FLEBOGAMMA DIF EV 50ML 50MG/ML

268,19 €

Prezzo indicativo

Principio attivo: IMMUNOGLOBULINA UMANA NORMALE
  • ATC: J06BA02
  • Descrizione tipo ricetta: OSP - USO OSPEDALIERO
  • Presenza Glutine:
  • Presenza Lattosio:

Data ultimo aggiornamento: 03/01/2024

Terapia sostitutiva in adulti, bambini e adolescenti (2-18 anni) per: - Sindromi da immunodeficienza primaria (PID) con alterata produzione di anticorpi - Immunodeficienze secondarie (SID) in pazienti con infezioni gravi o ricorrenti, trattamento antimicrobico inefficace e che presentano dimostrata incapacità di produrre anticorpi specifici (PSAF)* o livelli sierici di IgG < 4 g/l *PSAF = incapacità di produrre un aumento di almeno 2 volte del titolo di anticorpi IgG ai vaccini pneumococcico polisaccaridico e contenenti l’antigene polipeptidico Immunomodulazione in adulti, bambini e adolescenti (2-18 anni) per: - Trombocitopenia Immune Primaria (ITP), in pazienti ad alto rischio di emorragia o prima di interventi chirurgici, per il ripristino della conta piastrinica. - Sindrome di Guillain Barré. - Malattia di Kawasaki (in concomitanza con acido acetilsalicilico; vedere 4.2). - Poliradiculoneuropatia demielinizzante infiammatoria cronica (CIDP) - Neuropatia motoria multifocale (MMN)
Immunoglobulina umana normale (IVIg) Un ml contiene: Immunoglobulina umana normale: 50 mg (di cui almeno il 97% è IgG pura) Ogni flacone da 10 ml contiene: 0,5 g di immunoglobulina umana normale Ogni flacone da 50 ml contiene: 2,5 g di immunoglobulina umana normale Ogni flacone da 100 ml contiene: 5 g di immunoglobulina umana normale Ogni flacone da 200 ml contiene: 10 g di immunoglobulina umana normale Ogni flacone da 400 ml contiene: 20 g di immunoglobulina umana normale Distribuzione percentuale delle sottoclassi di IgG (valori approssimativi): IgG1 66,6% IgG2 28,5% IgG3 2,7% IgG4 2,2% Il massimo contenuto in IgA è 50 microgrammi/ml. Prodotto da plasma di donatori. Eccipiente con effetti noti: Un ml contiene 50 mg di D-sorbitolo Per l’elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1.

Controindicazioni

Ipersensibilità al principio attivo (immunoglobuline umane) o ad uno qualsiasi degli eccipienti (vedere paragrafi 4.4 e 6.1).
Intolleranza al fruttosio (vedere il paragrafo 4.4).
Nei neonati e nei bambini piccoli (0-2 anni) l’intolleranza ereditaria al fruttosio (IEF) potrebbe non essere stata ancora diagnosticata e in tali soggetti l’assunzione di questo medicinale potrebbe essere fatale.
Perciò neonati e bambini piccoli non devono ricevere questo medicinale.
Pazienti con deficit selettivo di IgA che hanno sviluppato anticorpi anti-IgA, poiché la somministrazione di un prodotto contenente IgA può provocare anafilassi.

Posologia

La terapia sostitutiva deve essere iniziata e monitorata sotto la supervisione di uno specialista nel trattamento dell’immunodeficienza.
Posologia La dose e il regime posologico dipendono dall’indicazione.Può rendersi necessario personalizzare la dose per ciascun paziente in base alla risposta clinica.
La dose basata sul peso corporeo può richiedere un aggiustamento nei pazienti sottopeso o sovrappeso.
I regimi posologici di seguito riportati sono indicativi.
Terapia sostitutiva nelle sindromi da immunodeficienza primaria. Il regime posologico deve indurre il raggiungimento di una concentrazione minima di IgG (misurata prima della successiva infusione) di almeno 6 g/l o all’interno dell’intervallo di riferimento normale per l’età della popolazione.
Sono necessari da tre a sei mesi dall’inizio della terapia per raggiungere l’equilibrio (livelli di IgG allo stato stazionario).
La dose iniziale raccomandata è compresa tra 0,4 e 0,8 g/kg da somministrare una volta, seguita da almeno 0,2 g/kg da somministrare ogni 34 settimane.
La dose necessaria per ottenere una concentrazione minima di IgG di 6 g/l è compresa tra 0,2 e 0,8 g/kg/mese.
L’intervallo tra le dosi dopo il raggiungimento dello stato stazionario è compreso tra 3 e 4 settimane.
È necessario misurare ed accertare le concentrazioni minime di IgG congiuntamente all’incidenza dell’infezione.
Per ridurre il tasso di infezioni batteriche, potrebbe essere necessario l’aumento della dose e puntare a concentrazioni minime più alte.
Immunodeficienze secondarie (come definite al paragrafo 4.1) La dose raccomandata è compresa tra 0,2 e 0,4 g/kg ogni 3-4 settimane.
Le concentrazioni minime di IgG devono essere misurate e valutate congiuntamente all’incidenza di infezione.
La dose deve essere aggiustata nella misura necessaria a ottenere una protezione ottimale dalle infezioni; un aumento della dose può essere richiesto nei pazienti con infezione persistente, mentre una riduzione può essere considerata quando il paziente rimane libero da infezioni.
Trombocitopenia Immune Primaria Esistono due schemi di trattamento alternativi: • 0,8 - 1 g/kg il primo giorno, somministrazione che può essere ripetuta una volta entro 3 giorni.
• 0,4 g/kg ogni giorno per 2-5 giorni.
Il trattamento può essere ripetuto in caso di recidiva.
Sindrome di Guillain Barré 0,4 g/kg/giorno per 5 giorni (possibile ripetizione della somministrazione in caso di recidiva).
Malattia di Kawasaki Somministrare 2,0 g/kg in dose singola.
I pazienti devono essere trattati contemporaneamente con acido acetilsalicilico.
Polineuropatia demielinizzante infiammatoria cronica (CIDP) Dose iniziale: 2 g/kg frazionata nell’arco di 2-5 giorni consecutivi.
Dosi di mantenimento: 1 g/kg nell’arco di 1-2 giorni consecutivi ogni 3 settimane.
L’effetto del trattamento deve essere valutato dopo ogni ciclo; se non si osserva alcun effetto dopo 6 mesi, il trattamento deve essere interrotto.
In caso di efficacia, il trattamento a lungo termine deve essere soggetto alla discrezione del medico, in base alla risposta del paziente e al mantenimento della risposta.
È possibile che la posologia e gli intervalli debbano essere adattati secondo il decorso individuale della malattia.
Neuropatia motoria multifocale (MMN) Dose iniziale: 2 g/kg frazionata nell’arco di 2-5 giorni consecutivi.
Dose di mantenimento: 1 g/kg ogni 2-4 settimane, oppure 2 g/kg ogni 4-8 settimane.
L’effetto del trattamento deve essere valutato dopo ogni ciclo; se non si osserva alcun effetto dopo 6 mesi, il trattamento deve essere interrotto.
In caso di efficacia, il trattamento a lungo termine deve essere soggetto alla discrezione del medico, in base alla risposta del paziente e al mantenimento della risposta.
È possibile che la posologia e gli intervalli debbano essere adattati secondo il decorso individuale della malattia.
I dosaggi raccomandati sono riassunti nella seguente tabella:
Indicazione Dose Frequenza delle iniezioni
Terapia sostitutiva:  
Sindromi da immunodeficienza primaria Dose iniziale: 0,4 - 0,8 g/kg ogni 3 - 4 settimane
Dose di mantenimento: 0,2 - 0,8 g/kg
Immunodeficienze secondarie (come definite al paragrafo 4.1) 0,2 - 0,4 g/kg ogni 3 - 4 settimane
Immunomodulazione:
Trombocitopenia Immune Primaria 0,8 - 1 g/kg il giorno 1, con possibilità di ripetizione una volta entro 3 giorni
o 
0,4 g/kg/die per 2 - 5 giorni
Sindrome di Guillain Barré 0,4 g/kg/die per 5 giorni
Malattia di Kawasaki 2 g/kg in una sola dose in associazione con acido acetilsalicilico
Poliradiculoneuropatia demielinizzante infiammatoria cronica (CIDP) Dose iniziale: 2 g/kg in dosi frazionate nell’arco di 2 - 5 giorni
Dose di mantenimento: 1 g/kg ogni 3 settimane nell’arco di 1 - 2 giorni
Neuropatia motoria multifocale (MMN) Dose iniziale: 2 g/kg in dosi frazionate nell’arco di 2 - 5 giorni consecutivi
Dose di mantenimento: 1 g/kg ogni 2 - 4 settimane
oppure 
2 g/kg ogni 4-8 settimane in dosi frazionate nell’arco di 2 - 5 giorni
Popolazione pediatrica Flebogamma DIF 50 mg/ml è controindicato nei bambini da 0 a 2 anni (vedere paragrafo 4.3).
Dal momento che la posologia per ogni indicazione viene data in base al peso corporeo ed aggiustata in base al risultato clinico delle sopramenzionate condizioni, la posologia nei bambini e negli adolescenti (2-18) non è considerata diversa da quella degli adulti.
Compromissione epatica Non sono disponibili evidenze per richiedere un aggiustamento della dose.
Compromissione renale Nessun aggiustamento della dose, se non clinicamente giustificato, vedere paragrafo 4.4.
Anziani Nessun aggiustamento della dose, se non clinicamente giustificato, vedere paragrafo 4.4.
Modo di somministrazione Per uso endovenoso.
Flebogamma DIF 50 mg/ml deve essere somministrato per via endovenosa ad una velocità iniziale di 0,01 - 0,02 ml/kg/minuto per i primi trenta minuti.
Vedere paragrafo 4.4.
In caso di reazione avversa, ridurre la velocità di somministrazione o interrompere l’infusione.
Se ben tollerata, la velocità di somministrazione può essere gradualmente aumentata fino ad un massimo di 0,1 ml/kg/minuto.

Avvertenze e precauzioni

Sorbitolo Ogni ml di questo prodotto medicinale contiene 50 mg di sorbitolo.
I pazienti con rari problemi ereditari d’intolleranza al fruttosio non devono prendere questo medicinale.
In persone di età superiore a 2 anni con IEF, si sviluppa una spontanea avversione ad alimenti contenenti fruttosio e può essere collegata con il manifestarsi dei sintomi (vomito, disordini gastro-intestinali, apatia, ritardo nel peso e nell’altezza).
Pertanto, ciascun paziente dev’essere sottoposto a una dettagliata anamnesi sui sintomi dell’IEF, prima di ricevere Flebogamma DIF.
In caso di somministrazione accidentale e sospetta intolleranza al fruttosio, la somministrazione deve essere immediatamente sospesa, la normale glicemia deve essere ristabilita e la funzione degli organi deve essere stabilizzata tramite terapia intensiva.
Non si prevedono interferenze con la determinazione della glicemia. Tracciabilità Al fine di migliorare la tracciabilità dei medicinali biologici, la denominazione e il numero del lotto del medicinale somministrato devono essere chiaramente registrati.
Precauzioni per l’uso Spesso è possibile evitare potenziali complicazioni verificando che i pazienti: - non siano sensibili all’immunoglobulina umana normale somministrando dapprima il prodotto lentamente (ad una velocità iniziale di 0,01 - 0,02 ml/kg/min) - siano attentamente monitorati per vedere eventuali sintomi durante il periodo d’infusione.
In particolare, i pazienti mai trattati con immunoglobulina umana normale, i pazienti provenienti da un altro prodotto IVIg o per i quali sia trascorso un lungo periodo dalla precedente infusione, devono essere monitorati in ospedale durante la prima infusione e nella prima ora successiva, per rilevare potenziali reazioni avverse.
Tutti gli altri pazienti devono essere osservati per almeno 20 minuti dopo la somministrazione.
In tutti i pazienti, la somministrazione di IVIg richiede: - adeguata idratazione prima dell’inizio dell’infusione di IVIg - monitoraggio della diuresi - monitoraggio dei livelli sierici di creatinina - evitare l’utilizzo concomitante di diuretici dell’ansa (vedere 4.5).
In caso di reazione avversa, si deve ridurre la velocità d’infusione o interrompere l’infusione.
Il trattamento richiesto dipende dalla natura e gravità della reazione avversa.
Reazione all’infusione Alcune reazioni avverse (ad esempio cefalea, rossore, brividi, mialgia, sibilo, tachicardia, dolore dorso-lombare, nausea e ipotensione) possono essere correlate alla velocità d’infusione.
La velocità d’infusione raccomandata nel paragrafo 4.2 va seguita scrupolosamente.
I pazienti devono essere strettamente monitorati e attentamente osservati per rilevare qualsiasi sintomo durante il tempo dell’infusione.
Le reazioni avverse possono verificarsi più frequentemente - in pazienti che ricevono immunoglobulina umana normale per la prima volta oppure, in rari casi, quando il prodotto a base di immunoglobulina umana normale viene cambiato o quando è trascorso un lungo periodo dalla precedente infusione - nei pazienti con infezione non trattata o infiammazione cronica sottostante Ipersensibilità Le reazioni d’ipersensibilità sono rare.
Anafilassi può svilupparsi in pazienti - con IgA irrilevabili che hanno anticorpi anti-IgA - che hanno tollerato precedenti trattamenti con immunoglobulina umana normale In caso di shock, è necessario adottare il trattamento medico standard per lo shock.
Tromboembolismo Esistono evidenze cliniche di un’associazione tra somministrazione di IVIg ed eventi tromboembolici, quali infarto miocardico, problemi cerebro-vascolari (tra cui l’ictus), embolia polmonare e trombosi venose profonde, che si presume siano correlati ad un relativo aumento della viscosità ematica per l’elevato afflusso di immunoglobulina in pazienti a rischio.
Bisogna prestare particolare attenzione nel prescrivere ed infondere IVIg in pazienti obesi e in pazienti con fattori di rischio preesistenti di eventi trombotici (come età avanzata, ipertensione, diabete mellito e anamnesi di malattia vascolare o episodi trombotici, pazienti con trombofilia acquisita o congenita, pazienti con prolungati periodi d’immobilità, pazienti gravemente ipovolemici, pazienti con disturbi che provocano un aumento della viscosità ematica).
In pazienti a rischio tromboembolico, i prodotti IVIg devono essere somministrati alla velocità d’infusione e alla dose minima praticabile.
Insufficienza renale acuta Sono stati riportati casi d’insufficienza renale acuta in pazienti che seguono una terapia con IVIg.
Nella maggior parte dei casi, sono stati identificati dei fattori di rischio, quali insufficienza renale preesistente, diabete mellito, ipovolemia, sovrappeso, farmaci nefrotossici concomitanti o età superiore a 65 anni.
I parametri renali devono essere valutati prima dell’infusione di IVIg, in particolare nei pazienti ritenuti potenzialmente a maggior rischio di sviluppare insufficienza renale acuta, e nuovamente a opportuni intervalli.
In pazienti a rischio d’insufficienza renale acuta, i prodotti IVIg devono essere somministrati alla velocità d’infusione e alla dose minima praticabile.
In caso d’insufficienza renale, va presa in considerazione l’interruzione della terapia con IVIg.
Sebbene gli episodi di disfunzione renale e insufficienza renale acuta siano stati associati all’uso di molti prodotti IVIg autorizzati, contenenti vari eccipienti quali saccarosio, glucosio e maltosio, quelli che contengono saccarosio come stabilizzante rappresentano un’altissima percentuale del numero complessivo.
Nei pazienti a rischio, va considerata l’opportunità di utilizzare prodotti IVIg che non contengano questi eccipienti.
Flebogamma DIF non contiene saccarosio, maltosio o glucosio.
Sindrome di Meningite Asettica (AMS) La meningite asettica si è manifestata in associazione con trattamento di IVIg.
La sindrome di solito inizia entro poche ore fino ai 2 giorni dopo il trattamento con IVIg.
Gli studi sul liquido cerebrospinale sono spesso positivi con pleiocitosi fino a diverse migliaia di cellule per mm³, prevalentemente della serie granulocitaria e livelli elevati di proteine, fino a diverse centinaia di mg/dl.
La meningite asettica può verificarsi più frequentemente in associazione con alte dosi (2 g/kg) di IVIg.
I pazienti che manifestano tali segni e sintomi devono essere sottoposti a un esame neurologico approfondito, comprendente studi dell’LCS, per escludere altre cause di meningite.
L’interruzione del trattamento con IVIg ha portato a remissione di AMS entro pochi giorni senza postumi.
Anemia emolitica I prodotti IVIg possono contenere gruppi di anticorpi del sangue che possono agire da emolitici ed indurre in vivo il rivestimento dei globuli rossi con immunoglobuline, causando una reazione antiglobulinica diretta positiva (test di Coombs) e, raramente, emolisi.
L’anemia emolitica si può sviluppare in seguito a terapia di IVIg dovuta all’aumentato sequestro di globuli rossi.
I soggetti che ricevono delle IVIg devono essere monitorati per segni clinici e sintomi di emolisi (vedere paragrafo 4.8).
Neutropenia/leucopenia Un aumento transitorio della conta dei neutrofili e/o episodi di neutropenia, talvolta gravi, sono stati segnalati dopo il trattamento con IVIg.
Ciò si verifica in genere entro alcune ore o giorni dopo la somministrazione di IVIg e si risolve spontaneamente entro 7-14 giorni.
Danno polmonare acuto associato alla trasfusione (TRALI) Nei pazienti trattati con IVIg, vi sono state alcune segnalazioni di edema polmonare acuto non cardiogeno [danno polmonare acuto associato alla trasfusione (TRALI)].
TRALI è caratterizzato da ipossia severa, dispnea, tachipnea, cianosi, febbre e ipotensione.
I sintomi di TRALI si sviluppano in genere durante la trasfusione o entro le 6 ore successive, spesso entro 1-2 ore.
Pertanto, i pazienti trattati con IVIg devono essere monitorati e l’infusione di IVIg deve essere interrotta immediatamente in caso di reazioni avverse polmonari.
TRALI è una condizione clinica potenzialmente letale, che richiede una gestione immediata in unità di terapia intensiva.
Interferenza con test sierologici Dopo la somministrazione di immunoglobulina, il transitorio incremento dei vari anticorpi trasferiti passivamente nel sangue di un paziente può condurre a risultati falsi positivi nei test sierologici.
La trasmissione passiva di anticorpi ad antigeni eritrocitari, ad esempio A, B, D, può interferire con alcuni test sierologici per anticorpi eritrocitari, ad esempio il test diretto dell’antiglobulina (DAT, test diretto di Coombs).
Agenti trasmissibili Misure standard per prevenire le infezioni derivanti dall’uso di medicinali preparati da sangue o plasma umano includono la selezione dei donatori, lo screening delle singole donazioni e dei lotti di plasma per individuare l’eventuale presenza di marker d’infezione e l’inclusione di passaggi produttivi efficaci per l’inattivazione/rimozione di virus.
Nonostante ciò, quando sono somministrati medicinali preparati da sangue o plasma umano, la possibilità di trasmettere un agente infettivo non può essere completamente esclusa.
Ciò riguarda anche virus sconosciuti o emergenti ed altri agenti patogeni.
Le misure che sono state prese sono considerate efficaci per virus capsulati come virus dell’immunodeficienza umana (HIV), virus dell’epatite B (HBV) e virus dell’epatite C (HCV), e per virus non capsulati, come virus dell’epatite A (HAV) e parvovirus B19.
Esiste una rassicurante esperienza clinica in merito alla mancata trasmissione di epatite A o parvovirus B19 con immunoglobuline e si ritiene che il contenuto anticorpale dia un importante contributo alla sicurezza virale.
È fortemente raccomandato che, ogni qualvolta sia somministrato Flebogamma DIF ad un paziente, il nome ed il numero di lotto del prodotto siano registrati per mantenere un legame tra il paziente ed il lotto del prodotto.
Contenuto di sodio Questo medicinale contiene meno di 1 mmol (23 mg) di sodio per flaconcino da 10 mL, 50 mL, 100 mL e 200 mL, cioè essenzialmente ‘senza sodio’.
Questo medicinale contiene meno di 29,41 mg di sodio per flaconcino da 400 mL equivalente a 1,5% dell’assunzione massima giornaliera raccomandata dall’OMS che corrisponde a 2 g di sodio per un adulto.
Tuttavia, a seconda della dose richiesta, il paziente può ricevere più di 1 flaconcino.
Popolazione pediatrica Quando si somministra Flebogamma DIF a pazienti pediatrici, si raccomanda di eseguire il monitoraggio dei parametri vitali del paziente.

Interazioni

Vaccini con virus vivi attenuati La somministrazione di immunoglobulina può compromettere per un periodo minimo di 6 settimane e un periodo massimo di 3 mesi l’efficacia di vaccini con virus vivi attenuati, quali morbillo, rosolia, parotite e varicella.
Dopo la somministrazione del prodotto, deve trascorrere un periodo di 3 mesi prima di sottoporsi a vaccinazione con virus vivi attenuati.
In caso di morbillo, tale compromissione può persistere fino ad 1 anno.
Pertanto è necessario controllare lo stato degli anticorpi nei pazienti che ricevono il vaccino contro il morbillo.
Diuretici dell’ansa Evitare l’uso concomitante di diuretici dell’ansa.
Popolazione pediatrica Si prevede che le stesse interazioni elencate per gli adulti possano presentarsi anche nei bambini.

Effetti indesiderati

Riassunto del profilo di sicurezza Le reazioni avverse causate dalle immunoglobuline umane normali (in ordine di frequenza decrescente) comprendono (vedere anche paragrafo 4.4): • brividi, cefalea, capogiri, febbre, vomito, reazioni allergiche, nausea, artralgia, ipotensione e moderata lombalgia • reazioni emolitiche reversibili, specialmente nei pazienti che possiedono gruppi sanguigni A, B, e AB e (raramente) anemia emolitica che richiede una trasfusione • (raramente) un brusco abbassamento della pressione arteriosa e, in casi isolati, shock anafilattico, anche quando il paziente non ha mostrato ipersensibilità ad una precedente somministrazione • (raramente) reazioni cutanee transitorie (compreso il lupus eritematoso cutaneo - frequenza non nota) • (molto raramente) reazioni tromboemboliche quali infarto del miocardio, ictus, embolia polmonare, trombosi venose profonde • casi di meningite asettica reversibile • casi di aumento del livello sierico di creatinina e/o comparsa di insufficienza renale acuta • casi di danno polmonare acuto associato alla trasfusione (TRALI) Per informazioni sulla sicurezza riguardo gli agenti trasmissibili, vedere il paragrafo 4.4.
Tabella degli eventi avversi La tabella presentata di seguito è in accordo alla Classificazione sistemica organica MedDRA (SOC e Preferred Term Level).
Le frequenze sono state determinate secondo la seguente convenzione: - molto comune (≥1/10) - comune (≥1/100, <1/10) - non comune (≥1/1.000, <1/100) - raro (≥1/10.000, <1/1.000) - molto raro (<1/10.000) - non nota (la frequenza non può essere definita sulla base dei dati disponibili) All’interno di ciascuna categoria di frequenza, gli effetti indesiderati sono elencati in ordine di gravità decrescente.
Fonte del database della sicurezza derivante da studi clinici e da studi sulla sicurezza successivi all’autorizzazione in un totale di 128 pazienti esposti a Flebogamma DIF 50 mg/mL (per un totale di 1318 infusioni)
Classificazione per sistemi e organi secondo MedDRA Reazione avversa Frequenza per paziente Frequenza per infusione
Infezioni ed infestazioni Nasofaringite Non comune Non comune
Disturbi del sistema immunitario Ipersensibilità Non comune Raro
Disturbi psichiatrici Comportamento anormale Non comune Raro
Patologie del sistema nervoso Cefalea Molto comune Comune
Capogiro Comune Non comune
Emicrania Non comune Raro
Patologie cardiache Tachicardia Comune Comune
Disturbo cardiovascolare Non comune Raro
Patologie vascolari Ipotensione diastolica, ipotensione Comune Comune
Ipertensione diastolica, ipertensione Non comune
Ipertensione sistolica Non comune Non comune
Fluttuazioni della pressione sanguigna, vampate Raro
Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche Bronchite, sibilo Comune Non comune
Tosse produttiva Non comune Non comune
Asma, tosse, dispnea, epistassi, fastidio nasale, dolore della laringe Raro
Patologie gastrointestinali Dolore alla parte superiore dell’addome, dolori addominali, diarrea, nausea, vomito Comune Non comune
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo Orticaria Comune Non comune
Prurito, rash con prurito Non comune Non comune
Dermatite da contatto, iperidrosi, eruzione cutanea Raro
Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo Dolore dorsale, artralgia, mialgia Comune Non comune
Spasmi muscolari, dolore al collo, dolore alle estremità Non comune Raro
Patologie renali e urinarie Ritenzione di urina Non comune Raro
Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione Piressia Molto comune Comune
Brividi, reazione nel sito d’iniezione, dolore, brividi febbrili Comune Non comune
Astenia, dolore toracico, eritema nel sito d’infusione, stravaso nel sito d’infusione, infiammazione nel sito d’infusione, dolore nel sito d’infusione, edema nel sito d’iniezione, dolore nel sito d’iniezione, prurito nel sito d’iniezione, gonfiore nel sito d’iniezione, edema periferico Non comune Raro
Esami diagnostici Aumento della pressione sistolica, aumento della temperatura corporea, test di Coombs positivo Comune Non comune
Diminuzione della pressione sistolica Non comune Non comune
Alanina aminotransferasi aumentata, aumento della pressione arteriosa Raro
Traumatismo, avvelenamento e complicazioni da procedura Reazione correlata a infusione Non comune Non comune
Problemi di prodotto Dislocazione di dispositivo Non comune Raro
Descrizione di reazioni avverse selezionate Le reazioni avverse post-marketing segnalate con maggiore frequenza da quando il medicinale è stato autorizzato per entrambe le concentrazioni sono state: dolore toracico, vampate, aumento e diminuzione della pressione arteriosa, malessere, dispnea, nausea, vomito, piressia, dolore dorsale, cefalea e brividi.
Popolazione pediatrica Sono stati valutati i risultati di sicurezza per i 29 pazienti pediatrici (quelli ≤ 17 anni) inclusi negli studi nella Sindrome da Immunodeficienza Primaria (PID).
È stato osservato che la percentuale di cefalea, piressia, tachicardia e ipotensione nei bambini è più elevata rispetto a quella rilevata negli adulti.
La valutazione dei parametri vitali negli studi clinici condotti nella popolazione pediatrica non ha indicato alcun pattern di alterazioni clinicamente rilevanti.
Segnalazione delle reazioni avverse sospette La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale.
Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione riportato nell’allegato V.

Gravidanza e allattamento

Gravidanza La sicurezza di questo medicinale non è stata stabilita per l’uso in gravidanza in studi clinici controllati e pertanto deve essere somministrato con cautela alle donne in gravidanza e alle madri che allattano al seno.
È stato dimostrato che le IVIg attraversano la placenta, in misura maggiore durante il terzo trimestre.
L’esperienza clinica con immunoglobuline suggerisce che non sono prevedibili effetti nocivi sul decorso della gravidanza o sul feto e il neonato.
Allattamento Le immunoglobuline sono escrete nel latte materno umano.
Non si ritiene che possano causare effetti negativi su neonati/lattanti.
Fertilità L’esperienza clinica con immunoglobuline suggerisce che non ci sono effetti dannosi sulla fertilità.

Conservazione

Non conservare a temperatura superiore a 30 °C.
Non congelare.

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Segnalazione degli effetti indesiderati
Se dovesse manifestarsi un qualsiasi effetto indesiderato, compresi quelli non elencati in questo foglio, è doveroso rivolgersi al proprio medico, ad uno specialista e/o al farmacista. La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Gli effetti indesiderati possono essere segnalati direttamente tramite il sistema nazionale di segnalazione all'indirizzo www.agenziafarmaco.it/it/responsabili. Segnalando gli effetti indesiderati si può contribuire a fornire maggiori informazioni sulla sicurezza di questo medicinale.