ESLICARBAZEPINA AU 30CPR 800MG
61,01 €
Prezzo indicativo
Data ultimo aggiornamento: 01/12/2023
Eslicarbazepina acetato Aurobindo è indicato come: • monoterapia nel trattamento delle crisi epilettiche a esordio parziale, con o senza generalizzazione secondaria, negli adulti con epilessia di nuova diagnosi; • terapia aggiuntiva negli adulti, negli adolescenti e nei bambini di età superiore ai 6 anni con crisi epilettiche ad esordio parziale, con o senza generalizzazione secondaria.
Ogni compressa contiene 800 mg di eslicarbazepina acetato. Per l’elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1.
Controindicazioni
- Ipersensibilità al principio attivo, ad altri derivati della carbossammide (es.
carbamazepina, oxcarbazepina) o ad uno qualsiasi degli eccipienti elencati al paragrafo 6.1; Blocco atrioventricolare (AV) di secondo o terzo grado. Posologia
- Posologia Adulti Eslicarbazepina acetato può essere assunto come monoterapia o in aggiunta ad una terapia anticonvulsiva in corso.
La dose iniziale raccomandata è 400 mg al giorno, da aumentare a 800 mg una volta al giorno dopo una o due settimane.
In base alla risposta individuale si può aumentare la dose fino a 1.200 mg una volta al giorno.
Alcuni pazienti in regime di monoterapia possono beneficiare di una dose di 1.600 mg una volta al giorno (vedere paragrafo 5.1).
Popolazioni speciali Anziani (oltre i 65 anni di età) Non è necessario alcun aggiustamento della dose nella popolazione anziana, a condizione che la funzione renale non sia alterata.
A causa dei dati molto limitati sul regime di monoterapia con 1.600 mg negli anziani, tale dose non è raccomandata in questa popolazione.
Compromissione renale Procedere con cautela nel trattamento dei pazienti, adulti e bambini di età superiore ai 6 anni, con compromissione renale, aggiustando la dose in base alla clearance della creatinina (ClCr) come segue: - ClCr > 60 mL/min: non sono necessari aggiustamenti di dose.
- ClCr 30-60 mL/min: dose iniziale di 200 mg (o 5 mg/kg nei bambini di età superiore ai 6 anni) una volta al giorno o 400 mg (o 10 mg/kg nei bambini di età superiore ai 6 anni) a giorni alterni per 2 settimane, seguita dalla somministrazione giornaliera di 400 mg (o 10 mg/kg nei bambini di età superiore ai 6 anni).
È possibile, tuttavia, incrementare la dose in base alla risposta individuale.
- ClCr < 30 mL/min: non disponendo di dati sufficienti non è raccomandato l’uso nei pazienti con compromissione renale severa.
Compromissione epatica Nei pazienti con compromissione epatica da lieve a moderata non sono necessari aggiustamenti di dose.
La farmacocinetica di eslicarbazepina acetato non è stata valutata nei pazienti con compromissione epatica severa (vedere paragrafi 4.4 e 5.2), per cui non è raccomandato l’uso in questi pazienti.
Popolazione pediatrica Bambini di età superiore ai 6 anni La dose iniziale raccomandata è di 10 mg/kg/die una volta al giorno.
La dose deve essere aumentata con incrementi settimanali o bisettimanali di 10 mg/kg/die fino a 30 mg/kg/die, in base alla risposta individuale.
La dose massima è di 1.200 mg una volta al giorno (vedere paragrafo 5.1).
Bambini con peso corporeo ≥ 60 kg I bambini con peso corporeo pari o superiore a 60 kg devono ricevere la stessa dose degli adulti.
La sicurezza e l’efficacia di eslicarbazepina acetato nei bambini di età pari o inferiore ai 6 anni non sono state ancora stabilite.
I dati al momento disponibili sono riportati nei paragrafi 4.8, 5.1 e 5.2, ma non può essere fatta alcuna raccomandazione riguardante la posologia.
Modo di somministrazione Uso orale.
Eslicarbazepina acetato può essere assunto con o senza cibo.
Per i pazienti impossibilitati a deglutire le compresse intere, le compresse possono essere frantumate e mescolate ad acqua o alimenti molli, come purea di mele, immediatamente prima dell’uso e somministrate per via orale.
Per i dosaggi che non possono essere raggiunti con Eslicarbazepina acetato Aurobindo, sono disponibili medicinali a base di eslicarbazepina acetato con altri dosaggi. Avvertenze e precauzioni
- Ideazione suicidaria Ideazione e comportamento suicidari sono stati riportati in pazienti trattati con principi attivi antiepilettici in diverse indicazioni.
Inoltre, una metanalisi di studi randomizzati e controllati con placebo su medicinali antiepilettici ha mostrato un piccolo incremento del rischio di ideazione e comportamento suicidari.
Il meccanismo alla base di tale rischio non è noto e i dati disponibili non escludono la possibilità di un rischio aumentato per eslicarbazepina acetato.
Pertanto, i pazienti devono essere tenuti sotto controllo allo scopo di individuare eventuali segni di ideazione e comportamento suicidari così da prendere in considerazione un trattamento appropriato.
Si devono avvertire i pazienti (e coloro che li assistono) di consultare un medico qualora comparissero segni di ideazione o comportamento suicidari.
Disturbi del sistema nervoso Eslicarbazepina acetato è stato associato ad alcune reazioni avverse a carico del sistema nervoso centrale, come capogiro e sonnolenza, che possono aumentare l’incidenza di lesioni accidentali.
Altre avvertenze e precauzioni Qualora sia necessario interrompere l’uso di eslicarbazepina acetato, si raccomanda di sospenderlo in modo graduale per contenere il più possibile il potenziale incremento della frequenza delle crisi epilettiche.
Reazioni cutanee Una eruzione cutanea si è sviluppata come reazione avversa nell’1,2% di tutta la popolazione trattata con eslicarbazepina acetato negli studi clinici in pazienti epilettici.
Nei pazienti che assumevano eslicarbazepina acetato sono stati segnalati casi di orticaria e angioedema.
Nel contesto di una reazione di ipersensibilità/ anafilattica associata a edema laringeo, l’angioedema può essere fatale.
Se compaiono segni o sintomi di ipersensibilità si deve sospendere immediatamente eslicarbazepina acetato e avviare un trattamento alternativo.
Nell’esperienza post-marketing del trattamento con eslicarbazepina acetato sono state segnalate reazioni avverse cutanee severe (severe cutaneous adverse reactions, SCAR), incluse la sindrome di Stevens-Johnson (SSJ)/necrolisi epidermica tossica (NET) e la reazione al farmaco con eosinofilia e sintomi sistemici (drug reaction with eosinophila and systemic symptoms, DRESS), che possono essere fatali o potenzialmente fatali.
Al momento della prescrizione, i pazienti devono essere avvisati dei segni e dei sintomi e strettamente monitorati in merito alle reazioni cutanee.
Se compaiono segni e sintomi indicativi di queste reazioni, si deve interrompere immediatamente la somministrazione di eslicarbazepina acetato e prendere in considerazione un trattamento alternativo (ove opportuno).
Nei pazienti che manifestano tali reazioni, il trattamento con eslicarbazepina acetato non deve essere ripreso in alcun momento.
Allele HLA-B*1502 nella popolazione cinese Han, tailandese e in altre popolazioni asiatiche È stata dimostrata una stretta associazione tra la presenza di HLA-B*1502 nei soggetti di origine cinese Han e tailandese e il rischio di sviluppare reazioni cutanee severe conosciute come sindrome di Stevens-Johnson (SSJ) durante il trattamento con carbamazepina.
La struttura chimica di eslicarbazepina acetato è simile a quella di carbamazepina ed è possibile che i pazienti positivi per HLA-B*1502 possano anche essere esposti al rischio di sviluppare una SSJ dopo il trattamento con eslicarbazepina acetato.
La prevalenza del carrier di HLA-B*1502 è circa del 10% nelle popolazioni cinese Han e tailandese.
Laddove possibile, questi soggetti devono essere valutati per la presenza di questo allele prima di iniziare il trattamento con carbamazepina o principi attivi chimicamente correlati.
Se i pazienti di queste origini etniche risultano positivi per l’allele HLAB*1502, l’uso di eslicarbazepina acetato può essere preso in considerazione se si ritiene che i benefici superino i rischi.
Data la prevalenza di questo allele in altre popolazioni asiatiche (ad es.
superiore al 15% nelle Filippine e in Malesia), si può prendere in considerazione il ricorso a test genetici nelle popolazioni a rischio per la presenza di HLA-B*1502.
Allele HLA-A*3101 in popolazioni di discendenza europea e giapponese Alcuni dati suggeriscono che HLA-A*3101 sia associato ad un rischio aumentato di reazioni cutanee avverse indotte da carbamazepina tra cui sindrome di Stevens-Johnson (SSJ), necrolisi epidermica tossica (NET), rash da farmaco con eosinofilia (sindrome DRESS) o pustolosi esantematosa generalizzata acuta (AGEP) meno severa e rash maculopapulare nei soggetti di discendenza europea e giapponese.
La frequenza dell’allele HLA-A*3101 varia ampiamente da una popolazione etnica all’altra.
L’allele HLAA*3101 ha una prevalenza dal 2 al 5% nelle popolazioni europee e circa del 10% nella popolazione giapponese.
La presenza dell’allele HLA-A*3101 può aumentare il rischio di reazioni cutanee indotte da carbamazepina (generalmente le meno severe) dal 5,0% nella popolazione generale al 26,0% tra i soggetti di origine europea, mentre la sua assenza può ridurre il rischio dal 5,0% al 3,8%.
Non si dispone di dati sufficienti a supporto di una raccomandazione dello screening per HLA-A*3101 prima di iniziare un trattamento con carbamazepina o composti chimicamente correlati.
Nel caso in cui, in pazienti di origine europea o giapponese, sia nota la positività per l’allele HLA-A*3101, l’utilizzo di carbamazepina o composti chimicamente correlati può essere preso in considerazione se si ritiene che i benefici superino i rischi.
Iponatriemia Nell’1,5% dei pazienti trattati con eslicarbazepina acetato, è stata riportata iponatriemia come reazione avversa.
Nella maggior parte dei casi l’iponatriemia è asintomatica, tuttavia può essere accompagnata da sintomi clinici come peggioramento delle crisi epilettiche, confusione, riduzione del livello di coscienza.
La frequenza dell’iponatriemia è aumentata con l’aumentare della dose di eslicarbazepina acetato.
Nei pazienti con preesistente nefropatia che induca iponatriemia, o in pazienti in trattamento concomitante con medicinali che possono essi stessi indurre iponatriemia (es.
diuretici, desmopressina, carbamazepina), si devono controllare i livelli di sodiemia sierica prima e durante il trattamento con eslicarbazepina acetato.
Inoltre, gli stessi livelli devono essere valutati qualora insorgano i segni clinici dell’iponatriemia.
Negli altri casi, i livelli di sodiemia devono essere controllati nell’ambito degli esami di laboratorio di routine.
Qualora si sviluppi un’iponatriemia clinicamente rilevante, è necessario sospendere eslicarbazepina acetato.
Intervallo PR Negli studi clinici con eslicarbazepina acetato sono stati osservati allungamenti dell’intervallo PR.
Si deve usare cautela nei pazienti con condizioni cliniche (es.
bassi livelli di tiroxina, anomalie della conduzione cardiaca) o che assumono medicinali concomitanti, di cui sia nota l’associazione con l’allungamento dell’intervallo PR.
Compromissione renale Si deve usare cautela nel trattamento dei pazienti con compromissione renale, regolando la dose in base alla clearance della creatinina (vedere paragrafo 4.2).
Non disponendo di dati sufficienti, non è raccomandato l’uso nei pazienti con CLCr < 30 mL/min.
Compromissione epatica Poiché i dati clinici nei pazienti con compromissione epatica lieve o moderata sono limitati e mancano i dati clinici e di farmacocinetica nei pazienti con compromissione epatica severa, eslicarbazepina acetato deve essere usato con cautela nei pazienti con compromissione epatica lieve o moderata, mentre non è raccomandato l’uso nei pazienti con compromissione epatica severa.
Eccipienti Sodio: Questo medicinale contiene meno di 1 mmol (23 mg) di sodio per compressa, cioè è essenzialmente ‘senza sodio’. Interazioni
- Sono stati effettuati studi d’interazione solo negli adulti.
Eslicarbazepina acetato viene convertito in larga parte in eslicarbazepina, eliminata principalmente attraverso la glucuronidazione.
In vitro, eslicarbazepina è un induttore debole del CYP3A4 e della UDP-glucuronil transferasi.
In vivo, eslicarbazepina ha mostrato un effetto inducente sul metabolismo dei medicinali eliminati prevalentemente dopo essere stati metabolizzati per mezzo del CYP3A4 (es.
simvastatina).
Pertanto, può essere necessario un aumento della dose dei medicinali metabolizzati principalmente per mezzo del CYP3A4, se usati in concomitanza con eslicarbazepina acetato.
Eslicarbazepina in vivo può avere un effetto inducente sul metabolismo di medicinali eliminati prevalentemente per mezzo di coniugazione tramite la UDP-glucuronil transferasi.
Quando si inizia o si interrompe il trattamento con eslicarbazepina acetato, o quando si modifica la dose, possono essere necessarie 2 o 3 settimane per raggiungere il nuovo livello di attività enzimatica.
Si deve tenere conto di questo ritardo di tempo quando si utilizza eslicarbazepina acetato appena prima o in associazione ad altri medicinali che richiedono una correzione della dose se somministrati in concomitanza con eslicarbazepina acetato.
Eslicarbazepina possiede capacità di inibizione nei confronti del CYP2C19.
Di conseguenza, possono verificarsi delle interazioni in caso di somministrazione concomitante di dosi elevate di eslicarbazepina acetato e medicinali metabolizzati principalmente dal CYP2C19 (es.
fenitoina).
Interazioni con altri medicinali antiepilettici Carbamazepina In uno studio su soggetti sani, la somministrazione concomitante di eslicarbazepina acetato 800 mg una volta al giorno e di carbamazepina 400 mg due volte al giorno ha evidenziato un decremento medio del 32% nell’esposizione al metabolita attivo eslicarbazepina, molto probabilmente dovuto all’induzione della glucuronidazione.
Non sono state rilevate variazioni nell’esposizione alla carbamazepina o al suo metabolita carbamazepina epossido.
In base alla risposta individuale, può essere necessario un aumento della dose di eslicarbazepina acetato se usato in concomitanza con carbamazepina.
I risultati degli studi sui pazienti hanno mostrato che il trattamento concomitante ha aumentato il rischio delle seguenti reazioni avverse: diplopia, coordinazione anormale e capogiro.
Non si può escludere il rischio di un aumento di altre reazioni avverse specifiche provocate dalla somministrazione concomitante di carbamazepina ed eslicarbazepina acetato.
Fenitoina In uno studio su soggetti sani, la somministrazione concomitante di eslicarbazepina acetato 1.200 mg una volta al giorno e di fenitoina ha comportato un decremento medio del 31-33% nell’esposizione al metabolita attivo eslicarbazepina, molto probabilmente dovuto ad un’induzione della glucuronidazione, e un incremento medio del 31-35% nell’esposizione alla fenitoina, molto probabilmente dovuto ad un’inibizione del CYP2C19.
In base alla risposta individuale, può essere necessario aumentare la dose di eslicarbazepina acetato e ridurre quella di fenitoina.
Lamotrigina La glucuronidazione è la principale via metabolica sia per eslicarbazepina che per lamotrigina, per cui ci si può attendere un’interazione.
Uno studio su soggetti sani con 1.200 mg di eslicarbazepina acetato una volta al giorno ha evidenziato un’interazione farmacocinetica mediamente minore (riduzione del 15% dell’esposizione a lamotrigina) tra eslicarbazepina acetato e lamotrigina, quindi non è necessario alcun aggiustamento di dose.
Tuttavia, a causa della variabilità interindividuale, in alcuni individui l’effetto può essere clinicamente rilevante.
Topiramato In uno studio su soggetti sani, la somministrazione concomitante di eslicarbazepina acetato 1.200 mg una volta al giorno e di topiramato non ha evidenziato variazioni significative nell’esposizione a eslicarbazepina, ma un decremento del 18% nell’esposizione a topiramato, molto probabilmente dovuto ad una ridotta biodisponibilità del topiramato.
Non è necessario alcun aggiustamento di dose.
Valproato e levetiracetam Un’analisi della farmacocinetica di popolazione degli studi di fase III in pazienti epilettici adulti ha indicato che la somministrazione concomitante con valproato o levetiracetam non ha influito sull’esposizione a eslicarbazepina, ma ciò non è stato verificato da studi di interazione convenzionali.
Oxcarbazepina L’uso concomitante di eslicarbazepina acetato e oxcarbazepina non è raccomandato, perché può determinare una sovraesposizione ai metaboliti attivi.
Altri medicinali Contraccettivi orali La somministrazione di eslicarbazepina 1.200 mg una volta al giorno a donne che assumevano un contraccettivo orale combinato ha mostrato un decremento medio del 37% e del 42% dell’esposizione sistemica rispettivamente a levonorgestrel ed etinilestradiolo, molto probabilmente dovuto ad un’induzione del CYP3A4.
Quindi le donne in età fertile devono utilizzare un metodo contraccettivo adeguato durante il trattamento con eslicarbazepina acetato e fino alla fine del ciclo mestruale in corso dopo l’interruzione del trattamento (vedere paragrafo 4.6).
Simvastatina Uno studio su soggetti sani ha evidenziato un decremento medio del 50% nell’esposizione sistemica alla simvastatina, se somministrata in concomitanza con eslicarbazepina acetato 800 mg una volta al giorno, molto probabilmente dovuto ad un’induzione del CYP3A4.
Può essere necessario un aumento della dose di simvastatina, se somministrata in concomitanza con eslicarbazepina acetato.
Rosuvastatina In caso di somministrazione concomitante con 1.200 mg di eslicarbazepina acetato una volta al giorno, nei soggetti sani è stata riscontrata una riduzione media dell’esposizione sistemica pari al 36-39%.
Il meccanismo responsabile di tale riduzione non è noto, ma può essere dovuto a interferenze con l’attività del trasportatore della rosuvastatina, associate o meno ad un effetto di induzione del suo metabolismo.
Poiché la correlazione tra esposizione e attività farmacologica non è nota, si consiglia di monitorare la risposta alla terapia (ad es.
tramite i livelli di colesterolo).
Warfarin La somministrazione concomitante di 1.200 mg di eslicarbazepina acetato una volta al giorno con warfarin ha evidenziato un decremento limitato (23%), ma statisticamente significativo nell’esposizione a S-warfarin.
Non sono stati rilevati effetti sulla farmacocinetica del R-warfarin o sulla coagulazione.
Tuttavia, a causa della variabilità interindividuale dell’interazione, è necessario un monitoraggio particolarmente attento del tempo dell’INR nelle prime settimane dopo l’inizio o la conclusione del trattamento concomitante di warfarin ed eslicarbazepina acetato.
Digossina Uno studio su soggetti sani non ha mostrato alcun effetto di eslicarbazepina acetato alla dose di 1.200 mg una volta al giorno sulla farmacocinetica della digossina, suggerendo che eslicarbazepina acetato non ha alcun effetto sulla proteina trasportatrice glicoproteina-P.
Inibitori delle monoaminossidasi (IMAO) Sulla base della correlazione strutturale di eslicarbazepina acetato con gli antidepressivi triciclici, in via teorica è possibile un’interazione tra eslicarbazepina acetato e gli inibitori delle MAO. Effetti indesiderati
- Riassunto del profilo di sicurezza Negli studi clinici (trattamento come terapia aggiuntiva e monoterapia), 2.434 pazienti con crisi epilettiche a esordio parziale sono stati trattati con eslicarbazepina acetato (1.983 pazienti adulti e 451 pazienti pediatrici) e il 51% di essi ha manifestato reazione avverse.
Le reazioni avverse sono state in genere di intensità lieve o moderata e sono insorte prevalentemente durante le prime settimane di trattamento con eslicarbazepina acetato.
I rischi identificati per eslicarbazepina acetato sono principalmente effetti indesiderati dose-dipendenti, correlati alla classe farmacologica.
Gli eventi avversi più comuni, emersi durante il trattamento, segnalati negli studi controllati con placebo in terapia aggiuntiva condotti con pazienti epilettici adulti e in uno studio con controllo attivo in monoterapia, volto a confrontare eslicarbazepina acetato con carbamazepina a rilascio controllato, sono stati capogiro, sonnolenza, cefalea e nausea.
La maggior parte delle reazioni avverse è stata segnalata in < 3% dei soggetti di qualsiasi gruppo di trattamento.
Nell’esperienza post-marketing del trattamento con eslicarbazepina acetato sono state segnalate reazioni avverse cutanee severe (SCAR) incluse la sindrome di Stevens-Johnson (SSJ)/necrolisi epidermica tossica (NET) e la reazione al farmaco con eosinofilia e sintomi sistemici (DRESS) (vedere paragrafo 4.4).
Tabella delle reazioni avverse Le reazioni avverse associate a eslicarbazepina acetato osservate negli studi clinici e nella sorveglianza postmarketing sono riportate nella tabella in basso.
La seguente convenzione è stata utilizzata per la classificazione delle reazioni avverse: molto comune (≥1/10), comune (≥1/100, <1/10), non comune (≥1/1.000, <1/100) e non nota (la frequenza non può essere definita sulla base dei dati disponibili).
All’interno di ogni categoria di frequenza, le reazioni avverse sono elencate in ordine di gravità decrescente.
Tabella 1: Reazioni avverse emergenti dal trattamento associate a eslicarbazepina acetato negli studi clinici e nella sorveglianza post-marketing
Descrizione di reazioni avverse selezionate Patologie dell’occhio e del sistema nervoso In pazienti trattati contemporaneamente con carbamazepina ed eslicarbazepina acetato in studi controllati con placebo, sono state osservate le seguenti reazioni avverse: diplopia (11,4% dei soggetti con assunzione concomitante di carbamazepina, 2,4% dei soggetti senza assunzione concomitante di carbamazepina), coordinazione anormale (6,7% dei soggetti con assunzione concomitante di carbamazepina, 2,7% dei soggetti senza assunzione concomitante di carbamazepina), capogiro (30,0% dei soggetti con assunzione concomitante di carbamazepina, 11,5% dei soggetti senza assunzione concomitante di carbamazepina), vedere paragrafo 4.5.Classificazione per sistemi e organi Molto comune Comune Non comune Non nota Patologie del sistema emolinfopoietico Anemia Trombocitopenia, leucopenia Disturbi del sistema immunitario Ipersensibilità Patologie endocrine Ipotiroidismo Disturbi del metabolismo e della nutrizione Iponatriemia, appetito ridotto Squilibrio elettrolitico, disidratazione, ipocloremia Sindrome simile alla secrezione inappropriata di ADH, con segni e sintomi di letargia, nausea, capogiro, riduzione dell’osmolalità nel siero (sangue), vomito, cefalea, stato confusionale o altri segni e sintomi neurologici Disturbi psichiatrici Insonnia Disturbo psicotico, apatia, depressione, nervosismo, agitazione, irritabilità, disturbo da deficit di attenzione/ iperattività, stato confusionale, sbalzi d’umore, pianto, ritardo psicomotorio, ansia Patologie del sistema nervoso Capogiro, sonnolenza Cefalea, alterazione dell’attenzione, tremore, atassia, disturbo dell’equilibrio Coordinazione anormale, compromissione della memoria, amnesia, ipersonnia, sedazione, afasia, disestesia, distonia, letargia, parosmia, sindrome cerebellare, convulsione, neuropatia periferica, nistagmo, disturbo dell’eloquio, disartria, sensazione di bruciore, parestesia, emicrania Patologie dell’occhio Diplopia, visione offuscata Compromissione della visione, oscillopsia, disturbo del movimento binoculare dell’occhio, iperemia oculare Patologie dell’orecchio e del labirinto Vertigine Ipoacusia, tinnito Patologie cardiache Palpitazioni, bradicardia Patologie vascolari Ipertensione (incluse crisi ipertensive), ipotensione, ipotensione ortostatica, vampate di calore, sensazione di freddo alle estremità Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche Epistassi, dolore toracico Patologie gastrointestinali Nausea, vomito, diarrea Stipsi, dispepsia, gastrite, dolore addominale, bocca secca, fastidio addominale, distensione dell’addome, gengivite, melena, mal di denti Pancreatite Patologie epatobiliari Patologia epatica Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo Eruzione cutanea Alopecia, cute secca, iperidrosi, eritema, patologia della cute, prurito, dermatite allergica Necrolisi epidermica tossica, sindrome di Stevens-Johnson, reazione al farmaco con eosinofilia e sintomi sistemici (DRESS), angioedema, orticaria Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo Mialgia, disturbo del metabolismo osseo, debolezza muscolare, dolore ad un arto Patologie renali e urinarie Infezione delle vie urinarie Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione Stanchezza, alterazione dell’andatura, astenia Malessere, brividi, edema periferico Esami diagnostici Peso aumentato Pressione arteriosa ridotta, peso diminuito, pressione arteriosa aumentata, sodio ematico diminuito, cloruro ematico diminuito, osteocalcina aumentata, ematocrito diminuito, emoglobina diminuita, enzimi epatici aumentati Traumatismo, avvelenamento e complicazioni da procedura Tossicità da farmaco, caduta, ustione termica
Intervallo PR L’uso di eslicarbazepina acetato si associa all’incremento dell’intervallo PR.
Possono verificarsi le reazioni avverse che si associano all’allungamento dell’intervallo PR (es.
blocco AV, sincope, bradicardia).
Reazioni avverse correlate alla classe farmacologica Nel corso degli studi controllati con placebo del programma sull’epilessia con eslicarbazepina acetato, non si sono verificate reazioni avverse rare quali depressione midollare, reazioni anafilattiche, lupus eritematoso sistemico o aritmie cardiache gravi.
Tuttavia, tali reazioni sono state riportate con oxcarbazepina, per cui non si può escludere che si verifichino in seguito al trattamento con eslicarbazepina acetato.
Ci sono stati casi di diminuzione della densità minerale ossea, osteopenia, osteoporosi e fratture in pazienti in terapia a lungo termine con carbamazepina e oxcarbazepina, farmaci antiepilettici strutturalmente correlati.
Il meccanismo attraverso il quale il metabolismo osseo è influenzato non è stato identificato.
Popolazione pediatrica Negli studi controllati verso placebo, condotti con pazienti di età compresa tra 2 e 18 anni con crisi ad esordio parziale (238 pazienti trattati con eslicarbazepina acetato e 189 con placebo), il 35,7% dei pazienti trattati con eslicarbazepina acetato e il 19% dei pazienti trattati con placebo ha manifestato reazioni avverse.
Le reazioni avverse più comuni nel gruppo trattato con eslicarbazepina acetato sono state diplopia (5,0%), sonnolenza (8,0%) e vomito (4,6%).
Il profilo delle reazioni avverse di eslicarbazepina acetato è in genere simile nelle varie fasce d’età.
Nel gruppo di soggetti di età compresa tra 6 e 11 anni, le reazioni avverse più comuni osservate in più di due pazienti trattati con eslicarbazepina acetato sono state diplopia (9,5%), sonnolenza (7,4%), capogiro (6,3%), convulsioni (6,3%) e nausea (3,2%); nel gruppo di età compresa tra 12 e 18 anni sono state sonnolenza (7,4%), vomito (4,2%), diplopia (3,2%) e affaticamento (3,2%).
La sicurezza di eslicarbazepina acetato nei bambini di età pari o inferiore ai 6 anni non è ancora stabilita.
Il profilo di sicurezza di eslicarbazepina acetato è stato in genere simile negli adulti e nei pazienti pediatrici, tranne che per l’agitazione (comune, 1,3%) e il dolore addominale (comune, 2,1%), che erano più comuni nei bambini rispetto agli adulti.
Capogiro, sonnolenza, vertigine, astenia, disturbi della deambulazione, tremore, atassia, disturbi dell’equilibrio, offuscamento della vista, diarrea, eruzione cutanea e iponatriemia erano meno comuni nei bambini rispetto agli adulti.
La dermatite allergica (non comune, 0,8%) è stata segnalata solo nella popolazione pediatrica.
I dati di sicurezza a lungo termine nella popolazione pediatrica, ottenuti nei periodi di estensione in aperto dello studio di fase III, erano coerenti con il noto profilo di sicurezza del prodotto e non hanno evidenziato alcuna nuova problematica.
Segnalazione delle reazioni avverse sospette La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale.
Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione all’indirizzo https://www.aifa.gov.it/content/segnalazioni-reazioni-avverse. Gravidanza e allattamento
- Gravidanza Rischio correlato all’epilessia e ai medicinali antiepilettici in generale È stato dimostrato che nella prole di donne affette da epilessia sottoposte a trattamento antiepilettico, la prevalenza delle malformazioni è da due a tre volte superiore rispetto al tasso del 3% circa nella popolazione generale.
Quelle riportate con maggiore frequenza sono labbro leporino, malformazioni cardiovascolari e difetti del tubo neurale.
A tutte le donne in età fertile sottoposte a trattamento antiepilettico, in particolare alle donne che pianificano una gravidanza o che sono in gravidanza, si deve fornire una consulenza medica specialistica riguardo al rischio potenziale per il nascituro, dovuto sia alle crisi epilettiche che al trattamento antiepilettico.
Si deve evitare di interrompere improvvisamente la terapia con un farmaco antiepilettico (antiepileptic drug, AED), in quanto ciò può scatenare delle crisi epilettiche, con conseguenze gravi sia per la donna, sia per il nascituro.
Ogniqualvolta sia possibile, per il trattamento dell’epilessia in gravidanza la monoterapia è da preferire, poiché la terapia con più AED può essere associata ad un rischio maggiore di malformazioni congenite rispetto alla monoterapia, a seconda degli AED utilizzati in associazione.
Nei figli di donne affette da epilessia e sottoposte a trattamento antiepilettico sono stati osservati disturbi dello sviluppo neurologico.
Non sono disponibili dati riguardo a questo rischio per eslicarbazepina acetato.
Donne in età fertile/contraccezione Le donne in età fertile devono usare misure contraccettive efficaci durante il trattamento con eslicarbazepina acetato.
Eslicarbazepina acetato interagisce negativamente con i contraccettivi orali.
Pertanto, deve essere usato un metodo anticoncezionale alternativo, efficace e sicuro, durante il trattamento e fino alla fine del ciclo mestruale in corso dopo l’interruzione del trattamento.
Le donne in età fertile devono essere consigliate in merito all’uso di altre misure contraccettive efficaci.
Occorre utilizzare almeno una misura contraccettiva efficace (come un dispositivo intra-uterino) o due metodi contraccettivi complementari comprendenti un metodo di barriera.
In tutti i casi, per la scelta della misura contraccettiva occorre valutare la situazione individuale, coinvolgendo la paziente nella discussione.
Rischi associati a eslicarbazepina acetato I dati relativi all’uso di eslicarbazepina acetato in donne in gravidanza sono in numero limitato.
Gli studi condotti su animali hanno evidenziato una tossicità riproduttiva (vedere Fertilità al paragrafo 5.3).
Il rischio per gli esseri umani (comprendente malformazioni congenite maggiori, disturbi dello sviluppo neurologico e altri effetti tossici sulla riproduzione) non è noto.
Eslicarbazepina acetato non deve essere usato durante la gravidanza a meno che, dopo un’attenta valutazione di idonee opzioni terapeutiche alternative, il beneficio non sia considerato superiore al rischio.
Se una donna in trattamento con eslicarbazepina acetato rimane incinta o programma una gravidanza, si deve rivalutare attentamente l’uso di eslicarbazepina acetato.
Si devono somministrare le dosi minime efficaci e nei limiti del possibile si deve preferire la monoterapia, almeno durante i primi tre mesi di gravidanza.
Alle pazienti deve essere resa nota la possibilità di un più elevato rischio di malformazioni e deve essere fornita l’opportunità di uno screening prenatale.
Monitoraggio e prevenzione I medicinali antiepilettici possono concorrere al deficit di acido folico, una delle possibili cause concomitanti di anomalie del nascituro.
Si raccomanda l’integrazione di acido folico prima e durante la gravidanza.
Non essendo dimostrata l’efficacia di tale integrazione, si può offrire una diagnosi prenatale specifica anche alle donne trattate con un’integrazione di acido folico.
Nel neonato Nel neonato sono stati riportati disturbi emorragici causati da medicinali antiepilettici.
Per precauzione si deve somministrare vitamina K1 come misura preventiva durante le ultime settimane di gravidanza e al neonato.
Allattamento Non è noto se eslicarbazepina acetato sia escreto nel latte materno.
Studi sugli animali hanno dimostrato l’escrezione di eslicarbazepina nel latte materno.
Dal momento che non si può escludere un rischio per il bambino allattato al seno, durante il trattamento con eslicarbazepina acetato si deve interrompere l’allattamento al seno.
Fertilità Non sono disponibili dati sugli effetti di eslicarbazepina acetato sulla fertilità umana.
Gli studi negli animali hanno mostrato una compromissione della fertilità dopo trattamento con eslicarbazepina acetato (vedere paragrafo 5.3). Conservazione
- Questo medicinale non richiede alcuna condizione particolare di conservazione.
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