DULXETENON 28CPS GASTR 90MG
18,57 €
Prezzo indicativo
Data ultimo aggiornamento: 24/10/2021
Trattamento del disturbo depressivo maggiore. Trattamento del disturbo d’ansia generalizzato. Duloxetina è indicata negli adulti. Per ulteriori informazioni vedere paragrafo 5.1.
Dulxetenon 90 mg capsule rigide gastroresistenti Ogni capsula contiene 90 mg di duloxetina (come cloridrato). Eccipiente(i) con effetti noti: ogni capsula contiene approssimativamente 154,81mg di saccarosio. Dulxetenon 120 mg capsule rigide gastroresistenti Ogni capsula contiene 120 mg di duloxetina (come cloridrato). Eccipiente(i) con effetti noti: ogni capsula contiene approssimativamente 206,41mg di saccarosio. Per l’elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1.
Controindicazioni
- Ipersensibilità al principio attivo o ad uno qualsiasi degli eccipienti elencati al paragrafo 6.1.
L’uso contemporaneo di Duloxetina con gli Inibitori irreversibili e non selettivi della Monoamino Ossidasi (IMAO) è controindicato (vedere paragrafo 4.5).
Epatopatia con conseguente compromissione epatica (vedere paragrafo 5.2).
Duloxetina non deve essere usato in associazione con fluvoxamina, ciprofloxacina o enoxacina (potenti inibitori del CYP1A2) poiché tale associazione determina concentrazioni plasmatiche elevate di duloxetina (vedere paragrafo 4.5).
Grave compromissionerenale (clearance della creatinina < 30 ml/min) (vedere paragrafo 4.4).
L'inizio del trattamento con Duloxetina è controindicato nei pazienti con ipertensione non controllata, che potrebbe esporre i pazienti ad un potenziale rischio di crisi ipertensiva (vedere paragrafi 4.4 e 4.8). Posologia
- Posologia Disturbo depressivo maggiore: Il dosaggio di partenza e di mantenimento raccomandato e' 60 mg una volta al giorno indipendentemente dall’assunzione di cibo.
Dosaggi superiori a 60 mg una volta al giorno, fino ad una dose massima di 120 mg al giorno, sono stati valutati in studi clinici dal punto di vista della sicurezza.
Tuttavia, non c’e' evidenza clinica che suggerisca che i pazienti che non rispondono al dosaggio iniziale raccomandato possano beneficiare di ulteriori innalzamenti della dose.
La risposta terapeutica si osserva abitualmente dopo 2 - 4 settimane di trattamento.
Dopo consolidamento della risposta antidepressiva, si raccomanda di continuare il trattamento per diversi mesi, al fine di evitare la ricaduta.
Nei pazienti con una storia di ripetuti episodi di depressione maggiore e che rispondono alla duloxetina, può essere preso in considerazione un ulteriore trattamento a lungo termine con dosaggio da 60 a 120 mg al giorno.
Disturbo d’ansia generalizzato: Il dosaggio di partenza raccomandato nei pazienti con disturbo d’ansia generalizzato è 30 mg una volta al giorno indipendentemente dall’assunzione di cibo.
Nei pazienti che presentano una risposta insufficiente il dosaggio deve essere aumentato a 60 mg, che è la dose di mantenimento abituale nella maggior parte dei pazienti.
Nei pazienti con co-morbilità per il disturbo depressivo maggiore, il dosaggio di partenza e di mantenimento è 60 mg una volta al giorno (vedere anche le raccomandazioni sul dosaggio sopra riportate).
Negli studi clinici, dosaggi fino a 120 mg al giorno hanno dimostrato di essere efficaci e sono stati valutati da un punto di vista della sicurezza.
Nei pazienti con risposta insufficiente a 60 mg, può pertanto essere considerato un aumento fino a 90 mg o a 120 mg.
Un aumento del dosaggio deve essere effettuato in base alla risposta clinica ed alla tollerabilità.
Dopo il consolidamento della risposta, si raccomanda di continuare il trattamento per diversi mesi, al fine di evitare una ricaduta.
Popolazioni speciali Anziani Nei pazienti anziani non è raccomandato un aggiustamento del dosaggio solamente in base all’età.
Tuttavia, come con qualsiasi medicinale, deve essere osservata cautela nel trattamento dei pazienti anziani, specialmente nel disturbo depressivo maggiore o nel disturbo d’ansia generalizzato con Duloxetina 120 mg al giorno, per il quale i dati sono limitati (vedere paragrafi 4.4 e 5.2).
Compromissione epatica Duloxetina non deve essere usato nei pazienti con malattia epatica con conseguente compromissione epatica (vedere paragrafi 4.3 e 5.2).
Compromissione renale Nei pazienti con lieve o moderata disfunzione renale (clearance della creatinina da 30 a 80 ml/min) non è necessario un aggiustamento del dosaggio.
Duloxetina non deve essere usato nei pazienti con compromissione renale grave (clearance della creatinina < 30 ml/min; vedere paragrafo 4.3).
Popolazione pediatrica Duloxetina non deve essere usata nei bambini e negli adolescenti di età inferiore ai 18 anni per il trattamento del disturbo depressivo maggiore per motivi di sicurezza ed efficacia (vedere ai paragrafi 4.4, 4.8 e 5.1).
La sicurezza e l’efficacia di duloxetina per il trattamento del disturbo d’ansia generalizzato nei pazienti pediatrici di età compresa tra 7 e 17 anni non sono state stabilite.
I dati attualmente disponibili sono descritti ai paragrafi 4.8, 5.1 e 5.2.
Sospensione del trattamento La sospensione brusca deve essere evitata.
Quando si interrompe il trattamento con Duloxetina la dose deve essere gradualmente ridotta in un periodo di almeno una-due settimane allo scopo di ridurre il rischio di comparsa di reazioni da sospensione (vedere paragrafi 4.4 e 4.8).
Se a seguito della riduzione della dose o della sospensione del trattamento si presentino sintomi intollerabili, è da tenere in considerazione la possibilità di riprendere il trattamento con la dose precedentemente prescritta.
Successivamente, il medico può decidere di continuare a ridurre la dose in maniera più graduale.
Se viene prescritta una dose di 30 mg o di 60 mg, devono essere usati altri medicinali contenenti duloxetina aventi questo dosaggio.
Modo di somministrazione Per uso orale. Avvertenze e precauzioni
- Mania e Convulsioni Duloxetina deve essere usato con cautela nei pazienti con una storia di mania o una diagnosi di disturbo bipolare e/o convulsioni.
Midriasi In associazione con duloxetina è stata riportata midriasi, perciò deve essere usata cautela quando Duloxetina viene prescritto a pazienti con aumentata pressione intraoculare, o a rischio di glaucoma acuto ad angolo chiuso.
Pressione arteriosa e frequenza cardiaca In alcuni pazienti duloxetina è stata associata ad un aumento della pressione arteriosa e ad ipertensione clinicamente significativa.
Questo può essere dovuto all’effetto di duloxetina sul sistema noradrenergico.
Con duloxetina sono stati riportati casi di crisi ipertensive, soprattutto nei pazienti con ipertensione pre-esistente.
Pertanto, nei pazienti con diagnosi di ipertensione e/o altra patologia cardiaca, si raccomanda un monitoraggio pressorio, soprattutto durante il primo mese di trattamento.
Duloxetina deve essere usata con cautela nei pazienti le cui condizioni cliniche potrebbero risultare compromesse da patologie che comportano un aumento della frequenza cardiaca o della pressione arteriosa.
Deve inoltre essere usata cautela quando duloxetina viene somministrata in concomitanza a medicinali che possono alterarne il metabolismo (vedere paragrafo 4.5).
Per i pazienti che durante terapia con duloxetina presentano un aumento della pressione arteriosa persistente nel tempo, deve essere considerata una riduzione della dose, o una graduale sospensione del trattamento (vedere paragrafo 4.8).
La terapia con duloxetina non deve essere iniziata nei pazienti con ipertensione arteriosa non controllata (vedere paragrafo 4.3).
Compromissione renale Nei pazienti con grave compromissione renale in emodialisi (clearance della creatinina < 30 ml/min) le concentrazioni plasmatiche di duloxetina risultano aumentate.
Per i pazienti con grave compromissione renale, vedere paragrafo 4.3.
Per informazioni sui pazienti con lieve o moderata disfunzione renale, vedere paragrafo 4.2.
Sindrome serotoninergica Come con altri medicinali ad azione serotoninergica, la sindrome serotoninergica, una condizione potenzialmente pericolosa per la vita, può verificarsi durante il trattamento con duloxetina, in particolare con il contemporaneo uso di altri medicinali serotoninergici (inclusi gli SSRI, gli antidepressivi triciclici SNRI o i triptani), con medicinali che alterano il metabolismo della serotonina come gli IMAO, o con antipsicotici o altri antagonisti della dopamina che possono influenzare i sistemi neurotrasmettitoriali serotoninergici (vedere paragrafi 4.3 e 4.5).
I sintomi della sindrome serotoninergica possono includere alterazioni dello stato mentale (ad es.
agitazione, allucinazioni, coma), instabilità autonomica (ad es.
tachicardia, pressione arteriosa instabile, ipertermia), anomalie neuromuscolari (ad es, iperriflessia, incoordinazione), e/o sintomi gastrointestinali (ad es.
nausea, vomito, diarrea).
Se un trattamento concomitante con duloxetina e altri medicinali serotoninergici che possono influenzare i sistemi neurotrasmettitoriali serotoninergici e/o dopaminergici è clinicamente giustificato, si consiglia un’attenta osservazione del paziente, in particolare all’inizio del trattamento e durante gli aumenti della dose.
Erba di S.
Giovanni Le reazioni avverse possono essere più comuni durante l’uso di Duloxetina in associazione con preparazioni a base di piante medicinali contenenti Erba di S.
Giovanni (Hypericum perforatum).
Suicidio Disturbo depressivo maggiore e disturbo d’ansia generalizzato: La depressione è associata ad un aumentato rischio di pensieri suicidari, autolesionismo e suicidio (eventi correlati al suicidio).
Questo rischio persiste fino a che non si verifica una remissione significativa della malattia.
Poiché il miglioramento dei sintomi può non verificarsi sia durante le prime settimane di trattamento che nelle settimane successive, in tale periodo i pazienti devono essere strettamente monitorati fino a che non avvenga tale miglioramento.
È esperienza clinica generale che il rischio di suicidio può aumentare nelle prime fasi del processo di guarigione.
Altre condizioni psichiatriche per le quali viene prescritto Duloxetina possono essere associate anche con un aumentato rischio di eventi correlati al suicidio.
Inoltre, queste situazioni patologiche possono coesistere con il disturbo depressivo maggiore.
Pertanto le stesse precauzioni adottate durante il trattamento di pazienti con disturbo depressivo maggiore devono essere osservate durante il trattamento di pazienti con altri disturbi psichiatrici.
I pazienti con una storia di eventi correlati al suicidio o che presentano pensieri suicidari prima dell'inizio del trattamento, sono noti per avere un rischio più elevato di sviluppare pensieri suicidari o tentativi di suicidio, e pertanto devono essere attentamente monitorati durante il trattamento.
Una metanalisi degli studi clinici condotti con medicinali antidepressivi in confronto con placebo nella terapia di disturbi psichiatrici, ha mostrato un aumento del rischio di comportamento suicidario nei pazienti di età inferiore ai 25 anni trattati con antidepressivi rispetto al placebo.
Durante la terapia con duloxetina o entro poco tempo dalla sospensione del trattamento sono stati riportati casi di pensieri suicidari e comportamenti suicidari (vedere paragrafo 4.8).
Una stretta sorveglianza dei pazienti, e in particolare di quelli ad alto rischio, deve accompagnare la terapia farmacologica, specialmente nelle fasi iniziali del trattamento e dopo cambiamenti di dose.
I pazienti (o chi si prende cura di loro) devono essere avvisati della necessità di controllare e di riferire immediatamente al medico curante qualsiasi peggioramento del quadro clinico, l’insorgenza di comportamento o pensieri suicidari o di insoliti cambiamenti comportamentali, qualora questi sintomi si manifestano.
Uso nei bambini e negli adolescenti di età inferiore ai 18 anni Duloxetina non deve essere usato nel trattamento di bambini e adolescenti di età inferiore ai 18 anni.
Comportamenti correlati al suicidio (tentativi di suicidio e pensieri suicidari) ed atteggiamento ostile (soprattutto comportamento aggressivo, oppositivo e ira) sono stati osservati più frequentemente in studi clinici su bambini ed adolescenti trattati con antidepressivi rispetto a quelli trattati con placebo.
Se, in base alla necessità clinica, il trattamento viene comunque iniziato, il paziente deve essere attentamente monitorato per la comparsa di sintomi suicidari (vedere paragrafo 5.1).
Inoltre, nei bambini e negli adolescenti non esistono dati di sicurezza a lungo termine relativi alla crescita, alla maturità ed allo sviluppo cognitivo e comportamentale (vedere paragrafo 4.8).
Emorragie Con l’assunzione di Inibitori Selettivi della Ricaptazione della Serotonina (SSRI) e di Inibitori della Ricaptazione della Serotonina/Noradrenalina (SNRI), duloxetina inclusa, sono state segnalate manifestazioni emorragiche come ecchimosi, porpora ed emorragia gastrointestinale.
La duloxetina può aumentare il rischio di emorragia post-parto (vedere paragrafo 4.6).
Si consiglia cautela nei pazienti che stanno assumendo anticoagulanti e/o medicinali noti per avere effetti sulla funzionalità piastrinica [ad es.
Farmaci anti-infiammatori Non Steroidei (FANS) o l’Acido Acetilsalicilico (ASA)], e nei pazienti con accertate tendenze al sanguinamento.
Iposodiemia Durante la somministrazione di Duloxetina è stata riportata iposodiemia, inclusi casi con valori di sodiemia inferiore a 110 mml/l.
L’iposodiemia può essere dovuta ad una sindrome da inappropriata secrezione dell’ormone antidiuretico (SIADH).
La maggioranza dei casi di iposodiemia sono stati riportati negli anziani, soprattutto se collegati ad una storia recente di, o ad una condizione predisponente ad alterazioni dell’equilibrio elettrolitico.
Si richiede cautela nei pazienti ad aumentato rischio di iposodiemia, così come nei pazienti anziani, cirrotici o disidratati, o nei pazienti in trattamento con farmaci diuretici.
Sospensione del trattamento I sintomi da sospensione sono comuni dopo interruzione del trattamento soprattutto se ciò avviene in modo rapido (vedere paragrafo 4.8).
In studi clinici, eventi avversi osservati alla sospensione brusca del trattamento si sono verificati in circa il 45% dei pazienti trattati con Duloxetina e nel 23% dei pazienti trattati con placebo.
Il rischio di sintomi da sospensione osservati con gli SSRI e gli SNRI possono dipendere da molteplici fattori, inclusi la durata e la dose del trattamento e la velocità di riduzione della dose.
Le reazioni più comunemente riportate sono elencate al paragrafo 4.8.
Generalmente questi sintomi sono di intensità variabile da lieve a moderata, tuttavia in alcuni pazienti possono essere di intensità grave.
Abitualmente questi sintomi si manifestano entro i primi giorni dalla sospensione del trattamento, ma ci sono state segnalazioni piuttosto rare di sintomi comparsi dopo mancata assunzione di una singola dose.
Generalmente si tratta di sintomi auto-limitanti che abitualmente si risolvono entro 2 settimane, anche se talvolta possono essere prolungati (2-3 mesi o più).
Si consiglia pertanto che la duloxetina venga gradualmente ridotta in un periodo non inferiore alle 2 settimane prima della sospensione del trattamento, secondo le necessità del paziente (vedere paragrafo 4.2).
Anziani Ci sono dati limitati sull’uso di Duloxetina 120 mg nei pazienti anziani con disturbo depressivo maggiore e con disturbo d’ansia generalizzato.
Pertanto, deve essere osservata cautela nel trattamento dei pazienti anziani con il massimo dosaggio (vedere paragrafi 4.2 e 5.2).
Acatisia/Irrequietezza psicomotoria L’uso di duloxetina è stato associato con lo sviluppo di acatisia, caratterizzata da un’irrequietezza soggettivamente spiacevole o penosa e dal bisogno di muoversi, spesso accompagnato da un’incapacità a stare seduto o immobile.
Questo è più probabile che si verifichi entro le prime settimane di trattamento.
Nei pazienti che sviluppano questi sintomi, l’aumento della dose può essere dannoso.
Medicinali contenenti duloxetina Duloxetina viene usata con diversi nomi commerciali per differenti indicazioni (trattamento del dolore neuropatico diabetico, disturbo depressivo maggiore, disturbo d’ansia generalizzato e incontinenza urinaria da sforzo).
L’uso contemporaneo di più di uno di questi prodotti deve essere evitato.
Epatite/aumentati valori degli enzimi epatici Con duloxetina sono stati riportati casi di danno epatico, con marcati aumenti dei valori degli enzimi epatici (> 10 volte il limite normale superiore), epatite ed ittero (vedere paragrafo 4.8).
La maggior parte dei casi si è verificata durante i primi mesi di trattamento.
Il tipo di danno epatico è stato essenzialmente epatocellulare.
Duloxetina deve essere usata con cautela nei pazienti in trattamento con altri medicinali che possono provocare un danno epatico.
Disfunzione sessuale Inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina (SSRI) / inibitori della ricaptazione della serotonina norepinefrina (SNRI) possono causare sintomi di disfunzione sessuale (vedere paragrafo 4.8) - Sono stati riportati casi di disfunzione sessuale di lunga durata in cui i sintomi sono continuati nonostante la sospensione di SSRI / SNRI.
Saccarosio Le capsule rigide gastroresistenti di Dulxetenon contengono saccarosio.
I pazienti affetti da rari problemi ereditari di intolleranza al fruttosio, da malassorbimento di glucosio-galattosio, o da insufficienza di sucrasi-isomaltasi non devono assumere questo medicinale. Interazioni
- Inibitori della Monoamino Ossidasi (IMAO): a causa del rischio di comparsa della sindrome serotoninergica, duloxetina non deve essere usata in associazione con gli IMAO non selettivi ed irreversibili, o almeno entro i 14 giorni immediatamente successivi alla sospensione del trattamento con un IMAO.
In base all’emivita di duloxetina, si devono attendere almeno 5 giorni dopo la sospensione di duloxetina prima di iniziare il trattamento con un IMAO (vedere paragrafo 4.3).
L’uso di Duloxetina in concomitanza con un IMAO selettivo e reversibile, come moclobemide, non è raccomandato (vedere paragrafo 4.4).
L’antibiotico linezolid è un IMAO reversibile non selettivo e non deve essere somministrato a pazienti in trattamento con duloxetina (vedere paragrafo 4.4).
Inibitori del CYP1A2: poiché il CYP1A2 è coinvolto nel metabolismo di duloxetina, è probabile che l’uso di duloxetina in associazione con potenti inibitori del CYP1A2 determini concentrazioni più alte di duloxetina.
La fluvoxamina (100 mg una volta al giorno), un potente inibitore del CYP1A2, ha diminuito la clearance plasmatica apparente di duloxetina di circa il 77% ed ha aumentato di 6 volte l’AUC0-t.
Pertanto, la duloxetina non deve essere somministrata in associazione con potenti inibitori del CYP1A2, come la fluvoxamina (vedere paragrafo 4.3).
Medicinali per il SNC: il rischio di assunzione di duloxetina in associazione con altri medicinali attivi sul SNC non è stato valutato in maniera sistematica, ad eccezione dei casi descritti in questo paragrafo.
Pertanto, si consiglia cautela quando la duloxetina viene assunta in associazione con altri medicinali od altre sostanze che agiscono a livello del sistema nervoso centrale, inclusi alcool ed medicinali sedativi (ad esempio benzodiazepine, morfinomimetici, antipsicotici, fenobarbitale, antistaminici sedativi).
Medicinali serotoninergici: in rari casi, nei pazienti che assumono SSRI/SNRI in associazione con medicinali serotoninergici, è stata riportata sindrome serotoninergica.
Si consiglia cautela se la duloxetina viene usata contemporaneamente con medicinali serotoninergici come SSRI, SNRI, antidepressivi triciclici come clomipramina o amitriptilina, IMAO come moclobemide o linezolid, Erba di S.
Giovanni (Hypericum perforatum) o triptani, tramadolo, petidina e triptofano (vedere paragrafo 4.4).
Effetti di duloxetina su altri medicinali Medicinali metabolizzati dal CYP1A2: La farmacocinetica della teofillina, un substrato del CYP1A2, non è risultata significativamente alterata dalla somministrazione contemporanea con duloxetina (60 mg due volte al giorno).
Medicinali metabolizzati dal CYP2D6: La duloxetina è un inibitore moderato del CYP2D6.
Quando duloxetina è stata somministrata ad un dosaggio di 60 mg due volte al giorno in associazione con una singola dose di desipramina, un substrato del CYP2D6, l'AUC di desipramina è aumentata di 3 volte.
La somministrazione contemporanea di duloxetina (40 mg due volte al giorno), aumenta l’AUC allo stato stazionario di tolterodina (2 mg due volte al giorno) del 71%, ma non influenza le farmacocinetiche del suo metabolita attivo 5-idrossile, e non si raccomanda un aggiustamento del dosaggio.
Si consiglia cautela se duloxetina è somministrato in associazione con medicinali che sono prevalentemente metabolizzati dal CYP2D6 (risperidone, antidepressivi triciclici [TCA] come nortriptilina, amitriptilina ed imipramina) in particolare se questi hanno un basso indice terapeutico (come flecainide, propafenone e metoprololo).
Contraccettivi orali ed altri agenti steroidei: I risultati di studi in vitro dimostrano che duloxetina non induce l’attività catalitica del CYP3A.
Non sono stati effettuati studi specifici sull’interazione del farmaco in vivo.
Anticoagulanti ed agenti antipiastrinici: Deve essere usata cautela quando duloxetina viene somministrata in associazione con anticoagulanti orali o con agenti antipiastrinici, a causa di un potenziale aumento del rischio di sanguinamento attribuibile ad una interazione farmacodinamica.
Inoltre, quando duloxetina è stata somministrata a pazienti in trattamento con warfarin sono stati riportati aumenti dei valori INR.
Tuttavia, la somministrazione di duloxetina in associazione a warfarin allo stato stazionario, in volontari sani, come parte di uno studio di farmacologia clinica, non ha dato luogo ad una variazione clinicamente significativa del valore INR rispetto al basale o della farmacocinetica di R- o S-warfarin.
Effetti di altri medicinali su duloxetina Antiacidi ed antagonisti dei recettori H2: La somministrazione di duloxetina in associazione con antiacidi contenenti alluminio e magnesio, o di duloxetina con famotidina, non ha avuto un effetto significativo sulla velocità o entità dell’assorbimento di duloxetina dopo somministrazione di una dose orale di 40 mg.
Induttori del CYP1A2: Studi di analisi della farmacocinetica di popolazione hanno evidenziato che i fumatori presentano concentrazioni plasmatiche di duloxetina quasi del 50% più basse rispetto ai non fumatori. Effetti indesiderati
- a.
Sommario del profilo di sicurezza Nei pazienti trattati con Duloxetina le reazioni avverse più comunemente riportate sono state nausea, cefalea, secchezza della bocca, sonnolenza e capogiro.
Tuttavia, la maggior parte delle reazioni avverse comuni era di entità variabile da lieve a moderata, generalmente esse sono iniziate precocemente durante la terapia e la maggior parte di esse tendeva a ridursi con il proseguimento della terapia.
b.
Tabella riassuntiva delle reazioni avverse La Tabella 1 mostra le reazioni avverse osservate in segnalazioni spontanee e in studi clinici controllati con placebo.
Tabella 1: Reazioni avverse Valutazione della frequenza: molto comune (≥ 1/10), comune (da ≥ 1/100 a < 1/10), non comune (da ≥ 1/1.000 a < 1/100), raro (da ≥ 1/10.000 a < 1/1.000), molto raro (< 1/10.000).
Per ciascuna classe di frequenza, gli effetti indesiderati sono riportati in ordine decrescente di gravità.
¹ Casi di convulsione e casi di tinnito sono stati inoltre riportati dopo la sospensione del trattamento.Molto comune Comune Non comune Raro Molto raro Infezioni e infestazioni Laringite Disturbi del Sistema Immunitario Reazione anafilattica, Disturbo di ipersensibilità Patologie endocrine Ipotiroidismo Disturbi del metabolismo e della nutrizione Diminuzione dell’appetito Iperglicemia (riportata specialmente nei pazienti diabetici) Disidratazione, Iposodiemia, SIADH6 Disturbi psichiatrici Insonnia, Agitazione, Diminuzione della libido, Ansia, Orgasmo anormale, Sogni anormali Ideazione suicida5,7, Disturbo del sonno, Bruxismo, Disorientamento, Apatia Comportamento suicida5,7, Mania, Allucinazioni, Comportamento aggressivo e ira4 Patologie del sistema nervoso Cefalea Sonnolenza Capogiro, Letargia, Tremore, Parestesia Mioclono, Acatisia7, Nervosismo, Disturbo dell'attenzione, Disgeusia, Discinesia, Sindrome delle gambe senza riposo, Scarsa qualità del sonno Sindrome serotoninergica6, Convulsioni¹, Irrequietezza psicomotoria6, Sintomi extra- piramidali6 Patologie dell'occhio Visione offuscata Midriasi, Compromissione della visione Glaucoma Patologie dell'orecchio e del labirinto Tinnito¹ Vertigini, Dolore auricolare Patologie cardiache Palpitazioni Tachicardia, Aritmia sopraventricolare, principalmente fibrillazione atriale Patologie vascolari Aumento della pressione sanguigna³, Vampata Sincope², Ipertensione3,7, Ipotensione ortostatica², Estremità fredde Crisi ipertensive 3,6 Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche Sbadiglio Costrizione alla gola, Epistassi Malattia polmonare interstiziale 10, Polmonite eosinofila 6 Patologie gastrointestinali Nausea, Secchezza della bocca Stipsi, Diarrea, Dolore addominale, Vomito, Dispepsia, Flatulenza Emorragia gastrointestinale7, Gastroenterite, Eruttazione, Gastrite, Disfagia Stomatite, Ematochezia, Alitosi, Colite microscopica9 Patologie epatobiliari Epatite³, Enzimi epatici elevati (ALT, AST, fosfatasi alcalina), Danno epatico acuto Insufficienza epatica6, Ittero6 Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo Aumentata sudorazione, Eruzione cutanea Sudorazioni notturne, Orticaria, Dermatite da contatto, Sudorazione fredda, Reazioni di fotosensibilità, Aumentata tendenza a sviluppare lividi Sindrome di Stevens- Johnson6, Edema angioneurotico6 Vasculite cutanea Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo Dolore muscolo- scheletrico, Spasmo muscolare Rigidità muscolare, Contrazione muscolare Trisma Patologie renali e urinarie Disuria, Pollachiuria Ritenzione urinaria, esitazione minzionale, Nicturia, Poliuria, Ridotto flusso urinario Odore alterato delle urine Patologie dell'apparato riproduttivo e della mammella Disfunzione erettile, Disturbi dell’eiaculazione, Eiaculazione ritardata Emorragia a carico dell'apparato riproduttivo femminile, Disturbo mestruale, Disfunzioni di natura sessuale, Dolore testicolare Sintomi della menopausa, Galattorrea, Iperprolattinemia, Emorragia post parto6 Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione Cadute8, Affaticamento Dolore toracico7, Sensazione di anormalità, Sensazione di freddo, Sete, Brividi di freddo, Malessere, Sensazione di caldo, Disturbo della deambulazione Esami diagnostici Riduzione di peso Aumento di peso, Aumento della creatina fosfochinasi ematica, Aumento della potassiemia Aumento della colesterolemia
² Casi di ipotensione ortostatica e sincope sono stati riportati soprattutto all’inizio del trattamento.
³ Vedere paragrafo 4.4.
4 Casi di comportamento aggressivo e ira sono stati riportati specialmente nelle fasi precoci del trattamento o dopo la sua sospensione.
5 Casi di ideazione suicida e comportamenti suicida sono stati riportati durante la terapia con duloxetina o nelle fasi precoci dopo la sospensione del trattamento (vedere paragrafo 4.4).
6 Frequenza stimata delle reazioni avverse riportate durante il periodo di farmacovigilanza successivo alla commercializzazione; non osservate negli studi clinici controllati con placebo.
7 Differenza non statisticamente significativa dal placebo.
8 Le cadute sono state più comuni nei soggetti anziani (≥ 65 anni di età) 9 Frequenza stimata in base a tutti i dati degli studi clinici.
10 Frequenza stimata in base agli studi clinici controllati con placebo.
c.
Descrizione di reazioni avverse selezionate La sospensione della terapia con duloxetina (specialmente quando avviene in maniera brusca) porta comunemente alla comparsa di sintomi da sospensione.
Le reazioni più comunemente riportate sono capogiro, disturbi del sensorio (incluse parestesie o sensazioni tipo scossa elettrica, con particolare localizzazione cranica), disturbi del sonno (insonnia e sogni vividi), affaticamento, sonnolenza, agitazione o ansia, nausea e/o vomito, tremore, cefalea, mialgia, irritabilità, diarrea, iperidrosi e vertigini.
Generalmente, per gli SSRI e gli SNRI, questi eventi sono di entità da lieve a moderata ed auto- limitanti, tuttavia, in alcuni pazienti possono essere gravi e/o prolungati.
Pertanto, quando il trattamento con duloxetina non è più necessario, si consiglia di effettuare una sospensione graduale della terapia mediante una progressiva riduzione della dose (vedere paragrafi 4.2 e 4.4).
Nei pazienti trattati con duloxetina l’intervallo QT corretto per la frequenza cardiaca non è risultato diverso da quello osservato nei pazienti trattati con placebo.
Nei pazienti trattati con duloxetina e in quelli trattati con placebo non sono state osservate differenze clinicamente significative per le misurazioni del QT, PR, QRS, o QTcB.
d.
Popolazione pediatrica In studi clinici, 509 pazienti pediatrici di età compresa tra 7 e 17 anni con disturbo depressivo maggiore e 241 pazienti pediatrici di età compresa tra 7 e 17 anni con disturbo d’ansia generalizzato, sono stati trattati con duloxetina.
In generale, il profilo delle reazioni avverse con duloxetina in bambini e adolescenti è stato simile a quello osservato negli adulti.
Un totale di 467 pazienti pediatrici inizialmente randomizzati a duloxetina in studi clinici, hanno presentato una diminuzione media di peso di 0,1 kg alla decima settimana rispetto ad un aumento medio di 0,9 kg nei 353 pazienti trattati con placebo.
Nella fase successiva, durante il periodo di 4-6 mesi di estensione dello studio, i pazienti hanno presentato mediamente la tendenza al recupero del percentile atteso per il loro peso basale previsto sulla base dei dati di popolazione di soggetti sani di pari età e sesso.
In studi della durata fino a 9 mesi nei pazienti pediatrici trattati con duloxetina (vedere paragrafo 4.4) è stata osservata una diminuzione media complessiva dell’1% del percentile altezza [una diminuzione del 2% nei bambini (di età compresa tra 7 e 11 anni) ed un aumento dello 0,3% negli adolescenti (di età compresa tra 12 e 17 anni)].
Segnalazione delle reazioni avverse sospette La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del prodotto.
Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione all’indirizzo www.aifa.gov.it/content/segnalazioni-reazioni-avverse. Gravidanza e allattamento
- Fertilità In studi su animali, duloxetina non ha avuto effetti sulla fertilità maschile, e gli effetti nelle femmine sono stati evidenti solo a dosi che hanno causato una tossicità materna.
Gravidanza Non vi sono dati adeguati sull’uso di duloxetina in donne in gravidanza.
Studi effettuati su animali hanno mostrato tossicità riproduttiva a livelli diesposizionesistemica (AUC) di duloxetina inferiori rispetto alla massima esposizione clinica (vedere paragrafo 5.3).
Il rischio potenziale per gli esseri umani non è noto.
Dati epidemiologici hanno suggerito che l’uso degli SSRI in gravidanza, specialmente nelle fasi avanzate della gravidanza, può aumentare il rischio di ipertensione polmonare persistente nel neonato (PPHN).
Sebbene nessuno studio abbia investigato l’associazione di PPHN al trattamento con SNRI, questo rischio potenziale non può essere escluso con duloxetina, considerando il meccanismo d’azione (inibizione della ricaptazione della serotonina).
Come con altri medicinali serotoninergici, sintomi da sospensione possono verificarsi nel neonato dopo un uso materno di duloxetina in prossimità del parto.
Sintomi da sospensione osservati con duloxetina possono includere ipotonia, tremore, stato di agitazione, difficoltà nell’allattamento, difficoltà respiratoria e convulsioni.
La maggior parte dei casi si sono verificati sia alla nascita sia entro pochi giorni dalla nascita.
Dati osservazionali hanno fornito evidenza di un aumentato rischio (meno di due volte) di emorragia postparto a seguito di esposizione alla duloxetina nel mese precedente la nascita.
La duloxetina deve essere usato in gravidanza solo se il potenziale beneficio giustifica il potenziale rischio per il feto.
Le donne devono essere informate di riferire al loro medico dell’inizio di una gravidanza o dell’intenzione di intraprendere una gravidanza durante la terapia.
Allattamento Sulla base di uno studio effettuato su 6 donne in periodo di allattamento, che non allattavano al seno i loro bambini, è emerso che duloxetina viene scarsamente eliminata nel latte materno.
Calcolata in mg/kg, la dose infantile giornaliera stimata corrisponde circa allo 0,14% della dose materna (vedere paragrafo 5.2).
Poiché la sicurezza di duloxetina nei neonati non è nota, l’uso di Duloxetina durante l’allattamento al seno non è raccomandato. Conservazione
- blister (PA/Al/PVC): Nessuna precauzione particolare per la conservazione.
Blister (PVC/PE/PVDC//Al): Non conservare a temperatura superiore ai 30° C.
Conservare nella confezione originale.
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