FARESTON 30CPR 60MG
30,82 €
Prezzo indicativo
Data ultimo aggiornamento: 01/10/2006
Trattamento ormonale di prima linea del carcinoma mammario metastatico ormone-dipendente, in pazienti in post-menopausa. Fareston non è raccomandato in pazienti affette da tumori con recettore per l’estrogeno negativo.
Ciascuna compressa contiene 60 mg di toremifene (come citrato). Eccipiente con effetti noti Una compressa contiene 28,5 mg di lattosio. Per l’elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1.
Controindicazioni
- - Una pregressa iperplasia dell’endometrio e una grave insufficienza epatica rappresentano controindicazioni all’impiego a lungo termine del toremifene.
- Ipersensibilità al principio attivo o ad uno qualsiasi degli eccipienti elencati al paragrafo 6.1.
- Sia nelle sperimentazioni precliniche che nell’uomo, a seguito dell’esposizione a toremifene, sono state osservate variazioni nell’elettrofisiologia cardiaca, sotto forma di prolungamento dell’intervallo QT.
Per ragioni di sicurezza, toremifene è quindi controindicato in pazienti con: - Prolungamento congenito o documentato prolungamento acquisito dell’intervallo QT - Squilibri elettrolitici, specialmente in caso di ipokaliemia non trattata - Bradicardia clinicamente rilevante - Insufficienza cardiaca clinicamente rilevante con ridotta emissione della frazione ventricolaresinistra - Precedente anamnesi di aritmia sintomatica.
Toremifene non deve essere usato in concomitanza ad altri farmaci che prolungano l’intervallo QT (vedere anche paragrafo 4.5). Posologia
- Posologia La dose raccomandata è di 60 mg al giorno.
Compromissione renale Non è necessario alcun aggiustamento della dose in pazienti con insufficienza renale.
Compromissione epatica Toremifene deve essere usato con cautela in pazienti con compromissione epatica (vedere paragrafo 5.2).
Popolazione pediatrica Non esiste alcuna indicazione per un uso specifico di Fareston nella popolazione pediatrica.
Modo di somministrazione Toremifene è somministrato per via orale.
Toremifene può essere assunto con o senza cibo. Avvertenze e precauzioni
- Prima dell’inizio del trattamento deve essere effettuata una visita ginecologica, prestando particolare attenzione a pre-esistenti anormalità dell’endometrio.
Successivamente la visita ginecologica deve essere ripetuta almeno una volta l’anno.
Le pazienti che presentano in aggiunta un rischio di tumore dell’endometrio, ad es.
pazienti ipertese o diabetiche, con elevato BMI (> 30) o trattate precedentemente con terapia ormonale sostitutiva, devono essere attentamente controllate (vedere anche paragrafo 4.8).
Sono state segnalate anemia, leucopenia e trombocitopenia.
Globuli rossi, leucociti o piastrine devono essere monitorati quando si usa Fareston.
Con toremifene sono stati riportati casi di danno epatico, tra cui aumento degli enzimi epatici (> 10 volte il limite superiore della norma), epatite ed ittero.
La maggior parte di questi casi si sono verificati durante i primi mesi di trattamento.
Il tipo di danno epatico è stato essenzialmente epatocellulare.
Pazienti con anamnesi positiva per grave malattia tromboembolica, in generale, non devono essere trattate con toremifene (vedere anche paragrafo 4.8).
Fareston ha mostrato di prolungare l’intervallo QTc nell’elettrocardiogramma di alcuni pazienti in modo dose-dipendente.
Le seguenti informazioni sul prolungamento del QT sono di particolare importanza (per le controindicazioni vedere paragrafo 4.3).
È stato condotto uno studio clinico con un disegno a 5 bracci paralleli (placebo, moxifloxacina 400 mg, toremifene 20 mg, 80 mg e 300 mg) in 250 pazienti maschi per caratterizzare gli effetti di toremifene sulla durata dell’intervallo QTc.
I risultati di questo studio evidenziano un chiaro effetto positivo di toremifene nel gruppo 80 mg con un prolungamento medio di 21-26 msec.
Per quanto riguarda il gruppo 20 mg, questo effetto è ugualmente significativo, in accordo alle linee guida ICH, con un limite superiore dell’intervallo di confidenza pari a 10-12 msec.
Questi risultati suggeriscono fortemente un importante effetto dose-dipendente.
Poiché le donne tendono ad avere un intervallo QTc più lungo al basale rispetto agli uomini, possono essere più sensibili a medicinali che prolungano il QTc.
Anche i pazienti anziani possono essere più sensibili agli effetti legati ai farmaci sull’intervallo QT.
Fareston deve essere usato con cautela in pazienti con condizioni di proaritmia in corso (soprattutto pazienti anziani) come ischemia acuta del miocardio o prolungamento del QT, in quanto possono portare ad un aumentato rischio di aritmie ventricolari (compresa la sindrome da Torsade de pointes) e arresto cardiaco (vedere anche paragrafo 4.3).
Se durante il trattamento con Fareston si verificassero segni o sintomi che potrebbero essere associati ad aritmia cardiaca, il trattamento deve essere interrotto e deve essere effettuato un ECG.
Fareston non deve essere usato se l’intervallo QTc è > 500 msec.
Pazienti con insufficienza cardiaca non compensata o affette da angina pectoris grave devono essere attentamente controllate.
All’inizio del trattamento con toremifene può insorgere ipercalcemia in pazienti con metastasi ossee che, pertanto, devono essere attentamente controllate.
Non sono disponibili dati sistematici in pazienti con diabete instabile, in pazienti con condizioni generali gravemente compromesse o in pazienti con insufficienza cardiaca.
Fareston compresse contiene lattosio (28,5 mg/compressa).
Le pazienti con rari problemi ereditari di intolleranza al galattosio, con deficit di Lapp lattasi o con malassorbimento di lattosio-galattosio, non devono assumere questo farmaco. Interazioni
- Non si può escludere un effetto additivo sul prolungamento dell’intervallo QT fra Fareston ed i seguenti altri medicinali che possono prolungare l’intervallo QTc.
Ciò potrebbe portare ad un aumentato rischio di aritmie ventricolari, compresa la sindrome da Torsade de pointes.
Per questo motivo la somministrazione concomitante di Fareston con uno dei seguenti medicinali è controindicata (vedere anche paragrafo 4.3): - antiaritmici di classe IA (p.
es.
chinidina, idrochinidina, disopiramide) o - antiaritmici di classe III (p.
es.
amiodarone, sotalolo, dofetilide, ibutilide), - neurolettici (p.
es.
fenotiazine, pimozide, sertindolo, aloperidolo, sultopride), - alcuni agenti antimicrobici (moxifloxacina, eritromicina e.v., pentamidina, antimalarici, in particolare alofantrina), - alcuni antistaminici (terfenadina, astemizolo, mizolastina), - altri (cisapride, vincamina e.v., bepridil, difemanil).
I farmaci che riducono l’escrezione renale di calcio, ad es.
i diuretici tiazidici, possono aumentare il rischio di ipercalcemia.
Gli induttori enzimatici, quali il fenobarbital, la fenitoina e la carbamazepina, possono aumentare il metabolismo del toremifene riducendone così la concentrazione sierica allo steady-state.
In casi di questo genere può essere necessario raddoppiare la dose giornaliera.
Esiste una nota interazione tra antiestrogeni e anticoagulanti tipo warfarin, la quale induce un importante aumento del tempo di sanguinamento.
Pertanto la somministrazione contemporanea di toremifene con i suddetti farmaci deve essere evitata.
Il metabolismo del toremifene viene teoricamente inibito da farmaci inibitori del sistema enzimatico CYP 3A, indicato come responsabile delle principali vie metaboliche del toremifene stesso.
Esempi di questi farmaci sono gli antifungini imidazolici (ketoconazolo); altri agenti antifungini (itraconazolo, voriconazolo, posaconazolo); inibitori delle proteasi (ritonavir, nelfinavir), macrolidi (claritromicina, eritromicina, telitromicina).
L’uso concomitante di questi farmaci con il toremifene deve essere valutato con attenzione. Effetti indesiderati
- Le reazioni avverse più frequenti sono vampate di calore, sudorazione, sanguinamento uterino, leucorrea, affaticamento, nausea, eruzione cutanea, prurito, capogiri e depressione.
Le reazioni sono in genere di carattere lieve e per la maggior parte dovute all’azione ormonale del toremifene.
Le frequenze delle reazioni avverse sono classificate come segue: Molto comune (≥ 1/10) Comune (≥ 1/100, < 1/10) Non comune (≥ 1/1.000, < 1/100) Raro (≥ 1/10.000, < 1/1.000) Molto raro (< 1/10.000), non nota (la frequenza non può essere definita sulla base dei dati disponibili).
Gli eventi tromboembolici includono trombosi venosa profonda, tromboflebite ed embolia polmonare (vedere anche paragrafo 4.4).Classificazione per sistemi e organi Molto comune Comune Non comune Raro Molto raro Non nota Tumori benigni, maligni e non specificati (cisti e polipi compresi) tumore dell’endometrio Patologie del sistema emolinfopoietico Trombocitopenia, anemia e leucopenia Disturbi del metabolismo e della nutrizione perdita di appetito Disturbi psichiatrici depressione insonnia Patologie del sistema nervoso capogiri cefalea Patologie dell’occhio opacità corneale transitoria Patologie dell’orecchio e del labirinto vertigini Patologie vascolari vampate di calore eventi tromboembolici Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche dispnea Patologie gastrointestinali nausea, vomito costipazione Patologie epatobiliari aumento delle transaminasi ittero epatite steatosi epatica Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo sudorazione eruzione cutanea, prurito alopecia Patologie dell’apparato riproduttivo e della mammella sanguiname nto uterino, leucorrea ipertrofia endometriale polipi endometriali iperplasia endometriale Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione affaticamento, edema aumento di peso
La terapia con il toremifene è stata associata a variazioni dei livelli degli enzimi epatici (aumento delle transaminasi) e, in occasioni molto rare, a più gravi anormalità della funzionalità epatica (ittero).
In pazienti con metastasi ossee sono stati riportati alcuni casi di ipercalcemia all’inizio della terapia con il toremifene.
Durante il trattamento può svilupparsi ipertrofia endometriale a causa del parziale effetto estrogenico del toremifene.
Esiste un rischio di aumento di alterazioni dell’endometrio che includono iperplasia, polipi e tumore.
Ciò può essere dovuto al sottostante meccanismo/stimolazione estrogenica (vedere anche paragrafo 4.4).
Fareston aumenta l’intervallo QT in modo dose-dipendente (vedere anche paragrafo 4.4).
Segnalazione delle reazioni avverse sospette La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale.
Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione riportato nell’Allegato V. Gravidanza e allattamento
- Gravidanza Non vi sono dati adeguati provenienti dall’uso del toremifene in donne in gravidanza.
Gli studi condotti su animali hanno evidenziato una tossicità riproduttiva (vedere paragrafo 5.3).
Il rischio potenziale per gli esseri umani non è noto.
Fareston non deve essere usato durante la gravidanza.
Allattamento Nei ratti, nel corso dell’allattamento è stata osservata una diminuzione dell’incremento del peso corporeo della prole.
Fareston non deve essere usato durante l’allattamento.
Fertilità L’uso del toremifene è raccomandato nelle pazienti in post-menopausa. Conservazione
- Questo medicinale non richiede alcuna condizione particolare di conservazione.
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Segnalazione degli effetti indesiderati
Se dovesse manifestarsi un qualsiasi effetto indesiderato, compresi quelli non elencati in questo foglio, è doveroso rivolgersi al proprio medico, ad uno specialista e/o al farmacista. La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Gli effetti indesiderati possono essere segnalati direttamente tramite il sistema nazionale di segnalazione all'indirizzo www.agenziafarmaco.it/it/responsabili. Segnalando gli effetti indesiderati si può contribuire a fornire maggiori informazioni sulla sicurezza di questo medicinale.