterata funzionalità renale FOSICOMBI può essere somministrato ai pazienti con lieve o moderata alterazione della funzionalità renale (clearance della creatinina superiore a 30 ml/minuto).
In pazienti con grave alterazione della funzionalità renale (clearance della creatinina inferiore a 30 ml/minuto), l'impiego di FOSICOMBI, data la presenza del diuretico tiazidico, non è raccomandato.
I pazienti in terapia con fosinopril per i quali sia richiesto anche l'impiego di un diuretico, dovrebbero preferibilmente essere trattati con furosemide.
In pazienti con insufficienza cardiaca congestizia associata ad insufficienza renale, la somministrazione di un ACE-inibitore o di un diuretico tiazidico può causare eccessiva ipotensione, talvolta associata a oliguria o azotemia e, raramente, ad acuta insufficienza renale e morte.
In tali pazienti la terapia con FOSICOMBI deve essere effettuata sotto stretto controllo medico.
Nei pazienti ipertesi con stenosi bilaterale dell'arteria renale o stenosi dell'arteria renale in monorene, può verificarsi, in corso di terapia con ACE-inibitori, un aumento della creatininemia e dell'azotemia.
Tali alterazioni regrediscono con la sospensione della terapia.
Aumenti lievi e transitori dell'azotemia e della creatininemia sono possibili occasionalmente anche in pazienti con funzionalità renovascolare apparentemente integra, in particolare se in trattamento contemporaneo con diuretici.
Tale evenienza si verifica più frequentemente in soggetti con pregressa alterazione della funzione renale.
Può essere richiesta una riduzione del dosaggio.
Alterata funzionalità epatica I diuretici tiazidici devono essere usati con cautela nei pazienti con grave alterazione della funzionalità epatica, poiché alterazioni della volemia e degli elettroliti sierici possono portare tali pazienti al coma epatico.
In rari casi, gli ACE-Inibitori sono stati associati ad una sindrome che esordiva con ittero colestatico e progrediva verso una necrosi epatica fulminante, talora con esito letale.
Il meccanismo di tale quadro clinico non è conosciuto.
Pazienti in trattamento con ACE-Inibitori che evidenzino un marcato incremento degli enzimi epatici o ittero devono interrompere il trattamento ed essere opportunamente seguiti dal medico.
I pazienti con disfunzione epatica possono sviluppare livelli plasmatici elevati di fosinopril.
In uno studio in pazienti con cirrosi alcolica o biliare la clearance totale del fosinopril è risultata diminuita con un’AUC approssimativamente raddoppiata.
Alterazioni metaboliche Nel corso di terapia con diuretici tiazidici, in alcuni pazienti possono insorgere iperuricemia e gotta.
Nei pazienti diabetici gli effetti della terapia insulinica possono essere alterati dai diuretici tiazidici ed una condizione di diabete latente può divenire manifesta.
Aumenti della colesterolemia e della trigliceridemia possono verificarsi nel corso della terapia con alte dosi di diuretici tiazidici.
Chirurgia-Anestesia In pazienti sottoposti ad interventi chirurgici, l'uso di FOSICOMBI può aumentare l'effetto ipotensivo degli anestetici e degli analgesici.
In tali casi l'ipotensione può essere corretta mediante espansione della volemia.
Tosse Durante trattamento con ACE-inibitori, incluso fosinopril, può comparire tosse secca, non produttiva, che scompare con l'interruzione del trattamento.
Nella diagnosi differenziale di tosse, la tosse da ACE-Inibitore deve essere considerata.
Neutropenia-Agranulocitosi Il trattamento con altri ACE-Inibitori è stato, in rari casi, associato ad agranulocitosi e depressione midollare, in particolare in pazienti con associata insufficienza renale e/o collagenopatia (es.
LES, sclerodermia) o trattamento con farmaci immunosoppressori.
I dati disponibili non sono sufficienti a dimostrare che fosinopril non provochi agranulocitosi.
È consigliabile eseguire controlli periodici dei globuli bianchi in pazienti con insufficienza renale e/o collagenopatie e questi pazienti devono essere avvertiti di segnalare immediatamente qualsiasi indicazione di infezione (come ad esempio mal di gola, febbre) che può essere segno di neutropenia.
Lupus Eritematoso Sistemico: è stato riportato che i diuretici tiazidici possano causare un aggravamento di un LES.
Stenosi dell'aorta FOSICOMBI, come ogni farmaco che riduce le resistenze vascolari, deve essere usato con estrema cautela nei pazienti con stenosi dell'aorta, a causa delle potenziali pericolose conseguenze della riduzione della perfusione coronarica secondaria alla diminuzione della pressione arteriosa.
Cancro della pelle non melanoma In due studi epidemiologici basati sui dati del Registro nazionale dei tumori danese è stato osservato un aumento del rischio di cancro della pelle non-melanoma (NMSC) [carcinoma basocellulare (BCC) e carcinoma a cellule squamose (SCC)] associato all'aumento cumulativo della dose di idroclorotiazide (HCTZ) assunta.
L’effetto fotosensibilizzante dell’HCTZ potrebbe rappresentare un possibile meccanismo dell’NMSC.
I pazienti che assumono HCTZ devono essere informati del rischio di NMSC e consigliati di sottoporre a controllo regolare la cute per verificare la presenza di nuove lesioni e segnalare immediatamente eventuali lesioni cutanee sospette.
Al fine di minimizzare il rischio di cancro cutaneo, occorre consigliare ai pazienti l’adozione di possibili misure preventive quali l’esposizione limitata alla luce solare e ai raggi UV e, in caso di esposizione, una protezione adeguata.
Eventuali lesioni cutanee sospette devono essere esaminate immediatamente, possibilmente con l’ausilio di esami istologici su biopsie.
Può essere inoltre necessario riconsiderare l’utilizzo di HCTZ nei pazienti che hanno manifestato NMSC in precedenza (vedere anche paragrafo 4.8).
Effusione coroidale, miopia acuta e glaucoma secondario acuto ad angolo chiuso Le sulfonamidi o i medicinali derivati dalla sulfonamide possono causare una reazione idiosincratica, che determina effusione coroidale con difetti del campo visivo, miopia transitoria e glaucoma acuto ad angolo chiuso.
Nonostante l’idroclorotiazide sia una sulfonamide, solo casi isolati di glaucoma acuto ad angolo chiuso, senza una definita associazione causale, sono stati riportati finora con idroclorotiazide.
I sintomi comprendono l’insorgenza acuta di ridotta acuità visiva o dolore oculare e in genere si verificano entro poche ore o settimane dall’inizio della somministrazione del medicinale.
Il glaucoma acuto ad angolo chiuso non trattato può causare una perdita permanente della vista.
Il trattamento primario è quello di interrompere l’assunzione del medicinale il prima possibile.
Può essere necessario prendere in considerazione un pronto trattamento medico o chirurgico qualora la pressione intraoculare dovesse rimanere incontrollata.
Fattori di rischio per lo sviluppo di glaucoma acuto ad angolo chiuso possono includere una storia di allergia alla sulfonamide o alla penicillina.
Tossicità respiratoria acuta Dopo l’assunzione di idroclorotiazide sono stati segnalati casi severi molto rari di tossicità respiratoria acuta, compresa la sindrome da distress respiratorio acuto (acute distress respiratory syndrome, ARDS).
L’edema polmonare si sviluppa generalmente entro pochi minuti od ore dall’assunzione di idroclorotiazide.
All’esordio i sintomi comprendono dispnea, febbre, deterioramento polmonare e ipotensione.
Se si sospetta la diagnosi di ARDS, X deve essere interrotto e deve essere somministrato un trattamento appropriato.
Non deve essere somministrato idroclorotiazide a pazienti che in precedenza hanno manifestato ARDS in seguito all’assunzione di idroclorotiazide.
Gravidanza La terapia con ACE inibitori non deve essere iniziata durante la gravidanza.
Per le pazienti che stanno pianificando una gravidanza si deve ricorrere a trattamenti antipertensivi alternativi, con comprovato profilo di sicurezza per l’uso in gravidanza, a meno che non sia considerato essenziale il proseguimento della terapia con un ACE inibitore.
Quando viene diagnosticata una gravidanza, il trattamento con ACE inibitori deve essere interrotto immediatamente e, se appropriato, deve essere iniziata una terapia alternativa (vedere paragrafi 4.3 e 4.6).
Test anti-doping: l’idroclorotiazide contenuta in questo farmaco può produrre un risultato positivo in un test anti-doping.
Popolazione pediatrica Non sono state ancora stabilite l'efficacia e la sicurezza d'uso di FOSICOMBI nei bambini.

Interazioni

Alcol, barbiturici, narcotici Si può verificare un potenziamento dell’ipotensione ortostatica indotta dai diuretici tiazidici.
Integratori di potassio, diuretici risparmiatori di potassio o sostituti del sale contenenti potassio Sebbene il potassio sierico si mantenga generalmente nei limiti della norma, in alcuni pazienti trattati con FOSICOMBI si può sviluppare iperkaliemia.
I diuretici risparmiatori del potassio (come spironolattone, triamterene o amiloride), gli integratori di potassio o i sostituti del sale contenenti potassio possono determinare aumenti significativi del potassio sierico.
Occorre esercitare la debita cautela anche nel somministrare FOSICOMBI in concomitanza con altri agenti che aumentano il potassio sierico, come trimetoprim e cotrimoxazolo (trimetoprim/sulfametoxazolo), in quanto è noto che trimetoprim agisce da diuretico risparmiatore del potassio come l’amiloride.
L’associazione di FOSICOMBI con i farmaci sopra citati non è pertanto raccomandata.
Se è indicato l’uso concomitante, occorre esercitare la debita cautela e monitorare frequentemente il potassio sierico.
Ciclosporina Durante l’uso concomitante di ACE-inibitori e ciclosporina si può manifestare iperkaliemia.
Si raccomanda il monitoraggio del potassio sierico.
Eparina Durante l’uso concomitante di ACE-inibitori ed eparina si può manifestare iperkaliemia.
Si raccomanda il monitoraggio del potassio sierico.
Litio In pazienti in contemporanea terapia con litio ed ACE-inibitori sono stati rilevati aumenti dei livelli sierici di litio e sintomi di tossicità.
Poiché la clearance renale del litio è ridotta dai diuretici tiazidici, si consiglia estrema cautela nel somministrare FOSICOMBI a pazienti in terapia con litio, controllandone frequentemente i livelli sierici.
Antiacidi Idrossido di alluminio, idrossido di magnesio e simeticone possono influenzare l'assorbimento di fosinopril.
Pertanto l'assunzione di FOSICOMBI dovrebbe avvenire almeno a due ore di distanza da tali farmaci.
Antidiabetici (orali e insulina) I tiazidi possono elevare i livelli di glucosio nel sangue.
Perciò può essere necessario un aggiustamento degli antidiabetici.
Antigottosi Possono essere necessari aggiustamenti dei dosaggi degli antigottosi, dato che l’idroclorotiazide può alzare i livelli dell’uricemia.
Può essere necessario un incremento del dosaggio di probenecid o di sulfinpirazone.
Sali di calcio I tiazidi possono aumentare la calcemia per diminuita escrezione.
In caso di prescrizione di calcio, occorre controllare i livelli di calcio ed eventualmente aggiustarne i dosaggi.
Colestiramina e colestipol cloridrato Possono ritardare o diminuire l'assorbimento di idroclorotiazide.
Pertanto FOSICOMBI dovrebbe essere assunto almeno un'ora prima o quattro-sei ore dopo tali farmaci.
Inibitori delle prostaglandine In alcuni pazienti, questi farmaci possono ridurre gli effetti dei diuretici.
È stato inoltre riportato che l'indometacina riduce l'efficacia antipertensiva degli ACE-Inibitori, soprattutto in soggetti con ipertensione a bassa renina.
Altri composti antinfiammatori non steroidei (es.
acido acetilsalicilico) potrebbero avere effetti similari.
Altri diuretici e antipertensivi Il componente tiazidico di FOSICOMBI può potenziare l’azione di altri antipertensivi, specialmente i bloccanti adrenergici.
L’idroclorotiazide può interagire con il diazossido.
Occorre controllare la pressione, la glicemia e l’uricemia.
ACE-inibitori, antagonisti del recettore dell'angiotensina II o aliskiren: I dati degli studi clinici hanno dimostrato che il duplice blocco del sistema renina-angiotensina-aldosterone (RAAS) attraverso l'uso combinato di ACE-inibitori, antagonisti del recettore dell'angiotensina II o aliskiren, è associato ad una maggiore frequenza di eventi avversi quali ipotensione, iperpotassiemia e riduzione della funzionalità renale (inclusa l’insufficienza renale acuta) rispetto all'uso di un singolo agente attivo sul sistema RAAS (vedere paragrafi 4.3, 4.4 e 5.1).
Farmaci usati in chirurgia Gli effetti dei rilassanti muscolari non depolarizzanti, dei preanestetici e degli anestetici usati in chirurgia (es.
tubocurarina cloridrato, gallamina trietioduro) possono potenziare l’idroclorotiazide e possono richiedersi aggiustamenti del dosaggio.
Le alterazioni dell’equilibrio idroelettrolitico devono essere controllate e corrette prima dell’intervento se possibile.
Occorre cautela nei pazienti che assumono FOSICOMBI e agenti pressori (es.
adrenalina) e che subiscono un intervento chirurgico.
Anestetici e preanestetici devono essere somministrati in dosi ridotte e la terapia con idroclorotiazide deve essere interrotta una settimana prima della chirurgia.
FANS Quando gli ACE inibitori sono somministrati simultaneamente con farmaci antinfiammatori non steroidei (per es.
inibitori selettivi della Cox 2, acido acetilsalicilico a partire da 325 mg/die e FANS non selettivi), si può verificare un’attenuazione dell’effetto antipertensivo.
L’uso concomitante di ACE inibitori e FANS può portare ad un aumentato rischio di peggioramento della funzione renale che comprende possibile insufficienza renale acuta ed aumento dei livelli del potassio sierico specialmente in pazienti con pre-esistente compromessa funzione renale.
La combinazione deve essere somministrata con cautela specialmente negli anziani.
I pazienti devono essere adeguatamente idratati e deve essere preso in considerazione il monitoraggio della funzione renale all’inizio della terapia concomitante.
Medicinali che aumentano il rischio di angioedema L’uso concomitante di ACE-inibitori e sacubitril/valsartan è controindicato poiché aumenta il rischio di angioedema (vedere paragrafi 4.3 e 4.4).
L’uso concomitato di ACE-inibitori e racecadotril, inibitori di mTOR (come sirolimus, everolimus, temsirolimus) e vildagliptin può determinare un aumento del rischio di angioedema (vedere paragrafo 4.4).
Interazioni con test di laboratorio Fosinopril può falsare il risultato della misurazione dei livelli sierici di digossina con il Digi-Tab RIA Kit, facendo risultare valori di digossinemia inferiori al reale.
L’idroclorotiazide può causare interferenza con il test diagnostico del bentiromide.
Occorre interrompere la terapia con FOSICOMBI alcuni giorni prima di effettuare i test di funzionalità paratiroidea.

Effetti indesiderati

Gli effetti collaterali clinici e le anormalità dei parametri di laboratorio, osservati nel corso della terapia antipertensiva a lungo termine con fosinopril ed idroclorotiazide, non sono risultati significativamente diversi da quelli osservati dopo somministrazione dei singoli componenti.
Nel corso degli studi clinici condotti con FOSICOMBI e con gruppo di controllo placebo (durata del trattamento due mesi), l'incidenza di effetti collaterali nei pazienti anziani (età superiore o uguale a 65 anni) è stata simile a quella osservata nei soggetti più giovani mentre l’interruzione della terapia per effetti indesiderati o anomalie di laboratorio è stata del 3,5% tra i pazienti trattati con fosinopril/HCTZ e del 4,3% nei pazienti trattati con placebo.
Generalmente, gli effetti collaterali osservati sono stati di grado lieve e transitori.
In tali studi clinici controllati, gli effetti indesiderati (non necessariamente correlati al trattamento) osservati con maggiore frequenza (sono stati i seguenti: cefalea, tosse, astenia, vertigini, infezioni delle alte vie respiratorie, dolore muscolo scheletrico Altri effetti indesiderati clinici, osservati con minore frequenza (0,5-2%), sono di seguito riportati:
Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione Dolore toracico, debolezza, febbre
Patologie Cardiache/Patologie vascolari ipotensione ortostatica, edema, flushing, disturbi del ritmo, sincope.
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo Prurito, rash
Patologie endocrine/ Disturbi del metabolismo e della nutrizione Disfunzione sessuale, alterazioni della libido
Patologie gastrointestinali Nausea e vomito, diarrea, dispepsia/bruciore, dolore addominale, gastrite/esofagite
Disturbi del sistema immunitario Angioedema
Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo Mialgia/crampi muscolari
Disturbi psichiatrici/ Patologie del sistema nervoso Sonnolenza, depressione, torpore/parestesia
Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche Sinusopatia, faringite, rinite
Patologie dell'orecchio e del labirinto Tinnito
Patologie renali e urinarie Pollachiuria, disuria.
Esami diagnostici Elettroliti, acido urico, glucosio, magnesio, colesterolo, trigliceridi, calcio.
Neutropenia
Altri effetti indesiderati osservati con fosinopril o idroclorotiazide assunti separatamente includono:
Patologie cardiache Angina/infarto del miocardio.
Patologie vascolari Claudicatio, ipotensione.
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo Orticaria, fotosensibilità.
Disturbi del metabolismo e della nutrizione Gotta.
Patologie gastrointestinali Pancreatite, ittero (colestatico), epatite.
Patologie del sistema emolinfopoietico Anemia aplastica, agranulocitosi, leucopenia, trombocitopenia, anemia emolitica, linfoadenopatia.
Disturbi del sistema immunitario Angioite necrotizzante, sindrome di Stevens-Johnson, disturbi respiratori (inclusa polmonite ed edema polmonare), porpora.
Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo Artralgia.
Patologie del sistema nervoso Vertigine, sensazione di testa leggera, parestesia, accidenti cerebrovascolari.
Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche Broncospasmo.
Frequenza molto rara: Sindrome da distress respiratorio acuto (ARDS) (vedere paragrafo 4.4)
Patologie dell'orecchio e del labirinto Disturbi del visus, disgeusia.
Patologie renali e urinarie Insufficienza renale.
Esami diagnostici Livelli aumentati di transaminasi, LDH, fosfatasi alcalina e bilirubina.
Patologie dell’occhio Miopia acuta e glaucoma ad angolo chiuso.
Effusione coroidale (frequenza non nota)
Tumori benigni, maligni e non specificati (cisti e polipi compresi) Frequenza “non nota”: cancro cutaneo non melanoma (carcinoma basocellulare e carcinoma a cellule squamose) Descrizione di reazioni avverse selezionate Cancro cutaneo non melanoma: sulla base dei dati disponibili provenienti da studi epidemiologici, è stata osservata un’associazione tra HCTZ e NMSC, correlata alla dose cumulativa assunta (vedere anche i paragrafi 4.4.
e 5.1).
Segnalazione delle reazioni avverse sospette La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale.
Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione all’indirizzo https://www.aifa.gov.it/content/segnalazioni-reazioni-avverse

Gravidanza e allattamento

Gravidanza ACE inibitori: L’uso di ACE inibitori non è raccomandato durante il primo trimestre di gravidanza (vedere paragrafo 4.4).
L’uso di ACE inibitori è controindicato durante il secondo ed il terzo trimestre di gravidanza (vedere paragrafi 4.3 e 4.4).
L’evidenza epidemiologica sul rischio di teratogenicità a seguito dell’esposizione ad ACE inibitori durante il primo trimestre di gravidanza non ha dato risultati conclusivi; tuttavia non può essere escluso un piccolo aumento del rischio.
Per le pazienti che stanno pianificando una gravidanza si deve ricorrere a trattamenti antiipertensivi alternativi, con comprovato profilo di sicurezza per l’uso in gravidanza, a meno che non sia considerato essenziale il proseguimento della terapia con un ACE inibitore.
Quando viene diagnosticata una gravidanza, il trattamento con ACE inibitori deve essere immediatamente interrotto e, se appropriato, si deve iniziare una terapia alternativa.
È noto che nella donna l’esposizione ad ACE inibitori durante il secondo ed il terzo trimestre induce tossicità fetale (ridotta funzionalità renale, oligoidramnios, ritardo nell’ossificazione del cranio), tossicità neonatale (insufficienza renale, ipotensione, iperkaliemia) (vedere paragrafo 5.3) e morte del feto.
Se dovesse verificarsi un’esposizione ad un ACE inibitore dal secondo trimestre di gravidanza, si raccomanda un controllo ecografico della funzionalità renale e del cranio.
I neonati le cui madri abbiano assunto ACE inibitori devono essere attentamente seguiti per quanto riguarda l’ipotensione (vedere paragrafi 4.3 e 4.4).
Idroclortiazide: C’è limitata esperienza con idroclorotiazide durante la gravidanza, specialmente durante il primo trimestre.
Gli studi sugli animali sono insufficienti.
Idroclorotiazide attraversa la placenta.
In base al suo meccanismo d’azione l’uso di idroclorotiazide durante il secondo e terzo trimestre di gravidanza può compromettere la perfusione feto placentare e può causare effetti fetali e neonatali come ittero, alterazioni del bilancio elettrolitico e trombocitopenia.
Idroclorotiazide non deve essere usata per il trattamento dell’edema gestazionale, l’ipertensione gestazionale o la preeclampsia a causa del rischio di riduzione del volume plasmatico e di ipoperfusione placentare senza un effetto benefico sul decorso della malattia.
Idroclorotiazide non deve essere usata per il trattamento dell’ipertensione in donne in gravidanza eccetto che in rare situazioni dove nessun altro trattamento potrebbe essere usato.
Allattamento Fosinopril: Poiché sono disponibili solo dati molto limitati riguardanti l’uso di fosinopril durante l’allattamento, FOSICOMBI non è raccomandato e sono da preferire trattamenti alternativi con comprovato profilo di sicurezza per l’uso durante l’allattamento, specialmente in caso di allattamento di neonati o prematuri.
Idroclorotiazide: Idroclortiazide viene escreta nel latte materno in piccole quantità.
I diuretici tiazidici ad alte dosi provocano intensa diuresi che può inibire la produzione di latte.
L’uso di FOSICOMBI durante l’allattamento al seno non è raccomandato.
Se FOSICOMBI viene assunto durante l’allattamento, le dosi devono essere mantenute ai livelli più bassi possibili.

Conservazione

Conservare a temperatura ambiente ed al riparo dall'umidità.

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