EVENITY SC 2PEN 105MG 90MG/ML

1.051,82 €

Prezzo indicativo

Principio attivo: ROMOSOZUMAB
  • ATC: M05BX06
  • Descrizione tipo ricetta: RRL - LIMITATIVA RIPETIBILE
  • Presenza Glutine:
  • Presenza Lattosio:

Data ultimo aggiornamento: 30/08/2022

EVENITY è indicato per il trattamento dell’osteoporosi severa in donne in post-menopausa ad alto rischio di frattura (vedere paragrafo 5.1).
EVENITY 105 mg soluzione iniettabile in penna preriempitaOgni penna preriempita contiene 105 mg di romosozumab in 1,17 ml di soluzione (90 mg/ml). EVENITY 105 mg soluzione iniettabile in siringa preriempita Ogni siringa preriempita contiene 105 mg di romosozumab in 1,17 ml di soluzione (90 mg/ml). Romosozumab è un anticorpo monoclonale IgG2 umanizzato prodotto mediante tecnologia del DNA ricombinante in cellule ovariche di criceto cinese (CHO). Eccipienti con effetto noto Ogni penna preriempita e ogni siringa preriempita contiene 0,07 mg di polisorbato 20. Per l’elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1.

Controindicazioni

- Ipersensibilità al principio attivo o ad uno qualsiasi degli eccipienti elencati al paragrafo 6.1 (vedere paragrafo 4.4); - Ipocalcemia (vedere paragrafo 4.4); - Anamnesi di infarto miocardico o ictus (vedere paragrafo 4.4).

Posologia

Il trattamento deve essere iniziato e monitorato da medici specialisti con esperienza nella gestione dell’osteoporosi.
Posologia La dose raccomandata è di 210 mg di romosozumab (somministrati come due iniezioni sottocutanee da 105 mg ciascuna) una volta al mese per 12 mesi.
Le pazienti devono assumere un’adeguata integrazione di calcio e vitamina D prima e durante il trattamento (vedere paragrafi 4.3 e 4.4).
Alle pazienti in trattamento con EVENITY deve essere fornito il foglio illustrativo e la scheda di allerta per la paziente.
Una volta completata la terapia con romosozumab, si raccomanda il passaggio ad una terapia con farmaci anti-riassorbitivi al fine di prolungare il beneficio ottenuto con romosozumab oltre i 12 mesi.
Dosi dimenticate Se la dose di romosozumab viene dimenticata, deve essere somministrata non appena possibile.
In seguito, la dose successiva di romosozumab non deve essere somministrata prima di un mese dopo l’ultima dose.
Popolazioni speciali Anziani Nelle pazienti anziane non è necessario alcun aggiustamento della dose (vedere anche paragrafo 5.2).
Compromissione renale Per le pazienti con compromissione renale non è richiesto alcun aggiustamento della dose (vedere paragrafo 5.2).
Nelle pazienti con compromissione renale severa o sottoposte a dialisi occorre monitorare i livelli sierici di calcio (vedere paragrafo 4.4).
Compromissione epatica Non sono state condotte sperimentazioni cliniche per valutare l’effetto della compromissione epatica (vedere paragrafo 5.2).
Popolazione pediatrica La sicurezza e l’efficacia di romosozumab nelle pazienti pediatriche (età <18 anni) non sono state ancora stabilite.
Non ci sono dati disponibili.
Modo di somministrazione Uso sottocutaneo.
Per somministrare la dose di 210 mg, devono essere effettuate 2 iniezioni sottocutanee di romosozumab nell’addome, nella coscia o nella parte superiore del braccio.
La seconda iniezione deve essere effettuata immediatamente dopo la prima, ma in una diversa sede di iniezione.
La somministrazione deve essere effettuata da una persona che sia stata addestrata sulle tecniche di iniezione.
Per le istruzioni sulla manipolazione e lo smaltimento, vedere paragrafo 6.6.

Avvertenze e precauzioni

Infarto miocardico e ictus Negli studi randomizzati controllati, è stato osservato un aumento degli eventi cardiovascolari gravi (infarto miocardico e ictus) in pazienti trattate con romosozumab rispetto ai controlli (vedere paragrafo 4.8).
Romosozumab è controindicato in pazienti con pregresso infarto miocardico o ictus (vedere paragrafo 4.3).
Nel decidere se utilizzare romosozumab, è opportuno prendere in considerazione per ciascuna singola paziente il suo rischio di frattura nel corso dell’anno successivo e i suoi fattori di rischio cardiovascolare (ad es.
accertata patologia cardiovascolare, ipertensione, iperlipidemia, diabete mellito, tabagismo, insufficienza renale severa, età).
È opportuno che romosozumab venga utilizzato quando il prescrittore e la paziente convengono che il beneficio è superiore al rischio.
Se una paziente manifesta infarto miocardico o ictus durante la terapia, il trattamento con romosozumab deve essere interrotto.
Ipocalcemia In pazienti trattate con romosozumab sono stati riscontrati casi di ipocalcemia transitoria.
L’ipocalcemia deve essere corretta prima di iniziare la terapia con romosozumab e le pazienti devono essere monitorate per lo sviluppo di segni e sintomi di ipocalcemia.
Se una paziente presenta sintomi sospetti di ipocalcemia durante il trattamento (vedere paragrafo 4.8), occorre valutare i livelli di calcio.
Le pazienti devono assumere un’adeguata integrazione di calcio e vitamina D (vedere paragrafi 4.3 e 4.8).
Le pazienti con compromissione renale severa (velocità di filtrazione glomerulare stimata [eGFR] 15- 29 ml/min/1,73 m²) o sottoposte a dialisi sono a maggior rischio di sviluppare ipocalcemia ed i dati di sicurezza per queste pazienti sono limitati.
In queste pazienti, i livelli di calcio devono essere monitorati.
Ipersensibilità Negli studi clinici, nel gruppo romosozumab si sono verificate reazioni di ipersensibilità clinicamente significative, compresi angioedema, eritema multiforme e orticaria.
Qualora si verifichi una reazione anafilattica o un’altra reazione allergica clinicamente significativa, deve essere iniziata l’opportuna terapia e deve essere interrotto l’uso di romosozumab (vedere paragrafi 4.3 e 4.8).
Osteonecrosi della mascella/mandibola L’osteonecrosi della mascella/mandibola (ONJ) è stata riportata raramente nelle pazienti trattate con romosozumab.
I seguenti fattori di rischio devono essere considerati quando si valuta il rischio di una paziente di sviluppare ONJ: - la potenza del medicinale che inibisce il riassorbimento osseo (il rischio aumenta con la potenza anti-riassorbitiva del composto) e la dose cumulativa della terapia anti-riassorbitiva stessa; - tumore, condizioni di comorbilità (es.
anemia, coagulopatie, infezione), fumo; - terapie concomitanti: corticosteroidi, chemioterapia, inibitori dell’angiogenesi, radioterapia della regione testa-collo; - scarsa igiene orale, malattia parodontale, protesi dentarie non inserite correttamente, anamnesi di malattia dentaria, procedure dentarie invasive, es.
estrazioni dentarie.
Tutte le pazienti devono essere incoraggiate a mantenere una buona igiene orale, a sottoporsi a controlli dentali periodici e segnalare immediatamente qualsiasi sintomo a livello orale come mobilità dentale, dolore o gonfiore o la mancata guarigione di ulcere o perdite durante il trattamento con romosozumab.
Le pazienti che si sospetta presentino ONJ o che sviluppano ONJ mentre assumono romosozumab devono ricorrere alle cure di un dentista o rivolgersi a un chirurgo del cavo orale esperto di ONJ.
È necessario valutare l’interruzione della terapia con romosozumab fino a quando la condizione non si sarà risolta e i fattori di rischio che hanno contribuito al suo insorgere saranno stati mitigati, ove possibile.
Fratture atipiche del femore In pazienti trattate con romosozumab è stata riportata raramente la frattura atipica a bassa energia o da trauma lieve della diafisi femorale, che può verificarsi spontaneamente.
Per qualsiasi paziente che manifesti dolore di nuova insorgenza o insolito a livello della coscia, dell’anca o dell’inguine bisogna sospettare una possibile frattura atipica e la paziente deve essere valutata per escludere una frattura femorale incompleta.
Le pazienti che presentano una frattura femorale atipica devono essere valutate anche per eventuali segni e sintomi di frattura nell’arto controlaterale.
Deve essere considerata l’interruzione della terapia con romosozumab, in base a una valutazione individuale del rapporto beneficio/rischio.
Eccipienti Questo medicinale contiene 0,070 mg di polisorbato 20 in ogni penna preriempita e in ogni siringa preriempita.
I polisorbati possono causare reazioni allergiche.
Questo medicinale contiene meno di 1 mmol (23 mg) di sodio per dose, cioè essenzialmente ‘senza sodio’.

Interazioni

Non sono stati effettuati studi d’interazione farmacologica con romosozumab.
Non si prevedono interazioni farmacocinetiche con romosozumab.

Effetti indesiderati

Riassunto del profilo di sicurezza Le reazioni avverse più comuni erano rinofaringite (13,6%) e artralgia (12,4%).
Reazioni correlate a ipersensibilità si sono verificate nel 6,7% delle pazienti trattate con romosozumab.
L’ipocalcemia è stata riportata raramente (0,4% delle pazienti trattate con romosozumab).
In studi randomizzati controllati, è stato osservato un aumento degli eventi cardiovascolari seri (infarto miocardico e ictus) nelle pazienti trattate con romosozumab rispetto ai controlli (vedere paragrafo 4.4 e le informazioni di seguito).
Tabella delle reazioni avverse Per la classificazione delle reazioni avverse è stata utilizzata la seguente convenzione: molto comune (≥ 1/10), comune (≥ 1/100, < 1/10), non comune (≥ 1/1.000, < 1/100), raro (≥ 1/10.000, < 1/1.000) e molto raro (< 1/10.000).
All’interno di ciascuna categoria di frequenza e ciascuna classificazione per sistemi e organi, le reazioni avverse sono riportate in ordine decrescente di gravità.
Classificazione per sistemi e organi secondo MedDRA Reazione avversa Categoria di frequenza
Infezioni ed infestazioni Rinofaringite Molto comune
Sinusite Comune
Disturbi del sistema immunitario Ipersensibilitàa Comune
Eruzione cutanea Comune
Dermatite Comune
Orticaria Non comune
Angioedema Raro
Eritema multiforme Raro
Disturbi del metabolismo e della nutrizione Ipocalcemiab Non comune
Patologie del sistema nervoso Cefalea Comune
Ictusc Non comune
Patologie dell'occhio Cataratta Non comune
Patologie cardiache Infarto miocardicoc Non comune
Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo Artralgia Molto comune
Dolore al collo Comune
Spasmi muscolari Comune
Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione Reazioni in sede di iniezioned Comune
a Vedere paragrafi 4.3 e 4.4.
b Definita come livello sierico di calcio corretto per l’albumina che era al di sotto del limite inferiore della norma.
Vedere paragrafi 4.3 e 4.4.
c Vedere paragrafo “Infarto miocardico e ictus” di seguito.
d Le reazioni più frequenti in sede di iniezione erano dolore ed eritema.
Descrizione di reazioni avverse selezionate Immunogenicità Nelle donne in post-menopausa trattate con dosi mensili di romosozumab, l’incidenza di anticorpi anti-romosozumab era del 18,6% (1.162 su 6.244) per gli anticorpi leganti e dello 0,9% (58 su 6.244) per gli anticorpi neutralizzanti.
I primi anticorpi anti-romosozumab sono comparsi 3 mesi dopo la prima somministrazione.
Nella maggior parte dei casi, le risposte anticorpali erano transitorie.
La presenza di anticorpi leganti anti-romosozumab ha ridotto l’esposizione a romosozumab fino al 25%.
In presenza di anticorpi anti-romosozumab non è stato riscontrato alcun impatto sull’efficacia di romosozumab.
Un numero limitato di dati sulla sicurezza indica che l’incidenza delle reazioni in sede di iniezione è risultata numericamente maggiore in pazienti donne con anticorpi neutralizzanti.
Infarto miocardico, ictus e mortalità Nella sperimentazione su romosozumab verso controllo attivo per il trattamento dell’osteoporosi severa in donne in post-menopausa, durante il trattamento di 12 mesi in doppio cieco, 16 donne (0,8%) hanno avuto un infarto miocardico nel braccio romosozumab rispetto a 5 donne (0,2%) nel braccio alendronato e 13 (0,6%) hanno avuto un ictus nel braccio romosozumab rispetto a 7 (0,3%) nel braccio alendronato.
Questi eventi si sono manifestati in pazienti con e senza anamnesi di infarto miocardico o ictus.
La morte cardiovascolare è stata registrata in 17 donne (0,8%) nel gruppo romosozumab e in 12 (0,6%) donne nel gruppo alendronato.
Il numero di donne con eventi avversi cardiaci maggiori (MACE = morte cardiovascolare confermata positivamente, infarto miocardico o ictus) era 41 (2,0%) nel gruppo romosozumab e 22 (1,1%) nel gruppo alendronato, con un rapporto di rischio (Hazard Ratio, HR) di 1,87 (intervallo di confidenza al 95% [1,11; 3,14]) per romosozumab rispetto ad alendronato.
La mortalità per qualsiasi causa si è registrata in 30 donne (1,5%) nel gruppo romosozumab e 22 donne (1,1%) nel gruppo alendronato.
Nella sperimentazione su romosozumab verso placebo per il trattamento dell’osteoporosi in donne in post-menopausa (incluse le donne con osteoporosi severa e meno severa), durante il trattamento di 12 mesi in doppio cieco, non vi era alcuna differenza nei MACE confermati positivamente; 30 (0,8%) si sono manifestati nel gruppo romosozumab e 29 (0,8%) nel gruppo placebo.
La mortalità per qualsiasi causa si è registrata in 29 donne (0,8%) nel gruppo romosozumab e 24 donne (0,7%) nel gruppo placebo.
Segnalazione delle reazioni avverse sospette La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale.
Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione riportato nell’Allegato V.

Gravidanza e allattamento

Gravidanza Romosozumab non è indicato nelle donne in età fertile o in gravidanza.
Non vi sono dati sull’uso di romosozumab nelle donne in gravidanza.
In un unico studio su romosozumab nei ratti (vedere paragrafo 5.3) è stata osservata una bassa incidenza di malformazioni scheletriche (fra cui sindattilia e polidattilia) (vedere paragrafo 5.3).
Il rischio di malformazioni delle dita nella fase di sviluppo del feto umano in seguito all’esposizione a romosozumab è basso, in quanto nell’uomo la formazione delle dita avviene nel primo trimestre, periodo durante il quale il trasferimento placentare delle immunoglobuline è limitato.
Allattamento Non è indicato l’uso di romosozumab nelle donne durante l’allattamento al seno.
Non sono disponibili dati sull’escrezione di romosozumab nel latte materno.
È noto che le IgG umane vengono escrete nel latte materno nei primissimi giorni dopo il parto, riducendosi in basse concentrazioni subito dopo; di conseguenza, in questo breve periodo, non si può escludere un rischio per il neonato allattato al seno.
Fertilità Non sono disponibili dati sull’effetto di romosozumab sulla fertilità umana.
Studi sugli animali condotti su maschi e femmine di ratto non hanno mostrato alcun effetto sugli endpoint di fertilità (vedere paragrafo 5.3).

Conservazione

Conservare in frigorifero (2 °C - 8 °C).
Non congelare.
Tenere la siringa preriempita o la penna preriempita nell’imballaggio esterno per proteggere il medicinale dalla luce.

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Segnalazione degli effetti indesiderati
Se dovesse manifestarsi un qualsiasi effetto indesiderato, compresi quelli non elencati in questo foglio, è doveroso rivolgersi al proprio medico, ad uno specialista e/o al farmacista. La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Gli effetti indesiderati possono essere segnalati direttamente tramite il sistema nazionale di segnalazione all'indirizzo www.agenziafarmaco.it/it/responsabili. Segnalando gli effetti indesiderati si può contribuire a fornire maggiori informazioni sulla sicurezza di questo medicinale.