EPIRUBICINA HIK FL 100ML2MG/ML

330,96 €

Prezzo indicativo

Principio attivo: EPIRUBICINA CLORIDRATO
  • ATC: L01DB03
  • Descrizione tipo ricetta: OSP - USO OSPEDALIERO
  • Presenza Glutine:
  • Presenza Lattosio:

Data ultimo aggiornamento: 05/10/2021

L'epirubicina è utilizzata nel trattamento di: - Carcinoma della mammella; - Carcinoma dello stomaco. Se somministrata per via endovescicale, l’epirubicina ha dimostrato di essere vantaggiosa nel trattamento di: - Profilassi delle recidive del carcinoma superficiale della vescica in seguito a resezione transuretrale.
1 ml di soluzione iniettabile contiene 2 mg di epirubicina cloridrato. 1 flaconcino con 5 ml di soluzione iniettabile di Epirubicina Hikma contiene 10 mg di epirubicina cloridrato. 1 flaconcino con 10 ml di soluzione iniettabile di Epirubicina Hikma contiene 20 mg di epirubicina cloridrato. 1 flaconcino con 25 ml di soluzione iniettabile di Epirubicina Hikma contiene 50 mg di epirubicina cloridrato. 1 flaconcino con 100 ml di soluzione iniettabile di Epirubicina Hikma contiene 200 mg di epirubicina cloridrato. Per l’elenco completo degli eccipienti vedere paragrafo 6.1

Controindicazioni

Ipersensibilità al principio attivo o ad uno qualsiasi degli eccipienti elencati al paragrafo 6.1 o ad altre antracicline o agli antracenedioni.
• In allattamento; - Uso endovenoso: • persistente mielosoppressione; • grave compromissione epatica; • miocardiopatia; • recente infarto del miocardio; • grave aritmia; • precedenti trattamenti con dosi cumulative massime di epirubicina e/o altre antracicline e antracenedioni (vedere paragrafo 4.4); • infezioni sistemiche acute; • angina pectoris instabile.
- Somministrazione endovescicale: • infezioni delle vie urinarie; • infiammazione della vescica; • ematuria; • tumori invasivi penetrati in vescica; • problemi di cateterizzazione.

Posologia

L’epirubicina è indicata solo per uso endovenoso o endovescicale.
Non è stata dimostrata la sicurezza e l’efficacia dell’epirubicina nei bambini.
Somministrazione endovenosa (EV): È consigliabile somministrare l’epirubicina attraverso una linea di infusione endovenosa continua di soluzione salina, dopo aver controllato che l'ago sia correttamente posizionato in vena.
Deve esser fatta attenzione ad evitare lo stravaso (vedere paragrafo 4.4).
Dose convenzionale: Quando l’epirubicina cloridrato è impiegata come unico agente, la dose per ciclo consigliata negli adulti è di 60-90mg/m² di superficie corporea.
L’epirubicina cloridrato deve essere somministrata per iniezione endovenosa nell’arco di 3-5 minuti.
La dose va ripetuta ad intervalli di 21 giorni, in base alle condizioni ematologiche e la funzionalità midollare del paziente.
Nel caso in cui si verifichino segni di tossicità, incluse grave neutropenia/febbre neutropenica e trombocitopenia (che possono persistere fino al 21esimo giorno), potrebbe essere necessario modificare la dose oppure posticipare la dose successiva.
Alte dosi: L’epirubicina cloridrato come agente singolo nel trattamento ad alte dosi del carcinoma della mammella deve essere somministrata secondo i seguenti regimi: Nel trattamento adiuvante delle pazienti con carcinoma della mammella in stadio iniziale con linfonodi positivi, sono raccomandate dosi endovenose di epirubicina cloridrato da 100 mg/m² (come singola dose al giorno 1) fino a 120 mg/m² (frazionata in due dosi nel giorno 1 e 8) ogni 3-4 settimane, in associazione con ciclofosfamide e 5-fluorouracile per via endovenosa e tamoxifene per via orale.
Per il trattamento con alte dosi, l’epirubicina cloridrato deve essere somministrata in bolo per via endovenosa nell’arco di 3-5 minuti o come infusione di durata fino a 30 minuti.Dosi inferiori (60-75 mg/m² nel trattamento convenzionale e 105-120 mg/m² per il trattamento con alte dosi) sono consigliate per i pazienti con funzionalità midollare compromessa da precedenti trattamenti chemioterapici o radioterapici, dall’età, o da infiltrazione neoplastica midollare.
La dose totale per ciclo può essere frazionata in 2-3 giorni consecutivi.
Le seguenti dosi di epirubicina cloridrato sono comunemente impiegate in monoterapia e in chemioterapia in combinazione come evidenziato:
Indicazione del Carcinoma Dose di Epirubicina cloridrato (mg/m²)a
Monoterapia Terapia in combinazione
Carcinoma gastrico 60-90 50
a Dosi generalmente somministrate nel Giorno 1 o nel Giorno 1, 2 e 3 ad intervalli di 21 giorni.
Terapia in combinazione: Se l’epirubicina cloridrato è usata in combinazione con altri prodotti citotossici, la dose deve essere ridotta di conseguenza.
Le dosi comunemente impiegate sono riportate nella tabella sopra indicata.
Compromissione della funzionalità epatica: La più importante via di eliminazione dell’epirubicina è rappresentata dal sistema epatobiliare.
Nei pazienti con compromissione della funzionalità epatica, la dose deve essere ridotta in base ai livelli di bilirubina sierica come segue:
Bilirubina sierica AST* Riduzione della dose
1,4 - 3,0 mg/100 ml  50%
> 3,0 mg/100 ml > 4 volte il normale limite massimo 75%
*AST - Aspartato Aminotransferasi.
Compromissione della funzionalità renale: Una moderata compromissione della funzionalità renale non sembra richiedere una riduzione della dose, data la bassa escrezione di epirubicina cloridrato attraverso questa via.
Tuttavia, un’inferiore dose di partenza dovrebbe essere presa in considerazione in pazienti con grave disfunzione renale (valori sierici di creatinina > 450 mcmol/L).
Somministrazione endovescicale: L’epirubicina cloridrato è stata impiegata con successo anche per via endovescicale come agente profilattico dopo resezione transuretrale di tumori superficiali per prevenirne la recidiva.
Non deve essere somministrata per via endovescicale nel trattamento dei tumori invasivi che hanno penetrato la parete della vescica, in questi casi è più appropriata la terapia sistemica o quella chirurgica.
Per la profilassi: 4 somministrazioni settimanali da 50 mg/50 ml seguite da 11 instillazioni mensili alla stessa dose.
TABELLA DI DILUIZIONE PER LE SOLUZIONI DA INSTILLARE IN VESCICA
Dose di epirubicinacloridrato necessaria Volume diEpirubicina cloridrato 2 mg/mlSoluzioneIniettabile Volume di diluente sterile -acqua per preparazioniiniettabilio soluzione salina sterile 0,9% Volume totale per instillazione invescica
50 mg 25 ml 25 ml 50 ml
La soluzione deve essere trattenuta in vescica per 1 ora.
Per evitare un’eccessiva diluizione con le urine, il paziente deve essere istruito di non bere nessun liquido nelle 12 ore prima dell’instillazione.
Nel corso dell'instillazione, il paziente deve essere ruotato di tanto in tanto e deve essere avvertito di eliminare le urine alla fine dell’instillazione.

Avvertenze e precauzioni

In generale : L’epirubicina deve essere somministrata soltanto sotto il controllo di un medico esperto nell'impiego di terapia con citotossici.
I pazienti devono riprendersi da tossicità acuta (come stomatite, neutropenia, trombocitopenia e infezioni generalizzate) del precedente trattamento citotossico prima di iniziare il trattamento con l’epirubicina.
Mentre il trattamento con alte dosi di epirubicina cloridrato (per es.
≥ 90 mg/m² ogni 3 - 4 settimane) causa eventi avversi in generale simili a quelli riportati per le dosi standard (< 90 mg/m² ogni 3 - 4 settimane), la gravità della neutropenia e delle stomatiti/mucositi può essere peggiorata.
Il trattamento con alte dosi di epirubicina cloridrato richiede speciale attenzione a causa delle possibili complicanze cliniche dovute alla marcata mielosoppressione.
Funzionalità cardiaca: La cardiotossicità è un rischio del trattamento con antracicline che si può manifestare con effetti indesiderati precoci (per es.
acuti) o tardivi (per es.
ritardati).
Effetti Indesiderati Precoci (per es.
acuti)
: La cardiotossicità precoce dell’epirubicina consiste soprattutto in tachicardia sinusale e/o anomalie dell’elettrocardiogramma (ECG) come modifiche aspecifiche dell’onda ST-T.
Sono state segnalate tachiaritmia, comprese le contrazioni ventricolari premature, tachicardia ventricolare e bradicardia, in aggiunta al blocco di branca e il blocco atrioventricolare.
Questi effetti di solito non predicono lo sviluppo successivo di cardiotossicità ritardata, raramente sono ritenuti significativi da un punto di vista clinico e generalmente non costituiscono un’indicazione per interrompere il trattamento con epirubicina.
Effetti Indesiderati Tardivi (per es.
ritardati):
La cardiotossicità ritardata si sviluppa tardi nel corso della terapia con epirubicina o entro i 2 - 3 mesi dall’interruzione del trattamento, tuttavia sono stati riportati effetti tardivi (parecchi mesi fino ad anni dopo il completamento del trattamento).
La cardiomiopatia ritardata si manifesta con riduzione della frazione di eiezione ventricolare sinistra (LVEF) e/o segnali e sintomi di scompenso congestizio cardiaco (CHF) come la dispnea, l’edema polmonare, l’edema secondario, la cardiomegalia e l’epatomegalia, oliguria, ascite, effusione pleurica e ritmo galoppante.
La forma di CHF che comporta un rischio per la vita è la forma più grave di cardiomiopatia indotta da antracicline e rappresenta la tossicità cumulativa dose limitante e del farmaco.
Il rischio di sviluppare CHF aumenta rapidamente con l’aumentare di dosaggi cumulativi di epirubicina cloridrato maggiori di 900 mg/m²; questa dose cumulativa deve essere superata solo con estrema cautela (vedere paragrafo 5.1).
La funzionalità cardiaca deve essere valutata nei pazienti prima che questi siano sottoposti al trattamento con epirubicina e deve essere monitorata continuamente nel corso del trattamento al fine di ridurre il rischio di grave compromissione della funzionalità cardiaca.
Il rischio può essere ridotto tramite regolare monitoraggio del LVEF nel corso del trattamento con la tempestiva sospensione dell’epirubicina al primo segno di compromissione della funzione.
Il metodo quantitativo più adatto per la valutazione continua della funzionalità cardiaca (valutazione del LVEF) include angiografia radionuclidica (MUGA) oppure ecocardiografia (ECHO).
Si raccomanda la valutazione basale cardiaca con ECG e MUGA scan oppure con ECHO, in particolare in quei pazienti con fattori di rischio di maggiore cardiotossicità.
Devono essere eseguiti MUGA o ECHO ripetuti per la valutazione del LVEF in particolare in quei pazienti che ricevono dosaggi di antracicline cumulativi maggiori.
La tecnica impiegata nella valutazione della funzionalità cardiaca deve essere consistente durante tutto il periodo dei controlli successivi.
Dato il rischio di cardiomiopatia, una dose cumulativa di 900 mg/m² di epirubicina cloridrato deve essere superata solo con estrema cautela.
Il rischio potenziale di cardiotossicità potrebbe aumentare in quei pazienti con malattia cardiovascolare attiva o latente, e in quelli che hanno ricevuto precedente o concomitante radioterapia nella zona mediastinica/pericardica, terapia pregressa con altre antracicline o antracenedioni, uso concomitante di altri farmaci in grado di sopprimere la contrattilità cardiaca oppure di farmaci cardiotossici (per es.
trastuzumab) (vedere paragrafo 4.5), con un aumentato rischio negli anziani.
Insufficienza cardiaca (New York Heart Association [NYHA] classe II-IV) è stata osservata in pazienti in terapia con trastuzamab da sola o in associazione con antracicline come l'epirubicina.
Questa può essere da moderata a grave ed è stata associata a morte.
Trastuzumab e antracicline come l'epirubicina, ad oggi, non devono essere usati in associazione se non in un ambiente di sperimentazione clinica ben controllato con monitoraggio cardiaco.
I pazienti che hanno precedentemente ricevuto antracicline sono anche a rischio di cardiotossicità con il trattamento di trastuzumab, sebbene il rischio sia inferiore rispetto all'uso concomitante di traztuzumab e antracicline.
Poiché l'emivita di trastuzumab è di circa 28-38 giorni, trastuzumab può persistere in circolo fino a 27 settimane dopo l'interruzione del trattamento con trastuzumab.
I pazienti che ricevono antracicline come l'epirubicina dopo l'interruzione del trastuzumab possono avere un rischio maggiore di cardiotossicità.
Se possibile, i medici devono evitare la terapia a base di antraciclina fino a 27 settimane dopo l'interruzione del trastuzumab.
Se si utilizzano antracicline come l'epirubicina, la funzione cardiaca del paziente deve essere attentamente monitorata.
Se si manifestano sintomi di insufficienza cardiaca durante la terapia con trastuzumab dopo la terapia con epirubicina, questa deve essere trattata con i farmaci standard per tale scopo.
Il monitoraggio della funzione cardiaca deve essere particolarmente serrato nei pazienti che assumono alte dosi cumulative e in quelli con fattori di rischio.
Tuttavia, la cardiotossicità con epirubicina può verificarsi a dosi cumulative inferiori indipendentemente dalla presenza di fattori di rischio cardiaco.
È probabile che la tossicità dell'epirubicina e di altre antracicline o antracenedioni sia additiva.
Tossicità Ematologica: Come per gli altri farmaci citotossici, l’epirubicina può causare mielosoppressione.
Devono essere valutati i profili ematologici sia prima che durante ciascun ciclo di terapia con epirubicina, che comprende conta dei globuli bianchi differenziali (WBC).
Una leucopenia reversibile dose-dipendente e/o granulocitopenia (neutropenia) è la manifestazione predominante di tossicità ematologica da epirubicina ed è la più comune tossicità acuta dose limitante di questo farmaco.
La leucopenia e la neutropenia sono generalmente più gravi con schemi ad alte dosi, raggiungendo il nadir nella maggior parte dei casi tra i giorni 10 e 14 dopo la somministrazione del farmaco; questo di solito è transitorio con il conteggio dei globuli bianchi / neutrofili che ritorna ai valori normali nella maggior parte dei casi entro il giorno 21.
Possono manifestarsi anche trombocitopenia ed anemia.
Le conseguenze cliniche di grave mielosoppressione comprendono febbre, infezioni, sepsi/setticemia, shock settico, emorragia, ipossia tissutale o decesso.
Leucemia Secondaria: La leucemia secondaria, con o senza una fase pre-leucemica è stata segnalata in pazienti trattati con antracicline, compresa l’epirubicina.
La leucemia secondaria è più frequente quando questi farmaci sono somministrati in associazione con farmaci antineoplastici che danneggiano il DNA oppure in combinazione con trattamento radioterapico oppure in pazienti che sono stati pesantemente pre-trattati con farmaci citotossici, oppure quando i dosaggi delle antracicline sono stati aumentati gradualmente.
Questa forma di leucemia può avere un periodo di latenza compreso tra 1 e 3 anni (vedere paragrafo 5.1).
Gastrointestinale: Lepirubicina è emetogenica.
Le mucositi/stomatiti normalmente si manifestano nella fase precoce del trattamento e, se gravi, possono progredire nei giorni successivi fino a ulcerazioni delle mucose.
La maggior parte dei pazienti si riprendono da questi eventi avversi entro la terza settimana di terapia.
Funzionalità epatica: La via principale di eliminazione dell’epirubicina è rappresentata dal sistema epatobiliare.
Il valore della bilirubina sierica totale e dei livelli AST devono essere valutati prima di iniziare il trattamento e durante il trattamento con epirubicina.
I pazienti con livelli elevati di bilirubina o di AST possono lamentare una ridotta eliminazione del farmaco, che potrebbe portare a una maggiore tossicità.
Per questi pazienti si raccomandano dosi più basse (vedere paragrafo 4.2 e 5.2).
I pazienti con grave compromissione della funzionalità epatica non devono essere trattati con epirubicina (vedere paragrafo 4.3).
Funzionalità renale: Nei pazienti con ridotta funzionalità renale deve essere controllato il valore della creatinemia sierica sia prima, che durante il trattamento.
Nei pazienti con valori di creatinemia > 5 mg/dL si rende necessario un aggiustamento della dose (vedere paragrafo 4.2).
Effetti nel Sito di Iniezione: Si può avere flebosclerosi dopo iniezione in un vaso ematico di piccolo calibro o a seguito di iniezioni ripetute nella stessa vena.
Seguendo le procedure raccomandate di somministrazione si può ridurre al minimo il rischio di flebite/tromboflebite nel sito di iniezione (vedere paragrafo 4.2).
Stravaso: Lo stravaso di epirubicina dalla vena nel corso dell’iniezione può provocare dolore locale, gravi lesioni tissutale (vescicazione, grave cellulite) e necrosi.
Se si manifestano segni o sintomi di stravaso durante la somministrazione endovenosa di epirubicina, l’infusione del medicinale deve essere prontamente interrotta.
L'effetto negativo dello stravaso di antracicline può essere prevenuto o ridotto dall'uso immediato di un trattamento specifico, ad es.
dexrazoxano (fare riferimento alle indicazioni per l'uso).
Il dolore che avverte il paziente può essere alleviato raffreddando la zona e tenendola fredda, Usare acido ialuronico e DMSO.
Il paziente deve essere controllato attentamente nel periodo successivo per il rischio di insorgenza di necrosi anche dopo parecchie settimane dallo stravaso, deve essere consultato un chirurgo plastico nell’evenienza di escissione chirurgica.
Altro: Come per gli altri agenti citotossici, sono stati coincidentemente segnalati dopo trattamento con epirubicina fenomeni di tromboflebite e di tromboembolia, compreso l’embolia polmonare (in alcuni casi fatali).
Sindrome da lisitumorale: L’epirubicina può indurre iperuricemia a causa dell’esteso catabolismo delle purine che accompagna la rapida lisi delle cellule neoplastiche indotta dal farmaco (sindrome della lisi delle cellule neoplastiche).
Si raccomanda quindi un attento monitoraggio della uricemia, del potassio, del calcio fosfato e dei livelli di creatinina successivamente al trattamento iniziale.
L’idratazione, l’alcalinizzazione delle urine e la profilassi con allopurinolo possono prevenire l’iperuricemia e possono ridurre al minimo le potenziali complicanze della sindrome della lisi delle cellule neoplastiche.
Effetti Immunosoppressivi/Aumentata Predisposizione alle Infezioni: La somministrazione di vaccini vivi o vivi attenuati in pazienti immunocompromessi da agenti chemioterapici, inclusa l'epirubicina, può causare infezioni gravi o fatali (vedere paragrafo 4.5).
La vaccinazione con un vaccino vivo deve essere evitata nei pazienti in trattamento con epirubicina.
Vaccini con virus morti o inattivati possono essere somministrati; tuttavia, la risposta a tali vaccini può essere ridotta.
Sistema Riproduttivo : L’epirubicina può causare genotossicità.
Gli uomini e le donne trattate con epirubicina devono adottare appropriate misure contraccettive.
I pazienti che desiderano procreare al termine del trattamento devono essere consigliati di richiedere una consulenza genetica, se appropriata e disponibile.
Via endovescicale: La somministrazione di epirubicina può causare sintomi di cistite chimica (come disuria, poliuria, nicturia, stranguria, ematuria, fastidio alla vescica, necrosi della parete della vescica) e costrizione vescicale.
È necessaria un’attenzione particolare nei problemi di cateterizzazione (per es.
ostruzione uretrale dovuta ad una notevole massa tumorale endovescicale).

Interazioni

L’epirubicina è principalmente impiegata in associazione con altri farmaci anti-tumorali.
La tossicità additiva può manifestarsi soprattutto con effetti sul midollo osseo/ematologici e gastro-intestinali (vedere paragrafo 4.4).
L’impiego di epirubicina nella chemioterapia di associazione insieme ad altri farmaci potenzialmente cardiotossici e in aggiunta all’impiego di altri composti cardioattivi (per es.
bloccanti del canale del calcio), necessita di un monitoraggio della funzionalità cardiaca per tutta la durata del trattamento.
L’epirubicina è ampiamente metabolizzata dal fegato.
Ogni modifica della funzionalità epatica indotta da terapie concomitanti può influenzare il metabolismo, la farmacocinetica, l’efficacia terapeutica e/o la tossicità dell’epirucibina (vedere paragrafo 4.4).
Le antracicline compresa l’epirubicina non devono essere somministrate in combinazione ad altri farmaci cardiotossici a meno che non si assicuri un attento monitoraggio della funzionalità cardiaca.
I pazienti trattati con antracicline dopo l’interruzione del trattamento con altri farmaci cardiotossici, in particolare quelli con una prolungata emivita come il trastuzumab, possono anche sviluppare un alto rischio di cardiotossicità.
L’emivita del trastuzumab è di circa 28-38 giorni e può persistere nel circolo fino a 27 settimane.
Pertanto, il medico deve evitare la terapia a base di antracicline fino a 27 settimane dopo l’interruzione di trastuzumab.
Se le antracicline vengono impiegate prima di questo lasso di tempo, si raccomanda un attento monitoraggio della funzione cardiaca.
La vaccinazione con virus vivi deve essere evitata nei pazienti trattati con epirubicina.
I vaccini con virus morti o inattivati possono essere somministrati, tuttavia, la risposta a questo tipo di vaccini potrebbe essere ridotta.
La cimetidina ha causato un aumento del 50% dell’AUC di epirubicina e dovrebbe essere interrotta durante il trattamento con epirubicina.
Quando somministrato prima dell’epirubicina, il paclitaxel può causare un aumento delle concentrazioni plasmatiche dell’epirubicina immodificata e dei suoi metaboliti, questi ultimi tuttavia non sono né tossici né attivi.
Il trattamento simultaneo di paclitaxel o di docetaxel non ha influenzato la farmacocinetica dell’epirubicina laddove l’epirubicina veniva somministrata prima del taxano.
Questa associazione può essere utilizzata qualora si ricorra ad un trattamento discontinuo tra i due farmaci.
L’infusione di epirubicina e di paclitaxel deve essere fatta con almeno 24 ore di intervallo tra i due farmaci.
Dexverapamil può modificare la farmacocinetica dell’epirubicina ed è probabile un aumento dei suoi effetti deprimenti sul midollo osseo.
Uno studio ha evidenziato che il docetaxel può aumentare le concentrazioni plasmatiche dei metaboliti dell’epirubicina quando somministrato immediatamente dopo l’epirubicina.
La chinina può accelerare la distribuzione iniziale di epirubicina dal sangue nei tessuti e potrebbe avere un’influenza sulla ripartizione di epirubicina nei globuli rossi.
Il trattamento concomitante di interferone α2b può causare sia un calo dell’emivita di eliminazione terminale che della clearance totale dell’epirubicina.
Il rischio di marcato disturbo della ematopoiesi necessita di essere tenuto presente con un (pre-) trattamento con farmaci che esercitano un’influenza sul midollo osseo (cioè farmaci citostatici, sulfonamide, cloramfenicolo, difenilidantoina, derivati amidoprinici, e agenti antiretrovirali).
L'aumento della mielosoppressione può verificarsi in pazienti in terapia di associazione con antraciclina e dexrazoxano.

Effetti indesiderati

I seguenti effetti indesiderati sono stati classificati come segue: Molto comune (>1/10); comune >1/100 a <1/10); non comune (>1/1.000 a <1/100); raro (>1/10.000 a <1/1.000); molto raro (<1/10.000 incluse segnalazioni isolate); non nota (non può essere stimata dai dati disponibili).
Infezioni e infestazioni: Comune: Infezione; Non nota: Shock settico, sepsi, polmonite.
Tumori benigni, maligni e non specificati (cisti e polipi compresi): Raro: Leucemia linfatica acuta, leucemia mieloide acuta.
Patologie del sistema emolinfopoietico: Molto comune: Mielosopressione (leucopenia, granulocitopenia e neutropenia, anemia e neutropenia febbrile); Non comune: Trombocitopenia; Non nota: Emorragia e ipossia tissutale in conseguenza della mielosopressione.
Disturbi del sistema immunitario: Raro: Anafilassi (reazioni anafilattiche/anafilattoidi con o senza shock, inclusi rash cutaneo, prurito, febbre e brividi).
Disturbi del metabolismo e della nutrizione Comune: Anoressia, disidratazione; Raro: Iperuricemia (vedere paragrafo 4.4).
Patologie del sistema nervoso: Raro: Vertigini.
Patologie dell’occhio: Non nota: Congiuntivite, cheratite; Patologie cardiache: Raro: Scompenso cardiaco congestizio, (dispnea, edema, epatomegalia, ascite, edema polmonare, effusione pleurica, ritmo galoppante), cardiotossicità (per es.
anomalie dell’ECG, aritmia, cardiomiopatia), tachicardia ventricolare, bradicardia, blocco AV, blocco di branca.
Patologie vascolari: Comune: Vampate di calore; Non comune: Flebiti, tromboflebiti; Non nota: Shock, tromboembolismo, compreso embolismo polmonare.
Patologie gastrointestinali : Comune: Mucosite, esofagite, stomatite, vomito, diarrea, nausea.Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo: Molto comune: Alopecia; Raro: Orticaria; Non nota: Tossicità locale, rash, prurito, alterazioni cutanee, eritema, vampate, iperpigmentazione cutanea e delle unghie, fotosensibilità, ipersensibilità alla cute irradiata (reazione da radiazione).
Patologie renali e urinarie : Molto comune: Colorazione rossastra delle urine per 1 o 2 giorni dopo il trattamento.
Patologie dell’apparato riproduttivo e della mammella : Raro: Amenorrea, azoospermia.
Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione: Comune: Eritema nel sito di infusione; Raro: Malessere, astenia, febbre, brividi.
Esami diagnostici: Raro: Modifiche dei livelli delle transaminasi; Non nota: Caduta asintomatica della frazione di eiezione ventricolare sinistra.
Incidenti, avvelenamento e complicazioni da procedura: Comune: Èstata riportata dopo somministrazione endovescicale cistite chimica, talvolta emorragica (vedere paragrafo 4.4).Somministrazione endovescicale: Siccome solo una modesta quantità di principio attivo viene assorbito dopo instillazione endovescicale, raramente sono segnalate gravi reazioni avverse sistemiche e reazioni allergiche.
Comuni sono le segnalazioni di reazioni locali come sensazione di bruciore e frequente minzione (pollachiuria).
Sono state segnalate occasionalmente cistite batterica o chimica (vedere paragrafo 4.4).
Questi effetti indesiderati sono per la maggior parte reversibili.
Segnalazione delle reazioni avverse sospette: La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale.
Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione all’indirizzo: http://www.aifa.gov.it/content/segnalazioni-reazioni-avverse.

Gravidanza e allattamento

Gravidanza: Le donne in età fertile devono essere avvisate di evitare una gravidanza durante il trattamento e devono usare metodi contraccettivi efficaci.
I dati sperimentali su animali suggeriscono che epirubicina può nuocere al feto quando somministrata in stato di gravidanza.
Se l'epirubicina viene utilizzata durante la gravidanza o se la paziente rimane incinta durante l'assunzione di questo farmaco, la paziente deve essere informata del potenziale pericolo per il feto.
Non vi sono studi in donne in gravidanza.
L'epirubicina deve essere usata durante la gravidanza solo se il potenziale beneficio giustifica il potenziale rischio per il feto.
Allattamento: Non è noto se l’epirubicina viene escreta nel latte umano.
Siccome molti farmaci, comprese le altre antracicline, sono escrete nel latte umano e per il rischio potenziale di gravi reazioni avverse da epirubicina nel neonato allattato al seno, le donne devono interrompere l’allattamento prima di assumere questo farmaco.
Fertilità: L’epirubicina potrebbe indurre danno ai cromosomi degli spermatozoi dell’uomo.
Gli uomini sottoposti a trattamento con epirubicina devono utilizzare efficaci metodi contraccettivi e se necessario, richiedere consulenza medica sulla conservazione dello sperma, a causa dell’eventualità di infertilità irreversibile dovuta alla terapia.
L’epirubicina può causare amenorrea o menopausa prematura nelle donne in premenopausa.

Conservazione

Conservare e trasportare in frigorifero (tra 2°C e 8°C).Conservare nella confezione originale al riparo dalla luce.
Per le condizioni di conservazione dopo la diluizione del medicinale, vedere paragrafo 6.3.

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Segnalazione degli effetti indesiderati
Se dovesse manifestarsi un qualsiasi effetto indesiderato, compresi quelli non elencati in questo foglio, è doveroso rivolgersi al proprio medico, ad uno specialista e/o al farmacista. La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Gli effetti indesiderati possono essere segnalati direttamente tramite il sistema nazionale di segnalazione all'indirizzo www.agenziafarmaco.it/it/responsabili. Segnalando gli effetti indesiderati si può contribuire a fornire maggiori informazioni sulla sicurezza di questo medicinale.