DESFERAL 10FL 500MG/5ML+10F5ML

43,59 €

Prezzo indicativo

Principio attivo: DEFEROXAMINA MESILATO
  • ATC: V03AC01
  • Descrizione tipo ricetta: RR - RIPETIBILE 10V IN 6MESI
  • Presenza Glutine:
  • Presenza Lattosio: No Il farmaco non contiene lattosio

Data ultimo aggiornamento: 10/10/2018

Uso terapeutico Trattamento monoterapico di chelazione del ferro in caso di accumulo cronico di ferro, come: - emosiderosi trasfusionale, specialmente nella talassemia maggiore, altre anemie congenite, anemia sideroblastica, anemia emolitica autoimmune; - emocromatosi idiopatica (primaria) in pazienti nei quali malattie concomitanti (per es. grave anemia, malattie cardiache, ipoproteinemia) impediscono la flebotomia; - accumulo di ferro associato a porfiria cutanea tarda in pazienti non in grado di tollerare la flebotomia. Trattamento dell'intossicazione marziale acuta. Trattamento dell'accumulo cronico di alluminio in pazienti con insufficienza renale terminale (in dialisi di mantenimento) con: - malattie ossee correlate ad alluminio e/o - encefalopatia dialitica e/o - anemia riferita ad alluminio. Uso diagnostico Per la diagnosi di accumulo di ferro o alluminio.
DESFERAL 500 mg/5 ml polvere e solvente per soluzione iniettabile Un flacone in vetro chiaro da 7,5 ml con chiusura a tappo perforabile in gomma contiene: deferoxamina mesilato 500 mg. Per l’elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1.

Controindicazioni

Ipersensibilità al principio attivo o ad uno qualsiasi degli eccipienti elencati al paragrafo 6.1, tranne quando sia fattibile una desensibilizzazione che renda possibile il trattamento.

Posologia

Posologia Trattamento dell'accumulo cronico di ferro In caso di pazienti ben controllati con accumulo di ferro non complicato da effetti tossici, lo scopo principale della terapia chelante è quello di mantenere un equilibrio tra ferro introdotto e ferro eliminato allo scopo di prevenire il danno da emosiderosi.
In caso di pazienti con accumulo di ferro grave, lo scopo è quello di raggiungere un bilancio negativo del ferro per ridurre gli aumentati depositi di ferro e ridurne gli effetti tossici.
Bambini e adulti Si deve iniziare la terapia con Desferal dopo le prime 10-20 trasfusioni di sangue o quando si evidenzia, con il monitoraggio clinico, la presenza di un sovraccarico cronico di ferro (es.
ferritina sierica >1.000 ng/ml).
Un sovraccarico di ferro o dosi eccessive di Desferal potrebbero determinare un ritardo nella crescita.
Nel caso in cui la chelazione sia iniziata in pazienti al di sotto dei 3 anni di età, è necessario monitorare attentamente la crescita del bambino e la dose media giornaliera non deve superare i 40 mg/kg (vedere paragrafo 4.4).
Il dosaggio ed il modo di somministrazione devono essere determinati individualmente e, nel corso della terapia, adattati in base all’entità del carico personale di ferro.
Si deve impiegare la dose minima efficace.
Per valutare la risposta alla terapia chelante si dovrebbe controllare l'escrezione urinaria del ferro nelle 24 ore all’inizio giornalmente e stabilire la risposta a dosi crescenti di Desferal.
Una volta stabilita la giusta dose, l'escrezione urinaria del ferro può essere determinata ad intervalli di qualche settimana.
Alternativamente, il dosaggio medio giornaliero può essere aggiustato a seconda dei livelli di ferritina allo scopo di mantenere l’indice terapeutico inferiore a 0,025 (cioè il rapporto fra la dose giornaliera media, in mg/kg, di Desferal e il livello di ferritina sierica, in mcg/l, deve essere inferiore a 0,025).
L’indice terapeutico è un valido strumento nella protezione del paziente dall’eccesso di chelazione, ma non deve sostituire un attento monitoraggio clinico.
La dose giornaliera media di Desferal è generalmente compresa tra 20 e 60 mg/kg.
In genere, pazienti con livelli di ferritina sierica inferiori a 2.000 ng/ml necessitano di circa 25 mg/kg/die.
Pazienti con livelli di ferritina sierica fra 2.000 e 3.000 ng/ml necessitano di circa 35 mg/kg/die.
Pazienti con livelli di ferritina sierica superiori possono richiedere fino a 55 mg/kg/die.
Non è consigliato superare regolarmente una dose giornaliera media di 50 mg/kg/die, eccetto quando sia necessaria una chelazione molto intensa in pazienti che hanno completato la crescita.
Nel caso in cui i livelli di ferritina scendano al di sotto di 1.000 ng/ml, aumenta il rischio di tossicità da Desferal.
È importante monitorare con particolare attenzione questi pazienti e prendere in considerazione la possibilità di ridurre la dose totale settimanale.
Le dosi qui considerate corrispondono alle dosi medie giornaliere.
Poichè molti pazienti assumono Desferal meno di 7 giorni per settimana, la dose reale per ogni infusione di solito differisce da quella giornaliera media (per es.
se è necessaria una dose giornaliera media di 40 mg/kg/die e il paziente utilizza la pompa per 5 notti la settimana, ogni infusione deve contenere 56 mg/kg).
È stato osservato che una regolare chelazione con Desferal migliora l’attesa di vita nei pazienti con talassemia.
Infusione sottocutanea lenta L’infusione sottocutanea lenta, effettuata utilizzando una pompa portatile leggera per 8-12 ore, è ritenuta efficace e adatta specialmente per i pazienti ambulatoriali, ma può essere utilizzata anche per un periodo di 24 ore.
Desferal deve essere di norma somministrato con la pompa per 5-7 volte per settimana.
Desferal non è formulato per essere somministrato in bolo per via sottocutanea.
Pazienti anziani (65 anni di età e superiore) Gli studi clinici con Desferal non hanno incluso un numero sufficiente di pazienti di età pari e superiore a 65 anni per determinare se rispondano in modo differente rispetto ai pazienti più giovani.
In generale, la dose per un paziente anziano deve essere scelta con attenzione, di solito iniziando con la dose al limite inferiore dell’intervallo consigliato, considerando la maggior frequenza di riduzione della funzionalità epatica, renale o cardiaca e di malattie concomitanti o altre terapie (vedere paragrafi 4.4 e 4.8).
Compromissione della funzionalità epatica Non sono stati condotti studi in pazienti con compromissione della funzionalità epatica.
Infusione endovenosa nel corso di trasfusioni La disponibilità di un accesso endovenoso durante una trasfusione di sangue, rende possibile la somministrazione di un’infusione endovenosa, per esempio per i pazienti che presentano una scarsa accettabilità e/o non tollerano l’infusione sottocutanea.
La soluzione di Desferal non deve essere introdotta direttamente nella sacca del sangue, ma può essere aggiunta mediante l’utilizzo di un adattatore a “Y” posto vicino al sito di iniezione endovenosa.
Per la somministrazione di Desferal si dovrebbe utilizzare la pompa usuale.
A causa del limitato quantitativo di farmaco che può essere somministrato mediante infusione endovenosa durante una trasfusione di sangue, il beneficio clinico di questa modalità di somministrazione è limitato.
I pazienti e il personale paramedico devono essere informati di non accelerare l’infusione, poichè un bolo endovenoso di Desferal può provocare collasso circolatorio (vedere paragrafo 4.4).
Infusione endovenosa continua In caso di terapia chelante intensiva può essere utilizzato un sistema di impianto endovenoso.
L’infusione endovenosa continua è indicata in pazienti che non sono in grado di continuare l’infusione sottocutanea ed in quelli con problemi cardiaci secondari ad accumulo di ferro.
La dose di Desferal dipende dal grado di accumulo di ferro del paziente.
Quando sia richiesta una intensa chelazione (e.v.) si deve misurare regolarmente l’escrezione urinaria del ferro nelle 24 ore e correggere la dose di conseguenza.
In caso di lavaggio della linea, si deve evitare un’improvvisa infusione di Desferal rimasto nello spazio morto della linea, per la possibile insorgenza di un collasso circolatorio (vedere paragrafo 4.4).
Somministrazione intramuscolare Poichè è più efficace l’infusione sottocutanea, si deve utilizzare la somministrazione per via intramuscolare solo nel caso in cui la prima non sia fattibile.
Qualunque sia la via di somministrazione scelta, la dose di mantenimento individuale dipenderà dal tasso di escrezione del ferro del singolo paziente.
Uso contemporaneo di vitamina C I pazienti con accumulo di ferro sviluppano generalmente una deficienza di vitamina C, probabilmente perchè il ferro ossida la vitamina.
Come coadiuvante della terapia chelante si possono somministrare fino a 200 mg/die di vitamina C in dosi frazionate, cominciando dopo un mese di trattamento regolare con Desferal (vedere paragrafo 4.4).
La vitamina C aumenta la disponibilità del ferro per la chelazione.
In genere sono sufficienti 50 mg per i bambini sotto i 10 anni di età e 100 mg per età superiori.
Dosi superiori di vitamina C non producono ulteriori aumenti nell’escrezione del complesso di ferro.Intossicazione marziale acuta Desferal viene somministrato come terapia aggiuntiva alle misure standard generalmente impiegate per il trattamento dell'intossicazione marziale acuta.
Il trattamento con Desferal è indicato nelle seguenti situazioni: - in tutti i pazienti sintomatici che presentano più di un sintomo minore transitorio (es.
più di un episodio di emesi o una evacuazione di feci molli); - nei pazienti con evidente letargia, dolore addominale intenso, ipovolemia o acidosi; - nei pazienti con esame radiografico addominale positivo indicante radio-opacità multiple (la maggioranza di questi pazienti continuerà a sviluppare un’intossicazione marziale sintomatica); - in ogni paziente sintomatico con livelli di ferro sierico superiori a 300-350 mcg/dl indipendentemente dalla capacità di fissare il ferro totale (TIBC).
È stato inoltre suggerito che nei pazienti asintomatici, come pure in quelli con emesi non ematica auto-limitantesi o diarrea, senza altri sintomi possano essere considerati un approccio conservativo senza terapia con Desferal o un tentativo di terapia con Desferal quando i livelli di ferro sierico si trovino nel range da 300 a 500 mcg/dl.
L’infusione endovenosa continua di Desferal rappresenta la via di somministrazione migliore.
Il dosaggio raccomandato per l’infusione è 15 mg/kg per ora e deve essere ridotto non appena le circostanze lo permettono, di solito dopo 4-6 ore, in modo che la dose endovenosa totale non superi quella raccomandata di 80 mg/kg nelle 24 ore.
I criteri suggeriti qui di seguito si pensa rappresentino i requisiti appropriati per l’interruzione della terapia chelante con Desferal.
Essa deve essere proseguita finchè non siano soddisfatti tutti i seguenti criteri: - Il paziente non deve presentare alcun segno o sintomo di intossicazione marziale sistemica (es.
nessuna acidosi, nè peggioramento dell’epatotossicità).
- Idealmente, un corretto livello sierico di ferro dovrebbe essere normale o basso (cioè sotto i 100 mcg/dl).
Poichè in laboratorio non si possono misurare con accuratezza le concentrazioni sieriche di ferro in presenza di Desferal, si può interrompere la terapia quando siano soddisfatti tutti gli altri criteri, nel caso in cui il livello di ferro sierico misurato non sia elevato.
- Ripetute radiografie addominali in pazienti che dimostravano inizialmente delle radio-opacità multiple, dovrebbero rilevarne la scomparsa prima che la terapia con Desferal sia interrotta, poichè queste servono da marker del continuo assorbimento di ferro.
- Se il paziente all’inizio della terapia con Desferal ha presentato una colorazione rossastra delle urine, il colore dovrebbe tornare normale, prima della sospensione di Desferal (l’assenza di colorazione non è sufficiente da sola per giustificare l’interruzione della terapia).
L'efficacia del trattamento dipende da un'adeguata escrezione urinaria che assicuri l'eliminazione del complesso ferriossamina.
In caso di oliguria o anuria può rendersi necessaria una dialisi peritoneale, emodialisi o emofiltrazione.
Trattamento dell'accumulo cronico di alluminio in pazienti con insufficienza renale terminale I complessi Desferal-Fe e Desferal-Al sono dializzabili.
La loro eliminazione può essere aumentata con la dialisi in pazienti con insufficienza renale.
Pazienti con evidenti sintomi o disfunzioni organiche dovute ad accumulo di alluminio dovrebbero essere trattati con Desferal.
Anche in pazienti asintomatici si dovrebbe considerare la possibilità di un trattamento con Desferal se i livelli di alluminio sierico sono molto superiori a 60 ng/ml ed il test di infusione del Desferal è positivo (vedere “Test al Desferal”), in particolar modo se i risultati della biopsia ossea evidenziano una malattia ossea correlata all'alluminio.
Si devono somministrare 5 mg/kg di Desferal una volta alla settimana (vedere paragrafo 6.6).
In pazienti che dopo il test al Desferal presentano livelli sierici di alluminio fino a 300 ng/ml, si deve somministrare il Desferal in infusione endovenosa lenta durante gli ultimi 60 minuti di una dialisi.
In pazienti con livelli sierici di alluminio superiori a 300 ng/ml l’infusione lenta va effettuata 5 ore prima della dialisi.
Dopo i primi 3 mesi di trattamento con Desferal, seguiti da un periodo di wash-out di 4 settimane, è necessario eseguire un test al Desferal per infusione.
Se con 2 successivi tests al Desferal, eseguiti a distanza di un mese, si ottiene un aumento del livello di alluminio sierico, al di sopra del valore basale e inferiore a 50 ng/ml, non è necessario un ulteriore trattamento con Desferal.
In pazienti in dialisi peritoneale ambulatoriale continua (CAPD) o in dialisi peritoneale ciclica continua (CCPD), Desferal può essere somministrato una volta a settimana alla dose di 5 mg/kg prima dello scambio finale della giornata.
In questi pazienti si raccomanda di utilizzare la via intraperitoneale, tuttavia si può somministrare Desferal anche per via intramuscolare, mediante infusione endovenosa lenta o sottocutanea.
Test al Desferal Questo test si basa sul principio che, nel soggetto sano, Desferal non induce un aumento dell'escrezione del ferro e dell'alluminio superiore a determinati valori.
1.
Test al Desferal per l’accumulo di ferro in pazienti con normale funzionalità renale
Si iniettano 500 mg di Desferal per via intramuscolare e si raccolgono le urine delle successive 6 ore, determinandone il contenuto in ferro.
Se l’escrezione oscilla tra 1-1,5 mg di ferro (18-27 mcmol) entro queste 6 ore si può sospettare un accumulo di ferro; valori superiori a 1,5 mg (27 mcmol) sono senz'altro patologici.
Il test è affidabile solo se la funzionalità renale è normale.
2.
Test al Desferal per infusione per l’accumulo di alluminio in pazienti con insufficienza renale terminale
Si raccomanda di effettuare il test al Desferal per infusione nei pazienti con livelli di alluminio sierico superiori a 60 ng/ml, associati a livelli di ferritina sierica superiori a 100 ng/ml.
Appena prima di una emodialisi, si preleva un campione di sangue per determinare il livello basale di alluminio sierico.
Durante gli ultimi 60 minuti dell'emodialisi si somministrano 5 mg/kg di Desferal per infusione endovenosa lenta (vedere paragrafo 6.6).
All'inizio della dialisi successiva (cioè 44 ore dopo l'infusione di Desferal) si preleva un secondo campione di sangue, per rideterminare il livello di alluminio sierico.
Il test al Desferal è considerato positivo se l'aumento dell'alluminio sierico supera il valore di base più di 150 ng/ml.
Un test negativo, comunque, non esclude assolutamente la diagnosi di accumulo di alluminio.
Modo di somministrazione Per le istruzioni sulla diluizione del medicinale prima della somministrazione, vedere paragrafo 6.6.

Avvertenze e precauzioni

Infusione endovenosa rapida Un'infusione endovenosa rapida può provocare ipotensione e shock (es.
arrossamenti, tachicardia, collasso circolatorio e orticaria).
Compromissione della vista e dell’udito Alte dosi di Desferal, specialmente in pazienti con bassi livelli di ferritina sierica, possono causare disturbi della visione e dell'udito (vedere paragrafo 4.8).
Pazienti con insufficienza renale in dialisi di mantenimento e con bassi livelli di ferritina possono essere particolarmente predisposti a reazioni secondarie, dato che sono stati riportati disturbi della visione dopo una singola dose di Desferal.
Il rischio di effetti secondari è ridotto quando si utilizzi una terapia a basse dosi.
Se si verificano disturbi della visione o dell'udito occorre sospendere immediatamente il trattamento con Desferal.
Le variazioni indotte da Desferal sono di norma reversibili in caso di identificazione precoce.
Il trattamento con Desferal può essere ripreso successivamente a dosi ridotte, ma è necessario uno stretto controllo oftalmologico e/o audiologico.
Si raccomanda di effettuare esami oftalmologici e audiologici specialistici prima di iniziare un trattamento con Desferal, e successivamente a intervalli regolari (ogni 3 mesi), soprattutto se i livelli di ferritina sono bassi.
In pazienti talassemici, il rischio di anormalità audiometriche può essere ridotto mantenendo il rapporto fra dose giornaliera media di Desferal (in mg/kg) e i livelli di ferritina sierica (in mcg/l), al di sotto di 0,025.
Compromissione della funzionalità renale Nei pazienti con normale funzionalità renale con accumulo di ferro la metà circa del complesso Desferal-metallo è eliminata per via renale.
In caso di grave insufficienza renale, occorre quindi procedere con cautela.
I complessi di deferoxamina con ferro ed alluminio sono dializzabili per cui, in pazienti con insufficienza renale, la loro eliminazione può essere aumentata con la dialisi.
Sono stati riportati casi isolati di insufficienza renale acuta (vedere paragrafo 4.8).
Si deve considerare il monitoraggio dei pazienti per evidenziare eventuali variazioni nella funzione renale (es.
aumento della creatinina sierica).
Popolazione pediatrica: ritardo della crescita Pazienti trattati con alte dosi di Desferal e con bassi livelli di ferritina sierica o pazienti in giovane età (inferiore ai 3 anni all’inizio della terapia) sono stati associati con un ritardo della crescita (vedere paragrafo 4.2).
Il ritardo della crescita, se associato con dosi eccessive di Desferal, deve essere ben distinto da quello causato dall’accumulo di ferro.
Quello dovuto a Desferal è raro quando le dosi siano mantenute sotto i 40 mg/kg.
Se il ritardo nella crescita è associato a dosi superiori a questo valore, la riduzione della dose può portare ad una normale velocità di crescita, che, comunque, non permette il raggiungimento dell’altezza prevista da adulto.
I pazienti in età pediatrica in trattamento con Desferal devono essere controllati ogni 3 mesi per verificare il peso corporeo e la crescita staturale.
Sindrome da distress respiratorio acuto In pazienti con intossicazione marziale acuta e anche nei talassemici, in seguito a trattamento con dosi e.v.
eccessivamente alte di Desferal, è stata descritta una sindrome da distress respiratorio acuto.
Non si devono quindi superare le dosi giornaliere raccomandate.
Infezioni Si è notato che, in pazienti con accumulo patologico di ferro, Desferal aumenta la predisposizione alle infezioni, per es.
con Yersinia enterocolitica e Yersinia pseudotuberculosis.
Se un paziente in terapia con Desferal presenta febbre e enterite/enterocolite acuta, dolore addominale diffuso o faringite, occorre sospendere temporaneamente il trattamento, effettuare idonei tests batteriologici ed istituire subito un'adatta terapia antibiotica.
Dopo la scomparsa dell'infezione si può riprendere il trattamento con Desferal.
In pazienti in terapia con Desferal per accumulo di alluminio e/o ferro sono stati segnalati raramente casi di zigomicosi, alcuni con esito fatale.
Se si manifesta qualche segno o sintomo sospetto, il trattamento con Desferal deve essere interrotto, si devono eseguire tests micologici e istituire immediatamente un'idonea terapia.
La zigomicosi può verificarsi anche in pazienti non in trattamento con Desferal; ciò indica che altri fattori (quali dialisi, diabete mellito, disturbi del bilancio acido-base, tumori ematologici, farmaci immunosoppressori, o compromissione del sistema immunitario) possono avere un ruolo nello sviluppo di questa infezione. Colorazione dell’urina L'escrezione del complesso col ferro può conferire all'urina una tinta rossastra.
Compromissione della funzionalità cardiaca con alte dosi di vitamina C In pazienti con grave accumulo cronico di ferro è stato riportato un peggioramento della funzionalità cardiaca a seguito di uso contemporaneo di Desferal e alte dosi di vitamina C (oltre 500 mg/die).
La disfunzione cardiaca è risultata reversibile con la sospensione della vitamina C.
Quando Desferal e vitamina C vengono somministrati contemporaneamente, si devono osservare le seguenti precauzioni: - non somministrare supplementi di vitamina C a pazienti con insufficienza cardiaca; - iniziare il trattamento con vitamina C solo dopo un mese di regolare terapia con Desferal; - somministrare vitamina C solo se il paziente è in regolare terapia con Desferal, possibilmente subito dopo l'installazione della pompa; - non superare una dose giornaliera di 200 mg di vitamina C, in dosi frazionate; - è consigliabile un monitoraggio della funzionalità cardiaca nel corso di tale terapia associata.
Pazienti trattati per accumulo cronico di alluminio In pazienti con encefalopatia alluminio-correlata alte dosi di Desferal possono esacerbare una disfunzione neurologica (convulsioni), probabilmente a causa di un aumento improvviso dell'alluminio in circolo (vedere paragrafo 4.8).
Desferal può precipitare l’insorgenza di demenza da dialisi.
Per prevenire questo peggioramento neurologico si è rivelato utile un pretrattamento con clonazepam.
Inoltre, il trattamento dell’accumulo di alluminio può determinare ipocalcemia ed un peggioramento dell’iperparatiroidismo.
Precauzioni per l’uso e la manipolazione Desferal non deve essere somministrato a dosi più alte di quelle raccomandate.
Non deve essere somministrato a concentrazioni superiori a 95 mg/ml per via sottocutanea poichè ciò aumenta il rischio di reazioni locali (vedere paragrafo 6.6).
Quando si deve utilizzare obbligatoriamente la via intramuscolare, può essere necessario impiegare concentrazioni maggiori per facilitare l’iniezione (vedere paragrafo 6.6).
Alla concentrazione raccomandata di 95 mg/ml, la soluzione ricostituita appare limpida, incolore o lievemente giallina.
Si devono utilizzare solo soluzioni limpide.
Soluzioni opache o torbide devono essere eliminate.
La tecnica d’iniezione deve essere eseguita con attenzione.
Per infusioni sottocutanee l’ago non deve essere inserito troppo vicino al derma.

Interazioni

Un trattamento concomitante con Desferal e proclorperazina, un derivato fenotiazinico, può causare una temporanea alterazione della coscienza.
In pazienti con grave accumulo cronico di ferro, trattati contemporaneamente con Desferal ed alte dosi di vitamina C (oltre 500 mg/die), è stato osservato un peggioramento della funzionalità cardiaca (vedere paragrafo 4.4), per altro reversibile dopo sospensione della vitamina C.
I risultati dell’immagine con gallio 67 possono risultare distorti a causa della rapida escrezione urinaria del Desferal legato al gallio 67.
È consigliabile la sospensione di Desferal 48 ore prima della scintigrafia.

Effetti indesiderati

Le reazioni avverse al farmaco (Tabella 1) sono elencate secondo la classificazione MedDRA per sistemi e organi.
All’interno di ciascuna classe per sistemi e organi, le reazioni avverse al farmaco sono riportate secondo la frequenza, con le reazioni più frequenti all’inizio.
All’interno di ciascuna classe di frequenza, le reazioni avverse al farmaco sono presentate in ordine decrescente di gravità.
Inoltre, la corrispondente classe di frequenza per ciascuna reazione avversa al farmaco è basata sulla seguente convenzione (CIOMS III): molto comune (≥ 1/10); comune (≥ 1/100, < 1/10); non comune (≥ 1/1.000, < 1/100); raro (≥ 1/10.000, < 1/1.000); molto raro (< 1/10.000) comprese le segnalazioni isolate; non nota (quando non è possibile stimare in modo attendibile la frequenza delle reazioni avverse riportate dall’esperienza post-marketing perché queste segnalazioni si riferiscono a una popolazione di incerta numerosità).
Alcuni dei segni e sintomi riportati come effetti indesiderati possono essere anche manifestazioni della malattia di base (accumulo di ferro e/o alluminio).
Tabella 1 Reazioni avverse al farmaco (ADR) riportate negli studi clinici, nell’esperienza postmarketing e nelle prove di laboratorio
Infezioni ed infestazioni
Raro: Zigomicosi.
Molto raro: Gastroenterite da Yersinia.
Patologie del sistema emolinfopoietico
Molto raro: Patologie ematiche (comprese trombocitopenia, leucopenia).
Disturbi del sistema immunitario
Molto raro: Shock anafilattico, reazione anafilattica, angioedema.
Patologie del sistema nervoso
Comune: Cefalea.
Molto raro: Disturbi neurologici compresi capogiri, encefalopatia*, neuropatia periferica, parestesia.
Non nota: Convulsioni (vedere Note speciali in fondo).
Patologie dell'occhio
Raro: Perdita della visione, alterazione del campo visivo, degenerazione della retina, neurite ottica, cataratta, ridotta acutezza visiva, visione offuscata, cecità notturna, difetti del campo visivo, cromatopsia, opacità corneale.
Patologie dell'orecchio e del labirinto
Non comune: Sordità neurosensoriale, tinnito.
Patologie vascolari
Raro: Ipotensione, tachicardia e shock**.
Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche
Non comune: Asma.
Molto raro: Sindrome da distress respiratorio acuto, infiltrazione polmonare.
Patologie gastrointestinali
Comune: Nausea.
Non comune: Vomito, dolore addominale.
Molto raro: Diarrea.
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo
Comune: Orticaria.
Molto raro: Rash generalizzato.
Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo
Molto comune: Artralgia, mialgia.
Comune: Ritardo nella crescita, alterazioni ossee (displasia metafisaria***).
Non nota: Spasmi muscolari.
Patologie renali e urinarie
Non nota: Insufficienza renale acuta, tubulopatia renale.
Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione
Molto comune: Reazioni al sito di iniezione, dolore al sito di iniezione, tumefazione al sito di iniezione, stravaso al sito di iniezione, eritema al sito di iniezione, prurito al sito di iniezione, croste al sito di iniezione.
Comune: Febbre.
Non comune: Reazioni al sito di iniezione, vescicole al sito di iniezione, edema al sito di iniezione, sensazione di bruciore al sito di iniezione.
Esami diagnostici
Non nota: Aumento della creatinina ematica
* precipitazione o esacerbazione della encefalopatia dialitica alluminio-correlata
** se non sono rispettate le raccomandazioni per la somministrazione (vedere paragrafi 4.2 e 4.4)
*** a dosi alte e nei bambini piccoli (vedere paragrafo 4.4 e Note speciali in fondo)
Note speciali Sordità neurosensoriale e tinnito compaiono occasionalmente se le dosi si mantengono entro i livelli consigliati e se vengono ridotte in caso di caduta dei livelli di ferritina (il rapporto fra dose giornaliera media di Desferal e livelli sierici di ferritina deve essere inferiore a 0,025) (vedere paragrafo 4.4).
Le varie patologie dell’occhio sono rare, tranne che in caso di somministrazione di dosi elevate (vedere paragrafo 4.4).
Un ritardo nella crescita e alterazioni ossee (es.
displasia metafisaria) sono comuni in pazienti trattati con dosi superiori a 60 mg/kg, specialmente in quelli che iniziano la terapia chelante durante i primi tre anni di vita.
Il rischio è considerevolmente ridotto con dosi di 40 mg/kg o inferiori.
Al sito di iniezione sono molto comuni: dolore, tumefazione, infiltrazione, eritema, prurito, escara/croste, mentre si manifestano occasionalmente vescicole, edema locale e sensazione di bruciore.
Manifestazioni locali possono essere accompagnate da reazioni sistemiche come artralgia/mialgia (molto comuni); cefalea, orticaria, nausea e febbre (comuni); vomito, dolore addominale o asma (non comuni).
L'escrezione del complesso col ferro può conferire all'urina una colorazione rossastra.
Convulsioni sono state riportate principalmente nei pazienti dializzati con sovraccarico di alluminio (vedere paragrafo 4.4).
Rari casi di aumento delle transaminasi sono stati riportati nei pazienti che sono stati trattati con Desferal, tuttavia non è stata stabilita una causalità con il prodotto medicinale.
Pazienti trattati per accumulo cronico di alluminio La terapia chelante con Desferal per l’accumulo di alluminio può determinare ipocalcemia ed un peggioramento dell’iperparatiroidismo (vedere paragrafo 4.4).
Segnalazione delle reazioni avverse sospette La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale.
Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione all’indirizzo https://www.aifa.gov.it/content/segnalazioni-reazioniavverse.

Gravidanza e allattamento

Donne potenzialmente fertili In ogni caso i benefici per la madre devono essere soppesati con eventuali rischi per il bambino.
Gravidanza I dati relativi all’uso di deferoxamina in donne in gravidanza sono in numero limitato.
Gli studi sugli animali (conigli) hanno mostrato una tossicità riproduttiva/teratogenicità (vedere paragrafo 5.3).
Il rischio per il feto e la madre non è noto.
Deferoxamina deve essere usata durante la gravidanza solo se il beneficio atteso è superiore al potenziale rischio per il feto.
Allattamento Non è noto se deferoxamina sia escreta nel latte materno.
Poichè molti farmaci sono escreti nel latte umano, e a causa del potenziale di reazioni avverse al farmaco serie nei neonati/bambini allattati al seno, deve essere presa la decisione se astenersi dall’allattamento al seno o astenersi dall’uso del medicinale tenendo in considerazione l’importanza del medicinale per la madre.

Conservazione

Non conservare i flaconi di polvere per soluzione iniettabile a temperatura superiore a 25°C.
Per le condizioni di conservazione dopo la ricostituzione vedere paragrafo 6.3.

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Segnalazione degli effetti indesiderati
Se dovesse manifestarsi un qualsiasi effetto indesiderato, compresi quelli non elencati in questo foglio, è doveroso rivolgersi al proprio medico, ad uno specialista e/o al farmacista. La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Gli effetti indesiderati possono essere segnalati direttamente tramite il sistema nazionale di segnalazione all'indirizzo www.agenziafarmaco.it/it/responsabili. Segnalando gli effetti indesiderati si può contribuire a fornire maggiori informazioni sulla sicurezza di questo medicinale.