ESCITALOPRAM MY 28CPR RIV 20MG
16,38 €
Prezzo indicativo
Data ultimo aggiornamento: 30/06/2017
Trattamento degli episodi di depressione maggiore. Trattamento dei disturbi da panico con o senza agorafobia. Trattamento dei disturbi da ansia sociale (fobia sociale). Trattamento dei disturbi da ansia generalizzata. Trattamento dei disturbi ossessivo-compulsivi.
Escitalopram Mylan 10 mg compresse rivestite con film: una compressa contiene 10 mg di escitalopram (come ossalato). Escitalopram Mylan 20 mg compresse rivestite con fil: una compressa contiene 20 mg di escitalopram (come ossalato). (di seguito denominati Escitalopram compresse). Eccipienti con effetto noto: Le compresse rivestite con film da 10 mg contengono 0,8 mg di lattosio (come lattosio monoidrato). Le compresse rivestite con film da 20 mg contengono 1,6 mg di lattosio (come lattosio monoidrato). Per l’elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1.
Controindicazioni
- Ipersensibilità al principio attivo o a uno qualsiasi degli eccipienti elencati al paragrafo 6.1.
Il trattamento concomitante con inibitori irreversibili non selettivi delle monoamino-ossidasi (MAO inibitori) è controindicato a causa del rischio di comparsa di sindrome serotoninergica con agitazione, tremore, ipertermia, ecc.
(vedere paragrafo 4.5).
L’associazione di escitalopram e inibitori reversibili MAO-A (ad esempio moclobemide) o del MAO inibitore reversibile non selettivo linezolid è controindicata a causa del rischio di comparsa di sindrome serotoninergica (vedere paragrafo 4.5).
Escitalopram è controindicato nei pazienti con noto prolungamento dell’intervallo QT o sindrome congenita del QT lungo.
La somministrazione di escitalopram con medicinali noti per prolungare l’intervallo QT è controindicata (vedere paragrafo 4.5). Posologia
- Posologia La sicurezza di dosi giornaliere superiori a 20 mg non è stata dimostrata.
Episodi di depressione maggiore La dose usuale è di 10 mg una volta al giorno.
In base alla risposta individuale del paziente, la dose può essere aumentata fino a un massimo di 20 mg al giorno.
Generalmente sono necessarie 2-4 settimane per ottenere una risposta antidepressiva.
Dopo risoluzione dei sintomi è necessario continuare il trattamento per almeno 6 mesi per ottenere un consolidamento della risposta.
Disturbi da panico con o senza agorafobia La dose iniziale raccomandata è di 5 mg per la prima settimana prima di aumentare la dose a 10 mg al giorno.
La dose può essere ulteriormente aumentata fino a un massimo di 20 mg al giorno, sulla base della risposta individuale del paziente.
L’efficacia massima viene raggiunta dopo circa 3 mesi di trattamento.
Il trattamento dura diversi mesi.
Disturbi da ansia sociale La dose usuale è di 10 mg una volta al giorno.
Di solito sono necessarie 2-4 settimane per ottenere un sollievo dai sintomi.
Successivamente, sulla base della risposta individuale del paziente, la dose può essere ridotta a 5 mg ovvero aumentata fino a un massimo di 20 mg al giorno.
Il disturbo da ansia sociale è una malattia cronica e si raccomanda un trattamento di 12 settimane al fine di consolidare la risposta ottenuta.
Il trattamento a lungo termine di pazienti che hanno risposto alla terapia è stato studiato per 6 mesi e può essere considerato su base individuale per la prevenzione di ricadute.
I benefici del trattamento andranno rivalutati regolarmente.
‘Disturbo da ansia sociale’ è un termine diagnostico definito per un disturbo specifico che non dovrebbe essere confuso con una eccessiva timidezza.
La terapia farmacologica è indicata unicamente se il disturbo interferisce in modo significativo con le attività professionali e sociali.
Non è stata valutata la posizione di questo trattamento in confronto alla terapia cognitiva comportamentale.
La terapia farmacologica è parte di una strategia terapeutica globale.
Disturbi da ansia generalizzata Il dosaggio iniziale è di 10 mg una volta al giorno.
In base alla risposta individuale del paziente, la dose può essere aumentata fino a un massimo di 20 mg al giorno.
Il trattamento a lungo termine di pazienti che hanno risposto alla terapia è stato studiato per almeno 6 mesi in pazienti che ricevevano 20 mg/die.
I benefici del trattamento e la dose andranno rivalutati regolarmente (vedere paragrafo 5.1).
Disturbi ossessivo-compulsivi Il dosaggio iniziale è di 10 mg una volta al giorno.
In base alla risposta individuale del paziente, la dose può essere aumentata fino a un massimo di 20 mg al giorno.
Il DOC è una malattia cronica: quindi i pazienti dovrebbero essere trattati per un periodo sufficiente da garantire la scomparsa dei sintomi.
I benefici del trattamento e la dose andranno rivalutati regolarmente (vedere paragrafo 5.1).
Pazienti anziani (> 65 anni) Il dosaggio iniziale è di 5 mg una volta al giorno.
In base alla risposta individuale del paziente, la dose può essere aumentata fino a 10 mg al giorno (vedere paragrafo 5.2).
L’efficacia di Escitalopram nel trattamento dei disturbi da ansia sociale non è stata studiata nei pazienti anziani.
Popolazione pediatrica Escitalopram non deve essere usato nei bambini e negli adolescenti di età inferiore a 18 anni (vedere paragrafo 4.4).
Ridotta funzione renale Non è necessario un aggiustamento del dosaggio nei pazienti con insufficienza renale lieve o moderata.
Si consiglia cautela nei pazienti con funzione renale gravemente ridotta (CLCR inferiore a 30 ml/min.) (vedere paragrafo 5.2).
Ridotta funzione epatica Nei pazienti con insufficienza epatica lieve o moderata è raccomandata una dose iniziale di 5 mg al giorno per le prime due settimane di trattamento.
In base alla risposta individuale del paziente la dose può essere aumentata a 10 mg al giorno.
Si raccomanda cautela e una titolazione della dose estremamente attenta nei pazienti con funzione epatica gravemente ridotta (vedere paragrafo 5.2).
Lenti metabolizzatori del CYP2C19 Per i pazienti noti come lenti metabolizzatori del CYP2C19 si raccomanda una dose iniziale di 5 mg al giorno per le prime due settimane di trattamento.
In base alla risposta individuale del paziente, la dose può essere aumentata a 10 mg al giorno (vedere paragrafo 5.2).
Sintomi da interruzione osservati all’interruzione del trattamento Evitare la brusca interruzione del trattamento.
Quando si deve interrompere il trattamento con escitalopram, ridurre la dose gradualmente su un periodo di almeno una o due settimane, al fine di ridurre il rischio di comparsa di rischi da interruzione (vedere paragrafo 4.4 e 4.8).
Qualora comparissero sintomi intollerabili alla riduzione della dose o all’interruzione del trattamento, prendere in considerazione l’assunzione della dose precedentemente prescritta.
Successivamente il medico potrà continuare a ridurre la dose, ma in modo più graduale.
Modo di somministrazione Le compresse di Escitalopram vengono somministrate come dose singola giornaliera e possono essere assunte con o senza cibo. Avvertenze e precauzioni
- Le seguenti avvertenze speciali e precauzioni si applicano alla classe terapeutica degli SSRI (inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina).
Uso nei bambini e negli adolescenti di età inferiore a 18 anni Escitalopram non deve essere utilizzato nel trattamento di bambini e adolescenti di età inferiore a 18 anni.
Comportamento suicidario (tentativi di suicidio e pensieri suicidari) e ostilità (soprattutto aggressività, comportamento oppositivo e rabbia) sono stati osservati più frequentemente negli studi clinici nei bambini e negli adolescenti trattati con antidepressivi rispetto a quelli trattati con placebo.
Se, sulla base di una esigenza clinica, si decidesse comunque di trattare questo gruppo di pazienti, si dovrà provvedere ad un attento controllo relativo alla comparsa di sintomi suicidari.
Inoltre mancano dati sulla sicurezza a lungo termine nei bambini e negli adolescenti in merito alla crescita, maturazione e lo sviluppo cognitivo e comportamentale.
Ansia paradossa In alcuni pazienti con disturbi da panico possono comparire all’inizio del trattamento con antidepressivi accentuati sintomi di ansia.
Si consiglia una bassa dose iniziale al fine di ridurre la probabilità di un effetto ansiogeno (vedere paragrafo 4.2).
Convulsioni Interrompere il trattamento con escitalopram se il paziente sviluppa per la prima volta delle convulsioni oppure se si verifica un aumento della frequenza di convulsioni (in pazienti con precedente diagnosi di epilessia).
Evitare l’assunzione di SSRI nei pazienti con epilessia instabile e monitorare attentamente i pazienti con epilessia controllata.
Mania Utilizzare gli SSRI con cautela nei pazienti con storia di mania/ipomania.
Interrompere il trattamento con SSRI nei pazienti che entrano in una fase maniacale.
Diabete Nei pazienti diabetici il trattamento con un SSRI può alterare il controllo glicemico (ipoglicemia o iperglicemia).
Potrebbe essere necessario un aggiustamento della dose di insulina o degli ipoglicemici orali.
Suicidio/pensieri suicidari o loro peggioramento clinico La depressione è associata ad un maggior rischio di pensieri suicidari, pensieri autolesionistici e suicidio (eventi correlati al suicidio).
Questo rischio persiste fino alla significativa remissione dei sintomi.
È possibile non osservare un miglioramento delle condizioni del paziente durante le prime settimane di trattamento o più: tenere quindi questi pazienti sotto stretto controllo fino alla comparsa di detto miglioramento.
L’esperienza clinica generale dimostra che il rischio di suicidio può aumentare durante le prime fasi del recupero.
Altre condizioni psichiatriche per le quali viene prescritto Escitalopram possono essere associate ad un maggior rischio di eventi correlate al suicidio.
Inoltre, queste condizioni possono avere un effetto di co-morbidità con disturbi di depressione maggiore.
Nel trattamento di pazienti affetti da altri disturbi psichiatrici è quindi necessario prendere le stesse precauzioni osservate nel trattamento di pazienti affetti da disturbi di depressione maggiore.
Pazienti con storia di eventi correlati al suicidio ovvero pazienti che mostrano un significativo grado di ideazione suicidaria prima dell’inizio del trattamento sono esposti ad un rischio maggiore di pensieri suicidari o di tentativi di suicidio: questi pazienti devono essere attentamente controllati durante il trattamento.
Una metanalisi di studi clinici controllati vs placebo sul trattamento con antidepressivi in pazienti adulti con disturbi psichiatrici ha dimostrato un maggior rischio di comportamento suicidario con gli antidepressivi rispetto a placebo nei pazienti di età inferiore a 25 anni.
I pazienti, soprattutto quelli ad alto rischio, dovrebbero essere tenuti sotto stretto controllo durante la terapia, soprattutto nelle prime fasi e a seguito di modifiche di dosaggio.
I pazienti (ed i loro assistenti) dovrebbero essere informati della necessità di controllare ogni peggioramento clinico, eventuale comportamento suicidario o pensieri suicidari nonché insoliti cambiamenti comportamentali e di rivolgersi immediatamente al medico in caso di comparsa di questi sintomi.
Acatisia/irrequietezza psicomotoria L’uso di SSRI/SNRI è stato associato con lo sviluppo di acatisia, caratterizzata da agitazione soggettiva spiacevole o penosa e dalla necessità di muoversi, spesso accompagnate da incapacità di stare seduti o fermi.
Ciò si verifica più spesso entro le prime settimane di trattamento.
Nei pazienti che sviluppano questi sintomi, un aumento della dose può essere dannoso.
Iposodiemia Iposodiemia, probabilmente dovuta a inappropriata secrezione dell’ormone antidiuretico (SIADH), è stata riferita raramente con l’uso di SSRI e si risolve generalmente con l’interruzione della terapia.
Prestare cautela nei pazienti a rischio, come i pazienti anziani o i pazienti affetti da cirrosi ovvero nei pazienti trattati con l’associazione con altri medicinali che provocano iposodiemia.
Emorragia Con il trattamento a base di SSRI sono state riferite anomalie di sanguinamento cutaneo, come ecchimosi e porpora.
Prestare cautela nei pazienti che assumono SSRI, soprattutto in concomitanza con anticoagulanti orali, medicinali che influiscono sulla funzione delle piastrine (ad esempio antipsicotici atipici e fenotiazine, la maggior parte degli antidepressivi triciclici, acido acetilsalicilico e farmaci antiinfiammatori non steroidei (FANS), ticlopidina e dipiridamolo) nonché in pazienti con tendenza nota al sanguinamento.
Gli inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina (SSRI)/inibitori della ricaptazione della serotonina-norepinefrina (SNRI) possono aumentare il rischio di emorragia postpartum (vedere paragrafi 4.6 e 4.8).
TEC (terapia elettroconvulsivante) L’esperienza con la somministrazione concomitante di SSRI e TEC è limitata.
Prestare cautela.
Sindrome serotoninergica Si raccomanda cautela nell’uso di escitalopram insieme a medicinali con effetto serotoninergico, quali sumatriptan o altri triptani, buprenorfina, tramadolo e triptofano.
Raramente è stata riferita sindrome serotoninergica in pazienti che assumevano SSRI insieme a medicinali serotoninergici.
Una combinazione di sintomi, quali agitazione, tremore, mioclono e ipertermia possono indicare lo sviluppo di questa condizione.
In questo caso, interrompere immediatamente il trattamento con SSRI ed il medicinale serotoninergico e iniziare un trattamento sintomatico (vedere paragrafo 4.5).
Erba di San Giovanni L’uso concomitante di SSRI e del preparato erboristico Erba di San Giovanni (Hypericum perforatum) può causare una maggior incidenza di effetti indesiderati (vedere paragrafo 4.5).
Sintomi da interruzione osservati all’interruzione del trattamento I sintomi da interruzione osservati all’interruzione del trattamento sono comuni, soprattutto se il trattamento viene interrotto bruscamente (vedere paragrafo 4.8).
Nel corso di studi clinici sull’interruzione del trattamento sono stati osservati eventi indesiderati in circa il 25% dei pazienti trattati con escitalopram e in circa il 15% dei pazienti trattati con placebo.
Il rischio di comparsa dei sintomi da interruzione può dipendere da numerosi fattori, tra cui la durata e la dose della terapia e la velocità con la quale viene ridotta la dose.
Le reazioni più frequentemente riportate sono vertigini, disturbi del sensorio (incluse parestesia e sensazioni di scossa elettrica), disturbi del sonno (incluse insonnia e sogni vividi), agitazione o ansia, nausea e/o vomito, tremore, confusione, sudorazione, mal di testa, diarrea, palpitazioni, instabilità emotiva, irritabilità e disturbi della vista.
Generalmente questi sintomi sono da lievi a moderati; tuttavia in alcuni pazienti possono assumere intensità grave.
Essi compaiono solitamente entro i primi giorni dall’interruzione del trattamento; questi sintomi sono stati riportati raramente nei pazienti che hanno inavvertitamente saltato una dose del farmaco.
Generalmente questi sintomi sono autolimitanti e si risolvono entro 2 settimane, sebbene in alcuni pazienti possano persistere più a lungo (2-3 mesi o più).
Si raccomanda quindi di interrompere gradualmente il trattamento con escitalopram su un periodo di alcune settimane o mesi, in base alle esigenze del paziente (vedere “Sintomi da interruzione osservati all’interruzione del trattamento”, paragrafo 4.2).
Malattia coronarica Data la scarsa esperienza clinica si raccomanda cautela nei pazienti con malattia coronarica (vedere paragrafo 5.3).
Prolungamento dell’intervallo QT È stato osservato che escitalopram provoca un prolungamento dose dipendente dell’intervallo QT.
Casi di prolungamento dell’intervallo QT e aritmie ventricolari, incluse torsades de pointes, sono stati riferiti durante il periodo successivo alla commercializzazione, soprattutto nelle donne con ipokaliemia, precedente prolungamento dell’intervallo QT o altre malattie cardiache (vedere paragrafo 4.3, 4.5, 4.8, 4.9 e 5.1).
Si raccomanda cautela nei pazienti con significativa bradicardia o in pazienti con recente infarto del miocardio acuto o insufficienza cardiaca scompensata.
Disturbi degli elettroliti, quali ipokaliemia e ipomagnesiemia, aumentano il rischio di aritmie maligne e dovrebbero quindi essere corretti prima dell’inizio della terapia con escitalopram.
Nel caso di pazienti con malattia cardiaca in fase stabile, prendere in considerazione un ECG prima di iniziare il trattamento.
In caso di comparsa di segni di aritmie cardiache durante il trattamento con escitalopram, interrompere il trattamento ed effettuare un ECG.
Disfunzione sessuale Gli inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina (SSRI) / inibitori della ricaptazione della serotonina norepinefrina (SNRI) possono causare sintomi di disfunzione sessuale (vedere paragrafo 4.8).
Sono stati riportati casi di disfunzione sessuale di lunga durata in cui i sintomi sono continuati nonostante l'interruzione di SSRI / SNRI.
Glaucoma ad angolo chiuso Gli SSRI, tra cui escitalopram, possono influire sulla dimensione delle pupille provocando midriasi.
L’effetto midriatico può ridurre l’angolo oculare aumentando la pressione endoculare e provocando glaucoma ad angolo chiuso, soprattutto nei pazienti predisposti.
Utilizzare quindi escitalopram con cautela nei pazienti con glaucoma ad angolo chiuso o storia di glaucoma.
Eccipienti Questo prodotto contiene lattosio.
Pazienti con rari problemi ereditari di intolleranza al galattosio, carenza totale di lattasi o malassorbimento di glucosio-galattosio non devono assumere questo medicinale.
Questo prodotto contiene meno di 1 mmol di sodio (23 mg) per compressa, cioè essenzialmente “senza sodio”. Interazioni
- Interazioni farmacodinamiche Associazioni controindicate: MAO inibitori irreversibili non selettivi Casi di gravi reazioni sono stati riferiti in pazienti in trattamento con un SSRI in combinazione con un inibitore delle monoamino ossidasi irreversibile non selettivo (MAO-I) e in pazienti che avevano recentemente interrotto il trattamento con SSRI e iniziato un tale trattamento con un MAO-I (vedere paragrafo 4.3).
In alcuni casi, il paziente ha sviluppato sindrome serotoninergica (vedere paragrafo 4.8).
Escitalopram è controindicato in associazione con MAO-I irreversibili non selettivi.
Il trattamento con escitalopram può essere iniziato 14 giorni dopo l’interruzione del trattamento con un MAO-I irreversibile.
Dovranno trascorrere almeno 7 giorni dall’interruzione del trattamento con escitalopram all’inizio del trattamento con un MAO-I irreversibile non selettivo.
Inibitori MAO-A reversibili selettivi (moclobemide) A causa del rischio di una sindrome serotoninergica, la combinazione di escitalopram con un inibitore MAO-A, come moclobemide, è controindicato (vedere paragrafo 4.3).
Qualora la combinazione di questi farmaci fosse necessaria, iniziare il trattamento con la dose minima raccomandata e sottoporre il paziente a stretto monitoraggio clinico.
MAO inibitori reversibili non selettivi (linezolid) L’antibiotico linezolid è un MAO inibitore reversibile non selettivo e non dovrebbe essere somministrato a pazienti trattati con escitalopram.
Qualora la combinazione di questi farmaci fosse necessaria, iniziare il trattamento con la dose minima raccomandata e sottoporre il paziente a stretto monitoraggio clinico (vedere paragrafo 4.3).
Inibitori MAO-B irreversibili selettivi (selegilina) Prestare cautela quando si somministra il medicinale insieme a selegilina (inibitore MAO-B irreversibile) a causa del rischio della sindrome serotoninergica.
Dosi di selegilina fino a 10 mg/die sono state somministrate con sicurezza insieme a citalopram racemico.
Prolungamento dell’intervallo QT Non sono stati condotti studi di farmacocinetica e farmacodinamica sull’associazione di escitalopram con medicinali che prolungano l’intervallo QT.
Non può essere escluso un effetto aggiuntivo di escitalopram e questi medicinali.
Quindi la somministrazione concomitante di escitalopram e medicinali che prolungano l’intervallo QT, quali antiaritmici di classe IA e III, antipsicotici (ad esempio derivati fenotiazinici, pimozide, aloperidolo), antidepressivi triciclici, alcuni agenti antimicrobici (ad esempio sparfloxacina, moxifloxacina, eritromicina IV, pentamidina, trattamenti antimalarici, soprattutto alofantrina), alcuni antistaminici (ad esempio astemizolo, idrossizina, mizolastina) è controindicata.
Associazioni che richiedono cautela: Medicinali serotoninergici La somministrazione concomitante di medicinali serotoninergici ad esempio buprenorfina, tramadolo, sumatriptan e altri triptani può indurre sindrome serotoninergica (vedere paragrafo 4.4).
Medicinali che abbassano la soglia convulsiva Gli SSRI possono abbassare la soglia convulsiva.
Si raccomanda cautela nell’uso concomitante di altri medicinali in grado di abbassare la soglia convulsiva (ad esempio antidepressivi (triciclici, SSRI), neurolettici (fenotiazine, tioxanteni e butirofenoni), meflochina, bupropione e tramadolo).
Litio, triptofano Un incremento degli effetti è stato riferito dopo somministrazione concomitante di SSRI e litio o triptofano; quindi è richiesta cautela nella somministrazione concomitante di SSRI e questi medicinali.
Erba di San Giovanni L’uso concomitante di SSRI e rimedi erboristici contenenti l’Erba di San Giovanni (Hypericum perforatum) può provocare una maggiore incidenza di effetti indesiderati (vedere paragrafo 4.4).
Emorragia Un’alterazione degli effetti anticoagulanti può insorgere quando escitalopram viene somministrato insieme ad anticoagulanti orali.
I pazienti sottoposti a terapia con anticoagulanti orali dovranno essere sottoposti ad attento controllo della coagulazione all’inizio o all’interruzione della terapia con escitalopram (vedere paragrafo 4.4).
L’uso concomitante di farmaci antiinfiammatori non steroidei (FANS) può aumentare la tendenza al sanguinamento (vedere paragrafo 4.4).
Alcool Non sono attese interazioni farmacodinamiche o farmacocinetiche tra escitalopram e alcool.
Tuttavia, come con altri medicinali psicotropi, la combinazione con alcool non è raccomandata.Medicinali che inducono ipokaliemia/ipomagnesiemia È richiesta cautela nell’uso concomitante di medicinali che inducono ipokaliemia/ipomagnesiemia, in quanto queste condizioni aumentano il rischio di aritmie maligne (vedere paragrafo 4.4).
Interazioni farmacocinetiche Effetto di altri medicinali sulla farmacocinetica di escitalopram Il metabolismo di escitalopram è principalmente mediato dal CYP2C19.
CYP3A4 e CYP2D6 possono contribuire al metabolismo, sebbene in misura minore.
Il metabolismo del metabolita principale S-DCT (escitalopram demetilato) sembra essere parzialmente catalizzato dal CYP2D6.
La somministrazione concomitante di escitalopram e omeprazolo 30 mg una volta al giorno (un inibitore del CYP2C19) ha provocato un moderato (circa 50%) aumento delle concentrazioni plasmatiche di escitalopram.
La somministrazione concomitante di escitalopram e cimetidina 400 mg due volte al giorno (inibitore enzimatico generale moderatamente potente) ha provocato un moderato (circa 70%) aumento delle concentrazioni plasmatiche di escitalopram.
Si raccomanda cautela nella somministrazione di escitalopram in associazione con cimetidina.
Può essere necessario un aggiustamento della dose.
Cautela è inoltre raccomandata nella somministrazione di escitalopram e gli inibitori del CYP2C19 (ad esempio omeprazolo, esomeprazolo, fluconazolo, fluvoxamina, lansoprazolo, ticlopidina) o cimetidina.
Può essere necessaria una riduzione della dose di escitalopram in base al controllo degli effetti collaterali durante il trattamento concomitante.
Effetto di escitalopram sulla farmacocinetica di altri medicinali Escitalopram è un inibitore dell’enzima CYP2D6.
Si raccomanda cautela nella somministrazione concomitante di escitalopram e medicinali principalmente metabolizzati da questo enzima e che hanno uno stretto indice terapeutico, ad esempio flecainide, propafenone e metoprololo (utilizzato nell’insufficienza cardiaca) oppure alcuni medicinali che agiscono sul SNC e principalmente metabolizzati dal CYP2D6, ad esempio antidepressivi come desipramina, clomipramina e nortriptilina, oppure antipsicotici come risperidone, tioridazina e aloperidolo.
Può essere necessario un aggiustamento della dose.
La somministrazione concomitante con desipramina o metoprololo ha causato un raddoppio dei livelli plasmatici di questi due substrati del CYP2D6.
Studi in vitro hanno dimostrato che escitalopram può anche causare una debole inibizione del CYP2C19.
Si raccomanda cautela nell’uso concomitante di medicinali metabolizzati dal CYP2C19. Effetti indesiderati
- Gli effetti indesiderati compaiono più frequentemente durante la prima o seconda settimana di trattamento e solitamente si riducono in intensità con la continuazione del trattamento.
Tabella degli effetti indesiderati Gli effetti indesiderati noti degli SSRI e riportati anche per escitalopram in studi clinici controllati con placebo oppure spontaneamente dopo la commercializzazione del medicinale sono elencati di seguito in base alla classificazione per sistemi e organi e alla frequenza.
Le frequenze sono derivate dagli studi clinici; non sono state corrette in confronto al placebo.
Le frequenze sono definite come: molto comune (≥1/10), comune (da ≥1/100 a <1/10), non comune (da ≥1/1.000 a <1/100), raro (da ≥1/10.000 a <1/1.000), molto raro (<1/10.000) oppure non nota (la frequenza non può essere definita sulla base dei dati disponibili).
¹ Questi eventi sono stati riportati per la categoria terapeutica degli SSRI.Molto comune Comune Non comune Raro Molto raro Non nota Disturbi ematici e del sistema linfatico Trombocito-penia Disturbi del sistema immunitario Reazione anafilattica Disturbi endocrini Inappropriata secrezione dell’ADH Disturbi del metabolismo e della nutrizione Perdita di appetito, aumento dell’appetito, aumento di peso Riduzione di peso Iponatriemia, anoressia¹ Disturbi psichiatrici Ansia, irrequietezza, sogni anomali.
Femmine e maschi: ridotta libido.
Femmine: anorgasmiaBruxismo, agitazione, nervosismo, attacchi di panico, stato confusionale Aggressività, depersonaliz-zazione, allucinazioni Mania, ideazione suicidaria, comporta-mento suicidario² Disturbi del sistema nervoso Mal di testa Insonnia, sonnolenza, vertigini, parestesia, tremore Disturbi del gusto, disturbi del sonno, sincope Sindrome serotoniner-gica Discinesia, disturbi motori, convulsioni, irrequietezza psicomotoria/acatisia¹ Disturbi della vista Midriasi, disturbi della vista Disturbi dell’orecchio e del labirinto Tinnito Disturbi cardiaci Tachicardia Bradicardia Prolunga-mento del QT all’ECG, aritmia ventricolare incluse torsades de pointe Disturbi vascolari Ipotensione ortostatica Disturbi respiratori, del torace e mediastinici Sinusite, sbadigli Epistassi Disturbi gastrointesti-nali Nausea Diarrea, costipazione, vomito, secchezza delle fauci Emorragie gastrointestina-li (inclusa emorragia rettale) Disturbi epatobiliari Epatite, anormalità dei test di funzionalità epatica Disturbi della pelle e del tessuto sottocutaneo Sudorazione aumentata Orticaria, alopecia, rash, prurito Ecchimosi, angioedema Disturbi del sistema muscolosche-letrico e del tessuto connettivo Artralgia, mialgia Disturbi renali e delle vie urinarie Ritenzione urinaria Disturbi del sistema riproduttivo e della mammella Maschi: disturbi dell’eiacula-zione, impotenza Femmine: metrorragia, menorragia Galattorrea.
Maschi: priapismo emorragia postpartum³Disturbi generali e disturbi al sito di somministra-zione Stanchezza, piressia Edema
² Casi di ideazione suicidaria e di comportamento suicidario sono stati riportati nel corso della terapia con escitalopram o subito dopo l’interruzione del trattamento (vedere paragrafo 4.4) ³ L’evento è stato riferito per la classe terapeutica di SSRI/SNRI (vedere paragrafi 4.4 e 4.6).
Prolungamento dell’intervallo QT Casi di prolungamento dell’intervallo QT e di aritmia ventricolare, incluse torsioni di punta, sono stati riferiti nel periodo successive alla commercializzazione del prodotto, soprattutto in pazienti di sesso femminile con ipokaliemia o con preesistente prolungamento dell’intervallo QT o altre malattie cardiache (vedere paragrafo 4.3, 4.4, 4.5, 4.9 e 5.1).
Effetti tipici dei medicinali di questa categoria terapeutica Studi epidemiologici condotti principalmente in pazienti di 50 anni e oltre mostrano un maggiore rischio di fratture ossee nei pazienti trattati con SSRI e TCA.
Il meccanismo che induce questo rischio non è noto.
Sintomi da interruzione osservati all’interruzione del trattamento L’interruzione del trattamento con SSRI/SNRI (soprattutto se improvvisa) induce frequentemente sintomi da interruzione.
Le reazioni più comunemente riportate comprendono vertigini, disturbi del sensorio (inclusi parestesia e sensazione di scossa elettrica), disturbi del sonno (inclusi insonnia e sogni vividi), agitazione o ansia, nausea e/o vomito, tremore, confusione, sudorazione, mal di testa, diarrea, palpitazioni, instabilità emozionale, irritabilità e disturbi della vista.
Generalmente questi eventi sono da lievi a moderati e autolimitanti.
Tuttavia, in alcuni pazienti possono essere gravi e/o prolungati.
Qualora il trattamento con escitalopram non fosse più necessario si raccomanda di interrompere gradualmente la terapia riducendo lentamente la dose (vedere paragrafo 4.2 e 4.4).
Segnalazione delle reazioni avverse sospette La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale.
Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione all’indirizzo https://www.aifa.gov.it/content/segnalazioni-reazioni-avverse. Gravidanza e allattamento
- Gravidanza Pochi dati clinici sono disponibili sull’esposizione al farmaco durante la gravidanza.
Studi sugli animali hanno mostrato tossicità riproduttiva (vedere paragrafo 5.3).
Le compresse di Escitalopram non devono essere somministrate in gravidanza se non chiaramente necessario e solo dopo attenta valutazione del rapporto rischio/beneficio.
È richiesto un controllo dei neonati se l’uso di escitalopram da parte delle madri è continuato nelle ultime fasi della gravidanza, soprattutto nel terzo trimestre.
Durante la gravidanza evitare la brusca interruzione del trattamento.
I seguenti sintomi possono comparire nel neonato dopo l’uso di SSRI/SNRI da parte della madre nelle ultime fasi della gravidanza: difficoltà respiratoria, cianosi, apnea, convulsioni, instabilità della temperatura corporea, difficoltà di alimentazione, vomito, ipoglicemia, ipertonia, ipotonia, iperreflessia, tremore, nervosismo, irritabilità, letargia, pianto costante, sonnolenza e difficoltà di dormire.
Questi sintomi possono essere dovuti a effetti sinergici o ai sintomi da interruzione del trattamento.
Nella maggioranza dei casi le complicazioni compaiono immediatamente o poco dopo il parto (< 24 ore).
Dati epidemiologici hanno suggerito che l’uso di SSRI durante la gravidanza, soprattutto nelle ultime fasi, può aumentare il rischio di ipertensione polmonare persistente nel neonato (IPP).
Il rischio osservato è stato di circa 5 casi su 1000 gravidanze.
Nella popolazione generale il rischio è di 1 o 2 casi di PPI del neonato ogni 1000 gravidanze.
I dati osservazionali individuano un rischio aumentato (inferiore a 2 volte) di emorragia postpartum in seguito a esposizione a SSRI/SNRI nel mese precedente il parto (vedere paragrafi 4.4 e 4.8).
Allattamento Escitalopram viene secreto nel latte umano.
Di conseguenza non è raccomandato l’allattamento durante il trattamento con escitalopram.
Fertilità Dati derivanti da studi sugli animali hanno dimostrato che citalopram può influire sulla qualità dello sperma (vedere paragrafo 5.3).
I risultati ottenuti in alcuni casi di trattamento con SSRI nell’uomo hanno dimostrato che l’effetto sulla qualità dello sperma è reversibile.
Finora non è stato osservato alcun impatto sulla fertilità umana. Conservazione
- Conservare a temperatura inferiore a 25°C.
Blisters: Conservare nella confezione originale.
Contenitore in polipropilene: Conservare il contenitore ben chiuso.
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